DESCRIZIONE SINTETICA DEL TERRITORIO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Mauro Caffau

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1 DESCRIZIONE SINTETICA DEL TERRITORIO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Mauro Caffau Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS. Dipartimento DdL. Gruppo GEBA. Premessa La Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, (Friûl-Vignesie Julie in friulano, Furlanija-Julijska krajina in sloveno, Friaul-Julisch Venetien in tedesco) è posta all estremo nord-est del territorio italiano ed è limitata a nord dal confine di stato con l Austria (Carinzia) a ovest con il confine regionale del Veneto a est con il confine di stato della Slovenia (Alta Carniola e Litorale), mentre a sud è bagnata dal Mare Adriatico; è compresa tra le latitudini di e Nord e le longitudini di e Est. Il territorio che caratterizza questa regione è molto articolato, infatti, la sua orografia può essere distinta in diversi settori che sono sviluppati lungo fasce orientate secondo Est-Ovest e che possono essere identificati da nord verso sud come settore montano, collinare, di pianura e costiero. Il territorio (morfologia): è molto vario e da nord verso sud spazia da settori montuosi con cime comprese tra i 2780 m del Monte Coglians e 1641 m del Monte Matajur a settori collinari con rilievi inferiori a 600 m s.l.m. La pianura con altezze da 300 a 150 metri degrada verso il mare dove le coste morfologicamente molto varie rappresentano l ultimo settore di questo territorio. Il territorio montuoso (altitudine superiore ai 600 m s.l.m.) rappresenta il 42,6% dell intera superficie regionale, mentre il rimanente 19,3% e 38,1% sono rispettivamente collinare e pianeggiante. 1

2 Settore montano: alla regione Friuli Venezia Giulia appartiene il versante meridionale della Catena Carnica che è più ripido ed elevato di quello settentrionale che invece degrada in maniera abbastanza regolare a Sud dell ampia valle del fiume Gail (in territorio austriaco). Un importante elemento morfologico caratterizzato da un solco longitudinale ad andamento Ovest-Est divide il versante meridionale della Catena Carnica dalle Alpi Tolmezzine (o Carniche Meridionali) a occidente e dalle Alpi Giulie a oriente. Il fiume Fella separa longitudinalmente le Alpi Tolmezzine dalle Alpi Giulie, fino alla sua confluenza con il fiume Tagliamento nei pressi di Stazione per la Carnia. Procedendo verso Sud si riconoscono le Prealpi Carniche e Giulie, separate dal corso del fiume Tagliamento, fino ad affacciarsi sull alta pianura friulana. Settore collinare: al settore collinare appartiene la parte degradante verso la pianura del Collio goriziano e quella dell anfiteatro morenico in corrispondenza allo sbocco in pianura del fiume Tagliamento. L anfiteatro morenico del Tagliamento è costituito da tre diversi archi morenici frontali con concavità a settentrione che testimoniano le diverse fasi dell azione di trasporto e deposito del ghiacciaio quaternario tilaventino. Pianura: la pianura friulana, lembo nord orientale della pianura veneta ha i suoi confini rappresentati a nord dalle Prealpi, mentre dalle colline dell anfiteatro morenico del Tagliamento o anfiteatro tilaventino si estende da Ovest a Est rispettivamente tra il fiume Livenza e il fiume Isonzo. E divisa in due zone principali: l alta pianura e la basa pianura. Il limite tra le due zone è segnato dal passaggio netto dai sedimenti alluvionali grossonali che caratterizza la parte settentrionale della pianura (alta pianura) a quelli fini sabbiosi-pelitici della parte meridionale della pianura (bassa pianura). Questo limite corrisponde alla fascia delle risorgive costituite da una stretta area con inclinazione ONO-ESE. Zona costiera e lagunare: lungo la fascia costiera sono presenti i delta dei fiumi Tagliamento e Isonzo. Tra questi delta è ubicato l insieme lagunare di Grado e Marano. A Est del delta dell Isonzo la costa è caratterizzate dalle falesie sottostanti l altipiano carsico, con spiagge ridottissime, mentre a Ovest la costa è bassa ed è 2

