COMUNE DI ALBESE CON CASSANO (CO)

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1 COMUNE DI ALBESE CON CASSANO (CO) INDIVIDUAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE Di competenza comunale ai sensi della Del. G.R. n. 7/7868 del 25 /01/02 AREA Studi Ambientali dott. geol. Alessandro Ciarmiello Via Cavallina 13a Faloppio (CO) Tel Fax Faloppio, febbraio

2 DETERMINAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE IN ATTUAZIONE DEL TRASFERIMENTO DELLE FUNZIONI RELATIVE ALLA POLIZIA IDRAULICA DI CUI ALLA D.G.R. 25 GENNAIO 2002 N. 7/ INTRODUZIONE La D.G.R. n 7/7868 stabilisce che le funzioni concernenti la manutenzione dei corsi d acqua appartenenti al reticolo minore saranno esercitate dai Comuni e dalle Comunità Montane a partire dalla data di pubblicazione del provvedimento (BURL 15/02/02) ed inoltre provvede a trasferire ai Comuni o alle C. M. le funzioni riguardanti la realizzazione di opere di pronto intervento. Il citato provvedimento richiede che i Comuni definiscano il reticolo idrico di loro competenza entro un anno dalla pubblicazione della delibera sul B.U.R.L. In funzione di quanto sopra l Amministrazione Comunale di Albese con Cassano ha attivato, contemporaneamente all analisi della componente geologica a supporto nella pianificazione urbanistica (ex-l.r. 41/97), lo studio per la determinazione del reticolo idrico minore con la valutazione dello stato dei luoghi e delle principali peculiarità idrogeomorfologiche. L allegato A della d.g.r. individua il reticolo idrico principale, per i cui elementi la competenza resta in carico ad Enti superiori; con l allegato B si forniscono i criteri minimi per la determinazione degli elementi del reticolo idrico, qualora l elemento idrografico sia indicato come demaniale nelle carte catastali o secondo normative vigenti, o sia stato oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici o sia rappresentato come corso d acqua nelle cartografie ufficiali (IGM, CTR). Per il comune di Albese con Cassano, pertanto, il Torrente Cosia appartiene al reticolo principale, mentre tutti gli altri corsi d acqua appartengono al reticolo idrico minore. 2

3 2. METODOLOGIA DI LAVORO Lo stato di fatto a livello idrografico e idrogeomorfologico è stato rilevato in occasione del presente studio in tutto il territorio comunale mediante sopralluoghi diretti. Per le sezioni significative è stata rilevata anche una documentazione fotografica. La posizione dei principali scarichi e altri elementi del reticolo sono stati dedotti dall analisi della cartografia allegata allo studio [1], fornito dall Amministrazione Comunale. Gli elementi acquisiti sono stati riportati nella specifica cartografia (Tavola 2.4). Per la parte di pianura la carta è stata redatta sulla base aerofotogrammetrica esistente (scala 1:5000); per la parte montana non essendo disponibile tale base è stata utilizzata la C.T.R. 1: con ingrandimento alla scala di 1: Ne è derivata una base sufficiente per gli scopi del presente lavoro, ma carente dal punto di vista grafico. Le situazioni meritevoli di attenzione sono state evidenziate nelle schede fotografiche riportate in allegato. 3

