La trama dell'odissea

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Livia Bellucci
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1 La trama dell'odissea Nell'Odissea sono narrate le vicende dell'avventuroso viaggio di Odisseo, re di Itaca, più conosciuto con il nome latino di Ulisse, dalla fine della guerra di Troia al ritorno in patria. Mai viaggio di ritorno fu così avventuroso e ricco di imprevisti! L'avverso volere degli dei costrinse infatti Ulisse a vagare per dieci lunghi anni prima di poter raggiungere l'amata terra e riabbracciare i suoi cari. L'Odissea è un'opera in 24 libri. I primi quattro libri, la cosiddetta Telemachia, non vedono Ulisse diretto protagonista, ma narrano come il figlio dell'eroe, Telemaco, cerchi di avere notizie del padre, ormai da tanto tempo lontano da casa, interrogando gli altri comandanti greci, che già avevano fatto ritorno dalla guerra di Troia. Dal quinto libro in poi è Ulisse il personaggio principale. La narrazione si apre "in medias res", cioè si parte da un fatto centrale nello svolgimento degli eventi, per andare poi a ritroso nel tempo. 1

L'avverso volere degli dei costrinse infatti Ulisse a vagare per dieci lunghi anni prima di poter raggiungere l'amata terra e riabbracciare i suoi cari. L'Odissea è un'opera in 24 libri.

2 Da Ogigia a Scherìa Ulisse nell'isola di Ogigia La tempesta Alla corte di re Alcinoo Ormai tutti gli altri eroi greci che avevano partecipato alla guerra di Troia erano da tempo ritornati in patria, solo Ulisse si trovava ancora lontano perchè trattenuto nell'isola di Ogigia da una ninfa, Calipso, che si erainnamorata di lui. Ma la dea Atena, vinta dalla pietà, chiese a Zeus, padre degli dei e degli uomini, di favorire il ritorno di Ulisse in patria. Zeus inviò allora il dio Ermes alla ninfa Calipso, imponendole così di lasciare finalmente libero l'eroe di riprendere il viaggio. Ulisse, con acqua, cibo e vesti, riprese il mare con una zattera che lui stesso aveva costruito. Per diciassette giorni egli solcò le acque del Mediterraneo ma proprio quando scorse da lontano un'isola, il dio del mare Poseidone scatenò una terribile tempesta e lo fece naufragare. Una ninfa, Leucotéa, lo soccorse donandogli una fascia miracolosa. Ulisse, indossata la fascia, riuscì così a raggiungere a nuoto quell'isola che aveva scorto da lontano: era Scherìa, la terra dei Feaci. Ulisse, benevolmente accolto alla corte di Alcinoo, re dei Feaci, non rivelò inizialmente chi fosse in realtà. Fu solo durante un solenne banchetto che l'eroe, nell'udire il racconto delle sue imprese celebrate da Demodoco, un divino cantore, si commosse a tal punto da rivelare la sua identità e iniziò così a raccontare le sue avventure. 2

Ma la dea Atena, vinta dalla pietà, chiese a Zeus, padre degli dei e degli uomini, di favorire il ritorno di Ulisse in patria.

3 Il racconto di Ulisse La partenza da Troia dei Ciconi dei Lotofagi dei Ciclopi Nell isola di Eolo Dopo la caduta di Troia durante il lungo viaggio di ritorno in patria, le navi di Ulisse e dei suoi compagni, spinte dai venti, vagavano per i mari, per volere degli dei avversi all'eroe. Giunto così nella terra dei Ciconi, che erano stati alleati di Troia, Ulisse decise di saccheggiare la città di Ismaro, dividendo con i suoi il bottino, ma venne poi messo in fuga dagli abitanti del luogo, sopraggiunti dall'entroterra. Scampato alle loro rappresaglie e avendo subito già gravi perdite, l'eroe coi suoi venne spinto da una tempesta nella terra dei Lotòfagi, cioè dei mangiatori di loto, un fiore dolcissimo che dona l'oblio. I compagni di Ulisse assaggiarono il fiore dimenticando così la patria, i loro cari, gli affetti e, con grande fatica, l'eroe riuscì a trascinarli via di lì. l viaggio riprese ed i naviganti toccarono la terra dei Ciclopi, giganti selvaggi e mostruosi, con un solo occhio sulla fronte, primitivi e senza leggi. Qui Ulisse si incontrò con Polifemo ed ebbe luogo una straordinaria avventura. Alcuni uomini dell'equipaggio vennero selvaggiamente divorati da quel mostro e Ulisse, con eccezionale prontezza di spirito e grande astuzia, riuscì a mettere in salvo se stesso e i compagni superstiti. Giunti all' isola di Eolo, re dei venti, furono benevolmente accolti ed il dio donò ad Ulisse un otre, nel quale aveva chiuso 3

