mwendo Caldo torrido, asfalto rovente, aria immobile. n 14 IL GIORNALE DI Cosa troverai in questo numero Editoriale Bilancio 2009

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1 mwendo IL GIORNALE DI Pubblicazione bimestrale di informazione dell associazione CAMMINO INSIEME - Luglio Sede di Milano: Stefano Francese progetti@mwendo.org www. mwendo.org - Progetto Grafico: Mario Celotti - Direttore Responsabile: Dario Dilucia La Perna - Redazione: Stefano Francese, Maria Donata Annovi, Francesca Tel, Francesca Biraghi, Dario Dilucia La Perna, Luca Turati associazione mwendo Luglio 2010 Numero 14 n 14 ORA RIFIATIAMO UN ATTIMO Caldo torrido, asfalto rovente, aria immobile. Fermiamo la macchina della nostra associazione aspettando climi più favorevoli. Motore in folle, sbuffa solo il condizionatore. Dall alto di quel colle giallo immerso nell afa riguardiamo i risultati raggiunti fino ad oggi e ci fermiamo a fare un po d ordine. Non si muove una foglia, questo pomeriggio. Il finanziamento delle case dei medici è terminato poco più di un mese fa. Il denaro è arrivato, sano e salvo. Abbiamo costruito la struttura sanitaria e dato un abitazione a chi vi lavorerà; aspettiamo la conclusione dei lavori per settembre. Aspettiamo che ci comunichino dell invio e dell arrivo dei medici a WASA. Fino ad allora, stop ai nuovi progetti entranti in ambito sanitario e fermi anche con il fund raising a Milano: ai nostri donors c è bisogno di raccontare come si evolve una storia. A settembre partiamo con SHIDEPHA (vedi lettera in originale nella rubrica Lavori in Corso). Persone che sanno bene quello che vogliono. Con un primo finanziamento di 500 euro accendiamo una cassa rurale, un fondo, una prima scintilla di un progetto di microcredito che ci auguriamo continuerà ad auto generarsi. I membri di SHI- Cosa troverai in questo numero Editoriale Bilancio 2009 Reportage dall Africa Lavori in corso Reportage da Milano Rassegna stampa In bacheca Come sostenerci PAG 1

2 EDITORIALE PAG 2 DEPHA attingeranno da quel fondo, investiranno, produrranno, restituiranno quota capitale e interesse. Roba nuova per. Allevamento, mercato e agricoltura a WASA di micro dimensioni, ma di peso sociale molto rilevante. Il bilancio ci parla della contrazione di entrate e di uscite, rispetto al L entità dei progetti a WASA si è ridotta. Il centro sanitario sta alla porta, ma bisogna pensarlo molto bene prima di andarlo a realizzare. Ora la palla passa al governo di là. A loro l occasione di lavorare bene per rendere operativo ed efficiente quanto costruito finora. Stefano Francese (frankilduca@hotmail.com) BILANCIO 2009 Lo scorso 4 luglio l assemblea annuale dei soci ha approvato il bilancio di per l anno Due le maggiori evidenze emerse in corso di discussione, rispetto al rendiconto dell anno precedente: 1 C è un contrazione del volume di progetti coincidente con la riduzione della quantità di denaro inviato in Africa: tale contrazione coincide con il completamento del finanziamento del dispensario (euro ), quasi interamente realizzato nel 2008; il progetto seguente della costruzione delle abitazioni dei medici è stato per la maggior parte finanziato nel L anno 2009 rimane pertanto un anno di rallentamento sotto questi aspetti; 2 Al traino della contrazione del fabbisogno di denaro sui progetti di WASA si è ridotta anche la raccolta fondi qui a Milano, ovvero le entrate dalle donazioni private e dagli eventi. In controtendenza le quote sociali di iscrizione, in crescita costante dalla nascita di ad oggi. Riteniamo che entrate e uscite ricominceranno a crescere di pari passo con l avvio di nuovi progetti a WASA, una volta che le strutture attualmente esistenti saranno pienamente operative con l arrivo dei medici nel villaggio. Ancora una volta si evidenziano le due seguenti necessità, sulle quali dobbiamo lavorare insieme: A Acquisire il titolo di ONLUS per offrire ai benefattori di WASA un vantaggio fiscale nel fare una donazione a ; B Incrementare le entrate di fondi da eventi benefici, ovvero aumentare la nostra capacità di organizzare serate, concerti, cene, eventi, banchetti; qui è richiesto aiuto e intraprendenza di tutti quanti voi. Stefano Francese (frankilduca@hotmail.com)

