A. Iaccarino, C. Capasso e P. M. Fiumani - Convegno La Qualità dell'integrazione scolastica e sociale - 8, 9 e 10 novembre 2013
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- Severino De Angelis
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1 Rimini, 9 Congresso Internazionale novembre 2013 La qualità dell integrazione scolastica e sociale. «Buone prassi» Progetto Interculturale Bambini comunque Autore AN NA IACCARIN0 Coautori Carmela Capasso, Perla Maria Fiumani La scuola ed il mondo dell educazione sono attraversati oggi più che mai dal tema del pluralismo, della diversità e conseguentemente dalla necessità dell incontro con l altro, della relazione, della gestione delle differenze e della complessità. L immigrazione e la presenza di alunni stranieri nelle classi e nella società, infatti, è un dato strutturale con cui la scuola deve confrontarsi e attivarsi in modo costante e attivo. Obiettivo prioritario della scuola è quindi l educazione interculturale, la cui caratteristica principale è quella di costruire processi di apprendimento basati sul dialogo interculturale quale strumento principe per conoscere le culture altre, guardando al diverso non con sospetto e diffidenza ma come risorsa per la crescita della persona e della società nel suo complesso. 1
2 I bambini come bene di tutti e responsabilità di tutti: -la centralità del bambino nei processi educativi, un percorso educativo che favorisca lo sviluppo dell identità, l autonomia, le competenze, la cittadinanza del bambino; la sua propositività, la sua libertà, i suoi diritti. In linea con le Indicazioni Nazionali e l organizzazione del curricolo. -Porre il bambino al centro del processo educativo significa essere attenti ai suoi spazi, ai suoi tempi, alle relazioni con e per l infanzia. La promozione del dialogo interculturale è stata una prerogativa costante dell UE fin dalla strategia di Lisbona del 2000 e ancor più con l anno del Dialogo interculturale del 2008, attraverso cui ha enfatizzato il ruolo della diversità e del dialogo interculturale come risorsa indispensabile per promuovere la società della conoscenza, in quanto promotrice del superamento della rigidità del pensiero unico in favore di un pensiero flessibile e innovativo. La scuola è chiamata ad affrontare e promuovere un processo articolato ed efficace di educazione all interculturalità ponendo l accento sulla relatività ed arbitrarietà dei punti vista e dei valori propri di ciascuna cultura di appartenenza, da come sottolineato da diversi pedagogisti tra cui Bruner: è il contesto culturale in cui si è immersi a determinare i valori di una comunità e la propensione ad una determinata interpretazione dei fatti naturali e sociali. Solo in tal modo è possibile definire un percorso formativo flessibile per ogni discente, in interazione costante e in delicato equilibrio con altri modelli di riferimento e altri sistemi culturali. 2
3 Il contesto in cui si è svolta l'esperienza progettuale Bambini comunque è rappresentato dalla scuola dell'infanzia del Comune di Milano, destinatari i bambini di età 3-6 anni in linea con l'assetto pedagogico e metodologico di tale Comune e delle Indicazioni Nazionali. Il contesto sociale attuale in cui operano i servizi educativi e scolastici è composto da bambini italiani e bambini di diverse nazionalità con una propria estrazione sociale, economica etnica e religiosa. Il progetto Bambini comunque parte dalle necessità di aiutare bambini e insegnanti a costruire una scuola non solo a dimensione dei piccoli ma una scuola che contribuisca alla costruzione di una realtà in cui si valorizzano culture ed usanze di ciascuno affinché le differenze di appartenenza e di costumi possano essere una risorsa per tutti: educatrici, bambini e genitori. Bambini comunque significa considerare l uguaglianza e il rispetto delle differenze, viste come una ricchezza da utilizzare in cui bambini italiani e stranieri possano camminare insieme per costruire un esperienza di vita comune. Adorno: «diversi si nasce ma uguali talora si diventa per colpa d altri.» vediamo, apriamoci alla sperimentazione pratica 3
