Cambiamenti di stile di vita indotti dall esercizio fisico

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1 Cambiamenti di stile di vita indotti dall esercizio fisico Autori: Alberto Anedda 1, Luciano Ferrari 2 Parole chiave Attività fisica Stile di vita Fattori di rischio cardiovascolare Riassunto Gli stili di vita consistono in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili; possono avere profonde ripercussioni sulla salute. Scopo di questo lavoro è dimostrare come l'adozione di uno stile di vita incentrato sull esercizio fisico sia in grado di modificare in termini significativi altri importanti stili di vita e quindi di ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. Sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti che svolgono attività sportiva (1910) con un gruppo di soggetti sedentari (1057) individuato in forma casuale e stratificata. La parte relativa alla descrizione dei risultati dello studio si incentra soprattutto sulla comparazione dei valori statistici rilevati nei due gruppi; i dati relativi a obesità, abitudine al fumo, consumo di alcol, uso abituale di farmaci e fattori di rischio psicologici hanno mostrato valori significativi a favore del gruppo che svolge attività fisica. Una vita fisicamente attiva porta indubbi vantaggi al benessere fisico, infatti il costante movimento costituisce un fattore protettivo nei confronti del possibile sviluppo dell'aterosclerosi e di tutte le malattie connesse alla vita sedentaria. La Medicina dello Sport oggi deve incentrare la propria attenzione alla valutazione dello stato di salute del soggetto normale che vuole migliorarsi a- dottando l'esercizio fisico più adatto alle proprie condizioni di salute. Key word: physical exercise living style cardiovascular risk factors Living styles are different ways to live everyday, with different habits, behaviours and attitudes; all kind of living styles can have deep repercussions on health. This work s purpose is to demonstrate how physical exercise is able to modify our living style and reduce cardiovascular risk s factors. A group of subjects that lead an active life (1910) has been compared to a group of sedentary people (1057); these groups have been determined by chance and in stratified way. The most important part of this study is relevant to the statistical data noticed in the groups and to the differences between them. In particular, statistics about obesity, smoke, alcohol s use, habitual use of medicines and risk s psychological causes show significant results in active group s favour. An active life brings sure benefits for physical health; in fact the regular movement is a protective factor against atherosclerosis development and against all diseases associated with sedentary life. Today the Sport Medicine must take into account the health s evaluation of a normal subject who wants improve himself: he must practice the physical exercise more suitable to his health s conditions. Introduzione Lo stile di vita consiste in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell azione reciproca delle caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni sociali con le condizioni di 1 Responsabile Presidio Medicina dello Sport Azienda Usl di Parma 2 Responsabile Servizio Sviluppo Organizzativo e Progettazione Azienda Usl di Parma 1

