Coordinamento Basta Delfinari

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1 PROPOSTA DIDATTICA PARCHI ACQUATICI, DELFINARI E ACQUARI VISTI CON GLI OCCHI DEGLI ANIMALI Una proposta di incontri di educazione al rispetto dei diritti degli animali La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono. (Charles Darwin) 1

2 PROPOSTA PER LE CLASSI DELLA SCUOLA PRIMARIA TITOLO DEL PROGETTO: Parchi acquatici, delfinari e acquari visti con gli occhi degli animali DESTINATARI: Alunni della scuola primaria. FINALITÀ: Sviluppare l empatia e la capacità di immedesimarsi negli altri. Educare al rispetto di tutti gli esseri viventi al di là della specie alla quale appartengono. Educare a diventare cittadini adulti responsabili nei confronti degli animali per prevenire il fenomeno del maltrattamento degli animali e insegnare a non sfruttarli per il nostro tornaconto. CONTENUTI: I temi che desidereremmo affrontare sono quelli riguardanti la detenzione e lo sfruttamento degli animali in parchi acquatici, delfinari e acquari, portando a meditare sulle esigenze etologiche degli animali detenuti in tali strutture e sulle conseguenze della loro prigionia e del finanziamento di tali realtà da parte nostra. Riteniamo che sia un tema educativamente molto adatto all età, potendo offrire ai bambini l opportunità di riflettere partendo da punti di vista diversi da quelli ai quali sono avvezzi. È inoltre un tema sul quale i bambini stessi possono fare direttamente delle scelte divenendo parte attiva nel migliorare le condizioni degli animali e nel porre fine al loro sfruttamento. NUMERO DI LEZIONI: Proponiamo un incontro di 1 ora e mezza per ogni classe sul tema parchi acquatici, delfinari e acquari. Se ci sarà interesse da parte degli alunni e disponibilità da parte dell insegnante, l incontro potrà essere ripetuto e i temi ampliati. MATERIALE: Si farà omaggio alle classi partecipanti di un libretto creato appositamente per bambini e ragazzi sui temi oggetto degli incontri. Le attività che verranno svolte potranno includere utilizzo di fogli, colori e altri materiali. ATTIVITÀ E GIOCHI: L incontro comprenderà una parte teorica e una pratica con attività adeguate all età e in linea con il tema proposto. Ogni incontro sarà strutturato in modo da favorire la partecipazione attiva dei bambini. La parte teorica consisterà nella narrazione di una delle due fiabe presenti nella proposta didattica ( Marina l otaria o Il delfino Peppino, si vedano i testi allegati), scelta sulla base degli obiettivi che si vogliono perseguire e del messaggio che si desidera trasmettere: Il delfino Peppino tratta in particolare della cattività dei delfini nei delfinari, mentre Marina l otaria allarga il discorso a tutti gli animali marini prigionieri nelle varie strutture quali parchi acquatici, delfinari e acquari. La lettura sarà inframmezzata a momenti di dibattito. La parte pratica prevederà lo svolgimento di attività e giochi volti a stimolare la riflessione e il confronto tra gli alunni. 2

3 FIABA MARINA L OTARIA C'era una volta una piccola otaria di nome Marina, che viveva felice con la sua mamma su una bellissima scogliera vicino all oceano e girava e nuotava tutto il giorno nello splendido spazio azzurro del mare, lanciando il suo gioioso richiamo mentre frotte di pesci le guizzavano intorno. Quando non nuotava in lungo e in largo guizzando tra le onde, se ne stava a prendere il sole e a riposare sugli scogli e la sua mamma si prendeva cura di lei e la guardava con tenerezza, come si guarda un cucciolo desideroso di giocare, amandone l'allegria e la sua gioia di vivere. Marina aveva solo pochi mesi, eppure sapeva già nuotare velocissima nelle distese oceaniche! Oltre che con la sua mamma, Marina viveva sulla scogliera con tante altre otarie, alcune adulte e altre cucciole come lei, con le quali giocava e rideva tutto il giorno spensierata nel mare azzurro. Purtroppo però, la felicità di Marina non durò a lungo. Un giorno infatti arrivò una grande barca, dalla quale scesero sulla scogliera alcuni uomini con dei lunghi bastoni nelle mani, che catturarono la mamma di Marina e la trascinarono via. Tre altre otarie, tra cui alcune sue compagne di giochi, furono catturate vive come la sua mamma, mentre altre ancora vennero subito uccise con i bastoni. Un pescatore cercò di catturare anche Marina, lanciandole una rete molto vicino, ma fortunatamente la piccola riuscì a sgusciare via e a fuggire in tempo. Marina era molto triste e voleva ritrovare la sua mamma. Così cominciò a nuotare nella direzione in cui era andata la barca. Dopo un po' Marina non sapeva più da che parte andare e decise di chiedere aiuto agli altri animali acquatici. Incontrò una balena e le chiese: Signora balena, che per caso hai visto la mia mamma? L'ha presa una barca grandissima! Si Marina, l'ho vista! E' andata in quella direzione Marina ringraziò e continuò a nuotare. Nuotò nuotò, finché incontrò un tonno e chiese: Signor tonno, che per caso hai visto la mia mamma? L'ha presa una barca grandissima! Si Marina, l'ho vista! E' andata in quella direzione Marina ringraziò e continuò a nuotare. Nuotò nuotò, finché incontrò un pesce spada e chiese: Signor pesce spada, che per caso hai visto la mia mamma? L'ha presa una barca grandissima! Si Marina, l'ho vista! E' andata in quella direzione Marina ringraziò e continuò a nuotare. Nuotò nuotò, finché incontrò un'acciughina e chiese: Signora acciughina, che per caso hai visto la mia mamma? L'ha presa una barca grandissima! Si Marina, l'ho vista! Vedi quelle luci lontane lontane laggiù? Laggiù c'è una vasca grandissima, con dentro tante altre otarie come te. Sicuramente la tua mamma è stata portata laggiù. Ma stai attenta! Tutta contenta, Marina l otaria nuotò verso le luci e vide una grandissima vasca sulla spiaggia, proprio attaccata all oceano. Era ormai buio, ma Marina voleva vedere la sua mamma e cominciò a chiamarla, chiamarla e chiamarla. Poco dopo ecco la mamma di Marina che arriva. Era davvero dentro la vasca e con lei c erano tante altre otarie! 3