3 3 PAG BILANCIO 2009 DI SEGUITO PRESENTIAMO IL BILANCIO DELL ASSOCIAZIONE, APPROVATO IL 4 LUGLIO 2010 DALL ASSEMBLEA DEI SOCI DELTA ENTRATE 1A) Da quote sociali 995,00 835,00 160,00 1B) Da donazioni 4.071, , ,20 1C) Da eventi 1.357, , ,70 1D) Per adozioni a distanza 3.356, ,00-36,00 1E) Da giacenza di cassa al anno precedente 4.083, ,75 925,39 1F) Da donazioni o offerte su prodotti cartografici 855,00 570,88 284,12 1G) Altre entrate destinate a WASA da conoscenti Missione 460,36 523,32-62,96 TOTALE ENTRATE , , ,35 USCITE 2A) Per spese di copisterie e stampa materiali per eventi 305,90 316,80-10,90 2B) Per acquisto cibi, bevande ed altri beni di consumo per eventi - 265,34-265,34 2C) Per spese postali e di corrispondenza 28,70 25,35 3,35 2D) Per spese di telefonia 40,00 55,00-15,00 2E) Per spese su conto corrente 178,25 202,70-24,45 2E.1) Di cui costi fissi e spese gestione 83,65 86,00-2,35 2E.2) Di cui costi variabili e commissioni su invio bonifici 94,60 117,70-23,10 2F) Per invio fondi su adozioni a distanza 3.928, ,32 977,68 2G) Per invio fondi su progetti 4.154, , ,00 2G.1) Per scuola secondaria 1.154, , ,00 2G.2) Per dispensario 3.000, ,00 2H) Rimborso spese artisti per eventi o prestazioni opere - 400,00-400,00 2I) Per acquisto dominio Sito internet 129,00 28,00 101,00 2L) Marche da bollo e spese di registrazione/deposito atti M) Altre uscite 450,00 520,00-70,00 TOTALE USCITE 9.213, , ,66 Denaro in cassa al 31/ , , ,95

4 REPORTAGE DALL AFRICA PAG 4 L IMPORTANZA DI UN BUON LABORATORIO NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO E arrivato il momento di dedicarsi alla qualità e non solo alla quantità. Questa mia riflessione è nata da una chiacchierata con un mio collega che ha lavorato per tre anni come chirurgo in diversi ospedali africani, tra cui quello di Wamba in Kenya, struttura ben organizzata e supportata. Poche settimane fa, ho sottoposto ad un suo giudizio i nostri progetti in campo sanitario a Wasa. Gli spunti di discussione più interessanti sono stati due. Primo: in Africa, qualora si decida di realizzare una struttura che eroghi prestazioni nel campo della salute, è mandatario partire da un idea precisa e non cambiarla in corso d opera. Mi spiego. Se si parte con l idea di costruire un Centro Sanitario, non ha senso trasformare in itinere il progetto e riadattarlo al fine di realizzare un ospedale. Senza entrare nel dettaglio, basti sapere che questa operazione porterebbe a degli errori di tipo progettuale, logistici e strutturali, che si tradurrebbero in un dispendio di risorse non corrisposto da adeguate prestazioni. Un po come se al giorno d oggi si decidesse di costruire in una città come Milano un ospedale ex-novo: non avrebbe senso partire da una struttura poli-blocco come il Policlinico, ma sarebbe da preferire un grosso mono-blocco da subito, per motivi di ottimizzazione delle risorse, organizzazione del lavoro e costi di mantenimento della struttura. Secondo: in un Centro Sanitario, come quello che sta sorgendo a Wasa, fondamentale è il ruolo del laboratorio. Questo perché, in soldoni, una corretta diagnosi delle malattie, per la quale gli esami di laboratorio giocano un ruolo fondamentale, è essenziale per somministrare i farmaci in maniera molto più oculata. Ed una terapia mirata, oltre ad essere sicuramente efficace, salvaguarda dall instaurarsi delle cosiddette resistenze dei microbi ai