Le progressioni didattiche.

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1 N.56 SETTEMBRE 2008 RIVISTA ELETTRONICA DELLA CASA EDITRICE REG. TRIBUNALE DI LUCCA N 785 DEL 15/07/03 SEDE VIA E.FRANCALANCI BOZZANO (LU) TEL FAX DIRETTORE RESPONSABILE: FERRARI FABRIZIO COORDINATORE TECNICO: LUCCHESI MASSIMO SETTORE GIOVANILE articolo 20 Le progressioni didattiche. A cura di ERNESTO MARCHI Come saper insegnare con le giuste progressioni didattiche: aspetto fondamentale nell attività di formazione dell allenatore. INTRODUZIONE. Un aspetto fondamentale nell'attività di formazione degli allenatori è quello relativo alle "progressioni didattiche". Il formatore deve rendere evidente, sia teoricamente, sia nella pratica organizzativa, che l'allenamento non tende alla finalità di preparare "atleti" legati alla logica della selezione e alla valutazione di una squadra sulla base esclusiva del risultato. Il risultato è, infatti, tra le finalità dell'attività sportiva un aspetto fondamentale, a patto che sia conseguito all'interno della logica e della correttezza del gioco e per tanto a condizione che sia l'espressione di un'educazione globale del singolo atleta e di tutta la squadra. Le progressioni didattiche devono pertanto essere adeguate alla reale situazione e condizione dei giovani che si allenano, finalizzate a favorire l'espressione delle diverse possibilità di ognuno, di valorizzare ogni tipo di potenzialità, senza forzature di alcun genere e senza avere in mente modelli astratti di giocatori. Lo scopo dell'allenamento è quello di far si che tutti possano giocare utilizzando nella maniera migliore la realtà del proprio fisico e della propria personalità. LA PROGRAMMAZIONE. Questi processi educativi si sviluppano attraverso un ampio, articolato ed opportuno uso di stili di insegnamento e di metodi didattici sia di tipo induttivo che deduttivo. Ma al di là degli aspetti metodologici, che pure sono importantissimi, deve essere fondamentale la consapevolezza, da parte dell'animatore, che alla base c è il lavoro di programmazione, sia a breve sia a lungo termine. E' nella fase della programmazione, infatti, che si dà corpo ad una responsabile e valida attività ludicosportiva con una precisa logica educativa che preveda la predisposizione e l'utilizzazione della più ampia ed articolata gamma di occasioni, di situazioni, di attività ludiche-espressive-dinamiche incentrate sulla variabilità dei mezzi e dei contenuti e sul "clima ludico". I CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE ATTIVITA. Dal punto di vista didatticometodologico si possono individuare

2 alcuni criteri che possono determinare l'individuazione e la scelta delle diverse attività secondo: il loro potenziale educativo riferito allo sviluppo delle capacità motorie e all'apprendimento delle abilità motorie; le caratteristiche ed il livello di sviluppo delle diverse funzioni di ciascuna delle dimensioni della personalità; le motivazioni suscitate e sollecitate dai giochi e dalle attività e la loro efficacia pedagogica; il livello di difficoltà sia sul piano esecutivo, sia su quello della comprensione del compito. Sulla scorta di questi criteri è possibile cercare una serie di risposte attraverso l'identificazione di alcuni elementi che si ritengono comuni alle diverse attività: lo spazio; l'azione; la comunicazione; le regole. GLI INTERROGATIVI DELL ISTRUTTORE. Importante infine che l istruttore risponda, costantemente e correttamente, a questa serie di interrogativi, per poter programmare al meglio l attività di allenamento: Chi sono i miei ragazzi? Quali sono i loro bisogni? Quale è il loro livello di capacità? Quali sono i loro interessi e le loro motivazioni? Quali sono le loro esperienze precedenti? Quali sono gli obiettivi da perseguire? 2 Quali attività proporre? Come sceglierle? Come presentarle? Come aiutare i ragazzi a riuscire? Quali sono i criteri della riuscita? Cosa fare per evitare che abbandonino? Quali disposizioni pratiche utilizzerò? I PERCORSI DIDATTICI. Per mettere a punto una corretta progressione didattica di esercizi, che si prefigga il raggiungimento dell obiettivo programmato, bisogna stabilire un opportuno percorso didattico. Per percorso didattico s intendono specificamente le strategie di insegnamento/apprendimento che vengono previste ai fini del perseguimento degli obiettivi formativi. Una volta fissate le mete (obiettivi) da perseguire, ed effettuata l analisi della situazione, occorre ricercare, individuare e mettere a punto i percorsi didattici, i percorsi di apprendimento dei singoli alunni: come i singoli alunni pervengono al conseguimento degli obiettivi? Il problema dei percorsi didattici stenta a porsi. Le riviste e le guide didattiche offrono percorsi di apprendimento ma non sempre si valorizzano al massimo i processi di apprendimento degli alunni attraverso le attività di ricerca, riscoperta, ricostruzione, reinvenzione ed in forma individualizzata. Anche quando vengono descritti i percorsi didattici, essi risultano quasi sempre collettivi, di tutta il gruppo. Si verifica al riguardo una situazione schizofrenica.

