RAPPORTO ANNUALE 2012 SULL ECONOMIA COMASCA

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1 RAPPORTO ANNUALE 2012 SULL ECONOMIA COMASCA L economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio A cura di Caterina Lorenzon e Massimo Gaverini Ufficio studi e statistica Area promozione delle imprese e sviluppo del territorio

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3 INDICE GENERALE Sintesi LA DEMOGRAFIA Pag. Popolazione 2 Il 2011 raccontato attraverso le anagrafi I cambiamenti della popolazione in 10 anni: la fonte censuaria La struttura della popolazione La cittadinanza della popolazione straniera La popolazione comunale Demografia d impresa 8 Il quadro generale Demografia delle imprese artigiane Le imprese femminili Le imprese giovanili Le imprese straniere I contratti di rete Le industrie culturali e creative SMAIL - Sistema Monitoraggio Annuale delle Imprese e del Lavoro 24 Il quadro generale La classificazione delle imprese per classi dimensionali La nati-mortalità delle imprese ( vere nuove e vere cessate ) Gli addetti Gli imprenditori Il mercato del lavoro 33 L indagine sulle forze lavoro Il lavoro frontaliero Le previsioni occupazionali: Excelsior I dati dell Osservatorio provinciale del lavoro La cassa integrazione guadagni I SETTORI ECONOMICI 45 Manifatturiero Artigianato Commercio Servizi Costruzioni Agricoltura

4 I MOTORI DELLO SVILUPPO Internazionalizzazione 66 Il commercio estero: quadro di sintesi I principali mercati di provenienza e destinazione Gli scambi commerciali di Como per voce merceologica La tassonomia di Pavitt e altri indicatori Il traffico commerciale alla dogana di Ponte Chiasso I tassi di cambio Gli investimenti diretti esteri Innovazione 76 I brevetti e gli altri strumenti di tutela della proprietà industriale La Ricerca & Sviluppo Turismo 80 Movimento turistico provinciale Tipologia delle strutture ricettive Provenienza dei turisti italiani Provenienza dei turisti stranieri I dati del comune di Como Le altre principali località turistiche della provincia di Como Indicatori di offerta e domanda turistica Bilancia dei pagamenti Agriturismo ALTRI INDICATORI Reddito, consumi e altri indicatori 90 Valore aggiunto Reddito e consumi delle famiglie Veicoli La qualità della vita L inflazione Protesti Fallimenti

5 SINTESI Il 2012 è stato un anno critico per l economia italiana e il 2013 purtroppo non sarà l anno della svolta. Il difficile contesto nazionale ed europeo hanno pesato negativamente sull economia lariana che tuttavia, a differenza di altri territori, ha potuto contare su alcuni ammortizzatori che hanno alleviato il pesante conto della crisi. Il numero delle imprese registrate è calato: il numero delle cancellazioni ha superato quello delle iscrizioni in quanto le prime sono aumentate e le seconde sono diminuite. Il conseguente indice di sviluppo è stato negativo (-0,3%), in controtendenza rispetto al dato regionale (+0,6%) e nazionale (+0,3%). A ben vedere, questo calo è imputabile quasi esclusivamente alle imprese artigiane (-1,6%), in forte difficoltà. Il manifatturiero ha concluso l anno in contrazione (-2,2% la produzione industriale), ben lontano dai livelli antecedenti al 2008: la ripresina del 2010 ha perso slancio troppo presto e quello che si configura non è tanto un andamento a U quanto a W, con due punti di minimo a breve distanza l uno dall altro. Per le imprese artigiane, poi, le cose sono andate anche peggio (-5,0% la produzione industriale), visto che più difficilmente una micro realtà riesce ad agganciare quei segnali di ripresa che, di fatto, sono riscontrabili unicamente sui mercati esteri. Proprio il commercio estero costituisce per Como, provincia con una forte vocazione esportatrice, un primo salvagente: anche se la crescita del 2012 è stata modesta (+1,4%) ed inferiore alla media nazionale, questo indicatore è riuscito finalmente a superare i massimi storici del Le carte si sono però un po rimescolate: tessuti e macchinari sono in crescita, ma lontani dai livelli pre-crisi; i mobili sono in forte difficoltà; la chimica è in espansione e supera per volumi il settore dell arredo. Per quanto riguarda il commercio interno, il 2012 non è stato un anno positivo (-1,6% il volume d affari): per il quinto anno consecutivo si registra una contrazione del volume d affari, ma il territorio dimostra una maggiore capacità di tenuta rispetto alla media lombarda grazie agli acquisti dei turisti e dei residenti svizzeri delle zone di confine. Inoltre l apprezzamento persistente del franco ha fatto il gioco dei commercianti locali. Anche il turismo rappresenta un importante fattore di stabilizzazione per l economia comasca, facendo affluire sul territorio importanti risorse provenienti principalmente dall estero. I turisti sono aumentati del +1,3% e le loro presenze sono rimaste stabili. Dietro a questi dati medi si celano trend divergenti: da una parte il forte calo dei turisti italiani e della loro permanenza (rispettivamente - 1,1% e -6,1% sul 2011); dall altra la crescita della componente estera, che salva il settore: gli arrivi e le presenze di stranieri crescono di circa il 2,5%. Il settore delle costruzioni risente pesantemente della crisi in atto: diminuiscono le imprese (-6,2%), gli occupati (-6,8%) e le ore lavorate (-12,2%). Anche per i servizi il 2012 è stato difficile: il settore registra un calo medio annuo del volume d affari pari a -6,1% rispetto al 2011, lievemente peggiore rispetto al -5,0% registrato in Lombardia. Le previsioni Prometeia sulla crescita del valore aggiunto nella provincia comasca vedono un 2013 ancora in contrazione (-1,1%) e indicano nel 2014 l anno di inversione del ciclo (+1,0%), stimando una continuazione della ripresa almeno fino al Il tasso di crescita ipotizzato, tuttavia, appare insufficiente a recuperare i valori pre-crisi. Solo il settore del terziario in senso lato riesce nel lungo periodo a superare i massimi storici, mentre costruzioni e industria restano indietro. Continuerà quindi anche per il prossimo futuro la riduzione del peso del manifattureiro (attualmente 28,7% sul totale valore aggiunto, decisamente superiore al dato nazionale) a favore del terziario (64,1%).

6 Tra i motori dello sviluppo l innovazione è tanto fondamentale quanto difficilmente misurabile. Qui possiamo solo sottolineare il ruolo propulsivo della Camera nel promuoverla attivamente sia attraverso la diffusione degli strumenti di tutela della proprietà intellettuale sia favorendo la nascita di start up innovative. Sul fronte del lavoro il quadro è ovviamente in peggioramento, ma non mancano considerazioni positive, se non altro rispetto ai dati nazionali. La disoccupazione a Como aumenta: passa dal 5,4% del 2011 al 6,1% del 2012, ma resta molto al di sotto del dato regionale (7,5%) e italiano (10,7%). Aumentano i disoccupati (sono circa persone), ma anche gli occupati (circa unità) visto che cresce il numero di chi si mette in gioco per fare fronte a un temuto peggioramento del bilancio economico familiare. Non tutti cercano lavoro nel territorio italiano. Molti guardano oltreconfine e infatti il numero dei frontalieri cresce costantemente, sfiorando i permessi G. Cambiano comunque anche le caratteristiche del lavoro, sempre più flessibile e non a tempo pieno. Coerentemente con il quadro economico, cresce anche la richiesta di ore di cassaintegrazione (circa 20 milioni; +2,7%). Per quanto riguarda il lavoro indipendente, gli imprenditori presenti in provincia sono (+1,2% rispetto al 2010), di cui sono femmine (pari al 24% del totale), in crescita a tassi più sostenuti (+2,9%). Le imprese femminili (in cui la partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50%) registrate all anagrafe camerale di Como sono , in crescita del +0,3% rispetto al Sono invece le imprese giovanili (in cui la partecipazione di persone under 35 risulta complessivamente superiore al 50%), in decremento del 6% rispetto al 2011, variazione più marcata rispetto alla media regionale (-3,7%). Gli imprenditori nati in Italia sono , in aumento dello 0,7%; quelli nati all estero sono invece 3.585, in crescita molto più sostenuta (+7,2%). Questi rappresentano il 7,0% del totale (nel 2010 erano il 6,6%). Si tratta principalmente di romeni, tunisini, marocchini, albanesi. In merito alla demografia, si segnala che l ultimo dato disponibile sulla popolazione residente in provincia di Como è di unità, mentre nel comune di Como risiedono persone. Il confronto tra i censimenti 2001 e 2011 mette in luce una crescita della popolazione provinciale del 9,2%, superiore a quella registrata a livello regionale (+7,4%) e nazionale (+4,3%). Gli stranieri residenti sono triplicati, in linea con gli altri territori. A Como, tuttavia, l incidenza della popolazione straniera sul totale è tra le più basse (7,2% contro una media regionale del 9,8%). Dieci anni fa il valore di partenza era molto contenuto: 2,7%. Si tratta principalmente di marocchini, romeni, albanesi, turchi e tunisini. Per quanto riguarda la qualità della vita misurata da Il Sole 24 ORE, Como nella classifica complessiva si piazza al 36, in miglioramento di 14 posizioni rispetto al È ai vertici della graduatoria per i servizi, l ambiente e la salute (10 posto) e solo un po più indietro per l ordine pubblico (23 posto). Seguono in ordine le altre voci: affari e lavoro (37 ), tenore di vita (38 ), tempo libero (59 ), aspetti demografici (68 ). Tra gli altri indicatori sulla salute dell economia e della società comasca si segnalano il numero di fallimenti, pari a 143 (in aumento rispetto al 2011) e il numero di autovetture immatricolate, in drastica flessione rispetto al 2011 (-20,8%). È calato anche il numero dei passaggi di proprietà (-6,2%) perché la crisi non ha colpito solo i nuovi acquisti, ma anche il mercato dell usato. Una nota a parte merita la proficua relazione con la Svizzera, Paese che per lo sviluppo di Como gioca un ruolo determinante: per il lavoro (frontalieri), per il turismo (arrivi e presenze), per il commercio (spesa settimanale negli esercizi delle zone di confine), per le esportazioni (+44% in quattro anni).

7 LA DEMOGRAFIA Camera di Commercio di Como - 1

8 POPOLAZIONE Il 2011 è stato un anno molto particolare per le indagini demografiche: dopo 10 anni dall ultima edizione è stato realizzato il censimento, con il 9 ottobre come data di riferimento. C è quindi un prima e un dopo, che interrompe la confrontabilità diretta dei bilanci demografici annuali che tradizionalmente abbiamo utilizzato in questo capitolo per raccontare l evoluzione della popolazione in provincia di Como. Da una parte le anagrafi comunali hanno continuato a registrare i fatti rilevanti, quindi le nascite, le morti, i trasferimenti, dall altra il censimento è andato effettivamente a contare chi c è e chi non c è. E mancano all appello residenti. Si tratta di una perdita amministrativa determinata dalla pulizia degli archivi, un nuovo punto zero, un riallineamento da cui le anagrafi devono ripartire. L effetto è ovviamente dirompente: non si può per il momento fare un rapporto diretto tra i dati di fine 2010 e quelli di fine 2011: occorrerà aspettare la ricostruzione intercensuaria. Quello che si può fare, invece, è raccontare i fatti salienti del 2011 e utilizzare il confronto tra i censimenti del 2001 e 2011 per analizzare l evoluzione demografica. Per quanto riguarda il 2012, invece, i dati sono ancora parziali, fermi a novembre, ma ci consentono comunque di dire che il dato più aggiornato della popolazione residente in provincia di Como è di unità, mentre nel comune di Como risiedono persone. Il 2011 raccontato attraverso le anagrafi Tenendo presenti le considerazioni precedenti, si rileva che in provincia di Como nel corso del 2011 sono nate complessivamente persone (di cui femmine, pari al 48,8% del totale), in calo di 195 unità rispetto al Sono morti individui (di cui donne, pari al 53,3%), in calo di 79 unità rispetto all anno precedente. Si determina così un saldo naturale positivo pari a 254 unità, in diminuzione rispetto agli anni precedenti, come visibile nel grafico sottostante. Questo indicatore è superiore allo zero anche a livello regionale mentre, guardando l intero Paese, il valore è negativo per ben unità, in forte aggravamento rispetto agli anni precedenti. Serie storica delle nascite, delle morti e conseguente saldo naturale. Confronti territoriali. Anni Como Lombardia Italia '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 ' '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 Morti Fonte: Istat In provincia di Como c è stato anche un forte afflusso di immigrati (3.628) che hanno largamente compensato quelli che invece hanno lasciato Como per trasferirsi all estero (1.262), generando così Nati '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 Camera di Commercio di Como - 2