4 Mamma, voglio venire lì insieme a te! Come si fa ad entrare? disse Marina tutta contenta. Oh Marina, come hai fatto ad arrivare fino a qui!? No, non entrare, questa è una gabbia, vai lontano, non farti prendere! Ma Marina non voleva assolutamente andar via senza la sua mamma e restò lì. Dopo pochi minuti Marina sentì delle voci, fu abbagliata da una luce molto forte, sentì un rumore roboante come quello del motore di una barca e senza nemmeno capire cosa gli stava succedendo, finì nella stessa rete che aveva catturato la sua mamma. Impietrita dalla paura, venne sollevata nell aria e per un attimo pensò che sarebbe morta dalla paura. Dopo pochi minuti si ritrovò dentro la vasca assieme alla sua mamma. All inizio Marina fu molto felice di poter stare di nuovo assieme alla sua mamma, ma purtroppo la sua gioia durò molto poco. Ben presto infatti si rese conto di non poter uscire dalla vasca dove era stata rinchiusa. Ora non poteva più starsene a prendere il sole sulla sua scogliera, non poteva più nuotare nello sterminato oceano blu e non poteva più ammirare la vasta distesa di acqua e fondali sabbiosi, né il cielo e le stelle sopra di lei. Era quella la sua casa, ed ora non poteva più tornarci. il tutto era stato sostituito da una piccola vasca rotonda nella quale riusciva a malapena a nuotare e circondata da un muro altissimo e insormontabile. Questa nuova situazione di prigionia era per lei del tutto incomprensibile: né la sua mamma né nessuna delle altre otarie che erano nella vasca sapevano perché gli uomini le avessero rinchiuse lì dentro. I minuti e poi le ore trascorrevano in questo stato, e a un certo punto Marina non poté più trattenere la tristezza: le lacrime le salirono agli occhi e si trasformarono in un pianto disperato, che nemmeno la sua mamma riusciva a consolare. Spunti per il dibattito e la riflessione: Pensate per un attimo di essere al posto dell otaria Marina. Come vi sentireste se vi separassero dalla vostra mamma e vi portassero via dalla vostra casa? Secondo voi, le otarie e gli altri animali soffrono come noi quando vengono separati dalla propria famiglia oppure no? E si sentono tristi e spaventati se vengono portati via dal loro ambiente naturale? Quanto è importante per voi vivere liberi, poter giocare all aperto, poter scegliere dove andare e cosa fare? Secondo voi quanto è importante che anche un animale viva libero nel suo ambiente naturale? Al mondo esistono tantissime specie di animali e ognuna ha un suo linguaggio diverso dagli altri. Un gatto ha un modo di esprimersi diverso da un cane, ad esempio. Spesso non è facile per noi capire il linguaggio di un animale, perché non lo conosciamo. Ad esempio, comprendiamo abbastanza bene il modo di esprimersi e i desideri del nostro cane o del nostro gatto (sappiamo quando ha fame, sete, quando è felice o arrabbiato, ecc.) ma non comprendiamo il linguaggio di un pesce o di un insetto. Il fatto che non comprendiamo i pensieri, i desideri e le emozioni di alcuni animali significa che quegli animali non hanno pensieri, desideri o emozioni? Pian piano Marina l otaria, guardandosi intorno, rimase stupita nel vedere come si comportavano le altre otarie che erano arrivate nella vasca prima di lei e la sua mamma: rimanevano tutti quasi sempre immobili, non nuotavano, non si rincorrevano tra loro e non giocavano, avevano lo sguardo spento e vuoto, triste e disperato. Alcuni erano molto magri, altri sembravano malati, tutti quanti, comunque, sembravano rassegnati al loro destino e alla loro prigionia. 4

