Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica,
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- Raimonda Bianchini
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1 Decreto Legislativo 231/2001 Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300
2 Decreto Legislativo 231/2001 Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Il D. Lgs. 231/01 è stato emanato per prevenire reati di tipo finanziario (corruzione, concussione, ecc.) che prevedono una componente volontaria (dolosa) per la loro realizzazione. Il decreto è stato esteso ai reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro
3 Art. 300 Modifiche al Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Omicidio colposo - art. 589 C.P. violazione commessa in aziende con rischi biologici, atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, amianto, industrie a rischio rilevante, strutture di ricovero con oltre 50 lavoratori, industrie estrattive con oltre 50 lavoratori, cantieri di entità non inferiore a 200 uomini-giorno, fabbricazione deposito esplosivi, centrali termoelettriche e impianti nucleari: Sanzione pecuniaria pari a 1000 quote negli altri casi: Sanzione pecuniaria da 250 a 500 quote Se condanna, sanzioni interdittive da tre a dodici mesi
4 Art. 300 Modifiche al Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 Lesioni personali gravi o gravissime colpose art. 590, terzo comma, C.P. Sanzione pecuniaria non superiore a 250 quote Se condanna, sanzioni interdittive per una durata non superiore a sei mesi
5 Art. 300 Modifiche al Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231 SANZIONI INTERDITTIVE interdizione dall esercizio dell attività sospensione o revoca di autorizzazioni, licenze, divieto di contrattare con la pubblica amministrazione esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi ed eventuale revoca di quelli già concessi divieto di pubblicizzare beni o servizi
6 D.Lgs. n. 231/2001 A CHI SI APPLICA ENTI DESTINATARI enti forniti di personalità giuridica società di capitali società cooperative associazioni riconosciute fondazioni enti pubblici economici enti privati che esercitano un servizio pubblico enti privi di personalità giuridica società di persone GEIE (gruppi europei interesse economico) associazioni non riconosciute consorzi (che non siano in forma di società di capitali) enti pubblici non economici stato pubbliche amministrazioni enti pubblici territoriali (regioni province) altri enti pubblici non economici (ACI, C.R ) ENTI ESCLUSI enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale partiti politici sindacati Camere del Parlamento Corte Costituzionale CSM Imprese individuali imprese esercitate in forma individuale anche se impresa familiare 6
7 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione L adozione ed attuazione di un idoneo modello di organizzazione e gestione ha efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di responsabilità giuridica di cui al D. Lgs. n. 231 del 8 giugno 2001
8 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione Deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi a: Rispetto standard tecnico-strutturali di legge (attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici fisici biologici) Valutazione dei rischi e predisposizione misure di prevenzione e protezione
9 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione Attività di natura organizzativa (emergenze, primo soccorso, gestione appalti, riunione periodiche di sicurezza, consultazioni RLS) Sorveglianza sanitaria Informazione e formazione lavoratori Acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge
10 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione Attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori Periodiche verifiche dell applicazione e dell efficacia delle procedure adottate CHI FA COSA COME QUANDO E CON CHI
11 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione Il modello organizzativo deve prevedere: Idonei sistemi di registrazione dell avvenuta effettuazione delle attività prima elencate Competenze tecniche e poteri necessari per verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio Sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello
12 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione Idoneo sistema di controllo sull attuazione del medesimo modello organizzativo e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate
13 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione Si deve prevedere un riesame e l eventuale modifica del modello organizzativo: Quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative a prevenzione infortuni ed igiene del lavoro In occasione di mutamenti nell organizzazione e nell attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico
14 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee Guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28/01/2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti.
15 Art. 30 Modelli di organizzazione e di gestione SGSL Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro La gestione della salute e della sicurezza sul lavoro costituisce parte integrante della gestione generale dell azienda
16 SGSL Stabilire una politica della sicurezza sul lavoro fissando obiettivi ed impegni generali Definire l organigramma aziendale della sicurezza Identificare tutti i pericoli e valutare i rischi
17 SGSL Fissare obiettivi specifici appropriati Elaborare programmi per il raggiungimento di tali obiettivi, definendo priorità, tempi, compiti e responsabilità ed assegnando le necessarie risorse
18 SGSL Stabilire le modalità più appropriate in termini di pratiche e procedure operative per gestire i programmi Sensibilizzare la struttura aziendale al raggiungimento degli obiettivi prefissati Attuare adeguate attività di monitoraggio, verifica ed ispezione per assicurarsi che il sistema funzioni
19 SGSL Avviare opportune azioni correttive e preventive in funzione degli esiti del monitoraggio Effettuare un periodico riesame per valutare l efficacia e l efficienza del sistema nel raggiungere gli obiettivi, tenendo conto dell impegno al miglioramento continuo
20 SGSL Tratto da Linee guida UNI-INAIL
21 Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi (in vigore dal 16/05/09) Deve riguardare TUTTI I RISCHI per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti: gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato (dalla data di elaborazione delle specifiche indicazioni e comunque dal 1/8/2010) le lavoratrici in stato di gravidanza quelli connessi alle differenze di genere, all età, alla provenienza da altri Paesi quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale
22 Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi (in vigore dal 16/05/09) Il DOCUMENTO di valutazione dei rischi deve avere DATA CERTA e contenere: Relazione sulla valutazione di tutti i rischi con specificati i criteri adottati. La scelta dei criteri di redazione del DVR è rimessa al DL che vi provvede con criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione
23 Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi (in vigore dal 16/05/09) Indicazione delle misure di prevenzione e protezione e dei dispositivi di protezione individuali adottati Programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza Individuazione delle procedure per l attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri
24 Art. 28 Oggetto della valutazione dei rischi (in vigore dal 16/05/09) Indicazione del nominativo del RSPP, del RLS e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio Individuazione delle mansioni che eventualmente espongano i lavoratori a rischi specifici In caso di costituzione di nuova impresa, il DL è tenuto ad effettuare immediatamente la valutazione dei rischi elaborando il relativo documento entro 90 giorni dalla data di inizio della propria attività
25 Art. 29 Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata: In occasione di modifiche del processo produttivo o dell organizzazione del lavoro In relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione A seguito di infortuni significativi Quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenziano la necessità
26 Art. 29 Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi Nelle ipotesi precedenti il documento di valutazione dei rischi deve essere rielaborato nel termine di 30 giorni dalle rispettive causali
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