MODULO DI EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA. A cura di Feyza Aygen Pasqua PROGRAMMA

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1 MODULO DI EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA A cura di Feyza Aygen Pasqua PROGRAMMA -LA CITTADINANZA ATTIVA / DIRITTI E DOVERI -ESSERE CITTADINO -CONVIVENZA CIVILE -DIRITTO AL SERVIZIO SOCIALE -DIRITTO ALL ASSISTENZA SANITARIA -DIRITTO AL LAVORO -DIRITTO ALLA MATERNITA E PATERNITA -DIRITTO DI FAMIGLIA -DIRITTO ALL'ISTRUIZIONE -LA CITTADINANZA ITALIANA -DIRITTO PARITA DI TRATTAMENTI

2 CHE COSA EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA L educazione alla cittadinanza, sempre collegata profondamente alle altre educazioni comprese nella Convivenza civile, si occupa dei principi che stanno alla base del nostro Stato repubblicano e delle forme di organizzazione ed amministrazione del territorio nazionale. Punto di partenza sono le regole, principio-base di ogni forma di convivenza. CHE VUOL DIRE CITTADINANZA Fare i cittadini è il modo migliore di esserlo. Si può comunque considerare che la nozione di cittadinanza e in particolar modo di cittadinanza responsabile, copra le tematiche legate alle conoscenze dei propri diritti e dei propri doveri e che sia strettamente legata a valori civici come la democrazia e i diritti umani, l uguaglianza e la partecipazione, la coesione sociale, la solidarietà, la tolleranza di fronte alla diversità e alla giustizia sociale. COME POSSIAMO ESSERE I CITTADINI ATTIVI? Con la conoscenza di: -La funzione della regola e della legge nei diversi ambienti di vita quotidiana. -I concetti di diritto/dovere, libertà responsabile, identità, pace, sviluppo umano, cooperazione, sussidiarietà. -I servizi offerti dal territorio alla persona. - Le forme e il funzionamento delle amministrazioni locali. ESSERE CITTADINO Essendo i diritti sociali (di benessere, salute, istruzione, sicurezza urbana) deboli e comunque legati ai diritti politici, chi non gode di diritti politici, difficilmente si vede assicurare dei diritti sociali. Il problema diventa perciò quello di pensare (configgere e riflettere) su se e soprattutto come garantire benessere a chi non è cittadino. L idea di istituire dei diritti fondamentali della persona, non attaccati alla cittadinanza ma all appartenenza alla comune umanità. Anziché sollecitare l allargamento e la ri-definizione del concetto di cittadinanza, si pone invece l accento sulla differenza e sull esclusione tra chi è italiano (e quindi cittadino) e chi non lo è (non cittadino), dimenticando che la cittadinanza, non è uno status ascritto e conferito dallo Stato, ma ha a che fare con il senso di appartenenza alla comunità in cui la persona vive. Quando si parla di cittadinanza sarebbe bene ricordare che non ci si riferisce semplicemente ai diritti relativi all esercizio del potere politico (poter voto), ma anche a quelli legati alla libertà individuale e, non ultimi, i diritti ad accedere a certi standard sociali (salute, istruzione, lavoro ). Educazione alla cittadinanza intesa come formazione del cittadino individuo e soggetto attivo nell ambito della vita collettiva (politica, sociale,economica) a un idea di educazione alla convivenza civile in cui si dà più importanza alla sfera individuale e alle relazioni interpersonale. Diventare i cittadini attivi di questa società ci porta vivere un armonico processo di integrazione con la consapevolezza dei nostri diritti e i doveri e ci permette il miglior utilizzo dei servizi presenti nel territorio.

3 DIRITTO AI SERVIZI SOCIALI Chi può richiedere l assistenza sociale? Tutti i cittadini stranieri in una situazione di regolarità possono richiedere l assistenza sociale. (Agli stranieri privi del permesso di soggiorno e agli apolidi sono garantite le misure di prima assistenza e di emergenza.) Quali sono i servizi sociali offerti? informazioni di carattere generale tramite il segretariato sociale; interventi di assistenza economica in base ai regolamenti interni adottati dall Ente gestore; servizi di assistenza domiciliare al fine di favorire la permanenza presso il nucleo o, comunque, a domicilio, di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti; servizi di educativa domiciliare a favore di persone, in particolare minori, a rischio di emarginazione sociale; servizi relativi alla tutela dei minori in rapporto con l Autorità Giudiziaria (casi di affidamenti familiari, adozioni); interventi a tutela dei minori stranieri non accompagnati dai familiari; interventi di assistenza a favore delle persone disabili; assistenza alle persone anziane (assistenza domiciliare, inserimento in centro diurno o in casa di riposo); mediazione culturale, mediazione familiare, corsi di formazione professionale, ecc. Come si fa a sapere quali sono esattamente i servizi offerti? Attraverso la Carta dei Servizi che elenca tutti i tipi di interventi che L Ente Gestore competente per il territorio può erogare, e quali sono le caratteristiche richieste per poterne usufruire. La Carta dei servizi può essere richiesta direttamente ai Servizi Sociali o al Comune della tua città. DIRITTO ALL ASSISTENZA SANITARIA Il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) è un insieme di strutture e servizi che tutelano la salute ed assicurano l assistenza sanitaria a tutti i cittadini, italiani e stranieri regolari, senza differenza di trattamento. A chi spetta? L assistenza sanitaria spetta, oltre che agli iscritti, ai familiari a carico regolarmente soggiornanti. Per usufruire del diritto all assistenza sanitaria bisogna innanzitutto iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale. E obbligatoria? L iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale è obbligatoria: per chi risiede e lavora regolarmente in Italia; per chi risiede regolarmente ed è iscritto alle liste di collocamento; per chi ha chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro dipendente o autonomo, motivi familiari, asilo politico, attesa di adozione o affidamento e per domanda di acquisto di cittadinanza italiana.