2 vita di carattere socio-economico ed ambientale. Questi modelli di comportamento vengono continuamente interpretati e vagliati in situazioni sociali diverse e non sono quindi immobili, bensì soggetti a cambiamento. Gli stili di vita individuali, caratterizzati da modelli di comportamento identificabili, possono avere profonde ripercussioni sia sulla salute di una persona che su quella degli altri. Se per migliorare la salute è necessario che le persone siano in grado di modificare il proprio comportamento, allora è opportuno agire sulle condizioni sociali e non solo su quelle individuali: in pratica su tutte quelle condizioni che interagiscono nella creazione e nella conservazione di questi modelli di comportamento. In questo contesto l alimentazione corretta svolge un ruolo primario (soprattutto per le donne) (1). Gli altri ingredienti per una vita sana sono: sport/attività fisica (soprattutto per gli uomini e per i giovani), astensione dal fumo, tranquillità (in particolar modo fra i 35 e i 54 anni) e abitudine, per piccoli spostamenti, a muoversi a piedi o in bicicletta, anziché usare mezzi motorizzati (2). Un corretto stile di vita, rapportato a fattori non modificabili come l età, il sesso, la razza e la familiarità per qualche patologia, è favorito dall assenza o dalla diminuzione dei fattori di rischio specifici (3). Il monitor alimentare DOXA 2004, presentato da Federalimentare, ha dedicato a questo tema la sua assemblea annuale (Cibus, 6 maggio 2004). Il 90% degli italiani ritiene il proprio stile di vita molto o abbastanza sano, inoltre, quando si parla teoricamente di che cosa significhi vivere in modo sano, per il 77% degli italiani significa scegliere un alimentazione sana; per il 48% fare sport o attività fisica, per il 38% non fumare, per il 35% evitare lo stress e vivere tranquilli, per il 31% muoversi a piedi o in bicicletta. Sul territorio italiano, la percentuale di coloro che praticano sport o attività fisica è del 60%, coloro che non fumano sono il 67%, coloro che si muovono a piedi o in bicicletta sono il 30%, coloro che adottano un alimentazione sana ed equilibrata il 27%, quelli che vivono in modo tranquillo il 20%, quelli che dormono e riposano in maniera ottimale l 11%, coloro che evitano di affaticarsi troppo il 6%, coloro che limitano l uso dei farmaci il 6%, coloro che si dedicano ai propri hobbies il 4% (4). La Regione Emilia Romagna è considerata da tutti una regione con una presenza di alta qualità della vita: l esercizio fisico e/o lo sport sono praticati dal 65% della popolazione In uno studio, condotto per verificare come l attività fisica agisca favorevolmente anche sul miglioramento degli altri stili di vita e che prendeva in considerazione una popolazione di sportivi sottoposti alla visita di idoneità sportiva agonistica nell anno solare 2000 in Emilia Romagna, la prevalenza generale di fumatori riscontrata è stata del 24.9%, con marcate differenze nei due sessi (5). Dall analisi dei dati di un altro lavoro condotto sulla popolazione sportiva di Ravenna per verificare gli effetti di una corretta alimentazione su atleti minorenni si evince come l incidenza dell obesità sia prevalente nell età scolare, a testimoniare la perdita da parte del bambino dell abitudine a praticare giochi di cortile, mentre in età adolescenziale aumenta l incidenza di individui sottopeso a riprova della mancata adozione di una corretta alimentazione (6). Così come è stato dimostrato per i fattori di rischio, il cui sommarsi aumenta esponenzialmente l incidenza di malattia, l adozione di corretti stili di vita la diminuisce progressivamente (7). Il lavoro svolto dalla Task Force Multisocietaria che ha elaborato il Documento di Consenso La prescrizione dell esercizio fisico in ambito cardiologico (3) è stata l occasione per approfondire alcuni aspetti legati agli effetti dell esercizio fisico sui fattori di rischio cardiovascolari. Nel presente studio abbiamo cercato di valutare se gli effetti favorevoli sono prodotti dall esercizio fisico indipendentemente dal miglioramento complessivo degli stili di vita (corretta alimentazione, ma anche abitudini voluttuarie e condizionamenti psicologici). Un secondo obbiettivo era quello di verificare se l introduzione della legge antifumo in Italia avesse prodotto miglioramenti importanti, anche se in un breve periodo di tempo. Infine abbiamo valutato se esista la possibilità effettiva di contenere la spesa farmaceutica con l adozione dell esercizio fisico quale primo scalino soprattutto nella terapia dell ipertensione e del diabete di tipo 2, ma anche nell obesità e nelle sindromi depressive (8). Per questo sono stati presi in considerazione due gruppi di soggetti, atleti e sedentari, nei quali fattori come obesità, abitudine al fumo, assunzione di bevande alcoliche, uso abituale di farmaci, condizionamenti psicologici sono stati posti in rapporto all'attività fisica svolta. 2

3 Materiali e metodi Il lavoro si inserisce in uno studio descrittivo di tipo retrospettivo condotto dal Servizio Medicina dello Sport dell Azienda Usl di Parma su tutta la popolazione sportiva afferente. Lo strumento utilizzato è un questionario semplificato che ha l obiettivo di investigare, in forma multidimensionale: le informazioni di base relative al soggetto (sesso, età altezza, peso, ecc.) le abitudini individuali: ore di attività fisica (giornaliera e settimanale), consumo di alcolici e/o farmaci; la prevalenza (presente e/o passata) di condizioni di stress e/o patologie psicologiche come depressione e ansia. Per la sua struttura il questionario è stato sottoposto a tutta la popolazione: bambini, adolescenti e adulti. In questa prospettiva la valutazione dell indice di sovrappeso/obesità è stata calcolata in base al BMI (Body Mass Index: peso in kg/quadrato dell altezza in m) sia per gli adulti che per gli adolescenti e per i bambini (9-10); va rilevato infatti che l indicazione del Ministero della Salute è quella di proporre l utilizzo del BMI anche per i piccoli, in attesa di arrivare alla definizione di parametri di riferimento specifici. Sono stati messi a confronto un gruppo di soggetti che svolgono attività sportiva ed hanno ottenuto una valutazione di idoneità nelle strutture di Parma e Fidenza nel corso del 2005 (1910 soggetti) con un gruppo di controllo (1057 soggetti) individuato in forma casuale e stratificata. Il confronto fra i due gruppi è stato attuato utilizzando i seguenti test statistici (11): nel caso di variabili nominali (o categoriali) è stato applicato il chi-quadrato al fine di misurare la verosimiglianza o l associazione di una variabile in esame con la variabile relativa al gruppo (atleti / controlli). Nelle tabelle sono stati riportati i valori percentuali per ciascun gruppo e il valore di significatività (P) calcolato rispetto a tutti i valori della tabella (11). Un valore significativo del chi-quadrato esprime una dipendenza fra le variabili mentre un valore non significativo esprime un indipendenza fra le variabili in esame; nel caso di dati relativi a mediane (scala ordinale) il raffronto fra i due gruppi è stato effettuato utilizzando il test non parametrico U di Mann-Whitney per il confronto dei campioni indipendenti. In tabella sono stati indicati il numero dei casi, la mediana, il primo (Q1) ed il terzo (Q3) quartile ed il valore P che esprime la significatività del test (11); nel caso di valori relativi a medie il raffronto fra i due gruppi è stato effettuato attraverso il t-test (o t di Student) per campioni indipendenti. Nelle tabelle sono stati indicati i valori relativi al numero dei casi, alla media e alla deviazione standard per ogni gruppo e il valore P, che esprime la significatività statistica (11); l Odd Ratio (OR) per consentire di valutare il livello di rischio di obesità per gruppo e classe di età (11). Nello specifico il test equivale al rapporto aritmetico tra il tasso di obesità dei due gruppi e il tasso di assenza di obesità negli stessi gruppi. I valori di OR tra 0 e 1 esprimono una relazione negativa, mentre i valori di associazione positiva vedono i seguenti livelli: 1,3 relazione debole, 1,7 relazione modesta, 3 relazione moderata, 8 relazione forte, 20 relazione fortissima. I due gruppi selezionati (tab. I e fig. 1) sono risultati omogenei per sesso e classe di età. Il confronto statistico tra i gruppi, attraverso il chi-quadrato, ha evidenziato differenze non significative nelle distribuzioni e quindi una relazione di indipendenza. Questo presupposto consente di poter effettuare i confronti statistici al fine di testare eventuali differenze nei comportamenti dei due gruppi. 3