3 Mentre sul piano teorico si riconosce l esigenza della personalizzazione educativa, poi sul piano pratico si continua ad avere come riferimento dell attività educativa e didattica l intera classe. È pertanto opportuno porre maggiore attenzione alle due esigenze sopra richieste: i percorsi didattici e la loro personalizzazione. Al riguardo è opportuno tenere presente che: 1) si sa veramente solo quello che si è scoperto, per cui occorre favorire la riscoperta; 2) la riscoperta favorisce la memorizzazione; 3) la riscoperta non risulta utile solo ai fini dell acquisizione delle conoscenze ma anche ai fini della formazione delle capacità e degli atteggiamenti (finalità formative); 4) la ricerca avviene sempre secondo i ritmi e gli stili di apprendimento dei singoli alunni (individualizzazione dell insegnamento). Occorre perciò impegnarsi a prevedere, progettare e predisporre i percorsi formativi individualizzati. Una volta previsti gli obiettivi, gli istruttori debbono individuare i percorsi didattici, le strategie di apprendimento più adeguate ai singoli alunni. Al riguardo, non basta utilizzare gli schemi operativi di routine, consolidati dalla comune prassi didattica, perché occorre che i percorsi didattici siano adeguati alle specifiche situazioni di apprendimento dei singoli, dei loro livelli, dei loro stili e dei loro ritmi di apprendimento, tenendo conto delle loro situazioni particolari. Pertanto, occorre effettuare una vera e propria ricerca, che muova dalla definizione del problema, dalla ricognizione degli elementi che si ritiene possano essere utili e dal loro confronto per cercare di individuare quelli che si ritengono più adeguati. Occorre impegnarsi a scegliere le strade: non si può imboccare la prima strada che si affaccia alla mente. Occorre perciò riflettere sulla grande responsabilità che l istruttore ha nel momento in cui si accinge a proporre agli alunni determinati percorsi formativi. E perciò l individuazione dei percorsi didattici si configura come un attività di grande responsabilità, alla quale occorre riservare maggiore attenzione e maggiore spazio, anche temporale. Occorre delineare, più che i percorsi didattici dell istruttore che insegna, i percorsi dei singoli che apprendono, impegnandosi a ricercare quali possano essere gli itinerari più adeguati che ciascuno di essi può seguire per perseguire gli obiettivi, per apprendere, per formarsi. Al riguardo, è opportuno tenere presente quanto afferma Tommaso D Aquino: la scoperta (inventio) consiste nel mettere colui che deve apprendere nelle stesse condizioni di colui che per primo ha effettuato la costruzione del concetto (la scoperta). Quale è questa situazione? Quale è la situazione didattica più favorevole alla riscoperta, ricostruzione, reinvenzione dei concetti, delle regole, delle teorie che costituiscono l obiettivo dell apprendimento? Oggi si ritiene che sia una situazione problematica, analoga a quella che all origine ha portato all invenzione dei concetti. I docenti debbono creare situazioni problematiche che possano portare gli alunni alla scoperta. 3

