Marino Contu. Direttore Associazione Regionale Allevatori della Sardegna. Sassari, 21 giugno 2013 Aula Magna Dipartimento di AGRARIA
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1 La qualità del latte ovino in Sardegna. Analisi e prospettive. Marino Contu Direttore Associazione Regionale Allevatori della Sardegna Sassari, 21 giugno 2013 Aula Magna Dipartimento di AGRARIA Giornata di studio Aspetti Finanziari del Mercato del Latte e del Formaggio Ovino in Sardegna
2 Nell'introdurre la mia relazione vorrei sottolineare come, - nonostante le crisi più o meno gravi che il settore vive ciclicamente; - i dibattiti pubblici che si susseguono nel tempo e nei quali si discute come superare le maggiori o minori difficoltà che il settore incontra; - i convegni in cui si cercano le soluzioni possibili, sia tecniche che politiche, l'allevamento ovino in Sardegna mostra una capacità intrinseca a sopravvivere ed il comparto lattiero caseario continua a resistere a crisi ripetute. In definitiva l'intera filiera riesce, in qualche modo, ad auto rigenerarsi e ad essere vitale. Nei fatti la produzione di latte ovino rimane una delle principali attività presenti in Sardegna, attività senza la quale sarebbe difficile pensare ad un futuro economico solido per la nostra Isola e per i singoli territori. In questo contesto l'assistenza tecnica svolge, a mio parere, un ruolo non marginale e non banale aiutando attivamente chi vuole costruire il proprio futuro sull'allevamento ovino da latte. Brevemente alcuni numeri. L'A.R.A.S. con il piano di assistenza tecnica ed i suoi circa trecento dipendenti, 240 assistenti tecnici (agronomi e veterinari) e 40 operatori di laboratorio, segue la quasi totalità delle aziende ovine e caprine della Sardegna. L'assistenza riguarda, in particolare a partire dal 15 settembre 2011, circa beneficiari tra le aziende ovine e caprine partecipanti al programma regionale sul benessere animale (Programma inserito all'interno del PSR della regione Sarda). A circa il 50% di queste aziende viene inoltre fornita la consolidata assistenza zootecnica e sanitaria che l'a.r.a.s. gestisce, da ormai 30 anni, su mandato della Regione Autonoma della Sardegna. Presentazione e commento dati storici: tabelle e grafici dal 2000 al 2012 La qualità del latte ovino sardo è cresciuta notevolmente nel corso del tempo se pensiamo che nel 1990 il dato medio aritmetico della carica microbica totale si aggirava attorno ai 6,2 milioni di germi per ml e che lo scorso anno il dato, espresso nello stesso modo, si è più che dimezzato. L impegno del servizio di assistenza tecnica e soprattutto degli allevatori è stato ripagato dai risultati, che andiamo ad illustrare.
3 L impegno economico e quello di risorse strumentali e di personale nel monitoraggio continuo della qualità del latte si evince dal numero di campioni di latte ovino analizzati nell ambito del piano qualità latte (altri campioni vengono eseguiti al di fuori di detto piano). La numerosità annua oscilla tra i 108 mila campioni del 2005 e i 139 mila del 2009 e 2012, al netto dei campioni, normalmente scartati per anomalie relative ai vari parametri, causate da campionamenti errati che non li rendono rappresentativi del latte massale. Per il grasso si osservano oscillazioni annue anche forti, legate in gran parte all andamento climatico e con esso alla composizione quanti-qualitativa delle razioni alimentari; ma un altra fonte di variazione importante, che potrebbe aver determinato soprattutto la riduzione del rispetto al 2011, potrebbe consistere nel campionamento, che, grazie alla fornitura, da parte della RAS a tutti i caseifici sardi, di nuovi lattoprelevatori automatici, consente una preparazione di campioni più omogenei e rappresentativi dell intera massa. La media di 6,45% del 2012 e quella provvisoria di 6,38% del 2013 rappresentano i valori più bassi in assoluto del periodo descritto.
