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1 E UROPA E UROPE E UROPA E UROPE E UROPA E UROPE SERVIZIO INFORMAZIONE RELIGIOSA SERVICE D INFORMATION RELIGIEUSE RELIGIOUS INFORMATION SERVICE n. 37 (1207) anno 15 RELIGIÖSER NACHRICHTENDIENST SERVICIO DE INFORMACION RELIGIOSASIR 23 maggio 2003 editoriale 1 Diverse idee di unità (F.Turner) radici cristiane 2 La democrazia non è scontata (P.Krzeczunowicz) convenzione 3 Dibattito sulle Istituzioni ambiente 4 Pagine per il libro verde (A.Giordano, G.Mertens, E.Janiak, D.Martin, G.Ladocsi, P.Tarchi, A.O Boyle) L abbazia dei tempi moderni (B.Sorel) ue e mondo 7 Dall Irlanda all Onu (D.Martin) lavoro 8 Ripartire da tre mediterraneo 9 Un mare di dialogo chiese europee 10 (SLOVACCHIA, TURCHIA, CEC, BELGIO, SVIZZERA, CROAZIA) ecumenismo 12 Cristiani a Berlino/ Teologi cattolici e ortodossi/ Maratona biblica a Strasburgo/ Protestanti e solidarietà brevi-ue 14 Plenaria Parlamento europeo/ Difesa: semaforo verde per l euro-esercito/ Assemblee legislative regionali ASSEMBLEA CEI Chi aiuta la parrocchia? da int. A.Caprioli, B.L.Papa, G.B.Re, F.Lambiasi FECONDAZIONE ASSISTITA/ABORTO Una legge per la vita, cioè per la pace Il Papa al Mpv GIUSTIZIA E SOCIETÀ GIOVANI Collaboranti o pentiti? F.M.Agnoli Non solo bravate Sulmona, Mondo Erre RAPPORTO ISTAT Un Paese in affanno Popolazione sempre più anziana rassegna stampa 15 Bisettimanale di informazione Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma 20/B legge 662/96 filiale di Roma Direttore responsabile Paolo Bustaffa Direzione, redazione, amministrazione: Via Aurelia, Roma Tel Fax Indirizzo Internet: sir@agensir.it Stampa in proprio Abbonamento annuo: postale 130,00 - Internet 60,00 Versamento sul ccp n intestato a: Sir Società per l Informazione Religiosa s.r.l. Via Aurelia, Roma Editrice: Società per l Informazione Religiosa (SIR) s.r.l. Presidente: Giuseppe Cacciami Registro Tribunale di Roma n. 581/88 del

2 Diverse idee di unità editoriale Quando dieci Paesi entreranno nell Unione Europea nel maggio 2004, l Ue non potrà più pensare a se stessa istintivamente come parte del cosiddetto Occidente. Già adesso, nella sua forma allargata a quindici Paesi membri, l Ue possiede un patrimonio culturale in gran parte comune, nonostante la sua storia sia stata contrassegnata da tante guerre e conquiste. Tuttavia, una volta che i Paesi di quello che si usava chiamare il blocco orientale saranno entrati a farne parte, la popolazione dell Ue apparirà molto diversa. Un Ue che è diventata sempre più urbana (soltanto il 4% della popolazione vive di agricoltura) includerà una grossa fetta di popolazione rurale. Le prospettive politiche di vari Paesi riveleranno atteggiamenti in forte opposizione rispetto alla leadership internazionale degli Usa mentre altri Paesi non hanno alcuna intenzione di permettere che la loro appartenenza all Unione condizioni le loro scelte politiche o economiche, né vogliono lasciarsi coinvolgere in un immagine che definisce l Ue in termini di rivalità rispetto agli Usa. Tenendo conto di queste differenze che significato andrebbe attribuito alle parole Unione e solidarietà? Non pochi temono che l unica unità effettiva dell Ue allargata consisterà nella chiusura rispetto ai poveri del resto del mondo. Appare inoltre molto più di una coincidenza il fatto che la stesura del futuro Trattato costituzionale europeo abbia luogo durante il periodo dell allargamento. Le dispute che avvengono intorno alla sua composizione segnalano, in particolare, tre fonti di tensione. Tra Paesi grandi e Paesi piccoli, ovvero ci chiediamo se questa divisione darà vita ad una suddivisione tra Paesi di prima e di seconda classe. Tra coloro per i quali l unità europea si fonda, nella sua essenza, su un patrimonio e una civiltà