4 Non si tratta di proporre rigidi procedimenti esecutivi, ma vere e proprie situazioni problematiche nelle loro linee essenziali (modelli di situazioni problematiche). PROPOSTE DI PROGRESSIONI DIDATTICHE. Esempio di progressione didattica riferita alle situazioni di gioco Nella parte centrale della seduta vi è una fase, detta situazione di gioco, in cui si allenano i calciatori con situazioni che si ritrovano in partita (dal 1>1 al 6>6 + portiere, e oltre, con superiorità o inferiorità numerica da parte di difensori o attaccanti), permettendo loro di concentrarsi su una sola fase, offensiva o difensiva, usando solo una porta verso cui attaccare o difendere, che per contenuti e obiettivi è forse la più arricchente il giovane calciatore. Prima di esaminare un esempio di situazione di gioco è bene premettere alcuni punti fondamentali: 1. Ci sono 4 fattori che determinano la prestazione calcistica (o sportiva in generale): tecnica, tattica, psicologia e aspetto fisico. In ogni momento della seduta vanno "toccati" tutti e, anche se uno prevale, non dimenticare mai che vi sono insiti sempre anche gli altri. 2. Durante la seduta, soprattutto nelle situazioni di gioco, l'allenatore (e i giocatori) deve concentrarsi sull'osservazione e la correzione di una sola fase, offensiva o difensiva, per evitare l'introduzione di troppi concetti e richieste tutte contemporanee. Alcuni allenatori lavorano molto su una terza fase, la transizione (cioè il momento in cui la palla passa dalla fase difensiva a quella offensiva, o 4 viceversa) e al come organizzare questo momento. Io penso che sia utile considerarla appunto come una situazione di gioco anche se da inserire in un momento immediatamente precedente al gioco a tema (così come è da inserire la situazione di uno o più giocatori contro zero, o contro il solo portiere, in un momento intermedio tra la fase analitica e la situazione di gioco classica in cui abbiamo almeno un attaccante ed un difensore). 3. Nel settore giovanile l'allenamento della tecnica individuale e applicata (tattica individuale) deve sempre prevalere sulla preparazione al gioco di squadra, agli schemi di gioco e sulle palle inattive (anche se tutto questo è comunque da introdurre gradatamente), in quanto va costruito innanzitutto l'individuo e poi una squadra organizzata nella quale gli individui esprimono le loro potenzialità per il raggiungimento di un risultato comune. L'aspetto fisico nei giovani è da intendere come sviluppo e consolidamento degli schemi motori di base, delle capacità coordinative e condizionali. Soprattutto nei dilettanti l'allenatore deve avere ottime capacità psicologiche, essere un educatore e un amico prima che un allenatore, coinvolgere e motivare. Un allenamento improntato sulle situazioni di gioco, motivanti per il fatto di avere una porta sempre davanti verso cui fare gol (il calciare e considerato dagli psicologi il mezzo più utile per scaricare le proprie tensioni emotive), permette appunto questa crescita; importante non sottovalutare il rispetto delle regole e la loro corretta applicazione.

5 4. E' fondamentale che l'allenatore organizzi sempre il lavoro da proporre, dentro e fuori dal campo; la preparazione dell'esercizio, delle fasi, della seduta, del micro e macrociclo, dell'annualità o della pluriannualità permette di eliminare i tempi morti allenando al meglio i ragazzi sotto tutti gli aspetti. 5. Considerare sempre i principi della didattica: dal facile al difficile, dal semplice al complesso, dal conosciuto allo sconosciuto; da introdurre secondo una metodologia che presenta il "problema" prima sotto l'aspetto globale, poi analitico ed infine ancora globale. La situazione proposta in questo articolo non ha niente di nuovo o di "fantascientifico"; dimostra in questo modo come un semplice e classico movimento a tre giocatori (+ difensori), se introdotto con una corretta progressione didattica, può fornire una base di allenamento anche per un anno intero. E' una situazione molto semplice e sicuramente già usata. Gli aspetti che però vanno curati sono: 1 (Globale) - Partire con richieste semplici, indicando i movimenti principali (le 3 posizioni di partenza, dove andare con e senza palla) lasciando libera interpretazione: come - quando - a chi crossare, come entrare in area, a che velocità, con quali tempi e modi di intervento muoversi. 2 (Analitico) - Dopo aver verificato gli errori e lodato ciò che è corretto (in questo modo l'allenatore deve essere in grado di "leggere" ogni singola situazione, individuando le soluzioni di particolare efficacia e inventiva, purché utili, cioè che portano al gol secondo situazioni attuabili in gara), il Mister inserirà delle piccole correzioni su quello che è il movimento preorganizzato, indicando e facendo eseguire le varianti sull'esercizio base. Vediamo ora alcune delle possibili varianti: Variante 1 1 da la palla a 2 e va in sovrapposizione; 2 passa a 3 che lancia 1 sulla fascia laterale; 3 e 2 entrano in area (sul primo e sul secondo palo rispettivamente). e 1 c 3 d a b 2 Fig. 1 Situazione base 3>0 1 passa a 2 e va a sostegno; 2 passa a tre e si propone sulla fascia; 3 fa sponda su 1 che lancia sulla fascia 2 che va al cross; 3 ed 1 entrano in area (sul primo e secondo palo rispettivamente) e tirano in porta Fig. 2 5