4 Nel corso degli anni esaminati il trend del contenuto proteico del latte appare in diminuzione, quali sono le possibili cause? Probabilmente, almeno negli ultimi 7 anni (periodo di gestione delle misure a favore del benessere animale) la riduzione va collegata ad un miglioramento dello stato sanitario delle mammelle e pertanto ad una diminuzione della proteina ematica nel latte. Quanto affermato può essere in parte confermato dall andamento del contenuto in caseine che mostra una riduzione progressiva ma meno accentuata evidenziando un rapporto caseine/proteina via via crescente nel tempo.
5 Il rapporto tra la caseina e la proteina totale del latte mostra un andamento nel complesso positivo, se nel 2004 le caseine rappresentavano il 77,78% della proteina totale nel 2013 arrivano al 78,93% superando di oltre un punto percentuale il valore iniziale con un minimo nel 2005 di 77,49% ed un massimo nel 2010 del 79,09%. Questi rapporti costruiti sul dato medio annuo potrebbero dare informazioni di gran lunga più precise se analizzati campione per campione a partire dalle singole analisi e ancor più significativa potrà essere tale determinazione se posta in relazione con la conta cellulare ( o anche con ph e lattosio) del latte. I valori medi annui della conta di cellule somatiche confermerebbero quanto appena riferito a proposito delle proteine, si nota un trend in diminuzione nel corso del tempo che subisce una ancor più marcata riduzione nelle ultime 2 annate anche forse per l individuazione, nell ambito della misura 215, di un valore soglia, peraltro già raggiunto come media geometrica regionale nel 2006, di cellule per ml, che ha dato finalmente agli allevatori un riferimento concreto sul limite ammissibile. Il lavoro di assistenza tecnica per il benessere animale, che raggiunge la quasi totalità degli allevamenti ovini sardi, ha consentito un rapporto diretto con una moltitudine di allevatori con una sensibilizzazione verso il problema sempre più estesa.
6 La media geometrica della carica microbica del latte, sostanzialmente invariata sino al 2010, mostra un netto miglioramento negli ultimi 3 anni. Per l entrata a regime del pacchetto igiene con un maggior controllo da parte dei servizi veterinari ASL? Per il pagamento a qualità del latte da parte di un maggior numero di caseifici? Per effetto della contestazione da parte del Ministero della Sanità sull applicazione concreta del pacchetto igiene alle ASL nel 2010? Certamente l intervento sul benessere animale, e l estensione dell assistenza tecnica dell ARA a quasi tutte le aziende ovine sarde, ha consentito di allargare l orizzonte di intervento e di sensibilizzare verso il miglioramento di questo parametro un maggior numero di allevatori che evidentemente hanno risposto in modo positivo. Il forte miglioramento del 2013, evidenziato, seppure con informazioni parziali che arrivano al mese di maggio, dai grafici precedenti è frutto di una sempre maggiore attenzione delle nostre aziende ovine agli aspetti igienico-sanitari delle loro produzioni. Un sempre maggior numero di allevamenti si posizionano con medie annue di carica microbica totale (CMT) e di conta delle cellule somatiche (CCS) nelle classi migliori con valori medi geometrici più bassi. Di seguito sono riportate le distribuzioni per numero di aziende e per la loro incidenza percentuale degli allevamenti per classe di CMT e CCS, il dato relativo a quest ultimo valore è ricavato secondo la distribuzione prevista per la premialità della misura 215.
7 È importante evidenziare la distribuzione del numero di campioni sia per la Carica Microbica Totale (CMT) che per il Contenuto in Cellule Somatiche (CCS): per la CMT si osserva che il numero di campioni che superano la soglia di 1,5 milioni di germi per ml è inferiore al 16% del totale, la conta cellulare è superiore a 1,5 milioni di cellule per ml in un terzo circa dei campioni esaminati.
