MUTILAZIONI E CHIRURGIA ESTETICA DEI GENITALI FEMMINILI. UN INDAGINE SUI SAPERI, LE CONOSCENZE, GLI ATTEGGIAMENTI VERSO LE PRATICHE

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1 MUTILAZIONI E CHIRURGIA ESTETICA DEI GENITALI FEMMINILI. UN INDAGINE SUI SAPERI, LE CONOSCENZE, GLI ATTEGGIAMENTI VERSO LE PRATICHE Ost.Denti Federica, Dott.ssa Lia Lombardi, Ost. Laura Malgrati INTRODUZIONE I motivi che mi hanno spinta ad affrontare il tema delle modifiche corporee in riferimento all apparto genitale femminile sono molti. Da quando ero al liceo, mi sono sempre interessata al tema delle mutilazioni genitali femminili, che prima d ora non avevo mai compreso fino in fondo ed avevo sempre giudicato senza contestualizzarle e senza comprendere i motivi reali della loro esistenza e della loro diffusione. In particolare un esperienza vissuta in puerperio durante il primo tirocinio mi ha invitata a riflettere sulle mutilazioni genitali. Durante una visita pre dimissione ho incontrato una giovane donna africana alla quale era stata praticata una deinfibulazione per il parto. Questa esperienza mi ha molto scossa perché non solo ha generato in me sentimenti e reazioni contrastanti, ma anche la voglia di conoscere questa donna e questa pratica che aveva lasciato sul suo giovane corpo dei segni indelebili. Questa pratica è da noi occidentali spesso sconosciuta o taciuta e vista come truce e barbara. Ma come possiamo noi giudicare una cosa che non conosciamo? Io credo esista il reale bisogno di diffondere la conoscenza dell esistenza di queste pratiche, delle loro motivazioni, delle loro caratteristiche, dei danni che creano alla salute di chi le subisce, perché facenti parte di una realtà oggi sempre più vicina a noi grazie all immigrazione e perché credo che la conoscenza e l informazione siano le prime armi a nostra disposizione per combattere queste pratiche e convivere adeguatamente con queste donne e le loro culture in un clima di accettazione ed aiuto reciproco. Vorrei inoltre sottolineare il fatto che anche nella nostra cultura esistono pratiche sempre più diffuse di modifiche chirurgiche e non eseguibili sui genitali femminili su richiesta dell interessata: tatuaggi, piercing, chirurgia estetica genitale, e come noi possiamo ritenere inconcepibili ed inumane le mutilazioni genitali femminili, donne e uomini di altre culture possono pensare lo stesso dei nostri metodo di abbellimento del corpo. Lo scopo della mia tesi è indagare le percezioni, le concezioni, le opinioni e le conoscenze di un gruppo selezionato di persone di cittadinanza italiana, riguardo al corpo e alle modifiche che più o meno volontariamente vengono eseguite su di esso in varie parti del mondo. Quanta informazione c è su queste tematiche?, è stata la domanda che mi sono posta e da cui è partito questo lavoro di ricerca. L ipotesi iniziale era la scarsa diffusione di informazioni riguardanti le mutilazioni genitali femminili ed altre modifiche genitali come la chirurgia estetica. Sono realtà di cui si sente parlare solo in modo scandalistico, che non hanno visibilità, si tratta di tabù sociali, argomenti troppo intimi o personali per essere oggetto di discussioni e dibattiti. L obiettivo della ricerca è stato dunque di individuare cosa pensano le persone e cosa conoscono delle mutilazioni genitali femminili e della chirurgia estetica dei genitali femminili. Nel caso fossero state dimostrate le ipotesi iniziali (scarse conoscenze sul tema), l intento avrebbe voluto essere quello di fare una proposta informativa, partendo dalle domande e dai dubbi dei partecipanti alla ricerca. Si è voluta così concludere l indagine con la produzione ed il sondaggio di un volantino informativo sul tema delle mutilazioni genitali femminili, affinché fungesse da spunto per le ostetriche per educare le donne su questo tema e affinché testandolo si potesse capire se avesse contribuito ad accrescere le informazioni delle persone alle quali è stato sottoposto. QUADRO TEORICO A) MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI/ESCISSIONE Che cosa sono L Organizzazione Mondiale della Sanità (d ora in avanti OMS; in inglese WHO: World Health Organisation), il Fondo delle Nazioni Unite per i Bambini (UNICEF) ed il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (FNUAP) ne danno la seguente definizione (nella dichiarazione congiunta dell aprile 1997): Le mutilazioni genitali femminili comprendono tutti gli interventi che producono un ablazione parziale o totale degli organi genitali esterni della donna o qualsiasi altra lesione degli organi genitali femminili che sia praticata per ragioni culturali o di altro tipo e non a fini terapeutici. L UNICEF ed altre agenzie dell ONU hanno scelto di utilizzare l espressione female genital mutilation/cutting che in italiano significa mutilazione genitale femminile/escissione (d ora in avanti MGF/E). Questo nuovo termine consente infatti di mantenere la valenza politica del termine mutilazione, con la sua chiara influenza dissuasiva e che ben distingue le MGF/E dalla circoncisione maschile, rafforzando l idea che questa sia una violazione dei diritti umani e allo stesso tempo riconoscere l importanza di utilizzare una terminologia che non esprima un giudizio nei confronti delle comunità che la praticano. Le forme di MGF/E secondo la classificazione dell OMS L OMS ha classificato le MGF/E in 4 tipi in base alle porzioni dei genitale che vengono asportate (vedi figura) e modificate ed alle modalità di esecuzione della pratica: - TIPO 1: Escissione del prepuzio clitorideo con o senza escissione totale o parziale del clitoride, anche detta circoncisione (tipo 1a rimozione del solo prepuzio) o clitoridectomia (tipo 1b rimozione di prepuzio e clitoride); - TIPO 2: Parziale o totale rimozione del prepuzio, del clitoride e delle piccole labbra con o senza escissione delle grandi labbra, anche chiamata escissione. L OMS ne menziona tre modalità. 1