6 Variante 2 1 da palla a 2 che la passa a 3; 3 la restituisce a 2 con un uno-due rapido mandandolo sulla fascia per il cross. Considerate che le varianti da apportare possono riguardare anche la fase finale dell'azione: 2 guida la palla sulla linea di fondo e passa il pallone rasoterra all'indietro per 3, 2 va direttamente al tiro una volta controllata la palla a stringere ed essere entrato in area, 3 fa velo per 1, 3 riceve e smista a 1 che tira etc (Globale) - Infine si riproporrà l'esercizio dando libertà di interpretazione e scelta sui movimenti da farsi (tra quelli provati o secondo soluzioni personali) affinché l'azione risulti rapida ed efficace. Fig. 3 Variante 3 come il precedente ma con un unodue stretto (all indietro) e guida della palla di 2 prima del cross. Ancora l'allenatore valuterà il grado di assimilazione delle indicazioni date correggendo progressivamente gli errori, prima quelli grossolani e poi quelli di minore importanza ai fini della riuscita dell'azione. E' bene lasciare spazio alle soluzioni dei ragazzi chiedendo loro di spiegare il perché di un'azione o movimento scelto (sia esso giusto o sbagliato). Il rinforzo è un arma didattico - pedagogica fondamentale per la crescita dei ragazzi (Fase di gioco) - Consolidati, o quasi, tutti gli aspetti visti sopra, si passa al momento successivo: il difensore. Iniziamo con uno per poi aggiungerne altri. 6 Fig. 4 Esistono logicamente innumerevoli varianti (passaggio di 2 sul taglio di 3 o di 1, cross di 2 rasoterra in avanti dal vertice dell'area, 3 finta e va lui direttamente al tiro, sponda di 3 su 1 che tira da fuori area etc.) che l'allenatore intelligente e attento applicherà di volta in volta in base all'obiettivo prefissato o alle carenze riscontrate nelle partite giocate. La posizione di partenza dei difensori varia in base all'obiettivo tecnico - tattico che l'allenatore si prefigge; ad esempio faccio partire il difensore da distante (dal palo opposto allo sviluppo dell'azione) se voglio privilegiare i tempi di esecuzione della fase offensiva, soprattutto se sono stati appena introdotti. Più la fase offensiva sarà stata assimilata e più accorcerò la distanza del difensore dagli attaccanti.

7 IMPORTANTE: tutte queste fasi non vanno introdotte in tempi diversi (ad esempio per una settimana solo la fase globale, poi la successiva l'analitica etc.), ma in ogni seduta bisogna dedicare una decina di minuti per ogni punto (totale 35-40') in cui usare le prime due come prolungamento della precedente fase analitica (che sicuramente verrà più apprezzata in questo modo piuttosto che con aride esercitazioni non finalizzate al tiro o al gioco). Ecco gli aspetti da considerare: a) Finita l'azione i giocatori ruotano secondo la sequenza numerica (1 va in 2, che va in 3, che va in 1), in tal modo tutti acquisiscono esperienze in ogni ruolo e in ogni situazione; nel caso in cui utilizzo uno o più difensori anche essi vengono numerati ed entrano nella rotazione dei ruoli (universalità dei giocatori). Inoltre nelle categorie più piccole, Pulcini ed Esordienti, anche il portiere entra nella rotazione. b) Stesso discorso vale per la lateralità (il tutto sempre in un ottica anche di ottimizzazione tempi e degli spazi a disposizione). Con questa esercitazione è possibile utilizzare azioni alternate a destra e a sinistra e spostare i giocatori da una fascia dopo 5-10 minuti, oppure inserire una rotazione a 6 (attaccanti) o 8 (6 attaccanti e 2 difensori) in cui utilizzare quindi 16 giocatori ogni 4 azioni (i ragazzi stanno così fermi un massimo di 30-40''). c) E bene soffermarsi sugli aspetti tecnici e fisici: passaggio (tutti e tre i giocatori); controllo e passaggio (tutti e tre i giocatori); guida della palla (per 2); cross (per 2); controllo e tiro (per 1 e 3); tiro in porta (per 1 e 3); corsa all'indietro (o in laterale) guardando il campo (per 2); corsa incontro alla palla (per 3); corsa a sostegno (per 1). d) E inoltre importante soffermarsi sul ruolo che ricopre il giocatore numero 2: è quello che deve eseguire i gesti tecnici più numerosi e difficoltosi (controllo orientato, guida rapida e cross in corsa sul compagno meglio piazzato evitando il portiere e il/i difensore/i); è quello che determina lo sviluppo dell'azione, guardando la posizione dei compagni, la loro velocità di entrata in area; decide il tipo di cross da effettuare e quando effettuarlo; se 1 e 3 sono in ritardo, 2 guiderà la palla fino sulla linea di fondo per poi puntare la porta e appoggiare all'indietro il passaggio, e così via in base alla situazione che si viene a creare; è quello che determina la superiorità numerica (3>1, 3>2) nel momento in cui gli viene data la possibilità di entrare in gioco e al tiro; è bene infatti, per evitare al/ai difensore/i troppi movimenti correttivi, impedire per i primi tempi (variante iniziale) che 2 possa fare gol (anzi sarebbe opportuno che il suo ruolo finisse dopo aver effettuato il cross). In conclusione vorrei esaminare gli ultimi due aspetti: i difensori e l'aspetto fisico. I difensori, se esamino la fase offensiva, servono per l'allenamento degli attaccanti; devono dunque metterli in difficoltà per migliorare ed esaltare le loro caratteristiche; vanno 7

