ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, RICERCA E INNOVAZIONE DIREZIONE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

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1 ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, RICERCA E INNOVAZIONE DIREZIONE ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGGIORNAMENTO BANCA DATI SULL ARTIGIANATO ANNO 2013 Luglio 2014

2 ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE (INDUSTRIA, COMMERCIO, ARTIGIANATO, IMPRESE COOPERATIVE, ATTIVITÀ ESTRATTIVE), ENERGIA, INNOVAZIONE, RICERCA E CONNESSI RAPPORTI CON ATENEI E CENTRI DI RICERCA PUBBLICI E PRIVATI, RAPPORTI CON SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE REGIONALE. Assessore: Giuseppina De Santis Via Meucci, Torino - tel fax assessore.economia@regione.piemonte.it DIREZIONE 16 ATTIVITA' PRODUTTIVE Direttore: Giuseppe Benedetto Via Pisano, Torino Tel: Fax: direzioneb16@regione.piemonte.it SETTORE SISTEMA INFORMATIVO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE Via Pisano, Torino Responsabile: Giuseppe Fiorenza tel fax sistemainformativo.attproduttive@regione.piemonte.it Il lavoro di analisi dei dati e l incrocio degli archivi di fonte Infocamere con gli archivi di fonte INPS è stato effettuato da: V.Ferrero, L. Scalzotto (Ires Piemonte) e M.Filippi (R&P s.c.) Si ringrazia la d.ssa Angela Regini Dirigente Vicario del Coordinamento Generale Statistico Attuariale INPS per la preziosa collaborazione nella fornitura dei dati Editing e stampa Centro Stampa Regione Piemonte Torino Luglio

3 LE BASI DATI SULLE IMPRESE ARTIGIANE (ricostruzione di imprese, lavoratori autonomi e dipendenti, sulla base delle banche dati Infocamere-Albo artigiani e Inps, lavoratori autonomi e dipendenti) Secondo le stime basate sui dati dell Albo Artigiani e dell Inps, le imprese artigiane attive a fine 2013 sono quasi 130 mila. Il dato è sensibilmente inferiore (circa 7 mila in meno) rispetto al 2011 (-4,8%). Anche il numero di lavoratori autonomi è diminuito notevolmente rispetto al numero di imprese: nel 2013 si contano poco meno di 170 mila autonomi, anche in questo caso 7 mila in meno rispetto al 2011, pari al -4%. Una contrazione più forte ha contraddistinto il lavoro dipendente nelle imprese artigiane, che collocandosi attorno alle 110 mila unità risulta in diminuzione del 7,9% rispetto a due anni prima (oltre 9 mila occupati in meno). Il totale dell occupazione nel settore è di occupati, con una perdita del 3,2 % sul 2012 e una perdita del 5,6 % sul Nel complesso si assiste nel biennio ad una contrazione dei numeri dell artigianato ben superiore a quanto rilevato nella precedente fase di crisi, denotando un accentuazione delle tendenze in atto. Se nella precedente relazione, riferita al 2011, non si osservava un tracollo, pur nella fortissima recessione in cui la regione era caduta, occorre rilevare che la seconda recessione, quella appunto del per la quale presentiamo le nuove stime- dalla quale l economia regionale sta, a fatica, uscendo, ha lasciato segni più profondi sul tessuto imprenditoriale dell artigianato, in linea con le tendenze sfavorevoli osservate per il resto dell economia. Tab. 1 - Artigianato in Piemonte: imprese e addetti Anno Imprese Autonomi Dipendenti Occupati Non tutti i settori subiscono gli stessi effetti. Cala il numero di imprese nell'industri e nell'edilizia, aumenta nei servizi alle imprese. Il numero di dipendenti diminuisce drasticamente nell'edilizia, aumenta (o rimane quasi invariato) nei servizi a persona e imprese. 3