2 - TIPO 3: Escissione totale o parziale dell apparato genitale esterno (piccole e/o grandi labbra, con o senza escissione del clitoride); i due lati della vulva vengono poi cuciti con una sutura o con delle spine, riducendo in tal modo le dimensioni dell orifizio vaginale e lasciando solo un piccolo passaggio nell estremità inferiore della vulva (delle dimensioni di un chicco di riso o di miglio), per l emissione del flusso mestruale e dell urina. L OMS ne menziona due modalità. Questo tipo di MGF/E molto radicale è detto infibulazione o circoncisione faraonica ed è praticato prevalentemente nei Paesi del Corno d Africa. - TIPO 4: Quest ultimo tipo include varie pratiche di manipolazione degli organi genitali femminili non eseguite a scopi medici: piercing, prickig (dall inglese pizzicare : compressione del clitoride e/o delle piccole labbra), puntura, foratura o incisione del clitoride e/o delle labbra o loro allungamento, cauterizzazione per ustione del clitoride e dei tessuti circostanti, raschiatura/scarificazione dei tessuti circostanti l orifizio vaginale (anguria cuts) o esecuzione di piccoli tagli nella vagina (gishiri-cuts), introduzione di sostanze oppure di erbe corrosive nella vagina con lo scopo di restringerla o di provocare un sanguinamento, e qualsiasi altra pratica che rientri nella definizione di mutilazione genitale femminile sopra menzionata. L OMS sta attualmente rivedendo la classificazione adottata nel 1997 in collaborazione con l UNICEF, l UNFPA e l UNIFEM (Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo per le donne). Nella nuova versione, non ancora adottata formalmente, compare un quinto tipo che fa riferimento alle pratiche simboliche sostitutive che consistono nel fare un piccolo taglio o pungere il clitoride per provocare la fuoriuscita di alcune gocce di sangue. 2

3 Dove sono praticate e numero di donne coinvolte Le mutilazioni genitali femminili/escissione sono pratiche diffuse in almeno 40 Paesi del mondo, tuttavia la patria del fenomeno rimane l Africa. Le mutilazioni genitali femminili/escissione sono diffuse in 28 Paesi dell Africa, ma sono presenti anche in Yemen, Iraq, Iran, India, Indonesia, Malesia, Emirati Arabi Uniti, Israele. Meno documentata è la situazione in America Latina (Colombia e Perù) ed in altri Paesi di Asia ed Africa (Oman, Sri Lanka, Repubblica Democratica del Congo), dove tale pratica non è mai divenuta una tradizione vera e propria. Inoltre, casi di MGF/E sono presenti anche nei Paesi occidentali (Inghilterra, Francia, Norvegia, Svezia, Italia, ma anche Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda) dove si trovano comunità migranti. Secondo i più aggiornati dati dell OMS sono tra 100 e 140 milioni le bambine, ragazze e donne nel mondo che hanno subìto una forma di mutilazione genitale e sono circa 3 milioni le ragazze, soprattutto sotto i 15 anni d età, che vengono ogni anno sottoposte a tali procedure. Più specificatamente il numero di donne di età maggiore di 15 anni che hanno subìto una MGF/E in Africa è circa 80 milioni; il numero di bambine tra 10 e 14 anni che hanno subito le stesse pratiche è circa 12,4 milioni ed il totale di bambine e donne di età maggiore di 10 anni che hanno subito MGF/E in Africa è calcolato in 91,5 milioni. Ragioni e motivazioni per cui sono praticate le MGF/E - Motivazioni socio-culturali - Motivazioni simboliche - Motivazioni igieniche ed estetiche - Motivazioni spirituali e religiose - Motivazioni psicologiche e sessuali Mutilazioni genitali femminili/escissione e conseguenze sulla salute - Conseguenze fisiche immediate: Emorragia/anemia Difficoltà di guarigione delle ferite Lesione dei tessuti adiacenti (uretra, vagina, perineo, retto) Infezioni e/o cancrena Ritenzione urinaria ed infezioni dell apparato urinario Trasmissione di malattie quali tetano, HIV, epatite B Fratture ossee e slogamenti durante l operazione Shock da dolore (sono spesso effettuate senza anestesia) e/o da emorragia Morte per shock emorragico, shock neurogenico, setticemia - Conseguenze fisiche a medio e lungo termine: Ritenzione o incontinenza urinaria Suscettibilità a contrarre vaginosi batteriche ed herpes genitale o infezioni sessualmente trasmissibili (la visita ginecologica, l introduzione dello speculum, l esecuzione di pap-test o tamponi vaginali può essere difficoltosa se è presente un infibulazione) Cistiti o infezioni pelviche croniche che possono causare infertilità Formazione di cheloidi (cicatrici), calcoli vaginali per ritenzione di urina e deposito di sali di calcio dietro la cicatrice, fistole (soluzioni di continuo che mettono in comunicazione vagina e retto o vagina e uretra), neurinomi (tumori benigni dei nervi, in corrispondenza del nervo dorsale del clitoride, rendono insopportabile anche la minima stimolazione tattile), cisti da occlusione del dotto della ghiandola del Bartolini e ascessi vulvari o cisti dermoidi che possono anche dar luogo a tumori Ipersensibilità dell area genitale Sviluppo di una falsa vagina Difficoltà durante il ciclo mestruale: dismenorrea (mestruazioni dolorose) ed ematocolpo (accumulo del sangue mestruale nella vagina) Necessità di altri interventi chirurgici: de-infibulazione per i rapporti sessuali (spesso effettuata dallo sposo prima del rapporto) ed i parti e re-infibulazione dopo ogni parto - Conseguenze psicologiche e sessuali: Perdita di fiducia in genitori, amici, parenti che hanno eseguito o voluto l operazione, vissuta come tradimento/stupro, con conseguenti difficoltà di costruire stabili relazioni affettive anche con i figli Sviluppo di sensazioni di paura o sottomissione, inibizione e soppressione di sentimenti e pensieri Problemi psicologici e malattie psicosomatiche quali stress, disturbi del comportamento, disordini alimentari e del sonno, incubi, difficoltà di concentrazione ed apprendimento, ansia, depressione, attacchi di panico, psicosi, alcune volte si hanno addirittura sindromi da disturbi post traumatici da stress Possibili ulteriori implicazioni psicologiche possono insorgere nelle donne immigrate in luoghi dove le MGF/E non sono tradizionalmente praticate. In queste donne si sviluppa un conflitto interiore tra credenze tradizionali e nuova cultura riguardo le MGF/E, il ruolo sociale, la sessualità ed i diritti femminili Lesioni da rapporto sessuale o disfunzioni sessuali quali frigidità, dispareunia (dolore durante il rapporto sessuale), anorgasmia, difficoltà nella penetrazione o al raggiungimento del coito per i danni subiti dalle terminazioni nervose, che possono evolvere anche in conflitti coniugali Incontinenza urinaria o fecale, prolassi, fistole, infezioni e lacerazioni da parto possono portare ad abbandono da parte del coniuge, emarginazione, suicido 3

4 Costi in termine di anni di vita persi Suicidi - Conseguenze ostetriche e ginecologiche: complicanze durante gravidanza e parto che possono comportare danni fisici e psichici a mamma e bambino: Per il neonato: danni cerebrali neonatali causati da ipoelasticità dei tessuti cicatriziali e da periodi espulsivi prolungati, basso peso alla nascita (< 2500 g), necessità di rianimazione neonatale, morte neonatale Per la mamma: (fuori dalla gravidanza) è spesso difficile prevenire le infezioni dell apparato riproduttivo ed anche effettuare un pap-test adeguato per diagnosticare precocemente lesioni della cervice uterina e prevenirne l insorgenza del tumore; (in gravidanza) è complicato praticare un esame pelvico accurato, quindi risulta difficile valutare una gravidanza a rischio o diagnosticare alcune malattie; (durante travaglio e parto) lacerazioni uretrali o perineali, anche di quarto grado, maggior numero di tagli cesarei ed episiotomie, più emorragie post partum e sepsi puerperali per l aumento dei tagli cesarei, prolungata ospedalizzazione (> 3 giorni), rotture d utero. Dimensioni del fenomeno in Lombardia Nell ambito del un progetto di ricerca Mutilazioni dei genitali femminili/modificazioni permanenti dei genitali femminili (Mgf): percezioni del fenomeno in un contesto di immigrazione, realizzato dalla fondazione ISMU (Iniziative e studi sulla multietnicità) e dall Associazione Donne in Rete per lo sviluppo della pace per conto delle Direzioni Generali Sanità e Famiglia e Solidarietà Sociale delle Regione Lombardia, è stato effettuato un tentativo di quantificazione del fenomeno delle MGF/E. Secondo questa indagine, uno dei metodi migliori per rilevare la presenza di queste modificazioni è indagare le esperienze che gli operatori sanitari vivono incontrando queste donne durante il loro lavoro, soprattutto durante la gravidanza o al momento del parto. Secondo l indagine eseguita in Lombardia nelle province di Milano e Brescia, gli operatori sanitari hanno riscontrato in modo variabile tutte le tipologie di MGF/E. Sono state riscontrate anche re infibulazioni post partum. È stata riscontrata una tendenza alla maggior medicalizzazione della pratica e i casi riscontrati sono più frequentemente forme di intervento più leggere, con asportazione parziale delle piccole labbra, senza sutura delle grandi labbra (Trt. Caputo C., 2007, pp 143). Secondo i risultati emersi da questo studio, sarebbero circa un centinaio le ragazze portatrici di MGF/E di almeno 15 anni, presenti nella provincia di Brescia e quasi 120 donne nella città di Milano al 1 luglio 2005 (Trt. Menonna A. e Ortensi L. E., 2007, pp ). Talvolta processi di rimozione, nascondono agli occhi stessi degli operatori sanitari che incontrano queste donne, le forme più lievi di mutilazione. Va inoltre sottolineato che le cartelle cliniche non hanno una parte dedicata alla codificazione della mutilazione genitale femminile, nemmeno le cartelle ginecologiche o ostetriche, non è dunque possibile analizzare a posteriori il fenomeno con ricerche retrospettive sulle cartelle. Le MGF/E e la violazione dei diritti Sottoporre ragazze e donne alle pratiche di mutilazione genitale, implica la violazione di diritti di diversa natura, riconosciuti a livello internazionale: Il diritto a non subire discriminazioni Il diritto alla vita e all integrità fisica Il diritto alla salute Il diritto a non subire tortura, trattamenti inumani, crudeli e degradanti Il diritto dei bambini a forme di protezione particolari informate dal principio del miglior interesse del minore. A questi vanno aggiunti i diritti riproduttivi e sessuali, riconosciuti in particolare dalla Conferenza Mondiale su popolazione e sviluppo del Cairo del 1994 e dalla Dichiarazione di Pechino della Quarta Conferenza Mondiale sulla Donna del 1995: Il diritto