4 3 - STUDIO DEL RETICOLO IDROGRAFICO INDIVIDUAZIONE DELLE FASCE DI RISPETTO In questa sezione vengono riprese (e integrate) alcune informazioni capitolo relativo all idrografia dalla relazione dello studio geologico del territorio comunale ai sensi della L.R. n.41/97, in quanto i due studi sono stati effettuati contemporaneamente. Le carte di inquadramento attinenti ai contenuti di questa sezione sono le Tavole 1.2 e Elementi del reticolo idrico principale Come accennato sopra, l unico elemento compreso nel reticolo principale, in comune di Albese, è rappresentato dal T.Cosia. Nella seguente tabella se ne riportano le caratteristiche tratte dall Allegato A alla DGR in oggetto. NUME- DENOMINA- COMUNI FOCE O TRATTO N. ISCR. RAZIONE ZIONE INTERESSATI SBOCCO CLASSIFICA-TO ELENCO PROGRES- COME ACQUE SIVA PRINCIPALE PUBBLI- CHE Albavilla, Albese con Lago di Como Dallo sbocco alla CO029 T.Cosia Cassano, Tavernerio, diga di Leana 242 Como Tutto il tratto del Cosia in comune di Albese è classificato come reticolo principale; questo tratto comprende una parte relativamente piana, caratterizzata da possibile espansione delle piene e da erosioni spondali, e una parte a pendenza maggiore, che scorre invece in uno stretto canyon. Il canyon sbocca, a valle, in comune di Tavernerio. Tratto a lieve pendenza: (dalla zona di Roccolo del Curato alla sezione a S della quota con rif. alla CTR) si tratta di un tratto di alveo caratterizzato da fenomeni di sovralluvionamento e di erosione spondale. Il tratto montano del T.Cosia infatti è caratterizzato da un elevato trasporto solido che comprende materiali in prevalenza calcarei di varia granulometria, oltre che materiale flottante (alberi, tronchi, radici, ecc) derivato dall erosione dei versanti. Una notevole sorgente di alimentazione di materiale solido è costituita dai dissesti e dall erosione della copertura superficiale presenti in corrispondenza della Bocchetta di Molina. 4

5 Tratto a maggiore pendenza: (dalla sezione a S della quota con rif. alla CTR- a Madonna delle Guardia) In questo tratto non è presente sovralluvionamento a causa dei ripidi versanti vallivi che costringono il Cosia in uno stretto Canyon. Sono però possibili fenomeni di erosione spondale; il canyon è inoltre potenzialmente soggetto al pericolo di occlusione da detriti. Tali detriti possono derivare sia da fenomeni di trasporto solido (vedi oltre) sia da scivolamento della coltre superficiale sui ripidi versanti sovrastanti l alveo. La zona di rispetto è stata caratterizzata dal punto di vista geomorfologico e delimitata in base ai possibili fenomeni che possono verificarsi nei due tratti sopra menzionati; non sono state di conseguenza effettuate valutazioni idrauliche della massima piena prevedibile. Del resto tali valutazioni sono già state effettuate nello studio [1]. In tale studio si evidenzia, in particolare, che l assenza di centri abitati nel tratto montano del Cosia rende poco significativo il calcolo del livello della massima piena prevedibile, in quanto gli eventuali danni di una piena sarebbero causati (a valle del comune di Albese) dall elevato trasporto solido. Tale trasporto è stato stimato, sempre con riferimento allo studio [1], in circa m3 come quantitativo di materiale detritico medio annuo trasportato alla sezione d'interesse. Nello studio [1] e anche nel precedente ns. studio [2] si rileva che il principale problema del tratto montano del T.Cosia è quello del trasporto del materiale (tronchi d albero, rami, materiali vari) durante le piene: tali oggetti possono causare ostruzioni che ostacolano il libero deflusso idrico, innescando in seguito a successivo crollo, possibili ondate di piena. Si rimanda, a tale proposito, a quanto già evidenziato negli studi [1], [2]. La delimitazione della fascia di rispetto del Cosia è riportata nelle Tavole 2.3 e Elementi del reticolo idrico minore Nella parte settentrionale del comune il drenaggio degli affluenti dei torrenti principali è di tipo dendritico. Si tratta di corsi d'acqua di modesto sviluppo longitudinale. La rete idrografica ha complessivamente un carattere torrentizio, cioè molti corsi d'acqua sono attivi solo nei periodi di massima piovosità e rimangono in secca durante l'estate (e anche durante i periodi di prolungata siccità invernale). Le valli laterali hanno un caratteristico profilo a V che testimonia un tipo di erosione tipicamente fluviale; si hanno pertanto pendenze elevate sui fianchi vallivi. 5

