MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA

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1 SIP Società Italiana di Pediatria FIMP Federazione Italiana Medici Pediatri Ufficio Centrale per la Qualità GSAQ Gruppo di Studio per l Accreditamento e la Qualità GPCP Gruppo Pediatria delle Cure Primarie MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA a cura di Luigi Greco con la collaborazione di Leonello Venturelli, Mariarosaria Filograna PACINIeditore MEDICINA

2 Copyright 2004 by Pacini Editore S.p.A. - Pisa Realizzazione editoriale Pacini Editore S.p.A. Via Gherardesca Ospedaletto (Pisa) Pacini.Editore@pacinieditore.it Stampa Industrie Grafiche Pacini - Pisa Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFE- SERCENTI il 18 dicembre Le riproduzioni per uso differente da quello personale sopracitato potranno avvenire solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall Editore. Finito di stampare nel mese di Marzo 2004 presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A. Via A. Gherardesca Ospedaletto Pisa Telefono Telefax Internet:

3 Indice 5 Presentazione 7 Introduzione 11 La Mission del Pediatra 12 Elenco dei principali problemi di salute e elenco delle principali prestazioni 13 Requisiti strutturali e tecnologici 15 Requisiti organizzativi e gestionali 30 Requisiti tecnico-professionali 33 Valutazione 35 Appendice: schede operative ed educazionali

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5 Presentazione Un Manuale di Qualità è considerato già da tempo, sia in letteratura che nella pratica internazionale, strumento di notevole importanza nelle organizzazioni per orientare i comportamenti verso il Miglioramento Continuo della Qualità (MCQ). La sua diffusione nelle organizzazioni sanitarie del nostro paese ha avuto inizio nell ultimo scorcio del 900 ed è andata rapidamente crescendo. Quasi contemporaneamente hanno cominciato ad interessarsi a questo strumento le Società Scientifiche e le Comunità Professionali. Due sono le connotazioni del Manuale di solito presenti, con maggiore o minor chiarezza, nella mente di chi lo propone e in quella degli utilizzatori. La prima, che per semplicità possiamo definire prescrittiva, tende a valorizzarlo come guida all azione ed a caricarlo di un potere cogente a volte anche eccessivo, come risulta evidente in certi esempi caratterizzati da un diluvio di criteri e requisiti elencati e ponderati con ossessiva minuziosità. La seconda, che possiamo definire orientativa, tende ad esaltarne il valore di strumento promotore di partecipazione, capace di stimolare riflessione e confronto tra gli utilizzatori e indurre cambiamenti motivati da convinzione e interessi. C è poi una terza connotazione, per lo più ignorata o sottovalutata, che concerne la possibilità d uso dello strumento come facilitatore di identità. Lo sforzo di definire criteri e requisiti di qualità di qualunque pratica professionale in rapporto al mandato (mission) che la orienta e ai problemi che deve affrontare conduce infatti, da un lato, alla revisione critica delle molteplici procedure e prestazioni che ne costituiscono l essenza e alla graduale marginalizzazione delle varianti meno apprezzabili sul piano dell efficacia e dell efficienza, dall altro, alla migliore demarcazione identitaria di uno specifico professionale rispetto a quello di professioni affini o interagenti. Lo sforzo encomiabile prodotto dal gruppo di Pediatri di Famiglia che ha curato la prima redazione del Manuale è stato quello di ricercare un equilibrio tra queste connotazioni evitando estremizzazioni antagonistiche tra le prime due e valorizzando fortemente la terza. Al tempo stesso si è voluto dare allo strumento, pur ampiamente e lungamente discusso, un carattere sperimentale. Questa impostazione fa ritenere che nei prossimi mesi sarà possibile apportare, sulla base di esperienze e ragionamenti a cui potranno contribuire su scala nazionale tutti i colleghi, modificazioni e integrazioni fino a farlo diventare pienamente rappresentativo della concezione di Qualità condivisa, in questa fase storica, tra le migliaia di professionisti che costituiscono la Comunità di pratiche della Pediatria di famiglia nel nostro paese. Sergio Tonelli