4 L iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale è facoltativa (pagando un contributo annuale): per il titolare di un permesso di soggiorno per studio; per chi è regolarmente soggiornante alla pari. L iscrizione può essere effettuata direttamente presso le Aziende Sanitarie Locali (A.S.L.) del luogo in cui si vive. A cosa serve la tessera sanitaria? La tessera sanitaria è un documento che prova l iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. Vi sono indicati il nome dell assistito e quello del medico di famiglia (vedi più avanti). È necessario presentare la tessera per beneficiare delle prestazioni sanitarie, e per accedere ai servizi. A cosa dà diritto l iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale? L iscrizione dà diritto: alla scelta di un medico di medicina generale medico di famiglia, o di un pediatra; alle cure specialistiche e agli esami di laboratorio; ai Servizi d Emergenza; al ricovero ospedaliero gratuito negli ospedali pubblici e convenzionati; all assistenza farmaceutica. Quanto costa l iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale? L iscrizione è gratuita per: i disoccupati con permesso di soggiorno ed inseriti nella Banca Dati presso i Centri per l Impiego; i rifugiati con regolare certificato attestante lo status di rifugiato e richiedente asilo; il cittadino coniugato e a carico di un cittadino italiano; il minore con genitore residente in Italia o con genitore appartenente ad una delle categorie sopra elencate. L iscrizione viene pagata: con i contributi versati dal datore di lavoro per i lavoratori dipendenti con regolare permesso di soggiorno; con il versamento di una quota fissa annuale per i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, o gli studenti con regolare permesso di soggiorno. Chi ha diritto al medico di famiglia e al pediatra e quali prestazioni possono fornire? Tutti i cittadini iscritti al Servizio Sanitario Nazionale hanno diritto all assistenza prestata da un medico di medicina generale. Per i bambini da 0 a 14 anni è prevista l assistenza da parte di un pediatra, nei Comuni dove il pediatra è presente. Dall età di 6 anni i genitori, se lo desiderano, possono optare per la scelta di un medico di medicina generale per l assistenza del proprio figlio. La scelta del medico e del pediatra si compie quando ci si reca all ufficio che rilascia la tessera sanitaria, consultando l elenco dei medici disponibili. La costituzione e lo svolgimento del rapporto tra medico e cittadino sono fondati sul rapporto di fiducia. Il medico può essere cambiato con un altro della stessa ASL in qualsiasi momento. Il medico di famiglia e il pediatra garantiscono: visite in ambulatorio o a domicilio; prescrizione di farmaci; richieste di visite specialistiche ed esami; rilascio di certificati di malattia per i lavoratori dipendenti, per i bambini che

5 devono essere riammessi a scuola dopo una malattia, o che devono accedere agli asili nido, nelle scuole materne, elementari, medie, secondarie. Ci si può rivolgere al medico di famiglia anche per avere consigli e suggerimenti per salvaguardare la propria salute, prevenendo l insorgere di malattie. Il medico e il pediatra svolgono la propria attività in orari e giorni che sono tenuti ad esporre all ingresso dei loro ambulatori. Tutte le prestazioni del medico di famiglia e del pediatra sono gratuite. A chi si rivolge per le cure specifiche e gli esami di laboratorio? Ci si deve rivolgere all ufficio prenotazioni dell A.S.L. Occorre presentare la propria tessera d iscrizione al S.S.N. e la richiesta del medico di famiglia o del pediatra. La richiesta non è necessaria solo per le visite: odontoiatriche, ginecologiche, oculistiche. La prenotazione è quasi sempre necessaria. All Ufficio Prenotazioni delle A.S.L. viene indicato il luogo, la data e l ora dove sarà effettuata la prestazione. Le cure specialistiche e gli esami di laboratorio si effettuano presso ambulatori pubblici e privati convenzionati. Per le visite specialistiche o gli esami di laboratorio è previsto il pagamento di una quota della spesa a carico dei cittadini, detto ticket. Alcune categorie di assistiti (cittadini con basso reddito, invalidi civili, donne in gravidanza, ecc.) possono ottenere l esenzione dal ticket. Per informazioni al riguardo occorre rivolgersi agli Uffici Relazioni con il Pubblico delle A.S.L., uffici presso cui è possibile fare reclami o richiedere informazioni per tutto ciò che riguarda la tutela dell utente. A chi bisogna rivolgersi in caso d emergenza? Nei casi di grave urgenza (incidenti, infortuni ed in qualsiasi situazione di pericolo di vita) è possibile recarsi al: Pronto Soccorso dell ospedale o richiedere l intervento medico telefonando al numero gratuito 118 in funzione 24 ore su 24. Che cose sono i Consultori Famigliari? Sono dei centri per la tutela della salute fisica e psichica della donna, del bambino, della coppia e della famiglia, presenti in ogni A.S.L. Che servizi offrono? Assistenza alla donna in gravidanza (visite ostetrico-ginecologiche, corsi di preparazione al parto, alla nascita e alla genitorialità); assistenza alle donne che intendono interrompere volontariamente la gravidanza (aborto); assistenza ginecologica di base per malattie legate alla sessualità, sterilità ed infertilità;

6 assistenza alle donne con problemi di menopausa; consulenza contraccettiva, per impedire gravidanze indesiderate; prevenzione e diagnosi dei tumori dell apparato genitale femminile; assistenza e consulenza per i problemi psicologici e sociali riguardanti il rapporto di coppia, il rapporto genitori-figli, la gravidanza,il parto, la sessualità; problematiche riguardanti separazioni, maltrattamenti e violenze in famiglia; informazioni sulle adozioni e gli affidamenti familiari; salute del bambino prima della nascita, del neonato e del bambino nella prima infanzia. Tutte le prestazioni dei consultori sono gratuite. Non è necessaria alcuna autorizzazione e alcuna richiesta del medico di famiglia, ma è sufficiente prendere appuntamento (anche telefonicamente). I servizi sono destinati anche alle donne prive del permesso di soggiorno. Interruzione volontaria della gravidanza (aborto) è legale in Italia? In Italia esiste una legge (Legge 194/1974) che disciplina e ammette l interruzione volontaria della gravidanza nei primi 90 giorni. È possibile interrompere la gravidanza dopo i primi 90 giorni dal concepimento solo in alcuni casi: quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; quando il bambino che deve nascere presenta malformazioni che mettono in grave pericolo la salute fisica o psichica della madre. A chi ci si rivolge per abortire? Bisogna rivolgersi ad un consultorio pubblico, o ad una struttura socio-sanitaria, o a un medico di fiducia. Il consultorio, la struttura socio-sanitaria, o il medico hanno il compito di: garantire i necessari accertamenti medici; valutare, nel rispetto della libertà e della dignità della donna, insieme a lei, e al padre del concepito (ove la donna lo consenta), le circostanze che la portano a chiedere l interruzione della gravidanza; metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre; promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto. Quando il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia riscontra l esistenza di condizioni tali da rendere urgente l intervento, rilascia immediatamente alla donna un certificato attestante l urgenza. Con tale certificato la donna stessa può presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare l interruzione della gravidanza. Se non viene riscontrato il caso di urgenza, al termine dell incontro il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, di fronte alla richiesta della donna di interrompere la gravidanza, le rilascia copia di un documento, firmato anche dalla donna, attestante lo stato di gravidanza e l avvenuta richiesta, e la invita ad attendere 7 giorni per pensarci. Trascorsi i 7 giorni la donna può presentarsi presso le sedi autorizzate a praticare l interruzione della gravidanza, presentando il documento rilasciatole.