8 Nuove potenzialità del laboratorio di analisi del latte (CLA) Già negli anni passati per la qualità del latte si è provveduto a fornire il dato relativo al contenuto in urea del latte. Questo parametro, di grande significato zootecnico perché strettamente correlato all alimentazione proteica ed in grado di stimare eccessi o carenze di proteina nella razione, è considerato dagli allevatori con sempre maggiore attenzione e sempre più spesso fa parte della valutazione tecnica preliminare della condizione del gregge su cui si basa la predisposizione delle razioni alimentari. Da tempo è anche disponibile il dato sulla caseina sulla cui utilità pratica invece non si è ancora operato ma che potrebbe diventare importante per la stima della resa casearia del latte. Le più recenti acquisizioni in merito alle analisi del latte per altri componenti consentono oggi di disporre di numerosissime informazioni legate alla composizione del grasso del latte. In particolare la composizione acidica per la quale i dati di maggiore interesse pratico sono quelli relativi agli acidi grassi insaturi (monoinsaturi MUFA e poliinsaturi PUFA) con particolare riferimento agli omega 3 e omega 6 e all'acido linoleico coniugato (rumenico o C18:2 9cis 11trans). Quest'ultimo acido grasso è di grande interesse e su di esso si sta discutendo molto negli ultimi tempi per le esperienze casearie e mediche conseguenti alle sue proprietà nutraceutiche. Il laboratorio ARA di Nuraxinieddu (OR) è attualmente in grado di eseguire la determinazione delle frazioni acidiche del latte sulla totalità dei campioni analizzati. Lo strumento utilizzato è il Milkoscan FT
9 6000, che dà uno spettro di assorbimento tra i ed i nm. La calibrazione è effettuata come indicato sul bollettino FIL/IDF 447/210 New Applications of Mid Infra-Red Spectrometry for the Analysis of Milk and Milk Products che si rifà alle norme ISO 15884/FIL 182 e 15885/FIL 184 per I metodi di riferimento gascromatografici. La calibrazione del Milkoscan è stata fatta su circa 250 campioni i cui valori medi sono riportati in tabella: Parametro n. campioni Media DS SEC R² SECV RDP C18 : ,64 0,79 0,28 0,87 0,32 2,5 CLA 253 1,55 0,47 0,23 0,77 0,25 1,9 C18 : 1 t ,10 1,04 0,49 0,78 0,54 1,9 TABELLA PRESTAZIONE DELLA CALIBRAZIONE DI PREDIZIONE: DS = DEVIAZIONE STANDARD SEC = ERRORE STANDARD DI CALIBRAZIONE SECV = ERRORE STANDARD DI CROSS VALIDAZIONE R² = COEFFICIENTE DI DETERMINAZIONE IN CALIBRAZIONE RPD = DS/SECV Attualmente le procedure in atto sono quelle necessarie a mantenere attivo il sistema di calibrazione. Queste consistono nella procedura indicata nel paragrafo 7.2 del bollettino FIL/IDF 447/210 e cioè nella creazione dei campioni pilota per il monitoraggio della stabilità degli strumenti e per il controllo della calibrazione sulle operazioni eseguite giornalmente con il Milkoscan. Ogni mese avviene la verifica delle performances di calibrazione e l eventuale necessità degli adattamenti della pendenza e/o dell intercetta della curva di calibrazione. Il set di campioni, per il predetto aggiustamento, deve essere preferibilmente ricavato da campioni naturali che coprano il range di interesse dei campioni di routine. Questo aspetto è importante al fine di ottenere il più ampio range possibile nel set di campioni, in caso contrario è raccomandata la sola correzione dell intercetta.