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7 Introduzione La Pediatria di famiglia è una realtà relativamente giovane. Non ha alle sue spalle la storia secolare dell Ospedale e tuttavia è cresciuta e si è affermata grazie al lavoro quotidiano degli specialisti che a questa branca si sono dedicati e che giorno dopo giorno, in poco più di vent anni, hanno contribuito a creare ed affinare un modo di praticare la Pediatria nuovo, efficace e gradito all utenza. Il canovaccio attorno al quale si è sviluppata la Pediatria di famiglia è costituito dagli Accordi Collettivi Nazionali (ACN) che si sono susseguiti dal 1978 ad oggi. Gli ACN hanno fornito il modello generale fondante al quale migliaia di specialisti si sono liberamente ispirati, ciascuno interpretando e adattando alla propria realtà, nella propria Regione, nel proprio territorio, nel proprio studio, le norme del contratto di lavoro. Il risultato è quello di avere creato una professione che, più delle altre, risente della personalità dei professionisti e della diversità di cultura, usi e costumi delle genti dei vari territori dove viene esercitata. Dall esigenza di mettere in relazione questa enorme ricchezza di esperienze e favorire uno scambio culturale proficuo, improntato al Miglioramento Continuo di Qualità, è nata nel 1998 l idea di cominciare a lavorare alla redazione di questo Manuale. L occasione determinante per cominciare è stata fornita dall analoga esperienza intrapresa dai Colleghi Pediatri Ospedalieri della Regione Lombardia, coordinati dal prof. Riccardo Longhi di Como. Stimolato dal prof. Longhi, allora Segretario Regionale della SIP Lombardia, un gruppo di Pediatri di Famiglia lombardi, coordinati dal dott. Leo Venturelli, ha cominciato ad interrogarsi sulla professione cercando di analizzare i vari aspetti e di enucleare quelli che, a loro parere, avrebbero dovuto caratterizzare la migliore qualità possibile. Un grande arricchimento di idee e di esperienze è stato portato, nel 2000, dall allargamento del gruppo di lavoro, realizzatosi grazie all attivo ed entusiastico interessamento dei Colleghi Guido Brusoni, Milena Lo Giudice e Stefano del Torso. Da regionale lombardo il gruppo assumeva, finalmente, caratteristiche nazionali, grazie alla confluenza di Colleghi provenienti da quasi tutte le Regioni Italiane. Il mese di settembre del 2000, grazie alla consulenza del dott. Sergio Tonelli, ha registrato una svolta metodologica nella redazione del manuale, che è stato reso più agile, fruibile e lessicalmente più comprensibile. Un ulteriore arricchimento è derivato dall esperienza di accreditamento all eccellenza dei Medici di Medicina Generale (MMG) e dei Pediatri di Libera Scelta (PLS) voluta dall ASL di Bergamo nel 2002, che ha visto coinvolti Leo Venturelli e il sottoscritto nel gruppo di progetto e che ha consentito, soprattutto, di perfezionare la metodologia delle visite di verifica (Visitation). Tanto lavorio, che ha vissuto momenti di frenetica attività intervallati da qualche pausa di riflessione, ha prodotto come risultato la redazione di questo Manuale di Qualità che riguarda esclusivamente, è bene sottolinearlo, la professione di Pediatra di Famiglia (PdF) (altrimenti conosciuto come PLS o Pediatra di Base, definizioni che sono sembrate riduttive ai Colleghi che hanno lavorato a questo Manuale), cioè quella Professione normata da ap-