4 Ciascun bambino fa parte di un sistema valoriale, di vita familiare, la cui condivisione all interno della scuola diventa esperienza di scambio e di arricchimento reciproco. La famiglia diventa protagonista attiva di questa esperienza-percorso attraverso la partecipazione alle iniziative scolastiche, nella convinzione che la corresponsabilità educativa si nutre del confronto, della mediazione culturale e di una convergenza di intenti in cui conciliare i tempi lavorativi, della cura e del tempo libero rappresenta il nodo essenziale della crescita di ogni bambino. La continuità orizzontale tra scuola/educatori, famiglia, enti e associazioni. Bambini genitori e insegnanti sono protagonisti dell integrazione scolastica e sociale, evidenziando la centralità del bambino nei processi educativi. Il bambino di oggi è un bambino attivo e competente. Il ruolo del docente risiede anche nell indirizzare ed integrare, attraverso percorsi pratici e creativi, le diverse manifestazioni delle attività umane, strutturando un assetto pedagogico e metodologico che rilanci le differenze come risorse dell intera comunità e proponendo attività ludiche che favoriscono l espressione di ogni cultura. Il docente incontra il bambino e la sua famiglia e condivide e accoglie le differenze, ponendosi in confronto attivo. La scuola si apre al sociale. Attività: laboratori: pittura, teatro, attività motoria, ascolto di musiche diverse. Racconto di storie, uscite e visite all esterno presso parchi, monumenti, nel rispetto«dei tempi e i bisogni del bambino». Ciò è interessante in quanto è una sfida continua per educatori, bambini famiglie e associazioni del tempo libero(continuità orizzontale). 4
5 In linea con le Indicazioni Nazionali e l'assetto pedagogico metodologico del Comune di Milano le modalità sono state organizzate dando spazio a un sistema educativo condiviso che vede educatori, bambini e famiglia coinvolti in un lavoro comune orientato ad utilizzare non solo gli incontri ma anche attività pratiche in cui ciascuno contribuisce con la propria esperienza e cultura-tradizione. I nuclei parentali divengono, in tal modo, i punti focali dei processi di inclusione e di confronto interculturale. Inclusione, rispetto e valorizzazione delle diversità e degli stili di vita. Il percorso si è articolato avviando un progetto sperimentale favorendo l intervento di bambini, famiglie, educatrici e anche figure specializzate (se necessario): - progetti specifici rivolti a bambini con particolari difficoltà quali bambini di madrelingua estera che presentano difficoltà nell espressione della lingua italiana. - progetti complementari rivolti alle famiglie, favorendo lo sviluppo di gruppi di famiglie di diverse etnie, promuovendo il mutuo aiuto per meglio conoscersi e confrontarsi per l integrazione degli stessi e dei loro bambini. - In relazione alle varie difficoltà di integrazione sociale sono stati proposti diversi laboratori durante l intero anno educativo, attuati in intersezioni per fasce di età e all interno del gruppo in sezione. 5
6 Le proposte didattiche hanno alternato dialoghi con i bambini, racconti di storie a sfondo interculturale, percorsi didattici, canzoni che esprimono sentimenti di amicizia e di pace, proposte di giochi che evidenziano le similitudini e le differenze dei vari giochi e che favoriscono il contatto corporeo scoprendo e riflettendo sulle differenze personali. In relazione alle varie forme di difficoltà sono stati attivati: - attività educative organizzate per piccoli gruppi e/o con momenti individuali e individualizzati; - attività di laboratorio programmate e ricorrenti; - particolari progetti di accoglienza; - iniziative per lo sviluppo, la collaborazione e il confronto circa le scelte operative tra gli educatori e le altre figure professionali; - rapporti costanti con le famiglie. 6
7 Favorire la scoperta della multiculturalità intesa non solo come presenza di bambini di altre culture, ma anche come valorizzazione delle diversità/unicità di ciascuna persona; Ampliare l orizzonte culturale per accogliere gli altri come amici con i quali poter condividere giochi ed esperienze; favorire l ascolto reciproco; incontrare e conoscere culture e tradizioni diverse attraverso racconti e storie, drammatizzazioni, giochi e musica; sviluppare modalità espressive variegate utilizzando diversi materiali. Bambini delle sezioni della scuola dell infanzia Docenti della Scuola dell Infanzia: attuazione didattica, osservazione, verifica e valutazione del progetto Coinvolgimento di alcuni genitori stranieri disponibili per proposte interculturali(canzoni, storie, filastrocche, strumenti musicali, giochi). 7
8 Settembre- novembre: laboratorio fiabe e racconti; dicembre-gennaio: laboratorio teatrale; febbraio-marzo: giochi liberi nei diversi spazi: in sezione e all esterno della sezione(travestimenti), laboratorio musicale; aprile maggio: attività di semina e manipolazione circa la conoscenza della natura, l orto nel giardino della scuola e differenze circaifruttiegliortaggi,lepiantedeidiversipaesi; attività di gioco libero, gioco motorio, grafico-pittorica. Utilizzo del mappamondo quale strumento fondamentale per mostrare dove siamo noi e in quanti posti diversi vivono altri uomini, rispettando i tempi e i bisogni del bambino; racconti di storie a sfondo interculturale; drammatizzazione; lettura di fiabe raccontati dalle mamme dei bambini stranieri: la giraffa vanitosa, prova d'amore; giochi di ruoli e drammatizzazione di una favola scelta dai bambini, con la partecipazione dei genitori. 8