4 Tab. 2 - Artigianato in Piemonte: imprese e addetti nel 2013 e variazioni percentuali rispetto al 2011 Settore Imprese Autonomi Dipendenti Occupati Imprese Autonomi Dipendenti Occupati Industria metalmeccanica ,2-7,7-5,4-6,4 Manifatture leggere ,0-2,0-4,1-3,0 Altre industrie Man ,4-6,5-7,6-7,1 Costruzioni ,3-5,2-17,5-9,2 Riparazioni ,2-0,5-3,8-1,8 Trasporti ,3-5,4-5,8-5,5 Servizi alla persona ,9-0,9-0,3-0,8 Servizi alle imprese ,8 3,5 6,3 4,5 Totale ,8-4,0-7,9-5,6 Uno sguardo all ultimo quindicennio La drammatica e prolungata crisi in atto può essere parte in causa nella contrazione osservata, ma non si perda una visione di più lungo periodo. Già prima dell'inizio della crisi l'attuale dinamica era non solo, almeno in parte, prevedibile ma già in atto 1. E' ormai dal picco del 2008 che si osserva una costante riduzione sia del numero delle imprese che degli occupati. Negli anni centrali del primo decennio del secolo sono intervenuti eventi straordinari, legati ai fenomeni migratori e all'allargamento dell'unione Europea, che hanno significativamente alterato l'evoluzione del comparto (vedi figura), nascondendo o confondendo il trend di lungo periodo. Figura 1 - Evoluzione del numero di imprese e occupati Imprese Occupati Imprese Occupati A fine 2002 gli stranieri regolarizzati come dipendenti delle imprese artigiane furono probabilmente più di , circa il 10% di dipendenti totali. L'allargamento della Comunità 1 Una delle cause principali risiede nella dinamica demografica e nelle caratteristiche della popolazione che rendono non ipotizzabile, né auspicabile, un aumento del numero di artigiani. 4

5 Europea del 2007 determinò un ulteriore ingresso di lavoratori, sia dipendenti che autonomi. Ma in molti casi non si trattò di "vere" assunzioni a tempo indeterminato (anche se formalmente lo erano) e anche la stabilità e l'esistenza in vita delle "nuove" imprese si rivelò più problematica e incerta. Quindi l'aumento, un parte fittizio, fu riassorbito in modo piuttosto veloce e casualmente vicino all'avvio della crisi. Le variazioni settoriali ripercorrono una tendenza di lungo periodo. Calano i settori industriali, le riparazioni e i trasporti, crescono l'edilizia (fondamentale il suo apposto in termini assoluti) e i servizi (si noti l'aumento del numero di dipendenti nei servizi alla persona). Tab. 3 - Artigianato in Piemonte: imprese e addetti nel 2013 e variazioni percentuali rispetto al 1999 Settore Imprese Autonomi Dipend. Occupati Imprese Autonomi Dipend. Occupati Industria metalmeccanica % -23.4% -25.5% -24.6% Manifatture leggere % -8.9% -7.5% -8.2% Altre industrie Man % -21.6% -25.0% -23.4% Costruzioni % 27.2% 3.6% 19.2% Riparazioni % -21.3% -1.1% -14.6% Trasporti % -30.0% 18.1% -18.6% Servizi alla persona % 2.2% 34.9% 10.9% Servizi alle imprese % 26.2% 28.0% 26.9% Totale % -0.7% -7.1% -3.3% I dati complessivi dell'artigianato sono aumentati per la forte pressione degli imprenditori e lavoratori stranieri, in particolare nell'edilizia. Alla fine del secolo scorso (1999) le imprese artigiane con titolari extra-comunitari erano circa 2200, di cui quasi metà attive ne settore delle costruzioni. Oggi (fine 2013) sono più di e la quota dell'edilizia è salita ad oltre il 70%. La massima espansione del numero di imprese italiane si raggiunge invece nel 2003 e dal 2005 è inevitabilmente in calo: da a imprese (-10% in termini relativi). A) Industria Fig. 2 - Imprese artigiane Italiane Industria metalmeccanica Manifatture leggere Altre industrie Man. 5

6 B) Edilizia Edilizia C) Servizi Riparazioni Trasporti Servizi alla persona Servizi alle imprese Fig. 3 - Imprese artigiane straniere Stranieri 6