3 costituita da una successione di delta, lagune e spiagge sabbiose (fascia da Lignano a Grado) e sabbiose-pelitiche (area di competenza del fiume Isonzo). Descrizione geologico-orografica Nell area settentrionale della regione Friuli Venezia Giulia (al confine con l Austria e la Slovenia) si saldano le terminazioni di tre catena montuose: la Catena ercinica Paleocarnica, quella delle Alpi Meridionali orientali e delle Dinaridi esterne. I terreni più antichi attribuiti all Ordoviciano inferiore (Paleozoico) affiorano nella Catena Carnica e procedendo vero Sud (fino alla costa) possono essere rintracciati in una ideale successione stratigrafica continua quasi tutti i termini lito-cronologici (a eccezione del Pliocene) fino al recente. Le litologie principali sono caratterizzate da rocce sedimentarie quali: terrigene (arenarie, argilliti, siltiti, conglomerati ecc.) e carbonatiche (calcari e dolomie). Sono pure presenti rocce evaporitiche (gessi e dolomie cariate). Subordinatamente sono presenti prodotti effusivi costituiti da emissione di vulcaniti basiche e vulcanoclastiti di età Carbonifero. Del Triassico medio sono invece i depositi terrigeno-tufitici e piroclastici di tipo ignimbritico. Rocce metamorfiche di basso grado sono presenti nelle formazioni paleozoiche. Come già accennato in precedenza, il territorio regionale è caratterizzato da un assetto strutturale che permette di distinguere in maniera chiara la distribuzione secondo fasce allungate lungo la direzione Est-Ovest di terreni con litologie coevi relativamente continue. I terreni più antichi sono distribuiti a Nord nella Catena Carnica e via via quelli più recenti progradano verso sud fino a raggiungere i depositi quaternari della Pianura friulana. In questo quadro schematico della distribuzione cronologica dei terreni fa eccezione l area del Carso (Cretacico inferiore-eocene inferiore) che appartiene al dominio dinarico ed è quindi caratterizzato da una distribuzione dell età non corrispondente con quella a fasce del resto della regione, inoltre, le formazioni geologiche sono orientate dal più antico al più recente secondo la direzione Nord Ovest Sud Est. 3

4 Come si è visto, per la particolare caratteristica della distribuzione cronologica delle formazioni litologiche dei terreni è possibile schematizzare il territorio della regione suddividendolo per settori che seguono con buona approssimazione la distribuzione delle fasce descritte in precedenza in quanto per ognuna delle quali corrispondono significative caratterizzazioni geologiche. Fig. 1 - Settori orografico-geologici del Friuli Venezia Giulia. 4

5 Il primo settore, la Catena Carnica è ubicata a sud della linea della Gail (territorio austriaco) ed è caratterizzata dal punto di vista morfologico dall allineamento longitudinale delle valli, quali ad esempio: Pesarina, Pontaiba, Turriea, Pontebbana, alto Fella, Val Canale che collegano da O-E il Cadore al Tarvisiano. Le rocce più antiche che affiorano in questo settore appartengono all Ordoviciano Medio-Superiore (parte iniziale del Paleozoico) per giungere fino al Permiano superiore. Una particolarità che rende importante dal punto di vista paleontologico questo settore è l abbondanza di resti fossili di organismi che hanno vissuto nei diversi ambienti che si sono evoluti in questo lungo intervallo di tempo. I fossili più comuni sono; brachiopodi, ammonoidi, briozoi, tetracoralli, crinoidi, conodonti, graptoliti e trilobiti. Importanti concentrazioni di faune fossili sono le scogliere carbonatiche a piattaforma del Devoniano inferiore che affiorano nelle aree del M. Coglians, del M. Zermula, del M. Cavallo e del M. Osternig. Molto conosciute sono le flore che presenti nei litotipi della Formazione del Corona (M. corona) che appartengono al Gruppo di Pramollo di età Carbonifero Superiore. La parte finale del Permiano è caratterizzata dai litotipi gessosi (facies evaporitiche) appartenenti alla Formazione a Bellerophon e dalle facies peritidali della Formazione di Werfen. Il secondo settore, le Alpi Tolmezzine (o Carniche Meridionali) sono poste a Sud del primo settore, fino all alto corso del F. Tagliamento. In questo settore, sopra le facies evaporitiche del Permiano si depositano sedimenti marini più profondi. A partire dal Triassico si imposta l estesa piattaforma della Dolomia dello Sciliar (Schlern) che è presente pressoché in tutta la Carnia. Sono inoltre presenti corpi bacinali che durante l intervallo del Triassico medio sono interessati da episodi tufitici, come le vulcaniti della zona di Forni di Sopra, nella Formazione di La Valle di età Ladinico superiore. Un altra potente piattaforma carbonatica di età Ladinico superiore-carnico inferiore è quella della Dolomia Cassiana che ha il suo maggior sviluppo in Val Pesarina. Dolomie evaporitiche e gessi appartenenti alla formazione di Raibl (Carnico superiore) caratterizzano aree con rilievi bassi e dolci delle arre di 5