ispirati ad una fede religiosa, e coloro che ritengono che il vero patrimonio dell Europa sia il liberalismo laico dell Illuminismo. Più sottilmente, tra coloro che ritengono che una Costituzione rappresenti la garanzia della sovranità nazionale degli Stati membri, precisamente perché ne definisce i limiti, e quei Paesi, come il Regno Unito (che non possiede una Costituzione scritta), che vedono il futuro Trattato costituzionale europeo come un fattore di perdita della sovranità nazionale. Se l identità dell Unione viene considerata in competizione con le aspirazioni nazionali, non ci sarà alcuna Convenzione che sia in grado di cementarla; e poiché è molto poco probabile che l Ue arrivi a comprendere l intero territorio europeo, non potrà nemmeno esprimere la nostra identità europea. Molti britannici (e non solo) accoglierebbero con favore le politiche dell Ue soltanto nel caso in cui queste ultime implichino un potenziale beneficio per il loro Paese, mentre vi si opporrebbero se avessero l impressione che il loro benessere nazionale ne risulterebbe compromesso. Questo atteggiamento costruisce l Ue non come una vera Unione, ma solo come uno strumento di bene nazionale. In quest ottica, ironicamente, l allargamento - ma non il futuro Trattato costituzionale - potrebbe ricevere buona accoglienza: più grande è il gruppo, inferiore sarà la minaccia di un unità più profonda tra i Paesi membri fondatori dell Ue, dal momento che è proprio questa unità più profonda che fa paura a quelli che sono più attaccati alla sovranità. Presumibilmente, tutti i venticinque Paesi membri ritengono di trarre beneficio dall esserne parte integrante. Nel futuro, tuttavia, saranno i Paesi (e le regioni), e non la stessa Ue, che costituiranno le unità all interno delle quali questa identità collettiva verrà sperimentata concretamente e che verranno utilizzati come parametri per calcolare i vari interessi in gioco. Sir n. 37 del 23 maggio pag. 1 FRANK TURNER SEGRETERIA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI INGHILTERRA E GALLES

3 La democrazia non è scontata Ciò che preoccupa i nuovi Stati membri è la partecipazione democratica dei cittadini alla vita dell Ue radici cristiane Mentre il dibattito sul riferimento a Dio ed alle religioni nel testo della futura Costituzione Europea permane aperto, Convenzione e Governi cercano ricomposizione e compromessi sui temi scottanti delle istituzioni comunitarie e della partecipazione democratica dei cittadini alla vita dell Unione Europea. Sir Europa ha incontrato per un commento Pawel Krzeczunowicz, responsabile presso l Ue delle Ong polacche, già relatore durante le sessioni della Convenzione di ascolto della società civile. Presidente dell Unione nominato dai Governi, Ministro degli Esteri Ue nominato dai Governi, Commissione ristretta, Conferenza Intergovernativa che avrà l ultima parola sul progetto di Costituzione. Si va verso una nuova Europa dei vecchi Governi? In ogni caso, si avrà una nuova Europa a causa dell allargamento. Non potrà essere un Europa dei vecchi Governi in quanto nuovi membri saranno coinvolti, ciascuno portatore di sensibilità differenti. Il rischio è però quello di avere un Europa del metodo intergovernativo. Nell Ue, la democrazia sembra essere data per scontata, il che costituisce un esempio lampante di amnesia storica. Per i popoli e le Ong dei nuovi Stati membri la democrazia rappresenta un privilegio di recente acquisizione. Ciò che preoccupa maggiormente non è tanto la struttura istituzionale, quanto il processo di nomina che viene proposto. Dov è la democrazia in tale proposta? Dov è la dichiarazione adottata a Laeken di ravvicinare l Europa ai cittadini? La Costituzione Europea renderà possibile un dialogo migliore e più strutturato con i cittadini