Riprende in mano il quaderno, ripercorre il modulo precedente e risponde. (All. A)

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1 Unità di apprendimento: Ominazione ISTITUTO COMPRENSIVO MONTE San Vito ClassI.3^ A e B Docenti: Paola Gobbi e Giantomassi Annalisa Fase n.1. Obiettivo:diffusione degli ominidi Richiama le informazioni acquisite nel precedente modulo ponendo le seguenti domande : Quando abbiamo parlato di ominazione a quale tempo storico ci siamo riferiti? Dove si è diffusa? Che cosa successe? Mostra un planisfero, invita a collocare in esso gli ominidi secondo le informazioni acquisite e pone le seguenti domande: Quali informazioni puoi ricavare? Quali terre non sono state ancora occupate? Riprende in mano il quaderno, ripercorre il modulo precedente e risponde. () Osserva, colloca nel planisfero la diffusione degli ominidi e risponde, a turno, alle domande arricchendo il proprio parere con quello del gruppo-classe. (All. B) Raggruppamento alunni: individuale; gruppo-classe Metodo: metacognizione e recupero di informazioni;osservazione guidata; discussione orientata. Strumenti e mezzi:quaderno di lavoro; planisfero. Quando? 1 milione di anni fa. Dove? In Africa, in Europa e in Asia. Che cosa successe? Molte bande di ominidi avevano popolato nuove terre e continuavano a evolversi in nuovi tipi di Homo, sempre più intelligenti. Scrivi nel planisfero i nomi degli ominidi che conosci nelle terre che popolarono. All. B Che cosa osservi? Quali terre non sono state ancora occupate?

2 Fase n.2 Obiettivo:Uomo di Neandertal e Homo Sapiens moderno. Descrive, collocandole nello spazio,le due figure di ominidi affermatesi anni fa: Uomo di Neandertal e Homo Sapiens moderno. Ascolta e chiede spiegazioni. Colloca in un cartellone le due diverse descrizioni ponendole a confronto ed evidenziando i concetti-chiave di cui chiede di prendere nota.() Ascolta, legge e prende nota dei concettichiave. Rafforza le informazioni mostrando le immagini rappresentative delle due tipologie di ominidi ed invita gli allievi a trovare dei legami con i dati forniti dalla descrizione.(all. B) Raggruppamento alunni: : individuale, gruppo-classe Metodo: narrazione-descrizione; osservazione di immagini. Strumenti e mezzi:immagini. Quando? anni fa. Dove? In Europa. Che cosa successe? Si diffuse un nuovo Homo, chiamato l Uomo di Neandertal. Descrizione. Era basso e muscoloso. Aveva un cranio sviluppato con la faccia prominente e denti fortissimi per strappare la carne a morsi. A quei tempi l Europa appariva come un immensa prateria popolata da orsi, renne e mammut. Faceva molto freddo e l uomo di Neandertal era un bravo cacciatore. Sappiamo anche che, intagliando le ossa, costruì il flauto, il più antico strumento musicale conosciuto. Osserva le immagini e trova in esse le relazioni con le informazioni fornite dall'insegnante. Quando? anni fa. Dove? In Africa. Che cosa successe? Si evolse un nuovo Homo, chiamato Homo Sapiens moderno. Descrizione. Aveva la faccia piatta e i denti molto piccoli. Le ossa erano più sottili e leggere degli altri ominidi e quindi era meno muscoloso. In compenso aveva un cranio sviluppato e un grosso cervello: era quindi più intelligente di tutti gli altri ominidi. Siccome il cervello è un organo che consuma molta energia, Homo Sapiens moderno aveva bisogno di mangiare molta carne. Era quindi un abile cacciatore che usava una grande tecnologia. Fabbricava ogni tipo di strumenti. Intagliava ossa, pietre e conchiglie con cui realizzava gioielli. Si adornava con piume colorate. Aveva imparato ad usare l ocra, una pietra che macinata e allungata con l acqua diventava un colore per disegnare, dipingere e tingere i tessuti. Ancor oggi possiamo ammirare i dipinti che Homo Sapiens moderno fece anni fa nelle caverne. Aveva imparato ad accendere il fuoco sfregando due pietre di selce o due pezzi di legno secco. Si costruiva semplici ripari. Fabbricava armi come archi, frecce, lance, mannaie. Sapeva parlare e comunicare con gli altri e riuscire quindi a cacciare tanti animali, sempre più grossi.homo Sapiens moderno era un superpredatore, in grado di nutrirsi di una grande quantità di vegetali e in grado di uccidere ogni genere di animale.sapeva quindi costruire tantissime nicchie ecologiche.