8 8 MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA positi ACN, integrata da Accordi Regionali e Aziendali e che si avvale, per l accesso, di specifiche graduatorie regionali. Nella parte iniziale del Manuale è enunciata la Mission del PdF che definisce la professione individuandone i tratti fondamentali, gli obiettivi e i presupposti scientifici, culturali ed etici. Segue l enunciato dei Problemi di salute che il PdF si trova ad affrontare e l elenco delle principali Prestazioni erogabili dai Professionisti. Il nucleo centrale del Manuale è costituito dai capitoli dedicati ai Requisiti di Qualità (Strutturali, Organizzativi e Tecnico-professionali) che dovrebbero caratterizzare l attività del PdF. Ogni capitolo comprende un certo numero di specifici Criteri (complessivamente ne sono stati individuati 43), ponderati da 1 a 3 a seconda della crescente importanza. Ogni Criterio è a sua volta declinato in Requisiti (complessivamente sono 220) classificati, in base ad un vasto consenso professionale, come Requisiti Minimi (RM), Requisiti Auspicabili (RA), Requisiti d Eccellenza (RE). La mancanza di un singolo Requisito Minimo impone di considerare non soddisfatto il relativo Criterio (la cui ponderazione scende pertanto a zero). La presenza di tutti i RM assicura ad ogni singolo Criterio la ponderazione definita dal Manuale, che viene considerata Livello Soglia di Accettabilità per quel Criterio (LSA). Il LSA globale è dato quindi dalla somma di tutti i LSA dei 43 Criteri (110 punti). Per quanto riguarda il possesso di Requisiti eccedenti la soglia di accettabilità (RA e RE) si è ritenuta preferibile la formulazione di un giudizio globale, espresso come percentuale dei rispettivi massimi possibili, piuttosto che una ponderazione minuziosa, ma povera di significato, riferita ad ogni criterio. La valutazione globale di Qualità di un singolo Studio Professionale potrà pertanto essere espressa mediante tre valori: % del LSA, % dei RA, % dei RE. Questo sistema di ponderazione ci è parso quello più rispondente a soddisfare due importanti esigenze di questo Manuale: quello di diffondere il più possibile il desiderio di cimentarsi con il Miglioramento Continuo di Qualità, soprattutto tra i Colleghi che ritengono di essere lontani da performance d Eccellenza, e quello di gratificare chi, invece, offre già prestazioni di ottima Qualità. I primi non si sentiranno scoraggiati da sistemi di valutazione eccessivamente punitivi, i secondi vedranno rispecchiata nelle percentuali di RA e RE raggiunte il livello qualitativo delle loro prestazioni. Ci sembra di essere riusciti a confezionare un prodotto di facile comprensione e fruibilità che, grazie ad un sistema di ponderazione semplice, è in grado di esprimere, a colpo d occhio, una gradazione del peso dei vari Criteri e, all interno di essi, dei Requisiti necessari per garantire un livello accettabile di Qualità professionale. Parte integrante del Manuale sono le procedure professionali (linee guida) allegate a titolo esemplificativo. Esse non sono state confezionate dal gruppo di lavoro nazionale ma sono state scelte tra quelle, elaborate dai Pediatri di Famiglia italiani, che hanno avuto una validazione ufficiale nelle realtà dove sono adoperate. Di ciascuna è indicata la fonte. Nella mente di tutti coloro che hanno lavorato al progetto è ben chiaro che si è giunti solo al punto di partenza. Da adesso in avanti comincia il lavoro vero. Bisognerà diffondere il Manuale, organizzare corsi di formazione, coordinare le Visitation, momento di verifica, confronto e crescita culturale fondamentale. Da questo lavoro ci aspettiamo il raggiungimento di una maggiore consapevolezza dei PdF italiani riguardo la propria professionalità, la possibilità di incanalare le energie di tutti verso la ricerca della migliore qualità possibile con le risorse disponibili, la possibilità di scambiarsi opinioni ed esperienze parlando un linguaggio comune.

9 INTRODUZIONE 9 Pensiamo che il Manuale possa essere strumento utile agli addetti ai lavori diversi dai PdF, per una migliore conoscenza di questa professione. Non ci spiacerebbe trovarlo sulla scrivania dei Funzionari Ministeriali o Regionali o delle Aziende Sanitarie, che potrebbero trarre spunti o elementi di conoscenza per alcune delle iniziative di politica sanitaria che loro competono. Ci piacerebbe vederlo, inoltre, nei Reparti di Pediatria e nelle Cliniche Universitarie, come ausilio nella formazione dei PdF di domani. Luigi Greco