7 Osservando l'andamento del numero di imprese nell'arco di orami quasi 15 anni la dinamica attesa appare piuttosto chiara. Non si osserva nessuna brusca variazione; le variazioni anno dopo anno sembrano facilmente prevedibili con semplici funzioni matematiche, sovente una retta. Anche l'impulso degli stranieri sembra arrestarsi. L ultimo biennio, come si è detto, accentua tuttavia alcune tendenze, sotto la spinta del prolungarsi della recessione, che vengono sinteticamente descritte nel seguito. La crisi e l artigianato L effetto della crisi sul numero di micro imprese iscritte non è affatto certo. Le difficoltà possono indubbiamente aumentare il numero di cessazioni, ma possono anche aumentare il numero di iscrizioni (nuove imprese): i lavoratori licenziati o rimasti senza lavoro per la chiusura delle imprese possono provare una via di uscita nel lavoro autonomo. In generale, infatti, si può osservare che tanto maggiori sono i tassi di disoccupazione o di tassi di distruzione di posti di lavoro, tanto maggiori sono i tassi di natalità delle imprese. Tuttavia le nuove imprese nate in queste condizioni denotano livelli di precarietà che si traducono in bassi tassi di sopravvivenza, tali da non rappresentare un indicazione di salute per il sistema produttivo. Queste considerazioni fanno da sfondo alle dinamiche che i dati tracciano circa l andamento di imprese, artigiani e dipendenti delle imprese artigiane stesse negli anni di crisi: quest ultima sembra, infatti, aver avuto contraccolpi consistenti sul comparto artigiano, che incidono in modo evidente in aggiunta alle tendenze di lungo periodo sopra delineate. E a partire dal 2011 che si avverte un peggioramento degli indicatori del settore, che diviene evidente, e particolarmente accentuato, nel biennio , caratterizzato da una seconda fase recessiva, dalla quale l economia regionale sta lentamente uscendo, che ha aggravato una situazione che tutto sommato aveva retto al primo urto della crisi, nel biennio , forse anche alla luce delle considerazioni sopra avanzate sui possibili effetti della crisi sulle statistiche che stiamo esaminando. Analizziamo, dunque, i dati riferiti a due periodi: un primo triennio, con le variazioni intercorse fra il 2007 ed il 2010, e un secondo analogo periodo, osservando le variazioni fra il 2010 e il 2013, coprendo l intero arco temporale contrassegnato dalla crisi. In questo lasso temporale la gran parte degli effetti negativi si collocano nel periodo più recente, ad indicare un erosione della capacità di resistenza del settore ad una fase di prolungata contrazione della domanda. Il calo delle imprese del 4,5% è pressoché totalmente attribuibile a quest ultima fase, così come la contrazione dei lavoratori artigiani: diverso il caso dell occupazione totale, che presenta una rilevante diminuzione già nel primo periodo, guidata dalla accentuata flessione dei lavoratori dipendenti, che crollano del 10, 8% nel primo triennio e di meno (-8,7%) nel secondo. Una caduta di quasi il 20% nel corso dell intero periodo. Il profilo settoriale riflette l andamento della crisi nei diversi ambiti del sistema produttivo regionale: contraccolpi più rilevanti sono avvenuti nei comparti manifatturieri e nei trasporti, i primi ad essere colpiti, mentre una rilevante contrazione, sia di imprese che di occupati, è rilevabile nel settore delle costruzioni, dove, tuttavia, gli effetti si manifestano prevalentemente nel periodo più recente. In questo caso sembrerebbe che, inizialmente, la forma artigianale abbia consentito di resistere all impatto negativo della domanda nel settore delle costruzioni attraverso una polverizzazione dell offerta che consentiva la tenuta 7

8 dell attività per le piccolissimi imprese artigiane 2, mentre i lavoratori dipendenti denunciano una forte emorragia che denota una difficoltà per le imprese un po più strutturate. Le riparazioni hanno denotato una contrazione nel complesso contenuta, che tende a smorzarsi nel corso della crisi, ad indicare una fisiologica tenuta anche con l aggravarsi della recessione. I servizi alla persona e, soprattutto i servizi alle imprese, hanno fatto rilevare una dinamica espansiva sia in termini di imprese che di occupati: nel primo caso sembra di poter intravedere la tenuta di un comparto basato sui consumi delle famiglie, in alcuni casi poco comprimibili e collocati in segmenti della domanda in strutturale espansione per ragioni socio-demografiche. Nel secondo caso potrebbe essere una buona notizia l espansione di comparti legati alla domanda del mondo produttivo, soprattutto se questa ripresa dell attività in forma artigiana, in un periodo di crisi, fosse foriera di strutture e servizi innovativi, aspetto che un analisi più approfondita potrà illuminare. Tab. 4 - Dinamica di imprese, autonomi e dipendenti per settore di attività Settori Imprese Industria metalmeccanica -5,6-7,6-12,8 Manifatture leggere -0,1-1,6-1,7 Altre industrie Man. -7,2-7,5-14,2 Costruzioni 2,5-5,9-3,6 Riparazioni -2,6-0,7-3,3 Trasporti -13,5-7,7-20,1 Servizi alla persona 2,7-1,3 1,3 Servizi alle imprese 12,2 6,4 19,4 TOTALE -0,2-4,3-4,5 Autonomi Industria metalmeccanica -7,0-8,3-14,7 Manifatture leggere -3,5 0,4-3,1 Altre industrie Man. -8,5-7,5-15,3 Costruzioni 1,9-6,5-4,8 Riparazioni -3,5 0,1-3,4 Trasporti -12,2-8,5-19,6 Servizi alla persona 2,8-1,4 1,4 Servizi alle imprese 9,9 5,1 15,5 TOTALE -1,4-4,5-5,9 Dipendenti Industria metalmeccanica -17,3-3,2-20,0 Manifatture leggere -3,2-2,5-5,6 Altre industrie Man. -17,0-7,7-23,4 Costruzioni -13,8-22,0-32,7 Riparazioni 2,3-1,8 0,5 Trasporti -10,2-7,2-16,6 Servizi alla persona 0,1 0,8 1,0 Servizi alle imprese 4,1 5,7 10,1 TOTALE -10,8-8,7-18,5 Occupati Industria metalmeccanica -12,8-5,6-17,7 Manifatture leggere -3,3-1,0-4,3 Altre industrie Man. -13,1-7,6-19,7 Costruzioni -3,9-11,7-15,1 Riparazioni -1,3-0,6-1,9 Trasporti -11,5-8,1-18,6 Servizi alla persona 1,9-0,7 1,2 Servizi alle imprese 7,6 5,3 13,4 TOTALE -5,4-6,2-11,3 2 Ha influito su tale andamento anche il probabile rigonfiamento di iscrizioni all Albo artigiani a seguito dell ingresso della Romania nell Unione Europea. 8