farmaci e cioè quel meccanismo per il quale se un farmaco viene somministrato empiricamente (e cioè a caso e a tappeto su tutta la popolazione), dopo un po esso risulterà inefficace, perché i microbi diventeranno resistenti ad esso. Quindi per un dato germe va dato un determinato farmaco. E per capire di che germe si tratta è necessario un laboratorio che funzioni bene. Tutto questo purtroppo non è pratica comune a Wasa e se oggi, per esempio, esiste un antimalarico che funziona abbastanza bene, magari fra qualche anno questo diventerà praticamente inutile a causa dell uso scriteriato che se ne fa oggi. E questo porterebbe ad un sensibile aumento delle morti per malaria ed all esigenza di un farmaco ancora diverso, qualora qualcuno nel frattempo se lo fosse inventato. Ma cosa serve, e quanto costa, per rendere operativo un buon laboratorio? Stando alle parole del mio collega, la spesa maggiore non sarebbero i macchinari necessari (pochi e relativamente poco costosi), ma lo stipendio di un buon tecnico di laboratorio, che solo per un congruo mensile sarebbe disposto a lasciare la grande città e ad andare a vivere e lavorare in villaggio. Ma a volte le amministrazioni locali preferiscono risparmiare proprio su questo, sulla qualità. E una questione di mentalità. Una nota positiva: stando al pensiero del mio collega, ciò che è essenziale per un Centro Sanitario sono proprio le strutture che abbiamo intenzione di completare: il centro materno-infantile, il reparto di degenza e l ambulatorio + farmacia + laboratorio, che sono stati già stati costruiti, ed il centro per malati di HIV, nostro prossimo progetto. Stiamo lavorando nella giusta direzione ed i nostri passi futuri saranno: completare le case del medico/infermieri che lavoreranno nel Centro Sanitario, attendere e verificare che a quel punto le strutture prendano vita e diventino pienamente operative col personale fornito dal Governo, verificare che tipo di test medicobiologici, farmaci, ecc. faranno parte del pacchetto del Governo e da qui partire per integrare le mancanze, tenendo conto anche dell aspetto qualitativo e non solo quantitativo.

5 5 PAG REPORTAGE DALL AFRICA E vorremmo documentarci anche leggendo un libro che ci è stato consigliato: District laboratory practice in tropical countries di Monica Cheesbrough (Editore: Tropical health technology): se qualcuno lo ha o conosce chi lo ha e può prestarcelo, gliene saremmo grati. Luca Turati luca.turati81@libero.it

6 LAVORI IN CORSO PAG 6 La pagina dei lavori in corso al 26 luglio 2010 I progetti in corso ad oggi vedono come beneficiaria la comunità di WASA, nel distretto di IRINGA in Tanzania. Parliamo complessivamente di circa persone. Si tratta di progetti di sviluppo gestiti in un contesto sociale stabile. La controparte locale di è la Missione Cattolica di WASA, retta dalla Diocesi di IRINGA nella persona di Padre Francesco Msofu. Alla controparte è affidata la gestione dei fondi inviati da per il raggiungimento delle finalità di progetto. Si riporta nelle tabelle seguenti il dettaglio informativo sui progetti in corso. Tabella 1- Stato di avanzamento economico/quantitativo al 26 luglio 2010 dei progetti in corso a WASA PROGETTO OBIETTIVO PROGETTO STATO DI AVANZAMENTO Costruzione 5 nuove sale presso dispensario missione Finanziamento di euro ,00 Finanziamento e lavori conclusi Adozione a distanza Adozione di 45 bambini orfani di uno o entrambi i genitori 38 adozioni in corso per un sostegno totale pari ad euro ,00 Costruzione edifici per il personale medico Sostegno a SHIDEPHA per attività agricole e di allevamento Finanziamento di euro 6.271,00 Finanziamento di euro 1.500,00 Finanziamento completato Progetto non ancora partito Tabella 2- Stato di avanzamento descrittivo al 26 luglio 2010 dei progetti in corso a WASA PROGETTO