6 La caratteristica saliente (e importante ai fini del presente studio) di tutto il reticolato idrografico è rappresentata dagli esigui tempi di corrivazione delle acque e dalla estrema discontinuità di portata dei torrenti. Le oscillazioni tra periodi di piena e magra sono infatti molto marcate. Nei nostri rilievi in condizioni di magra abbiamo osservato numerosi torrenti completamente in secca (anche se non è da escludere una circolazione idrica di subalveo), mentre in condizioni di piena sono state osservate portate rilevanti. Come per il corso del Cosia, la vulnerabilità del sistema idrografico, nel tratto montano, è quindi strettamente legata ad eventi pluviometrici intensi, che mobilizzano un elevato ruscellamento superficiale e innescano (con tempi di risposta più lunghi) l alimentazione sotterranea carsica. I tempi di corrivazione limitati (inferiori all ora) sono legati alla notevole pendenza delle aste torrentizie e ad una limitata infiltrazione. L azione della vegetazione, che come è noto limita il ruscellamento superficiale, è limitata alle zone boscate. I ridotti spessori della coltre di depositi superficiali possono determinare, in alcuni casi, la rapida saturazione del terreno favorendo quindi il ruscellamento. E quindi prevedibile, in occasione di eventi pluviometrici di una certa intensità, un notevole carico idraulico delle aste fluviali, con incremento rapido della portata e della velocità di scorrimento delle acque. Ne deriva una notevole energia dei corsi d acqua che riescono a mobilizzare detrito derivato dai fenomeni di erosione sul substrato calcareo, unitamente a materiali fini derivati invece dal trascinamento di elementi della coltre superficiale. La probabilità di innesco di colate di detrito (o miste di fango e detrito) è quindi elevata. Unitamente al trasporto di elementi lapidei e di sedimenti è probabile anche la mobilizzazione di elementi derivanti dalla copertura vegetale (rami, tronchi, ecc) vista la densa copertura boschiva presente in quasi tutto il versante. 6

7 T.Valloni Il corso d'acqua più importante -appartenente al reticolo minore- è senza dubbio il Torrente Valloni, che presenta un decorso in direzione Nord-Sud. La zona di sorgente del T.Valloni è situata a circa 1100 m di quota, a sud della vetta del M.Bollettone. N.ELENCO DENOMINA- COMUNI FOCE O TRATTO ACQUE ZIONE INTERESSATI SBOCCO CLASSIFICA- PUBBLICHE TO 247 T. Valloni Albese con Cassano T.Cosia Dallo sbocco a Km. 2,00 a monte della confluenza di Val Rondina A proposito di tale torrente valgono le medesime considerazioni già espresse sopra per quanto riguarda il trasporto solido e i fenomeni di piena. Si distinguono due tratti: Zone di versante: in tali zone si ha la presenza di fenomeni erosivi spondali e una forte azione di scavo. Zona di fondovalle: (fino alla confluenza con il Cosia in corrispondenza del Roccolo del Curato): è caratterizzata da fenomeni di erosione spondale e di limitata espansione laterale. In tale tratto il Valloni risulta incanalato e delimitato da versanti (in riva destra) e dall argine su cui trova sede la strada forestale (in riva sinistra). Il tratto è caratterizzato dalla presenza di briglie atte al contenimento (almeno parziale) del materiale solido che il Valloni trasporta in grande quantità verso valle durante le piene. La zona di rispetto è stata caratterizzata dal punto di vista geomorfologico ed è stata stabilita in una fascia di 10 m dal limite morfologico dell alveo. 2. Torrenti a N dell abitato di Albese I ns. recenti rilievi (mese di febbraio 2003) non hanno evidenziato variazioni rilevanti rispetto alle vulnerabilità già note ed esposte nei ns. studi precedenti. 7