9 un saldo migratorio esterno pari a unità in più. Questo valore è positivo in Lombardia, ma anche in Italia ( persone, andando a compensare ampiamente il saldo naturale negativo). Anche le persone che sono arrivate a Como provenendo da comuni di altre province hanno superato quelle che se ne sono andate per risiedere altrove in Italia (saldo migratorio interno pari a unità). Gli stranieri che risultano residenti in provincia il 31 dicembre 2011 sono Il saldo naturale della popolazione straniera è positivo per ben 833 persone, vista la netta prevalenza delle nascite sulle morti. Dal confronto con i dati relativi all intera popolazione comasca è possibile dedurre che la crescita naturale rilevata in provincia è imputabile alla sola componente straniera, senza la quale il dato sarebbe risultato in flessione. Anche gli arrivi di stranieri dall estero hanno nettamente superato le partenze, determinando un saldo migratorio esterno positivo di ben unità. È altrettanto positivo il saldo migratorio interno: il numero degli stranieri che si sono iscritti in un comune della provincia comasca supera di 404 unità quello di chi si è cancellato per trasferirsi presso un'altra provincia italiana. Allo stesso tempo 510 persone sono uscite dal novero degli stranieri per avere acquisito la cittadinanza italiana (erano 763 nel 2010 e 888 nel 2009). L effetto dello svolgimento del censimento sul conteggio della popolazione straniera è stato però considerevole: la pulizia degli archivi anagrafici ha portato alla cancellazione di posizioni, il 56% delle correzioni complessive effettuate, come dire che più della metà delle imprecisioni registrate nei 10 anni intercensuari in provincia di Como riguardavano cittadini stranieri. I cambiamenti della popolazione in 10 anni: la fonte censuaria Passando quindi alla fonte censuaria per raccontare i principali cambiamenti intercorsi in 10 anni, si rileva che alla data del 9 ottobre 2011 la popolazione comasca residente ammontava a unità, in crescita del 9,2% rispetto al 2001 ( persone), variazione superiore a quella registrata a livello regionale (+7,4%) e nazionale (+4,3%). Tra le altre province lombarde solo Bergamo, Brescia e Lodi crescono a tassi più elevati. Il peso della popolazione comasca sul totale della Lombardia è pari a 4,5%. Variazione percentuale decennale della popolazione residente. Confronti territoriali 14,0 12,0 1 8,0 6,0 4,0 2,0 2,2 4,3 4,6 6,5 7,3 7,4 8,0 8,1 8,5 9,2 11,6 11,7 13,2 Fonte: Istat - censimenti Il numero di stranieri residenti in provincia di Como è pari a individui, triplicati in 10 anni ( unità), in linea con quanto accaduto in Lombardia (+196,4%) e in Italia (+201,8%). Il fenomeno è quindi cresciuto in modo fisiologico, ma rispetto alle altre province lombarde è partito in tempi più recenti: a Como l incidenza della popolazione straniera sul totale è tra le più basse (7,2% contro una media regionale del 9,8%), seguita solo da Sondrio (4,2%). Dieci anni fa il valore di partenza era molto contenuto: 2,7%. Camera di Commercio di Como - 3

10 Variazione percentuale decennale della popolazione straniera residente. Confronti territoriali ,5 331, ,3 253,5 182,5 195,1 196,0 196,4 201,8 215,2 218,6 220,3 159,9 10 Fonte: Istat censimenti Pavia, Lodi, Bergamo, Cremona, pur avendo un incidenza superiore, si dimostrano comunque maggiormente attrattive e infatti crescono a ritmi più sostenuti. Sul dato lombardo incide fortemente la realtà di Milano, che da sola conta il 40,5% degli stranieri presenti in regione. In questa provincia l incidenza della popolazione straniera sul totale dei residenti sfiora il 10%, ma i ritmi di crescita sono più modesti (+159,9%). Incidenza percentuale della popolazione straniera sul totale dei residenti. Confronti territoriali 14,0 12,0 1 8,0 6,8 7,2 7,5 7,6 8,6 9,8 9,9 10,1 10,2 10,3 12,1 12,5 6,0 4,0 2,0 1,4 4,2 2,3 2,7 2,8 2,9 2,2 3,5 4,0 2,7 3,2 3,3 4,1 4, Fonte: Istat - censimenti Si noti che a livello italiano si riscontrano valori molto più bassi rispetto alla Lombardia: l incidenza è del 6,8%, tre punti in meno rispetto alla media regionale. Si consideri inoltre che risiedono in Lombardia il 23% di tutti gli stranieri presenti sul territorio nazionale. Numero di stranieri residenti: incidenza percentuale delle province lombarde sul totale regionale Bergamo; 11,8 Brescia; 16,4 Milano; 40,5 Varese; 7,0 Mantova; 5,2 Pavia; 4,9 Como; 4,5 Cremona; 3,9 Fonte: Istat - censimenti Sondrio; 0,8 Lodi; 2,4 Lecco; 2,7 Camera di Commercio di Como - 4

11 Anni Anni La struttura della popolazione Per quanto riguarda la struttura della popolazione, il gruppo degli italiani e degli stranieri hanno caratteristiche molto diverse e ben rappresentate dal grafico della piramide delle età. Nel caso degli italiani la piramide (termine che ormai descrive in modo molto impreciso l impatto visivo della struttura demografica nazionale) ha la base molto stretta e la larghezza massima nella fascia tra 40 e 50 anni. Dopo questa età i valori si riducono, ma molto dolcemente, tanto che la classe degli over65 è molto affollata. Piramide delle età. Confronto tra italiani e stranieri. Provincia di Como. Anno 2011 Italiani residenti Stranieri residenti maschi Femmine Fonte: Istat - censimenti Maschi Femmine La piramide degli stranieri, invece, ha la base molto ampia, un punto di massimo tra i 30 e 40 anni, e poi una rapida diminuzione che porta in breve tempo ad una quasi scomparsa del fenomeno oltre la classe dei sessantacinquenni. Composizione percentuale della popolazione italiana e straniera per classi di età. Provincia di Como. Anno ,6 68,2 75,2 64, ,2 18,2 22,4 13,6 13,6 21,8 4,2 2,4 Stranieri italiani Stranieri Italiani e oltre Fonte: Istat censimenti Solo il 13,6% dei cittadini italiani residenti in provincia ha un età inferiore a 14 anni, contro il 22,4% degli stranieri. Al contrario il 21,8% ha più di 65 anni, contro il modesto 2,4% degli stranieri. La fascia compresa tra 15 e 64 anni pesa per il 64,6% tra gli italiani e per il 75,2% tra gli immigrati. Camera di Commercio di Como - 5

12 I residenti italiani sono invecchiati: gli over 65 sono il 21,8% del totale, 3,6 punti in più rispetto al Gli stranieri, al contrario, risultano mediamente più giovani: la classe degli anziani ha quasi dimezzato il proprio peso, già esiguo, passando da 4,2% a 2,4%. Al contrario è aumentato il peso dei minori di 14 anni, passato da 19,2% a 22,4%: ai nuovi arrivi si sommano infatti gli immigrati di seconda e terza generazione. Alla data del 31 dicembre 2011 si rileva che: l indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni, moltiplicato per 100) risulta pari a 143,3%, inferiore sia al dato regionale (145,6) che nazionale (148,6%); l indice di dipendenza strutturale (rapporto tra la popolazione in età non attiva minori di 14 anni e ultrasessantacinquenni - e la popolazione in età attiva moltiplicato per 100) risulta pari a 57,0%, di poco inferiore al dato regionale (58,0%) e nazionale (57,7%); l indice di dipendenza strutturale degli anziani (rapporto tra la popolazione di età 65 anni e più e la popolazione in età attiva anni, moltiplicato per 100) è pari a 33,6%, di poco più contenuto del dato medio regionale (34,4%) e nazionale (pari a 34,5%). Come facilmente prevedibile, la componente straniera 1 della popolazione residente registra dei valori completamente diversi: l indice di vecchiaia è pari a 10,9% (e non 143,3%), l indice di dipendenza degli anziani è del 3,3% (e non 33,6 come avviene tra gli italiani), vale a dire che ogni 100 persone in età lavorativa ci sono solo 3,3 individui di età superiore a 65 anni. La cittadinanza della popolazione straniera Volendo dare qualche indicazione sulla popolazione straniera classificata per Paese di cittadinanza, occorre purtroppo prendere in considerazione i dati al 1 gennaio 2011, gli ultimi disponibili. Graduatoria delle prime 20 cittadinanze presenti a Como. Confronto Fonte: Istat In estrema sintesi, la principale comunità presente in provincia è quella marocchina, con individui, equivalente all 11,9% del totale. Seguono per importanza i romeni (11,3%), gli albanesi (8,7%), i turchi (6,5%) e i tunisini (5,2%). Tra il 2002 e il 2010 alcuni gruppi hanno registrato delle vere 1 Dati al 9 ottobre Camera di Commercio di Como - 6

13 e proprie impennate: il numero dei romeni è quasi decuplicato, quello degli ucraini è cresciuto del ,7%, quello dei pachistani e degli equadoregni rispettivamente del % e del %. Al contrario, altre comunità sono rimaste pressoché stabili. Popolazione comunale La graduatoria dei 10 comuni più grandi resta inalterata rispetto a quella di dieci anni fa, con l eccezione di Cermenate che ha perso due posizioni passando dal settimo al nono posto. A Como abita il 14% della popolazione residente nel 2011 in provincia (era il 14,6% nel 2001), in crescita del 4,3% rispetto a dieci anni fa ( abitanti). A Cantù risiede il 6,6% della popolazione totale (+10,1%; abitanti), a Mariano il 4,0% (+15,9%; abitanti), Erba e Lurate sono invece pressoché stazionarie (+129 e +207 abitanti rispettivamente). Al contrario i comuni in assoluto più piccoli stanno diventando ancora più piccoli: Val Rezzo perde 38 abitanti (-17,5%), Peglio ne perde 12 (-6,1%) e Livo 18 (-8,7%). Cusino, Cavargna, Montemezzo e Pigra ne perdono diverse decine. Invece Zelbio e Trezzone resistono allo spopolamento (rispettivamente +25 e +35 abitanti). La popolazione comasca residente (valori assoluti) 2001/ I 10 comuni più grandi I 10 comuni più piccoli Le variazioni percentuali 2001/ ,5 I 10 comuni che crescono di più... 40,5 39,1 33,5 29,9 24,6 23,7 23,7 23,3 22,7-5, , ,0-8,8... e i 10 comuni che crescono di meno -9,1-10,4-11,9-12,7-15,2-17,2-17,5-19,3-23,2 Fonte: Istat-censimenti Gli incrementi e i decrementi maggiori non riguardano solo i piccoli comuni, come ci si potrebbe aspettare, ma anche centri di dimensioni un po più significative. È il caso di Limido Comasco (+67,5%; abitanti), Cassina Rizzardi (+33,5%; +796 abitanti), Bulgarograsso (+29,9%; +894 abitanti) o Faloppio (+23,7%; abitanti). Al negativo, invece, Garzeno (-17,2%; -177 abitanti). Camera di Commercio di Como - 7

