TherMoro di CORDIOLI ADELINO

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2 IDRAULICA & CLIMATIZZAZIONE TherMoro di CORDIOLI ADELINO Installatore Autorizzato: Da oltre 25 anni specializzata nellʼesecuzione di: - Impianti di climatizzazione; - Impianti di riscaldamento tradizionali e a pavimento; - Impianti idrico-sanitari, civili e industriali; - Impianti ad energia alternativa, solari etc; - Impianti antincendio e irrigazione; - Idromassaggio e arredobagno. Viale della Scienza n Povegliano V.se Tel. e Fax idraulicathermoro@virgilio.it

3 SOMMARIO EDITORIALI Incarichi dirigenziali: uno slancio per l azienda del futuro. Vacanze ragionate. UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO Carte dei servizi per non perdere la bussola. pag. 2 pag. 3 L APPROFONDIMENTO Emergenza e territorio. Tutto quello che c è da sapere per muoversi informati. pag. 4 pag. 4 UROLOGIA Prevenire in andrologia ovvero la corretta conoscenza di rischi e malattie. pag. 6 AMBULATORIO PROFILASSI VIAGGIATORI INTERNAZIONALI Insetti e rettili: attenzione a morsi e punture. pag. 7 EMERGENZA Quando lo shock ci lascia senza fi ato. pag. 8 pag. 7 CENTRO SCREENING ONCOLOGICO Tutti i perchè di una campagna di screening. pag. 10 SERVIZI SOCIALI Aperto un megacantiere al servizio dei cittadini. pag. 12 OSTETRICIA La comunità amica dei bimbi è già una realtà. pag SALUTE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO Spisal in prima linea per la guerra all alcol. pag. 15 pag. 8 SERVIZIO VETERINARIO Il pesce a tavola. La rintracciabilità del prodotto a garanzia della fi liera alimentare. pag. 16 EDUCAZIONE ALLA SALUTE Alzheimer, conosciamolo insieme. pag. 18 IGIENE PUBBLICA Un tuffo dove l acqua è più blu. pag. 19 DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVO Prenotazione centralizzata per i trasporti ordinari con autolettiga. pag. 20 pag. 10 Periodico di informazione sanitaria a cura dell Azienda Ulss 22 - Regione Veneto - Anno 5 - N 1 - Aprile 2007 Redazione: Via Ospedale, 5 - Sede Ulss Villafranca (VR) - Tel. / Fax Cell Direttore Editoriale: Dott. Renato Piccoli - Direttore Responsabile: Renzo Girelli - Direttore Scientifico: Antonio Bortoli Comitato di Redazione: Arnaldo Grigolato, Carla De Beni, Daniela Fasoli, Denise Signorelli, Elmer Soffiati, Antonio Bortoli, Sergio Meggiolaro, Mario Garzotti Hanno collaborato: Primo Lorandi, Daniela Fasoli, Ermanno Motta, Luisa Andreetta, Giuseppe Pecoraro, Gabriele La Rosa, Giuseppe Sipala, Anna Gaudio, Angioletta Ganassini, Elmer Soffiati, Gianfranco Blaas, Emilio Cipriani, Giorgio Foroni, Gianfranco Marchi, Francesca Soffiati, Maurizio Foroni, Marco Giavoni. Stampa e impaginazione: Masteprint s.n.c. - Via Roma, 46/B Mozzecane (VR) Tel./Fax masteprint@masteprint.it Pubblicità: Ulss 22 presso la redazione del giornale - Tel. / Fax Cell Spedizione in a/p 45% Art. 2 comma 20/B - I. 662/96

4 EDITORIALI INCARICHI DIRIGENZIALI: UNO SLANCIO PER L AZIENDA DEL FUTURO 2 I nuovi contratti di lavoro, cosiddetti privatistici delle aree dirigenziali, hanno radicalmente mutato la natura del rapporto di lavoro tra le singole Aziende Sanitarie ed i Dirigenti che in esse operano. Le più salienti innovazioni concernono, più che i criteri di individuazione degli incarichi da attribuire e delle modalità con cui vanno affidati, soprattutto i meccanismi di valutazione preventiva delle posizioni e, successivamente, dei risultati conseguiti; ciò produce un diverso impatto, vuoi sulla politica retributiva che sulle carriere che si possono aprire di fronte a tutta la dirigenza. In un quadro di particolare attenzione da parte delle Aziende allo sviluppo di adeguate politiche sulle risorse umane, prende rilievo la necessità di un più ampio ricorso alla formazione e, di conseguenza, l esigenza di promuovere la massima valorizzazione delle competenze acquisite e delle professionalità espresse da tutti i dirigenti. Il momento della concreta applicazione delle più recenti disposizioni contrattuali in seno alle Aziende Sanitarie, costituisce, sicuramente, una fase evolutiva molto delicata, anche perché bisogna governare il processo di cambiamento secondo una visione organica globale e di tipo sistemico. La Direzione, quindi, deve assumere la regia del processo di Graduazione ben sapendo che esso sarà strettamente connesso con il Sistema di pianificazione, controllo e budget, con il Sistema premiante (retribuzione di risultato) e con il processo di Valutazione. In tale contesto, si pone l obiettivo di effettuare la corretta valutazione preventiva (pesatura) di tutte le funzioni dirigenziali, sia professionali che gestionali, che è necessario rendere operative nell azienda e, successivamente, la valutazione dei dirigenti che tali funzioni stanno ricoprendo o potranno essere chiamati a ricoprire. A seguito di una prima applicazione nel 2002, la Direzione ha ritenuto di rivedere in ogni unità operativa gli incarichi e la loro valorizzazione, vale a dire una valutazione di tutte le posizioni dirigenziali necessarie alla sua organizzazione ed al suo funzionamento (Organigramma). Con le disponibilità delle risorse dello specifico fondo contrattuale si è proceduto alla determinazione della cosiddetta retribuzione di posizione la quale ha come principale funzione quella di retribuire il dirigente in funzione dell incarico da svolgere. Attraverso l applicazione regolamentata di determinati parametri concordati con le OO.SS. ci si è dotati di uno strumento contrattualmente corretto per la determinazione di una parte del pacchetto salariale di ciascun dirigente (l altra componente è il trattamento di risultato). Ogni responsabile di dipartimento, di struttura complessa, di struttura semplice e ciascun dirigente titolare di incarico professionale avrà pesato e valorizzato il proprio incarico facendo così venir meno il sistema fin d ora adottato che aveva come risultato l appiattimento dei valori e conseguentemente il venir meno di stimoli, interessi e propositività. L attuazione di questo nuovo modello di valutazione delle UU.OO. ed in particolar modo la valorizzazione del Dipartimento come struttura centrale della organizzazione, ha reso possibile affidare direttamente ai responsabili delle Unità Operative Complesse ed ai Capi Dipartimento strumenti utili a valorizzare le capacità professionali dei propri collaboratori. Si ritiene che questa impostazione contribuirà ad aprire la strada ad una nuova e più incisiva stagione di sviluppo delle Aziende Sanitarie e ad un miglioramento sia della qualità dei servizi che del rapporto con i cittadini. Il Direttore Amministrativo - Dott. Michele Romano - Vacanze ragionate Sono arr i v a t e a n c h e q u e s t a n n o le tanto ago- gnate vacanze. Qualcuno alla tichella le ha già fatte, altri si stanno che- attrezzando. Un deja vu che in ogni edizione fa emergere problemi vecchi e nuovi. L importante è non perdere di vista l equilibrio. Partendo dal presupposto che in questo periodo deputato al relax e alla disintossicazione sia fisi- ca che mentale qualche trasgressione di piccolo cabotaggio è pur sempre ammessa, non bisogna, però, perdere di vista l ensamble della nostra esistenza. Dimenticare o, nella peggiore delle ipotesi, cancellare quello che siamo, in quindici giorni non è pensabile. Ognuno è ancorato a situazioni e a uno stile di vita che lasciano un solco profondo anche se ci troviamo a migliaia di chilometri dai nostri luoghi abituali. Per questo è raccomandabile partire senza lasciarci dietro le spalle i soliti scenari sconsolanti: anziani e animali abbandonati su tutti. Se aspiriamo al progresso sociale dobbiamo affidarci prima di tutto a queste attenzioni. Solo in questo modo riusciremo ad imprimere un impronta perenne nella nostra coscienza prima ancora di quella effimera lasciata sulla battigia di una spiaggia anonima o in quelle affollate del più sfrenato consumismo. Il Direttore Responsabile O.S.News - Renzo Girelli - rgirelli@ulss22.ven.it

5 UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO CARTE DEI SERVIZI per non perdere la bussola di Daniela Fasoli È la bussola il logo che compare sulla copertina delle 34 Carte dei servizi delle unità operative della nostra Azienda che in questi giorni sono state messe a disposizione dei cittadini negli ospedali e nei distretti. 34 differenti Carte di 10 colori diversi (ogni dipartimento ne ha uno suo), tutte contrassegnate dalla stessa bussola. Una bussola per orientare nel migliore dei modi, per indicare con chiarezza i percorsi da seguire, per guidare nella complessità degli uffi ci, dei reparti e dei servizi, uno strumento di riferimento per il delicato momento, spesso carico d ansia e di preoccupazioni, che è l approccio con i servizi sanitari. Orientare i cittadini è proprio la fi nalità di questo importante strumento di comunicazione, che si può defi nire come un vero e proprio patto tra l azienda e i suoi utenti. Strumento in cui vengono dichiarate le logiche assistenziali perseguite, i servizi offerti, le modalità di accesso e gli impegni che ogni unità operativa assume nei confronti delle persone a cui si rivolge il servizio che offre. Pubblicare la Carta dei servizi risponde innanzitutto a precisi dettati normativi che risalgono al 1995 (D.P.C.M. del 19 maggio 1995 Schema generale di riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari ) e che si proponevano di avvicinare i servizi socio-sanitari, e più in generale la Pubblica Amministrazione, alle esigenze dei suoi destinatari, nel rispetto dei principi di eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, effi cacia ed effi cienza. La più recente normativa regionale in materia di autorizz a z i o n e / accreditamento (L.R. 22/200) ha riaffermato, tra i vari requisiti obbligatori, che le aziende Ulss ed Ospedaliere del Veneto devono rispettare, la necessità di dotarsi di strumenti per la comunicazione con i cittadini. Il percorso intrapreso dalla nostra Azienda non è stato però esclusivamente improntato a dare risposta a questi requisiti. Nell arco di tempo di un anno, questo è stato il tempo impiegato per dare alla luce le nuove carte, è stato avviato un percorso virtuoso che, partendo dalla revisione dei processi propri di ciascuna unità operativa, ha portato alla defi nizione dei contenuti da dichiarare nelle Carte dei servizi. Nel percorso, guidato dall Uffi cio relazioni con il Pubblico, dal Servizio Infermieristico e dall Uffi cio Miglioramento Continuo della Qualità, sono state coinvolte tutte le unità operative ospedaliere, il dipartimento di salute mentale, il servizio di assistenza domiciliare garantito dai 3 distretti e i servizi del dipartimento di prevenzione. Preziosissimo è stato il contributo apportato dai rappresentanti delle associazioni di volontariato che si sono fatti carico di valutare la leggibilità degli strumenti realizzati fornendo di volta in volta i loro suggerimenti. Sono nate così le 34 Carte, studiate per essere di facile consultazione: semplici, chiare, precise nelle informazioni riportate, specifi che per ogni unità operativa. Un iniziativa editoriale che colma i limiti della prima edizione della Carta dei servizi, risalente al 1998, che condensava in un unico volume tutte le informazioni. Esse si trovano già a disposizione degli utenti nei reparti di degenza, negli ambulatori specialistici, nei servizi ospedalieri. Sta terminando anche la consegna delle pubblicazioni presso i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di libera scelta, che a loro volta le metteranno a disposizione degli utenti. Sono consultabili, inoltre, nel link assegnato all interno del sito aziendale ( ven.it/cartadeiservizi). La costruzione delle Carte dei servizi è stata una preziosa occasione per intraprendere un percorso di miglioramento, che parte dall ascolto delle esigenze, dei bisogni e delle aspettative dei cittadini utenti dei servizi per ripensare ad una assistenza più vicina alle persone. Proprio tenendo presente questo presupposto nelle Carte sono stati scritti gli impegni che ogni unità operativa dichiara ai propri utenti, impegni che rimandano ad un sistema di monitoraggio interno che consente di tenere sotto controllo e se possibile migliorare gli standard assistenziali garantiti. Ritengo sia doveroso ringraziare i tanti operatori che, con il loro p r e z i o s o c o n t r i b u t o, hanno permesso di raggiungere questo importante risultato. 3