STATO () ANNOTAZIONI Costruzione 5 nuove sale presso dispensario missione Lavori conclusi Progetto terminato Costruzione edifici per il personale medico Sviluppo Conclusione di tutti i lavori prevista per settembre Sostegno a SHIDEPHA per attività agricole e di allevamento Non iniziato In attesa del preventivo dei costi da sostenere per l avvio delle attività, da parte di SHIDEPHA () Su questo tipo di progetti di sviluppo nella regione di WASA distinguiamo i seguenti stati di avanzamento, sulla base della comunicazione periodica con la Missione locale: 1. Non iniziato: non è ancora partito il finanziamento del progetto 2. In fase di avvio: approvvigionamento materiali e impiego risorse umane 3. Sviluppo: lavori avviati e a pieno regime 4. In fase di conclusione: conclusione lavori e invio rendiconti a Per ogni ulteriore informazione su descrizione progetti, dettaglio spese e obiettivi degli stessi è possibile scaricare i documenti di progetto dal sito (pagina WASA) o richiedere informazioni scrivendo a progetti@mwendo.org

7 7 PAG LAVORI IN CORSO LA LETTERA IN ORIGINALE DEI NOSTRI AMICI DI SHIDEPHA

8 REPORTAGE DA MILANO PAG 8 QUATTRO CHIACCHERE E UNA MELA Nei tre mesi di intensa attività per il progetto emergenza freddo, abbiamo conosciuto molti ragazzi ed ascoltato molte storie. Così ci siamo chiesti se non fosse il caso di raccontarne alcune anche a voi. E così che mi accingo a raccontarvi la storia di un ragazzo afgano di cui non faccio il nome perché preferisce rimanere nell anonimato. Ascoltando le sue parole c è da comprenderlo. Di seguito sarà Abdul il protagonista della storia. Era una sera di fine marzo quando gli chiesi se avesse voluto raccontarmi la sua storia, insomma capire qualcosa di più di lui: da dove veniva, quando era arrivato in Italia, le sue difficoltà, la sua famiglia in Afghanistan. Abdul ha accettato con pacato entusiasmo è un ragazzo molto timido che non parla bene l italiano, però ci si capisce in qualche modo. Mi renderò conto solo alla fine che, probabilmente per un senso di rispetto nei miei confronti, teneva in mano una mela che ha iniziato a mangiare soltanto alla fine della lunga chiacchierata. La chiacchierata è molto informale, non c è nessuna scaletta e i racconti vengono fuori spontanei. A dire il vero, non sapendo bene parlare l italiano, spesso si ritornava su argomenti già introdotti per approfondire e capirsi meglio. Abdul è nato a Kabul, ha circa 30 anni. La sua famiglia è di origine Farsi, una delle tante etnie presenti in Afghanistan. La sua vita e quella della sua famiglia è radicalmente cambiata dopo l ottobre 2001 quando gli Stati Uniti hanno attaccato l Afghanistan. Da allora hanno vissuto lunghi anni in un villaggio nei pressi di Kabul senza potersi fidare di nessuno. Accenna a violenze e raid sia da parte dei talebani sia da parte delle truppe americane. La situazione è talmente precaria e pericolosa che Abdul un giorno decide di lasciare la sua terra e la sua famiglia in cerca di un posto migliore dove vivere. Inizia così il suo lungo viaggio. Abdul parte dall Afghanistan circa un anno e mezzo fa insieme ad un gruppo di ragazzi a cui è stato promesso di raggiungere in sicurezza l Europa. Ciascuno deve versare una ingente somma di denaro nelle tasche di un uomo che gli promette di avere agganci ad ogni valico di frontiera fino alla Grecia. Così è. Dopo l Afghanistan, entrano agevolmente in Iran, lo attraversano e giungono dopo 3 mesi in Turchia. Abdul sa parlare soltanto afgano, così negli spostamenti in Iran e Turchia deve assistere senza capire una parola a tutte le trattative di gente a lui sconosciuta per far passare lui e i suoi ormai amici da un paese all altro. Dopo aver attraversato la Turchia arrivano finalmente in Grecia. Qui Abdul viene trovato senza documenti dalla polizia e