e la cosiddetta società civile e le sue organizzazioni? Sir n. 37 del 23 maggio pag. 2 Bisogna tenere presente due cose. In primo luogo, il testo attuale della Costituzione sul dialogo civile è vago e non pone in essere un dialogo civile strutturato; addirittura, pone in discussione il dialogo sociale, pertanto parte integrante del vigente ordine giuridico europeo. E il Presidium deve ancora rispondere a questa critica. Inoltre, è dando l esempio che l Europa può influenzare positivamente lo sviluppo del dialogo civile. Senza un tale esempio a livello europeo, il dialogo civile non potrà avanzare laddove più necessario a livello locale, regionale e nazionale e soprattutto nei Paesi candidati dove non è stato ancora svezzato. Europa e religione, Dio e l Europa: il dibattito è ancora aperto, le posizioni controverse, a maggior ragione dopo le prese di posizione di Giovanni Paolo II. Cosa pensa del riferimento a Dio ed alle religioni nella Costituzione Ue? La nota clausola della Costituzione polacca potrebbe rappresentare una soluzione? E stato senz altro bello vedere una proposta costruttiva da parte di un Paese candidato. L assunto nell Ue è troppo spesso che i sapientoni parlano ed il resto del mondo ascolta. Ciò può invero creare grandi imbarazzi: basta pensare che solo da poco è stata corretta la svista enorme trattandosi di una Carta costituzionale di non aver incluso alcun riferimento alla cittadinanza nel progetto di articoli. E chiaro che respingere unilateralmente la religione metterebbe in pericolo le chance di ratifica per la Costituzione. Non inserire il riferimento a Dio e alle religioni renderebbe improbabile la vittoria del sì nei referendum di ratifica, quanto meno in Polonia.

4 Dibattito sulle Istituzioni Incomincia a definirsi la complessa architettura istituzionale europea convenzione Si è svolta a Bruxelles il 15 e 16 maggio scorsi la XXII sessione plenaria della Convenzione per il futuro dell Europa. Agli articoli relativi alle Istituzioni - progetto presentato dal Presidium - i 205 Convenzionali hanno proposto emendamenti. Presidenza dell Unione Sulla proposta di istituire la figura del Presidente del Consiglio Europeo in carica da 2,5 a 5 anni sono a favore i sei grandi (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Spagna), contrari i più piccoli sostenitori dell attuale sistema a rotazione semestrale, parte della delegazione dell Europarlamento e la Commissione di Romano Prodi. Se i pro parlano di bisogno di stabilità e continuità, ed i contro paventano lo strapotere dei Governi più influenti, a metà strada vi è la posizione del Benelux che ritiene di poter accettare una Presidenza a tempo pieno solo se dotata di competenze limitate e complementari a quelle della Commissione. Il ministro degli Esteri greco e presidente di turno dell Ue, Georges Papandreou, ha proposto l elezione del Presidente del Consiglio a suffragio universale diretto. Ministro degli Esteri Ue Piace a quasi tutti l idea di dotare l Unione di un Ministro degli Esteri unico che dovrebbe riunire sulla sua persona tra le altre le funzioni dell attuale Alto Rappresentante per la Pesc e del Commissario responsabile per le relazioni esterne: politica estera, commercio estero, sicurezza e difesa. Dubbi invece sulla collocazione e sull effettivo mandato del ministro: non vi è unanimità sul fatto di affidargli sia la vicepresidenza della Commissione sia la presidenza permanente del Consiglio affari generali e relazioni esterne. Composizione della Commissione Nodo cruciale che separa nettamente Governi, Convenzionali e Commissione. Se Giscard propone una Commissione ridotta, composta da un Presidente, un Vice - che è anche Ministro degli Esteri Ue -, 13 membri effettivi ed altrettanti delegati, Romano Prodi, gli attuali