alla salute riproduttiva e alla pianificazione familiare Il diritto di decidere il numero e l intervallo di tempo tra un figlio e l altro Il diritto ad acconsentire al matrimonio Il diritto alla privacy Il diritto a modificare tradizioni e costumi che violano i diritti umani delle donne Il diritto di vivere libero dalla violenza sessuale Il diritto di godere del progresso scientifico e di prendere parte a sperimentazioni solo con il proprio consenso libero e informato. Più in particolare, le MGF/E violano le principali convenzioni internazionali relative ai diritti umani, ai diritti delle donne ed ai diritti del fanciullo. Le convenzioni, sottoscritte dai Paesi occidentali ed africani, nel contrastare le MGF/E tendono a garantire alle donne ed alle bambine: 1- il diritto alla salute; 2- il diritto a non essere soggetto a pratiche crudeli e degradanti; 3- il diritto all integrità fisica e sessuale; 4- il diritto alla riproduzione. 4

5 B) LA CHIRURGIA ESTETICA DEI GENITALI FEMMINILI Di cosa si tratta La chirurgia estetica dei genitali femminili, è una branca della chirurgia estetica che si occupa del rimodellamento dei genitali femminili. L anatomia umana, come è noto, è molto varia, sia nelle dimensioni che nelle forme e spesso si riscontrano asimmetrie od imperfezioni, questo è valido anche per i genitali femminili. Non esistono canoni estetici universalmente condivisi. Tuttavia possono esistere delle alterazioni individuali, congenite o acquisite (parto, invecchiamento, ), che comportano un importante disagio personale che può portare, in alcune donne, a delle ripercussioni sul rapporto col proprio corpo e sulle relazioni con gli altri, soprattutto per quanto riguarda la sfera sessuale. Questo altera la salute sia in termini di salute psico-fisica, che di salute sessuale. Per questo motivo vi è una crescente richiesta di una chirurgia focalizzata a creare o ripristinare un benessere dell apparato genitale. Questo tipo di chirurgia rientra tra le chirurgie che migliorano la sessualità femminile modificando l immagine di sé. Classificazione degli interventi di chirurgia estetica genitale femminile Alcuni di questi interventi sono semplici rimodellamenti cosmetici dell aspetto estetico dei genitali femminili esterni, ad esempio la riduzione delle piccole labbra, altri, come il vaginal tightening (restringimento vaginale), hanno lo scopo di incrementare il piacere fisico e costituiscono una vera e propria novità nel mondo della chirurgia estetica. Gli interventi di chirurgia estetica dei genitali femminili possono essere eseguiti singolarmente o in associazione. Alcuni chirurghi statunitensi hanno coniato il termine di designer vagina per indicare il complesso delle modifiche estetiche ottenibili con queste pratiche. Gli interventi più richiesti sono: correzione delle piccole labbra; riduzione o incremento del volume del pube; eliminazione di cicatrici antiestetiche e fastidiose lasciate a seguito dell episiotomia eseguita al parto. È importante ricordare che il risultato post operatorio, è sempre influenzato dal punto di partenza di ogni singola donna. Di seguito si propone un elenco delle tipologie principali e più diffuse di intervento: - Riduzione delle piccole labbra (labioplastica riduttiva o ninfectomia): - Labioplastica vaginale additiva - Riduzione delle grandi labbra - Liposuzione del pube - Lipofilling del pube. - Esposizione del clitoride - Clitoridoplastica di riduzione - Ricostruzione dell imene (imenoplastica) - Ringiovanimento vaginale o vaginoplastica (cosmetic vaginal tightening): - Perineoplastica - Amplificazione del punto G Motivi per cui vengono effettuati: - Principali motivazioni estetiche - Motivazioni funzionali: secondo alcune donne questi interventi permettono di migliorare l igiene locale ed evitano bruciori ed irritazioni da sfregamento delle piccole labbra, se protrudono oltre le grandi labbra, quando si indossano indumenti aderenti, perizoma o costumi da bagno o nella pratica di alcuni sport. In alcuni casi piccole labbra molto estese possono invaginarsi ostacolando la penetrazione durante i rapporti e renderli fastidiosi o dolorosi. - Motivazioni propagandistiche: è necessario ricordare che sebbene non siano ancora interventi molto conosciuti e praticati in Italia, negli Stati Uniti, dove i programmi televisivi danno molto risalto a donne che hanno eseguito questi interventi, la loro diffusione è in costante aumento. - Motivazioni culturali: molti schemi di abbellimento corporeo sono oggi costruiti sulle aspettative culturali, la cultura occidentale è nell era della perfezione corporea e molte donne vi si adeguano. Ripercussioni sulla salute fisica e riproduttiva In ogni branca della chirurgia esistono dei rischi post-operatori, di tipo emorragico, infettivo, psicologico, I rischi associati a questi tipi di interventi sono abbastanza rari, ma si possono riscontrare disturbi fisici e psicologici. Tra i possibili disturbi fisici rientrano il dolore, il gonfiore e la sensazione di tensione (che si risolvono spontaneamente in qualche settimana), la formazione di ematomi, le infezioni, le emorragie. Possono verificarsi anche dispareunia o deiscenza della ferita. Per l intervento di amplificazione del punto G sono riportate dalla letteratura alcune complicanze quali ritenzione urinaria, infezioni vescicali ed ematuria. Da alcuni medici è stato anche ipotizzato che procedure come la labioplastica o la vaginoplastica possano interferire durante i parti a causa degli esiti cicatriziali, tuttavia non esistono ad oggi documentazioni mediche che confermino questa tesi. Tra i disturbi psicologici compaiono: l alterazione delle sensazioni durante i rapporti sessuali che può provocare senso di sconfitta, inadeguatezza, distacco e rifiuto dal proprio corpo modificato, non riconoscimento del proprio corpo, desiderio di tornare come prima dell intervento, soprattutto nei casi in cui si verifica un insoddisfazione delle donne dopo l intervento, per la presenza di cicatrici o di una persistente asimmetria dei genitali. 5