5 Con il passare del tempo Marina dovette abituarsi a vivere in condizioni che non conosceva affatto prima, quando ancora viveva libero nel mare. Pian piano capì che il luogo in cui si trovava si chiamava parco acquatico e che anche le altre otarie che vivevano nella vasca con lei erano state catturate nel mare e imprigionate e tutti i giorni erano costrette con la forza e le minacce a compiere esercizi assurdi e incomprensibili, ridicole piroette, acrobazie ed esercizi di fronte a un pubblico che applaudiva, con musiche e voci assordanti tutto intorno. Ogni giorno, degli uomini (gli addestratori del parco acquatico) si avvicinavano a lei e le gridavano delle parole incomprensibili, la trattavano male e si arrabbiavano con lei e lei era sempre più spaventata. Giorno dopo giorno, Marina veniva sottoposta a degli addestramenti sempre più faticosi e stressanti e veniva costretta dal suo addestratore a compiere movimenti ed esercizi umilianti, tuffi, salti, esercizi con la palla, acrobazie in cui doveva stare in equilibrio per molto tempo sulla coda o sulle pinne, più volte al giorno, anche quando non ne aveva voglia. Se non obbediva, non le davano da mangiare! A causa dello stress provocato dalla prigionia e dalle violenze psicologiche, Marina inizio a mostrare dei disturbi comportamentali : ad esempio iniziò a nuotare per ore e ore in tondo nella vasca e a compiere movimenti continui e ripetuti, provocati dallo stress. A volte rischiò di farsi anche molto male, andando a sbattere contro le pareti o il fondo della vasca. Oppure, altre volte, se ne stava immobile anche per ore sulla superficie dell acqua o sulla piattaforma di plastica che doveva imitare la sua scogliera. Inoltre, la piccola vasca in cui era imprigionata era piena di sostanze chimiche che le irritavano la pelle e gli occhi. Alcune otarie, a causa di queste sostanze, soffrivano di infiammazioni alla pelle, ferite e gravi problemi agli occhi. Alcune addirittura erano diventate cieche. Come le altre otarie, anche la povera Marina, poco a poco, iniziò a diventare sempre più triste e annoiata. Il suo sguardo si spense e divenne vuoto e privo di speranza. Gli uomini iniziarono a dargli tantissime medicine per evitare che si ammalasse e morisse per lo stress. Nemmeno la sua mamma era più la stessa: anche lei era molto triste e pian piano stava diventando sempre più magra e deperita. Le persone che andavano a vedere gli spettacoli sembrava che non si rendessero conto di quanto lei e le altre otarie fossero tristi e disperate. Spesso infatti, durante lo spettacolo gli addestratori ripetevano al pubblico che le otarie erano felici, che stavano giocando e che si divertivano. Il loro stato d animo, invece è molto diverso! Marina in realtà era molto triste: ricordava bene i giochi che faceva nel mare, le lunghe nuotate con le sue amiche otarie nell oceano aperto e sconfinato, e non poteva sopportare di vivere in quelle condizioni. Spunti per il dibattito e la riflessione: Provate a pensare di essere al posto di Marina: se qualcuno vi portasse via dalla vostra casa e vi rinchiudesse in una piccola stanza costringendovi a fare cose che non volete fare, come reagireste? Vi è mai capitato di dover fare qualcosa contro la vostra volontà? Che emozioni avete provato? Vi siete arrabbiati o ribellati? Secondo voi gli animali sono in grado di ribellarsi come voi? Perché? Secondo voi tutti gli animali vivono liberi? Oppure ce ne sono alcuni che vengono costretti dall uomo a vivere in un modo diverso da come vorrebbero (ad esempio in gabbia, alla catena )? Fate alcuni esempi di animali liberi e di animali non liberi. Perché, secondo voi, alcuni animali sono liberi e altri no? Per quale ragione, ad esempio, gli uomini del parco acquatico tengono prigioniere le otarie? Perché, secondo voi, hanno catturato Marina e le altre 5