14 LA DEMOGRAFIA D IMPRESA Il quadro generale Questo capitolo è dedicato alla demografia d impresa ed è basato su dati di fonte Infocamere, desunti dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio 2. Al 31 dicembre 2012 la consistenza delle imprese registrate all anagrafe camerale era di unità contro le unità del dicembre Nell anno 2012 si è purtroppo confermato il progressivo peggioramento della dinamica imprenditoriale in provincia di Como, già presente l anno precedente (a fine 2010 la consistenza era di unità). Lo stock delle imprese registrate nel 2012 si è mantenuto comunque superiore rispetto a quello dell annus horribilis 2009 ( unità). Nel corso dell anno 2012 si sono verificate iscrizioni e cancellazioni; tra queste si contano 158 cancellazioni d ufficio 3 di imprese non più operative da almeno tre anni. Rispetto all anno precedente le nuove iniziative sono diminuite del 2,3%, mentre le cancellazioni non d ufficio sono aumentate del 14,6% 4. Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è risultato pertanto negativo sia per il minor numero delle prime che per il deciso aumento delle seconde Iscrizioni, cancellazioni (al netto delle cancellazioni d'ufficio) e saldo delle sedi d'impresa Iscrizioni Cancellazioni Saldo -157 La diminuzione delle nuove iniziative imprenditoriali risulta in linea con il dato della Lombardia, mentre a livello nazionale la decrescita appare meno marcata (-1,9%). Preoccupa maggiormente il 2 La fonte di tutti i grafici è il Registro delle Imprese (Infocamere), salvo quando diversamente indicato. 3 A partire dal 2005, in applicazione del D.P.R. 247 del 23/07/2004, le Camere di Commercio possono procedere alla cancellazione d ufficio dal Registro delle Imprese di aziende non più operative da almeno tre anni. Pertanto, le cancellazioni effettuate in un certo periodo vengono distinte in cessazioni d ufficio (compiute a fronte di adempimenti giuridico-amministrativi riferibili a fatti economici anche molto lontani nel tempo) e in cessazioni non d ufficio. Queste ultime sono eseguite a fronte di specifiche domande/denunce di parte: per le imprese individuali la cessazione dell attività è generalmente contestuale alla cancellazione dell impresa, mentre per le società la cancellazione dal Registro Imprese è la fase conclusiva di un processo che può durare nel tempo e il cui inizio è determinato dall entrata in scioglimento e liquidazione. 4 Per quanto detto in nota 1, l analisi seguente verrà effettuata considerando le cessazioni non d ufficio. Camera di Commercio di Como - 8

15 forte aumento delle cancellazioni non d ufficio, pari a +14,6%, rispetto al dato regionale (+8,9%) e nazionale (+7%). L indice di natalità (definito come il rapporto tra nuove iscrizioni rilevate nel periodo e consistenza del periodo precedente) delle imprese in provincia di Como nel 2012 è risultato del 6,2%, leggermente inferiore a quello del 2011 (6,3%), a conferma di un trend negativo pluriennale (nel 2008 era pari al 7%). La natalità più elevata è quella delle ditte individuali (8,4%), seguono le altre forme (soprattutto società cooperative, 6,3%), le società di capitali (5,1%) e infine le società di persone (2,9%). L indice di mortalità (vale a dire il rapporto tra cessazioni non d ufficio e consistenza del periodo precedente) è risultato del 6,5%, in aumento rispetto al 5,7% del L indice di sviluppo (ovvero il rapporto tra saldo iscrizioni-cessazioni non d ufficio e consistenza del periodo precedente) è risultato del -0,31%, per la prima volta negativo rispetto ai quattro anni precedenti, in controtendenza rispetto al dato nazionale (+0,31%) e regionale (+0,6%, addirittura doppio rispetto a quello nazionale); nel Nord-Ovest lo sviluppo è risultato pari a +0,25%. 2,00 Indice di sviluppo delle imprese. Confronti territoriali. Anni ,50 1,00 0,50 0-0,50 0,60 0,31-0, Como Italia LOMBARDIA Quanto all analisi delle iscrizioni e cessazioni per settori di attività, i dati appaiono significativi solo con riferimento alla mortalità d impresa e non alla natalità: con l entrata in vigore della Comunicazione Unica, infatti, una grossa fetta delle nuove iscrizioni (939 su 3.138) non ha una precisa attribuzione del codice economico di appartenenza e rientra quindi nel gruppo delle non classificate. Solo con la successiva dichiarazione di inizio attività le cose si chiariscono. Concentrandosi quindi sulle sole cessazioni e sul loro andamento nel tempo, si rileva rispetto al 2011 una crescente incidenza delle cancellazioni nei settori delle costruzioni e del manifatturiero, a vantaggio del terziario. In valori assoluti, invece, prevale il terziario (55,2%) e seguono le costruzioni (24%) e il manifatturiero (13,3%), coerentemente con l incidenza che questi settori hanno sul totale delle imprese attive. All interno del manifatturiero i settori più colpiti sono il tessile, il mobile e la carpenteria metallica. Secondo la forma giuridica, nel 2012 le società di capitali e soprattutto le altre forme di impresa hanno manifestato uno sviluppo positivo (rispettivamente +1,2% e +2,2%), mentre è risultato negativo l indice relativo alle società di persone e alle ditte individuali. Camera di Commercio di Como - 9

16 Indice di sviluppo delle imprese per forma giuridica. Anni ,00 3,00 2,00 1,00 0-1,00-2, Società di capitali Società di persone Ditte individuali Altre Forme TOTALE A fine 2012, tra le imprese attive iscritte al Registro delle Imprese di Como la forma giuridica preponderante è quella della ditta individuale: sono (pari al 54% del totale) e risultano concentrate nei settori delle costruzioni (6.764 unità, il 74% delle imprese del settore), del commercio (6.274 unità pari ad un incidenza del 62% sul totale di settore), del manifatturiero (2.612 imprese con un peso del 38%) e dei pubblici esercizi (1.388 unità pari al 43% del totale di settore). Si noti, inoltre, che questa forma giuridica risulta preferita da oltre 8 imprese su 10 nel settore dell agricoltura e pesca (1.819 unità) e da oltre 7 imprese su 10 nel comparto delle altre attività di servizi (soprattutto servizi alla persona, ditte). Consistenza imprese per forma giuridica (valori percentuali). Anno 2012 Altre forme 2% Società di capitali 21% Ditte indiv. 54% Società di persone 23% Le imprese che scelgono la veste delle società di persone sono , pari al 23% del totale. Si tratta della forma giuridica più utilizzata nel settore dei pubblici esercizi, dove l incidenza supera il 43%. Tuttavia, in termini di numerosità, le società di persone risultano maggiormente concentrate nel commercio (2.179 imprese, con un peso del 22%) e nel manifatturiero (2.080 unità, con un peso del 30%). Le società di capitali attive in provincia di Como sono e rappresentano meno del 21% del totale. Questa forma giuridica è maggiormente presente nel manifatturiero (in cui l incidenza è pari al 31,3% del totale di settore), nelle attività immobiliari (55%), nei servizi alle imprese (34%). Rispetto a Como, il dato regionale lombardo (condizionato fortemente dalla provincia di Milano) evidenzia una maggiore incidenza delle società di capitali (quasi il 27% del totale) e, per effetto composizione, un minor peso delle ditte individuali (51%) e delle società di persone (19%). In generale, escludendo Camera di Commercio di Como - 10

17 Milano, la consistenza delle imprese comasche classificate per forma giuridica appare simile a quanto rilevato nelle altre province lombarde. Infine, l insieme delle Altre forme rappresentava in provincia circa il 2% del totale delle imprese. Entrando nel dettaglio dell attività economica, nel comparto della sanità e dell assistenza sociale questa forma giuridica rappresenta il 44% delle imprese totali di settore, con 168 unità. Seguono per importanza il settore dell istruzione (100 unità, pari al 47%) e del trasporto e magazzinaggio (102 unità, pari all 8%). Analizzando la consistenza delle imprese per settore di attività, si rileva la prevalenza del comparto del terziario, con unità attive, pari al 59% del totale. Seguono per importanza le costruzioni (9.186 unità, con un peso pari al 20%) e il manifatturiero (6.870 imprese, pari al 15% del totale). Consistenza imprese per settore di attività (valori percentuali). Anno 2012 Varie 1% Agr. 5% Manif. 15% Terziario 59% Costr. 20% Il settore terziario è l unico a crescere: +0,4% rispetto all anno precedente, con un trend crescente e costante, come visibile in grafico. I settori delle costruzioni e del manifatturiero flettono entrambi di oltre 2 punti percentuali. Per il manifatturiero, tuttavia, il calo è iniziato molto tempo fa. Rimane invariato il numero delle imprese del comparto agricolo, che incide per circa il 5%. Serie storica delle imprese attive nei settori delle costruzioni, servizi e manifatturiero. Numero indice 2009= ,0 103,4 102, ,5 98,0 96,0 94,0 94,4 92, Costruzioni Manifatturiero Servizi All interno del settore manifatturiero il comparto più rappresentativo è quello della metalmeccanica con imprese attive nel 2012, in flessione del 3,3% rispetto all anno precedente. A fronte di una Camera di Commercio di Como - 11

18 sostanziale tenuta del settore tessile-abbigliamento con imprese attive, si rileva una diminuzione nel comparto del mobile (-3,3% con unità). Consistenza imprese nel settore manifatturiero (valori %) Mobili 17% Altre 14% Alimentari 5% Tessile-Abbigl. 21% Metalmeccanica 31% Chimica 1% Gomma-Plastica 2% Legno-cartastampa 11% Rispetto alla stazionarietà media del settore terziario, si rileva la flessione delle attività immobiliari (con imprese attive), dei trasporti e magazzinaggio (1.339 unità) e delle attività finanziarie e assicurative (1.050 imprese). Tale arretramento è compensato dalla tenuta del settore del commercio (che rappresenta oltre un terzo del terziario con imprese) e dall aumento delle imprese dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,4%; unità). Consistenza imprese nel settore terziario (valori %) - Anno 2012 Attività artistiche 2% Attività finanziarieassicurarive 4% Istruzione 1% Sanità 1% Servizi comunicaz. 3% Trasporto 5% Commercio-rip.veicoli 37% Noleggio 5% Attività profession.- scientifichetecniche 7% Immobiliari 14% Alloggio-ristorazione 13% Altre Attività 8% Demografia delle imprese artigiane Nell anno 2012 il comparto artigiano ha dovuto registrare un ulteriore flessione rispetto al dato già deludente dell anno precedente, in linea comunque con l andamento nazionale e regionale. A fine anno la consistenza delle imprese artigiane comasche attive ammontava a unità, con una diminuzione di circa l 1,7% rispetto al 2011, calo ben più marcato rispetto a quello delle imprese nel loro complesso (-0,3%). Camera di Commercio di Como - 12

19 Iscrizioni, cancellazioni (al netto delle cancellazioni d'ufficio) e saldo delle sedi d'impresa artigiana Iscr. Canc. Saldo L analisi della nati-mortalità delle imprese artigiane nel 2012 mette in evidenza che, a fronte di iscrizioni (+1,6% rispetto al 2011), si sono verificate ben cancellazioni (+21,5% rispetto al 2011), la stragrande maggioranza delle quali erano ditte individuali. Si tratta dunque di una perdita secca di 282 imprese artigiane in provincia, con un indice di sviluppo (rapporto tra il saldo iscrizionicessazioni non d ufficio e consistenza periodo precedente) pari a -1,6%, che risulta essere molto preoccupante se confrontato con quello dell anno ,50 1,00 0,50 0-0,50-1,00-1,50-2,00 Indice di sviluppo delle imprese artigiane. Anni Confronti territoriali e con il totale delle imprese Como Italia Lombardia 1,50 1,00 0,50 0-0,50-1,00-1,50-2,00 1,00 1,20 0,63-0,32 1,19 0,95 0,66-0,12-0,31-1, Art. Tot.Imprese Analizzando i singoli settori di attività, viene confermata la prevalenza numerica delle costruzioni (43,5% del totale delle imprese artigiane) con unità attive, in calo del 2,6% rispetto al 2011 (- 209 imprese). E significativo rilevare che le imprese artigiane rappresentano l 84% di tutte le imprese nel settore delle costruzioni. Anche il comparto manifatturiero (4.403 aziende artigiane attive, il 24,8% del totale) ha chiuso il 2012 con un calo rilevante (-2,8% rispetto all anno precedente), dovuto in buona parte alle attività metalmeccaniche (che hanno fatto registrare un calo del 4,2% delle proprie unità) e alla fabbricazione di mobili (-3,2%). L incidenza delle imprese artigiane in questo comparto sul totale delle imprese si è mantenuta comunque molto alta, pari al 64,1%. Camera di Commercio di Como - 13