8 Gli eventuali fenomeni di dissesto, in questa parte del reticolato idrografico, sono localizzabili allo sbocco del tratto montano ad elevata pendenza di questi torrenti, che attraversano il centro abitato di Albese con tratti tombati. In corrispondenza delle sezioni di tombinatura possono quindi verificarsi modesti fenomeni di alluvionamento, in occasione di eventi pluviometrici particolarmente intensi. Calcoli eseguiti sulle sezioni, in occasione del ns. precedente studio [2] hanno permesso di identificare le sezioni a ns. avviso vulnerabili, sulle quali sono da predisporre interventi di allargamento e messa in sicurezza. Queste sezioni sono evidenziate nella carta allegata (Tavola 2.4) con apposita simbologia. La zona di rispetto è stata caratterizzata dal punto di vista geomorfologico ed è stata stabilita in una fascia di 10 m dal limite morfologico dell alveo. 3. Rogge della Piana di Albese Come è noto, in occasione di eventi pluviometrici intensi, si verifica l esondazione delle rogge nella zona della Piana di Albese. I tratti in cui si sono verificate in passato esondazioni sono riportati nella carta geomorfologica e in quella di sintesi (allegati allo Studio Geologico del territorio comunale ai sensi della L.R.41/97); tali tratti sono essenzialmente ubicati in corrispondenza della Via Montorfano e nei pressi del campo pozzi di Bosco da Zara. Quest ultima area appare, a causa della presenza di numerosi pozzi idropotabili che servono vari comuni (Orsenigo, Albese, Tavernerio) particolarmente vulnerabile alle esondazioni. La modesta arginatura tracciata lungo la roggia, deve essere a ns. avviso rinforzata e la sezione deve essere calcolata con tempi di ritorno di 100 anni. Lungo la Via Montorfano i problemi di esondazione sono accompagnati dal pessimo stato qualitativo delle acque che è stato rilevato durante i nostri sopralluoghi, con presenza di melme oleose, solventi e altri agenti inquinanti nell acqua della roggia. La vasta area industriale realizzata in adiacenza al Montorfano ha ovviamente diminuito i tempi di corrivazione e accresciuto le problematiche di smaltimento delle acque. In quest area l esondazione della roggia è legata soprattutto alla bassa permeabilità del substrato; il problema del contenimento dell esondazione deve essere affrontato sulla base di una adeguata arginatura. Per maggiori dettagli e per dati quantitativi sulla portata delle singole rogge si rimanda allo studio [1]. 8

9 La zona di rispetto è stata caratterizzata dal punto di vista geomorfologico ed è stata stabilita in una fascia di 10 m dal limite morfologico dell alveo. Nei tratti tombati la fascia di rispetto è stata ridotta a 4 m dall asse del condotto in modo da consentire, in ogni caso, l accesso e la manutenzione. Nelle aree di possibile esondazione la fascia di rispetto è stata invece ampliata come risulta dall elaborato cartografico allegato alla presente relazione (Tavola 2.4). 3-CONTROLLO E MONITORAGGIO MANUTENZIONE DEGLI ALVEI Per tutti gli alvei torrentizi si consiglia una costante azione di monitoraggio e prevenzione volta a mantenere pulito il fondo dell alveo da tutti quei materiali che le piene trasportano e accumulano (materiale vegetale come rami, tronchi e detriti). Verifiche periodiche dello stato degli argini e delle sponde, in particolare nelle zone segnalate sopra, potranno individuare segni di instabilità e permettere eventualmente un rapido ripristino evitando maggiori pericoli di esondazione. Per quanto riguarda la zona montana è da segnalare il pericolo di occlusione del canyon di scorrimento del Cosia tra la zona piana di fondovalle e il comune di Tavernerio. In tale tratto sarebbe a ns. avviso importante predisporre un apparato di telecontrollo dello stato dell alveo da utilizzare in caso di piena. Per quanto riguarda le zone di pianura sono da prevedersi le seguenti azioni: 1- Controllo dello stato qualitativo delle acque: poiché in alcuni casi (segnalati sopra) è stato evidenziato il pessimo stato qualitativo delle acque, è da prevedersi un monitoraggio attento con segnalazione alla ASL competente di eventuali abusi e di scarichi non conformi alla normativa vigente. 2- Controllo periodico delle sezioni di tombinatura dei torrenti allo sbocco dei tratti montani e loro costante pulizia. 3- Verifica del dimensionamento dell arginatura della roggia nei pressi del campo pozzi. Calcoli idraulici (sulla base di un tempo di ritorno di 100 anni) ed eventuale ridefinizione degli argini stessi. 4- Verifica delle sezioni della roggia nei pressi della via Montorfano ed eventuale ridimensionamento dell alveo. 9

