Navigatori L OCEANO NEL SANGUE

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1 Navigatori Un gruppo di intraprendenti velisti italiani si prepara con mezzi differenti e non senza difficoltà ad affrontare ambiziose imprese veliche L OCEANO NEL SANGUE IL TALENTO DI PIETRO D ALÌ non è una sorpresa. Lo dimostrano i suoi successi nelle classi olimpiche come l esperienza in Coppa America. Vero è tuttavia che negli ultimi due anni i suoi sforzi nel mondo delle regate d altura lasciano il segno. In giugno ha guadagnato un prezioso secondo posto (dopo avere condotto in testa gran parte della gara) alla Solo Méditerranée, regata a tappe in solitario Recentemente vincitore della Transat AG2R seguito da un altrettanto importante secondo posto alla Solo Méditerranée, Pietro D Alì sta pensando di partecipare al Vendée Globe. da Marsiglia a Porquerolles riservata ai monotipo di 10,10 metri Bénéteau Figaro. «Sono contento per la mia regata afferma D Alì finire al 49 NON SI PUÒ CERTO DIRE CHE IN ITALIA LA VELA sia uno sport di primo piano. È risaputo, a meno che non si parli di Coppa America, quando in campo ci sono delle barche l indifferenza di quotidiani e tv è quasi proverbiale. Nel circuito nazionale non esistono sfide che possano competere con quelle organizzate in Francia o in Inghilterra come la Mini Transat, la Transat Jacques Vabre, il Vendée Globe, la 5 Oceans. Da noi si privilegia la navigazione tra le boe di un circolo velico. Per questo le grandi aziende sono restie a sponsorizzare programmi ambiziosi, mentre le più piccole, quando interessate, tendono a concentrarsi su eventi locali, non lontano dal loro giro di affari. Molti talenti italiani sono così costretti a emigrare all estero per ottenere adeguati riconoscimenti o solo per avere qualche chance in più di navigare. Chi a bordo di monotipi, chi su prototipi, Mini 650 o piccoli multiscafi, ecco il profilo degli skipper nostrani che si preparano ad affrontare l oceano. Tra nuovi solitari e cacciatori di record secondo posto a un solo punto da Kito mi ripaga di tutti gli sforzi. Mi è rimasto un po di amaro in bocca perché ero in testa, ma va bene così». Un successo che segue a poca distanza di tempo dalla bella vittoria riportata in coppia proprio con il francese Kito de Pavant alla Transat AG2R dello scorso aprile. È la prima volta che un velista italiano s impone in questa transatlantica che parte da

2 Concarneau (Francia) a Saint Barthelémy (Caraibi). Nel 2005 lo skipper milanese aveva fatto già parlare di sé quando partecipando come esordiente alla La Solitaire Afflelou Le Figaro dura regata di miglia a tappe tra Francia, Spagna e Irlanda in solitario è riuscito a vincere una tappa e ad aggiudicarsi il settimo posto nella classifica generale. I risultati di D Alì sono eccezionali perché ottenuti in un settore della vela in cui l Italia conta poco e, nel suo caso, si aggiungono a un curriculum già prestigioso: vari titoli nelle classi 420, 470 (anche un argento alle Olimpiadi di Kiel nel 1987), J24, Asso 99, Star, una partecipazione al giro del mondo Whitbread 1993/94 a bordo di Brooksfield, un terzo posto all Admiral s Cup nel 1997 su Brava Q8, per arrivare nel 2000 alla vittoria nella Louis Vuitton Cup a bordo di Luna Rossa dove era impegnato come randista. Ora nei progetti dello skipper c è la costruzione di un Open 60 e un obiettivo ambizioso: partecipare al Vendée Globe, il giro del mondo in solitario. «Ho già dei contatti con degli sponsor, compreso l attuale Nanni Diesel dice D Alì ma è ancora tutto da decidere. Anche Kito de Pavant (il suo amico-rivale, ndr.) sta aspettando una risposta da Groupe Bel per lo stesso progetto. L idea è di fare le due barche insieme. Con Kito potremmo partecipare alla Transat Jacques Vabre del 2007 per collaudare la prima barca ed eventualmente modificare e migliorare la seconda. L Open 60 comunque non escluderebbe per il prossimo anno un altra Figaro che in questo settore rimane un ottima palestra per allenarsi». Info: < A