20 Nell ambito del terziario (5.478 imprese attive, pari al 30,9% del totale), a fronte di una tenuta delle attività del commercio e riparazione veicoli è evidente il continuo arretramento delle attività di trasporto e magazzinaggio (-2,6%). Note positive vengono dall aggregato del noleggio, agenzie di viaggio e servizi operativi di supporto alle imprese: il settore si dimostra in continua crescita con un +3,1% su base annua e un +19% rispetto al 2009 (+111 nuove imprese in tre anni). Anche per i servizi di alloggio e ristorazione l anno si è chiuso in crescita: +6,7% rispetto alla consistenza di fine 2011, addirittura +20% rispetto al 2009 (+68 nuove imprese). Con riferimento a questi ultimi due aggregati, l incidenza delle imprese artigiane sul totale delle imprese è in crescita. Per quanto riguarda infine la consistenza delle imprese artigiane per forma giuridica, si conferma la netta prevalenza delle ditte individuali (che rappresentano il 73,7% del totale), seguite dalle società di persone (pari al 22,2%). Le società di capitali sono in crescita, ma per ora costituiscono solo il 4,1% del totale. Le imprese femminili Alla fine del 2012 risultavano registrate all anagrafe camerale di Como imprese femminili 5, in crescita del +0,3% rispetto al 2011 (+34 unità), in linea con l andamento regionale escludendo Milano. Il dato è in controtendenza rispetto alla contestuale contrazione registrata dal totale delle imprese comasche. Il conseguente tasso di femminilizzazione 6 (che rappresenta il peso che le aziende guidate da donne hanno all interno del sistema imprenditoriale) è quindi cresciuto dal 20,3% al 20,5%, a riprova che l imprenditorialità al femminile, anche in tempo di crisi, mostra di avere una marcia in più. Nel 2012 l incidenza delle aziende femminili sul totale è risultata perfettamente in linea con il dato regionale, mentre a livello nazionale la quota è stata superiore al 23%. Consistenza imprese femminili per attività economica. Graduatoria anno Per imprese femminili si intende l'insieme delle imprese in cui la partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50% mediando tra le quote di partecipazione al capitale sociale e le cariche amministrative attribuite. L analisi svolta riguarda l insieme delle imprese registrate all anagrafe camerale. 6 Il tasso di femminilizzazione è dato dal rapporto fra le imprese femminili e il totale delle imprese. Camera di Commercio di Como - 14

21 Sviluppando l'analisi per attività economica e per livello di incidenza sul totale delle imprese, si rileva la quota maggiore di imprese rosa nei servizi alle persone, che contano imprese femminili registrate, pari al 42,5% del totale del comparto. Seguono i pubblici esercizi, con un peso del 30% e aziende. Le imprese femminili che si occupano di agricoltura, di servizi alle imprese (con aziende) e di commercio (in valore assoluto il settore principale con unità) rappresentano circa il 25% del totale dei rispettivi comparti. Le imprese del manifatturiero valgono il 17% del totale del settore. Con riferimento all anno 2011, sono risultate in crescita soprattutto le attività relative ai pubblici esercizi (+3,3%, pari a 35 aziende in più); sono in lieve aumento anche i settori del commercio (+16 imprese), dei servizi alle persone e del manifatturiero (+15 unità). Passando ad analizzare la forma giuridica delle imprese femminili, i dati al 31 dicembre 2012 confermano la numerosità delle ditte individuali, pari al 49,6% del totale, seguite dalle società di persone e dalle società di capitali che rappresentano rispettivamente il 31,3% e il 17,3% del complesso delle aziende femminili comasche. Consistenza imprese femminili per forma giuridica - Anno 2012 Altre forme 1,8% Società di capitali 17,3% Ditte indiv. 49,6% Società di persone 31,3% Dal confronto con l anno 2011, si evince che la soprarichiamata crescita delle imprese rosa dipende dall aumento delle ditte individuali (+45 unità), mentre il numero delle società di persone e di capitali è in flessione, seppur lieve. Questo orientamento dell imprenditoria femminile in provincia di Como risulta in controtendenza rispetto alle altre province lombarde, che vedono tutte un incremento delle società di capitali, veste sicuramente più strutturata e solida dal punto di vista organizzativo e patrimoniale. La scelta della ditta individuale (come forma d impresa di più facile costituzione) può rappresentare per le donne (ma a maggior ragione anche per giovani e stranieri) un importante chiave di accesso al mercato del lavoro, soprattutto in questa difficile fase economica, ma costituisce al contempo un fattore di fragilità del sistema imprenditoriale. Le imprese giovanili In un Paese in crisi demografica oltre che economica, anche il tessuto imprenditoriale invecchia. Alla fine del 2012 risultavano registrate all anagrafe camerale di Como imprese giovanili 7, il 7 Per imprese giovanili si intende l'insieme delle imprese in cui la partecipazione di persone under 35 risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite (vale a dire ditte individuali il cui titolare abbia meno di 35 anni, società di persone in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni, società di capitali in cui la media dell età dei soci e degli amministratori sia inferiore allo stesso limite di età). L analisi svolta riguarda l insieme delle imprese registrate all anagrafe camerale. Camera di Commercio di Como - 15

22 6% in meno rispetto al 2011 (-328 unità), una flessione più marcata rispetto alla media regionale (- 3,7%) e peggiore di tutte le altre province lombarde escluse Lodi e Mantova. L incidenza delle imprese giovanili (cioè il peso delle aziende guidate da under 35 nel sistema delle imprese) è diminuita dal 10,8% del 2011 al 10,2% del A livello regionale le aziende giovanili rappresentano il 9,7% del totale, mentre a livello nazionale la quota è stata di poco superiore all 11%. Non deve sorprendere che l incidenza dell imprenditoria giovanile sia minore in Lombardia rispetto al resto del Paese: nella nostra regione e in generale in tutto il Nord le imprese giovani devono confrontarsi con un insieme di attività imprenditoriali storicamente più radicato. Detto ciò, rimane comunque centrale il tema del ricambio imprenditoriale, anche nei territori ad alta densità d impresa. Consistenza imprese giovanili per attività economica. Graduatoria anno Analizzando l imprenditoria giovanile per attività economica e per livello di incidenza sul totale delle imprese, si riscontra la maggiore concentrazione (in valori assoluti) di imprese di under 35 nel settore delle costruzioni: al 31 dicembre 2012 erano 1.481, pari al 15,3% del totale di settore. Segue il commercio con 963 unità registrate, le quali rappresentano però solo l 8,9% del totale del comparto. Gli altri settori economici a maggiore presenza di imprese giovanili sono le attività dei servizi alle imprese (693 unità, pari all 8,2% del totale di settore), dei pubblici esercizi (474 aziende e incidenza del 12,9%), dei servizi alle persone (410 unità e peso del 12,1%) ed il manifatturiero (364 imprese con un incidenza ridotta del 4,6% sul totale del comparto). Un approfondimento merita il dato relativo all agricoltura: alla fine del 2012 le imprese agricole di under 35 erano 292, in crescita del 3,5% rispetto al 2011 (in valori assoluti l incremento è di 10 unità). L incidenza delle imprese giovanili sul totale delle aziende agricole è risultata nel 2012 pari al 13,2%: valore ben superiore sia al dato regionale (7,6%) che nazionale (7,2%), a conferma dell interesse mostrato dai giovani comaschi per il settore primario. Oltre all agricoltura, solo le attività turistiche (alberghi e ristoranti) hanno fatto registrare un incremento delle imprese (+4,9%, pari a 22 aziende in più): tutti gli altri settori hanno mostrato flessioni anche consistenti. Passando ad analizzare la forma giuridica delle imprese giovanili, i dati al 31 dicembre 2012 confermano la netta preminenza delle ditte individuali, pari al 76,9% del totale, seguite dalle Camera di Commercio di Como - 16

23 società di persone e dalle società di capitali che rappresentano rispettivamente l 11,2% e l 11,1% del complesso delle aziende di under 35. Consistenza imprese giovanili per forma giuridica. Anno 2012 Ditte indiv. 77,0% Società di persone 11,2% Le imprese straniere Società di capitali 11,1% Altre forme 0,7% Al 31 dicembre 2012 le imprese straniere 8 registrate all anagrafe camerale comasca erano 4.351, pari all 8,6% del totale delle imprese provinciali, dato che situa il nostro territorio a metà strada tra la media regionale del 9,5% e quella nazionale del 7,8%. L imprenditorialità straniera è risultata decisamente vivace anche in questo periodo di crisi economica: rispetto al 2011 l insieme di queste aziende è cresciuto del 5,1% (pari a 211 unità in più), a fronte di una flessione del sistema delle imprese nel suo complesso dello 0,5% (corrispondente a 277 aziende in meno). Il tasso di sviluppo provinciale delle imprese straniere è stato in linea con l andamento nazionale, mentre in Lombardia si è verificata una crescita ancora più rilevante (+5,8%, pari a circa unità in più). Consistenza imprese straniere per attività economica. Graduatoria anno Per imprese straniere si intende l'insieme delle imprese in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiori al 50% mediando tra le quote di partecipazione al capitale sociale e le cariche amministrative attribuite. La condizione di non nate in Italia non ha un diretto collegamento con quella di cittadinanza: secondo la definizione adottata, non risultano compresi tra gli stranieri i cittadini stranieri nati in Italia, mentre sono inclusi i cittadini italiani nati all estero. Camera di Commercio di Como - 17

24 L incidenza delle imprese straniere sul tessuto imprenditoriale risulta determinata da fattori prettamente demografici, oltre che economici. Per quanto riguarda la demografia, la popolazione straniera è in costante aumento, anche se la crisi economica potrebbe portare ad un inversione di tendenza, con conseguenti riflessi anche sulla struttura imprenditoriale. Secondo i dati ISTAT relativi al censimento della popolazione 2011, gli stranieri residenti in provincia di Como ammontavano a individui, equivalenti al 7,2% della popolazione complessiva, incidenza che si pone tra la media regionale (9,8%) e nazionale (6,8%). 2 17,5 15,0 12,5 1 7,5 5,0 2,5 Incidenza percentuale delle imprese straniere sul totale delle imprese. Graduatoria. Confronti territoriali anno ,7 Como Lombardia Italia 11,6 10,1 7,8 5,0 4,8 4,1 1,7 1,6 8,5 Per quanto riguarda il fattore economico, bisogna sottolineare che il sistema produttivo lombardo è particolarmente sviluppato e che al suo interno l imprenditoria nazionale ha lasciato ampi spazi disponibili a quella straniera, soprattutto in determinati settori: le costruzioni, i pubblici esercizi, i trasporti e magazzinaggio, il commercio. La crescita del numero di imprese straniere è un dato riscontrabile in tutti i settori dell attività economica, con percentuali a doppia cifra nei comparti dell agricoltura, degli alloggi e ristorazione, dei servizi alle persone. In valori assoluti il settore più rilevante è di gran lunga quello delle costruzioni con imprese (che rappresentano il 18,7% del totale, una quota in linea con la media regionale), seguito da quello del commercio (848 unità con un incidenza sul totale del 7,8%, sotto la media lombarda del 10,4%). Gli altri settori importanti sono i servizi alle imprese (426 imprese), i pubblici esercizi (con 373) e il manifatturiero (321 aziende), tutti con pesi inferiori alla media regionale. Consistenza imprese straniere per forma giuridica. Anno 2012 Ditte indiv. 8% Società di persone 8,3% Società di capitali 10,2% Altre forme 1,5% Camera di Commercio di Como - 18