4 Impossibile visualizzare l'immagine. La memoria del computer potrebbe essere insufficiente per aprire l'immagine oppure l'immagine potrebbe essere danneggiata. Riavviare il computer e aprire di nuovo il file. Se viene visualizzata di nuovo la x rossa, potrebbe essere necessario eliminare l'immagine e inserirla di nuovo. Tab. I Distribuzione classe di età dei 2 gruppi a confronto Totale Classe di età N casi % N casi % N casi % 5-9 anni 57 3,0 57 5, , anni , , , anni , , , anni 179 9, , , anni 164 8, , , anni 127 6,6 64 6, , anni 108 5,7 52 4, , anni 98 5,1 50 4, , anni 59 3,1 33 3,1 92 3,1 50 e oltre 105 5,5 74 7, ,0 Totale , , ,0 Confronto statistico tra gruppi - chi-quadrato: P = N.S Fig. 1 Rappresentazione grafica dei due gruppi per classe di età Classe di età < 18 anni anni >= 40 anni Le torte rappresentano conteggi 4

5 Risultati BMI La parte relativa alla descrizione dei risultati dello studio si incentra soprattutto sulla comparazione dei valori di BMI fra i gruppi (atleti vs controlli) nelle varie classi di età. Tab. II Confronto fra i valori medi ± deviazione standard (DS) del BMI fra i due gruppi Classe di età T-test N. casi Media BMI ± DS N. casi Media BMI ± DS P 5-9 anni 57 17,4 ± 2, ,6 ± 4,7 < 0, anni ,9 ± 3, ,0 ± 3,7 < 0, anni ,3 ± 2, ,3 ± 2,6 < 0, anni ,3 ± 2, ,1 ± 2,3 < 0, anni ,3 ± 2, ,0 ± 2,9 < 0, anni ,7 ± 2, ,9 ± 2,7 < 0, anni ,4 ± 3, ,7 ± 3,5 NS anni 98 24,5 ± 2, ,5 ± 2,7 NS anni 59 24,6 ± 2, ,1 ± 2,2 NS 50 e oltre ,1 ± 2, ,6 ± 2,7 NS Totale ,8 ± 3, ,8 ± 3,5 < 0,001 5

6 Fig. 2 Rappresentazione grafica della distribuzione interquartile (box-plot) per gruppo e classe d età 35 Gruppo 30 BMI anni an an an an an an an an 50 e olt Classe di età L analisi della distribuzione dei punteggi BMI, nella loro distribuzione interquartile attraverso l utilizzo dei box-plot, mostra in maniera chiara come l obesità sia più diffusa nelle classi di età scolari (5-9 anni). 6

7 Tab. III Distribuzione percentuale del BMI per gruppo e classe di età Classe di età Gruppo Sottopeso Normopeso Sovrappeso Obesità di 2 grado 5-9 anni 61,4 38,6 - - BMI 31,6 45,6 15,8 7, anni 33,6 60,8 5,3 0,3 26,4 58,2 13,4 2, anni 11,3 80,9 7,6 0,2 7,0 77,1 15, anni 1,7 87,2 10,6 0,6 0,9 70,2 28, anni 3,7 73,2 21,3 1,8 1,9 67,3 27,1 3, anni 1,6 63,8 34, ,9 51,6 1, anni - 63,9 32,4 3,7-65,4 28,8 5, anni - 62,2 34,7 3,1-64,0 30,0 6, anni - 66,1 30,5 3,4-78,8 21, ,2 41,0 3,8-45,9 50,0 4,1 Totale 15,3 68,4 15,2 1,0 10,7 63,3 23,7 2,3 Chiquadrato Analisi rischio P Odd ratio IC 95% < 0,001 16,54 6,71-25,21 < 0,001 3,08 1,92-4,94 < 0,001 2,23 1,34-3,72 < 0,001 3,23 1,75-6,00 NS 1,47 0,86-2,56 < 0,05 2,14 1,16-3,94 NS 0,94 0,47-1,87 NS 0,93 0,46-1,88 NS 0,52 0,19-1,42 NS 1,45 0,80-2,64 < 0,001 1,80 1,50-2,13 Attività fisica Tab. IV Range (minuti) di attività fisica giornaliera per gruppo e classe di età (valori percentuali) Classe di età Attività da 60' a 90' Attività oltre 90' Totale attività oltre 60 Attività da 60' a 90' Attività oltre 90' Totale attività oltre anni e oltre Chiquadrato 5-9 anni 22,8 17,5 40,3 5,3 0,0 5,3 < 0, anni 17,5 36,3 53,8 1,7 0,7 2,4 < 0, anni 14,4 40,0 54,4 0,0 0,9 0,9 < 0, anni 17,9 34,6 52,5 1,8 0,0 1,8 < 0, anni 14,0 31,7 45,7 0,0 0,0 0,0 < 0, anni 17,3 26,0 43,3 1,6 0,0 1,6 < 0, anni 20,4 26,9 47,3 3,8 0,0 3,8 < 0, anni 21,4 25,5 46,9 0,0 2,0 2,0 < 0, anni 22,0 15,3 37,3 0,0 3,0 3,0 < 0,01 50 e oltre 17,1 18,1 35,2 0,0 0,0 0,0 < 0,001 Totale 17,2 32,6 49,8 1,2 0,6 1,8 < 0,001 P 7