6 Socchieve e di Enemonzo. In particolare la causa del dissesto geologico nei pressi dell abitato di Enemozo è dovuto alla presenza di substrati gessosi che subiscono una rapida e facile dissoluzione favorita anche dalla oscillazione della falda freatica. Il terzo settore, le Alpi Giulie poste a Est delle Alpi Tolmezzine e separate da queste dal basso corso del F. Fella, fino alla Val Resia. Questo settore è dominato dalle facies di piattaforma carbonatica con scogliere dolomitiche massicce spesso caratterizzate dalla presenza del lamellimbranco Megalodon sp. Le facies possono variare da subtidali di ambiente ossigenato a quelle anossiche. La Dolomia principale del Norico è ben rappresentata ad esempio nella Val Cellina. In particolare a continuazione della Dolomia Principale nell area delle Alpi Giulie ad esempio M. Cimone, M. Montasio e M. Canin si depositano calcari dolomitici ben stratificati appartenenti alla Formazione del Dachstein di età retica. Il quarto settore, le Prealpi Carniche che si estende a Sud ed a Ovest del percorso montano del F. Tagliamento, fino all alta Pianura Friulana è caratterizzato da una successione di terreni con una stratigrafia compresa tra il Carnico inferiore e il Miocene. Questa area è interessata da due grandi elementi strutturali; a Nord la Linea dell Alto Tagliamento, che corre lungo tutto l alto corso del F. Tagliamento e la Linea Barcis-Stao Selo a Sud (Sovascorrimento Periadriatico). Questo sovrascorrimento a carattere regionale è il più importante disturbo delle Prealpi Carniche ed è caratterizzato da una fascia di cataclasiti. Nel settore settentrionale i termini più antichi vengono testimoniati da calcari scuri, marne, arenarie, dolomie e gessi del Carnico inferiore. Procedendo verso Sud nella zona del M. Pramaggiore a Sud di Forni di Sopra affiora la Dolomia Principale del norico-retico. Nel Monte Raut affiorano i Calcari Grigi del Friuli di età Lias inferiore-medio. Sebbene poco potente ma molto estesa è la facies di rosso ammonitico nodulare (M. Verzegnis, Colle dei Larici, M. Lovinzola) caratterizzato da una interessante fauna ad ammoniti e belemniti del Lias medio-superiore. La tettonica della zona agisce sui terreni antichi posti nei territori a Nord determinando il loro lento smantellamento e la successiva produzione e allontanamento dei prodotti che nell Eocene inferiore vanno a colmare 6

7 bacini profondi, formando così depositi di flysch. Questi eventi sono testimoniati dagli affioramenti nelle zone di Clauzetto, Frisarco, Claut, Andreis, ecc. Depositi molassici di età oligocene-miocene che giacciono sopra il flysch testimoniano la presenza di un mare poco profondo che riceve i prodotti dello smantellamento dei rilievi a monte che oramai tendono a emergere del tutto. Il quinto settore, le Prealpi Giulie essendo confinante a Nord con le Alpi Giulie e a Est con le Prealpi Carniche ha nelle aree limitrofe ai settori citati molti elementi in comune, infatti le dolomie e i calcari triassici delle Alpi Giulie si rinvengono anche nella Val Resia, nel M. Plauris nella catena dei Musi ecc. Anche il flysch che caratterizzano i termini più recenti del settore delle Prealpi Carniche affiorano nei rilievi collinari da Gemona fino al limite sud-orientale del Friuli. Del resto il settore è rappresentato da rocce carbonatiche del Cretaceo, mentre il Paleocene-Eocene è testimoniato da potenti depositi terrigeni marnosi-arenacei. La porzione sud-orientale delle Prealpi Giulie segue l assetto tettonico dinarico, come ad esempio tipica orientazione dinarica ha la linea della Bernadia che porta i calcari cretacici ad accavallarsi su quelli eocenici dei colli di Tarcento. Il sesto settore, l anfiteatro morenico che corrisponde allo sbocco nell Alta Pianura Friulana del F. Tagliamento, occupa una superficie di circa 200 kmq ed è costituito da tre cerchie moreniche che rappresentano la testimonianza dell imponente azione di trasporto e della massima espansione del ghiacciaio tilaventino durante i periodi glaciali. Si tratta in genere di materiali eterogenei a granulometria molto variabile. Il cerchio più esterno che ha una lunghezza di 30 km si estende lungo l allineamento delle colline di Ragogna S. Daniele Moruzzo Trigesimo Qualso. Questo, è attraversato da profondi avvallamenti, dove si sono impostati i principali fiumi dell anfiteatro quali, il Corno a Ovest e il Cormor a Est. I terreni di questo settore presentano caratteristiche di permeabilità nettamente inferiori a quelle dell Alta Pianura Friulana che lo circonda. Il settimo settore, della Pianura Friulana è divisa naturalmente dalla fascia delle risorgive in alta pianura e bassa pianura. Questa divisione caratterizza in 7