PORTARE ALTO IL NOME DELl Italia nel panorama della vela d altura internazionale negli ultimi tempi è stato senza dubbio anche Franco Manzoli che nel 2005 a bordo del trimarano Cotonella ha vinto la Ostar, inserendo per la prima volta il nome di un italiano nell albo d oro della più celebre transatlantica in solitario, da Plymouth (Inghilterra) a Newport (Stati Uniti). Un risultato formidabile che il velista milanese inseguiva da anni. Manzoli, infatti, era alla sua quarta partecipazione alla regata: nel 1992 aveva conquistato un terzo posto di classe, mentre nel 1996 e nel 2000 le barche da lui utilizzate avevano presentato alcuni problemi tecnici. Di qui la decisione di progettare e costruire da sé un trimarano di 12 metri, Cotonella appunto, più affidabile, maneggevole e maggiormente competitivo. Con la stessa barca Manzoli, insieme a Ruggero Ferrario, quest anno si è aggiudicato anche la Roma per Due. «Sono soddisfatto di questa barca dice Manzoli dopo la Ostar e la traversata di ritorno dagli Stati Uniti in pratica non ha subìto interventi se non la manutenzione ordinaria. Il problema è che in Italia il trimarano condiziona molto: c è poco spazio, è difficile ormeggiarlo, non ci sono molte regate, per esempio alla Giraglia, che pure 50 sarebbe una bella regata per me, i multiscafi non sono ammessi». «Preferirei aggiunge che al posto di tutti i premi e le targhe che mi danno, un porto mi facesse tenere la barca gratis per un anno!». E in effetti di premi e successi Manzoli nella sua carriera ne ha già accumulati tanti. Ha cominciato a fare regate quando aveva quattordici anni su un Dinghy 12 regalatogli dal padre, e da quel momento non si è più fermato, anche se la sua professione oggi è un altra: è titolare, infatti, della Velscaf di Carasco (Ge) che produce alberi e attrezzature per imbarcazioni a vela. Manzoli si è affacciato nel mondo dell altura all inizio degli Anni 70 partecipando a eventi come la Settimana delle Bocche, i Campionati del Mediterraneo, i Campionati Italiani Ior, la Middle Sea Race, mentre negli Anni 80 si è concentrato sui campionati mondiali level classes (classi di imbarcazioni a rating uguali). Dopo la prima Ostar, nel 1995 Manzoli ha varato Golfo Tigullio, un monoscafo di 30 piedi vincendo la Roma per Due, la Corsica per Due e la Giraglia, vittorie che ha ripetuto a distanza di pochi anni con un nuovo catamarano open di 30 piedi (chiamato sempre Golfo Tigullio): sua la Corsica per Due nel 1998, dove ha anche stabilito il record assoluto in sole 58 ore, e ancora la Roma per Due nel Quest anno dopo essersi aggiudicato la Roma per due e avere partecipato alla Roma-Giraglia e alla Carthago Dilecta Est, Manzoli si ferma. «Anzi il mio contratto con lo sponsor scadeva lo scorso anno spiega lo skipper ma è stato prorogato al 2006 come premio partita!». Quanto agli appuntamenti di livello in-

3 Franco Manzoli ha vinto nel 2005 la Ostar, transatlantica in solitario da Plymouth (Inghilterra) a Newport (Usa), a bordo del trimarano Cotonella. ternazionale, Manzoli spiega le sue difficoltà a prendervi parte: «Di interessante ci sarebbe la Route du Rhum, però l arrivo è ai Caraibi e dovrei riportare la barca in Italia. Per uno come me che ha un attività e si dedica alle regate nel tempo libero, sono difficoltà logistiche molto difficili da gestire. Invece una barca che mi stuzzica in questi circuiti prosegue Manzoli è la nuova classe dei 40 piedi: è appena nata ma già alla Route du Rhum conta 30 imbarcazioni iscritte. Non richiede impegni professionali come un 60 piedi, ma può regalare le stesse soddisfazioni». Info: < UN ALTRO ITALIANO CHE SI STA dando da fare nella vela d altura è Andrea Farina. Classe 1971, nato a Monza, dopo la laurea in Economia e commercio ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla vela. Diventato Istruttore Fiv, nel 1996 ha aperto la scuola di vela Est Garda Equipe Vela sul lago di Garda e ha cominciato a fare Con il Moana 60, barca di oltre 18 metri che fu di Vittorio