6 L APPROFONDIMENTO 4 di Ermanno Motta e Luisa Andreetta Può capitare a tutti di preoccuparsi per l improvvisa insorgenza di un problema di salute che riguarda direttamente noi stessi o un nostro familiare, tanto più se già affetto da una patologia cronica ed in condizioni di fragilità, oppure un bambino. La preoccupazione aumenta se il problema si presenta di notte o durante un giorno festivo e viene quindi a mancare la possibilità di interpellare direttamente il nostro medico curante o il pediatra di famiglia. Succede allora che il terminale più conosciuto per le nostre ansie e preoccupazioni sia il servizio di Guardia Medica ; ma non sempre è corretto rivolgersi ai medici di tale servizio, che hanno compiti precisi tra i quali non rientra la risoluzione di situazioni di emergenza/urgenza. Cerchiamo allora di capire meglio le caratteristiche del servizio di Guardia Medica per poterne fare un utilizzo appropriato. Il Servizio di Continuità Assistenziale (SCA) è stato istituito con la Legge 833 del1978, la riforma sanitaria che ha cancellato il precedente sistema mutualistico sostituendolo con il cosiddetto Servizio Sanitario Nazionale, uguale per tutti i cittadini. In quella circostanza nacque la fi gura del medico di famiglia, la cui attività per i propri assistiti era limitata alle ore diurne ed ai giorni feriali. Venne allora creato, per dare ai cittadini un riferimento assistenziale nelle ore notturne e festive, il servizio denominato Guardia Medica ed è questo, ancora oggi, il nome con cui viene abitualmente conosciuto. Il SCA è gestito esclusivamente da personale Medico presente in varie sedi distribuite sul territorio. Nell Azienda Ulss 22 le sedi sono nove: Bussolengo, Caprino, Isola della Scala, Malcesine, San Pietro in Cariano, Castelnuovo del Garda, Valeggio sul Mincio, Villafranca, EMERGENZA E Tutto quello che cʼè da sa per muoversi informati Sommacampagna. I Medici del SCA sono disponibili per la popolazione dalle ore alle ore 8.00 dei giorni feriali e dalle ore dei giorni prefestivi alle ore 8.00 del giorno successivo al festivo (nel Ambulanza del 118 fi ne settimana quindi dalle ore del sabato alle ore 8.00 del lunedì). Durante l arco dell anno vi è la possibilità che, in alcuni giorni feriali, rivolgendosi allo studio del proprio medico curante si trovi l ambulatorio chiuso e si venga inviati al Servizio di Continuità Assistenziale: si tratta di attivazioni straordinarie per consentire ai Medici di Medicina Generale di partecipare a corsi di aggiornamento obbligatori. Il servizio di assistenza erogato dai medici della Continuità Assistenziale è gratuito per i residenti di qualsiasi fascia di età. Il medico è contattabile attraverso un numero telefonico dedicato oppure recandosi di persona nella sede del servizio. In caso di chiamata è importante fornire al medico tutte le informazioni richieste (nome, cognome, età, indirizzo, dati storici riguardanti le propria salute, terapie in corso, motivo della chiamata). Le informazioni dettagliate aiuteranno il Medico ad offrire una assistenza appropriata. Il personale medico del Servizio di Continuità Assistenziale rappresenta, insieme ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di base, un punto di riferimento sul territorio per tutta la popolazione. I medici del Servizio infatti integrano la propria attività con quella svolta dal proprio medico curante durante la giornata al fi ne di garantire ai pazienti una continuità nelle cure. I medici del SCA esercitano la propria attività per tutta la popolazione di riferimento ma sono particolarmente attenti alle situazioni che rivestono carattere di fragilità come gli utenti in assistenza domiciliare o persone affette da patologia inguaribile assistiti a domicilio. Inoltre i Medici del Servizio garantiscono la continuità dell assistenza in luoghi di cura protetti quali Case di Riposo, RSA, Ospedali di Comunità, Hospice, ecc. Il medico del SCA deve essere chiamato solamente nel caso in cui si presenti un problema di salute la cui risoluzione non può essere rimandata al giorno successivo contattando il proprio medico curante. Compito del medico di Continuità Assistenziale è di ascoltare e valutare i problemi descritti dagli utenti e fornire una soluzione appropriata e corretta. Concretamente questo signifi ca che il medico interpellato, assumendosi la responsabilità professionale della scelta attuata, può dare una risposta al bisogno espresso attraverso: - un semplice consiglio telefonico; - l esecuzione di una visita domiciliare; - l esecuzione di una visita ambulatoriale qualora il paziente si presenti nella sede di servizio ed il medico ritenga opportuno tale atto; - l attivazione del Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale (118) se il problema esposto viene valutato come emergenza/urgenza. In ogni situazione ritenuta non risolvibile a domicilio il medico di Continuità Assistenziale

7 L APPROFONDIMENTO TERRITORIO pere può naturalmente proporre un ricovero ospedaliero. Durante la propria attività inoltre il medico può prescrivere farmaci, indicati per terapie d urgenza o necessari per la prosecuzione della terapia in atto, nella quantità massima necessaria a coprire un ciclo di terapia di tre giorni. I medici inoltre possono rilasciare certifi cati di malattia per i lavoratori, se necessario, per un periodo massimo di tre giorni. Ci sono circostanze nelle quali i cittadini si rivolgono al SCA per richieste non adeguate alla natura ed allo scopo di tale servizio. Poiché le richieste improprie rischiano di spostare il medico dalla propria sede di servizio anche per lunghi periodi, sottraendo tempo e risorse per la soluzione di reali problemi, si elencano di seguito alcune circostanze nelle quali risulta inappropriato rivolgersi al SCA: - Per avere informazioni sanitarie che non abbiano necessità di immediata risposta: rivolgersi in tal caso al proprio medico di famiglia o al pediatra di libera scelta il giorno successivo. - Per la ripetizione di ricette ordinarie, a meno che non ci si trovi improvvisamente senza un farmaco la cui assunzione non può essere interrotta: si ricordi però che questa è una modalità straordinaria e che il medico del SCA può prescrivere solo un quantitativo minimo di farmaci, necessari a coprire al massimo la terapia per tre giorni. Normalmente ci si deve rivolgere al proprio medico o pediatra di famiglia. - In caso di traumi, ustioni o ferite: rivolgersi al Pronto Soccorso del più vicino Ospedale. - Per richieste di intervento immediato a domicilio o in luoghi pubblici in caso di emergenze (perdita di coscienza, sanguinamenti importanti, etc.): in questi casi rivolgersi direttamente al Per la richiesta di certifi cati di varia natura: il medico del SCA può rilasciare esclusivamente le certifi cazioni di malattia per i lavoratori per un massimo di tre giorni. per vederci più chiaro LA CONTINUITA ASSISTENZIALE (EX GUARDIA MEDICA) E un servizio del Distretto socio-sanitario che si inserisce nel sistema delle cosiddette Cure Primarie. Ha il fi ne di garantire la continuità dell assistenza sanitaria di base (normalmente fornita dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta) nelle ore notturne e nei giorni prefestivi e festivi. E indirizzato a tutta la popolazione, in ogni fascia di età. Il medico di continuità assistenziale assicura quindi solo le prestazioni sanitarie non differibili (cioè situazioni di malattia che non possono essere rinviate il giorno successivo al proprio medico curante) ai cittadini residenti nell ambito territoriale afferente alla sede di servizio. Il medico viene contattato telefonicamente e, in relazione al quadro clinico prospettato dall utente o da un familiare, effettua tutti gli interventi ritenuti appropriati (dalle semplici indicazioni telefoniche alla visita domiciliare, dal coinvolgimento del Servizio di Emergenza Territoriale alla disposizione di ricovero). Può essere prevista, sulla base di accordi sottoscritti nelle singole Aziende, l effettuazione anche di visite ambulatoriali, in fasce orarie concordate, per pazienti che si rechino direttamente alla sede del servizio e sempre per le sole prestazioni non differibili. L EMERGENZA SANITARIA TERRITORIALE E un servizio dell Azienda Ulss realizzato in osservanza della programmazione regionale. L attività del servizio si esplica nell arco delle 24 ore esclusivamente per interventi di primo soccorso esterni al presidio ospedaliero, per attività di coordinamento operativo e di risposta sanitaria nella Centrale Operativa 118, per interventi di soccorso in caso di maxi-emergenze o disastro e può eventualmente integrare le attività dei Dipartimenti Emergenza Assistenza/ Pronto Soccorso (es. trasporto indifferibile in ambulanza di paziente critico) e/o collaborare con tali strutture sulla base di accordi locali. Il medico di Emergenza Sanitaria Territoriale svolge quindi solitamente interventi di assistenza e di soccorso avanzato esterni con mezzo attrezzato (ambulanza, auto medica) e può essere chiamato, in caso di necessità, a svolgere anche le altre attività sopra descritte. IL PRONTO SOCCORSO E una Unità Operativa del Presidio Ospedaliero che svolge funzioni di primo soccorso e di accettazione dei pazienti all interno dell Ospedale. E dedicata ai casi di emergenza e con spazi dedicati alla breve osservazione. Qui vengono prestate le prime cure in tutti i casi di urgenza ed emergenza (traumi, infarti, ecc.) a persone che afferiscono al presidio ospedaliero. L accesso non avviene sulla base dell ordine di arrivo dei pazienti ma sulla gravità delle loro condizioni, attraverso il cosiddetto triage, sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni, od altri accadimenti acuti, secondo classi di urgenza/ emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate o del loro quadro clinico. Il grado di urgenza di ogni paziente è rappresentato da un codice colore assegnato all arrivo: Codice Bianco (nessuna urgenza): indica un soggetto che non necessita del pronto soccorso e può rivolgersi al proprio medico curante. Codice Verde (urgenza minore): il soggetto riporta delle lesioni che non interessano le funzioni vitali ma vanno curate. Codice Giallo (urgenza): indica una compromissione parziale delle funzioni dell apparato circolatorio o respiratorio senza un immediato pericolo di vita. Codice Rosso (emergenza): indica un soggetto con almeno una delle funzioni vitali (coscienza, respirazione, battito cardiaco, stato di shock) compromessa ed in pericolo di vita. 5

