Reti Territoriali Conciliazione Analisi comparata dei risultati della sperimentazione a livello regionale

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1 Piano Regionale per favorire la Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ex. DGR 381/2010 di Regione Lombardia Reti Territoriali Conciliazione Analisi comparata dei risultati della sperimentazione a livello regionale Rapporto finale di valutazione versione 2.1

2 PREMESSA Il presente documento rappresenta il rapporto finale di sintesi delle attività di monitoraggio e valutazione condotte nell'ambito delle 13 Reti Territoriali di Conciliazione (RTC). La relazione analizza in dettaglio le attività svolte dalle Reti in attuazione delle linee di indirizzo espresse da Regione Lombardia con la Dgr 381/2010 e del Programma "Percorso Conciliazione Famiglia-Lavoro" approvato con Dgr 1576/2011. Tale lavoro si pone a complemento dell'analisi dei risultati raggiunti per finalità definite nell ambito dell Intesa Conciliazione e per target di intervento espressa nella Relazione finale al DPO, adottando prioritariamente le Reti territoriali di Conciliazione come chiave di lettura degli esiti conseguiti. Molte delle esigenze che attengono alla sfera del welfare vengono oggi soddisfatte all interno di network in cui gli attori mettono in campo le proprie risorse e le proprie necessità. Il contributo di tutte le istituzioni locali alla connessione delle reti, molto più del consolidato intervento di offerta di prestazioni e servizi, costituisce pertanto il meccanismo prioritario per dare vita, attraverso le competenze e la creatività delle parti, ad un processo di innovazione sociale (civil welfare) che renda sostenibile nel futuro il sistema di welfare. In questo quadro, la diffusione di un paradigma di riferimento e di strumenti operativi a supporto delle capacità degli attori della programmazione di partecipare in modo qualificato alle reti, o di diventarne imprenditori, costituisce un fattore strategico della sperimentazione in Lombardia delle Reti Territoriali di Conciliazione e la presente analisi è dedicata ad approfondirne i tratti distintivi ed il grado di maturazione emerso nel corso di questa prima fase attuativa. La relazione è strutturata in quattro sezioni che vogliono offrire un quadro regionale complessivo ed una analisi comparata dell'esperienza delle RTC lombarde relative allo start up operativo ed alla prima annualità di lavoro. La prima sezione contestualizza, sinteticamente, il posizionamento del Programma attuativo all interno delle policy regionali in tema di riforma del welfare, con particolare riferimento allo sviluppo della RoadMap Conciliazione Famiglia-Lavoro e presenta le finalità del documento. La seconda sezione è dedicata alla rappresentazione della dimensione organizzativo gestionale delle RTC e delle strategie di governance e networking messe in atto nel corso della sperimentazione. La terza sezione fornisce una visione d insieme delle attività e dei risultati raggiunti in relazione alle attese previste in fase di programmazione e ricomposte sulla base delle finalità specifiche definite dall'intesa Conciliazione: b 1) sostegno alla maternità, c 1) una rete per la conciliazione, c 2) la dote conciliazione, e 1) l'associazione tra imprese. 2

3 Questa sezione contiene, inoltre, un approfondimento sulle linee progettuali distintive dei piani di azione e declinate nei tre ambiti di competenza delle Reti nel quadro della RoadMap regionale: Interventi a favore delle Famiglie e del Territorio, Interventi a favore delle Imprese e della PA, Azioni Trasversali o di Sistema. La quarta sezione presenta le prime considerazioni valutative, evidenziate nei 13 Rapporti di monitoraggio e valutazione partecipata curati dalle Reti e condivise nel lavoro collegiale del Benchmarking Club e dei 3 Focus Group tematici. La redazione del documento è frutto di un composito lavoro di team che ha preso in considerazione sia i contenuti dei 13 Rapporti pervenuti alla scadenza del 22 Giugno 2012, sia le integrazioni di dati e informazioni fornite successivamente ed aggiornate alla data del 15 ottobre Si intende rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro di Regione Lombardia, delle 13 Reti Territoriali di Conciliazione, dei Soggetti che hanno fornito supporto scientifico alla Direzione Famiglia Conciliazione Integrazione e Solidarietà sociale di Regione Lombardia e ai territori, accompagnando la realizzazione del Programma in oggetto ed ai qualificati Esperti dei Focus Group, che hanno attivamente contribuito alla realizzazione del presente lavoro. Milano, 31 ottobre