8 maniera molto netta il passaggio dai grandi coni alluvionali ghiaiosi dell alta pianura ai sedimenti sabbiosi-pelitici della bassa pianura. L alta pianura, delimitata verso sud dalla fascia delle risorgive e verso Nord dai rilevi dell Anfiteatro morenico e dai rilievi pedemontani delle Prealpi Cariche e Giulie si è formata in corrispondenza dell ultimo massimo glaciale würmiano tra i ei anni fa. Il sistema idrografico che comprende i maggiori corsi d acqua della regioni quali: i Torrenti Cellina e Medusa, il F. Tagliamento, i Torrenti Torre e Natisone e il F. Isonzo, si è impostato alla fine del Pleistocene. La bassa pianura posta a sud della fascia delle risorgive è caratterizzata prevalentemente da sedimenti olocenici sabbioso-ghiaiosi che si protendono fino all area litorale. La fascia costiera della pianura è occupata a Ovets dal delta bilobato del F. Tagliamento e ad Est dal conoide del F.Isonzo. Tra questi delta si trova l insieme lagunare di Marano e Grado, estremo lembo orientale del sistema lagunare dell Alto Adriatico. L ottavo settore del Carso diviso in Carso Goriziano e Triestino è caratterizzato da una potente successione di rocce carbonatiche sedimentate in un ambiente di mare generalmente poco profondo, caldo e ricco di organismi costruttori che hanno contribuito dal Cretaceo inferiore fino all Eocene inferiore alla costruzione di estese piattaforme carbonatiche. I principali biocostruttori fossili che si rinvengono nei litotipi calcarei sono le rudiste, organismi tipici del cretaceo che vivevano in associazioni mono-oligospecifiche caratterizzate da densissime concentrazioni di individui. La crescita della piattaforma carbonatica viene interrotta dall arrivo delle correnti di torbidità responsabili della sedimentazione del flysch a partire dal Eocene medio. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE superficiali La Regione Friuli Venezia Giulia è attraversato da un esteso reticolato idrografico, alimentato dalle abbondanti piogge del settore montano. Il sistema idrogeologico segue generalmente un andamento allineato secondo Est-Ovest poiché obbligato dal 8

9 sistema strutturale della regione sviluppato secondo tre direzioni prevalenti E-W, NE- S e NW-SE. Per i maggiori corsi d acqua si possono identificare nel loro percorso tre tratti con caratteristiche distinguibili diverse. I principali tratti sono quelli corrispondenti ai corsi montani, all alta e bassa pianura. I corsi montani hanno un carattere torrentizio e si sviluppano principalmente in alvei incisi nella roccia. Iniziano, terminano o si sviluppano nelle aree montane per poi scendere e proseguire nella pianura. I tratti montani sono generalmente caratterizzati da una notevole pendenza che determina una forte erosione e incisione dell alveo che ospita questi corsi d acqua. A causa dell elevata energia il trasporto solido è sempre elevato, fino a quando il tratto raggiunge le aree di pianura. Alla loro uscita dalle aree di montagna i corsi d acqua rilasciano nell alta pianura la maggior parte dei materiali presi in carico dalla corrente creando ampi conoidi. La distribuzione dei materiali avviene in modo progressivo, depositando inizialmente nella parte dell alta pianura i materiali più grossolani (ciottoli-ghiaie e sabbie) e proseguendo verso la bassa pianura materiali più fini (sabbie, limi, argille). Nell alta pianura gli alvei dei corsi d acqua hanno il loro percorso inciso nei depositi principalmente ghiaiosi con locali depositi sabbiosi. La pendenza dei corsi d acqua diminuisce via-via proseguendo verso la bassa pianura. In questo settore le portate dei corsi d acqua aumentano per il contributo fornito dalla risorgenza in alveo e dagli affluenti di risorgiva. Infatti in questo settore si trovano i corsi di risorgiva che compaiono in corrispondenza della fasce delle risorgive. I corsi d acqua oramai sono ospitati da alvei incisi i terreni generalmente argillosi-sabbiosi, e la loro scarsa energia determinano la formazione di un fitto meandreggio che è presente fino alla foce. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE sotterranee Nel settore dell alta pianura, a causa della permeabilità dei depositi litologici costituiti dai conoidi di deiezione formati dai corsi d acqua che escono dalla zona 9