8 UROLOGIA di Giuseppe Pecoraro PREVENIRE IN ANDROLOGIA ovvero la corretta conoscenza di rischi e malattie 6 Si è svolto il 26 maggio a Isola della Scala un convegno organizzato dal dr. Giuseppe Pecoraro, direttore dell U.O. di urologia dell Ulss 22, che ha avuto come tema La prevenzione in Andrologia. L incontro accreditato dal Ministero della Salute e quindi valido ai fi ni degli ECM è stato seguito da numerosi medici di famiglia, ai quali era rivolto, suscitando anche vivo interesse per gli argomenti trattati. Il perché di questo convegno sta nel fatto che esistono tre tipi di prevenzione: primaria quando si fa in modo di evitare una malattia, secondaria quando si cerca di prevenire le conseguenze di una malattia e terziaria quando si cerca di evitare la progressione di una malattia. In andrologia si possono attuare tutte e tre i tipi di prevenzione; e lo si può fare a bassissimo costo e cominciando dall età pediatrica per continuare con l età della pubertà ritenuta, oggi, la fase più critica. Infatti, sovente, le informazioni sulla sessualità che ricevono i ragazzi provengono dalla cinematografi a o da riviste erotiche che nulla hanno a che vedere con una buona educazione sessuale. In ogni caso si fa poca prevenzione! Sono, infatti, stati evidenziati alcuni aspetti: 1. aumento delle malattie sessualmente trasmesse e come sappiamo alcune di queste con gravi implicazioni socio-sanitarie quali Aids, Epatite, Condilomatosi, sifi lide. Basterebbe usare il preservativo nei rapporti occasionali per evitare (prevenzione primaria) queste malattie. Però una indagine fatta tra le prostitute ha evidenziato che è spesso il cliente a non voler usare il preservativo; 2. aumento dei casi di sterilità maschile. Si è detto infatti che dalla seconda metà degli anni 80 nei paesi occidentali siamo testimoni della simultanea manifestazione di alcuni fenomeni: la riduzione della natalità (circa il 12%), l incremento della domanda della fecondazione assistita, il deterioramento della qualità seminale, soprattutto della capacità cinetica e della morfologia degli spermatozoi, l aumento di malattie genitali maschili quali il criptorchidismo. La causa è dovuta in parte a fattori ambientali e in particolare all eccesso di esposizione agli estrogeni che ha dato luogo a una nuova sindrome della disgenesia testicolare. Così l aver Il primario Giuseppe Pecoraro alterato dei normali processi come per esempio la crescita dei vitelli con l uso di estrogeni si sta ripercuotendo sulla fertilità di molti maschi. Quindi bandire l uso di queste sostanze (e non solo di queste) è indispensabile per preservare la capacità fecondante dei maschi; 3. sono in aumento i casi di impotenza anche tra i giovani. L uso di sostanze dopanti non solo tra gli atleti professionisti ma soprattutto tra i non professionisti come dimostrano i dati in aumento di consumo nelle varie palestre. Lo stesso dicasi per le varie droghe, fumo ed alcol compresi. L abuso di queste sostanze provoca alla lunga problemi di sterilità, di impotenza, ma anche danno su altri organi come cervello, fegato, reni, prostata, testicoli. Un recente studio ha dimostrato come nelle discoteche all aumentare del consumo di ecstasy seguiva successivamente il consumo di farmaci come il viagra; questo perché le droghe alla lunga producono impotenza. Il consumo di sostanze anabolizzanti in molte palestre è aumentato anche tra i cinquantenni e sessantenni che vogliono a tutti i costi rendere il loro aspetto fi sico come quello di un giovane. Ma anche in questo caso si pagherà un prezzo alto in termini di salute: per esempio maggior rischio di tumore della prostasta. E stato sottolineato inoltre come ancora più deleteri sono gli effetti degli anabolizzanti sulla donna: aumento della peluria, dell acne, del clitoride, alterazioni mestruali fi no a sterilità, caduta dei capelli fi no a disturbi dell identità sessuale; 4. il tumore del testicolo che in genere colpisce i soggetti giovani può essere diagnosticato con la semplice autopalpazione ma quasi nessuna lo sa o lo fa. Ancora oggi malattie come varicocele, testicoli ritenuti o mobili e fi mosi sono diagnosticate con ritardo perché dopo il fi ltro dell età pediatrica non esistono più altre possibilità di visite preventive come lo erano le visite scolastiche o la stessa visita di leva. Si deduce che per prevenire molte delle patologie citate basta veramente poco, bisogna informare di più e meglio, bisogna entrare nelle scuole e parlare di tutto ciò con le scolaresche, bisogna anche, come abbiamo fatto, dialogare di più su questi temi tra medici di medicina generale e specialisti.

9 AMBULATORIO PROFILASSI VIAGGIATORI INTERNAZIONALI INSETTI E RETTILI: attenzione a morsi e punture Consigli e comportamenti da adottare. Spesso il colloquio che precede l esecuzione delle vaccinazioni concordate in previsione di un viaggio ai tropici evidenzia risvolti interessanti dell apprendista viaggiatore. Che talvolta affronta, per esempio, un lungo viaggio spinto dal desiderio di rivivere le suggestive emozioni suscitate da letture adolescenziali, Emilio Salgari su tutti, fra serpenti velenosi e pantere. Chi conosce i sentieri della nostra Lessinia sa che senza andare molto lontano in alcuni tratti ci si può quasi sentire nel Borneo ed i folti boschi che si attraversano sono decisamente affascinanti. Ed è possibile incontrare qualcuno degli abitanti delle giungle nostrane in grado di darci qualche problema. Stiamo parlando di ragni e serpenti. In Italia non esistono ragni e scorpioni dal veleno mortale ma il loro morso, insieme alla puntura delle api, in qualche caso oltre ad essere doloroso può dare dei seri problemi. Escludendo l eventualità dello shock anafi lattico che richiederebbe una trattazione a parte, il morso di ragno in certi casi può provocare un grave quadro clinico che richiede addirittura il trattamento in regime ospedaliero. Anche il piccolo scorpione che dimora nelle cantine delle vecchie case e tra le pietre dei muretti, che talvolta costeggiano i sentieri, ha un morso molto doloroso pur non essendo mortale. Nel mondo esistono oltre 600 specie diverse di scorpioni e di questi circa 50 possono provocare gravi reazioni sino alla morte. Queste si trovano soprattutto nel centro e nel sud America, Africa, India, Messico ed Israele. Come sempre la prevenzione costituita da impiego di repellenti, uso di scarpe adatte ed eventualmente guanti evita dolorose morsicature e rischi più gravi. Api vespe e calabroni iniettano nella pelle un veleno secreto da due ghiandole, una acida e l altra alcalina. Viene accumulato nella vescichetta velenifera e all atto in cui l insetto punge viene iniettato nella ferita prodotta dal pungiglione. Il pungiglione accompagnato dalla sua vescichetta continua ad iniettare veleno per diversi minuti dopo la puntura. I movimenti peristaltici del pungiglione durano addirittura ore se non viene eliminato prima. In caso di puntura di vespa, ape od altri insetti è importante innanzitutto rimuovere il pungiglione (nel caso dell ape) con una pinzetta. Attenzione a non schiacciare i tessuti per estrarre il pungiglione perché in questo modo non si farebbe altro che spremere la vescichetta aumentando la quantità di veleno in circolo. Applicare localmente ghiaccio o ammoniaca, in commercio sono disponibili appositi stick pronti. Utile la terapia sintomatica a base di antistaminici e antiallergici. Per le persone allergiche e particolarmente esposte è possibile praticare l immunoterapia specifi ca con sottocutanee profonde, iniziando con bassi dosaggi e aumentando settimanalmente. L immunità specifi ca si ha nel 95% dei casi. Anche le zecche costituiscono un pericolo, alcune di esse possono provocare gravi malattie e la loro puntura è insidiosa perché non provoca dolore. Se nel Veneto non dobbiamo temere granchè dai nostri ragnetti il discorso cambia se appena ci spostiamo verso il centro Sud. In quelle zone gli scorpioni sono decisamente più grossi ed il loro morso è di conseguenza più pericoloso. La famosa Tarantola che secondo le dicerie provoca crisi epilettiche e di pazzia non è certo diffi cile da trovare sui monti d Abruzzo e sulla Sila. E l unico rimedio a queste crisi sarebbe una danza purifi catrice, la tarantella. Il discorso si fa ancora più interessante se parliamo di serpenti. I serpenti italiani ed europei non sono velenosi tranne la vipera. La riduzione del numero degli uccelli predatori dovuta a svariate cause tra cui caccia ed inquinamento ha portato in questi ultimi anni ad un aumento della diffusione di questi serpenti che prediligono le zone boschive, i muretti assolati e la vicinanza dell acqua. In Italia esistono quattro specie di vipera tra cui la vipera Aspis è sicuramente la più diffusa e responsabile di casi di morsicatura e avvelenamento. L incidenza annuale in Europa è di morsicature con 50 morti per anno (esclusi i paesi dell ex Unione Sovietica e quelli dell Est). Ben diversa dagli innocui di Gabriele La Rosa serpentelli che tutti conosciamo, la vipera si distingue soprattutto per la testa larga e quasi triangolare e per il corpo di colore grigiomarrone, tozzo e cilindrico con un breve codino. Le pupille non sono tonde ma a fessura e sono presenti 2 denti veleniferi. Quando si sono notati questi due ultimi particolari è probabilmente troppo tardi. Pur non essendo aggressiva, se disturbata o spaventata la vipera assume un caratteristico atteggiamento di difesa, alzandosi, gonfi andosi e attorcigliandosi su se stessa. In primavera, al risveglio dal letargo le ghiandole velenifere sono più cariche di veleno e le conseguenze del morso più gravi, anche se è interessante segnalare che in almeno il 30% dei casi la vipera morde senza iniettare il veleno. Il veleno produce esteso edema ed eritema accompagnato da intenso dolore locale. Contiene molte sostanze tossiche con diversi meccanismi d azione: neurotossica, citotossica e necrotizzante. Compaiono intenso stato d ansia e sintomi a carico dell apparato gastro-intestinale, come pure ipotensione e tachicardia. Si possono avere complicazioni dal punto di vista ematologico, renale e respiratorio. La presenza dei due forellini provocati dai denti veleniferi toglie al malcapitato il dubbio che si sia trattato di una semplice biscia. Cosa fare? Non si deve assolutamente incidere la cute nella sede del morso o applicare un laccio emostatico o effettuare una suzione del veleno. Questi sono aspetti empirici del trattamento spesso causa di complicanze. Considerato che il siero antiofi dico non correttamente conservato si deteriora rapidamente e che il rischio di anafi lassi è sempre presente, non va inoculato al di fuori dell ambiente ospedaliero. Viene sconsigliata l assunzione di alcolici in quanto l azione vasodilatatrice favorisce l assorbimento del veleno. Si deve soltanto immobilizzare la zona sede del morso per rallentare la diffusione del veleno ricorrendo ad un modesto bendaggio compressivo. Il paziente deve essere tranquillizzato e trasportato rapidamente in ospedale. Riassumendo, la vipera è l unico incontro davvero pericoloso che si può fare in montagna. È comunque raro che questo rettile attacchi l uomo ed è ancora più raro che questo attacco abbia conseguenze fatali. Alcune norme basate sul comune buon senso come indossare calzature adatte, evitare di appoggiarsi ai sassi durante il cammino, non sostare nei pressi delle pietraie e tanto meno infi lare le mani in anfratti dove le vipere potrebbero aver stabilito la loro tana. Non lasciare zaini e borse aperte e camminando è utile battere il terreno con il bastone. 7