8 quindi posizionati in modo tale che gli attaccanti siano sollecitati ma non impediti allo sviluppo dell'azione (personalmente credo negli allenamenti con difensori passivi o difensori ombra, ma non è questo il caso in quanto ritengo molto più utile strutturare una situazione il più reale possibile, anche se il difensore arriva in tempi diversi da quelli di partita). Questa esercitazione proposta permette infine un ottimo sviluppo della resistenza alla velocità, della coordinazione dei movimenti, della rapidità e della velocità. L'allenatore, in base ai propri obiettivi, inserirà degli ostacoli, dei cinesini, degli over, posizionerà i difensori ad una certa distanza (dai pali della porta, dalle bandierine dei calci d'angolo, con corsa a navetta sull'area piccola prima di poter intervenire etc.) al fine di allenare tutte queste capacità atletiche. Più si sale di categoria e più è importante l'aspetto fisico inteso come resistenza, forza etc.; questo è un metodo (dati anche i tempi brevi di allenamento che hanno i dilettanti) che permette di unire l'allenamento fisico a quello tecnico - tattico (senza considerare quello psicologico, ossia l'attenzione che i giocatori devono prestare ai movimenti, ai compagni, avversari, alle rotazioni di posto dopo la fine dell'azione etc.). Tutte le categorie possono usare questa metodologia di allenamento, l'importante è che l'allenatore usi le giuste dosi di tempi, modi, spazi e richieste, in base alla propria realtà logistica (campo d'allenamento, tempo a disposizione, numero di altre squadre in campo, clima, attrezzature a disposizione etc.), ai propri giocatori, agli obiettivi prefissati e programmati. Il buon senso è la regola numero 18 del gioco del calcio e qualunque cosa si dica rimane sempre la più importante, 8 soprattutto quando si lavora (si gioca, si educano) con i ragazzi. Esempio di progressione didattica per la finta e il dribbling La finta e il dribbling danno risalto ad uno dei fondamentali tecnici più esaltanti del gioco del calcio perché il gusto della sfida, il duello attraverso l 1 contro 1, stimolano la fantasia del bambino e la voglia di misurarsi con il diretto avversario. Nella didattica di alcune gestualità che seguono svilupperemo esercitazioni e situazioni di gioco che rispettano il principio della progressività, iniziando con movimenti semplici e di facile esecuzione per il bambino, per finire con quelli più complessi ed articolati che presentano livelli di difficoltà maggiori. Risulta evidente che dovrà essere l istruttore a dare una giusta collocazione alle diverse proposte nella propria programmazione, soprattutto in base all età dei ragazzi, alle loro capacità del momento e alle loro motivazioni ad apprendere. Ogni istruttore eventualmente potrà, nei termini e nelle modalità opportune, ampliare e modificare la didattica delle finte descritte adattandole così nel modo migliore alla realtà del proprio settore. Richiamo della palla Proposta N 1 I bambini sono posti in equilibrio monopodalico su una tavola di propriocettiva e devono ricevere e restituire la palla con le mani, senza cadere, mentre un compagno la trasmette con le mani. Ogni 2/3 minuti si cambia ruolo; successivamente si potrà proseguire con le seguenti modalità:

9 a) di prima intenzione al volo - 1. con l interno del piede; 2. con il collo del piede; 3. con la coscia; 4. di petto; 5. di testa. b) dopo un rimbalzo a terra della palla - 1. di drop cioè dopo un rimbalzo a terra della palla; 2. dopo un controllo di coscia, d interno piede; 3. dopo alcuni palleggi con una gamba. cambiare le parabole di trasmissione della palla (esempio palla tesa, a parabola o schiacciata a terra) e gradualmente anche la velocità di lancio (l impatto con la palla sarà diverso); invertire le modalità di esecuzione (chi è in equilibrio lancia la palla). Proposta N 2 Sul campo di gioco si dispone un quadrato di 8x8 mt e si posizionano quattro allievi uno per ogni lato in possesso di palla. Due giocatori A e B sono posizionati su lati opposti e partono in guida della palla da uno dei vertici del quadrato, mentre altri due allievi A1 e B1, con il compito di disturbatori non attivi, sono sugli altri due lati. Quando ognuno degli allievi A e B giungono sul vertice del quadrato, contemporaneamente devono arrivare i giocatori A1 e B1che effettuano l azione di attacco. Fig. 5 A B1 A1 B In quel momento A e B eseguono il gesto tecnico e tornano verso la postazione di partenza dove subiranno nuovamente un azione disturbatrice dei due giocatori che sono ritornati nella posizione di partenza. Dopo alcune ripetizioni l istruttore può invertire i ruoli e le posizioni degli allievi. il giocatore che effettua l azione di disturbo può diventare attivo e cercherà di colpire la palla dell avversario che dovrà arrivare comunque vicino al cinesino di riferimento prima di effettuare il richiamo della palla; il giocatore a cui viene colpita la palla diventa difensore oppure quest ultimo acquisisce un punteggio; l istruttore può variare gli spazi, la figura geometrica e creare più postazioni di confronto; l istruttore in seguito può stimolare piccole competizioni dove gli allievi devono effettuare il gesto in situazione di maggior pressione e velocità esecutive per esempio: 1. i quattro giocatori partono in guida della palla, contemporaneamente, con lo stesso senso di marcia (orario o antiorario); lasciano la sfera sul vertice del quadrato e ritornano di corsa a prendere il pallone lasciato dal compagno per effettuare la finta richiesta e ripartire; i gruppi o le squadre si confrontano a tempo oppure su due quadrati posti vicini; 2. la palla deve effettuare uno o più giri del percorso e si possono utilizzare anche figure geometriche diverse. Proposta N 3 Sul lato destro di una porta bilaterale sono posizionati tre allievi: il giocatore 9

10 A in possesso di palla, con funzione di attaccante; il giocatore B alle spalle di A come difensore attivo; il giocatore C difensore passivo posto di fronte ad A a circa 10 mt di distanza. Sul lato sinistro, specularmente, vengono posizionati altri tre bambini, A1, B1 e C1, con gli stessi ruoli e nelle stesse posizioni dei primi tre. Gli allievi A e A1 guidano palla incontro a C e C1, che, in quanto difensori passivi, chiudono solamente lo spazio dei portatori di palla senza intervenire attivamente sulla sfera. Quando i due giocatori in possesso palla sono prossimi al contatto con gli avversari, effettuano il richiamo della palla a 180 usando la pianta del piede e si dirigono verso la porta. L esecuzione del gesto tecnico è il segnale visivo per i difensori attivi B e B1 che partono immediatamente per l azione di difesa contro gli attaccanti. Questi ultimi avranno così il compito di eludere il tentativo d ostacolo dei diretti avversari prima del tiro in porta. I giocatori si alternano nel ruolo di attaccante per 8/10 ripetizioni l istruttore può posizionare il difensore passivo dietro un quadrato, di circa 2 mt per lato, con una palla in mano; quest ultimo può fermare l azione dell attaccante solo se, quando questi entra nello spazio delimitato per effettuare la finta richiesta, riesce a colpire la sua sfera; l istruttore può variare le difficoltà per l attaccante o per il difensore a piacere modificando la distanza del quadrato (o rettangolo); l istruttore per rendere più piacevole la situazione può formare delle squadre e far disputare delle piccole gare tra esse per incrementare la 10 competizione e, quindi, la motivazione dei partecipanti. Richiamo a V Proposta N 1 In uno spazio delimitato del campo di gioco, di circa 20x20 mt, i bambini si esercitano sul richiamo a V della palla avanzando, volta per volta, con velocità differenti. Ogni bambino ripete 10/12 volte; successivamente si possono proporre delle varianti al tema centrale. l istruttore richiede la finta verso dx o sx prima con segnale acustico e poi visivo (colori); l istruttore richiede la finta abbinando dx o sx ad una semplice operazione matematica (risultato pari uguale dx e viceversa); l istruttore richiede di guidare la palla liberamente nello spazio circostante e quando i bambini si trovano di fronte un compagno devono effettuare il gesto tecnico. Proposta N 2 Due squadre composte da circa 6/8 allievi in possesso palla sono poste in fila frontalmente. Fig. 6 C B A A B C Quando i due giocatori in possesso palla si affrontano per effettuare la finta richiesta escono di un metro