10 pedemontana le acque hanno buon gioco nell infiltrarsi in questi sedimenti costituiti prevalentemente da ghiaie e sabbie. La permeabilità di questo settore è così elevata che determina per tutti i corsi d acqua che la attraversano, compreso anche il corso del maggior fiume della regione il Tagliamento, un imponente dispersione delle acque sia verticale che orizzontale. E facile, quindi, vedere in questo settore alvei secchi, tranne nei periodi di maggior piovosità. Come conseguenza della permeabilità di questo settore le dispersioni delle acque fluviali associate a quelle meteoriche formano nel sottosuolo, a una profondità variabile tra i 150 e i 60 metri dal piano di campagna, una falda freatica che interessa tutta l alta pianura. Scendendo verso Sud e quindi verso la bassa pianura la permeabilità dei sedimenti diminuisce con conseguenza che il livello della falda freatica tende ad avvicinarsi sempre più alla superficie, fino all emergenza delle acque sotterranee in una fascia di zona che prende il nome di fascia delle risorgive. Una parte delle acque sotterranee continua la sua circolazione nella bassa pianura intrappolata tra substrati impermeabili che spingendosi verso profondità sempre maggiori producono l aumento della pressione idrostatica delle acque. La presenza di diversi substrati impermeabili a diverse profondità ha determinato lo sviluppo di più acquiferi artesiani. Nel sottosuolo, fino ad una profondità di 300 metri sono stati riconosciuti sette falde artesiane. Al di sotto di questi sistemi artesiani si posiziona uno strato di argille spesso 80 metri sotto il quale a una profondità compresa tra i 400 e i 600 metri sono state riconosciute altre tre falde caratterizzate da un deciso termalismo. Province idrogeologiche nella bassa pianura Utilizzando il chimismo delle acque di falda (freatica e artesiana fino a 230 metri di profondità), è stato possibile caratterizzare e suddividere la Pianura Friulana in sette distinte province idrogeologiche (Cucchi et al., 1998 e 1999) che procedendo da Ovest verso Est sono: 10

11 1 Alta pianura pordenonese 2 Bassa pianura pordenonese 3 Anfiteatro morenico e fascia meridionale immediatamente al piede 4 Alta pianura centro-orientale 5 Alta e Bassa pianura in destra e sinistra Tagliamento 6 Basa pianura centro-orientale 7 Fascia dei conoidi dei fiumi Torre, Natisone, Isonzo. Fig. 2 Distinzione in 7 province idrografiche della Pianura Friulana da Cucchi et al. (1999) ridisegnata. L apporto idrico alla pianura è fornito dalle portate di subalveo dei fiumi Livenza, Cellina, Meduna, Tagliamento, Torre, Natisone e Isonzo. Queste acque hanno una composizione chimica simile tranne per quelle del Tagliamento che sono caratterizzate da un elevato contenuto di solfati (Cucchi et al., 1998 e 1999). L area 11

12 interessata dalla maggior concentrazione di solfati risulta essere la 5 che è quella attraversata dal Tagliamento. Infatti, le acque del Tagliamento per le sue particolari caratteristiche chimiche influenza le falde artesiane con un tenore di solfati che varia diminuendo allontanandosi dall asse del Tagliamento. In particolare, il tenore dei solfati diminuisce più rapidamente procedendo verso ovest, mentre è più lenta verso est rispetto l asse del Tagliamento. Questo andamento è ben descritto nella carta di isoconcentrazione dei solfati (Cucchi et al., 1998 e 1999) dove si osserva che la distribuzione dei solfati tende ad allontanarsi di più dal corso del Tagliamento in riva sinistra rispetto la destra. Questo avviene perché le acque sotterranee del Tagliamento vengono a contatto ad Ovest con le acque disperse nel conoide Cellina- Meduna. In destra Tagliamento a est del basso Meduna sono rintracciabili tenori sufficiente importanti di solfati tali da essere attribuiti alle acque disperse dal Tagliamento, acque che rimpinguano tutti i corsi d acqua compreso il Meduna e che alimentano sia la falda freatica sia le falde in pressione (Cucchi et al., 1998). - - Diverse misurazione prese lungo il fiume Tagliamento registrano alti valori di SO 4 oltre a quella estrema di Arta Terme (1458 mg/l ) anche il valore rilevato a Ragogna di 141mg/l è chiaramente in relazione con la dissoluzione dei litotipi gessosi che affiorano nell alto bacino montano del fiume (Cucchi et al., 1998). Importate è osservare la diminuzione di questo valore che nella Bassa pianura si riduce a 110 mg/l a causa della dispersione in falda di una notevole parte dell acqua (Cucchi et al., 1998). I BACINI IDROGRAFICI Nella Regione del Friuli Venezia Giulia i principali bacini idrografici sono da Ovest verso Est quello del Livenza, del Tagliamento e dell Isonzo. Il principale corso d acqua della regione è quello del F. Tagliamento, segue il F. Livenza e infine l Isonzo. Di questi, l unico corso d acqua che si sviluppa interamente nella regione è 12