10 EMERGENZA di Giuseppe Sipala e Anna Gaudio QUANDO LO LASCIA SEN 8 CHE COS È LO SHOCK ANAFILATTICO Lo shock anafi lattico è una rapida sequenza di eventi, per lo più scatenata dal contatto di anticorpi IgE con un allergene, che si sviluppa improvvisamente e che può mettere in pericolo la vita del paziente. La pressione si abbassa, il respiro si fa diffi coltoso in quanto il polmone è preda di un attacco asmatico grave e la pelle può presentare orticaria o angioedema. Se l infi ammazione si estende al laringe e alle corde vocali (glottide), incombe il rischio di una ostruzione totale del passaggio del respiro che può portare ad asfi ssia e morte per soffocamento. In alcuni casi i meccanismi non sono ancora ben defi niti e si parla di reazioni anafi lattoidi o di anafi lassi idiopatica. DA COSA È SCATENATO? È scatenato da una massiva liberazione di istamina e di altri mediatori dell infi ammazione allergica da parte di cellule presenti in vari organi (mastociti) e nel sangue (basofi li). L istamina e gli altri mediatori determinano una reazione infi ammatoria e vasomotoria generalizzata a tutto l organismo; in genere la liberazione è scatenata dal contatto tra un allergene e gli anticorpi IgE presenti sulla superfi cie dei mastociti e dei basofi li. Vi sono inoltre reazioni chiamate anafi lattoidi in cui l istamina e gli altri mediatori vengono rilasciati dai mastociti e dai basofi li con meccanismi indipendenti da quello delle IgE: un esempio è lo shock anafi lattico che può essere scatenato dalla iniezione di mezzo di contrasto iodato. Come si manifesta? Inizia con formicolio e senso di calore al capo e alle estremità; compaiono poi in sequenza orticaria-angioedema, rinite, diffi coltà respiratoria, prurito alla lingua e al palato, alterazioni della voce, edema della glottide, asma, vomito,diarrea, ipotensione, tachicardia e aritmia. Quali sono le cause più frequenti? Tra le cause più frequenti si annoverano la puntura di imenotteri (api, vespe, calabroni), l ingestione di alcuni alimenti (latte, uova, pesce, crostacei, arachidi, noce americana, sesamo, legumi etc..) e la somministrazione di farmaci (penicillina, altri antibiotici, vit B, Insulina, Miorilassanti, Vaccini mezzi di contrasto iodati,). In alcuni soggetti allergici ad un alimento i sintomi si manifestano soltanto se si esercita uno sforzo fi sico successivamente all assunzione di un determinato alimento [anafi lassi da esercizio fi sico (corsa, partita di pallone, discoteca, ecc.) QUALE È LA TERAPIA? Il trattamento precoce è molto importante; l anafi lassi acuta è troppo spesso sottovalutata o non trattata in modo appropriato. L adrenalina rappresenta il farmaco salvavita e deve avere un ruolo centrale nel trattamento acuto dell anafi lassi; quando è indicata, può essere somministrata anche a bambini a qualsiasi età per via intramuscolare (da 0,2 ml a 0,5 ml a seconda del peso del bambino, iniettati nella coscia). Sono disponibili Kit con fi ale preconfezionate con adrenalina predosata e resa resistente al calore (simili a quelle in uso dai diabetici per l autosomministrazione di insulina). I genitori dei bambini a rischio di shock anafi lattico devono tenere sempre con sé una di queste fi ale e non esitare ad utilizzarla se compaiono sintomi minacciosi. Nei casi a rischio (gravi allergie alimentari o punture di insetto) i genitori devono essere accuratamente istruiti all uso di Adrenalina con apposito autoiniettore (questi preparati sono stabili per 18 mesi a temperatura ambiente) da praticare al primo segno di reazione allergica, senza aspettare sintomi gravi. La siringa va premuta sulla faccia esterna della coscia e dopo il caratteristico click di apertura va tenuta in sede per almeno 10 secondi per permettere la somministrazione del farmaco. La somministrazione può avvenire anche attraverso gli indumenti. Pur essendo l uso di queste siringhe molto facile, è necessario farsi spiegare dettagliatamente dal medico le modalità d impiego. Se l emergenza non si risolve e fondamentale ricorrere alle cure di un ps in cui possa essere assicurato un accesso venoso, e manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare con eventuale ventilazione meccanica ed uso di farmaci appropriati I farmaci in uso sono: L Adrenalima, La Noradrenalina, i Glucocorticoidi, Succedanei del plasma (per combattere l ipovolemia e antistaminici. PUNTURE...PERICOLOSE! Alcuni insetti, sempre più aggressivi, possono essere anche pericolosi per l uomo. Forse il cambiamento del clima o la maggiore circolazione di persone e merci da ogni parte del mondo fanno scoprire ogni estate qualche nuovo e misterioso insetto killer. Zanzare geneticamente modifi cate, pappataci, vespe, ragni e formiche che oltre ad essere fastidiosi e talvolta fare paura, spesso possono essere pericolosi e addirittura mortali per l uomo per il rischio di insorgenza di Shock Anafilattico. Le zanzare L incanto delle prime serate all aperto o la pace di una tranquilla passeggiata nei prati, ogni estate vengono disturbate da PUNTURE DI INSETTI (Api, Vespe, Calabroni, ecc.) SINTOMI INIZIALI Prurito Eritema Orticaria PRIMO INTERVENTO Applicare ghiaccio Pomate antibiotiche e/o cortisoniche Cortisonici (se il soggetto riferisce precedenti reazioni allergiche)

11 EMERGENZA SHOCK CI ZA FIATO Formiche mosche, vespe e soprattutto zanzare. E nel caso specifi co di questi ultimi f a s t i d i o s i Zanzara Tigre e ronzanti insetti, sorge spontanea in ciascuno di noi la domanda: ma a che servono di preciso, oltre a renderci la vita più diffi cile? Ogni volta che torna il caldo, questi molesti piccoli insetti tornano numerosi a competere con l uomo non solo negli habitat a loro più congeniali (spazi verdi o rive degli stagni, ad esempio), ma anche nelle asettiche abitazioni umane. Le più pericolose sono le zanzare tigre, originarie del sud-est asiatico sono giunte in Italia clandestinamente a bordo di navi ed aerei insieme alle merci ed hanno invaso soprattutto le regioni del centro-sud e purtroppo sono presenti anche nelle ore diurne. I calabroni S o t t o t e t t i, s o t t o g r o n d a i e, cassonetti delle tapparelle, tronchi secchi e/o cavi sono le dimore preferite da questi insetti (della famiglia degli imenotteri), i più grandi tra quelli presenti in Italia. Si nutrono di frutta (preferiscono quella succosa come le pesche, le albicocche, le prugne) e costruiscono i loro nidi masticando il legno marcio fi no a ricavarne un materiale simile alla carta. La puntura del calabrone è molto dolorosa e può provocare uno shock anafilattico molto grave e talvolta anche mortale. Il pungiglione, lungo 3-4 millimetri, è in grado di iniettare dosi molto elevate di veleno e, non essendo seghettato come quelle delle cugine api può di conseguenza infi ggere più punture e quindi aumentare la dose di veleno iniettata. Nel caso di puntura, sono molto dannose le manifestazioni di panico incontrollato e le corse al Pronto Soccorso se inutili: si deve mantenere la calma e valutare la situazione. I sintomi dello shock anafilattico sono evidenti: labbra gonfi e, diffi coltà di respirazione, sudorazione; in caso di insorgenza di questi sintomi si deve ricorrere subito alle cure del medico. Meglio poi evitare i rimedi della nonna (ad esempio l ammoniaca) ed applicare invece ghiaccio localmente. Sono facilmente riconoscibili dall addome a bande gialle e nere e glabro ; aumentano di numero nei centri abitati grazie alla sempre maggiore presenza di cibo (immondizia, rifi uti organici). La vespa La loro puntura può essere molto pericolosa se il veleno raggiunge un vaso sanguigno, o se viene punta la bocca, il naso o il collo. Le api Sono note per la produzione di miele e vengono considerate insetti utili e quindi protette; il loro pungiglione è seghettato ed in caso di puntura rimane confi ccato (e deve pertanto essere rimosso) causando la morte dell ape stessa. Processionaria Scorpione Ragno Mosche PREVENZIONE INNANZI TUTTO Per evitare di essere aggrediti da zanzare e altri insetti indesiderati, la disinfestazione è l intervento fondamentale, ma tale intervento non dipende da noi, ma viene effettuato dalle pubbliche amministrazioni, anche se oramai ci sono ditte che praticano il trattamento nei parchi e nel verde privato anche a prezzo accessibile. Possono tuttavia risultare utili alcuni accorgimenti da applicare personalmente: Sottovasi - Sono gli oggetti più amati dalla zanzara tigre e sono l ambiente più adatto per l riproduzione di questo insetto. Evitare di usarli o evitare il ristagno dell acqua, cambiandola spesso; un altra soluzione è quella di mettere nell acqua dei sottovasi del solfato di rame o più semplicemente un pezzetto di rame. Evitare l abbandono e l accumulo all aperto di materiale che possa trattenere l acqua piovana (copertoni, barattoli, bottiglie, teli di plastica. Fare regolarmente la manutenzione di vasche e fontane ornamentali. Introdurre nelle vasche dei pesci rossi, divoratori di larve di zanzare. Soluzioni chimiche: pastiglie effervescenti a base di Bacillus Thurigensis, insetticida biologico ed innocuo per uomo ed animali. 9

12 CENTRO SCREENING ONCOLOGICO L Azienda garantisce un servizio di qualità a tutti i livelli. TUTTI I PE UNA CAMPAGNA 10 Gli screening oncologici costituiscono interventi di sanità pubblica complessi ed impegnativi (si parla infatti di Programma di Screening) volti a raggiungere l Obiettivo Salute : esso è composto da un test di screening che suddivide i soggetti in positivi e negativi e da una serie di esami successivi di approfondimento diagnostico rivolti solo a coloro che sono risultati positivi. Un test di screening non è per defi nizione un test diagnostico, cioè non permette da solo di fare una diagnosi conclusiva, ma deve consentire con una certa facilità ed a basso costo, di distinguere le persone negative da quelle sospette che necessitano di ulteriori accertamenti diagnostici. Come raccomandato dall Unione Europea, quando si intraprende un Programma di Screening, esso deve essere offerto solo se adeguatamente organizzato e con controlli di qualità a tutti i livelli e fornendo una buona informazione riguardo i benefici ed i rischi. L esperienza ha infatti dimostrato che lo screening opportunistico non è accettabile in quanto meno effi cace, più dispendioso e con possibili controeffetti negativi. I benefi ci di un programma di screening si ottengono quando la copertura, cioè il numero delle persone che accettano di eseguire l esame, è elevata e l alta qualità è possibile solo se il personale, a tutti i livelli, è adeguatamente formato ed addestrato per il proprio compito. In base a quanto defi nito del Comitato Europeo per la Prevenzione del cancro, lo screening deve essere multidisciplinare e prima di iniziare il programma, deve essere assicurata la qualità in ognuna delle sue fasi (invito, diagnosi, valutazione delle lesioni sospette, trattamento e follow up), vanno defi niti gli indicatori di misurazione della qualità del processo ed il personale coinvolto va sottoposto a formazione continua per tutta la durata del programma. Nel 1996 sono state pubblicate le Linee Guida della Commissione Oncologica Nazionale sugli Screening Oncologici e i Piani Sanitari Nazionali successivi hanno dato indicazioni per la realizzazione da parte delle Regioni e delle Aziende Sanitarie di programmi organizzati. Gli screening citologico, mammografi co e colorettale sono compresi fra i Livelli Essenziali di Assistenza. La Regione Veneto nel 1996 ha emanato le Linee Guida Regionali sugli Screening Oncologici e deliberato l attivazione degli screening a livello delle Aziende ULSS. Nel 1997 ha approvato e fi nanziato i primi programmi. Attualmente lo screening citologico è attivo in tutte le ULSS del Veneto quello mammografi co in 19 su 21, e dal 2002 è iniziata la diffusione degli screening dei tumori colorettali, ora presenti in 18 ULSS. Nello screening citologico le donne fra i 25 e i 64 anni vengono invitate ad eseguire Pap test triennale. La popolazione target del Veneto ammonta a donne. Lo screening mammografi co è rivolto alle donne fra i 50 e i 69 anni, nel Veneto circa , invitate ad eseguire una mammografi a con frequenza biennale. Lo screening colorettale è rivolto a uomini e donne fra i 50 e i 69 anni, nel Veneto circa , invitati ad eseguire un test del sangue occulto fecale ogni due anni. In sei programmi italiani, fra cui due veneti, lo screening colorettale utilizza come test di screening la rettosigmoidoscopia offerta ai sessantenni. CARATTERISTICHE GENERALI Poiché gli screening vengono proposti attivamente ad una popolazione sana o presunta tale, deve essere posta un attenzione ancora maggiore che per altri interventi sanitari alla loro qualità, e in particolare è necessario: garantire un percorso diagnostico-terapeutico basato sulle prove di effi cacia, con esposizione minima degli utenti a disagi e a rischi; adottare protocolli, procedure e regole stabilite, curando la formazione del personale; controllare la qualità delle varie fasi del processo con il monitoraggio, la valutazione ed il mantenimento a livelli ottimali di tutte le caratteristiche di prestazione che possono essere defi nite, misurate e controllate; assicurare la qualità dell informazione e la trasparenza necessarie nel rapporto tra struttura e utente, e verifi care la qualità percepita. Ciascuna Azienda ULSS è responsabile della gestione dell intervento sul territorio. ATTIVAZIONE SCREENING AZIENDA ULSS 22 La nostra Azienda Sanitaria facendo sue tutte le indicazioni fatte dalla Comunità Europea e dalla Regione Veneto con delibera n 2145 del 19/10/1998 ha attivato lo screening citologico (Pap-Test): per poter dare la possibilità a tutte le donne di aderire all iniziativa sono stati aperti 14 ambulatori ostetrici per l esecuzione del Pap-Test così organizzati: Se siete nella fascia d età anni e non si è ricevuto l invito o se si vuole cambiare l appuntamento prima di recarsi presso gli ambulatori sopraelencati contattare il numero 045/ dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 14,30. Dal 1999 ad oggi sono stati eseguiti: pap-test 5677 approfondimenti diagnostici di 2 livello (colposcopie) 310 interventi LO SCREENING MAMMOGRAFICO Per poter raggiungere tutti i comuni in modo tale di dare la possibilità a tutte le Interno unità mobile mammografi a