3 All. B H HOMO SAPIENS MODERNO Fase n.3. Obiettivo: verifica Mostra una carta che illustra la zona di diffusione dell uomo di Neandertal in base ai fossili ritrovati.() Chiede di riportare i dati su un planisfero muto e pone domande di verifica delle conoscenze date. Osserva ed ascolta, ponendo domande di chiarimento. Esegue la prova.(all. B) Mostra una carta con frecce che indicano la migrazione di Homo Sapiens moderno e pone domande per verificare la comprensione delle conoscenze. Raggruppamento alunni:individuale Metodo:osservazione di carte; sintesi. Strumenti e mezzi: carte geografiche e storiche; questionario Osserva la carta e risponde alle domande di verifica. (All.C) Osserva con attenzione la carta geografica che mostra la zona di diffusione dell uomo di Neandertal in base ai fossili ritrovati.

4 In quale area del mondo ci troviamo? Colora ora di verde la zona di diffusione dell uomo di Neandertal sul planisfero. All. B Quali aree del mondo non sono state occupate dall uomo di Neandertal?... All. C Osserva la carta. Le frecce indicano la migrazione di Homo Sapiens moderno. Da dove è partito? Quali zone del mondo ha occupato? Quali non ha occupato? Perché? Osserva le date riportate e scrivi in che ordine quali zone del mondo sono state occupate da Sapiens moderno.

5 Fase n.4. Obiettivo:La compresenza di ominidi e il tempo profondo Invita a seguire le direttrici dell'homo Sapiens nel planisfero e narra la scomparsa dell'uomo di Neandertal.() Cosa fa l 'allievo Ascolta ed osserva le direttrici nel planisfero. Chiede di osservare un cronogramma che evidenzia la contemporaneità di diversi tipi di ominidi e la parzialità delle conoscenze relative al tempo profondo (All. B) Ascolta, osserva, chiede spiegazioni, risponde alle domande. Raggruppamento alunni:individuale; gruppo classe Metodo: narrazione; osservazione di carte;discussione orientata. Strumenti e mezzi:carte. LA SCOMPARSA DELL UOMO DI NEANDERTAL Homo Sapiens moderno si insediò in tutte le nicchie ecologiche africane. Poi, circa 100 mila anni fa, alcune bande si inoltrarono in Asia e ne occuparono tutte le nicchie. Si avventurarono a sud e giunsero in Australia. Altre bande invece si diressero a nord, attraversarono lo stretto di Bering e si spinsero nel continente americano. Circa 50 mila anni fa, Sapiens moderno giunse in Europa, il territorio abitato dall Uomo di Neandertal. Per migliaia di anni i due tipi di Homo convissero, anche se non sappiamo nulla dei loro rapporti. Tuttavia, Sapiens moderno era un superpredatore, che non lasciava cibo per gli altri ominidi. Ecco che, 35 mila anni fa, si estinse l uomo di Neandertal in Europa.Da allora Homo Sapiens moderno è l unico ominide che vive sulla Terra e noi siamo i suoi discendenti. Osserva con attenzione il grafico e cerca di interpretarlo con l aiuto dell insegnante e della traduzione All. B Il grafico ci mostra le conoscenze che gli storici hanno raccolto sugli ominidi a partire da 8 milioni di anni fa. Fino ad oggi. Queste conoscenze, molto frammentarie, si basano sul ritrovamento dei fossili, degli scheletri, a volte abbastanza completi, ma il più delle volte del tutto insufficienti e limitati a schegge di denti. Infatti i rettangolini colorati di blu mostrano l esistenza di ominidi di cui sappiamo pochissimo. Il percorso evolutivo compiuto dall uomo non