6 LA RICERCA Scopo Avendo consapevolezza dell entità dei flussi migratori che, negli ultimi anni, stanno portando sul territorio italiano un numero sempre maggiore di popoli, di famiglie provenienti da altre culture, in cerca di lavoro, asilo, di una vita migliore per i loro figli e preso atto della costante diffusione degli interventi di chirurgia estetica genitale femminile anche sul territorio italiano, non si possono non prendere in esame le tematiche delle mutilazioni genitali femminili e della chirurgia estetica dei genitali femminili, temi attuali che riguardano gli italiani molto da vicino e che sono il frutto di un intreccio di culture e tradizioni diverse, che però hanno in comune l esigenza, sempre attuale, di un controllo, più o meno esplicito, dei corpi femminili. Lo scopo della ricerca, vuole essere quello di indagare le conoscenze delle persone riguardo i temi delle mutilazioni genitali femminili/escissione e della chirurgia estetica dei genitali femminili, argomenti sicuramente controversi e nuovi, l uno perché esistente da secoli ma sempre tenuto nell ombra e l altro poiché introdotto solo recentemente in Italia. Si vuole capire quali sono gli atteggiamenti delle persone verso queste pratiche, le loro opinioni e rappresentazioni; quanto è approfondita la loro conoscenza sull argomento e quali sono le loro fonti d informazione. L indagine permette anche di esplorare l importanza che queste persone attribuiscono ai temi presi in esame e quanto ritengono sia importante diffondere l informazione in merito a questi temi, in modo che l intera popolazione ne prenda coscienza. Con una prima fase esplorativa, si sono quindi volute indagare le conoscenze di un gruppo limitato di individui italiani su queste modalità di modificazione dei corpi femminili, tramite dei focus group. In una seconda fase, si è voluto produrre un chiaro e semplice volantino informativo sulle MGF/E, avendo come punto di partenza le domande che, più frequentemente, sono state poste dai partecipanti stessi, durante i focus group. L idea è emersa poiché riteniamo importante che operatori, quali le ostetriche, contribuiscano a formare ed informare utenti e pazienti su queste tematiche così importanti per la salute delle donne. Gli stessi partecipanti ai focus group hanno affermato di conoscere l argomento solo superficialmente e hanno sottolineato l importanza dell informazione e la sensibilizzare della popolazione su questi temi. Metodologia di indagine Il metodo utilizzato per raccogliere i dati di questa ricerca è quello del Focus Group. Il focus group è un metodo di ricerca che coinvolge in una discussione di gruppo da 4 a 12 persone le quali si riuniscono in un giorno prestabilito e, con l aiuto di un moderatore, discutono di un argomento in un ambiente informale, permissivo. Le informazioni fornite dai partecipanti durante la discussione, costituiscono i dati del focus group (Zammuner V. L., 2003, pp 9). Materiali I materiali utilizzati per il reclutamento sono: una lettera d invito contenente l argomento della ricerca e le spiegazioni di come si sarebbe svolto l incontro ed un questionario socio-demografico che è stato loro chiesto di compilare e riconsegnare prima dello svolgimento del focus group. A tutti coloro che hanno accettato, dopo l invito, di partecipare effettivamente ai focus group, è stata consegnata una lettera di ringraziamento con le indicazioni precise di luogo, data ed ora dell incontro. Durante lo svolgimento del focus group, sono stati utilizzati: cartoncini colorati segnaposto con scritto il nome di ogni partecipante; pennarelli, cartelloni (quattro per ogni focus group), un piedistallo per cartelloni; matite, gomme, pastelli, pennarelli e fogli bianchi per far disegnare ai partecipanti i genitali femminili; un computer portatile per mostrare alcune immagini ed utilizzarle come stimolo per la discussione; penne e fogli bianchi per rispondere per iscritto alle ultime tre domande, di carattere più personale e al giudizio del focus group; un registratore con pile e cassette ed un mp3 per registrare la discussione; due block notes per gli appunti di moderatore e assistente; un orologio per controllare che il tempo dedicato ad ogni domanda fosse adeguato; alcune piante (una per ogni domanda) della stanza con tavolo e sedie utile all assistente per ricordare le disposizione delle persone nella stanza e l ordine di presa di parola di ciascuno nella conversazione; una guida del focus con le domande da porre per il moderatore. Al termine del focus group, per salutare e ringraziare i partecipanti è stato offerto un piccolo buffet. Altro materiale utilizzato è stato il volantino prodotto e poi somministrato con un questionario a più persone per testarne chiarezza e utilità. DISCUSSIONE DEI RISULTATI Alle domande più generali sulle tecniche di modificazione del corpo, i partecipanti rispondono spontaneamente. La tendenza è quella di citare prima le modificazioni presenti