8 Tab. V Minuti di attività fisica settimanale per gruppo e classe di età (mediana e confronto fra gruppi) Classe di età Test U Mann-Whitney N Mediana Q1-Q3 N Mediana Q1-Q3 P 5-9 anni < 0, anni < 0, anni < 0, anni < 0, anni < 0, anni < 0, anni < 0, anni < 0, anni < 0, e oltre < 0,001 Totale < 0,001 Fig. 3 Attività fisica settimanale: Rappresentazione grafica della distribuzione interquartile (box-plot) per gruppo e classe di età Gruppo Minuti attività fisica settimanale e > Classe di età Fig. 4 Rappresentazione grafica dell attività fisica settimanale: confronto fra gruppi (valori percentuali) 8

9 Fumo Tab. VI Prevalenza fumatori per gruppo e classe di età (valori percentuali) anni 0,0 1,0 0,3 0,0 2,1 0, anni 5,5 9,2 6,6 17,0 10,4 15, anni 32,0 24,1 29,6 44,3 22,9 37, anni 39,7 34,9 38,4 61,5 37,9 55, anni 31,6 6,9 26,0 59,2 26,7 51, anni 23,6 15,8 22,2 20,9 22,2 21, anni 15,2 0,0 12,2 15,0 20,0 16, anni 13,7 0,0 11,9 10,7 20,0 12,1 50 e oltre 8,7 15,4 9,5 13,8 33,3 16,2 Totale 13,3 9,2 12,1 21,7 13,2 19,3 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P <0,001 9

10 Tab. VII Prevalenza fumatori per quantità, gruppo e classe di età (valori percentuali) Classe di età < 10 sigarette > 10 sigarette Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine anni 0,0 1,0 0,0 2,1 0,0 0,0 0,0 0, anni 5,1 9,2 16,3 10,4 0,3 0,0 0,7 0, anni 20,0 22,2 31,6 20,0 12,0 1,9 12,7 2, anni 30,6 20,9 42,3 17,2 9,1 14,0 19,2 20, anni 21,4 6,9 42,9 6,7 10,2 0,0 16,3 20, anni 15,7 15,8 7,0 22,2 7,9 0,0 14,0 0, anni 6,3 0,0 2,5 10,0 8,9 0,0 12,5 10, anni 11,8 0,0 3,6 20,0 2,0 0,0 7,1 0,0 50 e oltre 7,6 0,0 13,8 33,3 1,1 15,4 0,0 0,0 Totale 9,5 7,5 15,5 9,6 3,9 1,7 6,2 3,6 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,05 per fumo < 10 sigarette e P < 0,001 per fumo > 10 sigarette Consumo di alcolici Tab. VIII Prevalenza consumo di alcolici per gruppo e classe di età (valori percentuali) anni 0,8 3,1 1,5 1,0 2,1 1, anni 17,7 10,8 15,6 29,3 9,0 22, anni 56,8 35,2 50,3 69,6 57,1 65, anni 61,2 55,8 59,8 76,9 55,2 71, anni 60,2 48,3 57,5 65,3 46,7 60, anni 48,3 31,6 45,4 46,5 55,6 48, anni 46,8 15,8 40,8 52,5 20,0 46, anni 43,1 50,0 44,1 28,6 100,0 39,4 50 e oltre 41,3 30,8 40,0 44,6 55,6 45,9 Totale 29,0 17,6 25,8 35,8 22,5 32,0 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,001 Tab. IX Prevalenza consumo abituale di vino e birra a pasto per gruppo e classe di età (valori percentuali) anni 0,3 0,0 0,2 1,0 0,0 0, anni 3,8 0,0 2,6 7,5 0,0 5, anni 18,4 3,7 14,0 24,1 2,9 17, anni 26,4 7,0 21,3 37,2 17,2 31, anni 29,6 10,3 25,2 24,5 13,3 21, anni 30,3 21,1 28,7 20,9 44,4 25, anni 34,2 15,8 30,6 37,5 20,0 34, anni 27,5 50,0 30,5 17,9 40,0 21,2 50 e oltre 35,9 15,4 33,3 36,9 22,2 35,1 Totale 14,3 3,9 11,4 16,7 6,0 13,6 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P NS Tab. X Prevalenza consumo non abituale di vino e birra a pasto per gruppo e classe di età (valori percentuali) 10