7 Chi può fare la richiesta d interruzione della gravidanza? La richiesta deve essere fatta personalmente dalla donna. Se la donna è d età inferiore ai 18 anni è richiesto l assenso di chi esercita sulla donna stessa la potestà o la tutela. Tuttavia, nei primi 90 giorni, quando: vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela; oppure queste, interpellate, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi; il consultorio o la struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, rinviano entro 7 giorni dalla richiesta una relazione, contenente anche il loro parere, al giudice tutelare del luogo in cui essi operano. Il giudice tutelare, entro 5 giorni, sentita la donna e tenuto conto della sua volontà, può autorizzarla a decidere l interruzione della gravidanza. Nel caso in cui il medico accerti l urgenza dell intervento, a causa di un grave pericolo per la salute della minore di diciotto anni, può certificare l esistenza delle condizioni che giustificano l interruzione della gravidanza, indipendentemente dall assenso di chi esercita la potestà o la tutela, e senza rivolgersi al giudice tutelare. Tale certificazione costituisce titolo per ottenere in via d urgenza l intervento e,se necessario, il ricovero. di non riconoscere un figlio alladi non riconoscere Non riconoscere il figlio alla nascita In Italia la donna ha il diritto di scegliere di partorire senza riconoscere il figlio e senza che il suo nome compaia sull atto di nascita (senza, quindi, che il bambino abbia il suo cognome). In questo caso la donna ha il diritto a che il suo nome venga mantenuto segreto, ed è rigorosamente vietato a coloro che, per motivi d ufficio, sono venuti a conoscenza del nome della madre, di rivelare tale conoscenza. Se lo fanno commettono reato. Il tribunale, qualora il minore non sia riconosciuto dalla madre, non può fare ricerche sulla paternità del bambino. Dove si rivolge assistenza sanitaria dei bambini? L assistenza ai minori stranieri è assicurata: attraverso i pediatri di libera scelta presenti in ogni A.S.L. (cui si può accedere anche se irregolari); attraverso i consultori pediatrici e i centri vaccinali. Vaccinazioni obbligatorie 3 MESE PoliomieliteDifterieTetanoPertosseEpatiteB 5 MESE PoliomieliteDifterieTetanoPertosseEpatiteB 11 MESE PoliomieliteDifterieTetanoPertosseEpatiteB 3 ANNO Poliomielite 5 /6 ANNO DifterieTetanoPertosse 12 ANNO Epatite(3dosi) I genitori hanno obbligo di osservare le vacinazioni obbligatorie che si sono somministrate.

8 Dove bisognia rivolgere per somministrazione delle vaccinazioni obbligatorie? Per effettuare le vaccinazioni obbligatorie ci si può rivolgere al CentroVaccinale, al Consultorio Pediatrico o al Servizio di Igiene Pubblica delle A.S.L. Il servizio è gratuito. Un certificato di vaccinazione è richiesto all ingresso nella scuola elementare,scuola materna, nido d infanzia, per essere ammessi ai soggiorni estivi, per svolgere attività sportiva agonistica. Le vaccinazioni infantili sono un modo sicuro ed efficace per ottenere la protezione individuale e della popolazione da alcune gravi malattie. È necessario sottoporsi a delle vaccinazioni quando si ritorna nel paese d origine, quindi è consigliabile ed importante la prevenzione delle malattie infettive per coloro che si recano nel paese d origine (malaria, febbre gialla, epatite virale A). Per questa profilassi gli stranieri possono rivolgersi al proprio medico curante, ai centri di medicina dei viaggiatori e, se non posseggono il permesso di soggiorno, ai centri I.S.I. (Centri di Informazione Sanitaria) che li indirizzeranno alla struttura più idonea. Tutti gli stranieri presenti in Italia hanno diritto all assistenza sanitaria essenziale. Lo straniero regolarmente soggiornante, ma non iscritto al Servizio Sanitario Nazionale? Nelle strutture sanitarie accreditate dello stesso Servizio Sanitario Nazionale gli vengono assicurate: le prestazioni ospedaliere urgenti (in via ambulatoriale, in regime di ricovero o di day hospital), per le quali devono essere corrisposte le relative tariffe al momento della dimissione; le prestazioni sanitarie non urgenti, che possono venire programmate e per cui non si passa dal pronto soccorso, sia ambulatoriali che i ricoveri in ospedale, (per esempio la tonsillectomia), previo pagamento delle relative tariffe. L erogazione di prestazioni sanitarie agli assicurati da istituzioni estere è, invece, disciplinata dalle norme previste dagli accordi internazionali. Cosa sono i Centri ISI? Sono dei Centri di Informazione Sanitaria per gli Stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, che la Regione Piemonte ha costituito in via sperimentale. Gli Stranieri Temporaneamente Presenti (S.T.P.) trovano presso i Centri ISI un accesso facilitato al Servizio Sanitario sia per gli aspetti terapeutici che per quelli preventivi e spesso anche burocratici grazie alla presenza dei mediatori culturali. L utilizzo da parte dello straniero senza permesso di soggiorno di tutti i servizi sanitari non comporta nessuna segnalazione da parte degli operatori sanitari alla Polizia giudiziaria. DIRITTO AL LAVORO Quando parliamo di Diritto al lavoro dobbiamo cominciare della Costituzione Italiana, in particolare Art.1 e Art.4 Art.1-L Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art.4-La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