10 I dati prodotti sino a tutto il mese di maggio 2013 ci consentono una prima valutazione sul contenuto in CLA, sono state eseguite 4810 analisi, i dati complessivi mostrano che nel 16% dei campioni esaminati il contenuto in CLA superava il 2% mentre la classe modale con circa il 63% dei campioni è quella che va dall 1,5% al 2%. L avanzare della stagione sposta l incidenza verso le classi di minor contenuto in CLA. Suddivisione in classi dei campioni latte ovino anno 2013 Parametro CLA Mese ANNO Classe di appartenenza Aprile Maggio Complessivo Da 0,01 a 1, Da 1,01 a 1, Da 1,51 a 2, Da 2,01 a 2, Da 2,51 a 9, Totale Valore medio su 4810 campioni 1,75 I dati relativi all acido vaccenico (C:18-1 trans11), precursore nel rumine del CLA, mostrano un andamento analogo a quanto mostrato nella tabella precedente con le classi centrali maggiormente rappresentate. Suddivisione in classi dei campioni latte ovino anno 2013 Parametro C18-1 trans 11 Mese ANNO Classe di appartenenza Aprile Maggio Complessivo Da 0,01 a 2, Da 2,01 a 2, Da 2,51 a 3, Da 3,01 a 3, Da 3,51 a 4, Da 4,01 a 4, Da 4,51 a 9, Totale Valore medio su 4810 campioni 3,26 La collaborazione con uno stabilimento caseario ha consentito di approfondire lo studio della distribuzione mensile e di valutare l incidenza della pratica zootecnica sul CLA del latte prodotto.
11 La composizione in precursori del CLA, con riferimento all acido vaccenico. Andamento dei 4 parametri in legenda dei campioni analizzati per il latte ovino (circa 4800 dati per circa 4000 aziende)
12 Andamento dei 4 parametri in legenda degli allevamenti ovini presi in esame per un solo caseificio del Medio Campidano (circa 300 dati per 28 aziende) Andamento dei 4 parametri in legenda di alcuni allevamenti ovini del comune di Villamar Andamento solo il parametro CLA di alcuni allevamenti ovini del comune di Villamar.
13 Andamento del solo Acido Vaccenico di alcuni allevamenti ovini del comune di Villamar Esperienze e collaborazioni dell ARAS riguardanti il CLA Già in passato l'aras aveva partecipato ad un lavoro (coordinato dal Dott. Giovanni Molle dell'allora Istituto Zootecnico e Caseario per la Sardegna di Bonassai) riguardante la determinazione del contenuto in CLA del latte ovino nell'ambito di un progetto di più largo respiro che puntava ad una maggiore diffusione della coltivazione delle leguminose foraggere nelle aziende zootecniche per la catena di foraggiamento degli ovini da latte. In quella occasione si è avuto modo di valutare la variabilità del contenuto in CLA relativamente alle diverse condizioni geopedologiche e pluvioaltimetriche, di gestione dei pascoli e degli erbai, di razionamento e produttività del gregge. I risultati ottenuti permettevano già allora di evidenziare l'esistenza di uno stretto collegamento tra il tipo di razione alimentare adottata e il contenuto in CLA del latte. Di seguito viene riportata la tabella n 2 della pubblicazione A survey on the milk fatty acid composition of forty dairy sheep flocks in Sardinia presentata al XVII Congresso Nazionale ASPA tenutosi ad Alghero il 29 maggio Table 2: Effects of pedological origin (PA) sampling month (SM) and their interaction on FA content (% of total FA) of milk sheep Pedoclimatic areas Effects AL AH BH GL GH PA SM PA*SM Year 2003 Linoleic acid (LA) 2.61 B 2.61 B 2.98 A 2.57 B 3.12 A ** ** Ns Linolenic acid (LN) 1.57 A 0.99 C 1.18 B 1.27 B 1.03 C ** ** Ns CLA cis 9 trans A 1.38 C 1.68 B 1.79 B 1.83 AB ** ** Ns PUFA 6.22 A 4.98 C 5.84 B 5.63 B 5.99 AB ** ** Ns MUFA C C A B A ** ** Ns AI 2.31 AB 2.41 A 2.08 C 2.24 B 2.04 C ** ** Ns Year 2004 Linoleic acid (LA) 2.77 A 2.35 B 2.93 A 2.54 B 3.00 A ** ** ** Linolenic acid (LN) 1.94 A 1.39 CD 1.74 B 1.51 C 1.27 D ** ** ** CLA cis 9 trans A 2.23 B 2.65 A 2.11 B 2.26 B ** ** ** PUFA 7.21 A 5.97 C 7.33 A 6.17 BC 6.53 B ** ** ** MUFA B A A A A ** ** ** AI 2.10 A 1.93 B 1.86 B 1.94 B 2.10 A ** ** ** A,B,C, means with unlike superscripts within row differ according to P value indicated; ** indicate, P<0.01