10 Elenco dei Pediatri che hanno fatto parte del Gruppo di Lavoro Nazionale: Vittoria Agnello (Sciacca-AG), Monica Bosco (Limbiate-MI), Guido Brusoni (La Spezia), Gabriella Candeo (Como), Luigi D Alvano (Teggiano-SA), Stefano del Torso (Padova), Enzo Di Blasio (Ferrazzano-CB), Massimiliano Dozzi (Milano), Maria Rosaria Filograna (Nardò-LE), Ebe Franceschini (Firenze), Orlando Filardo (Reggio Calabria), Raimund Frik (Bolzano), Marco Ghisoni (Piacenza), Luigi Greco (Bergamo), Milena Lo Giudice (Palermo), Elisabetta Musitelli (Zogno - BG), Aurelio Nova (Monza-MI), Laura Olimpi (Ascoli Piceno), Paolo Paganuzzi (Milano), Antonio Palma (Roma), Marina Picca (Milano), Patrizia Picco (Muggiò-MI), Ambrogina Pirola (Muggiò-MI), Ferdinando Ragazzon (Muggiò-MI), Giuseppe Ragnatela (Barletta-BA), Elisabetta Sala (Monza-MI), Antonella Santucci (Perugia), Luigi Satta (Selargius- CA), Nico Sciolla (Torino), Nicla Solfrini (Arzago D Adda-BG), Marina Torchiana (Milano), Leonello Venturelli (Bergamo), Bruno Vignati (Monza-MI), Giovanni Vitali Rosati (Firenze). Consulente: dott. Sergio Tonelli (Firenze) Ringraziamenti Un grazie vivo e sentito alla PLASMON per avere consentito l edizione e la diffusione capillare di questo volume e delle iniziative ad esso collegate. Grazie anche alla Gestifimp per il supporto logistico, per la realizzazione del software di autovalutazione e per l attività di marketing e promozione svolta. Un ultimo, ma non meno importante ringraziamento, va alle nostre famiglie, per non aver mai fatto mancare il loro affettuoso incoraggiamento nonostante siano state costrette a sacrificare, sull altare della Qualità, numerosi fine settimana e diverse giornate festive.

11 La Mission del Pediatra Il PdF, nell ambito delle conoscenze professionali, delle tecnologie disponibili e nei limiti delle risorse e del contesto in cui opera, attraverso il rapporto con i bambini, genitori e comunità: svolge attività medico specialistica di assistenza (diagnosi, terapia e riabilitazione) nei confronti di bambini e adolescenti con particolare attenzione all integrazione e coordinamento delle cure per patologie acute e croniche; garantisce attività di prevenzione, educazione sanitaria e di promozione della salute con attenzione allo sviluppo fisico, psichico, relazionale, cognitivo del bambino e adolescente nel contesto ambientale e sociale in cui è inserito; contribuisce ad attività di tutela del minore; progetta e partecipa ad attività di ricerca sul territorio; promuove e aderisce a programmi di formazione professionale; svolge attività didattica nei confronti di personale sanitario, di medici e specialisti in formazione; progetta ed attua programmi di miglioramento continuo della qualità. Nell esercizio dell attività professionale il PdF viene chiamato a risolvere o a prevenire dei problemi di salute erogando delle prestazioni. Nei capitoli che seguono sono elencati i problemi di salute e le prestazioni che maggiormente ricorrono nella pratica professionale.

12 12 MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA Problemi di salute Sono una modificazione acuta o cronica dell equilibrio psicofisico del bambino. Determinano spesso la richiesta di consulto o di visita medica ambulatoriale o domiciliare. Possono essere un sintomo o segno di presentazione di una malattia, una situazione-limite o un evento patologico. Febbre. Dolore. Tosse,dispnea e altri problemi respiratori. Vomito-diarrea. Stipsi. Astenia. Pallore. Pianto del lattante. Disturbi del sonno. Disturbi accrescimento. Disturbi del linguaggio. Manifestazioni cutanee. Disturbi urinari. Tumefazioni/tumori. Sintomi e segni oculari. Disturbi dell udito. Sintomi neurologici. Ferite, traumi. Intossicazioni. Sintomi correlati a patologie allergiche. Malformazioni/dismorfismi. Disagio familiare. Problemi scolastici. Problemi comportamentali. Problemi correlati alla gestione dell ansia familiare. Problemi dell alimentazione. Problemi correlati all attività sportiva. Handicap e disabilità. Patologie acute e croniche con diagnosi definita. Prestazioni Visita medica e azioni correlate. Bilanci di salute ed educazione sanitaria individuale. Educazione sanitaria a gruppi o collettività. Consulto telefonico-triage telefonico. Prestazioni di diagnostica strumentale. Esecuzione di test diagnostici o valutativi. Prestazioni terapeutiche urgenti. Corsi di formazione, tutoraggio, docenza. Formazione continua. Ricerca e verifiche. Ricette, certificati e referti. Consulti con altri specialisti. Partecipazione a progetti nazionali, regionali, aziendali. Rapporti con le istituzioni sanitarie. Rapporti con altre figure professionali. Coordinamento di altre figure professionali (di tipo medico, infermieristico, amministrativo).