13 quello del Tagliamento, mentre la parte finale del Livenza è pertinente della regione Veneto e quella iniziale dell Isonzo si sviluppa in Slovenia. Di seguito è descritto in dettaglio il bacino idrografico del F. Tagliamento. Descrizione del bacino idrografico del Fiume Tagliamento Il bacino imbrifero del F. Tagliamento può essere distinto in una prima parte che si trova a monte della confluenza con il F. Fella e con una estensione areale di circa 1870 Kmq. La seconda si sviluppa nell area pedemontana fino alla confluenza con il torrente Cosa ed occupa una superficie di 610 Kmq. Infine la parte più a valle ha una caratterizzazione incerta a causa dei numerosi corsi d acqua che si sviluppano ai lati dell asta principale e in ogni caso quest area occupa all incirca una sessantina di Kmq. Pertanto l estensione complessiva del bacino è di 2560 kmq, inoltre, è il maggiore fiume fra quelli che sfociano nell Adriatico settentrionale. Esso nasce da sorgenti ubicate a quota 1195 m, sotto il Passo della Mauria, sulle pendici orientali del monte Miaron, inoltre, da questo riceve il primo tributario il torrente La Torre e successivamente dal Col Pioi il torrente Stabia. Fino al paese di Forni di Sopra il Tagliamento scorre in una valle incisa e in questo tratto riceve l apporto del T. Giaf. Successivamente il letto si fa più ampio, percorrendo una valle alluvionale fino a Forni di Sotto. Aggirando il M. Corno, nuovamente si incassa in una profonda valle fino a giungere a Socchieve. Successivamente, in riva sinistra riceve il primo importante contributo dal Lumiei dopo questa confluenza il Tagliamento prosegue nella conca di Villa Santina, dove incontra il suo maggior affluente del corso superiore il Degano e successivamente riceve le acque del Vinadia. L alveo oramai è molto ampio, in alcuni tratti fino a 1500 metri e assume la conformazione a canali intrecciati e nella zona della conca di Tolmezzo, riceve l apporto del But. Il suo corso continua fino a giungere alla base del grande conoide del F. Fella. Questo fiume è il maggior affluente del Tagliamento e il suo apporto fa aumentare quasi del doppio la portata del Tagliamento. 13

14 Un interessante caratteristica del percorso del F. Tagliamento e dei suoi principali affluenti lungo il tratto appena descritto è l attraversamento di formazioni geologiche caratterizzate da litotipi gessosi che a causa della loro solubilità influenzano la composizione chimica delle acque arricchendole di ioni solfato. I litotipi gessosi (facies evapotitiche) affiorano in diverse località lungo il percorso montano dell asta principale e in tutti e tre i principali affluenti, Lumiei, Degano e But. Questi litotipi sono compresi nella Formazione a Bellerephon del Permiano superiore, e nella Formazione di Railb del Carnico (Triassico superiore). Fig. 3 Ubicazione degli affioramenti gessosi lungo il corso montano del F. Tagliamento. Dopo la confluenza con il F. Fella, il Tagliamento aggira il M. San Simeone e procedendo verso Sud in prossimità di Venzone riceve il contributo del T. Venzonassa, mentre da riva destra riceve il T. Leale. Proseguendo il suo corso il 14