14 Interessanti i dati del secondo anno di prove per il quale risulta una media generale del CLA superiore al 2% del grasso totale valore che viene considerato sufficiente a determinare, grazie ad una dieta contenente 100 g di pecorino sardo, una riduzione del contenuto in colesterolo totale nell'uomo. (Pintus e al. 2012). La prova ha consentito di porre in relazione la gestione del gregge con il contenuto in CLA del latte dimostrando che con elevata incidenza del pascolamento su pascoli ed erbai particolarmente ricchi in leguminose si riscontravano elevate percentuali in CLA nel latte e nel formaggio con esso prodotto. Un altro lavoro che si è svolto nel corso dell annata ha visto i tecnici dell ARA collaborare a prove di integrazione alimentare per migliorare il contenuto in CLA del latte ovino. In queste prove si è proceduto inizialmente con l integrazione a base di concentrati arricchiti in olio di soia o soia estrusa e con semi di lino. Razioni con integrazione di g/d costituite al 50% di concentrati alla soia e al 50% di concentrati al lino hanno dato risultati poco soddisfacenti con costi per l alimentazione elevati. In seguito si è proceduto all integrazione diretta utilizzando olio di soia commerciale (1,3-1,4 euro per litro) o semi di lino (100 euro per q). In questo modo è stato possibile modulare l impiego di precursori in relazione al fabbisogno. Ad es. con un CLA del latte a 1,5%, con pecore, con una produzione media di circa 1,5 litri/d, che pascolavano almeno 3-4 ore al giorno e con basse quantità di fieno nella razione base, l integrazione con g/d di olio di soia portava il CLA all obiettivo minimo di 2%. Naturalmente, con un maggior contenuto in fibra della razione e/o un più ridotto pascolamento l integrazione doveva aumentare. Il costo stimato per la razione precedente con riferimento esclusivo al CLA, e conseguente impiego solo di olio di soia (i semi di lino erano impiegati per cercare di incrementare il contenuto di omega3), corrisponde a un costo giornaliero variabile tra i 5,2 e i 7 c /d*capo corrispondenti a 3,5-4,7 c per litro di latte. Il costo sembrerebbe elevato rispetto al prezzo medio del latte ovino in Sardegna ma con una maggiorazione adeguata (12-15 c /litro) potrebbe trovare la giusta compensazione del lavoro svolto in azienda. Un ultimo riferimento concreto ai dati prodotti nei mesi primaverili dell anno in corso conferma quanto evidenziato nelle prove del e quanto ampiamente riportato in letteratura. Il laboratorio ha effettuato analisi del CLA su campioni provenienti da aziende del Medio Campidano per 12 aziende di queste si è potuto verificare il livello produttivo ed il razionamento alimentare seguito nei mesi compresi tra marzo e maggio. La casualità ha voluto che i 104 campioni analizzati andassero a stratificarsi su valori di CLA compresi tra 0,97% e 2,31% con 25 casi oltre 2,0% e 6 casi sotto 1,5%. Su questo set di dati si è proceduto a verificare l influenza del pascolamento sia in termini di durata che di ingestione (stimata) di erba. L analisi statistica ha evidenziato che a durata e ingestioni crescenti corrisponde un maggior contenuto in CLA del latte, un eccesso di pascolamento sia in termini di tempo che di SS ingerita sembrerebbe invertire il trend. I lavori fatti e le esperienze che si stanno costruendo sul campo sono indirizzate verso l individuazione di protocolli di assistenza tecnica che consentano ai tecnici di