6 otarie e le hanno rinchiuse nella vasca del parco acquatico? Le persone che le tengono prigioniere, che intenzioni hanno? Secondo voi provano affetto e amicizia per loro? Oppure li sfruttano soltanto per guadagnare soldi? Un giorno, poco prima dello spettacolo, Marina sentì degli strani rumori provenire dall esterno della vasca. Fuori, di fianco all ingresso del parco acquatico, si erano infatti radunate tantissime persone, che protestavano per chiedere la liberazione di Marina, della sua mamma e di tutte le altre otarie del parco acquatico! Avevano in mano dei cartelli con frasi di protesta, distribuivano volantini informativi e parlavano al microfono spiegando alle persone che passavano che le otarie e gli altri animali nei parchi acquatici soffrivano e che erano prigionieri. Marina riuscì in parte a sentire le loro parole: [Alzarsi in piedi, tenere in mano dei manifesti contro il parco acquatico e recitare ] MANIFESTANTE 1: Nel loro ambiente naturale le otarie nuotano libere nel mare e passano la maggior parte del tempo giocando tra loro. Nei parchi acquatici, sono rinchiuse in una vasca piccolissima per loro e possono solo nuotare in tondo, oppure sono costrette dagli addestratori a fare esercizi. MANIFESTANTE 2: Le otarie in natura vivono in grandi gruppi, formati da decine di individui, lo fanno per sentirsi sicuri dai predatori, fa parte del loro modo di vivere. Sono animali socievoli, sono in grado di provare sentimenti di amicizia e di amore proprio come noi. Nei parchi acquatici non è possibile rispettare questo loro bisogno e la conseguenza è che le otarie sono sempre nervose e spaventate. MANIFESTANTE 3: La vasca in cui sono rinchiuse le otarie può sembrarvi enorme, ma per loro è piccolissima. È come se noi fossimo costretti a vivere tutta la nostra vita rinchiusi in un ascensore! Vi rendete conto? MANIFESTANTE 4: Non fate l errore di pensare che gli esercizi che le otarie eseguono durante gli spettacoli in fondo divertano anche le otarie. Loro hanno un modo tutto personale di giocare e divertirsi. Le otarie sono anche animali estremamente intelligenti, capiscono benissimo di essere prigioniere e, se potessero scegliere, sceglierebbero di vivere libere! Nei parchi acquatici, a causa dello stress, muoiono moltissime otarie e animali in genere, e così ne vengono catturati altri in natura per prendere il loro posto. MANIFESTANTE 5: Gli animali sono le creature più indifese al mondo ma questo non significa che noi possiamo approfittarcene e possiamo sfruttarli come ci pare. È nostro dovere rispettare e proteggere chi è più debole e indifeso di noi, come gli animali. Se davvero amate le otarie e gli altri animali marini, volete davvero che siano prigionieri e sofferenti in una piccola piscina? Non desiderate che siano liberi nel mare? MANIFESTANTE 6: Non visitate i parchi acquatici, i delfinari e gli acquari! L unico modo perché le persone smettano di catturare le otarie e gli altri animali marini è non dare più soldi a chi li tiene prigionieri e li addestra con la violenza: non andate più nei parchi acquatici, ed evitate i parchi di divertimenti al cui interno ci sono parchi acquatici, delfinari, acquari o zoo. Quello stesso giorno, durante lo spettacolo, Marina si accorse che c erano un po meno spettatori del solito. Infatti, alcune delle persone che erano venute al parco acquatico per vedere lo spettacolo, dopo aver ascoltato le parole delle persone che protestavano, ci pensarono un po su, capirono di stare sbagliando e se ne andarono senza comprare il biglietto d ingresso. Inutile dirvi che gli addestratori e il proprietario del 6

7 parco acquatico erano molto arrabbiati: infatti avevano venduto meno biglietti e quindi avevano guadagnato meno soldi. Nelle settimane successive, tantissime persone, in tante città, continuarono a protestare per difendere Marina e la sua mamma e tutti gli animali rinchiusi nei parchi acquatici, nei delfinari e negli acquari, chiedendo che venissero finalmente liberati e che questi posti venissero chiusi per sempre. Chissà che non ci fosse davvero una speranza per loro! E infatti, forse proprio grazie a queste proteste, un giorno, Marina e la sua mamma, purtroppo ormai malate e depresse, vennero trasferite in una grande baia recintata dove gli animali che avevano sofferto nei parchi acquatici e nei delfinari venivano aiutati a guarire e a ritrovare un po di quella felicità che avevano perduto. Qui poterono godere di maggiore libertà e vivere una vita un po più simile a quella che vivevano quando erano libere. Quegli uomini gentili le aiutarono a rimettersi in forze e a ritrovare la gioia di vivere. E un bellissimo giorno, quando Marina e la sua mamma erano guarite ormai del tutto, quegli uomini le trasportarono con una barca fuori dal recinto, in una piccola baia con una scogliera e le liberarono! Marina poté finalmente tornare a nuotare e a giocare insieme alla sua mamma e alle sue amiche otarie nell immenso oceano blu. Spunti per il dibattito e la riflessione: Cosa ne pensate delle persone che hanno protestato e lottato per liberare Marina e le altre otarie e per far chiudere il parco acquatico? Secondo voi perché lo hanno fatto? Pensate che queste proteste siano utili, giuste e importanti o al contrario inutili e sbagliate? Secondo voi ci sono altri modi per conoscere e amare gli animali senza dover per forza tenerli prigionieri e farli soffrire? Ad esempio guardando documentari che mostrino gli animali nel loro ambiente naturale, leggendo libri oppure visitando centri di recupero di animali selvatici o fattorie che ospitano animali salvati dagli allevamenti? Secondo voi, è possibile per noi fare qualcosa per impedire che le otarie vengano sfruttate e tenute prigioniere nei parchi acquatici? Perché esistono i parchi acquatici? Se nessuno acquistasse nulla da un certo negozio, quel negozio potrebbe rimanere aperto? Se nessuno andasse più nei parchi acquatici, potrebbero rimanere aperti? 7