trasferito presso un centro di detenzione temporanea. Ci rimane 6 lunghissimi mesi. Tuttavia, non racconta molto di questa sua esperienza. Abdul viene rilasciato senza che gli venga riconosciuto lo stato di rifugiato politico che gli consentirebbe di rimanere in Grecia regolarmente ed iniziare a cercarsi una occupazione. Ora è in Grecia come clandestino. E curioso come delle volte risulti più importante la denominazione dello stato di una persona, rispetto alla persona stessa. Il termine clandestino viene assimilato dall opinione pubblica alla stregua di un criminale. Così Abdul, per l opinione pubblica, è un criminale, o quasi. A parlarci insieme e a vederlo seduto davanti a me, viene da sorridere alla sola idea che lo possa essere. Forse la parola clandestino andrebbe sostituita con il termine immigrato irregolare, preserverebbe quantomeno la dignità della persona. Abdul cerca quindi fortuna in Italia. Il racconto del suo viaggio è davvero scioccante. Tramite un uomo, sconosciuto anch egli, riesce ad unirsi ad un gruppo di 4 persone che vogliono raggiungere l Italia via nave dal porto di Patrasso. La sera della partenza Abdul e i suoi nuovi compagni di viaggio vengono fatti salire su un furgoncino che trasporta casse di frutta. Quando la macchina si avvicina al porto, si ferma e scende il guidatore intimando ai 5 ragazzi di nascondersi tra le casse di frutta perché ormai l accesso al porto è vicino. I controlli sono molto severi. Patrasso è il porto da cui partono irregolarmente verso l Italia centinaia di immigrati che provengono dall Afghanistan. La macchina passa i controlli senza difficoltà ed entra nella pancia della nave. Il guidatore esce dal furgoncino e lo chiude a chiave. Intorno a loro si sentono i rumori delle altre macchine che entrano nella nave fino all ultima dopo la quale cala il silenzio. Abdul e i suoi amici sanno bene però che devono stare ancora molto attenti. Sono infatti presenti sulla nave numerosi poliziotti con cani addestrati che circolano tra le macchine per scovare gli immigrati. Mi racconta dei momenti di paura quando uno di loro con il cane al seguito si è avvicinato al loro

9 9 PAG REPORTAGE DA MILANO furgoncino. La pila illumina a giorno l interno del furgone. Quello che si vede da fuori sono soltanto casse di frutta. Dentro ci sono invece 5 ragazzi disperati che cercano di stare immobili e trattenere il respiro più che possono. Improvvisamente la luce svanisce. Segno che non si sono accorti di nulla. Dopo il lunghissimo viaggio, arrivano a Brindisi la mattina dopo, e riescono a superare anche gli ultimi controlli. Scendono esausti dal furgoncino, ma felici di avercela fatta. Abdul è ora in Italia come clandestino si trova al porto di Brindisi senza soldi, senza conoscere l italiano e senza conoscere nessuno. In queste situazioni è fondamentale la solidarietà reciproca degli immigrati. Così un ragazzo afgano, lui in Italia da qualche anno, generosamente gli da un biglietto del treno per la Sicilia e gli da un contatto di un prete che accoglie ragazzi che hanno bisogno Ancora non ha trovato lavoro. Dopo il 31 marzo, Abdul ha dovuto lasciare la sede come tutti gli altri. Pensava di cercare lavoro ancora per un po a Milano, e se non lo trovava sarebbe tornato ancora in Sicilia nella speranza che ci fosse qualche opportunità in più. Se non altro, in Sicilia potrà dormire sotto un tetto tutte le notti ed avere qualche pasto caldo. Questa è una storia come se ne possono raccontare tante di ragazzi stranieri che, perdendo tutto nella loro patria (sicurezza, lavoro, famiglia) cercano coraggiosamente una vita migliore da qualsiasi altra parte. Intraprendono viaggi in cui non esistono certezze, passando dallo stato di clandestini a quelli di rifugiati politici come se si stesse parlando di persone diverse. L aspetto, a