13 CENTRO SCREENING ONCOLOGICO RCHÈ DI DI SCREENING di Angioletta Ganassini BUSSOLENGO Beltrame Geraldina Facci Gloriana CAPRINO Beltrame Geraldina LUGAGNANO Facci Gloriana PESCANTINA Torri Tiziana SOMMACAMPAGNA Gelmetti Maddalena NEGRAR Torri Tiziana DOMEGLIARA Comparsi Tiziana MALCESINE Baldi M. Patrizia BARDOLINO Baldi M. Patrizia PESCHIERA Gios Lucia SAN PIETRO INCARIANO Torri Tiziana VILLAFRANCA Gios Lucia Bissoli Rosa VALEGGIO Bissoli Rosa Baldi M. Patrizia ISOLA DELLA SCALA Gelmetti Maddalena Camparsi Tiziana MARTEDÌ MERCOLEDÌ VENERDÌ Dalle ore 9,00 alle ore 13,00 Dalle ore 14,30 alle ore 17,30 Dalle ore 9,00 alle ore 13,00 MERCOLEDÌ Dalle ore 10,30 alle ore 13,30 LUNEDÌ Dalle ore 9,30 alle ore 12,30 VENERDÌ Dalle ore 9,00 alle ore 13,30 VENERDÌ Dalle ore 8,00 alle ore 13,30 GIOVEDÌ Dalle ore 9,00 alle ore 15,00 MERCOLEDÌ Dalle ore 8,30 alle ore 13,00 MARTEDÌ Dalle ore 9,00 alle ore 12,00 VENERDÌ Dalle ore 8,30 alle ore 12,30 LUNEDÌ Dalle ore 8,30 alle ore 13,00 MARTEDÌ Dalle ore 8,30 alle ore 11,30 MARTEDÌ LUNEDÌ GIOVEDÌ LUNEDÌ GIOVEDÌ MARTEDÌ GIOVEDÌ Il camper a Villafranca Dalle ore 9,30 alle ore 14,30 Dalle ore 9,00 alle ore 12,30 Dalle ore 8,30 alle ore 13,30 Dalle ore 14,00 alle ore 17,00 Dalle ore 8,30 alle ore 12,30 Dalle ore 9,00 alle ore 13,00 Dalle ore 9,30 alle ore 12,30 donne che non hanno possibilità di spostarsi o lavorano, con un grosso sforzo sia economico che organizzativo, ci si è dotati di una unità mobile mammografi ca dotata di apparecchiature all avanguardia (da settembre/ottobre tutte le apparecchiature saranno digitali) aperta dalle ore 8,30 alle ore 17,30 sabato compreso. Sono stati coinvolti anche tutti i comuni che hanno messo a disposizione strutture idonee per il posizionamento dell unità mobile. La popolazione 50/69 anni che viene chiamata con lettera d invito ogni 2 anni ammonta a persone. Per qualsiasi informazione chiamare al numero 045/ dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 14,00. Dal 2002 ad oggi sono state eseguite - Mammografi e approfondimenti diagnostici di 2 livello (esame fonologico) Interventi chirurgici 287 LO SCREENING DEL COLON-RETTO Anche per questo screening come per gli altri, per poter dare a tutti la possibilità di aderire, si è chiesta la collaborazione di tutte le farmacie per la consegna delle provette e ai comuni la disponibilità di stanze/ambulatori per il ritiro delle stesse. La popolazione uomini e donne 50/69 anni che viene chiamata con lettera d invito ogni 2 anni ammonta a persone. Dal 2002 ad oggi sono state eseguite - sangue occulto approfondimenti diagnostici di 2 livello (colonscopie) polipi ad alto rischio polipi maligni81 Per qualsiasi informazione chiamare al numero 045/ dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle ore 14,00. Tutto il personale sanitario e non che opera all interno degli screening è stato debitamente preparato, sia a livello regionale che aziendale, per lo svolgimento del compito. Non esiste uno screening effi - ciente e effi cace senza la partecipazione di tutti i medici di famiglia e la messa in rete di tutti quei servizi e reparti che con percorsi facilitati si prendono in carico la persona risultata positiva al primo esame di screening e la accompagnano fi no alla diagnosi defi nitiva. La nostra Azienda Sanitaria con un grosso sforzo organizzativo ha attenuto tutto questo ed è qui doveroso un sentito ringraziamento a quanti, a qualsiasi livello e momento del percorso di screening, intervengono con la loro dedizione e la loro professionalità. Un ringraziamento particolare, inoltre, a tutti i farmacisti e i sindaci del nostro territorio che hanno messo a disposizione strutture, personale e competenza. 11

14 12 SERVIZI SOCIALI di Elmer Soffi ati APERTO UN MEGACANTIERE AL SERVIZIO DEI CITTADINI CON L APPROVAZIONE DEL PIANO DI ZONA DEI SERVIZI SOCIALI 2007/2009 SI ENTRA, DI FATTO, IN UNA NUOVA ERA. Umberto Chiancarini Presidente conferenza dei sindaci 4 giugno 2007, obiettivo raggiunto: la Conferenza dei Sindaci dell Ulss 22 approva il Piano di Zona. Il Piano di Zona (legge 328/2000(art. 19) è lo strumento strategico per il governo delle politiche sociali negli ambiti territoriali, defi - niti dalle Regioni con i Comuni e che in Veneto coincidono con le Aziende Ulss. Analogamente al piano regolatore in ambito urbanistico, il Pdz è lo strumento attraverso il quale i Comuni associati disegnano il Sistema integrato locale dei servizi e degli interventi, con il concorso di tutti i soggetti che a diverso titolo operano su quel territorio. In parole più semplici tutti i soggetti interessati (Ulss, Comuni, Associazioni, Cooperative sociali e Volontari) ragionano assieme per defi nire e attivare i migliori servizi a favore di Minori Famiglia, Giovani, Anziani, Disabilità, Dipendenze, Salute Mentale e Marginalità. La strutturazione del piano prevede: a) una mappatura della rete dei servizi esistenti, che costituisce il sistema dei servizi alla persona e alla comunità attivo sul territorio dei 37 comuni dell ULSS 22; b) l analisi dei bisogni della popolazione suddivisa nelle 7 aree sopra richiamate; c) l individuazione di un ordine di priorità nei bisogni evidenziati nelle rispettive aree; d) l individuazione di azioni (coerenti con le priorità suddette) che, collegate alle risorse, vengono programmate per il triennio di validità del Piano. Il percorso Il processo di costruzione dell attuale piano incomincia nella primavera del 2005 quando la Conferenza dei Sindaci al fi ne di governare la complessità delle problematiche, decide di attivare alcune commissioni, in particolare la Commissione Bilancio, Disabilità, Lavoro e Piano di Zona. La Commissione Piano di Zona, presieduta dal Presidente della Conferenza dei Sindaci è composta dagli Amministratori dei Comuni di Castelnuovo, Sommacampagna, Cavaion, S.Pietro in Cariano, Isola della Scala, Povegliano, con il supporto dei tecnici della Direzione dei Servizi Sociali dell Ulss. 6 luglio 2005 La Commissione defi nisce le caratteristiche: il piano di Zona dell Ulss 22 dovrà essere un cantiere aperto, in divenire che si costruisce e si aggiorna durante tutta la sua durata piuttosto che un documento statico e completo fi n dall origine. Particolare attenzione dovrà essere posta a: domiciliarità, programmazione della residenzialità extra ospedaliera, tutela dei minori in situazione di disagio, adolescenza, integrazione lavorativa delle persone svantaggiate. 22 marzo 2006 Un gruppo di lavoro viene incaricato di fotografare, in via sperimentale e per un gruppo limitato di Comuni, le prestazioni erogate ai cittadini, sia da parte dei Comuni che da parte dell Azienda Ulss attraverso una mappatura che ha interessato anche le attività svolte da Centri Servizi, Cooperative sociali, Associazioni per l anno maggio 2006 La rilevazione ed elaborazione delle attività del 2005 viene avviata in tutti i 37 Comuni dell Ulss. 30 marzo 2007 Termina la rilevazione dati nei Comuni. 4 aprile 2007 Due gli ambiti di lavoro individuati dalla Commissione Piano di Zona per l elaborazione del Piano 2007/2009: a) miglioramento del sistema di offerta dei servizi; b) analisi dei bisogni, con relative azioni di intervento, divisi per 7 aree (minori - famiglia, giovani, anziani, disabili, dipendenze, salute mentale, marginalità) attraverso la partecipazione dei soggetti istituzionali e del terzo settore. 4 giugno 2007 Il Piano di Zona viene approvato dalla Conferenza dei Sindaci del- l Ulss 22. Soggetti che hanno partecipato alla stesura del Piano Ben 258 sono state le persone che hanno contribuito a vario titolo e in ruoli diversi alla elaborazione di questo documento: utenti, associazioni del terzo settore, amministratori, gruppi, operatori dei servizi dell Ulss e degli enti locali. La costruzione del Piano di Zona ha visto un forte coinvolgimento e la partecipazione convinta di tutti, e nello stesso tempo ha fatto emergere anche la richiesta di attribuire un senso all agire insieme. Ciò ha richiesto uno sforzo notevole per raccogliere e ordinare la mole di materiale emersa, che non è fatta solo di dati e numeri, ma anche (forse soprattutto) di energia e di valori sui quali una volta tanto si è ragionato in maniera positiva e costruttiva gettando le basi di un processo di dialogo che sosterrà il lavoro di tutti nel trien- nio di attuazione del Piano. LE CIFRE 37 SINDACI Distretto 1: Bardolino: Pietro Meschi; Brenzo- ne: Giacomo Simonelli; Bussolengo: Alviano Mazzi; Castelnuovo Del Garda: Maurizio Bernardi; Garda: Davide Bendinelli; Lazise: Renzo Franceschini; Malcesine: Giuseppe Lombardi; Pastrengo: Giorgio Benamati; Pescantina: Alessandro Reggiani; Peschiera Del Garda: Umberto Chincarini; S. Zeno di Montagna: Adriano Peretti; Sommacampagna: Graziella Manzato; Sona: Flavio Bonometti; Torri del Benaco: Giorgio Passionelli; Distretto 2: Affi : Roberto Bonometti; Brentino Belluno: Virgilio Asileppi; Caprino V.Se: Stefano Maurizio Sandri; Cavaion V.se: Lorenzo Mario Sartori; Costernano: Fiorenzo Giuseppe Lorenzini; Dolcé: Luca Manzelli; Ferrara di Montebaldo: Paolo Rossi; Fumane: Mirco Corrado Frapporti; Marano di Valp.: Simone Venturini; Negrar: Mion Alberto; Rivoli V.se: Mirco Campanari; S. Pietro In Cariano: Giorgio Accordini; Sant Ambrogio di Valp.: Nereo Destri; Sant anna D Alfaedo: Valentino Marconi; Distretto 3: Erbe : Paolo Brazzarola; Isola Della Scala: Giovanni Mozzi; Mozzecane: Michelangelo Foroncelli; Nogarole Rocca: Luca Trentini; Povegliano V.se: Anna Maria Bigon; Trevenzuolo: Fabio Meneghello; Valeggio Sul Mincio: Albino Pezzini; Vigasio: Daniela Contri; Villafranca: Luciano Zanolli; 10 UFFICIO DI PIANO Responsabile: Paolo Giavoni, Collaboratori: Sofi a Di Bella, Marta Marchiori e Marco Logorio Responsabili Servizi Sociali dei Comuni di: Villafranca: Rino Rigodanzo; Affi : Alessandra Pugliese; Bussolengo: Lorenzo Mascanzoni e Daniele Penna; Castelnuovo del Garda: Lara Fioroni; Sommacampagna: Massimo Giacobini. 3 DIREZIONE DEI SERVIZI SOCIALI Direttore dei Servizi Sociali: Michele Benamati Dirigente Amministrativo: Elmer Soffi ati Amministrativa: Fabrizia Pomari 49 AREA MINORI E FAMIGLIE Assessore Castelnuovo del Garda: Giovanni Peretti Resp.Servizi Sociali Territoriali Ulss22: Paolo Giavoni Facilitatori: Paolo Dalla Vecchia SET, Davide Benedetti SET Partecipanti: Zantedeschi Federica (coop. Cercate), Cherubini Carla (Psicologia Età