13 Requisiti strutturali e tecnologici Lo studio del PdF è una struttura sanitaria a tutti gli effetti. Si tratta, nella quasi totalità dei casi, di una struttura privata che svolge una funzione di pubblica utilità. Solo considerandola sede di erogazione di prestazioni sanitarie è possibile impostare un percorso che la renda: accessibile a tutte le persone indipendentemente dalla loro autonomia; sicura per pazienti, parenti e professionisti che vi lavorano; confortevole per le persone che vi devono soggiornare nell attesa delle prestazioni di cui hanno bisogno. 1.1 Accessibilità (requisiti tecnici) Criterio: Lo studio del PdF è accessibile ai pazienti ed ai familiari (bambini, adulti, disabili, anziani) punteggio (p.) 3 Requisiti 1. Lo studio pediatrico è facilmente accessibile ai pazienti in età pediatrica e ai loro familiari (in particolare non vi sono ostacoli quali scale o porte strette che impediscano il passaggio con carrozzine e passeggini, gli ascensori risultano essere sufficientemente capienti). (RM) 2. Lo studio pediatrico è facilmente accessibile a pazienti o familiari disabili (non vi sono barriere architettoniche e i passaggi sono a norma). (RA) 3. Lo studio pediatrico è ubicato in una zona con parcheggio veicoli. (RA) 4. Lo studio pediatrico è ubicato nelle vicinanze di stazioni o fermate di mezzi di trasporto pubblico. (RA) 1.2 Comfort Criterio: Lo studio del PdF è organizzato e strutturato in modo da risultare confortevole per le persone che vi accedono p. 2 Requisiti 1. Lo studio pediatrico è dotato di idoneo spazio adibito a sala d attesa. (RM) 2. I posti a sedere in sala d attesa sono in numero adeguato. (RM)

14 14 MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA 3. La sala d attesa è dotata di giocattoli o altro materiale idoneo a rendere più gradevole l attesa dei pazienti. (RA) 4. La sala d attesa è dotata di riviste o altro materiale idoneo a rendere più gradevole l attesa dei familiari. (RA) 5. Lo studio pediatrico è dotato di servizi igienici per i pazienti. (RM) 6. Lo studio pediatrico è dotato di servizi igienici per i pazienti disabili. (RA) 7. Lo studio pediatrico è dotato di zona che può essere adibita all allattamento ed al cambio dei lattanti. (RA) 8. Lo studio pediatrico è dotato di zona riservata per pazienti potenzialmente infettivi. (RA) 9. Lo studio pediatrico è dotato di riscaldamento. (RM) 10. Lo studio pediatrico è dotato di condizionamento/climatizzazione. (RA) 11. Lo studio pediatrico è dotato di impianto di purificazione ambientale. (RE) 1.3 Sicurezza degli ambienti Criterio: Lo studio del PdF è sicuro p. 3 Requisiti 1. Lo studio pediatrico è strutturato in modo da risultare sicuro per pazienti, familiari e personale (impianto elettrico a norma, presenza di dispositivi antincendio e di piano d evacuazione). (RM) 2. Nello studio pediatrico è stato realizzato un piano dei rischi. (RA) 3. Il piano d evacuazione è affisso alle pareti dello studio ed è ben visibile. (RA)

15 Requisiti organizzativi e gestionali Lo scopo fondamentale di questo gruppo di Criteri e Requisiti è quello di garantire al paziente un organizzazione dell assistenza che sia rispondente a tutti i suoi bisogni sanitari, compatibilmente con il tipo di struttura rappresentata dallo studio del PdF e con la funzione che il Pediatra svolge all interno del sistema sanitario. 2.1 Accesso: prenotazioni delle visite Criterio: Esiste un sistema di prenotazione delle prestazioni, gestito attraverso il telefono, che viene attivato, con modalità e orari stabiliti e resi noti al paziente p. 3 Requisiti 1. Il Pediatra ha elaborato una procedura di prenotazione delle prestazioni che indica i criteri di priorità in relazione alle condizioni del paziente (Triage telefonico). (RA) 2. I pazienti sono informati sulle modalità e sugli orari dedicati all attività su prenotazione. (RM) 3. I pazienti possono prenotare le visite durante fasce orarie apposite per non disturbare le visite mediche in corso. (RM) 4. I pazienti possono prenotare le visite durante le ore di ambulatorio attraverso personale di segreteria dedicato. (RA) 5. È assicurata, negli orari non coperti dalla guardia medica, la possibilità di attivare un contatto con la struttura del Pediatra, preferibilmente mediante telefono. (RE) 2.2 Apertura studio Criterio: Esiste disponibilità oraria che favorisce l accesso dei pazienti e la possibilità di ricevere prestazioni in modo regolare e attento anche alle esigenze delle famiglie p. 3 Requisiti 1. Lo studio pediatrico, nei giorni lavorativi è aperto per un congruo numero di ore (più di 1 ora e mezzo per 100 assistiti a settimana), almeno per 2 pomeriggi la settimana. (RM) 2. Gli orari di apertura dello studio tengono conto delle esigenze familiari (scuola-orari di lavoro). (RA) 3. I pazienti sono informati degli orari di apertura dello studio tramite apposite schede o con notizie in sala d attesa o tramite risponditore telefonico. (RM)