nelle altre culture e solo successivamente quelle che vengono fatte nel mondo occidentale. Forse perché più comuni e perché non si pensa mai che pratiche abituali come: tagliare i capelli, mettere le lenti a contatto o depilarsi, siano modifiche volontarie del corpo. Solo i partecipanti più adulti, citano queste modificazioni occidentali. Le modificazioni volontarie del corpo vengono definite come innaturali e dettate da molti motivi: motivi sanitari, per uniformarsi o distinguersi dal gruppo, per malessere personale, per seguire una moda, C è difficoltà nell identificare le MGF/E e la circoncisione come pratiche volontarie. Quando i partecipanti sono invitati a riflettere più nel dettaglio sulle MGF/E, risulta evidente una confusione diffusa sia tra gli uomini che tra le donne sulle parti anatomiche femminili. I disegni sono in generale poco realistici, non vengono rappresentati l utero e la vagina, solo un partecipante disegna le mammelle. È da notare che i disegni più rappresentativi sono quelli eseguiti dai giovani e non vi sono differenze sostanziali tra uomini e donne. L unica modifica dei genitali femminili citata da tutti i gruppi è l infibulazione, ma nessuno è in grado di descrivere adeguatamente l intervento o quali siano le parti anatomiche escisse. Chi si avvicina di più all intervento reale è un ragazzo. Non conoscono l esistenza di diversi gradi di MGF/E. Da una donna 6

7 viene citata l episiotomia. Il motivo che accomuna la chirurgia estetica e MGF/E è culturale. Altri motivi citati per le MGF/E sono corretti: preservare la verginità femminile, eliminare il piacere femminile al rapporto, crescita, imposizione famigliare, inserimento sociale e matrimonio (nominato solo da una persona). Tuttavia vengono citate anche motivazioni errate quali: religione, imposizioni maschili: come già visto sono spesso le stesse donne o bambine a chiedere di farlo, ignoranza e cattiveria. Non vengono mai nominati motivi igienici o estetici. Le MGF/E sono considerate da alcuni pratiche diffuse in culture meno evolute e retrograde ed assimilate ad altre pratiche di controllo femminile diffuse secoli fa in occidente, come la cintura di castità o la morte delle donne sul rogo. Si può notare che le tematiche trattate sono conosciute anche da chi non è diplomato né laureato, tuttavia i più informati sono G., che ha lavorato al Parlamento Europeo, e R., che ha letto un libro-testimonianza sulle MGF/E. Per quanto riguarda il tema delle MGF/E pochi sanno che vengono praticate anche in Italia e negli ospedali delle grandi città africane. I partecipanti nominano correttamente i Paesi dove sono praticate le MGF/E, anche se citano Paesi non interessati (Cina, Albania, ). Conoscono chi le effettua ma fanno anche errori nominando il padre e l Imam. Sostengono che la pratica sia effettuata su bambine di età maggiore di quattro anni, nonostante l età media si stia abbassando. Nessuno cita le neonate come vittime di MGF/E. Non sono conosciuti i problemi ostetrici di queste donne e non viene compreso come possa avvenire il parto. Solo un ragazzo cita il rischio possibile di morte fetale al parto. I problemi di salute a lungo termine sono i più ignorati (solo R. li cita). I problemi psicologici sono citati solo superficialmente da alcune donne e dal gruppo dei giovani, che discutono anche della ribellione di queste donne contro la pratica. Gli unici svantaggi che vengono nominati sono: dolore durante l intervento o la riapertura, problemi al parto e durante i rapporti, infezioni. Chi sa che le MGF/E vengono praticate anche in Italia, crede che, con l emigrazione, ci sia più chiusura ed aumentino le mutilazioni, tuttavia spesso capita il contrario. Non tutti intervengono perché ci sono poche informazioni e nessuno sa spiegarsi come il fenomeno sia giunto ai giorni nostri. Le fonti di informazione citate per le MGF/E sono di molti anni fa e si tratta soprattutto di fatti di cronaca e servizi televisivi, oppure libri di narrativa. Solo un ragazza cita il racconto di un ostetrica come fonte informativa dell esistenza delle pratiche in Italia. Questo stimola a discutere della possibilità di eseguire le mutilazioni in ospedali italiani con anestesia ed igiene, ma dicono sarebbe più giusto eliminarle del tutto. Dal punto di vista legale circa la metà dei partecipanti sostiene che esistano leggi contro le mutilazioni, ma non ci sono conoscenze più approfondite. Solo una persona cita la Costituzione come fonte di tutela della persona anche in questo senso. Le opinioni emerse sulle MGF/E sono tutte negative poiché sono pratiche imposte. Ritengono non sia giusto modificare la natura umana. Sostengono siano praticate da una cultura distante, per cui queste pratiche hanno un significato, mentre i partecipanti non lo capiscono. Questo porta i partecipanti a nutrire rabbia verso le MGF/E e ad avere un atteggiamento di chiusura verso chi le pratica. Nella definizione di mutilazione che viene data dai partecipanti, si parla di privazione, tortura, sopruso, schiavitù, mutilazione anche emotiva; sono tutti termini crudi. Questi sono i termini con cui solitamente sono nominate queste violenze sulle donne, pare difficile riuscire ad interpretarle in altro modo per chi non appartiene alle culture che le praticano e ancora più difficile è sembrato ai partecipanti dover dare una definizione neutra di MGF/E. Trattando invece ora l argomento della chirurgia estetica genitale femminile, questa è considerata accettabile solo in riparazione di una