Malingri, Andrea Farina si prepara a un intenso circuito di regate tra cui le transoceaniche Arc e Transat Jacques Vabre. DE GREGORIO La vela d altura non ha età Pasquale De Gregorio in oltre venti anni di attività agonistica è stato uno dei protagonisti del circuito d altura nazionale. Nel suo palmares c è anche la partecipazione al Vendée Globe, il giro del mondo in solitario e senza scalo, del C è un età per fare regate? «Direi di no. La regata non è un discorso di forza fisica, ma di esperienza e preparazione. Lo dimostra Ellen MacArthur, una ragazza minuta e che per quanto sportiva non ha certo maggiore forza fisica dei suoi avversari. Il segreto dei suoi successi è nella testa. Se uno non ha la forza fisica mette winch più grandi, manovre demoltiplicate e va. Le difficoltà sono altre». - Cioè? «È più difficile trovare sponsor, per esempio». - Condiziona l età dello skipper? «Può darsi. Certo uno che ha anni senza provenire da una classe olimpica, senza il bronzo in questa o quella specialità, trova più difficoltà a farsi finanziare. Ma al di là di questo in Italia gli sponsor sono spesso completamente impreparati sulla vela, e in particolare quella oceanica. L oceano è visto come una cosa lontana». - Quindi che consigli dai a chi comincia oggi a navigare? «L importante è che ci sia una profonda e reale motivazione personale. Nel caso ci sia, consiglio di assecondarla e fare tutto quello che serve per presentarsi preparati alle prove. Altrimenti ci si fermerà al primo ostacolo. Bisogna pedalare, perché se non si pedala non si arriva da nessuna parte. In ogni caso in bocca al lupo a tutti quanti!». 51

4 regate conquistando nel 2003 il titolo di Campione Europeo Asso99 e nel 2004 il titolo italiano in Classe Mini 6,50. È proprio in questa classe che Farina ha iniziato la sua carriera agonistica nell altura facendosi le ossa in regate come la Roma per due, la Corsica per Due, e la Cinquecento per due e ripetendo il circuito di classe per tre anni. Attualmente i suoi sforzi sono concentrati sul Moana 60, un open di 60 piedi con il quale intende prendere parte a una serie di eventi tra cui nel 2007 la Transat Jacques Vabre, regata transoceanica riservata a equipaggi di due persone da Le Havre (Francia) a Salvador de Bahia (Brasile). Tutto è partito nel 2004 con il progetto di costruzione di un open 50. «L intenzione spiega Farina era quella di coinvolgere la comunità di Don Mazzi per la costruzione della barca, un po sulla scia di quello che aveva fatto Giovanni Soldini con il suo Stupefacente». Poi interessandosi a barche di questo tipo presenti sul mercato Farina si è imbattuto nel Moana 60 che trovò su un invaso in Toscana. Ha coinvolto una serie di amici e insieme hanno diviso la spesa per l acquisto. La barca è stata progettata e costruita da Franco e Vittorio Malingri per l edizione 1992/93 del Vendée Globe, il giro del mondo in solitario in cui ha preso parte lo stesso Vittorio dopo avere partecipato anche alla Ostar. Successivamente è stata condotta da Simone Bianchetti in una serie di regate oceaniche. Farina ha portato la barca nel Cantiere Orioli di Marina di Ravenna nel febbraio del 2006, per procedere a una serie di lavori Casco e tuta stagna, l attrezzatura necessaria per le sfide più estreme. volti a ripristinare e migliorare le sue potenzialità agonistiche. È stata installata una nuova chiglia disegnata dalla studio Brenta di Milano (lama più lunga e siluro più pesante), è stata controllata l attrezzatura di bordo, revisionati albero, boma e sartiame, istallato un bompresso per murare il nuovo gennaker di 180 metri quadrati, ristrutturati gli interni e sostituito il motore. Il 19 novembre di quest anno Farina sarà schierato al via della Arc, regata in flottiglia che si svolge da Las Palmas (Canarie) a Santa Lucia (Caraibi). Dopodiché il programma agonistico prevede la partecipazione alla Antigua Sailing Week (aprile 2007), e nel novembre 2007 alla Transat Jacques Vabre dove Farina sarà in coppia con Daniel