16 16 MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA 4. L organizzazione dell attività è strutturata in modo da consentire non previsti accessi senza appuntamento. (RA) 5. Esiste disponibilità ad accesso differenziato per adolescenti, previo accordo con la famiglia. (RE) 6. È possibile ritirare le prescrizioni anche in orari nei quali il Pediatra non è presente in ambulatorio. (RA) 7. Viene garantita la presenza di personale di studio almeno per 20 ore settimanali. (RA) 8. Viene garantita una disponibilità di apertura dello studio sia al mattino che al pomeriggio per un minimo di 5 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. (RE) 9. Viene garantito l accesso presso un altro studio dei Pediatri in associazione, per problemi indifferibili. (RA) 10. Gli informatori farmaceutici accedono allo studio in tempi appositi e con modalità esplicitate, tali da non interferire con le normali attività di educazione alla salute, diagnosi e cura. (RE) 2.3 Consulto telefonico Criterio: Esiste un sistema di risposta telefonica che permette al paziente di avere in tempo rapido e senza dover accedere allo studio indicazioni per problemi su cui chiede un consiglio..... p. 3 Requisiti 1. I pazienti sono informati sulle modalità e sugli orari di accesso alle richieste telefoniche. (RM) 2. Esistono e vengono applicati protocolli sui consigli da dispensare al telefono. (RA) 3. Le telefonate significative vengono sistematicamente registrate in cartella. (RA) 4. Esiste un registro delle chiamate in arrivo, temporalmente sequenziale, in cui viene annotato il motivo principale della chiamata e l esito della risposta. (RE) 5. Il personale delegato dimostra di rispondere correttamente alle richieste dell utenza tramite telefono. (RM). 2.4 Visite per patologia e/o problemi Criterio: Le visite mediche vengono eseguite con tempi e situazioni dipendenti dall età, dal problema, dalle necessità presentate dal paziente p. 3 Requisiti 1. Le visite sono eseguite durante le ore di studio, opportunamente distanziate per non creare disagi ai pazienti, nel rispetto del rapporto Pediatra- famiglia-paziente. (RM) 2. La durata delle varie tipologie di visita è monitorata per individuare correttamente il tempo medio necessario per ciascuna di esse. (RA) 3. L adolescente può richiedere di essere visitato da solo, previo accordo con il genitore tutore. (RE)