11 5-9 anni 0,0 7,7 3,5 3,2 0,0 1, anni 0,5 8,8 3, anni 13,3 10,8 12,5 21,8 9,0 17, anni 40,0 31,5 37,4 44,3 57,1 48, anni 37,2 48,8 40,2 42,3 37,9 41, anni 29,6 37,9 31,5 42,9 33,3 40, anni 16,9 10,5 15,7 23,3 11,1 21, anni 17,7 0,0 14,3 17,5 0,0 14, anni 19,6 0,0 16,9 14,3 40,0 18,2 50 e oltre 8,7 15,4 9,5 9,2 11,1 9,5 Totale 15,4 16,1 15,6 19,7 15,2 18,4 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,05 Tab. XI Prevalenza consumo superalcolici per gruppo e classe di età (valori percentuali) 5-9 anni anni anni 1,0-0,7-1,5 0, anni 1,6-1,1 11,4 2,9 8, anni 0,8-0,6 7,7 10,3 8, anni 1,0-0,8-13,3 3, anni 1,1-0,9 4,7-3, anni 1,3-1,0 10,0 10,0 10, anni ,6-3,0 50 e oltre ,1 1,4 Totale 0,7 0,0 0,5 2,9 3,0 2,9 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,001 11

12 Uso di farmaci Tab. XII Prevalenza consumo di farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali) 5-9 anni 0,0 3,8 1,8 0,0 2,7 1, anni 2,3 3,6 2,7 12,3 3,1 9, anni 2,4 5,4 3,3 9,5 9,0 9, anni 5,6 31,5 13,4 13,9 34,3 20, anni 3,3 27,9 9,8 3,8 24,1 9, anni 7,1 6,9 7,1 4,1 6,7 4, anni 4,5 5,3 4,6 2,3 0,0 1, anni 5,1 15,8 7,1 7,5 10,0 8, anni 3,9 0,0 3,4 0,0 40,0 6,1 50 e oltre 16,3 30,8 18,1 24,6 22,2 24,3 Totale 4,3 10,1 5,9 9,8 13,6 10,9 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,001 Tab. XIII Prevalenza consumo di farmaci cardiocircolatori per gruppo e classe di età (valori percentuali) < 18 anni ,8-0, anni 0,7-0,5 0,4-0,3 >= 40 anni 3,2 5,0 3,4 9,0 4,2 8,3 Totale 0,7 0,4 0,6 2,1 0,3 1,6 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,01 Tab. XIV Prevalenza consumo di farmaci gastroprotettivi per gruppo e classe di età (valori percentuali) < 18 anni 0,8 1,1 0, anni 0,7 1,3 0,8 0,4 3,2 1,1 >= 40 anni 1,4 5,0 1,9 2,3 8,3 3,2 Totale 0,4 0,7 0,5 0,9 2,3 1,3 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,05 Tab. XV Prevalenza consumo di farmaci ansiolitici per gruppo e classe di età (valori percentuali) < 18 anni 0,1 0,3 0,2 0,0 1,1 0, anni 0,9 0,6 0,8 0,7 3,2 1,4 >= 40 anni 0,5 0,0 0,4 0,0 0,0 0,0 Totale 0,4 0,4 0,4 0,3 1,7 0,7 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,05 12

13 Tab. XVI Prevalenza consumo di farmaci anticoncezionali per gruppo e classe di età (valori percentuali) Classe di età Femmine Femmine < 18 anni 0,0 0, anni 16,3 12,9 >= 40 anni 0,0 0,0 Totale 4,9 4,0 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P NS Tab. XVII Prevalenza consumo di altri farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali) < 18 anni 1,9 3,6 2,4 8,2 5,9 7, anni 2,4 3,1 2,6 4,8 3,2 4,4 >= 40 anni 4,5 7,5 5,0 3,0 12,5 4,5 Totale 2,5 3,7 2,8 6,1 5,6 6,0 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,05 Uso di Integratori Tab. XVIII Prevalenza uso di integratori per gruppo e classe di età (valori percentuali) < 18 anni 0,6 1,2 0,8 0,3 0,0 0, anni 7,6 4,4 6,8 2,6 4,3 3,0 >= 40 anni 6,9 5,1 0,4 5,3 4,2 0,6 Totale 3,8 3,0 3,6 2,0 1,7 1,9 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P <0,01 Autoprescrizione Tab. XIX Prevalenza autoprescrizione farmaci per gruppo e classe di età (valori percentuali) < 18 anni 0,1 0,0 0,1 0,6 1,1 0, anni 0,0 0,6 0, >= 40 anni 0,5 0,0 0,4 0,8 0,0 0,6 Totale 0,1 0,2 0,2 0,4 0,7 0,5 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P NS 13