Valli. «Lo spirito afferma lo skipper è quello di riuscire ad arrivare in fondo. In regate di questo tipo, dominate dai francesi e dagli inglesi, è già tanto». Info : < Animati dal gusto di imprese estreme C È CHI COMINCIAA FARE REGATE di un certo livello su derive per specializzarsi più avanti in prove d altura e c è chi fa il contrario. Matteo Miceli, romano, 35 anni è uno di questi ultimi. I primi successi sono arrivati infatti 52 quando fece parte come grinder dell equipaggio di My Song, il 70 piedi comandato da Francesco De Angelis che vinse un po di tutto (Coppa del Re, Rolex Cup, Giraglia, etc.) tra il 1992 il 1996 nel circuito dei Maxi. «È vero che quel ruolo commenta Miceli è tutto braccia e poco cervello. Ma stare in pozzetto con l orecchio teso ad ascoltare i commenti di timoniere e tattico per me è stata una scuola enorme». Poi sono arrivati i primi successi come skipper a bordo di un Este 39 alla Roma per Due del 1999 e alla Roma per Tutti nel Contemporaneamente Miceli ha mantenuto però viva la passione acquisita da bambino per gli Hobie Cat, partecipando anche a circuiti nazionali e internazionali. Così mettendo insieme amori vecchi e nuovi, i catamarani appunto e la vela d altura, durante la regata Bermuda-Azzorre a bordo del Vor 60 Chica Boba (in cui tra l altro arrivarono secondi di classe) insieme ad Andrea Gancia, nacque il progetto di attraversare l Atlantico a bordo di un catamarano di 20 piedi. Nei capannoni dei Cantieri d Este di Fiumicino (Roma), di cui Miceli è divenuto uno dei titolari e dove tra l altro vengono prodotti scafi di indiscusso successo nell altura come l Este 4, l Este 35 e l Este 39, è nato quindi nel 2004 il prototipo di catamarano sportivo (senza cabina) progettato da Sito Avilès Ramos appositamente per attraversare l oceano. Dopo un tentativo andato a vuoto nel 2004 (si ruppero i timoni e furono costretti a riparare a Capo Verde) nel 2005 Miceli e Gancia hanno portato a termine la loro impresa attraversando miglia di Atlantico da Dakar a Guadalupa e stabilendo il record della categoria

5 GIOVANNI SOLDINI Alessandro di Benedetto è partito da Yokohama (Giappone) il 10 giugno con l intento di attraversare il Pacifico su un catamarano non abitabile di 6 metri. col tempo di 13 giorni e 13 ore. Non contento Miceli, dopo prove in Mediterraneo come la Roma-Giraglia e la Carthago Dilecta Est, con qualche piccola modifica al suo catamarano Biondinanera, ha programmato per il novembre 2006 la traversata dell Atlantico in solitario: «Già quando abbiamo cominciato a costruire il catamarano avevamo ipotizzato la possibilità di utilizzarlo anche in solitario. Le modifiche per questa nuova impresa quindi non sono moltissime: l albero è stato abbassato da 11 a 9,50 metri, ho utilizzato un sistema Harken a sfere per alzare e abbassare la randa facilmente, ho un imbuto a prua per il gennaker, in più pannelli solari, regolatore di carica, pilota automatico (più due di rispetto), desalinizzatore, strumentazione wireless Tacktick, gps, telefono satellitare, etc.». E conclusa questa impresa ci saranno altre avventure estreme? «Il sogno risponde Miceli è quello di costruire ai cantieri d Este una barca per il Vendée Globe del Ma per ora è solo un pensiero lontano». IL PRIMATO CHE Miceli a novembre si appre- A bordo di un catamarano di 6 metri, Matteo Miceli si appresta a battere il record di traversata atlantica. L importante è navigare Giovanni Soldini è il navigatore italiano che vanta il maggiore numero di successi in regata. Le sue vittorie più importanti, oltre a quelle nel circuito nazionale, le ha ottenute all Atlantic Alone e all Aroud Alone (il giro del mondo a tappe in solitario) del Ma già prima si era distinto con il secondo posto nella classe dei 50 piedi alla Europe One Man Star del 1992 e al Boc Challenge del Sono state buone, ma meno eclatanti, anche le sfide affrontate a bordo di Tim Progetto Italia trimarano di 60 piedi di classe Orma, che si sono concluse purtroppo amaramente lo scorso novembre