10 DETERMINAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE REGOLAMENTO DEL COMUNE DI ALBESE CON CASSANO ATTUAZIONE DELLE COMPETENZE IN MATERIA DI POLIZIA IDRAULICA 1. PREMESSA In attuazione della D.G.R. n 7/7868 il Comune di Albese con Cassano ha proceduto alla determinazione del reticolo idrico minore di propria competenza. Ciò permette di individuare, in funzione della normativa vigente, fasce di rispetto delle aste torrentizie e aree vulnerabili legate al regime dei corsi d acqua, all interno delle quali trova applicazione la regolamentazione comunale relativa alla tipologia ed entità degli interventi ammessi, o al contrario non consentiti, nelle aree pertinenziali agli elementi del reticolo. Il presente regolamento definisce criteri per l esercizio dell attività di Polizia Idraulica, intesa come attività di controllo degli interventi di gestione e trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici. Si sottolinea, inoltre, che negli ambiti oggetto della presente regolamentazione, si dovrà prestare particolare attenzione alle normative attualmente vigenti che riguardano i settori di difesa del suolo (in particolare derivate dal Piano di Assetto Idrogeologico e dallo studio geologico di supporto al P.R.G. ex L.R. 41/97e della tutela delle acque da forme di inquinamento, così come gli indirizzi e le attuazioni del Piano Regionale di Risanamento delle Acque. 2. DEFINIZIONI Le zone e le fasce di rispetto del reticolo idrico, così come individuate in cartografia, presentano delle particolarità idrogeologiche, idrografiche, idrauliche e ambientali differenti e di seguito descritte: Fascia di rispetto del reticolo idrico principale: in tale fascia sono compresi gli ambiti di rispetto dei corsi d acqua principali, definiti dal provvedimento regionale emanato con d.g.r. n 7/7868, allegato A. 10

