RELAZIONE VISITA AL MUSEO DELLA MEMORIA DI ASSISI

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Giuliana Deluca
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1 RELAZIONE VISITA AL MUSEO DELLA MEMORIA DI ASSISI Il giorno 01/02/13 noi alunni della classe 3 A della scuola sec. di 1 grado Frate Francesco, siamo andati a visitare il Museo della Memoria di Assisi, museo voluto dalla Casa Papa Giovanni Paolo II, fondazione della Curia di Assisi, per commemorare le vittime, raccontare gli eventi della Shoah e le storie delle persone che hanno cercato di salvare gli ebrei. La data dell uscita didattica è stata scelta a ridosso di un anniversario molto importante: Il giorno della Memoria, cioè, da 14 anni, il 27 gennaio, si celebra La Shoah, in ricordo dello sterminio degli ebrei. Arrivati a Palazzo Vallemani, in Via San Francesco, dove è allestito 1

commemorare le vittime, raccontare gli eventi della Shoah e le storie delle persone che hanno cercato di salvare gli ebrei.

2 appunto il museo, siamo stati accolti da una guida che ci ha presentato l edificio che accoglie anche la Pinacoteca comunale. All ingresso si trova la macchina tipografica usata da due cittadini per stampare i documenti falsi per gli ebrei nascosti ad Assisi. La signora ci ha spiegato che è stata posta al piano terra in quanto il suo peso è così considerevole che il pavimento del primo piano non l avrebbe sopportato. Saliti nelle stanze superiori, la guida ha attirato la nostra attenzione mostrandoci dei cartellini con su scritti dei numeri: sono stati gli ebrei uccisi in ITALIA 1 MILIONE - quelli morti ad AUSCHWITZ 6 MILIONI - gli ebrei morti in seguito alle leggi razziali gli ebrei salvati in Assisi. 2

La signora ci ha spiegato che è stata posta al piano terra in quanto il suo peso è così considerevole che il pavimento del primo piano non l avrebbe sopportato.

3 Le tematiche sapientemente illustrateci dalla guida sono qui sotto sintetizzate Pochi anni prima della guerra, Hitler iniziò a creare il cosiddetto spazio vitale, nel quale si sarebbe potuta sviluppare la razza pura tedesca. Ciò implicava un'operazione di ingegneria razziale da effettuarsi con il genocidio. Le sue idee ebbero purtroppo un gran seguito in Italia, dove nel 1938 vennero promulgate le leggi razziali, con una conseguente emigrazione di massa degli ebrei, che intanto erano stati sospesi da tutte le cariche che occupavano ed erano stati confinati in appositi quartieri detti ghetti. Per risolvere il problema del sovraffollamento, venne ideato addirittura il Piano Madagascar, che consisteva nel trasferire le comunità semite nell'omonima isola. Il piano si rivelò però impossibile da realizzare e, da quel momento, iniziò in Germania, l applicazione della Soluzione Finale, consistente nello sterminio degli ebrei. A questa politica non mancarono gli oppositori che in segreto e con i loro mezzi riuscirono a salvarne molti. In particolar modo la nostra città, Assisi, ebbe un ruolo cruciale in questo periodo, in quanto ospitò i profughi in fuga. Tutto ciò grazie all'intervento del vescovo di allora, Monsignor Giuseppe Placido Nicolini, che coinvolse i conventi nell ospitare i profughi e successivamente contribuì a salvare 300 ebrei nascondendoli in quelli di clausura. Monsignor Giuseppe Placido Nicolini Intanto si procedeva alla creazione dei documenti falsi da parte del collaboratore del vescovo, Aldo Brunacci, e di Luigi e Trento Brizi, tipografi della città serafica. Quelli veri vennero nascosti momentaneamente nei muri del convento. Il coraggio di questi uomini non venne dimenticato dopo la guerra, e infatti furono premiati dal presidente della Repubblica. 3

Le sue idee ebbero purtroppo un gran seguito in Italia, dove nel 1938 vennero promulgate le leggi razziali, con una conseguente emigrazione di massa degli ebrei, che intanto erano stati sospesi da