durante la regata oceanica Transat Jacques Vabre, con la perdita della barca in oceano Atlantico. Ma lo skipper milanese non ha certo concluso qui la sua carriera e si sta organizzando per riprendere al più presto il largo. Sul suo programma ha preferito non fornire anticipazioni, ma non si è tirato indietro di fronte alla richiesta di due parole da dedicare a chi voglia fare, come lui, il navigatore di professione. Ci sono dei passaggi obbligati, una strada da seguire? «No, direi di no. Si può cominciare in qualsiasi modo e con qualsiasi tipo di imbarcazione. La cosa importante, come sempre, è navigare». C è chi cerca il battesimo oceanico nei Mini «Cominciare con i Mini è una cosa intelligente perché sono belle barche e richiedono budget ridotti rispetto a classi di imbarcazioni più grandi». Allora in sostanza qual è il segreto per avere successo? «Bisogna darci dentro e tenere duro, fare un passo dopo l altro. Alla fine le cose si fanno, nonostante le difficoltà». 53

6 sta a battere è quello di 29 giorni fissato nel 2002 da Alessandro Di Benedetto altro esponente di spicco del panorama velico nazionale. Romano, 35 anni, di professione geologo, Di Benedetto ha consacrato la sua carriera velica alle imprese estreme a bordo di piccoli catamarani. La prima volta è stata nel 1992 quando a bordo di un Hobie Cat 20 in occasione dei 500 anni dai viaggi di Cristoforo Colombo, insieme al padre lasciò la Sicilia alla volta della Spagna e di qui proseguì con scali alle Canarie e alle isole di Capo Verde per poi tornare in Italia. Nel 1993 quindi compì, sempre col padre la traversata dell Atlantico con partenza da Capo Verde e arrivo in Martinica, ai Caraibi. Nel 2001 Di Benedetto ha quindi dato il via alla navigazione in solitario con la prima traversata no stop da Genova alle Canarie, cui è seguita, l anno successivo, la traversata record (quella di 29 giorni appunto) in solitario dell Atlantico da Las Palmas (Canarie) a Guadalupa (Caraibi). Negli anni a seguire oltre a scrivere tre libri sulle sue avventure, pubblicati sia in Italia che in Francia, Di Benedetto ha messo in opera tra Bologna e Palermo, la costruzione di un nuovo multiscafo sempre non abitabile, e lungo sei metri. Con questo nuovo prototipo battezzato One World, il navigatore, ha lasciato lo scorso 10 giugno le acque di Yokohama, in Giappone, alla volta di San Francisco (Usa). La traversata del Pacifico, sempre e rigorosamente Maurizio Vettorato, 42 anni, è passato dalla montagna alla vela e si prepara alla sua prima Mini Transat. in solitario, impegnerà Alessandro di Benedetto per due o più mesi secondo le condizioni meteorologiche che troverà nel corso di una rotta difficile, senza scalo e lunga miglia. La barca di Di Benedetto pesa 200 chili e offre una capacità di carico molto elevata così da poter imbarcare tutta la strumentazione necessaria (boette Argo, gps, pannelli solari, accumulatori, scorte di cibo e acqua, dissaltore, etc). Rigorosamente sprovvisto di cabina, il catamarano è dotato di una superficie velica di 22 mq, più il gennaker. Info: < Grandi navigazioni su barche mini UNA FUCINA DI NUOVI TALENTI È sicuramente in Italia, come in Francia, la classe dei Mini 650. Fior fiore di velisti in tutta Europa si sono fatti le ossa a bordo di queste imbarcazioni di 6,50 metri, tecnologicamente avanzate e attrezzate per la navigazione d altura. Tra questi ricordiamo Laurent Bourgnon, Isabelle Autisseir, Loïck e Bruno Peyron, Yves Parlier, Ellen MacArthur, solo per citare i più celebri. Il circuito riservato ai Mini 650 prevede regate con o senza scalo, in due persone d equipaggio e in solitario, organizzate in Mediterraneo e in oceano Atlantico. L evento clou è per loro la Mini Transat, regata biennale con partenza da Charente Maritime, sulla costa atlantica della Francia, a Bahia, in Brasile. L idea di organizzare una regata atlantica in solitario per piccole imbarcazioni venne nel 1977 all inglese Bob Salmon, come risposta alla crescita dei budget necessari