11 Fascia di rispetto del reticolo idrico minore: ambito di rispetto del reticolo idrico minore come determinato in applicazione dei criteri della d.g.r. n 7/7868, allegato B. Zona A: di vulnerabilità idraulica, sono aree dove si sono verificati fenomeni di espansione fluviale, di inondazione e, più in generale, problematiche legate ad avversi fenomeni atmosferici e di piena dei corsi d acqua. Sono altresì aree con potenzialità all esondazione dei corsi d acqua comprendenti zone a rischio di inondazione a danno di attività urbane o agronomico-silvestri, e situazioni di vulnerabilità del sistema ambientale in funzione del regime dei corsi d acqua. 3. REGOLAMENTAZIONE DELLE ATTIVITA NELLE FASCE DI RISPETTO ATTUAZIONE DELLE COMPETENZE IN MATERIA DI POLIZIA IDRAULICA Nelle fasce di rispetto dei corsi d acqua, riportate nell allegata cartografia, trovano applicazione le seguenti norme anche in funzione del R.D. 523/1904 e del D.Lgs.152/99: Art. 1 - Attività vietate: a) Occupazione o riduzione della sezione dei corsi d acqua anche temporanea attraverso la deposizione di materiale o ramaglia, l occupazione o la riduzione delle aree di espansione e di divagazione dei corsi d acqua e la traslazione dell alveo. b) Nuove edificazioni e movimenti di terra in una fascia non inferiore a 10 m dal ciglio di sponda, intesa quale «scarpata morfologica stabile», o dal piede esterno dell argine per consentire l accessibilità al corso d acqua. c) Copertura dei corsi d acqua ai sensi del d. lgs. 152/99 art. 41. d) Posizionamento di infrastrutture longitudinali in alveo che riducano la sezione. Accertata l impossibilità di diversa localizzazione le stesse dovranno essere interrate. e) Realizzazione di recinzioni continue e permanenti ad esclusione di recinzioni amovibili tali da consentire l accesso al corso d acqua. Potranno essere realizzate recinzioni confinali con la fascia di rispetto solo se realizzate in maniera discontinua, lasciando libero un passaggio per una distanza di almeno 4.0 m per consentire le normali operazioni di pulizia del corso d acqua. Le recinzioni potranno 11

12 essere realizzate per tratti di lunghezza massima di 40.0 m. Nel caso una proprietà risultasse di lunghezza superiore a 40.0 m si dovrà provvedere alla realizzazione di un passaggio di larghezza sempre di almeno 4.0 m. Art. 2 - Attività consentite: a) Interventi che non siano suscettibili di influire né direttamente né indirettamente sul regime del corso d acqua. b) Difese radenti (senza restringimento della sezione d alveo e a quota non superiore al piano campagna), realizzate in modo tale da non deviare la corrente verso la sponda opposta né provocare restringimenti d alveo o situazioni di dissesto. Tali opere dovranno avere pendenze e modalità costruttive tali da permettere l accesso al corso d acqua: muri spondali verticali o ad elevata pendenza saranno consentiti unicamente nel centro abitato, o dove non siano possibili alternative a causa della limitatezza delle aree disponibili. c) Interventi per la regimazione idraulica e la riqualificazione ambientale ed idrogeologica locale realizzati in modo da non deviare la corrente verso la sponda opposta né provocare restringimenti dell alveo o dell area di espansione. d) Attraversamenti (ponti pedonali e carrabili, accessi alla viabilità interponderale, gasdotti, fognature, tubature e infrastrutture a rete in genere) solo se soddisfatta la valutazione di compatibilità idraulica con tempi di ritorno di almeno 100 anni. Art. 3 - Autorizzazione per interventi nella fascia di rispetto. Le operazioni consentite all interno delle fasce di rispetto del reticolo idrografico minore, potranno essere autorizzate dal Comune dopo approvazione del progetto esecutivo, redatto anche in funzione delle direttive regionali di ingegneria naturalistica, che deve contenere la seguente documentazione: - Corografia, estratto mappa. - Planimetria quotata in m s.l.m. dell area di intervento (in scala indicativa 1:200/1:500). - Sezioni trasversali quotate e profilo longitudinale alveo. - Particolari progettuali in scala adeguata. - Prospetti e simulazioni ambientali con documentazione fotografica. - Studio idrogeologico con i seguenti contenuti (con specifico riferimento allo studio geologico del territorio comunale ai sensi della L.R.41/97): 12