8 FIABA IL DELFINO PEPPINO C'era una volta un piccolo delfino di nome Peppino, che viveva felice con la sua mamma Delfina nel vasto oceano e girava e saltava tutto il giorno nello splendido spazio azzurro del mare, lanciando il suo gioioso richiamo mentre frotte di pesci gli guizzavano intorno. Nuotava in lungo e in largo con le sue pinne al vento e la sua mamma si prendeva cura di lui e lo guardava con tenerezza, come si guarda un cucciolo desideroso di giocare, amandone l'allegria e la sua gioia di vivere. Peppino aveva solo pochi mesi, eppure raggiungeva quasi un metro di lunghezza e pesava più di 100 chili! Lui e la sua mamma sapevano nuotare velocissimi nelle distese oceaniche e potevano percorrere fino a 50 chilometri al giorno! Oltre che con la sua mamma, Peppino viveva nel mare con tanti altri delfini, alcuni adulti e altri cuccioli come lui, con i quali giocava e rideva tutto il giorno spensierato nel mare azzurro. Purtroppo però, la felicità di Peppino non durò a lungo. Un giorno infatti arrivò una grande barca, con una grandissima e resistentissima rete, che catturò mamma Delfina e la trascinò via. Tre altri delfini, tra cui alcuni suoi compagni di giochi, furono catturati vivi come la sua mamma, mentre altri ancora vennero subito uccisi con degli arpioni e issati sulla nave. Un pescatore cercò di catturare anche Peppino, lanciandogli la rete molto vicino, ma fortunatamente il piccolo riuscì a sgusciare via e a fuggire in tempo. Peppino era molto triste e voleva ritrovare la sua mamma. Così cominciò a nuotare nella direzione in cui era andata la barca. Dopo un po' Peppino non sapeva più da che parte andare e decise di chiedere aiuto agli altri animali acquatici. Incontrò una balena e le chiese: Signora balena, che per caso hai visto la mia mamma Delfina? L'ha presa una barca grandissima! Si Peppino, l'ho vista! E' andata in quella direzione Peppino ringraziò e continuò a nuotare. Nuotò nuotò, finché incontrò un tonno e chiese: Signor tonno, che per caso hai visto la mia mamma Delfina? L'ha presa una barca grandissima! Si Peppino, l'ho vista! E' andata in quella direzione Peppino ringraziò e continuò a nuotare. Nuotò nuotò, finché incontrò un pesce spada e chiese: Signor pesce spada, che per caso hai visto la mia mamma Delfina? L'ha presa una barca grandissima! Si Peppino, l'ho vista! E' andata in quella direzione Peppino ringraziò e continuò a nuotare. Nuotò nuotò, finché incontrò un'acciughina e chiese: Signora acciughina, che per caso hai visto la mia mamma Delfina? L'ha presa una barca grandissima! Si Peppino, l'ho vista! Vedi quelle luci lontane lontane laggiù? Laggiù c'è una vasca grandissima, con dentro tanti delfini. Sicuramente la tua mamma è stata portata laggiù. Ma stai attento! Tutto contento, Peppino il delfino nuotò verso le luci e vide una grandissima vasca sulla spiaggia, proprio attaccata all oceano. Era ormai buio, ma Peppino voleva vedere la sua mamma e cominciò a chiamarla, 8