25 Con riferimento alla forma giuridica delle imprese straniere, i dati al 31 dicembre 2012 confermano la netta preminenza delle ditte individuali (la forma meno strutturata d impresa), con una quota decisamente importante pari all 80% del totale, seguite dalle società di capitali e dalle società di persone che rappresentano rispettivamente il 10,2% e l 8,3% delle aziende straniere in provincia. I Contratti di rete Il contratto di rete è stato introdotto nel 2009 e la disciplina ha subito successive modificazioni nel 2010 fino a pervenire all assetto attuale. Si tratta di uno strumento contrattuale privo di soggettività giuridica che si aggiunge a quelli disponibili, in particolare ai consorzi e alle ATI per arricchire la scelta diretta a realizzare forme di collaborazione inter-imprenditoriale. Numerosità dei contratti di rete e dei soggetti che li hanno sottoscritti. Province lombarde. Situazione al 29 dicembre Numero di Contratti di rete Soggetti partecipanti Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere - Infocamere Chi compone la rete? Con riferimento alla provincia di Como, alle reti costituite con contratto di rete partecipano in prevalenza piccole e medie imprese, per lo più strutturate in forma di società di capitali. Ancora limitato risulta il coinvolgimento di ditte individuali e di società di persone: segnale di un avvicinamento tuttora molto circoscritto al contratto di rete da parte delle micro-imprese e di quelle della fascia più bassa delle piccole. Questa tendenza risulta ancora più marcata a livello regionale, dove emerge anche una consistente partecipazione (l 11% del totale) di soggetti diversi dalle imprese come le cooperative, le fondazioni, ecc. Camera di Commercio di Como - 19

26 Forma giuridica dei soggetti partecipanti alla rete. Provincia di Como. Situazione al 29 dicembre Forma giuridica dei soggetti partecipanti N di soggetti partecipanti per forma giuridica % soggetti partecipanti sul totale - Como Media % soggetti partecipanti - Lombardia Società di capitale 33 69,0 76,0 Società di persone 10 21,0 9,0 Ditte individuali 3 6,0 4,0 Altre forme 2 4,0 11,0 Totale Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere - Infocamere Che cosa fanno le reti e i loro aderenti? A livello provinciale l attività delle reti ha riguardato in prevalenza il settore industriale (56% dei soggetti), seguito dai servizi (23%), dalle costruzioni (19%) e dall agricoltura (2%). La ripartizione dei soggetti tra i settori di operatività risulta diversa in ambito regionale, dove industria e servizi assumono lo stesso peso (43% dei partecipanti), le costruzioni incidono per il 13%, il settore agricolo è quasi assente (meno dell 1%). Settore di operatività delle imprese partecipanti alla rete. Provincia di Como. Situazione al 29 dicembre Settore di attività economica N di soggetti partecipanti % soggetti partecipanti Media % soggetti per settore sul totale - Como partecipanti - Lombardia Agricoltura ed estrazioni 1 2,0 1,0 Industria in senso stretto 27 56,0 43,0 Costruzioni 9 19,0 13,0 Servizi 11 23,0 43,0 Non classificati ATECO 0 1,0 Totale Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere - Infocamere Le industrie culturali e creative Le industrie culturali e creative rappresentano una frontiera avanzata dello sviluppo economico contemporaneo. Lo stretto legame tra sviluppo economico e creatività è stato enunciato con chiarezza nel 2010 nel Libro verde - Le industrie culturali e creative, un potenziale da sfruttare della Commissione Europea 9. A livello globale, le industrie creative sono in rapida espansione, in particolar modo nelle principali economie emergenti, dove la crescita dell economia e del reddito disponibile alimenta una nuova domanda di beni e servizi creativi. 9 Cfr. European Commission (2010), Green paper. Unlocking the potential of cultural and creative industries, Bruxelles. Nel maggio 2007 la Commissione Europea ha emanato inoltre l Agenda Europea per la Cultura in un Mondo in Via di Globalizzazione, con tre obiettivi principali e interconnessi: promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale; promozione della cultura quale catalizzatore della creatività nel quadro della Strategia di Lisbona; promozione della cultura come fattore di sviluppo delle relazioni internazionali dell Unione europea. Camera di Commercio di Como - 20

27 A livello nazionale, a partire dal 2011 UNIONCAMERE e Fondazione Symbola pubblicano il rapporto L Italia che verrà, con l obiettivo di definire le dimensioni e il ruolo che la produzione di cultura assume all interno del nostro tessuto economico. Il sistema produttivo culturale viene definito come quel complesso di attività economiche d impresa che - partendo dalle basi di un capitale culturale riguardante non solo il patrimonio storico, artistico e architettonico, ma anche l insieme di valori e significati che caratterizzano il nostro sistema socio-economico arrivano a generare valore economico ed occupazionale, concorrendo al processo di creazione e valorizzazione culturale. Le categorie di attività economica individuate sono state raggruppate secondo quattro settori corrispondenti alle diverse aree di produzione di valore economico a base culturale e creativa, rappresentative di tutte le possibili interazioni esistenti tra cultura ed economia: industrie culturali (film, video, tv, radio, videogiochi, musica, libri e stampa); industrie creative (design, architettura, pubblicità, artigianato artistico); patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici); performing arts e arti visive (teatro, danza, circo, festival, pittura, scultura, fotografia). Il sistema produttivo culturale in Italia e nelle province italiane Il valore aggiunto prodotto in Italia nel 2011 dal sistema produttivo culturale come sopra definito è stato determinato in quasi 76 miliardi di euro, pari al 5,4% del totale dell economia, un valore in leggera crescita se confrontato con il 5,3% relativo alle analoghe stime effettuate per il L occupazione impegnata nelle imprese culturali viene calcolata in circa 1 milione e 390 mila persone, corrispondenti al 5,6% del totale degli occupati del Paese. È da sottolineare che in questo caso il confronto con il 2007, anno in cui il contributo in termini di occupati risultava pari al 5,3%, evidenzia un incremento più accentuato, con una crescita dell incidenza di tre decimi di punto. L industria culturale sembra dimostrare dunque una particolare tenuta occupazionale, visto che il numero di occupati del settore dal 2007 al 2011 è cresciuto a un ritmo medio annuo dello 0,8% a fronte di una flessione dello 0,4% riscontrata per l intera economia nazionale. Del resto, anche in termini di valore aggiunto, la crescita nominale media annua del settore culturale (+0,9%) si è dimostrata superiore a quella media complessiva del Paese (+0,4%) 10. Per la prima volta, Unioncamere e Fondazione Symbola hanno reso disponibili, per la componente privata del sistema produttivo culturale, i dati territoriali. A Como il 6,5% del valore aggiunto provinciale deriva da attività collegate alla cultura: si tratta di uno dei valori più alti a livello nazionale (la media è del 5,4%). A livello regionale (media 6,3%) Como è seconda preceduta solo da Milano (8,0%). Le voci più rielvanti sono quelle dell artigianto, dell editoria e del design. Afferiscono alla cultura comasca addetti, pari al 7,2% del totale dell economia, valore di gran lunga superiore alla media regionale (6,3%) e nazionale (5,6%) Per quanto riguarda il numero delle imprese appartenenti al sistema produttivo culturale, in Italia è stato stimanto per l anno 2011 un valore pari a unità, corrispondenti al 7,3% del totale delle attività economiche. 10 In tale contesto, assume particolare rilievo l iniziativa lanciata nel febbraio 2012 dal Sole 24 Ore, finalizzata a promuovere un Manifesto della cultura dal titolo Niente cultura, niente sviluppo, creando uno spazio di dibattito sulla testata. Camera di Commercio di Como - 21

28 Prime 10 posizioni della graduatoria delle province italiane in base all incidenza delle imprese registrate del sistema produttivo culturale sul totale dell economia. Anno N Provincia Numero imprese registrate Incidenza % sul totale provinciale 1 Firenze ,8 2 Milano ,7 3 Monza e Brianza ,3 4 Como ,3 5 Arezzo ,3 6 Roma ,5 7 Pisa ,3 8 Lecco ,1 9 Trieste ,6 10 Bologna ,6 Lombardia ,8 Italia ,3 Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Infocamere, Movimprese La regione Lombardia è risultata in testa alla graduatoria per incidenza delle imprese culturali con oltre 84mila aziende che rappresentano l 8,8% dello stock complessivo regionale. La prima provincia per presenza di industrie culturali sul totale delle attività economiche è Firenze, in cui le oltre 12 mila e 800 imprese culturali incidono per l 11,8% sul totale delle imprese registrate. Seguono in classifica Milano, dove l analoga quota risulta pari al 10,7% e Monza-Brianza. Como è quarta nella graduatoria nazionale, con imprese e un incidenza del 10,3% sul totale delle attività economiche presenti. Incidenza delle imprese registrate del sistema produttivo culturale sul totale dell economia. Graduatoria delle province lombarde. Anno ,0 1 8,0 6,0 10,7 10,3 10,3 9,1 8,8 7,8 7,3 6,8 6,8 6,6 6,2 6,2 5,3 4,0 2,0 Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Infocamere, Movimprese Analizzando la situazione della provincia di Como con riferimento alla distribuzione delle imprese nei diversi settori del sistema produttivo culturale, si nota che il nostro sistema imprenditoriale si è Camera di Commercio di Como - 22

29 sviluppato soprattutto in due ambiti: il design e l artigianato artistico, che rappresentano il 45% del totale. Incidenza percentuale delle imprese culturali di COMO sul totale LOMBARDIA nei diversi settori. Graduatoria anno ,0 12,0 11,6 11,2 1 8,0 6,0 4,0 2,0 6,2 5,5 5,1 4,7 3,8 3,2 3,0 3,0 2,9 Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere Infocamere, Movimprese Camera di Commercio di Como - 23

30 SISTEMA DI MONITORAGGIO ANNUALE DELLE IMPRESE E DEL LAVORO (SMAIL) Il quadro generale Il sistema informativo SMAIL 11 raccoglie i dati statistici sulle imprese e sulle unità locali economicamente attive 12 nella provincia di Como e sui corrispondenti addetti. Il campo di osservazione è costituito dalle imprese e dagli altri soggetti tenuti all iscrizione al Registro Imprese della Camera di Commercio di Como. Vengono considerate sia le imprese con sede nel territorio che le imprese con sede fuori provincia e unità locali nel territorio comasco. Le informazioni provenienti dal Registro Imprese sono analizzate e confrontate con i dati provenienti dagli archivi INPS per verificarne la validità e per completare eventuali carenze. Le elaborazioni statistiche del processo di produzione di SMAIL consentono di verificare l effettiva esistenza delle imprese iscritte e delle relative unità locali 13, purché abbiano addetti (dipendenti o imprenditori che operano attivamente al conseguimento dell oggetto sociale). Con l aggiornamento relativo al 2011, sono stati revisionati e integrati i dati degli anni precedenti sulla base delle nuove informazioni resesi nel frattempo disponibili. Secondo gli ultimi dati disponibili, le unità locali con addetti attive in provincia di Como al 31 dicembre 2011 erano , in crescita rispetto all anno 2010 dell 1,4% (corrispondente a circa 700 unità in più). Nello stesso periodo gli addetti (imprenditori e dipendenti) erano , in flessione dello 0,4% rispetto al 2010 (vale a dire una perdita di circa 800 addetti in 12 mesi). Numero di unità locali con addetti e numero di addetti. Provincia di Como. Anni Unità locali Addetti La fonte di tutti i grafici e di tutti i dati citati è l archivio SMAIL. 12 Sono considerate unità economicamente attive quelle che operano con almeno un addetto, dipendente o imprenditore. 13 SMAIL prende in considerazione solo le unità locali con almeno un addetto, escludendo quindi eventuali magazzini, esposizioni senza vendita e similari, nonché tutte le posizioni in stato concorsuale. Camera di Commercio di Como - 24