Stati più piccoli e tutti i nuovi aderenti si battono per il principio uno Stato, un Commissario. Nel tentativo di uscire dallo stallo, il Benelux si è dichiarato disposto ad accettare un esecutivo ridotto a condizione del mantenimento del principio di rotazione equilibrata tra i componenti titolari e delegati della Commissione, sulla base della nazionalità. Maggioranza qualificata Per le future deliberazioni del Consiglio, l unanimità costituirà l eccezione, mentre il Voto a maggioranza qualificata (Vmq) la regola. Il Vmq dovrebbe essere esteso anche alle decisioni in materia di Pesc e Pesd. Contrari gli Inglesi ed alcuni piccoli. Parlamento europeo - Nell intenzione di molti dovrebbe assurgere nell Europa allargata al ruolo di co-legislatore su base di parità assieme al Consiglio. La proposta del Presidium di conferire al Pe il potere di eleggere il Presidente della Commissione è stata accolta con favore. Alcuni Convenzionali chiedono che il Pe possa eleggere anche il ministro degli Esteri. Agenzia degli armamenti Via libera all istituzione di una Agenzia europea degli armamenti ed alla bozza di articoli sulle cooperazioni rafforzate (con le riserve di chi intravede la possibilità di un Europa a due o più velocità. Calendario e metodo di lavoro Quanto alla proposta finale di Costituzione, Il Presidium e i delegati si stanno interrogando sulle modalità di ricerca e ottenimento di un consensus che dovrà essere più ampio possibile per renderne credibile il progetto agli occhi dell opinione pubblica e della Conferenza Intergovernativa che si aprirà sotto la Presidenza italiana. In relazione al calendario, prende corpo l ipotesi di consegnare al Vertice di Salonicco del 20/21 giugno prossimi solo la prima parte della Costituzione ed il dispositivo relativo alla Carta dei diritti fondamentali, chiedendo una proroga per completare i capitoli della seconda e della terza parte relativi alle politiche ed alle azioni dell Ue. Le tre plenarie prima del Vertice sono in calendario per il 30/31 maggio, 4/5/6 giugno, 11/12/13 giugno. Sir n. 37 del 23 maggio pag. 3

5 Pagine per il libro verde La V Consultazione Ccee in Polonia. Imminente pubblicazione di un dossier Ue sull ambiente Un appello alla solidarietà dell Europa, in materia di agricoltura, nei confronti dei Paesi dell Est e un invito a tutte le Chiese europee ad educare all ambiente attraverso iniziative e gesti concreti: è questo, in sintesi, il contenuto del documento finale della V Consultazione delle Conferenze episcopali europee (Ccee) sulla responsabilità per il creato che si è concluso nei giorni scorsi a Breslavia (Polonia), con la partecipazione di oltre 60 rappresentanti delle Chiese di 22 Paesi europei e di delegati dall Australia e da altre reti e organizzazioni che si occupano di temi ambientali. Un incontro incentrato sul tema della formazione alla responsabilità per il creato, da attuare negli ambiti più diversi: università, facoltà di teologia, catechesi, famiglia, parrocchie, scuola. Secondo don Aldo Giordano, segretario generale del Ccee, la formazione alla salvaguardia del creato è un modo per evangelizzare, un luogo per dialogare con le altre religioni e con i non credenti. La Chiesa educa e forma attraverso gesti concreti ha detto -. Ma è anche necessario un lavoro politico sul tema dell agricoltura. Facciamo appello all Europa perché sia capace di grande solidarietà. L Unione Europea pubblicherà, inoltre, nel mese di giugno un libro verde sull ambiente e nell incontro di Breslavia le Chiese europee si sono impegnate ad esprimere su di esso una valutazione. Il prossimo anno l incontro si terrà a Namur, in Belgio, dal 3 al 6 giugno, e sarà incentrato sul contributo ecumenico e interreligioso e sulla dimensione nazionale ed europea. Ecco cosa è