9 chiamarla e chiamarla. Poco dopo ecco mamma Delfina che arriva. Era davvero dentro la vasca e con lei c erano tanti altri delfini! Mamma, voglio venire lì insieme a te! Come si fa ad entrare? disse Peppino tutto contento. Oh Peppino, come hai fatto ad arrivare fino a qui!? No, non entrare, questa è una gabbia, vai lontano, non farti prendere! Ma Peppino non voleva assolutamente andar via senza la sua mamma e restò lì. Dopo pochi minuti Peppino sentì delle voci, fu abbagliato da una luce molto forte, sentì un rumore roboante come quello del motore di una barca e senza nemmeno capire cosa gli stava succedendo, finì nella stessa rete che aveva catturato la sua mamma. Impietrito dalla paura, venne sollevato nell aria e per un attimo si sentì soffocare. Dopo pochi minuti si ritrovò dentro la vasca assieme alla sua mamma Delfina. All inizio Peppino fu molto felice di poter stare di nuovo assieme alla sua mamma, ma purtroppo la sua gioia durò molto poco. Ben presto infatti si rese conto di non poter uscire dalla vasca dove era stato rinchiuso. Ora non poteva più nuotare nello sterminato oceano blu e non poteva più ammirare la vasta distesa di acqua e fondali sabbiosi, né il cielo e le stelle sopra di lui. Era quella la sua casa, ed ora non poteva più tornarci. il tutto era stato sostituito da una piccola vasca rotonda nella quale riusciva a malapena a nuotare e circondata da un muro altissimo e insormontabile. Questa nuova situazione di prigionia era per lui del tutto incomprensibile: né la sua mamma né nessuno degli altri delfini che erano nella vasca sapevano perché gli uomini li avessero rinchiusi lì dentro. I minuti e poi le ore trascorrevano in questo stato, e a un certo punto Peppino non poté più trattenere la tristezza: le lacrime le salirono agli occhi e si trasformarono in un pianto disperato, che nemmeno la sua mamma riusciva a consolare. Spunti per il dibattito e la riflessione: Pensate per un attimo di essere al posto del delfino Peppino. Come vi sentireste se vi separassero dalla vostra mamma e vi portassero via dalla vostra casa? Secondo voi, i delfini e gli altri animali soffrono come noi quando vengono separati dalla propria famiglia oppure no? E si sentono tristi e spaventati se vengono portati via dal loro ambiente naturale? Quanto è importante per voi vivere liberi, poter giocare all aperto, poter scegliere dove andare e cosa fare? Secondo voi quanto è importante che anche un animale viva libero nel suo ambiente naturale? Al mondo esistono tantissime specie di animali e ognuna ha un suo linguaggio diverso dagli altri. Un gatto ha un modo di esprimersi diverso da un cane, ad esempio. Spesso non è facile per noi capire il linguaggio di un animale, perché non lo conosciamo. Ad esempio, comprendiamo abbastanza bene il modo di esprimersi e i desideri del nostro cane o del nostro gatto (sappiamo quando ha fame, sete, quando è felice o arrabbiato, ecc.) ma non comprendiamo il linguaggio di un pesce o di un insetto. Il fatto che non comprendiamo i pensieri, i desideri e le emozioni di alcuni animali significa che quegli animali non hanno pensieri, desideri o emozioni? Pian piano Peppino il delfino, guardandosi intorno, rimase stupito nel vedere come si comportavano gli altri delfini che erano arrivati nella vasca prima di lui e la sua mamma: rimanevano tutti quasi sempre immobili, non nuotavano, non si rincorrevano tra loro e non giocavano, avevano lo sguardo spento e vuoto, triste e 9

10 disperato. Alcuni erano molto magri, altri sembravano malati, tutti quanti, comunque, sembravano rassegnati al loro destino e alla loro prigionia. Con il passare del tempo Peppino dovette abituarsi a vivere in condizioni che non conosceva affatto prima, quando ancora viveva libero nel mare. Pian piano capì che il luogo in cui si trovava si chiamava delfinario e che anche gli altri delfini che vivevano nella vasca con lui erano stati catturati nel mare e imprigionati e tutti i giorni erano costretti con la forza e le minacce a compiere esercizi assurdi e incomprensibili, ridicole piroette e capriole di fronte a un pubblico che li applaudiva, con musiche e voci assordanti tutto intorno. Ogni giorno, degli uomini (gli addestratori del delfinario) si avvicinavano a lui e gli gridavano delle parole incomprensibili, lo trattavano male e si arrabbiavano con lui e lui era sempre più spaventato. Giorno dopo giorno, Peppino veniva sottoposto a degli addestramenti sempre più faticosi e stressanti e veniva costretto dal suo addestratore a compiere movimenti ed esercizi umilianti, salti e piroette nell aria, più volte al giorno, anche quando non ne aveva voglia. Se non obbediva, non gli davano da mangiare! A causa dello stress provocato dalla prigionia e dalle violenze psicologiche, Peppino inizio a mostrare dei disturbi comportamentali : ad esempio iniziò a nuotare per ore e ore in tondo nella vasca, seguendo la sua ombra proiettata sul fondo e cercando di colpirla. A volte rischiò di farsi anche molto male, andando a sbattere contro le pareti o il fondo della vasca. Oppure, altre volte, se ne stava immobile anche per ore sulla superficie dell acqua. Inoltre, la piccola vasca in cui era imprigionato era piena di sostanze chimiche che gli irritavano la pelle e gli occhi. Come gli altri delfini, anche il povero Peppino, poco a poco, iniziò a diventare sempre più triste e annoiato. Il suo sguardo si spense e divenne vuoto e privo di speranza. Gli uomini iniziarono a dargli tantissime medicine per evitare che si ammalasse e morisse per lo stress. Nemmeno mamma Delfina era più la stessa: anche lei era molto triste e pian piano stava diventando sempre più magra e deperita. Le persone che andavano a vedere gli spettacoli sembrava che non si rendessero conto di quanto lui e gli altri delfini fossero tristi e disperati. Spesso infatti, durante lo spettacolo gli addestratori dicevano al pubblico che i delfini erano felici, che stavano giocando e che ridevano. I delfini, infatti, sembra che sorridano sempre, ma in realtà è solo la forma del loro viso ad assomigliare a un sorriso. Il loro stato d animo, invece è molto diverso! Peppino in realtà era molto triste: lui ricordava bene i giochi che faceva nel mare, le lunghe nuotate con i suoi amici delfini nell oceano aperto e sconfinato, e non poteva sopportare di vivere in quelle condizioni. Spunti per il dibattito e la riflessione: Provate a pensare di essere al posto di Peppino: se qualcuno vi portasse via dalla vostra casa e vi rinchiudesse in una piccola stanza costringendovi a fare cose che non volete fare, come reagireste? Vi è mai capitato di dover fare qualcosa contro la vostra volontà? Che emozioni avete provato? Vi siete arrabbiati o ribellati? Secondo voi gli animali sono in grado di ribellarsi come voi? Perché? Secondo voi tutti gli animali vivono liberi? Oppure ce ne sono alcuni che vengono costretti dall uomo a vivere in un modo diverso da come vorrebbero (ad esempio in gabbia, alla catena )? Fate alcuni esempi di animali liberi e di animali non liberi. Perché, secondo voi, alcuni animali sono liberi e altri no? Per quale ragione, ad esempio, gli uomini del delfinario tengono prigionieri i delfini? Perché, secondo voi, hanno catturato Peppino e gli altri delfini e li 10