31 Utilizzando i dati SMAIL si può analizzare l andamento dei settori produttivi comaschi e della loro occupazione nel periodo Composizione percentuale delle unità locali e degli addetti per attività economica. Anno 2011 Unità locali Addetti Agricolt. 4% Industria 17% Terziario 50% Agricolt. 2% Industria 36% Terziario 60% Costruz. 19% Costruz. 12% Come si evidenzia nei due grafici sopra riportati, la distribuzione nei diversi settori di attività di unità locali e di addetti non è sovrapponibile: il comparto più rilevante, quello del terziario, vale il 60% del totale in termini di unità locali, ma occupa solo il 50% degli addetti; viceversa, il manifatturiero impiega il 36% degli addetti totali con solo il 17% delle unità locali. L agricoltura resta stazionaria sia in termini di unità locali che di addetti (rispettivamente e a dicembre 2011). Al contrario, il comparto manifatturiero ha perso in 5 anni quasi 600 unità locali e addetti, attestandosi a fine 2011 rispettivamente a e Il calo più vistoso ha riguardato le industrie tessili (-100 unità e addetti), la fabbricazione di prodotti in metallo (- 50 e -900), la fabbricazione di macchinari e apparecchiature non classificabili altrimenti (-35 e -800), la fabbricazione di mobili (-120 e -700). Unica attività in crescita è risultata quella relativa a riparazione, manutenzione, installazione di macchine e apparecchiature con 60 unità locali e un ottantina di addetti in più nel quinquennio considerato. Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, a fronte di un consistente aumento delle unità locali (+470 in 5 anni) si è verificata una notevole flessione di addetti (-1.000). Il comparto del terziario è l unico che negli anni ha mostrato una buona capacità di crescita sia in termini di unità locali, passate da a (+1.500), che in termini di addetti, aumentati da a (+3.200). All interno del terziario, il settore più consistente, quello del commercio, è rimasto tutto sommato stabile, mentre i servizi di alloggio e di ristorazione hanno confermato un apprezzabile vivacità, ampliando l offerta sia come numero di unità locali (+600) che come addetti impiegati ( nel quinquennio). Composizione percentuale delle unità locali e degli addetti per forma giuridica. Anno 2011 Soc. azioni 3% S.r.l. 22% Unità locali Coop. 1% Altre forme 1% S.r.l. 29% Coop. 4% Addetti Altre forme 3% Soc. pers. 21% Soc. pers. 24% Ditte Ind. 49% Soc. azioni 23% Ditte Ind. 20% Camera di Commercio di Como - 25

32 Considerando la forma giuridica, si rileva che le ditte individuali rappresentano quasi la metà delle unità locali, ma impiegano solo un quinto degli addetti. Al contrario, il 3% di unità locali strutturate come società per azioni occupa il 23% degli addetti. La classificazione delle imprese per classi dimensionali Alla data del 31 dicembre 2011 il 94% delle imprese attive in provincia di Como (pari a unità) erano micro-imprese, vale a dire con una dimensione inferiore a 10 addetti. Le piccole imprese (da 10 a 49 addetti) rappresentavano il 5,2% del totale, le medie imprese (da 50 a 249 addetti) erano lo 0,7% (316 unità), infine le 37 grandi imprese (da 250 addetti in su) costituivano solo lo 0,1% dell insieme delle imprese attive. Composizione percentuale delle imprese attive (con addetti) per classe dimensionale. Anno 2011 Micro impresa 94,0% Piccola impresa 5,2% Grande impresa 0,1% Media impresa 0,7% Negli ultimi 5 anni il peso delle micro-imprese è lentamente ma inesorabilmente cresciuto, a scapito di tutte le altre classi dimensionali, soprattutto quelle della piccola e media impresa, mentre è tutto sommato stabile (anche se ridotta) l incidenza della grande impresa. Per quanto riguarda gli addetti per classe dimensionale dell impresa, le micro-imprese garantiscono poco meno della metà delle posizioni lavorative (indipendenti e dipendenti) complessive, mentre le grandi imprese assicurano circa il 10% degli addetti totali. La tendenza degli ultimi 5 anni evidenzia un costante aumento del peso relativo degli addetti nelle micro-imprese e al contrario una contestuale inesorabile diminuzione dello stesso nelle aziende di medie e grandi dimensioni. Composizione percentuale degli addetti delle imprese attive (con addetti). Analisi per classe dimensionale. Anno 2011 Media impresa 17,1% Grande impresa 9,9% Piccola impresa 25,9% Micro impresa 47,2% Camera di Commercio di Como - 26

33 Analizzando il comparto manifatturiero, che vale circa un terzo degli addetti provinciali, si rileva un assetto produttivo più strutturato con una minore incidenza delle micro-imprese a favore di organizzazioni più complesse di dimensioni medio-grandi. Composizione percentuale delle imprese attive (con addetti) per classe dimensionale. Settore manifatturiero. Anno 2011 Micro impresa 83,4% Piccola impresa 14,2% Grandi imprese 0,2% Media impresa 2,2% La nati-mortalità delle imprese ( vere nuove e vere cessate ) Il sistema informativo SMAIL consente anche di rilevare ed analizzare i flussi di nascita delle nuove imprese, le caratteristiche di queste ultime e dei neo-imprenditori. Tra le nuove imprese iscritte solo una parte sono vere nuove imprese : una quota consistente delle nuove iscrizioni è infatti causata da eventi amministrativi 14 e non è associabile ad una nuova idea imprenditoriale, ma a trasformazioni di imprese preesistenti. Contestualmente una parte delle imprese cessate non possono definirsi vere cessate, in quanto si tratta di aziende per le quali si registra una cessazione legata ad una nuova iscrizione della stessa impresa. La variazione dell occupazione può essere quindi messa in relazione a vere nuove imprese, a imprese definite compresenti (vale a dire imprese che risultavano attive sia in un determinato anno che in quello precedente) e ad imprese cessate. Per individuare se una nuova iscrizione deriva o meno dalla creazione di una nuova impresa, il sistema utilizza una metodologia basata sulla ricerca di legami tra le nuove iscrizioni e le imprese preesistenti già iscritte al Registro Imprese. I legami individuati sono classificati secondo le indicazioni operative fornite da Eurostat (Ufficio Statistico dell Unione Europea) per stabilire la continuità dell'impresa. Pertanto per ogni legame tra nuova iscrizione e impresa preesistente si confrontano i seguenti parametri: l'unità legale che gestisce l'impresa; l'attività che essa esercita; il luogo dove essa esercita le proprie attività. Questi elementi consentono di classificare le nuove iscrizioni in base alla tipologia di evento che le ha determinate: 14 Eventi non associabili alla nascita di nuove imprese, ma a trasformazioni di imprese preesistenti: trasformazioni, scorpori, separazioni o filiazioni di impresa. Camera di Commercio di Como - 27

34 nuova iscrizione determinata da una trasformazione giuridica oppure dallo spin-off da attività preesistenti (impresa cosiddetta abbinata con imprese già presenti negli archivi del Registro delle Imprese); nuova iscrizione determinata da una vera nuova impresa (definita non abbinata, vale a dire senza legami con altre imprese preesistenti o comunque derivante da una modifica radicale dei parametri sopra elencati). Simmetricamente alle vere nuove imprese sono determinate le vere cessazioni. Nell ambito dell insieme di imprese cessate sono individuate due fattispecie: le imprese cessate che non sono abbinate ad una nuova iscrizione e le imprese cessate per le quali, pur ritrovando un abbinamento, non sono state riscontrate le condizioni per definire una continuità (le vere cessate ); le imprese cessate abbinate ad una nuova iscrizione per le quali si è determinata una continuità di impresa (le false cessate ). Con riferimento all anno 2011, il sistema SMAIL consente di determinare una quota pari al 77% di nuove iscrizioni al Registro Imprese che possono essere definite vere nuove imprese ; il dato è perfettamente in linea con quello dell anno precedente Il grafico seguente riporta la composizione percentuale per settore delle vere nuove imprese (vale a dire nuove iscrizioni senza legami con imprese preesistenti). L analisi dei dati consente di riconoscere un effettiva maggiore dinamicità imprenditoriale ai settori del manifatturiero, dei servizi alle persone, delle costruzioni e dei servizi alle imprese. Al contrario, nel commercio e nei pubblici esercizi si è verificata una maggiore rilevanza di nuove iscrizioni legate a trasformazioni, scorpori, separazioni o filiazioni da imprese preesistenti. Incidenza percentuale delle vere nuove imprese sul totale delle iscrizioni. Analisi settoriale. Anno ,0 8 75,0 7 65,0 6 55,0 5 81,6 81,5 79,4 78,6 77,4 76,6 76,5 67,6 L analisi conduce a conclusioni diverse per quanto riguarda gli addetti delle nuove imprese: la creazione di vere nuove possibilità lavorative incide maggiormente nei settori del manifatturiero, delle costruzioni, dei servizi alle imprese ma anche del commercio; viceversa gli addetti delle vere nuove imprese pesano meno non solo nei pubblici esercizi, ma anche negli altri servizi alle persone. Camera di Commercio di Como - 28

35 Incidenza percentuale degli addetti delle vere nuove imprese sul totale degli addetti delle nuove iscrizioni. Analisi settoriale. Anno ,8 76,1 74,7 74,5 73,9 71,4 64,7 50,1 Gli addetti Il sistema informativo SMAIL consente di effettuare un analisi più dettagliata sugli addetti delle unità locali attive in provincia di Como. Una prima distinzione è quella tra addetti indipendenti (imprenditori-soci) ed addetti dipendenti, questi ultimi distinti secondo le qualifiche professionali. Su un totale di addetti alla data del 31 dicembre 2011, gli imprenditori erano (pari al 29%), mentre i dipendenti risultavano (pari al 71%). A parte sono state rilevate anche le forme di lavoro interinali, che contavano unità. Rispetto al dicembre 2010, si è registrata una crescita dei lavoratori indipendenti dell 1,2% (+595 unità) e contemporaneamente una flessione dei dipendenti dell 1,1% ( addetti). La qualifica professionale più diffusa tra i dipendenti (dati dell anno 2010) era quella di operaio con una quota del 56%, seguita da quella di impiegato (40%), apprendista (3%) e dirigente (1%). Dipendenti per qualifica professionale - anno 2010 Apprendisti 3% Dirig. 1% Operai 56% Impieg. 40% Un ulteriore distinzione è quella per genere: gli addetti complessivi sono maschi per il 64% e femmine per il 36%, con un leggerissimo aumento della quota maschile rispetto all anno Scendendo nel dettaglio, tra gli addetti dipendenti la distribuzione per genere è più equilibrata: 59% per i maschi e 41% per le femmine. Tra gli imprenditori-soci la ripartizione per sesso premia gli uomini con il 76% contro il 24% delle donne, ma è interessante evidenziare che quest ultima quota è in costante ascesa: in un solo anno è cresciuto di 340 unità il numero delle donne che ha deciso di fare impresa. Camera di Commercio di Como - 29

36 Secondo i settori di attività economica, la quota di dipendenti maschi è preminente nei settori del manifatturiero, delle costruzioni e dei trasporti e magazzinaggio; la quota di dipendenti femmine è invece rilevante nel terziario e principalmente nei servizi alla persona e nei servizi legati al turismo. Nell importante comparto del commercio il numero di donne e uomini è equivalente. Per quanto riguarda gli addetti indipendenti, la presenza di imprenditrici è preponderante (52%) nei servizi alla persona (istruzione, sanità, servizi sociali). Un ultimo aspetto da analizzare è la quantificazione della variazione occupazionale derivante dalla nati-mortalità delle imprese rispetto a quella generata dall evoluzione naturale delle imprese compresenti (vale a dire imprese che risultavano attive sia in un determinato anno che in quello precedente). L osservazione dei dati 2011 evidenzia che la riduzione occupazionale complessiva rispetto al 2010 (-800 addetti) è il risultato di due dinamiche opposte: da una parte la perdita in dodici mesi di addetti da parte delle imprese compresenti, attive sia nel 2010 che nel Dall altra il saldo positivo di ben unità tra l occupazione creata dalle nuove imprese e quella persa dalle cessate. La variazione occupazionale nelle imprese compresenti è risultata fortemente negativa nel manifatturiero (soprattutto nel tessile) e nelle costruzioni, mentre ha tenuto nel commercio, nei pubblici esercizi e nei servizi alla persona. Gli imprenditori Attraverso SMAIL è possibile conteggiare il numero di imprenditori attivi in provincia di Como: si tratta delle persone che ricoprono una carica che presuppone un effettiva responsabilità imprenditoriale, a carattere continuativo (quindi vengono esclusi i sindaci e i revisori). Si tratta di una stima che va a risolvere il problema di chi ha più cariche in diverse imprese: di norma si seleziona la più importante, privilegiando quella in cui l imprenditore risulti l unico addetto. Si supera in questo modo il limite dei dati estratti direttamente dal Registro delle Imprese, che sovrastimano il numero degli imprenditori: Stockview conta tutte le cariche, anche quelle detenute dalla stessa persona in diverse imprese. Lo scotto da pagare è il ritardo dei dati: l ultima annata disponibile è quella del 2011 e non il 2012, che nel Registro delle Imprese sarebbe già presente. In base all archivio SMAIL, quindi, gli imprenditori presenti in provincia sono , 595 in più rispetto al 2010 (+1,2%). Come già detto precedentemente, le femmine sono , pari al 24% (+2,9%; +340). Gli imprenditori nati in Italia sono , in crescita dello 0,7% (+334 unità), mentre quelli nati all estero sono in crescita molto più sostenuta (+7,2%) 16. Questi rappresentano il 7,0% del totale (nel 2010 erano il 6,6%). 15 Piccole discrepanze sui totali sono dovute ai non classificati che cambiano a seconda della variabile considerata. 16 Lo stato di nascita viene ricavato dal codice fiscale e differisce dal concetto di cittadinanza. Ci possono essere cittadini italiani nati all estero (fenomeno che per la Svizzera potrebbe essere rilevante) e cittadini stranieri nati in Italia, figli di immigrati e diventati imprenditori, non distinguibili dagli italiani. Purtroppo occorre accettare questi limiti per non perdere la possibilità di avere una misura del fenomeno osservato. Camera di Commercio di Como - 30