13 N1. Valutazione della capacità portante del terreno in relazione con l influenza diretta dell opera N3. Valutazione della posizione degli scarichi delle acque meteoriche al fine di evitare erosione lineare concentrata allo sbocco degli stessi. N4. Indagini in sito e/o in laboratorio se previste in base al DM LL.PP (indagini geognostiche) finalizzate alla determinazione dei parametri geotecnici del terreno (angolo di attrito interno e coesione). N8. Analisi idrologica di dettaglio del corso d'acqua con determinazione della portata di massima piena con tempo di ritorno di 100 anni. Verifica di compatibilità della portata in rapporto alle sezioni idrauliche del corso d'acqua adiacente alle opere in progetto. Eventuale definizione delle opere di arginatura-mitigazione del rischio. N9. Valutazione della stabilità delle sponde torrentizie o degli argini in relazione con l influenza diretta dell opera. - Relazione agronomico forestale (per l ambito naturale boscato). Si ricorda che il franco minimo rispetto al livello della massima piena prevedibile con tempo di ritorno di 100 anni è pari ad 1 m. Per i corsi d acqua e le opere di minore importanza il franco potrà essere ridotto ad un valore pari al 20% del battente idrico corrispondente al livello di massima piena, anche sulla base delle indicazioni dei funzionari preposti all istruttoria della pratica. In particolare gli attraversamenti con luce superiore a 6 m dovranno essere realizzati secondo la direttiva dell Autorità di Bacino Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, (delibera Autorità di Bacino n. 2/99). È facoltà del comune, nelle competenze esercitate per il reticolo minore, richiederne l applicazione, in tutto o in parte, anche per manufatti di dimensioni inferiori. In ogni caso i manufatti di attraversamento non dovranno restringere la sezione mediante spalle e rilevati di accesso, avere l intradosso a quota inferiore al piano campagna e ridurre la pendenza del corso d acqua mediante l utilizzo di soglie di fondo. Qualora realizzati al di sotto dell alveo dovranno essere posti a quote inferiori a quelle raggiungibili in base all evoluzione morfologica prevedibile, e dovranno comunque essere adeguatamente difesi dalla possibilità di erosione da parte del corso d acqua. 13

14 Art. 4 - Autorizzazione degli scarichi nei corsi d acqua. Il comune autorizza gli scarichi nei corsi d acqua e ne valuta la compatibilità in termini di quantità di acque recapitate. In generale dovrà essere verificata, da parte del richiedente l autorizzazione allo scarico, la capacità del corpo idrico a smaltire le portate scaricate. I limiti di accettabilità di portata di scarico sono i seguenti: 20 l/s per ogni ettaro di superficie scolante impermeabile, relativamente alle aree di ampliamento e di espansione residenziali ed industriali. 40 l/s per ettaro di superficie scolante impermeabile relativamente alle aree già dotate di pubbliche fognature. Il manufatto di recapito dovrà essere realizzato in modo che lo scarico avvenga nella medesima direzione del flusso e dovrà prevedere accorgimenti tecnici (quali elementi di dissipazione dell energia o manufatti di protezione) per evitare l innesco di fenomeni erosivi del corso d acqua. Art. 5 - Disciplina delle zone A. Nelle zone A, distinte in cartografia, sono consentite le normali attività umane secondo le leggi vigenti. In sede di pianificazione urbanistica sono da promuovere interventi tesi a ridurre l impermeabilizzazione delle superfici. Per la normativa di fattibilità geologica si rimanda allo Studio Geologico in applicazione della L.R. 41/97 (aree 3c nella Carta di Fattibilità e delle Azioni di Piano). Art. 6. Ripristino di corsi d acqua a seguito di violazioni in materia di polizia idraulica In caso di realizzazione di opere abusive o difformi da quanto autorizzato, la diffida a provvedere al ripristino potrà essere disposta con apposita Ordinanza Sindacale ai sensi dell art. 14 della legge 47/85. Art. 7. Canoni di polizia idraulica I canoni di polizia idraulica sono stati definiti con l allegato C della d.g.r. 7/7868. Per assicurare le funzioni di cui all art. 3, comma 114, della l.r. 1/2000, e dare attuazione al trasferimento ai Comuni delle funzioni relative alla polizia idraulica 14