11 lateralmente dalla fila e trasmettono la palla al compagno di fronte senza la sfera. In seguito i giocatori che hanno effettuato il passaggio vanno a posizionarsi in fila, mentre il giocatore entrato in possesso del pallone si inserisce nell esercitazione. Ogni bambino ripete 8/10 volte. l istruttore può chiedere al bambino di uscire dalla fila per il passaggio dopo aver superato il secondo o il terzo giocatore. Proposta N 3 Come nella proposta precedente l istruttore posiziona due squadre composte da circa 6/8 allievi in possesso palla. Proposta N 4 Fuori dall area di rigore, davanti ad una porta, viene posizionato un corridoio largo circa 6/7 mt, formato con tre cinesini per ogni lato distanti tra loro 4/5 mt. Vicino i due riferimenti prossimi alla porta vengono posti due difensori, mentre nei pressi dei cinesini più lontani sono presenti gli attaccanti in possesso palla. L allievo A parte in guida della palla in diagonale, prima dirigendosi verso il cinesino centrale del corridoio, nei pressi del quale cambia direzione con un richiamo a V, ed in seguito va ad affrontare il difensore, del lato opposto, in un 1 contro 1 per il tiro a rete. P Esse sono poste in fila frontalmente. Tutti i bambini eseguono, contemporaneamente, una guida con piccoli tocchi d interno piede e richiamano la palla con la pianta del piede, cambiando leggermente direzione quando si trovano quasi a contatto con il giocatore di fronte. Fig A B C D Gli allievi si affrontano impostando il corpo e la palla in un movimento atto a superare, su un fianco, il compagno proveniente dal senso opposto, il quale, specularmente, starà effettuando lo stesso movimento. Dopo aver superato tutti i giocatori della fila, l allievo ripete lo stesso percorso utilizzando il piede opposto. l istruttore varia le distanze tra i giocatori per cambiare il grado di difficoltà, creando sincronismi diversi. Il difensore, inizialmente semi attivo, può disturbare l azione dell attaccante soltanto dopo la prima finta. Ogni giocatore ripete 8/10 volte il ruolo di attaccante. l attaccante parte centrale nel corridoio e si dirige a destra o a sinistra, a seconda del comando ricevuto dall istruttore, per effettuare il gesto tecnico; successivamente parte la situazione di 1 contro 1. 11