17 REQUISITI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI Il Pediatra ricerca il diretto coinvolgimento del paziente durante le fasi della visita ricercandone l assenso, se di età adeguata ed in grado di capirlo (3 anni in su), durante la consultazione. (RA) 5. Viene concesso tempo adeguato alla visita, in particolare alla valutazione psicomotoria, delle capacità relazionali e dei primi segnali di disagio. (RM) 6. Esistono modalità che garantiscano dal propagarsi di una infezione nel caso di visite in studio di pazienti potenzialmente infettivi. Tali modalità sono conosciute dal personale operante in studio e, per quanto necessario, rese note ai pazienti. (RM) 7. Esiste la possibilità, per un determinato caso clinico, di un consulto in tempo reale con un Collega presente simultaneamente in studio. (RA) 2.5 Urgenze Criterio: Al paziente con problemi urgenti è data priorità, all interno degli orari d attività del Pediatra p. 3 Requisiti 1. Esiste una procedura che garantisce, all interno degli orari d attività, l assistenza prioritaria ai pazienti con problemi urgenti. (RM) 2. Il Pediatra è dotato di apparecchiature, strutture o sistemi che garantiscono al paziente di rintracciarlo, in caso di urgenza. (RA) 3. Il paziente conosce la procedura per richiedere prestazioni urgenti. (RM) 2.6 Visite a domicilio Criterio: Qualora il paziente, per motivi di intrasportabilità relativa al suo stato di salute, non possa recarsi personalmente allo studio pediatrico è visitato al proprio domicilio nelle modalità prestabilite e rese note al paziente. Le visite domiciliari, inoltre, possono far parte di una prestabilita procedura relativa al controllo della situazione familiare dell assistito p. 3 Requisiti 1. Il Pediatra garantisce assistenza ai pazienti impossibilitati a recarsi presso il suo studio attraverso un sistema di visite domiciliari. (RM) 2. I pazienti sono informati sugli orari e le modalità d attivazione delle visite a domicilio. (RM) 3. Esiste un protocollo che individua i casi in cui è utile la visita domiciliare. (RA) 4. Il Pediatra attiva, per i casi che lo richiedono, un sistema di controlli domiciliari, eventualmente integrati da altre figure professionali, coordinate a livello distrettuale. (RA) 5. Al momento della presa in carico del neonato viene programmata una visita domiciliare del Pediatra o suo delegato (per esempio, infermiera). (RE) 6. Il Pediatra, nei limiti delle proprie funzioni, programma degli accessi a domicilio nei casi di disagio familiare documentato. (RE)

18 18 MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA 2.7 Assistenza specialistica ambulatoriale Criterio: Al paziente è garantito il ricorso a prestazioni specialistiche non erogabili in studio. Il PdF informa i pazienti e li indirizza verso altri Specialisti p. 1 Requisiti 1. In caso di bisogno il Pediatra indirizza il paziente presso gli specialisti di settore. (RM) 2. L invio del paziente ad uno specialista di settore è corredato da un preciso quesito diagnostico e da eventuali informazioni sulle sue condizioni cliniche. (RM) 3. Il Pediatra mantiene i contatti con gli specialisti per garantire continuità di cura al paziente. (RA) 4. Esistono dei protocolli diagnostico-terapeutici, concordati localmente con le varie figure professionali, ai quali il PdF fa riferimento per l invio dei propri pazienti presso gli specialisti di settore. (RE) 2.8 Assistenza specialistica strutturale Criterio: Il paziente che ne abbia necessità viene indirizzato verso strutture di ricovero dal PdF che si incarica di stabilire e mantenere un contatto con le stesse p. 2 Requisiti 1. In caso di bisogno il Pediatra indirizza il paziente presso strutture di ricovero. (RM) 2. Il Pediatra attiva i contatti con gli specialisti operanti nelle strutture di ricovero mediante opportuna documentazione e/o comunicazione. (RM) 3. Il Pediatra mantiene i contatti con gli specialisti operanti nelle strutture di ricovero per garantire continuità di cura al paziente impegnativo. (RA) 4. Esistono dei protocolli diagnostico-terapeutici, concordati localmente con le strutture ospedaliere di riferimento, ai quali il PdF fa riferimento per l invio a ricovero dei propri pazienti. (RE) 2.9 Controlli periodici pazienti sani Criterio: Il controllo periodico e costante dei bambini in età evolutiva avviene per monitorare lo sviluppo, la crescita e per individuare eventuali segni premonitori di malattia. I controlli periodici sono eseguiti in conformità a programmi definiti p. 3 Requisiti 1. Il Pediatra provvede ai controlli periodici su bambini sani secondo un calendario prestabilito e reso noto agli assistiti, conforme a quanto previsto dagli accordi regionali (Bilanci di salute) o alle indicazioni delle Società Scientifiche. (RM) 2. I bilanci di salute prevedono un tempo sufficiente alla visita, al colloquio coi genitori,