37 I primi 15 Stati di nascita degli imprenditori attivi in provincia di Como Valori assoluti Romania Tunisia Marocco Albania Cina Turchia Siria Egitto Svizzera Senegal Germania Pakistan Libano Serbia e M Francia ,3 4,5 7,5 2,6 Variazione % 2011/ ,6 10,2 1 5,9 8,0 1 2,2 11,3 19, ,7 Romania Tunisia Marocco Albania Cina Turchia Siria Egitto Svizzera Senegal Germania Pakistan Libano Serbia e M Francia Tra i primi Paesi di provenienza troviamo alcuni Stati balcanici e nord africani. Al primo posto si trova la Romania con 411 imprenditori, pari all 11,5% del totale, in crescita del +7,3%. Seguono a poca distanza altri tre gruppi, tutti con un peso superiore al 10%, la Tunisia, con 391 persone (+4,5%), il Marocco con 371 unità (+7,5%) e l Albania con 361 individui (+2,6%). I cinesi sono al quinto posto, seguiti dai turchi, in forte crescita. Non solo ci sono settori prediletti dall imprenditoria straniera ma, a seconda dell attività, ci sono nazioni nettamente prevalenti. Quasi il 45% degli imprenditori stranieri è attivo nel settore delle costruzioni: si tratta di persone, pari a oltre il 15% del totale degli occupati indipendenti che lavorano nell edilizia. Vi è una netta preponderanza di alcuni Stati, che sono nell ordine la Tunisia, la Romania, l Albania e il Marocco. Anche il commercio risulta particolarmente attrattivo (20,3% del totale) e non solo quello al dettaglio: anche l ingrosso e la riparazione autoveicoli. Qui prevalgono i marocchini, i senegalesi, i libanesi e i cinesi, ma anche altri Paesi hanno un ruolo rilevante. Gli imprenditori stranieri attivi nella ristorazione sono il 10,6% del totale, appartenenti a quasi tutti i Paesi, anche se un ruolo determinante è giocato da cinesi, turchi ed egiziani. Il manifatturiero conta il 7,8% degli imprenditori nati all estero, con un'unica nazione predominante, la Cina. Il settore più gettonato è prevedibilmente quello della moda (abbigliamento, tessile, calzature), dei prodotti in metallo e, in modo più limitato, del mobile. Camera di Commercio di Como - 31

38 Imprenditoria straniera: composizione percentuale per settore (anno 2011) Manifatturiero 7,8 Trasporti; 3,1 Costruzioni; 45,9 Altro; 8,2 Noleggio, agenzie viaggi, supporto alle imprese; 4,1 Alloggi e ristorazione; 10,6 Commercio; 20,3 La classificazione degli imprenditori per classi d età mette in evidenza caratteristiche diverse a seconda delle aree di nascita, che rispecchiano la struttura demografica descritta nel capitolo sulla popolazione. La distribuzione degli imprenditori stranieri appare nettamente spostata verso le classi più giovani: i minori di 35 anni pesano per il 3%, contro il 12,9% degli italiani. Al contrario, gli ultrasessantacinquenni pesano solo per il 2,8%, contro l 11,8% degli italiani. Composizione percentuale degli imprenditori per classe di età. Confronto italiani - stranieri ,4 61, ,9 italiani 19,0 11,8 6,0 stranieri 2,8 < 35 anni anni anni > 65 anni I settori più giovani sono ovviamente alcuni di quelli in cui gli stranieri sono maggiormente coinvolti e quindi le costruzioni e i pubblici esercizi. A questi si aggiungono i servizi alla persona, mentre il commercio non spicca. Camera di Commercio di Como - 32

39 IL MERCATO DEL LAVORO L indagine sulle forze lavoro La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro condotta dall Istat costituisce la principale fonte statistica sul mercato del lavoro italiano 17. Da questa indagine si evince che in provincia di Como le persone che lavorano o che sono disponibili a farlo sono (totale forze lavoro), in più rispetto al 2011 e in più rispetto al Questo dato, nel corso del tempo, è andato gradatamente aumentando, con una importante battuta d arresto nel L aumento delle forze lavoro è un fenomeno complesso che trova molteplici cause, tra cui anche quelle meramente demografiche dovute all aumento della popolazione residente. Tra i fattori economici rilevanti, tuttavia, vi è anche l aumento del numero delle persone che decidono di mettersi in gioco cercando un lavoro, uscendo quindi dalla condizione di voluta inattività, per fare fronte a un temuto o imprevisto peggioramento della situazione economica familiare. Forze lavoro in provincia di Como, divise tra occupati e disoccupati (dati in migliaia) Occupati Disoccupati A fronte di una popolazione in età lavorativa in crescita, gli inattivi (cioè il numero di chi né lavora né cerca lavoro) risultano in calo: rispetto al massimo storico toccato nel 2006 con persone, nel 2012 erano , ben in meno rispetto al La diminuzione degli inattivi ha fatto aumentare sia la schiera degli occupati che quella dei disoccupati: non tutti hanno visto coronati i propri sforzi e non tutti hanno limitato la ricerca al territorio italiano. Nel 2012 i comaschi che risultano effettivamente occupati sono , in aumento rispetto ai del Non è semplice trovare una spiegazione esaustiva a questa inattesa accelerazione, dati gli inevitabili riflessi negativi della crisi economica sul mercato del lavoro. Un fattore positivo, che in parte giustifica questo trend, è rappresentato dal lavoro frontaliero, vero e proprio salvagente su cui solo pochi territori di confine possono contare. Non a caso il tasso di disoccupazione a Como è significativamente più basso rispetto a quello di molti altri territori italiani. Un altro aspetto da 17 Tutti i dati citati in questo paragrafo sono di fonte Istat. Camera di Commercio di Como - 33

40 considerare, meno noto e meno positivo, è dato dal numero di ore effettivamente lavorate a settimana: diverse fonti parlano di più posti di lavoro per minor tempo, come dire che al posto di una persona se ne assumono di più, ma tutte lavorano meno. Questa ipotesi pare confermata dai risultati parziali dell indagine forze lavoro, secondo la quale la percentuale di persone che lavorano meno di 10 ore a settimana è passata dal 10,5% di settembre 2011 all 11,9% di settembre Allo stesso tempo, invece, la percentuale di persone che lavora più di 30 ore è passata in un anno dal 72,9% al 70,8%. Altro fattore rilevante è quello dell autoimprenditorialità promossa per far fronte alla diminuzione del lavoro dipendente. Stando ai dati certi, i residenti in provincia di Como che hanno un occupazione lavorano principalmente nel settore dei servizi: si tratta di persone, pari al 61,4% del totale, valore in crescita rispetto a quello registrato nei precedenti anni. Lavora nell industria il 29,6% degli occupati (pari a persone), valore significativamente superiore al 26,5% rilevato in Lombardia e al 20,1% rilevato in Italia. Como si conferma come una delle province più industrializzate a livello nazionale, ma la rilevanza di questa caratteristica è andata riducendosi nel corso degli anni con uno spostamento dell occupazione verso il settore dei servizi. Le costruzioni occupano l 8,7% dei lavoratori e un residuale 0,3% trova lavoro nel settore dell agricoltura. Occupati per settore (incidenza percentuale). Confronti territoriali anno 2012 Italia 3,7 20,1 7,7 68,5 Lombardia 1,4 26,5 7,5 64,6 Como 0,3 29,6 8,7 61,4 0% 20% 40% 60% 80% 100% Agricoltura Industria in senso stretto Costruzioni Servizi In valori assoluti l indagine conta in provincia di Como circa disoccupati, in più del 2011 e in più del Questo dato è generato dal numero di chi ha perso il lavoro e di chi ha iniziato a cercare un occupazione per la prima volta, immettendosi nel mercato del lavoro. Non si tratta necessariamente di italiani, ma anche di immigrati. Tasso di disoccupazione. Serie storica Confronti territoriali 15,0 1 5,0 8,0 7,7 4,0 4,1 3,7 3,4 3,7 3,4 6,8 6,1 6,7 4,1 3,8 3,9 4,2 7,8 5,4 5,6 5,8 5,7 8,4 8,4 5,1 5,4 10, Como Lombardia Italia 7,5 6,1 Camera di Commercio di Como - 34

41 Il tasso di disoccupazione in provincia di Como ha toccato il 6,1%, massimo storico degli ultimi 10 anni, in forte accelerazione rispetto a 2011, quando era del 5,4%. Rispetto alle altre realtà territoriali, tuttavia, il dato è molto confortante: è il più basso di tutte le province lombarde (la media regionale è del 7,5%) ed è ben al di sotto del dato nazionale, pari al 10,7%, in costante peggioramento dal Sarebbe interessante poter approfondire qui tutti i fattori che incidono su questo importante tema e che consentono a Como di limitare i danni della crisi economica rispetto ad altre realtà in maggiore difficoltà. Per questo come per molti altri indicatori legati al mondo del lavoro, esiste una forte differenza di genere: per i maschi l indice è pari a 5,2%, per le femmine è pari a 7,2%. Tasso di disoccupazione. Anno Confronti territoriali e per genere 14,0 12,0 1 8,0 6,0 4,0 11,9 10,7 8,5 9,9 7,2 7,5 6,7 6,1 5,2 Italia Lombardia Como M F TOT Fonte: Istat Il tasso di attività (rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento) è pari al 71,3%, in crescita rispetto al 69,5% del Como, come nel 2011, si è posizionata al di sopra della media regionale (7%). Il dato nazionale è molto più contenuto (63,7%). Anche per questo indicatore vi è una forte differenza di genere: per le femmine comasche il tasso di attività si ferma a 60,9%, 21 punti in meno rispetto a quello maschile. Tasso di occupazione anni Tasso di attività anni 7 67,5 65,0 62,5 6 57,5 65,5 65,5 64,9 64,7 57,4 57,5 66,6 66,7 67,0 65,8 66,3 64,1 58,4 58,7 58,7 65,8 64,2 57,6 67,0 65,1 65,7 65,0 64,7 64,7 56,9 56,9 56,8 75,0 72,5 7 67,5 65,0 62,5 69,1 69,2 68,3 68,3 68,6 67,3 67,5 66,6 62,5 62,4 62,7 62,5 71,3 69,6 69,6 69,0 69,5 7 69,3 68,1 68,6 68,7 63,7 63,0 62,4 62,2 62,2 55, Como Lombardia Italia Como Lombardia Italia Fonte: Istat Camera di Commercio di Como - 35