emerso dalla consultazione. ambiente Dall Arca di Noè ai monasteri ecologi. Progetti ed esperienze concrete come piantare alberi, denunciare situazione di degrado ambientale, costruire un arca di Noè simbolica per occuparsi degli animali, ripulire dai rifiuti un area verde: è questo l approccio didattico da usare con gli studenti e i giovani per educare ai temi ambientali e ad uno sviluppo sostenibile. Emergono così iniziative diverse da Paese a Paese: in Germania ogni diocesi ha un delegato per l ambiente, la Chiesa forma consulenti con corsi biennali e oltre 700 comunità lavorano per la creazione di energie alternative; in Svizzera, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Francia sono stati pubblicati sussidi che riscuotono grande successo soprattutto tra i giovani; in Austria la Chiesa promuove campagne su tasse ecologiche e agricoltura biologica e collabora con organizzazioni come Greenpeace; in Irlanda i temi ambientali fanno parte dell insegnamento della religione nelle scuole; in Portogallo l università cattolica ha un corso di laurea in ingegneria ambientale; in Ungheria si celebra da oltre 50 anni il Giorno degli uccelli e degli alberi con i francescani che organizzano iniziative diverse, mentre in alcuni Paesi europei le Chiese locali stanno cercando di istituire la celebrazione ecumenica di un Giorno della creazione. E molti monasteri in tutta Europa sono modelli di gestione secondo criteri e stili di vita alternativi, mentre durante l incontro è stato proposto che tutte le case e le strutture appartenenti alla Chiesa siano d ora in poi costruite seguendo le regole della bioedilizia. Pedagogia e natura. La civiltà moderna ha una relazione dispotica con la natura ha osservato durante l incontro il pedagogista tedesco Gerhard Mertens per cui la pedagogia deve creare le basi per una nuova comprensione della natura nella quale l uomo è responsabile delle proprie azioni. Gli studenti e i giovani devono imparare a capire e denunciare le situazioni in cui il progresso non è più a misura d uomo e non rispetta la natura. Non bisogna rinunciare alla tecnica ma dobbiamo creare una razionalità alternativa in grado di affermare che la natura ha in sé un mistero, una profondità insondabile, che va al di là del valore tecnologico e ed economico. Quando nella natura l uomo trova il senso, allora si arriva anche al fattore religioso. Sir n. 37 del 23 maggio pag. 4

6 L Europa e l agricoltura. Nella tavola rotonda sul tema dell agricoltura si è visto che la politica agraria europea è fragile sia sul piano economico che su quello etico. La concessione di elevate sovvenzioni ai prodotti di esportazione impedisce infatti la crescita dei mercati dei Paesi in via di sviluppo ed è perciò corresponsabile per la fame nel mondo, denuncia il comunicato finale del Ccee. In Polonia, ad esempio, i cittadini decideranno sull ingresso nell Ue durante il referendum dell 8 e 9 giugno prossimi. I vescovi invitano ad andare a votare lasciando ai cittadini la decisione per il sì o per il no. Le paure riguardano l agricoltura ha spiegato mons. Edward Janiak, vescovo ausiliare di Breslavia, che è anche cappellano nazionale delle guardie forestali polacche - perché non siamo trattati come gli altri Paesi. La nostra agricoltura non è attualmente in grado di concorrere con i prodotti dei Paesi occidentali anche perché l Unione Europea non sembra disposta a dare sovvenzioni Sempre più guerre ambientali? Le guerre portano con sé anche catastrofi ecologiche. è stato questo l allarme lanciato dall arcivescovo Diarmuid Martin, osservatore permanente della Santa Sede presso l ufficio delle Nazioni Unite e istituzioni specializzate a Ginevra, secondo il quale d ora in poi le guerre saranno fatte sempre di più con armi batteriologiche e