14 Stress Tab. XX Prevalenza stress per gruppo e classe di età (valori percentuali) Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale < 18 anni 1,4 1,2 1,4 1,1 0,5 0, anni 4,3 7,5 5,2 4,1 6,5 4,7 >= 40 anni 7,7 12,5 8,4 6,0 25,0 8,9 Totale 3,4 3,9 3,6 3,0 4,3 3,4 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P NS Depressione Tab. XXI Prevalenza depressione per gruppo e classe di età (valori percentuali) Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale < 18 anni 1,4 0,6 1,2 2,3 2,2 2, anni 0,7 0,0 0,5 3,3 4,3 3,6 >= 40 anni 2,7 0,0 2,3 3,8 0,0 3,2 Totale 1,4 0,4 1,1 2,9 2,6 2,8 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,01 Ansia Tab. XXII Prevalenza ansia per gruppo e classe di età (valori percentuali) Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale < 18 anni 2,5 2,4 2,4 1,7 2,7 2, anni 2,8 3,8 3,1 2,6 9,7 4,4 >= 40 anni 7,2 7,5 7,3 1,5 8,3 2,5 Totale 3,3 3,2 3,3 2,0 5,3 2,9 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P NS Ansia o depressione pregressi Tab. XXIII Prevalenza soggetti che hanno sofferto in passato di ansia o depressione e classe di età (valori percentuali) Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale < 18 anni 2,6 7,8 4,3 0,6 0,0 0, anni 4,3 8,8 5,5 3,7 0,0 2,8 >= 40 anni 5,4 5,0 5,3 1,5 16,7 3,8 Totale 3,6 7,9 4,8 1,9 1,3 1,7 Confronto statistico fra gruppi - Chi quadrato: P < 0,01 14

15 Discussione Il confronto statistico fra atleti e controlli (tab. II) mette in luce valori medi significativamente diversi nei punteggi del BMI nelle fasce d età più basse a conferma dell ipotesi di fondo che l indice di obesità è significativamente più alto nella popolazione che non svolge attività fisica (12). L analisi del numero medio di minuti di attività fisica giornaliera e settimanale conferma la significativa differenza fra i due gruppi a confronto. E interessante osservare come l attività fisica tenda, fra gli atleti, a crescere con l età sino alla fascia anni, mentre fra i controlli dopo i 9 anni si registra un sostanziale calo. Approfondendo l analisi dell associazione tra attività fisica ed obesità sono emersi dati significativi nella misurazione del rischio attraverso l odd ratio: in particolare nella classe di età 5-9 anni si osserva (tab. III) la più alta probabilità di rischio dei controlli di sviluppare l obesità rispetto agli atleti, probabilità che si mantiene significativamente più elevata fino alla classe di età e nella fascia anni. Allo stesso modo, la fig. 2 mostra in maniera chiara come esista nei bambini un diverso andamento del valore del BMI in relazione all età. Si passa da una forte differenziazione dei punteggi fra i due gruppi nella classe 5-9 anni ad un graduale avvicinamento in età adolescenziale ed adulta. Analizzando ulteriormente i dati di classificazione del BMI per singolo gruppo e classe di età (tab. III) si può osservare la presenza di una differenza statisticamente significativa fra le categorie in tutte le fasce ad eccezione degli ultratretacinquenni e della fascia anni. Nel gruppo di controllo fra i 5 e i 9 anni i soggetti sovrappeso sono il 22,8%, di cui il 7,0% presenta un obesità di 2 grado. Tale situazione critica (5-9 anni) rispetto al rapporto di prevalenza tra atleti e controlli si configura come primario settore per interventi strutturati di educazione alla salute rispetto all adozione di corretti stili di vita e modelli di consumo alimentare per far rientrare i soggetti a rischio in un area di accettabilità (13). E importante inoltre osservare come il fenomeno dell obesità tenda a ridursi dalla fascia d età successiva (10-14) per effetto di un sensibile incremento dell attività fisica settimanale non solo negli atleti ma anche nei controlli. Tali comportamenti in parte autoindotti (o influenzati dalla famiglia) andrebbero rinforzati da programmi specifici di educazione sanitaria e di prevenzione del rischio già a partire dai 5-6 anni ovvero nella fase in cui non c è ancora un approccio importante all attività fisica. Il confronto dei due gruppi rispetto all attività fisica mette in rilievo differenze significative fra tutte le classi di età sia nell attività fisica quotidiana sia in quella settimanale (tab. V). Mettendo a confronto l attività giornaliera riclassificata in range (tab. IV) si evidenziano forti differenze: solo l 1,8% dei controlli, contro un 49,8% di atleti, svolge attività fisica per almeno un ora al giorno. Utilizzando come parametro temporale la settimana tipo (fig. 3) emerge in maniera chiara come il gruppo di controllo in prevalenza o non svolga attività (12,3%) o la svolga per un massimo di 2 ore (21,5%). Per contro gli atleti collocano la loro attività su valori settimanali abbastanza elevati a conferma di una continuità su base quotidiana. Passando all analisi dettagliata degli stili di vita osserviamo la differenza significativa dei fumatori negli atleti (12,1%) nei confronti dei controlli (19,3%). Uno studio precedente effettuato nell anno 2000 da Bonetti e coll. (5), che metteva a confronto la prevalenza dei fumatori con il trend nazionale, non aveva evidenziato differenze. Appare comunque evidente che nello spazio di tempo intercorrente dal 2000 al 2005 sono cambiate sostanzialmente le abitudini degli italiani nei confronti del fumo di sigaretta grazie alle campagne antifumo che si sono succedute, ma l'adozione di un corretto stile di vita quale l'esercizio fisico incide ancora più marcatamente su questo tipo di dipendenza Un dato preoccupante e in controtendenza rispetto alle abitudini del passato si evince dalla diffusione dell'abitudine al fumo nelle femmine (tab. VI). Il dato si conferma anche in coloro che fumano meno di 10 sigarette al giorno e soprattutto nei forti fumatori (oltre 10 sigarette), dove le femmine superano i maschi sia nel gruppo degli atleti che nel gruppo di controllo nella fascia d'età anni e nel gruppo delle atlete di 50 anni e oltre (tab. VII), a dimostrare la difficoltà da parte della popolazione femminile a disassuefarsi dal fumo di sigaretta (14). Il consumo di alcolici è significativamente più diffuso nel gruppo di controllo (tab. VIII), la differenza cala nel consumo non abituale e nel consumo di vino e birra durante i pasti (tab. IX e X); più marcate le differenze nel consumo abituale e nel consumo di superalcolici (tab. XI). Le femmine bevono meno ma non tanto quanto ci si potrebbe attendere e sconcertante è il dato secondo cui nel gruppo di controllo le femmine consumano superalcolici (tab. XI) più dei maschi con particolare riguardo alle fasce e ancor più nella fascia (15). 15