mutilazione (con la ricostruzione del clitoride o della vagina durante la deinfibulazione) o di un danno, non per motivi puramente estetici. Le donne non riescono a trovare un senso a una chirurgia estetica eseguita in una parte così nascosta del corpo, mentre gli uomini la assimilano alla chirurgia estetica generale. Si ritiene venga richiesta da donne perlopiù anziane, per rimediare ai difetti dell età, ma non rinnegano che possano anche essere richiesti da donne più giovani. Un ragazzo pensa sia un intervento comune tra le prostitute. Alcuni partecipanti credono che con la parola chirurgia estetica genitale, si intendano le MGF/E, ma eseguite in ospedale. Alcuni invece citano i più diffusi esempi di questa chirurgia: la ricostruzione dell imene, interventi di aumento o rimpicciolimento delle labbra o la ricostruzione della vagina dopo molti parti. Altri la associano all intervento per cambiare sesso. Nel gruppo 2 c è solo un ragazzo che sa di cosa si tratta, infatti è un tema molto poco conosciuto sai dalle donne che dagli uomini. Anche questa pratica viene da alcuni partecipanti associata ad altre culture, diverse dalla nostra, ad esempio la ricostruzione dell imene. Le donne associano anche questi interventi al dolore, gli uomini no per via dell anestesia, ma pochi dicono che anche da questi tipi di interventi possono derivare delle complicazioni. Qualcuno cita la riduzione dell effetto estetico a lungo termine. Per quanto riguarda i vantaggi della chirurgia estetica sono di tipo economico per il medico che la effettua e utili per chi ha subito una mutilazione o ha delle malformazioni. È ritenuta meno invasiva e dannosa rispetto alle mutilazioni, perché più igienica ed eseguita in anestesia. È effettuata, infatti, sotto pagamenti abbastanza ingenti in America in ospedali o cliniche private. I motivi per cui viene richiesta questa chirurgia sono principalmente di estetica e sessualità e di influenza sociale, che invita a seguire la moda della donna perfetta. I partecipanti credono che, mentre questi interventi sollevano problemi etici, ma dipendano dalla libera scelta del singolo, per le mutilazioni non si dovrebbe consentire una libera scelta. La fonte delle scarse informazioni sulla chirurgia estetica è prevalentemente la televisione, ma non dovrebbe essere così; informazioni di questa portata dovrebbero essere fornite da persone idonee e formate, non da programmi televisivi che mostrano interventi irreali oppure solo il risultato finale. Le opinioni più diffuse in merito a questa pratica sono di rifiuto perché incompresa e non considerata giusta solo perché è volontaria o di accettazione in quanto scelta di una persona adulta e solitamente migliorativa, a patto che si utilizzi il buon senso e vi sia un discorso etico alle spalle. È un risultato imprevisto che alcuni adottino lo stesso atteggiamento che hanno nei confronti delle MGF/E anche per la chirurgia estetica; la considerano un maltrattamento per di più volontario. Tuttavia anche le MGF/E spesso sono scelte e considerate un intervento migliorativo dell estetica, tuttavia questo non è noto ai partecipanti. Alcuni non danno opinioni perché non sanno cosa sia la chirurgia estetica genitale. La definizione attribuita a questa chirurgia è d intervento volontario per motivi quali l insoddisfazione o il timore di 7

8 invecchiare. Dal confronto tra le due pratiche nascono somiglianze e differenze, stupisce la quantità di somiglianze trovate. Entrambe sono diffuse attualmente, eseguite per rispondere ad un modello culturale, portano ad una falsa felicità, sono modificazioni e maltrattamenti corporei che causano dolore, derivano da una sbagliata percezione della donna, Alcuni sostengono si tratti addirittura del medesimo intervento. Ciò che distingue le due pratiche è però il luogo in cui vengono svolte, l igiene e le modalità di esecuzione, sono effettuate in diverse fasce di età, una è illegale mentre l altra no. La visione delle immagini in gruppo, ha permesso di scoprire molti dettagli interessanti. Come previsto, l intervento di chirurgia estetica genitale è stato scambiato per una mutilazione, almeno inizialmente, da tutti i gruppi. Tutti i partecipanti si sono dimostrati attratti dal tema e hanno ragionato sull importanza della coesistenza di culture diverse. L ipotesi iniziale confermata dalla ricerca è la diffusione di scarse e sporadiche conoscenze e poca comprensione-accettazione da parte dei partecipanti per i temi trattati. L omogeneità di conoscenze riscontrata, ha invece smentito l ipotesi secondo cui i giovani e chi aveva un più basso titolo di studio, sarebbero risultati essere meno informati. Anche l idea che le donne avrebbero avuto più conoscenze è stata smentita. CONCLUSIONI Le MGF/E, con le quali le popolazioni occidentali sono sempre più a contatto, non possono lasciarci indifferenti di fronte all incontro tra le diverse culture: quelle dei migranti e quelle europee. Si è sempre più portati a considerare le culture sconosciute come primitive e barbare, mentre quella di appartenenza è sempre la più giusta ed evoluta. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Le donne occidentali sono realmente così emancipate o sono condizionate dalla propria cultura? Mentre le mutilazioni servono, tra le altre cose, a iscrivere l individuo in una società, in un dato gruppo e a limitare l espressione sessuale femminile, è proprio vero che nel mondo sviluppato questo non accada? Basta guardarsi attorno per capire quanto i nostri corpi, i nostri vestiti, ciò che siamo, siano la proiezione di stimoli mediatici e sociali. La chirurgia estetica dell area genitale e del seno, in rapida diffusione, e altre metodologie considerate di cura estetica del corpo quali la depilazione, i piercing, i tatuaggi, potrebbero essere forme differenti di manipolazione del corpo, più mascherate ai nostri occhi, che permettono di inserire un individuo in una società. Certamente le mutilazioni e la chirurgia estetica intima sono pratiche diverse, ma entrambe vanno ad incidere sui corpi e sulla salute delle donne. Le MGF/E sono ancora praticate ogni anno su tre milioni di bambine in varie parti del mondo tra cui l Italia, violandone i diritti e la dignità e ledendone i corpi e la psiche in modo indelebile, nonostante siano vietate e punite dalla maggior parte delle legislazioni nazionali. La chirurgia estetica è stata da pochi anni introdotta anche in Italia e sembra essere sempre più richiesta anche in altri Paesi europei. Questa permette alle donne occidentali di modificare i corpi per piacersi e piacere sempre di più e per adattarli ai modelli che la moda propone. Questo può sollevare problemi di natura etica e sanitaria e indubbiamente fa riflettere il fatto che in varie parti del mondo le donne subiscano o chiedano, per svariati motivi, di modificare i propri genitali e migliorare il proprio aspetto. Anche se medicalizzate, si tratta sempre di amputazioni, di pratiche che lasciano cicatrici indelebili sul corpo e nell anima. Per questo motivo, perché l occidente e l Italia in particolare non sono così lontani da queste due pratiche, è necessaria l informazione. Le mutilazioni vanno conosciute perché sono un fenomeno che è rimasto troppo a lungo sommerso, conoscere il diverso aiuta spesso a comprendere ciò che sembra noto e banale, come la chirurgia estetica, sempre affrontata in modo superficiale, positivo e generico. Dalla ricerca è emerso che la mutilazione e la chirurgia dei genitali femminili sono pratiche conosciute solo superficialmente dai cittadini italiani sia uomini che donne, sia dai giovani che dagli adulti. Restano quindi delle questioni ancora aperte. La proposta e il suggerimento che questa tesi vuole lasciare alle ostetriche, sono quelli di non restare indifferenti, di non trascurare nel loro compito educativo queste importanti ed attuali tematiche, che riguardano la sessualità e la salute dei corpi femminili. È importante sensibilizzare e istruire in profondità, sui temi che riguardano le donne, la loro salute, il loro benessere. Sarà sicuramente possibile condurre indagini di più ampio raggio (il limite di questa tesi è la piccola dimensione del campione indagato) per sondare un campione più vasto di persone e formulare sempre nuove e più efficienti proposte informative, veritiere e utili, per fare in modo che queste pratiche possano essere conosciute da tutti e le informazioni su di esse diffuse in modo più capillare. Qual è il metodo migliore per informare vasti strati di popolazione, senza generare astio culturale, bensì motivando ad una più completa integrazione e conoscenza? Secondo il parere di donne e uomini italiani, è indubbiamente importante informare e sensibilizzare su queste tematiche, non è infatti ammissibile non essere a conoscenza di cosa viene fatto nel mondo e in Italia sui corpi di altre donne. Per quanto riguarda le MGF/E, dai focus è emersa anche la necessità di informare le popolazioni che le praticano ancora, sugli svantaggi che questa pratica porta alla salute delle donne. Tuttavia, per fare in modo che le MGF/E smettano di essere praticate, l istruzione non basta. Anche donne molto istruite difendono ancora le mutilazioni e le praticano sulle loro figlie. Infatti, nonostante sia importante informare queste donne sui rischi per la salute, l illegalità della pratica e dire loro che la mutilazione non è un requisito religioso, è necessario fornire loro strumenti che conferiscano un vantaggio economico, un potere ed un consenso sociale pari o superiore a quello fornito dalle mutilazioni. Finché la mutilazione resterà l unico metodo per le donne di negoziare un minimo potere, non potrà essere eradicata. Parlando invece di chirurgia estetica, è importantissimo diffondere informazioni sull importanza dell integrità e della salute del corpo già tra i giovani, ai quali, a mio parere, dobbiamo trasmettere valori fondamentali quali il rispetto di se stessi, l amore e la cura per il proprio corpo, affinché possano accettarsi e piacersi per come sono e anche questo è un compito non facile. 8

9 Bibliografia 1- AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo), (2008), Al fianco delle donne africane verso l abbandono delle mutilazioni genitali femminili/escissione. Conoscere per prevenire 2- AIDOS, (2000), Mutilazioni dei genitali femminili. Si crede che Invece Perché questa pratica deve finire 3- Calderoli L., Cicatrici significative. Un approccio antropologico alle tecniche di modifica permanente del corpo, in Pasini N. (a cura di), (2007), Mutilazioni genitali femminili: riflessioni teoriche e pratiche. Il caso della regione Lombardia, Fondazione ISMU Osservatorio regionale per l interazione e la multietnicità Lombardia, Milano (pp. 60, pp. 80) 4- Caputo B., Le modificazioni dei genitali femminili a Milano e Brescia. Risultati della ricerca e proposte, in Pasini N. (a cura di), (2007), Mutilazioni genitali femminili: riflessioni teoriche e pratiche. 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