19 REQUISITI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI 19 all educazione sanitaria, all esecuzione di test di diagnosi precoce; tali tempi sono dichiarati in protocolli interni, nelle prenotazioni, nella carta dei servizi e vengono rispettati. (RE) 3. Le visite filtro vengono eseguite di norma dal curante, salvo casi di assenza prolungata dello stesso. (RM) 4. La prima visita ad un neonato sano viene assicurata entro 8 giorni dalla richiesta. (RA) 5. Sono previsti interventi educazionali nei confronti dei genitori differenziati in base alle età del bambino (ai diversi BS). (RA) 2.10 Controlli periodici a Bambini portatori di patologie particolari o in condizioni di cronicità in conformità a programmi definiti (Bilanci di salute ai cronici) Criterio: Il controllo periodico dei bambini affetti da patologia cronica avviene per monitorare l andamento della patologia di base, il grado di controllo ottenuto dalla terapia, il grado di compliance del paziente e dei suoi familiari, l individuazione precoce dell insorgenza di eventuali complicanze, l individuazione, l eliminazione o il controllo degli eventuali fattori di rischio. I controlli periodici sono eseguiti in conformità a programmi definiti p. 3 Requisiti 1. Esiste un archivio, suddiviso per patologia, dei pazienti con patologia cronica gestiti dal Pediatra. (RM) 2. Il Pediatra provvede all esecuzione di controlli periodici sui pazienti portatori di patologie croniche. (RM) 3. I controlli sono realizzati sulla base di programmi definiti dal Pediatra nell applicazione di linee guida o protocolli approvati da associazioni di categoria o organizzazioni ed istituzioni sanitarie regionali, nazionali o internazionali. (RM) 4. Il Pediatra possiede un elenco di centri di riferimento per le principali patologie croniche. (RA) 5. Il Pediatra ha predisposto un elenco di associazioni di riferimento per pazienti portatori di patologie croniche e favorisce l aggregazione dei portatori della stessa patologia mediante la proposta di contattare le associazioni esistenti. (RE) 6. Sono stati predisposti incontri educativi per gruppi di pazienti con medesimi problemi negli ultimi 3 anni. (RE) 2.11 Vaccinazioni Criterio: Le vaccinazioni sono eseguite secondo programmi definiti da organismi sanitari istituzionali di riferimento o su richiesta individuale dei genitori p. 3

20 20 MANUALE DI QUALITÀ PER LA PEDIATRIA DI FAMIGLIA Requisiti 1. Le vaccinazioni proposte dagli organismi sanitari istituzionali di riferimento sono eseguite in accordo con tali programmi. (RM) 2. I pazienti sono informati in modo corretto e costante sull utilità delle vaccinazioni proposte dagli organismi sanitari istituzionali di riferimento, da organizzazioni sanitarie e società scientifiche. (RM) 3. Il Pediatra esegue vaccinazioni ai pazienti che l hanno esplicitamente richiesto. (RA) 4. Il Pediatra promuove attivamente ed esegue anche le vaccinazioni non previste dai Calendari Ministeriali, quando la loro utilità sia provata dalla letteratura disponibile e/ dalle Istituzioni Scientifiche di riferimento. (RA) 2.12 Manovre di diagnosi precoce individuale Criterio: Le campagne di screening o manovre per la diagnosi precoce sono seguite e sviluppate all interno dell attività dello studio sulla base di programmi definiti da organismi sanitari istituzionali di riferimento o da società scientifiche p. 2 Requisiti 1. Le campagne di screening o manovre per la diagnosi precoce sono proposte e sviluppate all interno delle visite filtro al bambino sano sulla base di programmi definiti da organismi sanitari istituzionali di riferimento, dalle organizzazioni sanitarie e dalle società scientifiche. (RM) 2. I pazienti sono informati in modo corretto e costante sull utilità delle campagne di screening e delle manovre per la diagnosi precoce proposte dagli organismi sanitari istituzionali di riferimento, dalle organizzazioni sanitarie e dalle società scientifiche.(ra) 2.13 Sostituzioni Criterio: Il paziente viene garantito nei suoi bisogni anche in caso di assenza del proprio Pediatra curante p. 3 Requisiti 1. Il Pediatra titolare dello studio provvede a individuare il proprio sostituto in caso di assenza, ad eccezione di eventuali comprovate urgenze. (RM) 2. Le sostituzioni in caso di assenza sono assicurate, prevalentemente, dai medesimi medici o pediatri. (RA) 3. Le sostituzioni in caso di assenza sono effettuate, prevalentemente, nei medesimi orari del medico titolare. (RA) 4. I pazienti sono informati anticipatamente delle assenze del Pediatra titolare e del nominativo del medico sostituto, ad eccezione d eventuali comprovate urgenze. (RA) 5. Il medico sostituto di norma non esegue visite filtro, salvo comprovata esperienza e so-

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