orientare gli allevatori verso la produzione di un latte ricco in acidi grassi insaturi che trovi nel mercato una remunerazione migliore. In questo senso il laboratorio si potrà porre in una posizione centrale rispetto alle esigenze degli allevatori da una parte e dei trasformatori dall altra certificando il contenuto in CLA del latte e verificando lo stesso parametro nel formaggio (grazie all utilizzo del NIRS). Il lavoro fatto e la sua evoluzione futura avrà una ricaduta generalizzata sul comparto infatti dalla prossima annata l'ara, con il suo Laboratorio, intende attivare il servizio di analisi delle frazioni lipidiche a favore della totalità delle aziende ovine sarde. In questo modo tutto il latte ovino sardo potrà essere certificato rispetto al contenuto in CLA. Quindi grazie a questo strumento potranno essere messi a regime tanto i protocolli di produzione casearia quanto quelli di
15 assistenza tecnica agli allevamenti con la finalità di produrre nel corso dell'annata agraria latte e formaggi a più alto tenore in CLA possibile e nei periodi di alimentazione secca migliorare anche artificialmente l'apporto in precursori del CLA nella razione alimentare. Perché produrre un latte più ricco in CLA L interesse per il CLA, soprattutto sui media, suscitato dai lavori svolti dal professor Sebastiano Banni del Dipartimento di Biologia Sperimentale, Sez. Patologia Sperimentale, Università degli Studi di Cagliari, che ha messo a punto un protocollo sperimentale che prevedeva la somministrazione a individui ipercolesterolemici di 90 g/d di formaggio arricchito in CLA ottenendo in tal modo una riduzione del colesterolo LDL del 7%, sta indirizzando alcuni caseifici alla produzione di formaggi al CLA. Il CLA è studiato anche per altre proprietà dal punto di vista medico che si esplicano in funzione anticancerogena e antiaterogena, sul metabolismo lipidico con riduzione del grasso corporeo e aumento della massa magra, sull insulina ematica, sul sistema immunitario, sulla mineralizzazione ossea etc.. Queste proprietà rendono interessanti i prodotti arricchiti in acido linoleico coniugato e aprono una prospettiva commerciale nuova (peraltro già intrapresa da alcuni produttori) con una migliore remunerazione dei prodotti caseari. Tra i prodotti già presenti sul mercato possiamo citare un pecorino semistagionato venduto al dettaglio a 16 /kg e un pecorino fresco a 16,50 /kg. Esperienze in corso da parte di trasformatori sardi hanno consentito una remunerazione del latte contenente oltre il 2% di CLA con maggiorazioni tra i 12 e i 15 centesimi al litro. L interesse per questo tipo di produzione e per la primogenitura del formaggio al CLA anima una polemica di paternità che ritroviamo nella rete con un dibattito che suggerisce ad uno degli attori di brevettare il proprio formaggio. Crediamo che la composizione del latte e dei suoi prodotti derivi dalle caratteristiche dell alimentazione degli ovini al pascolo determinata dal contesto geografico pedologico e climatico che è patrimonio collettivo e frutto della natura e pertanto non brevettabile. Date le condizioni che si realizzano tradizionalmente in Sardegna: elevata incidenza del pascolo sulla razione alimentare con carichi animali molto bassi e quindi possibilità di selezione, da parte degli animali, delle frazioni più giovani per un periodo di tempo prolungato nel corso dell anno, è possibile ottenere un arricchimento naturale del CLA nel latte. L adeguata scelta delle specie foraggere da inserire nei miscugli da erbaio e la possibilità di integrare la razione con precursori può allungare il periodo di arricchimento anche ai mesi tardo primaverili o estivi nelle zone irrigue, ritagliano ai tecnici aziendali uno