15 Tagliamento è costretto a deviare leggermente verso Ovest, e fiancheggiando l anfiteatro morenico del Tagliamento riceve il contributo del Ledra in prossimità dei rivoli di Osoppo e più a Sud in riva destra il T. Arzino, poi si insinua tra gli ultimi pendii meridionali delle Prealpi Carniche tra Pinzano e il M. San Pietro, in prossimità di Ragogna. Dopo la stretta di Pinzano, dove l alveo si riduce a un ampiezza di soli 150 metri, il Tagliamento continua distendendosi in un alveo ghiaioso molto permeabile che assorbe gran parte delle sue acque. Oramai il corso del Tagliamento si sviluppa nel settore dell alta pianura Friulana allargando il suo letto fino a 2 km. Nei pressi dell abitato di Gradisca il fiume riceve il contributo del torrente Cosa. La parte inferiore del corso del F. Tagliamento ha inizio in corrispondenza della fascia delle risorgive, vicino agli abitati di Codroipo e Casarsa e da questo momento la morfologia del Tagliamento è caratterizzata da un letto largo al massimo 150 metri e assume il caratteristico andamento meandriforme con portata costante e pendenza limitata. Il corso del fiume in località Da Ronchis raccoglie le acque di un corso di risorgiva, il Varmo e infine termina dopo 158 km nel mare Adriatico con una foce a delta bilobata con l ala occidentale leggermente più sviluppata di quella orientale che testimonia, dal momento della sua formazione risalente a circa 2000 anni, la costante prevalenza del trasporto litorale verso Ovest. Sottobacino del torrente Lumiei Il T. Lumiei nasce ai piedi del versante orientale del M. Tiarfin ed è caratterizzato da un alveo a tratti inciso in modo pronunciato fino al lago artificiale di Sauris. L ultimo tratto dell alveo del Lumiei prima di confluire nel Tagliamento presso l abitato di Socchieve è largo ed alluvionato. Sottobacino del torrente Degano Questo torrente nasce dalla confluenza di tre torrenti: il Fleons, l Avanza e il Bordaglia che vengono alimentati da sorgenti situate rispettivamente nei monti Peralba, Avanza e Fleons. Nella zona di Forni Avoltri riceve da Cima Sappada le 15

16 acque del T. Acqualena e quindi prosegue verso l abitato di Rigolato. Il suo percorso continua in una valle molto incisa fino a Comeglians, dove riceve il torrente Pesarina. In prossimità dell abitato di Ovaro il letto del Degano si allarga e prima dell abitato di Villa Santina, dove si unisce al Tagliamento, riceve il contributo del Chiarzò di Raveo. Sottobacino del torrente But Da una sorgente carsica che prende il nome di Fontanone di Timau alla quota di 889 metri ubicata sulle pendici sud-orientali del M. Coglians, nasce il torrente But. Dopo essersi unito con il Rio Collinetta le acque del But si disperdono nel letto ghiaioso e permeabile che anticamente ospitava il lago Moscato. Le acque ricompaiono tra Paluzza e Sutrio. Più a valle, presso l abitato di Cedarchis il torrente incontra l affluente Chiarzò. Dopo aver percorso la conca di Tolmezzo sfocia nel Tagliamento in un area caratterizzata da un ampio cono di deiezione. Sottobacino del fiume Fella Il fiume Fella con un percorso complessivo circa 50 km è il maggior affluente del F. Tagliamento nasce presso Caporosso, nelle vicinanze di Tarvisio. Numerosi sono gli affluenti che alimentano il Fella. Presso Ugovizza riceve il rio Uqua, a Pontebba il T. Pontebbana. In prossimità di Chiusaforte scorre in una profonda valle dove riceve in sinistra il T. Dogna e il Raccolana che nasce a Sella Nevea. Prima di giungere a Moggio riceve in destra il R. Simon, il R. Alba e il T. Aupa. Superato Moggio, riceve il T. Glagnò l ultimo affluente di una certa consistenza. Tra Amaro e Stazione per la Carnia il Fella confluisce nel Tagliamento. INDIVIDUAZIONE DEI LITOTIPI GESSOSI AFFIORANTI NELLE PROSSIMITA DEL FIUME TAGLIAMENTO E DEI SUOI MAGGIORI AFFLUENTI: LUMIEI, DEGANO E BUT 16

17 Il fiume Tagliamento è il corso d acqua più importante della Regione Friuli Venezia Giulia ed è il maggiore fra quelli che sfociano nell Adriatico settentrionale. Esso nasce da sorgenti ubicate a quota 1195 m, sotto il Passo della Mauria, sulle pendici orientali del monte Miaron. Dopo un percorso di circa 60 km riceve in sinistra il suo più grande affluente, il fiume Fella. Questo tratto del F. Tagliamento è caratterizzato dalla confluenza di importanti corsi d acqua tutti in sinistra e da Ovest verso Est quali: il Lumiei, il Degano e il But. Una interessante caratteristica del percorso del F. Tagliamento e dei suoi principali affluenti lungo questo tratto è l attraversamento di formazioni geologiche caratterizzate da litotipi gessosi che a causa della solo solubilità influenzano la composizione chimica delle acque arricchendole di ioni solfato. I litotipi gessosi (facies evapotitiche) affiorano in diverse località lungo il percorso dell asta principale e in tutti e tre i principali affluenti. Questi litotipi sono compresi nella Formazione a Bellerophon di età Permiano superiore e nella Formazione di Raibl, del Carnico superiore (Triassico superiore). Formazione a Bellerophon (parte alta del Permiano sup.). Questa formazione è caratterizzata nella parte bassa da litotipi gessosi che possono raggiungere spessori di 60 metri, alternati a livelli di dolomie nere che caratterizzano il Membro a gessi e dolomie nere che passa superiormente a calcari dolomitici, dolomie calcaree, subordinatamente a dolomie vacuolari e calcari che appartengono al Membro a dolomie e calcari neri. Lo spessore totale di questa formazione raggiunge i 350 metri (Vai et alii 2002). Formazione di Raibl (Carnico sup.). Sequenza trasgressiva caratterizzata da argille, gessi, dolomie cariate e brecce dolomitiche. Lo spessore di questa formazione varia da 300 a 800 metri, (Podda F., Ponton M. 1997; Vai et alii 2002). Settori dove affiorano i litotipi gessosi 17