16 Il consumo abituale di farmaci è molto più diffuso nel gruppo di controllo con particolare evidenza nei maschi (tab. XII); l incidenza dei valori nelle femmine in età feconda risente con ogni probabilità dell uso della pillola anticoncezionale, il cui utilizzo è ugualmente suddiviso nei due gruppi (tab. XVI) (16). L'uso abituale dei farmaci cardiovascolari nella fascia di controllo (tab. XIII) è dovuto quasi esclusivamente alla diffusione di farmaci antiipertensivi, laddove invece l inserimento dell'esercizio fisico come primo gradino nella scala della terapia antiinpertensiva permetterebbe di ridurne in modo significativo il consumo (17). Anche rispetto al consumo di farmaci gastro-protettivi risulta rilevante la differenza fra i due gruppi (tab. XIV), ad ulteriore conferma dei dati emersi da uno studio effettuato nel 2003 in collaborazione tra il Servizio Medicina dello Sport di Parma e la Cattedra di Gastroenterologia dell Università di Parma riguardo alla diffusione della Malattia da reflusso gastrointestinale (dati non pubblicati), che aveva già evidenziato la maggiore incidenza di questa patologia nella popolazione sedentaria (18). Analizzando l uso dei farmaci ansiolitici si evidenziano valori piuttosto bassi. Pare comunque importante rilevare come esista una minore frequenza d uso da parte degli sportivi quasi ad ipotizzare che l attività fisica intensa possa a- vere migliori effetti sul contenimento dell ansia (tab. XV). Anche nelle altre categorie di farmaci c è una differenza rilevante (tab. XVII) tra i due gruppi, a testimonianza del fatto che un corretto stile di vita qual è l'esercizio fisico diminuisce comunque la necessità di ricorrere al trattamento farmacologico. Differente (tab. XVIII) naturalmente il discorso riguardante l'uso di integratori, più utilizzati dagli sportivi che dai controlli (19). Un dato preoccupante è la percentuale di soggetti che si autoprescrive le terapie (tab. XIX), pratica presente anche nel gruppo degli sportivi verosimilmente a causa dell'utilizzo di integratori. Rispetto all analisi del vissuto, lo stress e l ansia (tab. XX e XXII) colpiscono in eguale misura sportivi e controlli, la depressione (tab. XXI) è più frequente nel gruppo di controllo; ma il dato più eclatante è vedere come nel campione degli atleti è più alta la percentuale di coloro che hanno sofferto in passato di stress psichici. a testimonianza del fatto che probabilmente grazie all attività fisica tali disturbi, verificatisi in passato, non sono più presenti (tab. XXIII). Conclusioni Una vita fisicamente attiva porta indubbi vantaggi al benessere fisico, infatti il costante movimento, migliorando gli stili di vita, migliora di conseguenza i fattori di rischio cardiovascolari I due campioni a confronto, uno che svolge regolarmente attività fisica e uno sedentario, hanno mostrato grandi differenze soprattutto per gli aspetti relativi a obesità, fumo, alcool, uso abituale di farmaci e depressione. In entrambi i sessi il mantenimento di un buon livello di attività fisica mostra di costituire un fattore protettivo nei confronti del possibile sviluppo di aterosclerosi e di tutte le patologie connesse alla vita sedentaria. Anche se il livello delle capacità fisiche riflette principalmente un fattore costituzionale geneticamente determinato, tuttavia, poiché la capacità si correla molto strettamente con il livello di attività, quest ultima rappresenta un fattore molto più importante di quello genetico nel condizionare lo stato generale di salute. Per ottenere un buono stato di salute non occorrono grandi sforzi ma è sufficiente eseguire frequentemente e con costanza qualche esercizio di tipo aerobico anche a medio- bassa intensità per almeno mezz ora al giorno (20). La letteratura scientifica degli ultimi anni è andata arricchendosi di un numero assai elevato di ricerche tra loro concordi nell evidenziare l importanza dell attività fisica quale presidio preventivo e terapeutico delle malattie da benessere. (21) Stili di vita scorretti predispongono alla presenza di fattori di rischio multipli; un fattore di rischio può portare ad un altro fattore di rischio, mentre il miglioramento di un fattore può migliorare gli altri. Pertanto l adozione di un corretto stile di vita, incentrato su un attività fisica adeguata, favorisce l adozione di altre abitudini corrette migliorando quasi tutti i fattori di rischio modificabili. Le considerazioni finali vogliono ribadire che il compito del medico sportivo deve essere quello di educare al movimento e prescrivere esercizio fisico a tutti coloro che lo vogliano effettuare. 16