6 è lineare, ma tutto sparpagliato, in quanto si svolge nel tempo profondo cioè milioni di anni fa. Il tempo profondo è come un lungo corridoio buio. Ogni tanto si accende una luce: è un fossile. Poi ritorna il buio finché non si accende un altra luce. Le luci non sono collegate fra loro, ma sono sporadiche conoscenze nel corridoio buio del tempo profondo. Fase n. 5. Obiettivo:La società dei cacciatori e dei raccoglitori Narra la vita dell'uomo raccoglitore e cacciatore evidenziando compiti,scambi, lingua. ( ) Ascolta. Chiede di osservare l'immagine e di rispondere individualmente a delle domande. Legge alcune risposte e le corregge/integra con il parere dei compagni. Osserva e risponde alle domande. Ascolta ed eventualmente corregge o integra le proprie risposte sulla base del parere del gruppo classe.(all. B) Raggruppamento alunni: individuale,gruppo classe. Metodo: narrazione; osservazione; sintesi. Strumenti e mezzi: immagine; questionario. LA SOCIETÀ DEI CACCIATORI E RACCOGLITORI I COMPITI Al mattino i maschi esploravano il terreno alla ricerca di animali e piante rare.. a volte si allontanavano di molti chilometri dall accampamento. Le donne, invece, cercavano nei dintorni: raccoglievano erbe e semi e cacciavano piccoli animali.tutto ciò che veniva cacciato e raccolto (animali e vegetali) veniva portato all accampamento e lì diviso tra le varie famiglie di modo che ognuno ricevesse la giusta parte e tutti avessero di che mangiare.i vecchi, che spesso non potevano andare a caccia, restavano all accampamento e venivano accuditi e nutriti dal gruppo. Ma anch essi avevano un compito importantissimo: ricordavano gli avvenimenti passati e le tradizioni e li raccontavano ai più piccoli.i morti venivano sepolti sotto terra con i loro oggetti più cari. GLI SCAMBI Con il tempo i gruppi di Sapiens impararono a scambiare con gli altri gruppi ciò che serviva loro. Ad esempio si scambiavano la selce, l ossidiana ( una pietra molto tagliente simile al vetro), le pietre colorate, le conchiglie, il sale.. LA LINGUA Gli studiosi pensano che all inizio le bande di ominidi parlassero una sola lingua. Hanno quindi chiamato questa lingua PROTOSAPIENS e pensano che da essa derivino le 5000 lingue esistenti al mondo.ma perché da un unica lingua se ne formarono così tante diverse? Perché con il passare del tempo i gruppi si differenziarono, a volte restarono isolati e quindi modificarono la loro lingua. All B Osserva l immagine e descrivila. Secondo te oggi esistono nel mondo gruppi di ominidi che vivono andando a caccia e

7 raccogliendo vegetali? Parlane con i tuoi compagni. Gli alunni hanno risposto individualmente alla domanda sul quaderno in questo modo: Secondo me no, perché dappertutto ci sono i negozi e i supermercati. Secondo me sì, perché alcune persone nei paesi poveri possono per sfamarsi solo cacciare gli animali e raccogliere i vegetali. Fase n.6 Obiettivo. I superpredatori: i Boscimani Introduce la condizione dei superpredatori di oggi ( ) Ascolta e chiede spiegazioni. Divide la classe in gruppi di tre allievi contrassegnando ciascuno con una lettera(a,b,c).distribuisce a ciascuno un testo(all. B) relativo ai Boscimani: La storia (A) L'ambiente (B) La società (C ) Invita ciascuno a leggere il proprio testo. Chiede che ogni allievo si unisca con i compagni che hanno la stessa lettera e di formare i gruppi di esperti per discutere sul testo assegnato. Invita a tornare nel gruppo base dove ciascuno riferisce il suo testo mentre gli altri prendono appunti. Ogni gruppo deve presentare una mappa di concetti relativi ai tre testi oggetto di studio. Apre un briefing tra i gruppi. Prende il testo assegnato e legge individualmente. Discute ed approfondisce nel piccolo gruppo degli esperti. Relaziona nel gruppo di base. Presenta la mappa relativa al proprio testo di studio esponendone i nodi principali con l aiuto dei compagni. Espone, ascolta, chiede, risponde. Sintetizza le conoscenze apprese. Ascolta. Raggruppamento alunni: in piccolo gruppo: gruppo classe ; individuale Metodo: cooperative learning; attività di lettura; comprensione di testo;conversazione orientata; costruzione di mappe; attività di esposizione; attività di sintesi. Strumenti e mezzi: fotocopie. I SUPERPREDATORI All.A INTRODUZIONE In moltissime regioni della Terra sono rimaste delle nicchie, nelle quali alcuni gruppi umani sopravvivono, utilizzando le stesse tecniche di homo sapiens moderno, il superpredatore. Questi gruppi vivono nelle foreste pluviali dell Africa, del Sud America, e dell Indonesia; in alcune zone aride dell Africa e dell Australia; nelle regioni glaciali europee, americane e asiatiche.sono ambienti estremi, dove gli agricoltori e i pastori riescono a vivere con difficoltà; dove noi occidentali moderni non sapremmo sopravvivere. Un tempo i superpredatori erano i signori del mondo.ora vivono solo in questi ambienti difficilissimi, perché sono stati cacciati