12 Forbice composta Proposta N 1 In un rettangolo del terreno di gioco, di circa 30x20 mt, segnato con dei conetti, gli allievi senza palla affrontano dei cinesini in slalom largo distanti tra di loro circa 2 mt. I bambini, a turno, devono far passare la gamba destra sopra al delimitatore di spazio posto sulla loro destra e successivamente superarlo anche con la gamba sx dirigendosi così nella nuova direzione. Giunto sull ostacolo che segue il movimento sarà effettuato al contrario e così a seguire fino al termine del percorso. L istruttore richiede all allievo di incrementare o meno la velocità ed i tempi di attuazione dei movimenti combinati sul cinesino, nonché la frequenza della corsa tra un delimitatore di spazio e l altro, facendo ben attenzione che la gamba che passa sopra l ostacolo completi il movimento di circonduzione. I giocatori ripetono 8/10 volte. l istruttore varia i percorsi dove i giocatori devono effettuare la finta; l istruttore da i tempi e la frequenza di esecuzione della finta mettendo un certo numero di cinesini nello spazio delimitato, per esempio in ordine sparso. Proposta N 2 Come nella proposta precedente in questa seconda fase l istruttore fa eseguire il gesto tecnico utilizzando la palla, ma in questo caso il bambino deve superare il cinesino di riferimento con la finta richiesta. Obiettivo di queste esercitazioni è ancora la comprensione del gesto e la 12 ricerca della giusta sincronia dei movimenti. Ogni allievo ripete il percorso 8/10 volte. Correzioni: bisogna fare attenzione che quando il bambino fa passare la gamba sopra l ostacolo completi il movimento di circonduzione. l istruttore per rendere più piacevole e stimolante lo svolgimento di questa esercitazione può utilizzare palloni di dimensioni e peso diversi; l istruttore può modificare il percorso da utilizzare per le finte. Proposta N 3 In uno spazio di campo fuori dall area di rigore vengono posizionati, a circa 10 mt, due allievi. Il giocatore A, in possesso di palla, nel ruolo di attaccante deve affrontare in un 1 contro 1 il difensore B semiattivo, cercando di effettuare il gesto tecnico richiesto e tirare in porta. La finalità è la ricerca dell automatismo in situazione di gioco e del giusto rapporto spazio - temporale sull uscita del difensore. Ogni giocatore dovrà effettuare 10/12 ripetizioni prima di far intervenire il difensore attivamente. N.B. la posizione del difensore B deve essere tale da indirizzare l attaccante sul proprio lato forte (concetto di lato forte/lato debole per la protezione della porta). l azione di disturbo del difensore può iniziare partendo da direzioni diverse (per esempio da posizione laterale vicino alla porta);

13 il difensore può partire da una situazione di handicap (per esempio con ostacoli o paletti da superare che ritardino la sua azione) a secondo dell obiettivo dell istruttore. Doppia forbice Proposta N 1 In uno spazio di campo, di circa 30x20 mt, vengono posizionati dei cinesini a forma di slalom largo cioè posti ad una distanza di 2 mt uno dall altro. Alcuni allievi a turno, in possesso di palla, affrontano e superano i cinesini disposti al suolo, facendo un movimento a doppia forbice; il movimento consiste nello scavalcare la palla, alternativamente con la gamba destra e con la sinistra, prima di sospingerla in diagonale con l esterno del piede nella nuova direzione. Per dirigersi a sinistra, l allievo affronta il cinesino di destra facendo prima una forbice con il sinistro, poi con il destro; viceversa, quando deve andare nella direzione opposta. Inizialmente è bene eseguire il gesto lentamente ad una velocità modesta per apprendere il movimento dei diversi arti ed acquisire maggior coordinazione. Ogni giocatore ripete 8/10 volte. l istruttore potrà richiedere sempre maggior rapidità di esecuzione; l istruttore cambia il percorso ed i tempi di esecuzione del gesto; l istruttore potrà cambiare i vincoli spaziali, ovvero i riferimenti percettivi, utilizzando dei paletti e delle sagome, facendo inoltre uso di palloni di grandezza e peso diversi. Proposta N 2 Sul terreno di gioco si delimita con dei conetti un campo di circa 20 mt di lato, all interno del quale viene posizionata una porta piccola di 4x2. Nei pressi della porta viene posto un difensore semiattivo, mentre di fronte, ad una distanza di circa 12 mt, parte un attaccante in possesso palla. L attaccante deve superare il difensore con una doppia forbice e calciare a rete. Ogni giocatore ripete l esercizio 8/10 volte per poi cambiare ruolo. i giocatori in possesso palla ed i difensori possono essere situati in posizioni diverse rispetto la porta; il difensore può diventare attivo e a sua volta, se ruba palla, può andare al tiro in porta; utilizzare palloni di dimensioni e peso diverso. Proposta N 3 Davanti alla porta si formano, con conetti, due linee perpendicolari alla linea di fondo. A Fig. 8 A1 P Oltre le linee verso l esterno del campo vengono posizionati due attaccanti in possesso palla, rispettivamente A e B, mentre all interno dello spazio delimitato, a difendere la porta, si trovano due difensori, A1 e B1. Al segnale convenuto dall istruttore il B1 B 13

14 giocatore A parte e cerca di superare A1 effettuando la finta richiesta per andare al tiro in porta finale. Le coppie di allievi si alternano nell esecuzione dell esercizio, nei due lati e nel ruolo, per circa 8/10 volte. Gli allievi che superano il difensore con la finta richiesta acquisiscono un maggior punteggio 3 (invece di 1). è possibile proporre un confronto a squadre o tra singoli giocatori per dare una maggiore motivazione al gioco.

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