4 Don Aldo Brunacci e il Presidente della Repubblica C.A.Zampi Ma Brunacci, Nicolini e i Brizi non furono gli unici protagonisti Tra questi anche il ciclista BARTALI che facendo finta di allenarsi, portava a Firenze i documenti da falsificare per gli ebrei: li nascondeva nella canna della bicicletta per poi riconsegnarli ad Assisi. Altrettanto importante fu il ruolo giocato dal frate francescano Padre Rufino Niccacci, che con la sua astuzia e il suo sangue freddo riuscì ad assicurare agli ebrei il rifornimento di prodotti alimentari, sfuggendo ai severissimi controlli dei nazi-fascisti. Quando poi vennero consegnati i documenti falsi, Niccacci intestò loro le carte annonarie, che permettevano agli ebrei, dotati di nuove carte d'identità, di comprare generi alimentari attingendo da un fondo comune. Ma non si limitò solo a questo, costrinse ogni famiglia ebrea ad imparare le caratteristiche della città di origine indicata sulla carta falsa, aggirando il pericolo degli interrogatori. Tutta questa complessa operazione non sarebbe stata possibile senza la collaborazione di altri due uomini. I loro nomi sono: Arnaldo Fortini, sindaco e podestà di Assisi, storico e avvocato, e Valentin Muller, ufficiale medico tedesco. Fortini era fascista, tuttavia non condivideva il motivo delle decisioni di Hitler e del Duce. Ricorse anche alle maniere forti al fine di tenere fuori dalle mura di Assisi i tedeschi che, nel frattempo, erano diventati nemici, in seguito all'armistizio dell'otto settembre Il Duce venne deposto e l Italia si arrese. Intanto ad Assisi il vescovo Nicolini mandò una lettera al 4

Zampi Ma Brunacci, Nicolini e i Brizi non furono gli unici protagonisti Tra questi anche il ciclista BARTALI che facendo finta di allenarsi, portava a Firenze i documenti da falsificare per gli

5 papa chiedendo che i soldati tedeschi non entrassero ad Assisi per non disturbare la sacralità di S. Francesco. Fece anche una riunione per annunciare che gli ebrei dovevano essere accolti, segretamente,nella città. Mentre le autorità dunque sbarravano le porte, emerse l altra importantissima figura: Valentin Muller. Egli riuscì infatti a far rilasciare alle autorità tedesche un documento che riconosceva Assisi come città ospedaliera. Ciò fu di grande aiuto, poiché in questo modo non poteva essere bombardata dall'aviazione nemica. Fece inoltre allestire 3 ospedali contrassegnandoli con delle croci. L'incubo della guerra durò fino al Il 27 gennaio di quell'anno, i russi entrarono ad Auschwitz, il più grande campo di sterminio mai costruito, dove morirono circa di persone: la seconda guerra mondiale era finita. Nel 1960, a Gerusalemme, nacque il primo Giardino dei Giusti non ebrei, cioè coloro che hanno salvato la vita a ebrei o li hanno salvati dalle deportazioni durante la Shoah. A tutti coloro è stato rilasciato il certificato di Yad Vashem, dal nome del museo in cui si trova. La commemorazione dei Giusti viene effettuata piantando un albero per ognuno di loro. Giusti nel mondo sono stati riconosciuti il vescovo Nicolini, il suo collaboratore Brunacci, il frate Niccacci ed i Brizi. La mattinata si è conclusa con una video-intervista a Don Aldo Brunacci e ad un ebrea sopravvissuta che hanno raccontato la loro esperienza ad Assisi durante la guerra. Al termine, la guida ci ha letto una frase scritta dal Vescovo di Assisi, Monsignor Sergio Goretti, deceduto l agosto scorso: << Questa unione corale di intenti e di sforzi fece di Assisi un punto di riferimento importante, 5

Mentre le autorità dunque sbarravano le porte, emerse l altra importantissima figura: Valentin Muller.

6 dimostrando quella fraternità francescana che le è propria. La realizzazione del Museo vuole si ricordare il passato, ma soprattutto essere un segno per il presente e per il futuro, per i giovani che, conoscendo così la storia, possono comprendere che da una situazione di disperazione e disgrazia possono venire esempi di bene e fraterna accoglienza>>. Glia alunni della classe 3^A P.S.: un discendente dei tipografi Brizi, Roberto Sciamanna, è l'attuale Presidente dell'associazione Quelli del Bronx. 6

i giovani che, conoscendo così la storia, possono comprendere che da una situazione di disperazione e disgrazia possono

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