8 dalle terre più ricche. Qui, al loro posto, abitano oggi cittadini moderni, agricoltori e allevatori. C è chi pensa che i superpredatori moderni vivano ancora come i sapiens di 100 mila anni fa, ma si sbaglia. Anche i superpredatori si sono evoluti. Anche per loro il tempo è passato e la storia ha prodotto grandi modificazioni. La cosa straordinaria è che solo loro riescono a sopravvivere in quegli ambienti impossibili, grazie alle tecniche di raccolta e caccia che solo loro conoscono e sanno usare. Tutto ciò ci fa capire che la caccia e la raccolta sono sistemi molto efficaci per procurarsi il cibo e quindi assicurarsi la sopravvivenza. All. B A) LA LORO STORIA 30 mila anni fa i boscimani vivevano sparsi per tutta l Africa. Occupavano le terre migliori e più ricche di animali. Poi, quando i popoli pastori cominciarono a espandersi sul continente, furono pian piano cacciati dalle loro terre. Poche centinaia di anni fa, si rifugiarono nel Kalahari, un deserto dell Africa meridionale, dove non è possibile sopravvivere. Invece i boscimani ci sono riusciti dimostrando a tutti quanto siano efficaci le loro tecniche di sopravvivenza. B) L AMBIENTE Nel Kalahari di giorno è caldissimo, fino a 50. Di notte la temperatura si raffredda e spesso scende sotto lo zero. C è poca acqua. La vegetazione è rada e I pochi animali che si vedono si allontanano veloci. Il Kalahari è un territorio immenso, grande quasi il doppio dell Italia. I boscimani fino al 1970 erano circa 50 mila in tutto. Vivevano sparsi in questo territorio, divisi in piccole bande, che potevano anche non incontrarsi mai. Avevano sviluppato culture diverse tra di loro al punto che parlavano 6 lingue diverse. Negli ultimi anni sono stati cacciati e ridotti a

9 poche decine. Oggi forse la loro cultura è persa per sempre. C) LA SOCIETÀ DEI CACCIATORI E DEI RACCOGLITORI Al mattino le donne e i bambini iniziano a perlustrare il territorio intorno all accampamento. Hanno al collo i bambini piccoli. Cercano bacche, radici, tartufi, meloni, arance selvatiche: il deserto offre un centinaio di specie commestibili. Sanno dove cercare, la loro raccolta è ricca e fornisce la maggior parte del cibo. I maschi, il mattino presto, partono dall accampamento con archi e frecce e vanno a caccia. I loro archi hanno una gittata lunga: colpiscono solo da una decina di metri. Ma hanno le punte avvelenate. Il veleno è ricavato dalle larve di un insetto. I cacciatori non amano le prede grosse, perché il veleno impiega molto effetto a fare effetto. L animale fugge lontano e bisogna inseguirlo a lungo, prima di afferrarlo. Con le prede piccole, invece, le cose vanno meglio. L animale si ferma subito e non si fatica a catturarlo. Nel deserto esistono una trentina di cose buone da mangiare. Quando le donne hanno raccolto una quantità di cibo sufficiente, tornano all accampamento. È inutile accumulare risorse, perchè con il caldo non durerebbero. Inoltre sanno che non devono mai raccogliere tutto, altrimenti per l anno successivo le piante non ricrescerebbero. Quando gli uomini ritornano, si arrostisce la carne. Ogni famiglia riceve la sua porzione. Se la carne è molta, tutti mangiano a più non posso, così, i giorni seguenti eviteranno di muoversi alla ricerca di cibo. Poi si passa il tempo attorno al fuoco. Si raccontano le antiche tradizioni. Si lodano le imprese dei cacciatori più bravi. Prima di andare a dormire, ciascuno prende un pezzettino di carne rimasta e la porta con sè. Gli servirà per colazione il mattino seguente. I boscimani hanno una grande disponibilità di cibo e non fanno molta fatica a procurarselo. Lavorano in media due ore e mezza al giorno. Ma hanno bisogno di spazi vastissimi. Ogni gruppo, di una ventina di persone, si muove in un vastissimo territorio. Per questo ne sono rimasti molto pochi. Obiettivo. Da superpredatori a pescatori: gli El Molo Divide la classe in gruppi di tre allievi contrassegnando ciascuno con una lettera(a,b,c).distribuisce a ciascuno un testo () relativo agli El Molo: L'ambiente(A) La vita quotidiana (B) La storia (C) Prende il testo assegnato e legge individualmente. Invita ciascuno a leggere il proprio testo. Chiede che ogni allievo si unisca con i compagni che hanno la stessa lettera e di formare i gruppi di esperti per discutere sul testo assegnato. Invita a tornare nel gruppo base dove ciascuno riferisce il suo testo mentre gli altri prendono appunti. Legge individualmente sottolineando i concetti più significativi. Discute ed approfondisce nel piccolo gruppo degli esperti. Relaziona nel gruppo di base.