15 20 AREA GIOVANI Portavoce politico: Assessore alle politiche sociali di Mozzecane Germana Tallaroli Facilitatori: AS Daniela Lupi, SET Zermian Paola Presenti: Stefano Zampini (rappresentante giornale Verderame), Andrea Saccani (Educatore Sert Bussolengo), Marco Magagnotti (Rappresentante giornale Lo Schizzo), Cesarina Formenti (Educatrice SET c/o Caprino), Marina Testi (Comunità dei Giovani), Davide Benedetti ( Educatrice SET c/o S. Pietro in Cariano S.Anna ), Simone Perina (Educatore SET c/o Negrar), Erika Cestari (Educatrice SET c/o Peschiera), Nello Dalla Costa (Educatore SET, c/o Fumane, Marano), Gabriele Mazzi (Educatore SET, c/o Castelnuovo, Pescantina), Paolo Martari (Consigliere Villafranca), Damiano Chiaramente (Assessore Sommacampagna), Massimo Merlini (Educatore SET, c/o Comune Villafranca), Manuele Fornaser (Assessore Pescantina), Giulia Lo Nardi (rappresentante Hermete), Federica Danzi (rappresentante Informagiovani Peschiera), Stefano Pasqualotto ( Associazione sportiva Villafranca) SERVIZI SOCIALI Il Direttore ai servizi socialli Michele Benamati Evolutiva Ulss22), Leoni Giovanna (coop. Tangram), Chemello Mauro (coop. L albero), Pertile Isabella (SSPB Ulss 22 c/o Mozzecane), Merlini Corrado (Comune Vigasio), Lerco Erika (Ulss22, serv.stranieri), Donatelli Manuela (SSPB Ulss22 c/o Caprino), Quarella Elisabetta (SET Ulss22 c/o Valeggio), Pegoraro Lorenzo (Il Sentiero), Marangoni Elisa (SET Ulss22 c/o S.Ambrogio), Saccani Andrea (SerT Ulss22), Mazzi Cristina (Servizio Minori Ulss22), Manoli Eugenio (referente volontariato Piano Infanzia), Bendinelli Cristian (SSPB Ulss 22 c/o Villafranca), Scaglia Marisa (CE- PEF/cons. S.Rocco), Bonsaver Isabella (coop. Il Trillo), Mazzi Maddalena (SET Ulss22 c/o Vigasio, Isola della Scala), Bompieri Ilaria (SET Ulss22 c/o Lazise), Loncrini Clara (SSPB Ulss22 c/o Malcesine Brenzone), Caldana Erminio (Famiglie in rete Villafranca), Bottacini Rosetta (I.C. Isola della Scala), Decassan Marco (Uffi cio Missioni), Osti Sabrina (SSPB Ulss22 c/o Peschiera), Tinto Claudia (Cons. Fam. Isola della Scala), Pietropoli Antonella (Ulss 22 C.F. Villafranca), Nicolis Silvana (SSPB Ulss22 c/o San Pietro in Cariano), Alberghini Roberta (SET Ulss22 c/o Peschiera), Cestari Erika (SET Ulss22 c/o Peschiera), Rigodanzo Rino (Comune Villafranca), De Rossi Ilaria (Ass. Anatra Bianca ONLUS), Zoni Elisa (Ist. Don Calabria), Banterle Nicoletta (Coop. Hermete), Antonino Laura (SSPB Ulss22 c/o Valeggio), Antolini Martina (SSPB Ulss22 c/o Sona), Albertini Paolo (Comune Valeggio), Cordioli Marcella (Associazione Anatra Bianca), Gelmetti Maddalena (Ulss22), Sabaini Barbara (Coop. Spazio Aperto), Righetti Cristina (SET Ulss22 c/o Castelnuovo), Birtele Maria Rosa (Coop. L infanzia), Fattori Davide (Ass. C.Romani), Bertini Giorgio (Psicologia Età Evolutiva Ulss22), Lupi Daniela SSPB Ulss 22 c/o Bussolengo). 24 AREA ANZIANI Assessore alle Politiche Sociali di S.Pietro Incariano: Giuseppe Coccia Assessore alle Politiche Sociali di Isola della Scala: Paola Perobelli Facilitatori Gruppo Focus : Anna Sometti e Paola Zermian SET Ulss 22 Presenti : Chiara Girelli (Casa di riposo di Lugagnano, Coop. Selios), Donatoni Sergio (Consulata Anziani S.Pietro), Bellesini Paola (Coop. Soc. Smeraldo di Peschiera), Bighelli Paola (Colli Sereni Peschiera), Bombara Antonio (Coop. Azalea), Lucia Zanoni (Coop. Soc. Spazio Aperto Bussolengo), Sabaini Barbara (Coop. Soc. Spazio Aperto Bussolengo), Alessandra Dall Ovo (Ulss 22 SSPB Negrar), Salonda (I.A.A. Villaspada), Daniele Elisa (Casa di Riposo Immacolata di Lorde), Salardi Silvana (Comune di Castelnuovo), Pasqulino Lorenzini (Volontari di Cavaion), Mariagrazia Ferrari (Associaz. Alzheimer Verona) Elena della Rosa ( Ulss 22 Fumane), Ivo Piccoli (Casa di Riposo di Pescantina e Caprino), Rosanna Lonardi (casa di riposo di Castelnuovo), Cristina Colombari (Ulss 22 AS S. Ambrogio), Rosanna Poli (AS S.Pietro in Cariano), Monchera Silvana (SSPB Ulss 22 c/o Bussolengo), Paolo Giavoni( Referente Piano di Zona). 23 AREA DISABILITA Portavoce sindaco di Peschiera : Consigliere Renato Signorelli Facilitatori Gruppo Focus : Paola Zermian e Davide Benedetti SET Ulss 22 Presenti : Sindaco Peschiera Umberto Chincarini, Roberto Nicolis (responsabile Csi Verona), Gabriele Bezzan (referente Area disabilità), Mazzi Adone (Rappresentante Associazione I Piosi), Giuseppe Turrini (presidente coop.sociale Azalea), Rossella Avesani (S.I.I. Ulss22), Cordioli Francesca (consigliera Comune di Bardolino), Ruffo Barbara (Servizio Psicologico Disabili Ulss22), Nives Veneri (AS Peschiera), Nadia Veronesi (Coop. Cercate), Erika Lerco (Ulss22 uffi cio stranieri), Bertoncini Roberta (AS Servizio Handicap, distretto Isola della Scala), Mariagrazia Rovaglia (AS Serv.Disabilità), Silvano Alberini (Rappr. Azalea), Ettore Cremasco (Coop. CS/CA), Gianni Lonardi (SIL Ulss22), Sartori Marco (Coop. Filo Continuo), Menghin Francesca (Coop. Solidarietà), Dellera Giovanna (Ulss22), Liliana Menegoi (Referente Area Handicap Ulss 22). 25 AREA DIPENDENZE Introduce l incontro l Assessore delle Politiche Sociali del Comune di Cavaion : Tonolli Luca Facilitatori Gruppo Focus : Anna Sometti e Paolo Dalla Vecchia SET Ulss 22 Presenti : Cesarina Formenti (SET Ulss 22), Cristina Pinamonte (Coordinatrice Servizio Sociale di Base Ulss 22), Arianna Dalle Vedove (SET Ulss 22), Roberta Bertolini (SET Ulss 22), Roberta Pezzini (SET Ulss 22), Enrica Formenti (SET Ulss 22), Sergio Conati (presidente Acat Valpolicella-Lessinia Occidentale), Franco Dall Ora (Acat Adige Lessinia), Castelletti Daniela (Acat Adige Lessinia), Pezzini Roberta, Margherita Residori (Servizio Dipendenze Sert Viilafranca Ulss 22),. Ceravolo (Dipartimento Dipendenze), Claudia Colarusso (Sert Bussolengo), Serena Magagnotti (SSPB Ulss 22), Paolo Vanzini (consulente Servizi Sociali Ulss 22), Gianni Lonardi (SIL Ulss 22), Fortuna Graziella (Comunità dei Giovani), Matteo Peruzzi (collabora con Ulss 22), Ernesto Guerriero (Self-help), Giovanni Pachera, Nida Peretti (presidente Coop. La Fonte), Paolo Giavoni (Referente Piano di Zona). 25 AREA SALUTE MENTALE Portavoce politico: Ass.di Sommacampagna Agnese Castioni Facilitatori: SSB Daniela Lupi, SET Davide Benedetti Ulss 22 Presenti: Manzato (Sindaco Sommacampagna), Frazingaro (Resp.Dip.Salute Mentale ed equipe nord), Bertolazzi (equipe sud), Ceresini (SSPB Ulss 22 c/o Sona), Lonardi (coord.s.i.l.), Accordini (A.S. Castelnuovo del Garda), Milella (A.S. Sommacampagna), Boranga (Vicepres. A.R.C.A.), Rovaglia (A.S. area disabilità), Bignami (casa famiglia x malati psichici), Mancini (Comunità psichiatrica coop.cercate), Magalini (coop. Farsi prossimo), Menegoi (S.I.L. e S.I.T. e area disabilità), Maistri (A.S. S.Ambrogio V.lla), Ballini (Psiche2000), Tedeschi (A.S. del C.S.M. di Domegliara), Franchini (A.S. Centro Salute mentale Domegliara.), Gelmetti (segretario Psiche2000), Bozzini (presidente psiche2000), Avesani (A.i.t.s.m.), E. Guerriero (socio self-help), Vanzini (coordinatore progetto self-help). 24 AREA MARGINALITA Portavoce sindaco di Pescantina : Luciano Gaburro Facilitatori Gruppo Focus : Anna Sometti e Paolo Dalla Vecchia SET Ulss 22 Presenti : Benini Cinzia (Questura di Verona), Palma Beghini (consultorio familiare-ulss 22), Silvia Furlani (Servizio Minori Ulss 22), Flavio Taglietti (carabinieri di Peschiera del Garda), Sofi a Di Bella (Servizio Stranieri- Ulss 22), Erika Lerco (Servizio Stranieri- Ulss 22), Luca Manzelli (sindaco di Dolcè), Montenani Maria (insegnane Casa Ozanam), Fasoli Antolini Alda (S.Vincenzo), Cordioli Lorena (Sert Villafranca), Annalisa Vinco (Servizi Sociali Pescantina-area adulti e anziani), Federica Danzi (operatrice sportello cittadini stranieri Caritas), Vanzini Paolo (Psichiatria, Coop.Self-help), Peruzzi Matteo (rappr. Cooperative Collabora 22 ), Antonio Bogoni (Fondazione L ancora), Gabriella Ruffo (Fondazione L ancora), Stefania Donà (Caritas Dociocesana), suor Annalaura Ledro (Caritas Dociocesana), don Francesco Ballarini (Caritas Dociocesana), Barbara Simoncelli (uffi cio progetti Caritas), Giovanni Foli (Caritas Villafranca). 13