42 Il lavoro frontaliero L Ufficio di Statistica del Canton Ticino (USTAT) riferisce che nel 2012 il numero di residenti in provincia di Como che hanno ottenuto un permesso di lavoro frontaliero 18 G è stato pari a persone, in crescita del 6,6% rispetto al 2011 ( persone) e del 23,4% rispetto al 2008 ( persone). L aumento, come visibile dal grafico, è stato netto e costante per tutto il periodo osservato. Anche in questo caso esiste una differenza di genere: l incremento registrato dal genere maschile appare più rilevante (+25,3% in quattro anni) rispetto a quello femminile (+20,8%). Il lavoro oltreconfine risulta attrattivo non solo per gli uomini, ma anche per le donne che rappresentano il 41,9% del totale. I frontalieri costituiscono circa l 8,3% del totale degli occupati rilevati dall indagine forze lavoro, in costante crescita (erano il 6,8% nel 2008). Serie storica del numero di frontalieri della provincia di Como (dati in migliaia) 25,0 2 15,0 1 5,0 12,2 13,1 13,8 14,3 14,7 15,5 16,8 17,7 18,3 19,0 20,5 21, Fonte: Ustat Frontalieri italiani in Ticino per provincia di provenienza (dati percentuali) Lecco; 0,6 Sondrio; 0,7 Altre province; 7,0 Verbano- Cusio- Ossola; 9,1 Varese; 42,4 Como; 40,2 Fonte: Elaborazione su dati USTAT Rispetto al totale dei frontalieri italiani che gravitano sul Ticino, pari a persone, Como contribuisce per il 40,2%. La provincia è preceduta da Varese con il 42,4%. Seguono Verbano-Cusio- Ossola, Sondrio e Lecco, con percentuali molto più modeste. Occorre rilevare che, rispetto ad alcuni 18 Il numero dei permessi di soggiorno sovrastima di circa 10% il numero degli occupati effettivi, poiché sulla base della normativa in vigore il lavoratore che perde l occupazione non vede decadere automaticamente il premesso e mantiene aperta la posizione mentre cerca un nuovo impiego. Camera di Commercio di Como - 36

43 anni fa, cresce il numero di chi è disponibile a fare il pendolare in Ticino pur provenendo anche da molto lontano, Milano in primis. Il pendolarismo verso la Svizzera non si limita ai soli detentori del permesso G 19 : riguarda anche i lavoratori temporanei persone complessivamente sono entrate in Ticino grazie alla notifica, autorizzazione a svolgere lavori temporanei o intermittenti per la durata massima di 90 giorni, senza rilascio di permessi 20. Non disponiamo di dati per quantificare il numero dei comaschi, ma se applicassimo lo stesso peso rilevato per i frontalieri la stima porterebbe a circa ingressi. Le autorizzazioni sono riferibili ad assunzioni da parte di datori svizzeri, a distacchi di imprese italiane con commesse in loco, a lavori indipendenti. Parte di questi ingressi vengono promossi dalle agenzie svizzere di collocamento temporaneo che forniscono personale a prestito, primo passo per un collocamento più stabile (3.100 italiani presenti in Ticino, di cui una parte è costituita da comaschi). Le previsioni occupazionali: Excelsior L indagine annuale, condotta da Unioncamere nazionale, consente di monitorare il fabbisogno occupazionale espresso dalle imprese comasche nel corso del Limitandosi ai principali risultati, le entrate previste nel corso dell anno sono state (780 in meno rispetto all anno scorso), mentre le uscite ipotizzate sono state Il conseguente saldo è negativo per 600 unità. La prevalenza delle uscite non è una novità di quest anno: nel 2009 la differenza era negativa per oltre unità, nel 2010 la differenza era di quasi 2.500, nel 2011 di Un altro elemento importante è che tutte le categorie di impresa, indipendentemente dalla classe dimensionale, hanno registrato un saldo negativo (-230 per la classe 1-9 addetti, -300 per la classe 10-49, -70 per la classe con più di 50 addetti). In termini percentuali, il tasso di crescita è stato negativo (-0,5%), ma migliore rispetto agli altri territori di riferimento, quali Lombardia (-0,7%) e Italia (-1,1%), e questo vale anche per i tre anni precedenti. Il tasso di entrata è stato del 4,3%, in calo rispetto al 4,9% del 2011, ma superiore rispetto al dato lombardo (3,9%). Il tasso di uscita è stato del 4,8%, non lontano dal dato regionale (4,6%) e più contenuto rispetto all emorragia rilevata a livello italiano (6,7%). Tasso di crescita, entrata e uscita nel mercato del lavoro 8,0 6,0 4,0 2,0 6,8 6,5 6,0 5,3 4,5 4,9 4,3 4,8-2,0-4,0-1,5-0,5-1,1-2, tasso di entrata tasso di uscita tasso di crescita Fonte: Excelsior 19 Il capitale umano: il lavoro frontaliero (Bednarz), CCIAA COMO, In posti di lavoro equivalenti a tempo pieno si stimano unità. Camera di Commercio di Como - 37

44 Il maggior numero di assunzioni è stato ipotizzato nel settore dei servizi: in primis negli alberghi e ristoranti (1.670 unità, in prevalenza stagionali), quindi nei servizi alla persona (1.160 unità). Nel settore dell industria le entrate previste sono state pari a 1.290, di cui 230 nelle costruzioni, 180 nel tessile, 170 nella meccanica, apparecchi e mezzi di trasporti. È il settore manifatturiero quello che registra il calo più significativo di assunzioni: 880 in meno rispetto al Le imprese che hanno previsto assunzioni nel corso del 2012 sono state il 12,2% del totale, in calo rispetto al 18,9% del Un ruolo propulsivo viene giocato dalle imprese esportatrici e da quelle con una maggiore propensione all innovazione. Le assunzioni sono state decise principalmente per sostituzione di persone indisponibili (quasi il 50% dei casi) e secondariamente per fare fronte alla domanda (quasi il 25% dei casi). Le mancate assunzioni, invece, vengono giustificate principalmente dall esistenza di un organico già adeguato. Il canale preferenziale per la scelta del candidato è stato quello della conoscenza diretta, seguita dalla registrazione nelle banche dati aziendali e dalla segnalazione di conoscenti e fornitori. Le assunzioni ipotizzate a tempo indeterminato rappresentano il 30,7% del totale, mentre quelle a tempo determinato sono la maggioranza: quelle a carattere stagionale incidono per il 29,1%, quelle a copertura di un picco di attività pesano per il 12,1%, quelle per sostituzione temporanea del personale il 10,6%. L apprendistato incide per il 7,1% e l inserimento per l 1,0%. Le assunzioni a carattere non stagionale sono state contro le dell anno precedente. Assunzioni previste in provincia di Como per tipo di contratto tempo det stagionale; 29,1 tempo indeterminato; 30,7 altro; 1,4 tempo det per copertura picco; 12,1 tempo det per sostituzione; 10,6 tempo det per prova ; 8 apprendistato; 7,1 inserimento; 1 Fonte: Excelsior La laurea viene esplicitamente richiesta nell 11,5% dei casi, valore inferiore a quello regionale (19,3%) e nazionale (14,5%). Il diploma viene preferito nel 39,9% dei casi, mentre la qualifica professionale nel 16,2% delle assunzioni. Quasi un terzo delle assunzioni non prevede alcun particolare titolo. Tra le professioni più richieste, quelle inerenti le attività commerciali e i servizi si posizionano al primo posto (in primis esercenti e commessi), con ingressi. Seguono le professioni esecutive d ufficio con 650 ingressi (impiegati all accoglienza e nelle segreterie), le professioni tecniche (450 addetti), gli operai (310) e i conduttori di impianti e macchinari (310). Camera di Commercio di Como - 38

45 I dati dell Osservatorio provinciale del lavoro L Osservatorio provinciale del mercato del lavoro ha reso disponibili i dati riguardanti le persone che si sono rivolte ai Centri per l impiego presenti in provincia di Como. Il numero di persone che si è rivolto agli sportelli pubblici in cerca di un impiego è stato pari a persone, di cui donne (poco più della metà). L incremento è stato del +8,7% rispetto al 2011 e del +45,8% rispetto al Il massimo storico delle richieste, comunque, è stato toccato nel 2009, come visibile in grafico. Nel corso degli ultimi anni il ricorso a questo strumento da parte degli uomini è aumentato a ritmi più sostenuti (dal ,9%) rispetto a quanto accaduto per le donne (dal ,2%) e la distanza in valori assoluti tra i generi è andata riducendosi, fino quasi ad azzerarsi. Persone che si sono rivolte ai Centri per l impiego della Provincia di Como, perché in cerca di occupazione. Serie storica Confronto per genere Maschi Femmine Fonte: Osservatorio provinciale del mercato del lavoro Lo sportello è stato utilizzato principalmente da cittadini italiani (79,1% del totale), gruppo che ha visto il maggiore incremento nel corso del tempo (+50,8% dal 2008). In seconda battuta il servizio è stato richiesto da stranieri (20,9% del totale, in crescita del 29,4% in quattro anni). Numero indice (2008=100) delle persone che si sono rivolte ai Centri per l impiego della Provincia di Como in cerca di occupazione. Serie storica Confronto per provenienza 175, , ,8 145,8 129,4 75, Italiani stranieri Totale Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale del mercato del lavoro Camera di Commercio di Como - 39

46 Il Centro per l impiego maggiormente opzionato è, comprensibilmente, quello di Como (30,2% del totale), seguito a poca distanza da quello di Appiano (26,3%) e quindi Cantù (19,5%). Flusso dei disoccupati nei diversi Centri per l impiego. Anno 2012 Appiano G; 26,3% Cantù; 19,5% n.d; 1,3% Menaggio; 9,8% Erba; 12,9% Como; 30,2% Fonte: Osservatorio provinciale del mercato del lavoro Gli avviamenti 21 del 2012 sono stati pari a , il 9,1% in meno rispetto al 2011 e il 14,1% in meno rispetto al Nel 51,7% dei casi l assunzione ha riguardato un uomo, mentre nel restante 48,3% dei casi una donna. Occorre notare che allo sportello si sono presentate più femmine, ma hanno ottenuto meno avviamenti. Numero di avviamenti della provincia di Como. Serie storica Maschi Femmine Fonte: Osservatorio provinciale del mercato del lavoro La tipologia di contratto più diffusa è stata quella a tempo determinato (51,7% dei casi), in calo del 14,4% rispetto al Segue a distanza quello a tempo indeterminato (22,6% dei casi), in relativa tenuta (-2,7%). Il numero di contratti di somministrazione (9,9% dei casi) è in contrazione del -7,4%, mentre i contratti a progetto (7,9% dei casi) sono, unici, in aumento del 3,3%. L apprendistato, che riguarda il 3,3% delle assunzioni, è in calo del 10,4%. 21 Il numero di pratiche di avviamento al lavoro registrate presso i Centri per l'impiego non corrisponde al numero delle persone che hanno trovato lavoro, né rileva il numero di nuovi posti di lavoro: lo stesso soggetto, infatti, nel corso dell'anno può avere vari avviamenti al lavoro, anche nello stesso posto di lavoro. Camera di Commercio di Como - 40

47 Avviamenti in provincia di Como. Analisi per tipologia di contratto anno 2012 tempo determinato ; 51,7 tempo indeterminato ; 22,6 Apprendistato ; 3,3 Altro ; 4,6 Lavoro a progetto ; 7,9 Somministraz.; 9,9 Il numero dei lavoratori avviati 22, cioè delle persone che hanno effettivamente iniziato un lavoro subordinato in un certo periodo di tempo, è risultato pari a , in calo rispetto ai dati 2011 (- 3,8%). La cassa integrazione guadagni Le ore di cassa integrazione richieste in provincia di Como 23 ed autorizzate nel 2012 hanno superato la soglia dei 20 milioni, in crescita del 2,7% rispetto ai dati del Non si tratta del massimo storico: il 2009 e il 2010, da questo punto di vista, sono stati peggiori. Il calo registrato nel corso del 2011, quindi, è stato di breve durata: come facilmente prevedibile dato il contesto economico, il ricorso agli ammortizzatori sociali è rimasto prioritario. I valori antecedenti la crisi sono ben lontani: rispetto al 2008 il dato è sei volte maggiore. Serie storica delle ore di cassa integrazione autorizzata in provincia di Como Ordinaria Straordinaria Deroga Fonte: elaborazione su dati Inps 22 Il numero degli "avviati" è diverso da quello degli "avviamenti" poiché, in uno stesso arco di tempo, un solo lavoratore può essere soggetto a più avviamenti (ad esempio, con i contratti a termine o con il lavoro interinale). 23 La fonte dei dati citati in questo paragrafo è sempre l INPS. Camera di Commercio di Como - 41

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