9 Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Come si vede, il lavoro/lavorare viene indicato oltre di essere un diritto ma sopratutto un dovere. Quindi lo stato deve promuovere gli strumenti/ i servizi che possono agevolare l inserimenti lavorativi. Oltre sempre nella Costituzione Italiana in titolo 3, Art.35 e Art. 36 parla sempre di diritto di lavoro: Art.35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell interesse generale, e tutela il lavoro italiano all estero. Art.36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. Quali servizi offrono i Centri per l Impiego? I Centri per l Impiego: mettono in contatto lavoratori e datori di lavoro; offrono informazioni: sul mercato del lavoro, sulle opportunità d impiego, sulle offerte formative, sulla normativa vigente; offrono la possibilità di effettuare tirocini formativi (ovvero periodi di formazione in ambito lavorativo) sulla base di convenzioni stipulate con i datori di lavoro (i tirocini promossi dai Centri per l Impiego prevedono una durata di un minimo di 3 mesi e un massimo di 6 mesi; non possono configurarsi quale rapporto di lavoro e non prevedono retribuzione). A chi è rivolto il servizio? ai disoccupati ed inoccupati di lunga durata; alle donne in reinserimento lavorativo; ai disoccupati beneficiari di trattamenti previdenziali; alle persone disabili; ai giovani disoccupati e apprendisti. Quali sono i documenti necessari per usufruire dei servizi dei Centri per l Impiego? documento d identità; codice fiscale; permesso di soggiorno con motivo valido per: lavoro (subordinato, autonomo, stagionale);famiglia;asilo politico;studio (questo permesso di soggiorno permette di lavorare massimo 20 ore alla settimana); famiglia, minore età o affidamento per i minori stranieri soggetti all obbligo formativo. PREVIDENZA SOCIALE Il sistema della previdenza sociale prevede che il lavoratore venga tutelato in occasione di determinati eventi, quali:

10 la malattia, la maternità, la vecchiaia, l infermità fisica e mentale, il licenziamento e quindi la disoccupazione, gli infortuni e le malattie professionali. Prevede, inoltre, una serie di strumenti volti alla tutela della famiglia del lavoratore. Per poter usufruire e ottenere le diverse prestazioni previdenziali, occorre però che siano stati versati i contributi previdenziali. Chi ha l obbligo di versare i contributi previdenziali? Per i lavoratori subordinati è il datore di lavoro che ha l obbligo, oltre che di corrispondere la retribuzione contrattuale, di versare la corrispondente contribuzione previdenziale. I lavoratori autonomi, come ad esempio i commercianti, devono invece versare direttamente i contributi previdenziali. E importante che anche il lavoratore extracomunitario versi i contributi previdenziali Perché il lavoratore extracomunitario che svolge in Italia un attività lavorativa regolare, per la quale vengono accreditati periodi di contribuzione, ha gli stessi diritti riconosciuti alla generalità dei lavoratori. Può conseguire, in presenza dei requisiti richiesti, il diritto alle prestazioni previste dalla legislazione italiana. Quali sono i principali Enti che erogano le prestazioni previdenziali? L INPDAP (Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell Amministrazione Pubblica), che si occupa della tutela previdenziale dei dipendenti pubblici. L INAIL (Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro) che tutela i lavoratori dipendenti che subiscono un infortunio sul lavoro o contraggono una malattia professionale, garantendogli le prestazioni economiche e sanitarie necessarie. L INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) che è il principale ente che assicura i lavoratori privati, sia dipendenti che autonomi, e li tutela quando si verificano eventi quali la vecchiaia, la disoccupazione, la maternità, la malattia, garantendo delle indennità sostitutive della retribuzione. A chi si presenta la domanda per ottenere le varie indennità INPS? All agenzia INPS competente territorialmente in base alla residenza/domicilio dell interessato, nel caso di prestazioni pagate direttamente dall INPS. Nel caso, invece, di prestazioni che devono essere pagate dal proprio datore di lavoro per conto dell INPS, le domande devono essere presentate al proprio datore di lavoro e in alcuni casi ad entrambi. Le domande possono essere presentate anche per posta o per il tramite dei Patronati autorizzati che, per legge, offrono assistenza gratuita ai lavoratori nello svolgimento delle proprie pratiche previdenziali.

11 Nel caso in cui il lavoratore extracomunitario ritorni nel paese d origine contributi versati all INPS? cosa succede dei I contributi versati durante il periodo di lavoro in Italia vengono conservati atempo indefinito negli archivi dell INPS e costituiscono la posizione assicurativa di ciascun lavoratore. Tale posizione è pronta ad essere riattivata in caso di nuova occupazione in Italia, o ad essere utilizzata per la liquidazione di una pensione. Cosa succede se un lavoratore si ammala? a succede nel caso in cui il Nel caso in cui il lavoratore si ammali è prevista l indennità di malattia. E un indennità economica che permette al lavoratore di ricevere una parte della retribuzione anche in caso d assenza dal lavoro per malattia. I primi 3 giorni di malattia sono pagati dal datore di lavoro. A partire dal 4 giorno di malattia, per un periodo massimo di 180 giorni all anno è a carico dell INPS. A chi spetta l indennità di malattia? Ai lavoratori dipendenti con qualifica di operai o impiegati nel settore privato; ai disoccupati e sospesi dal lavoro (appartenenti alle categorie sopraindicate), purché il rapporto di lavoro sia cessato o sospeso da non più di 60 giorni prima dell inizio della malattia. Per i lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato, il diritto all indennità di malattia cessa con la cessazione del rapporto di lavoro. Come si ottiene l indennità di malattia? -Il lavoratore deve farsi rilasciare dal medico curante il certificato di malattia redatto in due copie. -Entro 2 giorni dalla compilazione da parte del medico, deve inviare la prima copia alla propria sede dell INPS (quella di residenza abituale) e la seconda copia al datore di lavoro. I certificati sono a lettura ottica, per cui è molto importante, per la compilazione, attenersi alle istruzioni riportate sul certificato stesso. -Il lavoratore ammalato deve rimanere a casa a disposizione per eventuali controlli effettuati dai medici dell INPS o delle A.S.L., nelle seguenti fasce orarie: dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19. In caso d assenza ingiustificata è prevista la perdita dell indennità. Se, durante il periodo in cui si percepisce l indennità di malattia, ci si deve trasferire ad un indirizzo diverso da quello indicato sul certificato di malattia, bisogna darne comunicazione preventiva all INPS e al proprio datore di lavoro. Se durante la malattia, il lavoratore extracomunitario, vuole andare all estero o al paese d origine per avere migliori cure e/o assistenza, deve chiedere preventivamente l autorizzazione all INPS.