non saranno limitate solo al nostro pianeta: si sono già spinte nel cosmo, visto che lo spazio è pieno di satelliti spia e di scudi spaziali. Anche la lotta per l accesso alle risorse sempre più limitate, in particolare all acqua, può diventare motivo per nuove guerre. Per questo la protezione dell ambiente sottolinea il documento finale dell incontro - è un ambito d azione centrale per una politica preventiva di pace. La formazione della consapevolezza alla responsabilità globale è presupposto indispensabile e urgente per uno sviluppo sostenibile. In questo la Chiesa può contribuire in modo sostanziale dal momento che essa è una rete mondiale di contatti tra realtà locali. ambiente Cacciatori italiani in Ungheria In Ungheria tutti gli italiani sono ben accetti, tranne i cacciatori. Ha esordito così il vescovo ungherese Gaspar Ladocsi, che ha denunciato la diffusa consuetudine, da parte di numerosi cacciatori italiani, di recarsi in Ungheria dalla primavera all autunno alla ricerca di uccelli appartenenti a razze protette (circa 7 mila specie in Ungheria) in zone dove vige il divieto di caccia. È una rete molto importante che agisce in collaborazione con appoggi locali ha raccontato il vescovo -. La polizia ungherese e quella italiana lavorano insieme per cercare di contrastare questo fenomeno che sta distruggendo la ricchezza della nostra fauna. Le cinque razze più pregiate e più apprezzate dalla cucina italiana vengono acquistate sul mercato nero a prezzi che vanno da 500 a 1000 euro cadauno. Appena sollevata la questione, anche dall Olanda e dalla Croazia sono arrivate segnalazioni di vere e proprie trasferte di cacciatori italiani che non rispettano le legislazioni locali e distruggono le specie protette in questi Paesi. Don Paolo Tarchi, direttore dell Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza episcopale italiana, chiamato in causa dal collega ungherese, dopo aver elencato le iniziative della Chiesa italiana in materia di ambiente, ha concluso con una battuta, suscitando l ilarità generale: E da quest anno attiveremo un corso per cacciatori in Ungheria. e caccia alla volpe in Irlanda. Anche la Chiesa irlandese si trova a fare i conti con un antica tradizione che però contrasta con il rispetto degli animali: la caccia alla volpe. Negli ultimi mesi ha detto mons. Aidan O Boyle, della Conferenza episcopale irlandese si sono svolti frequenti appuntamenti di questo tipo e, purtroppo, con la benedizione di molti sacerdoti. Gli stessi appezzamenti della Chiesa a volte vengono usati per la caccia. Dobbiamo occuparci di più di questo problema e cercare una soluzione. Sir n. 37 del 23 maggio pag. 5

7 L abbazia dei tempi moderni In Belgio l originale iniziativa del cappellano delle guardie forestali e dei naturalisti Nelle foreste del Belgio, nei pressi di Neuville, c è una sorta di abbazia dei tempi moderni e tra i boschi vive un sacerdote ecologista e mistico: padre Bernard Sorel, 44 anni, è da undici anni cappellano delle guardie forestali e dei naturalisti una rarità in Europa - e presiede la Commissione per la salvaguardia del creato voluta dai vescovi belgi. La sua esperienza prende le mosse dalla tradizione russa della poustinia: il poustinik (che significa eremita, la parola è stata importata in Occidente da Catherine de Hueck Doherty) si ritira per un certo periodo di tempo in mezzo alla natura, lontano dai villaggi, per pregare in solitudine. L altra parte del tempo viene vissuta invece in mezzo alla gente, mettendosi a disposizione degli altri. Non è un eremita tradizionale perché è anche disponibile alle chiamate del mondo spiega padre Sorel, tra i delegati presenti a Breslavia alla V Consultazione sull ambiente delle Conferenze episcopali europee (Ccee) -. Per esempio nel periodo della