per affrontare circuiti riservati a imbarcazioni più grandi tra cui per esempio gli Open 50 e 60. La cosa effettivamente funzionò. Oggi ci sono molti più Mini 650 che imbarcazioni di classe Orma o Imoca, per esempio. Nonostante questo, attrezzare un Mini 650 non è cosa da tutti. Lo dimostrano le difficoltà incontrate da molti velisti che per fame di sponsor troppo spesso sono costretti ad appendere le scotte al muro o a rinunciare a buona parte delle prove del circuito Mini prima di riuscire a varare la propria imbarcazione. In Italia sono diversi gli skipper che si stanno preparando a prendere il largo nella speranza di partecipare alla Mini Transat del 2007 e magari un giorno cominciare a gareggiare per professione. Tra i più accreditati ministi italiani c è attualmente Maurizio Vettorato, 42 anni di Bolzano, nella vita guida alpina. Dopo anni tra i Melges 24, Asso, Mumm 36 è passato ai Mini 650 per cimentarsi in prove d altura lunghe. La sua barca, che in attesa di uno sponsor si chiama 54

7 Andrea Caracci, tra i concorrenti in lizza per la traversata atlantica in solitario del 2007, ha già partecipato all edizione del 2005 concludendo al 10 posto. Spazio libero, è stata costruita in un cantiere di Marsiglia su un progetto di Samuel Manuard. Dopo il varo in marzo del 2006 e l esordio il mese seguente con un disalberamento alla 36 Ore dell Elba, è seguita la più fortunata partecipazione alla Corsica per Due dove in coppia con Pietro Boerio si è classificato primo di classe. Poi la partecipazione dal 1 al 9 luglio con Riccardo Apolloni alla Mini Max (regata di 500 miglia con partenza e arrivo a Port Camargue e passaggio alle isole Porquerolles), e alla Mini Med con Pietro Boerio (partenza da Port Camargue, passaggi a Estartit, Minorca, Estartit, in Spagna, Andrea Pendibene, 24 anni, studente di Viareggio sta ottenendo buoni piazzamenti nel circuito nazionale dei Mini 650. e ritorno a Port Camargue). Vettorato si prepara quindi alla qualificazione in solitario di 500 miglia per essere pronto al via alla Mini Transat del Info: < È determinato a partecipare alla MiniTransat del 2007 anche il promettente Andrea Pendibene. Viareggino, 25 anni, nella vita studente di ingegneria navale, a bordo del suo mini Perle de Seur-Città di Viareggio sta ottenendo ottimi risultati. Così è stato in aprile alla Regata dei Cetacei dov è giunto quarto di classe, così circa un mese dopo alla Regata delle Sette Isole dove ha tagliato il traguardo al secondo posto. Meno fortunata la partecipazione alla Corsica per due da cui si è dovuto ritirare in seguito alla rottura dei timoni. Dopo la partecipazione alla Mini Max, alla Mini Med in luglio e alla Mini Barcellona (300 miglia senza scalo con partenza e arrivo a Barcellona, Spagna) in ottobre, per la stagione 2006 Pendibene ha programmato di ultimare tutte le prove di qualificazione necessarie alla partecipazione alla Mini Transat. Info: < Sicuramente ha buone possibilità di presentarsi al via della Mini Transat anche Andrea Caracci, skipper di Speedy Bonsai, che ha partecipato a quasi tutte le regate di classe tra il 2004 e il 2005 e che in particolare si fece notare nella Mini Transat del 2005 quando, a bordo del suo Mini 650, tenne a lungo il comando della flotta nella seconda tappa della regata dalle Canarie al Brasile, concludendo poi con un buon decimo posto. Caracci ha mosso i primi passi alla scuola di vela Tito Nordio di Trieste, poi, dopo una parentesi da motociclista, a diciotto anni è tornato alla vela passando dai 470, Skiff e 49er ai Mini Transat. Tra marzo e maggio del 2006 come co-skipper con Pietro d Alì a bordo del Benétéau Figaro di Nanni Diesel ha vinto la prima edizione de la Course au Large (sul percorso La Ciotat-Ile Rousse-La Ciotat). Info: < Anche Riccardo Apolloni, napoletano, classe 1966 si prepara da diverso tempo alla Mini Transat del Da dieci anni Apolloni ha lasciato il lavoro di 55