12 DIRITTO ALLA MATERNITA' Nella Costituzione Italiana in titolo 3, Art.37 parla della donnealavoratrice e diritto di maternità. Art.37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione... Il nostro sistema previdenziale prevede diverse modalità per tutelare la madre e il padre lavoratori: l indennità di maternità; i riposi giornalieri orari per assistere i figli; il congedo per malattia del bambino; l assegno di maternità; l assegno di maternità concesso dai Comuni. La legge italiana prevede, inoltre, il divieto di licenziamento della donna dall inizio della gravidanza fino al compimento di un anno del bambino, ad eccezione del caso in cui il rapporto di lavoro cessi per scadenza del contratto. Che cose l indennità di maternità È un indennità sostitutiva della retribuzione che viene pagata alle lavoratrici assenti dal lavoro per gravidanza e puerperio. A chi spetta l indennità di maternità? Alle madri lavoratrici dipendenti; alle lavoratrici domestiche che abbiano versato almeno un anno di contributi nei due anni precedenti il periodo d assenza obbligatoria dal lavoro per maternità, o almeno sei mesi di contributi nell anno precedente all assenza; alle lavoratrici agricole che abbiano effettuato un minimo di 51 giornate di lavoro nell anno precedente il periodo di assenza obbligatoria; alle lavoratrici autonome che risultino iscritte negli elenchi degli artigiani o dei commercianti, o dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni, prima del periodo d assenza per maternità, e che risultino aver pagato i contributi relativi. Per quanto tempo spetta l indennità di maternità? -L indennità di maternità per astensione obbligatoria spetta per un periodo massimo di 5 mesi; per astensione facoltativa, per un periodo non superiore a 11 mesi da usufruire nei primi otto anni di vita del bambino. La legge prevede dei periodi durante i quali è vietato far lavorare la donna in gravidanza (astensione obbligatoria): durante i due mesi precedenti la data presunta del parto; per il periodo intercorrente tra la data presunta e la data effettiva del parto, se il parto avviene oltre la data presunta; durante i tre mesi dopo il parto;

13 per i giorni non goduti prima del parto, se il parto avviene in data anticipata rispetto alla data presunta. La lavoratrice può scegliere di continuare a lavorare fino al mese precedente la data presunta del parto, e usufruire così dell astensione obbligatoria fino al 4 mese dopo il parto. Ciò a condizione che lo specialista ginecologo del Servizio Sanitario Nazionale, o con esso convenzionato, e il medico responsabile della sicurezza nei luoghi di lavoro, nel caso in cui la lavoratrice dipenda da un azienda soggetta a controlli sanitari (per esempio: azienda industriale), attestino che tale situazione non arreca pregiudizio alla salute della lavoratrice e del nascituro. Le lavoratrici che svolgono lavori faticosi, pericolosi e che non possono essere adibite ad altre mansioni, possono anticipare per rischio il periodo d astensione obbligatoria precedente al parto su autorizzazione dell Ispettorato del Lavoro. Il periodo d astensione obbligatoria può essere prorogato (con provvedimento dell Ispettorato del Lavoro) fino al 7 mese successivo al parto. DIRITTO ALLA PATERNITA in caso di morte o di grave malattia della madre; nel caso in cui la madre, anche non lavoratrice, abbandoni il bambino; in caso di non riconoscimento del figlio da parte della madre. In tali casi è vietato licenziare il padre per tutta la durata del congedo e fino al compimento di un anno d età del bambino. La lavoratrice ha diritto all indennità per astensione obbligatoria per i tre mesi successivi alla data effettiva del parto anche nei casi in cui: il bambino sia nato morto; il bambino sia deceduto successivamente al parto; ci sia stata un interruzione di gravidanza dopo il 180 giorno di gestazione (che è considerata parto). A chi si presenta la domanda d astensione obbligatoria? All INPS e al datore di lavoro. Che cosa l assegno maternità? È una prestazione economica che spetta per i figli nati o adottati dopo il 1 luglio 2000:he cosa è l assegno di maternità? alle lavoratrici che hanno almeno 3 mesi di contribuzione compresi tra i 9 e i 18 mesi precedenti la nascita o l ingresso in famiglia del bambino; alle ex lavoratrici (disoccupate), purché tra la data della perdita del diritto a prestazioni previdenziali e la data di nascita o di ingresso del minore nella famiglia non siano trascorsi più di 9 mesi; alle lavoratrici che hanno interrotto il rapporto di lavoro per dimissioni durante il periodo di gravidanza, ed hanno almeno 3 mesi di contribuzione nel periodo che va dai 9 mesi ai 18 mesi precedenti la nascita del bambino. Le madri extracomunitarie per ottenere l assegno di maternità devono essere in possesso della carta di soggiorno. A chi si presenta la domanda per l assegno di maternità? All INPS entro 6 mesi dalla nascita, o dall adozione del bambino (in caso di ritardo si perde il diritto all assegno di maternità).