10 Ogni gruppo deve presentare una mappa di concetti relativi ai tre testi oggetto di studio. Apre un briefing tra i gruppi. Sintetizza le conoscenze apprese. Presenta la mappa relativa al proprio testo di studio esponendone i nodi principali con l aiuto dei compagni. Espone, ascolta, chiede, risponde. Ascolta. Sottopone gli allievi ad una verifica individuale ( All. B) Risponde al questionario. Raggruppamento alunni: in piccolo gruppo: gruppo classe ; individuale Metodo: cooperative learning; attività di lettura; comprensione di testo;conversazione orientata; costruzione di mappe; attività di esposizione; attività di sintesi. Strumenti e mezzi: fotocopie. A) L AMBIENTE Gli el molo vivono in Africa sulle rive del lago Turkana in Kenia. È una delle regioni più conosciute dagli storici: infatti lungo le sue rive sono stati ritrovati antichi fossili di Australopithecus e Habilis. Ma, con il passare del tempo, il lago è diventato una delle parti della terra più aspre, inospitali e infernali. Le sue rive sono delle lastre di ciottoli di lava, dove no cresce nulla. Le sue acque sono verdi e di cattivo sapore, a causa dei minerali che vi sono sciolti. Niente vegetazione, pochissimi animali. In compenso le acque del lago Turkana sono ricche di alghe, per cui stormi di fenicotteri vanno lì a nutrirsi, di pesci, di coccodrilli e di ippopotami. Il clima è torrido (caldissimo) e non piove quasi mai. Qui si adattarono gli antichi el molo. B) LA VITA QUOTIDIANA Allo spuntare del sole, il villaggio si anima e tutti partono alla ricerca di cibo. I bambini e le donne si dedicano alla pesca dalla riva. Usano lenze ed ami. I bambini vanno anche su zattere, fatte di tronchi di palma, legati con corde di alghe. Con queste zattere partono anche gli uomini, ma loro vanno a caccia di coccodrilli e qualche volta anche di ippopotami, gli animali più pericolosi del lago.gli uomini sono armati di arpioni, con le punte che un tempo erano di osso, e ora invece sono di ferro.i bambini vanno anche a caccia di uccelli, che cercano di abbattere con lanci di sassi.

11 Verso le otto di mattina il sole picchia forte e la pesca si è conclusa. Tornati all accampamento le donne aprono il pesce, usando schegge di pietra lavica che si trova sulle rive del lago. Lo puliscono e ne estraggono il grasso, che viene conservato e mangiato a parte. Se gli uomini hanno preso un grosso pesce, la coda viene data al capo villaggio, l uomo più saggio e rispettato, il resto tra le varie famiglie. Il pesce viene bollito in pentoloni di metallo, con fuoco di sterpi e legna secca. Il pentolone e la legna sono ottenuti dai pastori delle zone interne, in cambio del pesce. Il coccodrillo viene arrostito e diviso. Il suo grasso è conservato come alimento e come medicinale. Tutti si riparano dal sole rovente nelle capanne costruite con foglie di palma. La vita riprende la sera. C) LA STORIA DEGLI EL MOLO Gli el molo erano dei superpredatori, come i boscimani. In tempi remoti (non sappiamo con precisione quando) vivevano nelle boscaglie dell Etiopia. Vennero cacciati e si rifugiarono sulle rive del lago Turkana. Qui si adattarono. Applicarono le loro abilità di cacciatori-raccoglitori e crearono un nuovo modo di vita, specializzato nella pesca. Erano un popolo disprezzato dagli altri che non mangiavano pesce. Ma, nel 1970, la siccità colpì le popolazioni dei pastori che per non morire di fame hanno iniziato ad imparentarsi con gli el molo e ad imparare le loro tecniche di pesca, proprio loro che prima disprezzavano tanto. Così gli el molo hanno iniziato ad aumentare ed oggi sono circa qualche migliaio. All. B Rispondi alle domande In quale area geografica del mondo vivono gli el molo? Dove vivevano prima gli el molo? In che ambiente vivono? Che tipo di società è la loro? In quale momento della giornata si procurano il cibo? Che cosa fanno i bambini? Che cosa fanno le donne? Che cosa fanno gli uomini? Che cosa mangiano gli el molo?

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