spazio nuovo di intervento. Come accennato nella parte introduttiva, si evince che il sistema lattiero caseario nel suo insieme è in grado di autorigenerarsi: cercare nuovi mercati con nuovi prodotti, estendere la gamma dei servizi di assistenza tecnica, qualificare la produzione primaria, consentirà per il futuro dare una prospettiva di sviluppo nuovo all allevamento ovino sardo. Conclusioni considerazioni finali Come si è visto dai dati il settore ha risposto alla crisi globale e del settore con un miglioramento senza precedenti dei dati igienico-sanitari, senza tralasciare la positività agli inibenti che è lo 0,25% dei campioni analizzati; vale a dire che tutto il latte che arriva in caseificio è sano, non ha antibiotici ed è di qualità eccellente. Si nota inoltre un certo fervore in azienda in quanto molte giovani stanno ritornando in allevamento, non ultimo molti laureati in agraria e medicina veterinaria stanno sostituendo i loro genitori con innegabili vantaggi nella gestione. E' proprio vero che nelle crisi si sprigionano delle energie
16 positive che permettono all'economia di autorigenerarsi, sopravvivere e ripartire con nuovi slanci. Ed è questo che nel nostro piccolo cerchiamo di fare per essere vicini al settore. L'assistenza tecnica, tramite i protocolli appositi che sta sviluppando, lavorerà come sempre a fianco degli allevatori e dei trasformatori per fare in modo che tutto il cla prodotto derivi dal pascolo. Dove si è provato a produrre forzando la Natura le esperienze si avviano miseramente al fallimento( Latti omega3 e Coeur Blue). Questo regalo che ci ha fatto la natura - quasi una simbiosi mutualistica tra AMBIENTE e PECORA deve essere protetto, tutelato, valorizzato. In questo mi rivolgo ai politici; è essenziale il loro supporto. Infatti con la globalizzazione la democrazia è diventata quasi uno strumento politico delle multinazionali, che cercano di gestire direttamente e per i loro interessi. La politica dovrebbe fare il bene di chi coltiva la terra, di chi come noi produce latte e di chi come noi tutti si alimenta. Purtroppo anche a livello europeo le lobby molto spesso lavorano per loro. Il 6 maggio la Commissione Europea ha presentato una bozza di legge contro la biodiversità delle sementi; se dovesse passare, sarebbe Bruxelles a dire ai contadini cosa coltivare e da chi comprare i semi. Chi usasse semi suoi sarebbe fuori legge. Io mi auguro che questa proposta non sia passata e/o non passi; perchè in caso contrario in un futuro ci diranno come produrre il latte con CLA e quindi distruggendo la cultura millenaria agropastorale, appiattendo il tutto. Noi italiani siamo riconosciuti nel mondo per avere un grande talento che nessuno può copiare: il senso estetico del bello e la ricerca maniacale della qualità. Una specie di istinto primordiale, unico al mondo. La cura del presentarsi agli altri. L'abito. Un livello irrinunciabile di dignità che prescinde da quello che sei e dal lavoro che fai. Come se ci fosse un diritto alla bellezza per tutti. E la qualità del cibo, l'attenzione a come viene coltivato, lavorato, cucinato. E' su questi concetti che dobbiamo fare squadra (produzione, trasformazione, Dop, Igp,assistenza tecnica, ricerca e politica) in quanto il valore di mercato di eventuali prodotti con CLA può dare una svolta storica a tutto il comparto. Ogni concessione fatta nei confronti di chi vuole appiattire il tutto è un passo verso l'emarginazione del settore, ogni punto conquistato (innovazione, ricerca, lex ) significa conquistare definitivamente un ruolo di leadership nel panorama internazionale del comparto e come al solito elemento trainante dell'intera economia.
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