11 hanno rinchiusi nella vasca del delfinario? Le persone che li tengono prigionieri, che intenzioni hanno? Secondo voi provano affetto e amicizia per loro? Oppure li sfruttano soltanto per guadagnare soldi? Un giorno, poco prima dello spettacolo, Peppino sentì degli strani rumori provenire dall esterno della vasca. Fuori, di fianco all ingresso del delfinario, si erano infatti radunate tantissime persone, che protestavano per chiedere la liberazione di Peppino, della sua mamma Delfina e di tutti gli altri delfini del delfinario! Avevano in mano dei cartelli con frasi di protesta, distribuivano volantini informativi e parlavano al microfono spiegando alle persone che passavano che i delfini nei delfinari soffrivano e che erano prigionieri. Peppino riuscì in parte a sentire le loro parole: [Alzarsi in piedi, tenere in mano dei manifesti contro il delfinario e recitare ] MANIFESTANTE 1: Nel loro ambiente naturale i delfini percorrono anche cinquanta chilometri al giorno e passano la maggior parte del tempo giocando tra loro. Nei delfinari, sono rinchiusi in una vasca piccolissima per loro e possono solo nuotare in tondo, oppure sono costretti dagli addestratori a fare esercizi. MANIFESTANTE 2: I delfini in natura vivono in grandi gruppi, formati da decine di individui, lo fanno per sentirsi sicuri dai predatori, fa parte del loro modo di vivere. Sono animali socievoli, sono in grado di provare sentimenti di amicizia e di amore proprio come noi. Nei delfinari non è possibile rispettare questo loro bisogno e la conseguenza è che i delfini sono sempre nervosi e spaventati. MANIFESTANTE 3: La vasca in cui sono rinchiusi i delfini può sembrarvi enorme, ma per loro è piccolissima. È come se noi fossimo costretti a vivere tutta la nostra vita rinchiusi in un ascensore! Vi rendete conto? MANIFESTANTE 4: Non fate l errore di pensare che gli esercizi che i delfini eseguono durante gli spettacoli in fondo divertano anche i delfini. Loro hanno un modo tutto personale di giocare e divertirsi. I delfini sono anche animali estremamente intelligenti, e spesso si sono lasciati morire piuttosto che continuare a vivere così. Nei delfinari, infatti, muoiono moltissimi delfini, e così ne vengono catturati altri in natura per prendere il loro posto. MANIFESTANTE 5: Gli animali sono le creature più indifese al mondo ma questo non significa che noi possiamo approfittarcene e possiamo sfruttarli come ci pare. È nostro dovere rispettare e proteggere chi è più debole e indifeso di noi, come gli animali. Se davvero amate i delfini, volete davvero che siano prigionieri e sofferenti in una piccola piscina? Non desiderate che siano liberi nel mare? MANIFESTANTE 6: Non visitate i delfinari! L unico modo perché le persone smettano di catturare i delfini è non dare più soldi a chi li tiene prigionieri e li addestra con la violenza: non andate più nei delfinari, ed evitate i parchi di divertimenti al cui interno ci sono delfinari, acquari o zoo. Quello stesso giorno, durante lo spettacolo, Peppino si accorse che c erano un po meno spettatori del solito. Infatti, alcune delle persone che erano venute al delfinario per vedere lo spettacolo, dopo aver ascoltato le parole delle persone che protestavano, ci pensarono un po su, capirono di stare sbagliando e se ne andarono senza comprare il biglietto d ingresso. Inutile dirvi che gli addestratori e il proprietario del delfinario erano molto arrabbiati: infatti avevano venduto meno biglietti e quindi avevano guadagnato meno soldi. Nelle settimane successive, tantissime persone, in tante città, continuarono a protestare per difendere Peppino e la sua mamma e tutti gli animali rinchiusi nei delfinari, nei parchi acquatici e negli acquari, 11