14 Prestazioni per tutelare la vecchiaia La pensione di vecchiaia; la pensione di anzianità; l assegno sociale; la pensione ai superstiti. Quando si ottiene la pensione di vecchiaia? Si consegue quando si raggiungono i requisiti d età, che attualmente sono di 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, e si sono versati i contributi per almeno 20 anni. I lavori dipendenti devono aver cessato l attività dipendente. La pensione d anzianità, si può ottenere prima di aver compiuto l età pensionabile. Per i lavoratori dipendenti i requisiti attualmente richiesti per ottenere questa prestazione sono 35 anni di contributi e 57 anni d età. Se non hanno ancora raggiunto i 57 anni d età, possono comunque ottenere la pensione di anzianità se possono far valere 37 anni di contributi. È necessario che abbiano cessato l attività lavorativa dipendente. Per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri) i requisiti attualmente richiesti sono 35 anni di contributi e 58 anni d età. Se non hanno raggiunto i 58 anni d età, possono comunque ottenere la pensione di anzianità se hanno 40 anni di contributi. I lavoratori autonomi possono continuare a svolgere l attività lavorativa non subordinata. Cos è l Assegno sociale? È una prestazione economica riservata a coloro che abbiano compiuto i 65 anni d età, che risiedono stabilmente in Italia, quando non percepiscono alcun reddito o ne percepiscono uno inferiore all importo corrente dell assegno sociale. I cittadini extracomunitari per ottenere l assegno sociale devono essere in possessodella carta di soggiorno. La residenza abituale in Italia è un requisito fondamentale. Chi trasferisce all estero la propria residenza ne perde il diritto. Cos è l Assegno sociale? È una prestazione economica riservata a coloro che abbiano compiuto i 65 anni d età, che risiedono stabilmente in Italia, quando non percepiscono alcun reddito o ne percepiscono uno inferiore all importo corrente dell assegno sociale. I cittadini extracomunitari per ottenere l assegno sociale devono essere in possesso della carta di soggiorno. La residenza abituale in Italia è un requisito fondamentale. Chi trasferisce all estero la propria residenza ne perde il diritto. Quali diritti ha il lavoratore extracomunitario che rientri definitivamente nel suo paese d origine? I cittadini extracomunitari che rientrano definitivamente nei paesi d origine, conservano i diritti previdenziali maturati. Al compimento dei 65 anni d età possono chiedere la liquidazione della

15 prestazione maturata anche se il periodo di lavoro svolto in Italia non fosse sufficiente per ottenere una normale pensione. Come tutte le prestazioni vengono liquidate a richiesta. La domanda può essere presentata ai Consolati Italiani, oltre che inviata per posta all INPS in Italia. La riscossione potrà avvenire nel Paese di residenza. Con alcuni paesi l Italia ha stipulato accordi bilaterali in materia di sicurezza sociale. In questi casi possono vigere regole particolari. Principali prestazioni previdenziali per tutelare l infermità fisiche e mentali del lavoratore L Assegno ordinario d invalidità; la pensione d inabilità; la pensione agli invalidi civili. Cos è l Assegno ordinario d invalidità? È un assegno che spetta ai lavoratori dipendenti e autonomi, affetti da un infermità fisica o mentale, accertata dai medici dell INPS, che abbiano 5 anni di contributi (260 contributi settimanali), dei quali almeno 3 anni (156 settimane) versati nei 5 anni precedenti la domanda di assegno ordinario di invalidità. Cos è la pensione d inabilità? È una pensione che spetta ai lavoratori dipendenti e autonomi affetti da un infermità fisica o mentale, accertata dai medici dell INPS, tale da provocare un assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi lavoro, che abbiano 5 anni di contributi (260 contributi settimanali), dei quali almeno 3 anni (156 settimane) versati nei 5 anni precedenti la domanda di pensione d inabilità. Chi fa domanda di pensione d inabilità non può: svolgere un attività dipendente; essere iscritto ad un albo professionale; essere iscritto negli elenchi degli operai agricoli o dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni). Cos è la pensione agli invalidi civili? È una prestazione economica di natura assistenziale che l INPS eroga agli invalidi civili, ai ciechi e ai sordomuti, che non hanno redditi personali o, se ne hanno, sono di modesto importo. Quali prestazioni può godere un lavoratore licenziato, si trova quindi disoccupato: Le principali assicurazioni per la disoccupazione previste dal nostro sistema previdenziale sono: l indennità ordinaria di disoccupazione; l indennità ordinaria di disoccupazione con requisiti ridotti; l indennità ordinaria per gli operai agricoli; i trattamenti speciali di disoccupazione per gli operai agricoli; il trattamento speciale di disoccupazione per l edilizia. L indennità ordinaria di disoccupazione È un indennità che spetta ai lavoratori licenziati che: abbiano almeno 2 anni di assicurazione per la disoccupazione involontaria; abbiano almeno 52 contributi settimanali nei 2 anni che precedono la data di cessazione del rapporto di lavoro;

16 risultino disoccupati; abbiano dichiarato la loro immediata disponibilità al lavoro al Centro per l Impiego competente territorialmente in base al loro domicilio. L INDENNITA DI DISOCCUPAZIONE L indennità ordinaria di disoccupazione -Non spetta ai lavoratori che si dimettono dal lavoro volontariamente, tranne nei casi di dimissioni per giusta causa (mancato pagamento della retribuzione, molestie sessuali e modifica delle mansioni) o di lavoratrici in maternità. -Non spetta ai lavoratori extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno stagionale. Quando e per quanto tempo viene corrisposta l indennità di disoccupazione ordinaria? L indennità di disoccupazione viene corrisposta mensilmente dall INPS e spetta per un massimo di 8 mesi. Spetta fino ad un massimo di 12 mesi se alla data di cessazione del rapporto di lavoro, il lavoratore aveva un età pari o superiore a 50 anni. Il pagamento cessa quando il lavoratore: ha percepito tutte le giornate di indennità; ha iniziato una nuova attività lavorativa; diventa titolare di un trattamento di pensione diretta (pensione di vecchiaia, di anzianità, di inabilità, di invalidità). Dove e quando ci si rivolge per ottenere l indennità di disoccupazione ordinaria? Ci si deve recare, subito dopo il licenziamento, al Centro per l Impiego a dichiarare il proprio stato di disoccupazione e la propria immediata disponibilità al lavoro. La domanda di disoccupazione ordinaria deve essere presentata all INPS (anche per posta o tramite i Patronati autorizzati che, per legge, offrono assistenza gratuita) nel più breve tempo possibile, comunque non oltre i 68 giorni dalla data del licenziamento. Alla domanda deve essere allegata un autocertificazione che accerti lo stato di disoccupato e dalla quale risulti la dichiarazione di disponibilità presentata ai Centri per l Impiego. L indennità ordinaria di disoccupazione con i requisiti ridotti È un indennità che spetta al lavoratore dipendente che non ha i requisiti per ottenere l indennità di disoccupazione ordinaria, ma che:5 ha lavorato per almeno 78 giornate nell anno solare precedente; e risulta avere almeno un contributo settimanale di assicurazione per la disoccupazione involontaria prima del biennio solare da considerare (il biennio è calcolato a ritroso a partire dall ultimo giorno dell anno solare per il quale si richiede l indennità). Non spetta al lavoratore extracomunitario in possesso del solo permesso di soggiorno stagionale. Si presenta la domanda d indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, all Agenzia INPS competente in base alla residenza, dal 1 gennaio ed entro il 31 marzo dell anno successivo a quello cui si riferisce l indennità. L assegno per il nucleo familiare: È una prestazione economica che aiuta le famiglie dei: lavoratori dipendenti, lavoratori in cassaintegrazione, disoccupati che percepiscono l indennità di disoccupazione o di mobilità; lavoratori socialmente utili;