16 14 OSTETRICIA A BUSSOLENGO ANCORA UN AIUTO ED UN SORRISO PER LE MAMME E I BIMBI. APERTO L AMBULATORIO DEL LATTE A realizzazione di un progetto presentato dalle ostetriche del reparto di Ostetricia dell ospedale Orlandi di Bussolengo, c o r r e d a t o dell approvazione Ostetriche in reparto della direzione della Ulss 22, ha da poco preso avvio l ambulatorio del latte. Si tratta di una nostra nuova iniziativa nell ambito del percorso che abbiamo intrapreso per l accreditamento come: Ospedale Amico del Bambino, con il patrocinio di Oms/Unicef. Vale qui la pena di ricordare che tale certificazione, intesa come segno e qualifica di eccellenza per un ospedale attento ai bisogni del binomio mamma-bimbo, vada oggi estendendosi a tutto il mondo, sostenuta dalle suddette organizzazioni internazionali, dai paesi più evoluti e fatta propria anche dalla Regione Veneto, con la firma di un protocollo di intesa, risalente al Alla base di tutto il percorso, vi è una Dichiarazione dei diritti dell Infanzia, promulgata nel 1989 dall Oms, con l intento, in modo particolare, di garantire un accettabile livello di vita ai bimbi nei loro primi anni, a qualsiasi paese del mondo appartenessero. Un punto fondamentale, per raggiungere tali intenti si è dimostrato il garantire un rapporto molto stretto mammabimbo ed, in questo ambito, il favorire l allattamento al seno si è dimostrata la cura più efficace per prevenire malattie, infezioni malnutrizioni, patologie della crescita e morte in età neonatale. Dall idea di creare questi punti di eccellenza nell assistenza, sono stati posti dei gradini - base o steep attraverso i quali giungere all ottimizzazione del risultato. IL PERCORSO - Informazione e formazione della gestante, sopratutto sui vantaggi, sulla facilità di apprendimento e applicazione di tutti gli accorgimenti possibili per favorire l allattamento materno; - assistenza adeguata da parte di tutto il personale del reparto alla mamma sin dal momento del parto, favorendo anche il contatto pelle-pelle, la precocità dell allattamento al seno, ecc.; - sostegno della puerpera anche dopo la dimissione, necessariamente precoce, LA COMUNITÀ AMICA DEI BIMBI di Gianfranco Blass dall ospedale. Alla base di tutto questo lavoro di equipe vi è una formazione del personale, a tutti i livelli, per dare informazione valida, non fuorviante, alla mamma in un momento molto particolare, senza colpevolizzare in alcun modo quelle puerpere che, per un motivo o per l altro non sono in grado di allattare al seno. LE MOTIVAZIONI Giungiamo così al nocciolo della questione ed ai motivi che ci hanno indotto a prendere questa iniziativa. E dato ormai accertato che, anche nei centri in cui si è lavorato al meglio ed in cui l informazione e l aiuto sono stati i più completi, se, da una parte si può valutare, all atto della dimissione, una percentuale di mamme che allattano al seno, vicina al 100%; nei giorni successivi ed entro i primi tre mesi, si ha una rapida caduta di tale percentuale di allattamento naturale. Una constatazione confermata dall esperienza che abbiamo maturato l anno scorso presso la nostra struttura dell Albero di Gaia a Villafranca, ove abbiamo distribuito e raccolto le schede che ci forniscono notizie precise sull andamento dell allattamento domiciliare. Nell analisi delle cause che portano al calo della pratica dell allattamento al seno, dobbiamo purtroppo prendere atto che la principale è il mancato sostegno pratico e psicologico alla donna che incontra alcune difficoltà, per lo più banali e risolvibili nel proseguire in tale ottima pratica e cito: comparsa di ragadi ai capezzoli, ingorghi e dolore mammari, valutazione di una presunta scarsa montata lattea. Ciò induce parenti, medici ostetrici e pediatri e amiche della donna a dissuaderla a continuare, con le inevitabili conseguenze negative. Sembra impossibile quanto, alle volte, basti un semplicissimo consiglio pratico, un supporto psicologico per aiutare la mamma a continuare un allattamento al seno, cui crederà sempre più, apprezzandone i risultati anche a distanza di tempo. A tal punto che nella fase di svezzamento È GIÀ UNA REALTÀ sia la mamma stessa a presentare le maggiori perplessità circa la sospensione dell allattamento materno stesso. Ciò si dimostra tanto più vero se consideriamo che molte mamme, pur con il ritorno al proprio lavoro, organizzando la conservazione del proprio latte e somministrandolo poi con cucchiaino o bicchierino ( non con biberon!!) riescono benissimo a gestire questa pratica straordinariamente utile. Il nostro primo passo, peraltro condiviso con tutto il personale e con pediatri, sia ospedalieri che di libera scelta, è stato quello di formare per primi noi stessi, con un corso approfondito di 18 ore di lezioni teoriche e pratiche tenuto da colleghi formatori provenienti da strutture esterne, e con il supporto di consiglio e revisione di una formatrice Unicef. Ma ci siamo resi conto che tutto ciò da solo non basta: ci mancava il rapporto con le mamme dopo la dimissione. L AMBULATORIO DEL LATTE Nel giro di pochi giorni, da quando abbiamo iniziato questa nuova attività, si vedono già i brillanti risultati confortati da un rassicurante apprezzamento da parte delle signore. Per ora, anche per l esiguo numero di personale l ambulatorio è aperto il martedì e giovedì. Rimane comunque in auge l impegno che a qualsiasi ora, in qualsiasi giorno, la mamma che telefona in reparto, o viene di persona, per evidenziare una sua difficoltà, trova sicuramente risposta! Non è certo questo il nostro obiettivo finale. Tra i Reparti di Pediatria e Ostetricia del nostro ospedale, abbiamo dedicato uno spazio denominato: Spazio mamme-bimbi. E tale dovrà essere: punto di incontro anche dopo la nascita, punto di aggregazione iniziale anche tra mamme, per poi poter sviluppare quei gruppi di auto-aiuto tra mamme, che già sono presenti nella nostra provincia, come in altre. Per avviare queste splendide iniziative, stimoleremo ancora le mamme come prime attrici, come le abbiamo sempre considerate, della meravigliosa vicenda dell evento Allattamento al seno nascita. Stimoleremo gli amministratori pubblici a fornire spazi, i negozianti a creare punti allattamento nei loro negozi. Confido che tutto ciò porti a considerarci: Comunità amica dei bimbi. E sempre stata la nostra aspirazione.

17 SALUTE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO S P I S A L I N P R I M A L I N E A PER LA GUERRA ALL ALCOL di Emilio Cipriani Per molti bere un bicchiere in compagnia rappresenta un piacere irrinunciabile. Per alcuni, tuttavia, bere può essere causa di numerosi problemi. Un adeguata conoscenza delle modalità con cui si consumano le bevande alcoliche è determinante per mantenere un buono stato di salute. Gli incidenti stradali e gli infortuni sul lavoro legati al consumo di alcol sono motivo, oggi, di seria preoccupazione per la sanità pubblica. UNITÀ OPERATIVA DI PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO Nell ambito dello Spisal, che controlla il territorio ai fi ni della tutela della salute dei lavoratori, opera una equipe di operatori che promuove nel mondo produttivo azioni per la salute, la sicurezza e stili di vita sani. L ambiente di lavoro rappresenta un contesto particolarmente favorevole per le azioni di promozione della salute soprattutto quando si integrano con le azioni che coinvolgono la famiglia e la scuola. Questa campagna a favore di comportamenti sicuri alla guida e al lavoro coordinata dall Unità Operativa di Promozione della Salute, è sviluppata dagli ispettori del Dipartimento di Prevenzione che controllano la sicurezza sul lavoro e la sicurezza alimentare. Non lasciamoci con l amaro in bocca Diamo un passaggio alla sicurezza Chi beve non guida! Questa regola deve entrare nel nostro stile di vita. Si deve inoltre avere il coraggio di non salire sull auto di chi ha bevuto. Un gesto che ci permette di avere la certezza di tornare a casa sani e salvi. Non facciamo lavorare l alcol L alcol presente in birra, vino, amari e super alcolici è una sostanza che altera le prestazioni. Signifi ca quindi perdere il controllo della macchina o impianto che Da sinistra: R. Campara, V. Zantedeschi, S. Marconi, E. Cipriani stiamo utilizzando rischiando di fare seri danni. Al lavoro non si deve bere alcol e non si deve arrivare alterati dall alcol. Diffi cile? Sicuramente responsabile. Alcol e lavoro Non occorre essere ubriachi per avere dei problemi legati all alcol sul lavoro. Effettivamente, molti problemi di comportamento collegati all alcol sono associati a percentuali di alcolemia anche più bassi del limite di 0,5 grammi per litro di sangue, previsto dal codice della strada. Quindi è suffi ciente bere un bicchiere a pranzo o risentire dei postumi di un eccesso di alcol la sera precedente per rischiare un infortunio. Il medico competente La promozione della salute nei luoghi di lavoro trova un giusto alleato nei medici competenti che nelle fabbriche hanno il compito di prendersi cura della salute dei lavoratori e collaborano ai progetti dell Unità operativa di promozione della salute nei luoghi di lavoro della Ulss 22. La campagna qui illustrata è promossa nelle aziende anche da questi medici che hanno il compito di aiutare il datore di lavoro nel defi nire e sviluppare politiche aziendali per la salute. Aderiscono alla campagna: 15 L amaro offerto al momento di pagare il conto tante volte è quello che ci fa superare il limite di alcolemia consentito dalla legge per guidare. E un gesto di cortesia del ristoratore che ci può compromettere seriamente. Rifl ettere su questo gesto e rifi utare può salvarci la vita e preservare la patente.