Giunto così nella terra dei Ciconi, che erano stati alleati di Troia, Ulisse decise di saccheggiare la città di Ismaro, dividendo con i suoi il bottino, ma venne poi messo in fuga dagli abitanti del

4 dei Lestrigoni Nell isola di Eèa con la maga Circe Il viaggio nell Ade Ulisse e le Sirene Del dio Sole tutti i venti di tempesta, lasciando fuori solo una leggera favorevole brezza che avrebbe assicurato ai naviganti il viaggio fino all'isola di Itaca. Ma i compagni, curiosi e invidiosi del misterioso dono, in viaggio aprirono l'otre suscitando una tremenda tempesta che li riportò sulla terra di Eolo... Da lì ripartiti, giunsero nella terra dei Lestrigoni, giganti feroci ed antropofagi, dai quali riuscì a salvarsi solo l'eroe con i compagni della sua nave. Il loro nuovo approdo fu nell'isola di Eèa, dove regnava la maga Circe, che ammaliò l'eroe ed i suoi compagni, ma poi li lasciò liberi di partire per la patria, avvisando Ulisse, però, che prima si sarebbe dovuto recare dovuto recare nell'ade per conoscere il suo destino, interrogando l'ombra di Tiresia, il cieco vate tebano. Così fu e l'eroe greco, seguendo i consigli di Circe, scese nel regno dei morti. Compiuto il suo triste e terrificante dovere, Ulisse tornò nell'isola di Eèa per congedarsi da Circe e venne avvisato dalla maga degli altri pericoli e delle altre insidie che avrebbe incontrato durante il viaggio. Dopo aver guidato la nave lungo i lidi delle Sirene ammaliatrici, l'eroe riuscì a superare lo stretto, tra Scilla e Cariddi e ad approdare nell'isola di Trinacria. Qui, vinti dalla fame, i compagni di Ulisse uccisero i buoi sacri al Sole e si cibarono delle loro carni. Solo Ulisse se ne astenne e fu così l'unico a salvarsi quando, ripreso il mare, un fulmine scagliato da Zeus vendicò l'oltraggio fatto al dio Sole. 4

Ma i compagni, curiosi e invidiosi del misterioso dono, in viaggio aprirono l'otre suscitando una tremenda tempesta che li riportò sulla terra di Eolo.

5 L approdo a Scheria Giunto su un relitto all'isola di Ogigia, Ulisse venne ospitato dalla ninfa Calipso e solo dopo un lungo periodo di prigionia, poté ripartire su di una zattera per giungere naufrago alla terra di Scheria. E qui l'eroe termina il suo straordinario racconto Ulisse ritorna a Itaca Il ritorno a Itaca in incognito La gara con l'arco La vendetta e la riconquista del trono I Feaci ascoltarono commossi il racconto di Ulisse e lo fecero accompagnare su una nave a Itaca, dove egli, addormentato, venne sbarcato. L'eroe escogitò un piano strategico per riprendere il potere. Non si fece riconoscere se non dal figlio Telemaco, che avrebbe dovuto aiutarlo nell'attuazione del piano e si introdusse poi nella reggia, camuffandosi da mendicante. Qui subì gli oltraggi dei servi infedeli e dei Proci, pretendenti alla mano di sua moglie, Penelope, che ormai da anni banchettavano nella sua casa, dilapidando le sue sostanze. La donna, pressata dalle loro insistenze, propose una gara: avrebbe sposato colui che sarebbe riuscito a tendere il famoso arco di Ulisse e a far passare una freccia attraverso dodici asce doppie messe in fila. Tutti provarono e non vi riuscì nessuno, ma il finto mendicante sì. Ulisse, ormai in possesso delle armi, con l'aiuto del figlio e di altri servi devoti, finalmente si vendicò delle offese subite, facendo strage dei Proci e giustizia di quanti gli erano stati poco fedeli. L'eroe infine si recò ad abbracciare il vecchio padre Laerte e con lui ristabilì la pace nella sua amata Itaca. 5

E qui l'eroe termina il suo straordinario racconto Ulisse ritorna a Itaca Il ritorno a Itaca in incognito La gara con l'arco La vendetta e la riconquista del trono I Feaci ascoltarono commossi il

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