17 pensionati da lavoro dipendente; i cui nuclei familiari siano composti da più persone e i cui redditi siano al di sotto delle fasce reddituali stabilite di anno in anno dalla legge. Nel nucleo familiare del lavoratore extracomunitario sono considerati solo i familiari residenti in Italia. Vengono, invece, considerati anche i familiari del lavoratore extracomunitario residenti all estero a condizione che il lavoratore sia cittadino di uno Stato con il quale siano stabiliti particolari accordi o convenzioni. Non spetta al lavoratore extracomunitario in possesso del solo permesso di soggiorno stagionale. Dove si fa la domanda d assegno per il nucleo familiare? Chi svolge attività lavorativa dipendente non agricola deve presentare domanda al proprio datore di lavoro; in tutti gli altri casi (compreso quello degli addetti ai servizi domestici e familiari) all INPS. Nel nucleo familiare del lavoratore extracomunitario sono considerati solo i familiari residenti in Italia. Vengono, invece, considerati anche i familiari del lavoratore extracomunitario residenti all estero a condizione che il lavoratore sia cittadino di uno Stato con il quale siano stabiliti particolari accordi o convenzioni. Non spetta al lavoratore extracomunitario in possesso del solo permesso di soggiorno stagionale. Che cose l assegno familiare? È una prestazione economica che spetta: al lavoratore autonomo dell agricoltura (coltivatore diretto, mezzadro e colono, piccolo coltivatore diretto); al pensionato delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiano, commerciante, coltivatore diretto, colono, mezzadro); se i familiari per i quali vengono richiesti gli assegni vivono a carico, e se il nucleo familiare non supera determinati limiti di reddito stabiliti annualmente. La legge prevede quali sono le persone per le quali si possono richiedere gli assegni familiari. La domanda si presenta all INPS. Cosa succede in caso d infortunio e malattia professionale? La Costituzione Italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto alla salute sul luogo di lavoro e il diritto a mezzi adeguati alle esigenze di vita nel caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale. La legge stabilisce l obbligo dell assicurazione contro i danni fisici ed economici che il lavoratore subisce a seguito d infortuni e malattie causati dall attività lavorativa. L INAIL - Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro e le Malattie Professionali - gestisce quest assicurazione obbligatoria, ed eroga prestazioni ai lavoratori assicurati che subiscono un infortunio o contraggono una malattia a causa dell attività lavorativa. Nel caso in cui il lavoratore s infortuni o contragga malattia professionale il datore di lavoro deve pagare: per intero la giornata in cui è avvenuto l infortunio o si è manifestata la malattia professionale, se quest ultima ha causato assenza dal posto di lavoro; il 60% della retribuzione, salvo migliore trattamento previsto dal contratto di lavoro, per i successivi tre giorni di astensione dal lavoro. L INAIL, invece, paga: dal quarto giorno successivo a quello in cui è avvenuto l infortunio o si è manifestata la malattia professionale fino alla guarigione clinica.

18 Cosa deve fare il lavoratore in caso d infortunio sul lavoro? Informare immediatamente il datore di lavoro; presentare subito al datore di lavoro il primo certificato medico e, se le cure dovessero proseguire, il certificato compilato dal medico curante. Il datore di lavoro invierà all INAIL i certificati originali. In caso di ricovero, l ospedale invierà copia dei certificati all INAIL ed al datore di lavoro. Cosa deve fare il lavoratore in caso di malattia professionale? Se il lavoratore svolge attività lavorativa deve: denunciare la malattia al datore di lavoro entro 15 giorni dal suo manifestarsi; presentare al datore di lavoro il primo certificato medico e, in caso di prosecuzione delle cure, il certificato compilato dal medico curante. Il datore di lavoro invierà all INAIL i certificati originali. In caso di ricovero, l ospedale invierà copia dei certificati all INAIL ed al datore di lavoro. Se il lavoratore non svolge attività lavorativa: può presentare direttamente all INAIL domanda di riconoscimento della malattia professionale. Lo Statuto dei Lavoratori vieta le discriminazioni dei lavoratori in base al sesso, alla razza, alla religione, alle opinioni politiche. Il lavoratore può rivolgersi ai Sindacati per la difesa dei suoi diritti. Data la complessità del sistema previdenziale, si consiglia ai lavoratori di rivolgersi ai Patronati per ottenere le prestazioni. La legge affida, infatti, a questi ultimi il compito di tutelare ed assistere i lavoratori, in maniera del tutto gratuita, nel conseguimento delle prestazioni previdenziali ed assistenziali nei confronti degli Enti erogatori. DIRITTO DI FAMIGLIA Quando parliamo della diritto di famiglia, prima di tutto dobbiamo sapere che cosa dice La Costituzione Italiano. Il titolo 2, Art.29 dice che: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell unità familiare. Come si vede La Carta Costituzionale riconosce i diritti di famiglia se è fondata sul matrimonio. Invece quando vediamo Art.29: È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. Cioè; se ance non c è il matrimonio, i bambini nati fuori del matrimonio si sono tutelati, e i genitori hanno dovere di mantenere,istruire ed educare i figli. Quali sono i requisiti per potersi sposare in Italia? Può contrarre matrimonio il cittadino (italiano o straniero): che ha compiuto i 18 anni (in Italia rappresenta la maggiore età); si può sposare chi ha compiuto 16 anni, solo con l autorizzazione del Tribunale per i Minorenni; libero dal vincolo di matrimonio.