12 chiedendo che venissero finalmente liberati e che i delfinari venissero chiusi per sempre. Chissà che non ci fosse davvero una speranza per loro! E infatti, forse proprio grazie a queste proteste, un giorno, Peppino e la sua mamma, purtroppo ormai malati e depressi, vennero trasferiti in una grande baia recintata dove gli animali che avevano sofferto nei delfinari venivano aiutati a guarire e a ritrovare un po di quella felicità che avevano perduto. Qui poterono godere di maggiore libertà e vivere una vita un po più simile a quella che vivevano quando erano liberi. Quegli uomini gentili li aiutarono a rimettersi in forze e a ritrovare la gioia di vivere. E un bellissimo giorno, quando Peppino e mamma Delfina erano guariti ormai del tutto, quegli uomini li trasportarono in mare aperto con una barca e li liberarono! Peppino poté finalmente tornare a nuotare e a giocare insieme alla sua mamma e ai suoi amici delfini nell immenso oceano blu. Spunti per il dibattito e la riflessione: Cosa ne pensate delle persone che hanno protestato e lottato per liberare Peppino e gli altri delfini e per far chiudere il delfinario? Secondo voi perché lo hanno fatto? Pensate che queste proteste siano utili, giuste e importanti o al contrario inutili e sbagliate? Secondo voi ci sono altri modi per conoscere e amare gli animali senza dover per forza tenerli prigionieri e farli soffrire? Ad esempio guardando documentari che mostrino gli animali nel loro ambiente naturale, leggendo libri oppure visitando centri di recupero di animali selvatici o fattorie che ospitano animali salvati dagli allevamenti? Secondo voi, è possibile per noi fare qualcosa per impedire che i delfini vengano sfruttati e tenuti prigionieri nei delfinari? Perché esistono i delfinari? Se nessuno acquistasse nulla da un certo negozio, quel negozio potrebbe rimanere aperto? Se nessuno andasse più nei delfinari, potrebbero rimanere aperti? 12

13 ATTIVITÀ Dopo la narrazione della fiaba e la discussione verrà proposta ai bambini la realizzazione di disegni sul tema della prigionia e della libertà delle otarie/delfini e degli altri animali rinchiusi nei parchi acquatici e nei delfinari, che poi potranno essere appesi in classe. Se il tempo a disposizione lo consentirà, verrà inoltre proposta un attività che consiste nel dividere la classe in due gruppi, il gruppo delle otarie libere e il gruppo delle otarie prigioniere (o il gruppo dei delfini liberi e il gruppo dei delfini prigionieri ). Ai bambini dei due gruppi verrà chiesto di immedesimarsi nel proprio personaggio ed esprimere, uno alla volta, le proprie emozioni, le proprie idee e opinioni in merito ai parchi acquatici/delfinari e alla vita in libertà e in cattività. La discussione tra i due gruppi dovrà essere mediata dall educatore ma dovrà essere libera. I bambini dovranno giungere liberamente alle proprie conclusioni sull argomento. 13

14 FONTI BIBLIOGRAFICHE - Mini guida per incontri animalisti nelle scuole elementari - A cura di Sara Bettuzzi, s.bettuzzi@alice.it - Distribuita da AgireOra Network Peppino il delfino e mamma Delfina Racconto di Alfonsina Pica tratto dal blog io-psicologa Proposta didattica per la Scuola Primaria sull educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi e sulla prevenzione dell uso della violenza - OIPA, Organizzazione Internazionale Protezione animali - imaria.pdf - Zoo, acquari e circhi: visti con gli occhi degli animali Opuscolo a cura di AgireOra Edizioni - Un ringraziamento speciale, per la sua disponibilità e sensibilità, va alla Dott.ssa Alfonsina Pica, psicologa e psicoterapeuta, che ci ha gentilmente concesso l utilizzo del suo racconto Peppino il delfino e mamma Delfina all interno della nostra proposta didattica. Questo è il link al racconto originale della Dott.ssa Pica, pubblicato sul suo blog io-psicologa : 14

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