8 Alessandra Montuschi, 35 anni, col suo Duchessa Extra è la prima donna italiana pronta alla sfida della Mini Transat. ingegnere per dedicarsi esclusivamente alla vita di mare, come marinaio e skipper impegnato in trasferimenti, charter e regate d altura. Poi insieme a un altro skipper e progettista, Enzo Siviero, è nata l idea di costruire un Mini 6,50 con l obiettivo di partecipare alla Mini Transat. Così è nato Ma Vie prototipo in compensato marino disegnato dallo stesso Siviero che è stato varato nel mese di luglio Singolare il sistema adottato dal team di Apolloni per fare fronte, almeno in parte, alla carenza di sponsor: sfruttando un idea adottata dello skipper francese Bertrand de Broc in occasione della Vendée Globe del 1996, ogni sostenitore che contribuisce con una quota fissa a finanziare il progetto di partecipazione alla Mini Transat, potrà vedere stampato il proprio nome sulla barca di Apolloni. Dal 2003 sono stati raccolti circa 100 nomi. In attesa della regata transoceanica Apolloni prevede di prendere parte al circuito di classe mini tra il 2006 e il 2007 e naturalmente, dopo la qualificazione con la Mini Barcellona, prendere parte alla Mini Transat del Info: < Tra gli specialisti dei Mini 6,50 attivi nel circuito nazionale c è da lungo tempo anche Stefano Paltrinieri, 52 anni, (< preparatore atletico di professione, che da oltre dieci anni colleziona partecipazioni a eventi riservati alla classe Mini, tra cui tre Mini Max, tre Corsica per Due, un Mini Fastnet e una Mini Transat nel Nel corso di quest ultima fu però costretto al ritiro dopo avere scuffiato nel Golfo di Biscaglia. La sua barca, il Naus (modello caratterizzato dalla massima semplicità di esercizio, da volumi interni maggiori e da una estrema semplificazione delle manovre) Duchessa progettato da Umberto Felci, è stata quindi acquistata da Alessandra Montuschi velista romana di 35 anni. Dopo dieci anni spesi come marinaio e skipper su imbarcazioni da crociera e come impiegata in cantieri nautici, Alessandra l ha rimessa in sesto riattrezzata e varata nel 2005 col nome Duchessa Extra. Anche la Montuschi quindi, che ha esordito in maggio alla Corsica per Due piazzandosi in terza posizione, si sta preparando alla Mini Transat e oltre a ottime doti come velista vanta già il primato d essere la prima donna italiana a cimentarsi in una prova di questo tipo. Info: < Interessante il curriculum di Gianluca Pantuso, 41 anni, di Milano, agente di commercio nonché responsabile delle comunicazioni per la Classe Mini 650 Italia. Nel 2004 Pantuso ha comprato il primo Mini Pogo2, No War partecipando alla Mini Med e al Triangle Du Soleil (500 miglia con partenza e ritorno a La Grande Motte). Purtroppo per problemi tecnici, proprio quando si trovava a 70 miglia dall arrivo della Triangle Du Soleil Pantuso è stato costretto ad abbandonare la corsa perdendo l unica chance valida per la qualificazione alla Mini Transat del Per la stagione successiva ha quindi acquistato un altro Pogo2, Jolly Roger, in società con Stefano Chieffi, un odontotecnico di Firenze, con cui ha partecipato attivamente alle regate del circuito nazionale ottenendo ottimi piazzamenti. Tra i più recenti successi segnaliamo il terzo posto all ultima Regata dei Cetacei e il primo alla Regata delle Sette Isole. Info: <www. kaisailing.com>. Alessandro Zamagna, invece, riminese 40 anni ha già partecipato alla Mini Transat nel 2003 sul prototipo Arché 342. Ricco anche il suo palmares costellato dalla partecipazione a regate importanti tra cui la Rimini-Corfù-Rimini, la Cinquecento per 2, la Roma per 2, la Corsica per 2, la Mini Max, il Triangle du Soleil e altre ancora. Oggi a bordo del prototipo Spirit of Parsifal è impegnato in un progetto che unisce all aspetto puramente agonistico, quello sociale coinvolgendo anche giovani con disagi fisici e mentali. Dopo la partecipazione alla Cinquecento per 2 in giugno, Zamagna ha in programma di tornare in Tirreno per la stagione 2007 e prendere parte alle regate del circuito organizzate sul versante occidentale della Penisola. Info: < 56