18 Molti litotipi gessosi affiorano nelle vicinanze del F. Tagliamento e dei suoi tre principali affluenti, di seguito sono elencati per ognuno dei corsi d acqua gli affioramenti più significativi (fig. 3) Fiume Tagliamento Zona Forni di Sopra; calcari scuri e gessi della Fm. di Raibl. Zona Forni di Sotto; gessi della Fm. di Raibl, (Carulli et alii., 2000) Torrente Lumiei Zona Sauris di Sopra; gessi della Fm. a Bellerophon. Zona Sauris di Sotto; lenti di gessi della Fm. a Bellerophon e Fm. di Werfen Zona Ampezzo; gessi della Fm di Raibl, (Vai et alii 2002). Torrente Degano Zona Entrampo; cave di gesso che appartengono al membro a gessi e dolomie nere della Fm. a Bellerophon. Zona Enemonzo; dolomie evaporitiche e gessi appartenenti alla Fm. di Raibl. Questa zona è nota per la dissoluzione del substrato gessoso anche a causa delle oscillazioni della falda freatica che ha come conseguenza la formazione di ampie cavità che crollano per il carico dei sedimenti sovrastanti, (Vai et alii 2002). Torrente But e suo affluente Chiarzò Zona da Paularo a Paluzza (Val Pontaiba); tutta incisa nei gessi permiani della Fm. a Bellerophon. Zona Ligosullo - Forcella di Lius; livelli di gessi che per dissoluzione formano doline, Fm. a Bellerephon. Zona Noiaris; vaporiti con lenti di gessi della Fm. di Werfen. Zona Arta Terme; fonte di acqua solfato-calcio-magnesiaco-sulferea. 18

19 Zona a Nord di Tolmezzo; lungo la linea di Sauris (il più importante disturbo tettonico della Carnia) livelli di gessi permiani sovrascorsi su livelli evaporatici carnici. (Vai et alii 2002). Interessante è la misurazione di ione solfato dell acqua della Fonte Pudia di Arta - - Terme che ha registrato una concentrazione dello SO 4 di ben 1458 mg/l. (Cortecci e Dinelli, 2000). Questi autori hanno dimostrato che l alta concentrazione dello ione solfato nelle acque della fonte è da attribuire all attraversamento delle acque stesse di substrati gessosi appartenenti alla Formazione a Bellerophon. Bibliografia Carulli G.B., Cozzi A., Longo S., Pernarcic E., Podda F., Ponton M. (2000). Note illustrative alla carta geologica delle Prealpi Carniche. Museo Friulano di Storia Naturale. Publ. N.44. Udine. Cucchi F., Giorgetti F., Gemiti F., Massari G., Oberti S. (1998). Caratterizzazione geochimica delle falde acquifere della Pianura Friulana. Atti della Giornata Mondiale dell Acqua. Acque sotterranee: Risorsa Invisibile Roma, 23 marzo 1998, pp Cucchi F., Massari G., Oberti S. (1999). Il chimismo delle falde freatiche e artesiane della pianura friulana. Atti del Museo Carsico Geologico e Paleontologico di Monfalcone. Quaderno 7, pp Cucchi F., Massari G., Oberti S. (1999a). Fluttuazioni della falda freatica nell Alta Pianura Friulana. Gortania. Atti del Museo Friulano di Storia Naturale. V. 21, pp Cortecci G., Dinelli E. (2000). Chemical and isotopic analyses of the Acqua Pudia groundwater from from Arta Terme (Carnia, north-eastern Italy). Miner. Petrog. Acta. Vol.XLIII, pp

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