15 concernenti il reticolo idrico minore, i proventi derivati dall applicazione dei canoni sono introitati dal Comune e utilizzati per le spese di gestione delle attività di polizia idraulica. Alla Comunità Montana Triangolo Lariano, a cui spetta la manutenzione dei corsi d acqua, dovrà essere riconosciuta una percentuale degli importi introitati pari ad almeno il 50%. L applicazione di canoni di polizia idraulica è prevista per i seguenti casi: - attraversamenti aerei, linee tecnologiche e linee elettriche: - linee telefoniche; - grosse teleferiche, seggiovie e funivie; - piccole teleferiche; - ponte canale; - altro attraversamento aereo; - attraversamento in sub-alveo di linee tecnologiche: - linee elettriche - linee telefoniche - acquedotti - fognature - gasdotti - metanodotti - cunicoli tecnologici - sottopassi, sifoni - altro - manufatti posizionati su terreno demaniale o in alveo in senso longitudinale al corso d acqua; - viabilità: - passerella o ponticello ciclopedonale o pedonale - ponte carreggiabile - guadi, selciatoni con traversa di fondo o manufatti e opere artificiali - Viabilità sotterranea: 15

16 - sottopassaggio pedonale - sottopassaggio carreggiabile - tombinatura intesa come copertura dell attraversamento del corso d acqua ai fini viabilistici - viabilità arginale comprese le rampe di accesso - Concessione per sfruttamento integrale, sfalcio erbe e taglio piante - Scarichi acque - acque meteoriche e scarichi di fognature da parte di privati - scolmatori troppo pieni acque fognarie - acque fognarie provenienti da depuratori gestiti da Enti pubblici - acque industriali o provenienti da depuratori o da impianti fognari gestiti da privati - acque per attività proprie dell imprenditore agricolo Occupazioni di aree demaniali: - pertinenze idrauliche per uso pioppicoltura - posa di bilancioni di pesca in riva i corsi d acqua - posizionamento di cartelli pubblicitari o simili - appostamenti fissi di caccia - occupazione temporanea di area demaniale per uso turistico, ricreativo o agricolo - muri di contenimento e difese spondali - occupazioni area demaniale in aree protette - occupazione di area demaniale per interventi di ripristino e recupero ambientale realizzati da enti pubblici ai fini del rimboschimento. Art. 8. Concessioni per opere destinate alla derivazione idrica La concessione alla derivazione idrica di acque superficiali appartenenti al reticolo idrico minore è di competenza della Provincia. La concessione per le opere accessorie (caselli di presa, canali, ecc) realizzati in area demaniale è di competenza del Comune e i relativi canoni sono stabiliti dall All. C alla DGR 7/

17 Art. 9. Autorizzazione paesistica In relazione a quanto stabilito dall All. B alla DGR 7/7868, qualora l area oggetto di intervento ricada in zona soggetta a vincolo paesistico il richiedente dovrà presentare apposito atto autorizzativo rilasciato dalla competente D.G. della Regione Lombardia, o se l opera rientra tra quelle sub-delegate, dagli Enti competenti individuati dalla L.R. 18/97 e dalle successive modificazioni. Art. 10 Procedure per concessioni in caso di interventi ricadenti nel demanio In caso di necessità di definire o modificare le aree demaniali si farà riferimento alle procedure elencate all Art. 9 della Dgr. N. 7/7868 del 25 gennaio Faloppio, 28 febbraio 2003 Dott. geol. Alessandro Ciarmiello Ha collaborato al presente studio. Dott. Luca Fontana 17

18 BIBILIOGRAFIA 1. Studio Paoletti Studio sul reticolo idrografico dei comuni di Albese con Cassano, Montorfano e Orsenigo, Milano AREA Studi Ambientali dott. geol. Alessandro Ciarmiello dott. geol. Vittorio Bruno Piano di Emergenza Comunale, Faloppio, Normativa di riferimento: L.R. 41/97 direttiva di applicazione; DGR n.7/7365; DGR n.7/7868 del

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