9 La dinamica alquanto divergente fra l evoluzione delle imprese e dei relativi occupati, con titolare straniero o italiano, con un espansione nel caso degli stranieri, è probabilmente da ricondurre alle considerazioni svolte in premessa, che vedono nella condizione artigiana un opportunità di risposta alle difficoltà occupazionali indotte dalla crisi. Non a caso l incidenza delle imprese con un solo addetto (il titolare) rappresentano l 80% del totale delle imprese con titolare straniero. Fig. 4 - Imprese con titolare italiano e straniero e relativi occupati Imprese (italiani) Occupati (italiani) Imprese (stranieri) Occupati (stranieri) italiani scala sx stranieri scala dx Tab. 5 - La dimensione delle imprese nel 2011 e nel 2013: italiani e stranieri classe di addetti imprese % imprese % di cui: italiani % di cui: stranieri % , , , , , , , , , , , , , , ,1 84 0,5 > , , ,2 8 0,0 Totale , , , ,0 Le dinamiche nelle diverse realtà provinciali assumono nel passato biennio un andamento alquanto allineato, con una contrazione sensibile degli addetti in tutte le province per le imprese con titolare italiano e andamenti moderatamente positivi o moderatamente negativi nel caso degli stranieri. 9

10 Tab. 6 - Imprese artigiane per provincia Italiani Stranieri % stranieri provincia var% var% AL , ,1 16,3 17,4 AT , ,8 14,8 16,4 BI , ,2 7,2 7,7 CN , ,3 10,5 11,0 NO , ,9 13,2 14,4 TO , ,4 16,8 17,9 VB , ,1 5,1 5,6 VC , ,6 10,6 11,4 Totale , ,0 14,2 15,2 Il lavoro autonomo Come si è visto, nel corso della crisi il lavoro autonomo è diminuito del 5,9% (fra il 2007 ed il 2013) ma la quasi totalità della contrazione si avverte nell ultimo biennio. Dal punto di vista settoriale si conferma un accentuata contrazione nell industria, in particolare nel comparto metalmeccanico, nei trasporti e nelle costruzioni, mentre va valutata positivamente l espansione del comparto dei servizi alle imprese. E da rilevare, invece, la caduta nell ultimo triennio anche dei servizi alla persona, che avevano retto nella prima fase della crisi. Tab. 7 - Addetti autonomi per settore di attività economica var 2013/2007 var 2013/2011 settore Industria metalmeccanica ,7-7,7 Manifatture leggere ,1-2,0 Altre industrie Man ,3-6,5 Costruzioni ,8-5,2 Riparazioni ,4-0,5 Trasporti ,6-5,4 Servizi alla persona ,4-0,9 Servizi alle imprese ,5 3,5 Totale ,9-4,0 Appaiono inoltre inversamente correlati gli andamenti settoriali fra lavoratori autonomi italiani (in calo) e stranieri (in crescita). Tab. 8 - Lavoratori autonomi per settore e nazionalità del titolare Italiani Stranieri var 2013/2011 peso nel var 2013/2011 peso nel var 2013 /2007 settore Industria metalmeccanica ,8 13, ,5 4,2 13,32 Manifatture leggere ,7 11, ,6 8,2 57,60 Altre industrie Man ,9 6, ,4 1,6 24,14 Costruzioni ,4 37, ,4 64,2 36,67 Riparazioni ,0 8, ,6 1,8 71,46 Trasporti ,1 6, ,8 2,8-0,58 Servizi alla persona ,5 10, ,0 2,4 80,33 Servizi alle imprese ,5 6, ,2 5,3 140,51 Totale ,9 100, ,8 100,0 35,10

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