Prevenzione e gestione del mal di schiena nel personale sanitario: i dati della provincia di Verona
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- Teresa Rosati
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1 Verona, 6 dicembre 2007 Prevenzione e gestione del mal di schiena nel personale sanitario: i dati della provincia di Verona Mario Gobbi - Spisal Ulss 20 Verona spisal@ulss20.verona.it
2 Fondazione Europea di Dublino IV rapporto sulle condizioni di lavoro in Europa Il 62% dei lavoratori esegue movimenti ripetitivi della mano o del braccio per almeno il 25% dell orario di lavoro; quasi il 20% degli operai deve spostare carichi pesanti durante tutto o quasi l orario di lavoro; il 29% dei lavoratori lamenta dolori alla schiena e il 28% dolori muscolari in genere, seguiti nel 27% dei casi da affaticamento e stress; i lavoratori più colpiti sono quelli dell agricoltura, sanità ed istruzione, edilizia.
3 5% dei lavoratori soffre di patologie assicurate (infortuni, mal. prof.) SALUTE E LAVORO 20% - 30 % dei lavoratori soffre di malattie correlate al lavoro? disagio e disturbi da incongruenze organizzative
4 D.M. 27 aprile 2004 Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell art. 139 del testo unico approvato con D.P.R. 30 giugno 1965 n.1124 e successive modificazioni e integrazioni Le malattie professionali tabellate sono tuttora quelle definite dal DPR 336/94
5 Lista 1 Malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità Gruppo 2 malattie da agenti fisici Agente 03 Movimentazione manuale di carichi eseguita con continuità durante il turno lavorativo Malattia/e Spondilodiscopatie del tratto lombare Ernia discale lombare Codice identificativo I.2.03 M47.8 I.2.03 M51.2
6 RAPPORTO INAIL 2007 Al primo posto si conferma l ipoacusia da rumore, la cui incidenza è però diminuita nel corso degli anni. Le malattie non tabellate, per le quali occorre provare l origine professionale, rappresentano la componente preponderante del fenomeno tecnopatico. Nel 2002 erano il 71 per cento, nel 2006 l 83 per cento. Dal 2002 al 2006 sono triplicati i casi denunciati di tendiniti, affezioni dei dischi intervertebrali e sindrome del tunnel carpale.
7 MALATTIE MANIFESTATESI NEL 2005 E INDENNIZZATE ENTRO IL 30/04/2007 DATI INAIL NAZIONALI Totale malattie tabellate Totale malattie non tabellate di cui: Tendiniti Affezioni dei dischi intervertebrali Sindrome del tunnel carpale Artrosi
8 MALATTIE DENUNCIATE IN PROVINCIA DI VERONA DATI SPISAL 2004 Ipoacusie 235 Patologie muscolo-scheletriche 47 di cui discopatie 19 Patologie respiratorie 29 Dermatiti 13 Mobbing 14 Mesoteliomi 2 Altre patologie 24 TOTALE
9 MALATTIE MUSCOLO-SCHELETRICHE DENUNCIATE IN PROVINCIA DI VERONA DATI SPISAL * Spondilodiscopatie STC Pat. spalla Pat. gomito Altre pat. arti sup Arti inferiori TOTALE *dati parziali
10 DISTRIBUZIONE PER SETTORE PRODUTTIVO servizi trasporti/magazzini finitura pelli agroalimentare legno 3% 5%1,5% 8% sanità 42% 1,5% edilizia 20% metalmeccanica 14% marmo 5%
11 Fattori di rischio extra-lavorativi età sesso BMI fumo lavorativi sollevamento, flessione e torsione del tronco vibrazioni al corpo intero organizzazione del lavoro scarsa motivazione Misure di prevenzione
12 Fattori predittivi di assenza dal lavoro per lombalgia per almeno 8 giorni (Tubach et al.) attività comportanti ripetute flessioni del tronco storia pregressa di lombalgia forte abitudine al fumo basso livello di impiego basso supporto sociale nel luogo di lavoro
13 Prevenzione e gestione D.Lgs. 626/94 Art. 3: misure generali di tutela per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori f) rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo
14 Ergonomia érgon = lavoro nomos = regola, legge, ordine Adattare il lavoro all uomo Progettare il lavoro e l organizzazione in termini umani
15 Ergonomia -ILO (1961): applicazione congiunta di discipline biologiche e ingegneristiche per assicurare tra l uomo e il suo lavoro il migliore mutuo adattamento al fine di accrescere il rendimento del lavoratore e contribuire al suo benessere obiettivo attuale dell ergonomia è contribuire alla progettazione di oggetti, servizi, ambienti di vita e di lavoro, che rispettino i limiti dell uomo e ne potenzino le capacità lavorative.. (Società Italiana di Ergonomia)
16 Prevenzione e gestione D.Lgs. 626/94 Art. 3: misure generali di tutela per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori s) informazione, formazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori ovvero dei loro rappresentanti, sulle questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro
17 FORMAZIONE Nella nostra ULSS, tenendo conto dei settori a maggior rischio ed in particolare sanità, edilizia, metalmeccanica, trasporti/magazzini (comprese le cooperative di facchinaggio), possiamo arrivare a stimare in ca il numero di lavoratori che possono trarre beneficio dall attività di formazione, compresa la back-school. Di questi ca. la metà sono riferibili all ambito sanitario o socio-sanitario.
18 RISPETTO DEI PRINCIPI ERGONOMICI sforzo prestazione FORMAZIONE PARTECIPAZIONE
19 hanno contribuito: dr.ssa Stefania Dolci SPISAL ULSS 21 dr.ssa Marina Valente SPISAL ULSS 22
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