17 E nostro fermo convincimento che il futuro della Medicina dello Sport sia proprio questo: uscire dall elemento burocratico della visita di idoneità sportiva agonistica per aprire le nostre competenze alla valutazione dello stato di salute del soggetto normale che vuole migliorarsi adottando l esercizio fisico in maniera confacente alle proprie possibilità. Bibliografia 1. Bradfield RB, Curtis DE, Margen S: Effect of activity on calorie response of obese women. Am J Clin Nutr 1968; 21: Van Mechelen W, Twisk J, Kemper H: The relationship between phisical activity and phisical fitness in youth and cardiovascular health later in life: whet longitudinal studies can tell. Int J Sports Med 2002; 106: Anedda A, Penco, M, Vona M, Bonetti A: Effetti dell esercizio fisico sui fattori di rischio cardiovascolare, Med Sport 2006; 59: DOXA. Alimentazione e stili di vita: presentazione dei risultati. Cibus, Parma Bonetti A, Soresi P, Drago E, Fiorella PL, Anedda A, Battistini G, Bernardi G, D Andrea A, Mittiga M, Sgarzi S, Vitali U : Tabagismo e attività sportiva agonistica in Emilia Romagna. Med Sport 2002; 55: Baldini L, Anedda A : Effetti dello sport per tutti sui cambiamenti di stile di vita, da Livre de résumé 10e Congrès Mondial du Sport pour tous, Roma Drygas W, Kostka T, Jegier A, Kunski H: Long-term effects of different phisical activity levels on coronary heart disease risk factors in middle-aged men. Int J Sports Med 2000; 21(4): Geddes JR, Carney SM, Davies C, Toshiaki AF,Kupfer DJ, Frank E, Goodwin GM: Relapse prevention with antidepressant drug treatment in depressive disordes: sistematic rewiev. Lancet 2003; 361: Giampietro M, Spada R, Caldarone G: Attività fisica e obesità. Mediserve Ed, Milano Firenze Napoli 2001; pp Graig JG: Validity of anthropometic equations for determination of changes in body composition in adult males during traing. J Sports Med Pys Fitness 1989; 29: Altman G: Practical statistics for medical research. Chapman & Hall Eds, London Bjontorp P: Phisical training in human obesity, III: effects of long term phisical training on body composition. Metabolism 1973; 22: Cuppini A, Matteini P: Obesity and metabolic syndrome: clinical and therapeutic review. Monaldi Arch Chest Dis 2005; 64: Phel E, Jurimal T, Kaasik T: Fattori di rischio in ex atlete di mezza età. Med Sport 1995; 48: Rainej CJ, Meckeown RE, Sargent RG, Valois RF: Patterns of tobacco and alcohol use among sedentary, exercising, nonathletic and athletic jouth. J Sch Health 1996; 66 (1): Donati S, Andreozzi S, Medda E et al.: Salute riproduttiva fra gli adolescenti: conoscenze, attitudini e comportamenti. Roma, Istituto Superiore di Sanità 2000; Rapporti ISTISAN; 00/7: Koopman Shap MA, Rutten FFH: A pratical guide for calculating indirect costs of disease. Pharmaco Economics 1996; 10 (5): Trevisani F: Effetti dell attività fisica sulla funzionalità del tratto gastroenterico. Med Sport 2005; 58: World Health Organization. International Guide: Pharmacies and smoking cessation. WHO Regional Office for Europe, Copenhagen, Anedda A, Penco M, Vona M, Bonetti A: Effetti dell esercizio fisico sui fattori di rischio cardiovascolari, J of Sports Cardiology, Vol. 2, July/December 2006: Pelliccia A: Competitive sports partecipation without cardiovascular risk: The European Society of Cardiology Recommendations. Med Sport 2005; 58:

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