mietitura il poustinik usciva dal suo eremitaggio per dare un aiuto. Così padre Sorel, pur vivendo in una piccola capanna nel bosco, dedica oggi gran parte del suo tempo alle attività che si svolgono nella Bergerie de la forêt ( L ovile della foresta ), uno spazio polivalente voluto nel 97 dalla diocesi di Namur, con un polo sociale per l accoglienza degli ospiti, un polo culturale per mostre e incontri sulla natura e una cappella forestale per la dimensione spirituale. La struttura è anche sede della Commissione per la salvaguardia del creato e della cappellania, e qui si invitano i bambini delle scuole del Belgio a conoscerla e a meditare la natura. Alla Bergerie passano ogni anno tra le e le persone, ma si sta progettando di aumentarne la capacità ricettiva (maggiori informazioni sul sito ambiente La contemplazione dell invisibile. Attraverso la contemplazione visibile della natura si arriva ad una percezione del cuore che l uomo di oggi ha perso. Tutto questo conduce a contemplare l invisibile. è questo il senso profondo della teologia contemplativa praticata da padre Sorel ed estesa oggi ad altri gruppi e persone che seguono il suo esempio. Con una conoscenza approfondita di diverse religioni nel mondo ma con solide radici cristiane Bernard Sorel comincia a vivere l esperienza della poustinia nell 82, nel 1987 pronuncia i voti come poustinik e fonda la Fraternité de la Claire Vallée, nel 1992 viene ordinato sacerdote. Il suo è un invito alla contemplazione attraverso la solitudine, esteso anche a uomini e donne credenti e non credenti, che si impegnano a prendere un giorno di solitudine al mese per rispondere allo stress del mondo moderno. Perché, spiega, l uomo non è fatto solo di ragione ma anche di cuore e relazione. è giusto avere una teologia che scopre attraverso la ragione il mistero della trinità, ma se non si vive in parallelo con uno sguardo contemplativo semplice, la teologia rischia di essere un monumento che con il tempo si rovina. Nella formazione dei sacerdoti, a suo avviso, sarebbe necessario proporre esercizi spirituali nei boschi, anche di notte, per incontrare realtà diverse da quelle apprese sui libri. Perché non tornare ad una teologia contemplativa?, si chiede. La formazione dei nostri futuri preti - oltre che teologica, filosofica o pastorale - dovrebbe essere profondamente umana, partendo dalla terra - anche dal lavoro manuale -, dalla contemplazione della natura, e conoscendo le realtà dure della povertà. E poi i preti, chiaramente ognuno con il proprio carisma, devono praticare l ecologia umana, ossia la relazione con l altro, imparando a delegare, a comunicare con chiarezza per avere delle relazioni sane. Quando guida le scolaresche, ad esempio, padre Sorel osserva uno scollamento drammatico con il reale : Oggi un gruppo di giovani che passeggia in un bosco non si accorge nemmeno di un topolino che passa loro vicino. Per fortuna tantissima gente oggi sta ritrovando l amore e il rispetto per la natura. Di notte racconta - si avverte un anima particolare, un ritmo diverso nella natura. E cita San Bernardo: Gli alberi e le rocce insegnano cose che non si imparano sui libri. Padre Sorel vede oggi una pericolosa malattia del virtuale Questo non significa essere contro le nuove tecnologie. Ma bisogna avere i piedi sulla terra, il cuore rivolto al cielo e tra le mani strumenti rispettosi dell ambiente. Sir n. 37 del 23 maggio pag. 6