9 Giochi corporei: conoscenza del proprio corpo; costruzione dell'albero di Natale con addobbi caratteristici dei diversi paesi; visione di foto, immagini raccolte da riviste, da cataloghi di viaggio: collage interculturale; racconti e confronti di giochi con la partecipazione dei genitori dei bambini stranieri e italiani: mamba e kukulu, nascondino e girotondo; costruzione di giocattoli rudimentali tipici delle diverse culture: bambole di stoffe diverse; rappresentazioni grafiche; preparazione di maschere di carnevale di diverse culture. Ascolto e riproduzione di musiche e canzoni tipiche di diverse culture; visione e conoscenza di strumenti tipici. 9
10 Cercare di creare «tutti insieme» ambiti di miglioramento degli interventi educativi, «buone prassi» da consolidare in nuove strategie operative. Ciò partendo dai vissuti di solitudine e difficoltà espressi dalle famiglie e dai vissuti dei bambini e degli stessi educatori che vivono nella complessità della learning society. Il bambino è un«bambino comunque» nella sua diversità e accresce il patrimonio culturale del mondo,«sempre e comunque». La creazione di spazi condivisi e di percorsi di formazione a carattere laboratoriale (riguardanti animazioni, creazioni di storie, laboratori di tipo artigianale) tra educatori, bambini e familiari ha permesso il raggiungimento di un coinvolgimento attivo e compartecipato di tutte le componenti del percorso formativo con ricadute positive in termini di cura e accoglienza dell altro favorendo la promozione della dimensione inclusiva della scuola. L intento è quello di continuare la promozione di tale percorso progettuale interculturale, attraverso un confronto sempre attivo e continuativo fra le diverse parti che ne hanno permesso la realizzazione( gli autori che hanno collaborato a tale lavoro risiedono in diverse città, per cui il confronto diventa ancora più attivo e interessante). 10
11 Bronfenbrenner U.(1979), Ecologia dello sviluppo umano, Bologna, Il Mulino. Bruner J.S.(1983), Child s talk: Learning to use language, New York, Norton, trad.it. Il linguaggio del bambino: Come il bambino impara ad usare il suo linguaggio, Roma, Armando, Celi F. e Fontana D. (2003), Fare ricerca sperimentale a scuola. Una guida per insegnanti e giovani ricercatori, Trento, Erickson. Cerrocchi L.Econtini A.(a cura di)(2011), Culture migranti, Trento, Erickson. Ceppi G.e Zini M. (a cura di) (1998), Children, spaces, relations metaproject for an environment for young children, Reggio Children Domus Academy Research Centre. Corradini L. (2011), Cittadinanza e Costituzione tra norma e progetto. In A. Tosolini, P. Brunello e B. Rosini (a cura di), Cittadinanza e Costituzione, Catania, La Tecnica della Scuola. Chomsky N.(1979), Saggi linguistici, vol.2, Torino, Bollati Boringhieri. Damiano E. (1998), Homo migrans: Discipline e concetti per un curricolo di educazione interculturale a prova di scuola, Milano, Franco Angeli. De Bortolomeis F.(1978), Il sistema dei Laboratori, Milano Feltrinelli. Demetrio D. (1996), Raccontarsi: l autobiografia come cura di sé, Milano, Raffaello Cortina. Demetrio D. e Favaro G.(2002), Didattica interculturale. Milano, Franco Angeli. Favaro G.(2000), Il mondo in classe, Bologna, Nicola Milano Editore. Ianes Dario e Sofia Cramerotti (2012) (a cura di) Insegnare Domani nella scuola dell infanzia. Erickson. Kelley M.L.(1994), Comunicazioni scuola-famiglia, Trento, Erickson. Lèvinas E.(1998), Tra noi: Saggi sul pensare all altro, Milano, Jaca Book. Neri S. (1991), Didattica e organizzazione. In G.Rubagotti (a cura di), Gli Orientamenti 1991 per la scuola materna, Milano, Fabbri. 11
12 Portera A.(2000), L educazione interculturale nella teoria e nella pratica, Padova, CEDAM. Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione(2012), Roma, MIUR. Anna Iaccarino Istruttore Servizi Educativi Infanzia Comune di Milano. Psicologo-Psicoterapeuta di Psicologia Clinica. Perla Maria Fiumani Dirigente Psicologo-Psicoterapeuta Specialista in Disturbi Specifici dell apprendimento Seconda Università degli Studi di Napoli. Carmela Capasso Insegnante di Sostegno Scuola Primaria di Latina. Psicologo-Psicoterapeuta. 12
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