19 La legge italiana vieta il matrimonio tra persone già coniugate (reato di bigamia). Sempre il titolo 2, Art.31 parla formazione della famiglia e protezione della maternità. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. A chi ci si rivolge quando ci si vuole sposare? All ufficio di Stato Civile del Comune di residenza di uno dei due futuri sposi, che provvederà alle pubblicazioni di matrimonio. Queste rendono pubblica la volontà di due persone di volersi sposare e sono prescritte dalla legge italiana. Se uno dei due sposi non conosce la lingua italiana, l Ufficiale di Stato Civile addetto alla celebrazione può celebrare il matrimonio con la collaborazione di un interprete. Quali sono i documenti necessari? Passaporto in corso di validità o carta d identità italiana. Non è necessario esibire il permesso di soggiorno, che tuttavia è obbligatoriamente richiesto in assenza d altri documenti identificativi. Dichiarazione rilasciata dall Autorità consolare del Paese di origine del cittadino/ a straniero/a dalla quale risulti che in base alle leggi locali nulla si oppone al matrimonio (dichiarazione di Nulla Osta). Se l Autorità diplomatica consolare non risponde o trasmette una dichiarazione di rifiuto motivato, l Ufficiale di Stato Civile deve rifiutare le pubblicazioni. Il ricorso al Tribunale Civile è ammesso se il rifiuto al nulla osta deriva da disposizioni della legge straniera contrarie ai principi dell ordinamento pubblico italiano. Nel caso di cittadini stranieri con lo status di rifugiati politici, in sostituzione del Nulla Osta occorre presentare una dichiarazione rilasciata dall Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati con sede a Roma. Il matrimonio celebrato in Italia può essere riconosciuto all estero? Un cittadino straniero che si sposa con il rito civile in Italia, deve sempre verificare che la legge del suo Paese d origine riconosca tale matrimonio, e di conseguenza conoscere quali procedure avviare per trascrivere (ovvero riconoscere all estero) l atto di matrimonio. I matrimoni celebrati fra cittadini stranieri davanti ad autorità diplomatica o consolare straniera possono essere trascritti in Italia solo a condizione che ciò sia previsto da Convenzioni vigenti in materia con tali Paesi. È possibile trascrivere il matrimonio celebrato secondo il rito islamico tra un cittadino italiano e un cittadino di religione islamica. Per la trascrizione dell atto occorre presentare anche la traduzione in lingua italiana e la legalizzazione. La trascrizione è ammessa purché il contenuto dell atto non sia in contrasto con l ordine pubblico italiano. Dove si denuncia la nascita di un bambino? I bambini che nascono in Italia devono essere denunciati: all Ufficio di Stato civile del Comune nel quale è avvenuta la nascita;

20 alla Direzione sanitaria dell ospedale o Casa di Cura. Questa provvede, poi, a trasmettere la denuncia all Ufficio di Stato Civile del Comune nel quale è avvenuta la nascita. Chi può denunciare la nascita di un bambino? Uno dei due genitori, un procuratore speciale, un medico, un ostetrica o da qualsiasi altra persona che abbia assistito al parto. Quali documenti sono necessari per la registrazione? Documento d identità di un genitore (o di entrambi se non sono sposati); attestato di nascita rilasciato dall Ospedale (in caso di registrazione direttamente all Ufficio di Stato civile). Se i genitori sono in possesso del permesso di soggiorno e sono residenti in Italia, l atto di nascita sarà successivamente inoltrato per la trascrizione, al Comune di residenza della famiglia. Entro quanto tempo si registra la nascita di un bambino? entro 10 giorni dalla nascita presso l ufficiale di Stato civile del Comune nel quale è avvenuta la nascita (da uno dei due genitori); entro 3 giorni dalla nascita presso la Direzione sanitaria dell ospedale o Casa di Cura. È possibile anche riconoscere un figlio prima della sua nascita. In questo caso è necessario presentare all ufficio di Stato civile il certificato medico rilasciato dal medico curante o dall Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) attestante la gravidanza e la data presunta del parto. Quali nomi si possono dare al bambino? È vietato imporre al bambino/a lo stesso nome del padre vivente, di un fratello o di una sorella e nomi e cognomi ridicoli, vergognosi e contrari all ordine pubblico. La denuncia di figli naturali (nati fuori del matrimonio) avviene con le stesse modalità previste per i figli legittimi (nati da un unione matrimoniale). È possibile trascrivere gli atti di nascita esteri? Sì, possono essere trascritti, su richiesta dei genitori residenti in Italia. Gli atti devono essere tradotti in lingua italiana e legalizzati dalla competenteautorità straniera. Bisogna rivolgersi all Ufficio atti di nascita del Comune di residenza. Dove si possono portare i bambini tra 0-3 anni di età? Le possibilità sono molte e differenziate: asili nido comunali o privati: bambini da 3 mesi a 36 mesi, presenza del servizio mensa, permanenza del bambino per l intera giornata in funzione degli orari dell asilo; baby parking: bambini da 13 mesi a 6 anni (in alcuni centri possono essere ospitati lattanti), assenza del servizio mensa, permanenza del bambino per un massimo di 5 ore consecutive al giorno; servizi educativi integrativi al nido: Offrono spazi e possibilità di gioco e incontro per bambini accompagnati da un adulto. Per avere informazioni più dettagliate sui servizi, si consiglia di rivolgersi al proprio Comune di residenza. Dove vanno a scuola i bambini tra 3-5 anni di età? Nella Scuola dell Infanzia più vicina al luogo d abitazione. Qui i genitori possonoavere le informazioni riguardo l iscrizione a scuola e gli orari d apertura. Le scuole dell infanzia possono essere statali, municipali, paritarie, private.

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