mio avviso, più grave è che nessuno racconta queste storie. Anzi, vengono raccontate soltanto di assistenza. Abdul non ci pensa due volte, sale sul treno e arriva in Sicilia. Qui riesce ad ottenere finalmente lo stato di rifugiato politico. Improvvisamente, Abdul non è più un clandestino pericoloso. La chiesa dove risiede il prete gli fornisce una stanza e dei pasti caldi. Abdul nel giro di poco inizia a lavorare raccoglie pomodori con uno stipendio da fame. A fine 2009 il lavoro inizia a scarseggiare, così decide di trasferirsi a Milano a febbraio Gli dicono, infatti, che a Milano c è molto più lavoro. Così arriva alla stazione centrale, si reca al centro di ascolto il quale gli assegna la sistemazione della sede di Centesimus Annus. E passato poco più di un mese da quando è arrivato a Milano. le storie negative in cui sono implicati immigrati clandestini alimentando l intolleranza e l indifferenza. Forse se ci fosse più qualità nella comunicazione mediatica, se ci fosse meno demagogia e retorica da bar nei talk show televisivi, le persone che vivono tutti giorni con molte più certezze di quante ne ha Abdul, ascoltando storie come questa, inizierebbero ad apprezzarne il coraggio e il forte spirito di rivalsa che anima molti di loro. E forse inizierebbero anche ad accettarli, approdo fondamentale per qualsiasi tipo di integrazione. Dario Dilucia La Perna (dilulape@gmail.com)

10 RASSEGNA STAMPA PAG 10 A cura di Dario Dilucia La Perna - giornalino@mwendo.org Tutti gli estratti degli articoli di questa pagina sono consultabili sul sito di, pagina Cronaca, nella loro versione integrale ( RAPPORTO SULLA SITUAZIONE DEI MIGRANTI PRESENTI NELLA PROVINCIA DI CASERTA E NELL AREA DI CASTEL- VOLTURNO Da una prima analisi del territorio e della situazione legale dei migranti presenti nella provincia di Caserta, l OIM ritiene che lo sfruttamento lavorativo riguardi indistintamente migranti in posizione regolare e irregolare. Gli abusi che più comunemente vengono perpetrati a danno degli stranieri sono: violenza fisica e psicologica, orari di lavoro eccessivamente lunghi, salari di gran lunga al di sotto della media o addirittura inesistenti, condizioni di vita insalubri ed insicure. Fonte: LIBIA - LIBERI DI ESSERE VEN- DUTI, SFRUTTATI, DETENUTI, UCCISI Dopo 16 giorni nel carcere di Braq, le autorità libiche rilasciano i 205 profughi eritrei. «Potete andare dove volete», assicurano da Tripoli. Ma i ragazzi sognano l Europa e la protezione internazionale. Fonte: LE DIECI CONSEGUENZE DEI TRATTAMENTI CONTRO L AIDS RITARDATI, RINVIATI E NEGATI Nonostante sia comprovato che l aumento dei trattamenti per l HIV/ AIDS riduca il numero di decessi e la trasmissione del virus e prevenga il contagio, i donatori internazionali sembrano volersi tirare indietro rispetto agli impegni presi e ridurre i fondi per finanziare la lotta all HIV/AIDS. MSF denuncia nel nuovo rapporto - dal titolo The Ten Consequences of AIDS Treatment Delayed, Deferred or Denied (Le dieci conseguenze dei trattamenti contro l AIDS ritardati, rinviati e negati) - le conseguenze nefaste di questa condotta assunta dai donatori. Fonte: GRECIA, NUOVO RAPPORTO DI MSF MI- GRANTI NEI CENTRI DI DETENZIONE: VITE IN SOSPESO Il rapporto di MSF dal titolo Migranti nei centri di detenzione: vite in sospeso, documenta le condizioni di vita inaccettabili nei tre centri di detenzione (Pagani nell isola di Lesbo, Filakio a Evros e Venna a Rodopi) dove dall agosto del 2009, MSF fornisce supporto psicologico ai migranti detenuti. Il rapporto mostra che la detenzione può esacerbare i sintomi esistenti e può causare nuovi traumi e sofferenza psicologica, spiega Ioanna Kotsioni Vice-Capo Missione di MSF nei progetti per migranti in Grecia. La maggior parte dei migranti assistiti da MSF in Grecia descrive la detenzione come un esperienza disumana e dolorosa. La detenzione è la maggior causa di ansia e sofferenza. Fonte: DIVERSAMENTE VISIBILE Il 19 giugno la Redani, la rete della diaspora africana nera in Italia, insieme alla provincia di Pesaro e alle associazioni locali di immigrati africani, ha organizzato un incontro dedicato ai cinquant anni d indipendenza dei paesi africani. La Redani è nata circa un anno fa da un idea del medico scrittore d origine togolese Kossi Komla-Ebri, che vive in Italia da più di trent anni. Fonte:

11 11 PAG CAMPI DI VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER BACHECA Carissimi lettori, è costituita e operativa dalla notte d inverno del 23 dicembre Brindammo allora all idea delle cose da fare e brindiamo oggi alla luce dei risultati concreti raggiunti in questi anni. Siamo nati da un sogno condiviso con padre Francesco Msofu, nell agosto del Eravamo seduti su un muretto che dava sull Oceano Indiano - di ritorno da tre settimane che non ti scordi: alcuni di noi ebbero occasione di fare un campo di volontariato estivo a WASA con l associazione Africa Oggi. Andammo a costruire una chiesa in mezzo alla savana, ma andammo soprattutto a creare quel legame che pose le fondamenta, poco di più di due anni dopo, per la costituzione della nostra associazione. Dobbiamo molto a quel campo di volontariato. Aiutiamo gente conosciuta di persona. Vorremmo che promuovesse campi di volontariato estivi a WASA e introducesse nel suo Statuto la possibilità di svolgere quest attività nell ambito dei suoi stessi progetti. Un gruppetto di persone parte e va a condividere la quotidianità con la gente locale per 3-4 settimane del mese di agosto; aiuta a realizzare i progetti di mettendo le mani tra mattoni e cemento e dialogando in un misto italiano/inglese/swahili con Patrick ed i magutt del villaggio; raccoglie informazioni su progetti e contesto e le riporta a Milano; viene ospitata nelle case della gente, accolta da signore in abiti sgargianti o da vecchietti che non smettono di ringraziarti, mangia del riso o del chapati, beve coca cola e può anche assaggiare del pombe; gioca coi bambini sul palcoscenico di pace di un tramonto africano, aspettando una cena raccolta e una partita a carte nel silenzio della notte della savana. Vorremo un vostro parere sulla promozione di questa nuova attività. Quando raccontiamo di molta gente s illumina all idea di poter passare un periodo nel cuore dell Africa. L esperienza è grande, formativa e può cambiare molte prospettive. Arricchisce la nostra associazione di informazioni. E vista di buon occhio da padre Francesco, già entusiasta all idea di ospitare i nostri campisti nel Fateci sapere cosa ne pensate. Diteci di opportunità e anche di dubbi, se ve ne vengono in testa. Partiamo con questo nuovo progetto? Stefano (frankilduca@hotmail.com) RINGRAZIA BARBARA GRASSO per la generosa donazione IL CONSIGLIO DIRETTIVO DI AUGURA A TUTTI BUONE VACANZE! CI RIVEDIAMO A SETTEMBRE!

12 COME SOSTENERCI PAG 12 RICORDA DI SOSTENERCI ISCRIVITI SUBITO PER L ANNO 2010! Quota minima di adesione = Euro 10,00. Puoi semplicemente sostenere, o diventarne volontario attivo. Entra a far parte di un gruppo di amici sempre più numeroso e in movimento! Scarica la Domanda di adesione (pagina Chi Siamo ) ed esegui il bonifico on line. SE VUOI SOSTENERE DIRETTAMENTE I PROGETTI O FARE UN ADOZIONE A DISTANZA PUOI EFFETTUARE UN BONIFICO PRESSO: Associazione CAMMINO INSIEME Banca popolare di Milano Agenzia 389 N Conto 808 CIN:J ABI:05584 CAB: IBAN IT 77 J PER INFORMAZIONI, SUGGERIMENTI E CURIOSITÀ: Amministrazione e gestione Associazione - gestione@mwedo.org Area Progetti - progetti@mwendo.org Adozioni a distanza - adozioni@mwendo.org Giornalino e Informazione - giornalino@mwendo.org Eventi e Fund Raising - eventi@mwendo.org