8 Dall Irlanda all Onu Diarmuid Martin: La vera politica può battere il terrorismo Ue e mondo D ora in poi le guerre saranno sempre più con armi batteriologiche e gravi conseguenze ambientali e non saranno limitate solo al nostro pianeta ma si sono già spinte nel cosmo, visto che lo spazio è pieno di satelliti spia e di scudi spaziali. A lanciare l allarme, nel corso della V Consultazione delle Conferenze episcopali europee (Ccee) sulla responsabilità per il creato che si è svolta nei giorni scorsi a Breslavia (Polonia), è l arcivescovo mons. Diarmuid Martin, osservatore permanente della Santa Sede presso l ufficio delle Nazioni Unite e istituzioni specializzate a Ginevra, che nei prossimi mesi si insedierà a Dublino, nel suo Paese d origine, come coadiutore del vescovo. Lo abbiamo intervistato. Tornerà nella sua diocesi come pastore. Come ritroverà l Irlanda? Manco da Dublino da 30 anni. Quindi dovrò conoscere i sacerdoti e i nuovi problemi dell Irlanda. Ho lasciato il mio Paese con una situazione di disoccupazione che arrivava al 17% invece ora accoglie tanti immigrati. C è prosperità economica ma ci sono nuovi problemi. Il processo di pace va avanti con grande sostegno da parte della popolazione anche se si scontra ancora con delle difficoltà a livello politico. è stata molto importante la volontà espressa dalla popolazione nei due referendum al nord e al Sud del Paese: la gente vuole che il processo di pace continui e tutte le Chiese diano il loro sostegno. Occorrono pazienza, coraggio e grinta per fare in modo che il processo sia portato a termine. Purtroppo l Irlanda conosce molto bene il terrorismo Il terrorismo è una strada senza uscita. Se penso al processo in Irlanda del Nord, c è stato un lungo periodo di terrorismo e tensione ma le cose sono cominciate a cambiare quando alcuni politici hanno deciso di fare la vera politica, di mettersi al servizio della popolazione e di avere il grande coraggio di entrare in dialogo con la controparte, coadiuvati e sostenuti dalla Chiesa. Bisogna affrontare direttamente i grandi problemi presenti in una società e non lasciare spazio ai terroristi. Scegliere la via della pace richiede più coraggio e Sir n. 37 del 23 maggio pag. 7 lungimiranza di altre soluzioni. La politica non va fatta per comodità e successo ma come servizio alla popolazione. La politica - come insegna anche l Iraq - non può quindi essere telecomandata dall esterno in nessun Paese. Un gruppo di persone che responsabilmente assumono la guida del destino di una popolazione è l unica soluzione. E la Chiesa deve aiutare a formare una nuova generazione di politici. Qual è oggi il ruolo dell Europa nella situazione internazionale? Un alleanza fattiva tra Stati Uniti ed Europa è importante perché abbiamo molte cose in comune nelle tradizioni di libertà e democrazia, ed indebolirle non sarebbe nell interesse di nessuno. è una collaborazione necessaria per il futuro. La minaccia più grande sono oggi le armi batteriologiche E preoccupante il fatto che la natura della guerra potrebbe cambiare. Gli strumenti internazionali di cui disponiamo per il momento per verificare l esistenza o l uso delle armi batteriologiche non sono sufficientemente forti. Con nuove situazioni nel campo degli armamenti abbiamo portato i nostri problemi anche nello spazio e questo è un segnale molto pericoloso. Bisogna procedere al processo di disarmo ma in molti Paesi non c è la volontà politica di arrivare ad un dialogo fattivo sul disarmo. Inoltre gli strumenti a disposizione non sono più adeguati, andavano bene nel periodo della guerra fredda, ora non più. Corriamo il pericolo di uno sgretolamento delle strutture di cui disponiamo, senza avere un alternativa. L Aids, poi il virus Ebola, ora la Sars. Cosa c è dietro queste epidemie? Chiaramente una guerra epidemiologica è una possibilità, ma non credo sia il caso della Sars. In Occidente siamo caduti nella trappola di credere che possiamo rispondere a qualsiasi malattia con un medicinale, mentre molte malattie richiedono cambiamenti nello stile di vita e misure di salute pubblica.

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