18 SERVIZIO VETERINARIO IL PESCE La rintracciabilità del prodotto a Vendita al dettaglio 16 L uomo fin dai tempi antichi ha sempre avuto l abitudine a consumare prodotti ittici (il miracolo di Gesù che ha moltiplicato i pani e i pesci, come dice il Vangelo, è un esempio calzante). Tenuto conto che la Terra è ricoperta d acqua per due terzi, si può considerare come la risorsa (prodotti della pesca) sia importante e quali sviluppi potrà avere Un noto ristoratore valeggiano vicino ad alcune sue creature : luccio in salsa e trota in saor in futuro. La grandissima varietà di specie ittiche in commercio ha stimolato il legislatore a redigere un elenco che comprende la denominazione in lingua italiana di prodotti della pesca presenti sul mercato, classificati in Ordine, Famiglia, Genere e Specie, e nello stesso tempo permette al consumatore di trovare qualcosa che lo soddisfi, sia a livello organolettico che economico. Si va infatti da specie rare e molto costose, a specie molto diffuse e quindi disponibili a basso prezzo, ma non per questo meno apprezzate. Tra i prodotti ittici commercializzati bisogna distinguere tre raggruppamenti principali: - I pesci veri e propri, venduti in trance come tonni e squali od interi come sgombri e sardine; - I crostacei, che comprendono gamberi, astici, aragoste, granchi e scampi; - I molluschi, che comprendono sia seppie, polpi e calamari dotati di conchiglia interna, sia di organismi con conchiglia esterna, come vongole mitili ed ostriche ma anche lumache di mare. Tutte queste specie possono essere reperite sul mercato sia fresche che congelate o trasformate in vari modi: secche (stoccafisso), salate (baccalà, aringhe), in salamoia (gamberetti), marinate (antipasti di mare), sott olio (previa marinatura o cottura in vari modi). La legislazione prevede (finalmente) che, a tutela del consumatore, i prodotti ittici freschi o congelati siano etichettati sul banco di vendita al fine di poterne identificare: - la specie, che deve essere indicata col nome come da apposito allegato, che stabilisce il nome commerciale per 603 specie ittiche; - il modo di pesca, cioè se allevato, pescato, e/o pescato in acque dolci, - la zona di pesca, indicando il mare o l oceano dove viene pescato (Zone FAO). A livello commerciale si vedono, spesso, affiancate a queste diciture altre informazioni, non obbligatorie ma caratterizzanti il prodotto, come i nomi locali di talune specie, i luoghi precisi di sbarco o la provenienza nazionale del prodotto. Un carattere essenziale da ricercare nei prodotti ittici è la freschezza: identificarlo non è certo un problema per i molluschi, che per legge devono essere venduti vivi, e se quindi risultano poco vitali e riluttanti a chiudere le conchiglie, meglio non acquistarli. Per i prodotti venduti morti, invece, come i pesci, è importante osservare la brillantezza dei colori delle squame e la lucentezza (dovuta al sottile strato di muco che li ricopre da vivi); anche il colore delle branchie e la consistenza delle carni sono caratteri importanti ma

19 SERVIZIO VETERINARIO A TAVOLA di Giorgio Foroni e Gianfranco Marchi garanzia della filiera alimentare difficilmente apprezzabili se non si maneggia personalmente il prodotto; se un pesce si presenta rigido e con le branchie di color rosso bordeaux significa che è morto da poche ore, per cui è indice indubbio di freschezza. È bene comunque rivolgersi ad un commerciante serio, in grado di consigliare il consumatore nell acquisto del prodotto migliore per le sue esigenze e, nel dubbio, tenere presente che è meglio acquistare un buon prodotto congelato che un cattivo prodotto fresco. Il mantenimento della catena del freddo, dal peschereccio fino alla vendita, è di fondamentale importanza per bloccare la proliferazione microbica e conservarne le caratteristiche organolettiche, per raggiungere l obiettivo di sicurezza alimentare; infatti il monitoraggio delle temperature di conservazione rappresenta un punto critico di controllo sia di celle di stoccaggio, banchi frigo, frigoriferi e congelatori, e deve essere costantemente monitorata da ogni operatore commerciale (OSA); gli operatori del Servizio Veterinario pubblico controllano poi che ogni operatore implementi rigorosamente queste procedure di monitoraggio a completa garanzia per il consumatore, predisponendo piani di verifica. Una domanda che ci si pone spesso è: Da un punto di vista sanitario, è meglio un prodotto pescato o allevato? La risposta in verità non esiste. Gli allevamenti al giorno d oggi sono controllati a partire dall acqua e dal mangime fino al momento della macellazione e bisogna considerare che un prodotto allevato è reperibile sul mercato in maniera costante e sempre fresco, in quanto prelevato dalle vasche a seconda del bisogno e, fatto non trascurabile, salvaguardando le specie ittiche che vivono in libertà. Il consumo di pesce in Italia è salito da 10Kg a 22Kg all anno ma, viste le pregiate caratteristiche nutrizionali, si potrebbe fare molto di più. Le linee guida per una sana alimentazione italiana consigliano un adeguato consumo di pesce, che può essere anche quotidiano. Bisogna consumare più pesce, ma perché? Il pesce contiene una quantità di proteine simili a quella della carne (15-25%) ma che vengono utilizzate più facilmente dal nostro organismo, il contenuto di tessuto connettivo è scarsissimo e la digeribilità è più elevata perché più sottili e più corte sono le fibre del tessuto muscolare dei pesci. Il contenuto in grassi del pesce è soggetto ad una elevata variabilità in relazione alla specie e, anche per la stessa specie, al tipo di alimentazione, alle variazioni di temperatura dell acqua o del ciclo riproduttivo. In relazione alla percentuale di grasso presente nelle loro carni, i pesci vengono classificati come magri ( massimo 3% di grassi), semigrassi (3-8% di grassi), grassi (8-22% di grassi). In realtà, per quanto riguarda il pesce, non è tanto la quantità di grasso ad avere importanza da un punto di vista nutrizionale, quanto la sua qualità. Infatti i pesci hanno un alto contenuto in acidi grassi insaturi della serie omega 3. Questi acidi grassi sono molto importanti poiché sono stati correlati ad un importante effetto di prevenzione delle patologie cardiovascolari: popolazioni come gli esquimesi e giapponesi che consumano abitualmente pesce sono molto più protette nei confronti delle malattie cardiovascolari. Concludendo, il pesce fa bene ed è in linea generale esente da rischi anche se alcune specie ittiche, per la loro peculiarità ad alto contenuto di metilmercurio (squalo, spada, marlin, lucci) possono essere consumati Si ringrazia la Ditta Perina srl - Prodotti Ittici per la disponibilità dimostrata e il ricco materiale fotografico fornito alla redazione. con maggiore attenzione da parte di donne gravide e donne che allattano bambini piccoli. 17

20 EDUCAZIONE ALLA SALUTE ALZHEIMER, conosciamolo insieme 18 di Angioletta Ganassini e Francesca Soffi ati Da molti anni esiste una stretta collaborazione tra il Servizio di Educazione alla Salute dell Azienda Sanitaria e il Servizio Sociale del comune di Bussolengo per formare e informare la popolazione sui corretti stili di vita. Il progetto Alzheimer, conosciamolo insieme! per informare, formare e sostenere i famigliari che si occupano di persone con demenza, rappresenta la realizzazione di un impegno che i servizi (servizio sociale comune di Bussolengo, Medici di Famiglia, Neurologia dell ospedale di Bussolengo, Distretto Sanitario ecc...) si sono assunti nei confronti di quelle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni pesanti di affaticamento fi sico e personale dovuto all assistenza e cura di persone affette da demenza. Dall incontro con questi familiari afferma l assistente sociale Silvana Monchera, emerge in modo molto evidente e visibile, la necessità di essere capiti e sostenuti nell affrontare il compito di rispondere ai bisogni assistenziali dei propri cari che hanno fi sionomie ben conosciute ma comportamenti, linguaggi e atteggiamenti del tutto sconosciuti. Come afferma il dr Bassi e la sua equipe, la malattia di Alzheimer è diventata un problema di rilevanza sociale. Ciò sia in riferimento al numero di persone che sono colpite dalla malattia, sia alle diffi coltà di gestione che esse presentano. Questi malati sono per lo più assistiti a domicilio e per i familiari ciò rappresenta un peso fi sico e psicologico notevole, che si prolunga per diversi anni. Per chi assiste, il carico in termini di tempo e di riduzione delle aspettative e opportunità di vita rispetto ai propri coetanei è rilevante, in oltre uno stato ansioso-depressivo e una diminuzione del benessere sono spesso associati a queste situazioni. In questa ottica conoscere la malattia e comprendere il comportamento della persona con demenza diventa un aiuto importante per la gestione della situazione. E fondamentale inoltre conoscere le risorse che il territorio mette a disposizione in quanto, soprattutto col progredire della patologia, diventa pregnante la necessità di avere un aiuto pratico in termini di sollievo (es. centri diurni, badanti, interventi di sollievo, contributi economici, associazioni...). Il progetto si è articolato in otto incontri della durata di circa due ore, tenutosi a partire da fi ne gennaio 2007, con cadenza quindicinale, presso il Centro Danese a Bussolengo con la presenza di circa 20 persone invitate personalmente. Nel corso degli incontri, si sono alternati in qualità di relatori specialisti di vari servizi e professionalità che hanno accompagnato i famigliari ad acquisire conoscenze e abilità. IL PROGRAMMA DEL PROGETTO PER CAPIRE 1. Che cos è la demenza e i limiti della medicina. (dr. R. Bassi) 2. Dalla parte del paziente: cosa signifi ca avere la demenza aspetti cognitivi (dr.ssa G. Sandri) Dalla parte del paziente: cosa signifi ca 3. avere la demenza aspetti emotivi e comportamentali (dr.ssa V. Raimondi) 4. Cosa vuol dire essere familiari di una persona con demenza? (dr.ssa S. Menini) PER FARE 5. La gestione dei disturbi comportamentali e la comunicazione (dr.ssa G. Massironi) 6. Ri-attivare e mantenere le capacità cognitive (dr.ssa L. Scarpa) 7. La storia del malato come risorsa (dr.ssa V. Raimondi) PER AIUTARSI 8. Che cosa offre il territorio in ambito socio/ sanitario. (Distretto Sanitario, Comune, Associazioni) Ai partecipanti verrà consegnato un vademecum di tutti gli incontri svolti che contiene, inoltre, le domande, i dubbi e le risposte date oltre, ad un glossario dei termini più specifi ci riguardanti la malattia. In fi ne, dal questionario somministrato per la rilevazione del gradimento del corso e per conoscere i bisogni dei partecipanti, è emerso che la necessità ritenuta prioritaria del gruppo consiste nel continuare a sentirsi famiglia per non essere di nuovo soli nell affrontare la malattia dei propri cari e la creazione di un centro diurno anche a Bussolengo. Da qui la richiesta di formare un gruppo di auto-mutuo aiuto per condividere esperienze di disagio, uscire dall isolamento, scambiarsi informazioni legate alla gestione dei propri cari con l intento di aiutare chi si trova nella stessa situazione. Questo gruppo partirà a Bussolengo il 26 giugno L esperienza positiva, afferma il dr. Antonio Bortoli responsabile del progetto, porterà l Azienda Sanitaria a presentare il progetto a tutte le altre amministrazioni comunali.

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