4 INDICE 1. IL QUADRO COMPLESSIVO PREVISTO DALL'INTESA L'INTESA, LA ROADMAP TRIENNALE, IL SEMINARIO DI BRUXELLES L'OBIETTIVO DEL LAVORO I RISULTATI RAGGIUNTI IL PROCESSO DI ATTUAZIONE LE RETI I soggetti coinvolti La governance SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI CONSEGUITI E CORRISPONDENZA ALLE PREVISIONI DEL PERCORSO IL SISTEMA DI INTERVENTO DELLE RETI LE MODALITÀ DI RILEVAZIONE DEI FABBISOGNI L'ARTICOLAZIONE DEGLI INTERVENTI E LE TIPOLOGIE DEI SERVIZI EROGATI LE AZIONI MIRATE Gli interventi a favore della Famiglia e del Territorio Gli interventi a favore della Impresa e della PA LE AZIONI TRASVERSALI O DI SISTEMA LA VALUTAZIONE PARTECIPATA VERSO UN NUOVO WELFARE? ALCUNI PUNTI DI ATTENZIONE SCENARI FUTURI: VERSO LA FASE 2 DELLE RETI DI CONCILIAZIONE...42 APPENDICE ELENCO PROGETTI PER TIPOLOGIA DI INTERVENTO ELENCO PROGETTI PER RETE TERRITORIALE DI CONCILIAZIONE...49

5 1. Il Quadro complessivo previsto dall'intesa Il Piano Regionale per favorire la Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nasce con Dgr. 381 del 05/08//2010 in attuazione dell Intesa sottoscritta nell aprile 2010 fra Governo, Regioni, Province Autonome, ANCI, UPI e UNCEM, con il cofinanziamento dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è finalizzato a sperimentare un primo set differenziato di interventi e azioni a livello territoriale con lo scopo di incentivare e sviluppare il tema della conciliazione all interno dei processi di governance locale e supportare iniziative innovative volte ad integrare il sistema imprenditoriale ed il sistema di welfare. Le indicazioni attuative, emanate da Regione Lombardia con Dgr del 20/04/2011, si strutturano su due livelli. Il primo, quello locale, prevede la sottoscrizione di accordi costitutivi di reti territoriali per la conciliazione in tutti i territori coincidenti con quelli delle Aziende Sanitarie Locali. Il partenariato, di cui la ASL è capofila, è costituito da soggetti promotori (oltre alle ASL partecipano Regione, Province, Comuni, Camera di Commercio e Consigliera di parità) ed aperto in progress alle più ampie adesioni (Aziende Ospedaliere, Università, Ufficio Scolastico territoriale, Parti sociali, Aziende, Terzo settore,..). Gli accordi di programma rappresentano il presupposto per la definizione di un piano di azione territoriale coerente con le finalità specifiche definite dall Intesa, a partire dall analisi dei bisogni e da una mappatura delle risorse già presenti sul territorio. L orientamento strategico è infatti quello di collocare nuove progettualità all interno di un disegno di ottimizzazione, in chiave di conciliazione, di quanto già in essere e ricondurre a unità ciò che è frammentato. Il secondo livello, quello regionale, prevede la realizzazione di 5 specifiche misure di accompagnamento allo sviluppo delle reti territoriali che riguardano: o azione ricerca analisi e supporto alle reti di impresa rilevazione e analisi del fabbisogno conciliazione su tutto il territorio lombardo e attività di orientamento ai network tra aziende impegnate o interessate ad attuare politiche di conciliazione famiglia lavoro; o azione help desk supporto e formazione in particolare rivolta agli enti promotori che costituiranno sul territorio degli sportelli help desk rivolti ai beneficiari finali, tutoring e monitoraggio delle iniziative; o azione formazione sensibilizzazione e formazione a supporto degli enti coinvolti nella redazione dei piani territoriali (informazione, ascolto e orientamento, diffusione esperienze) tutoring e monitoraggio delle iniziative; o azione dote conciliazione servizi alla persona progettazione, gestione e monitoraggio della misura dotale; o la valutazione del programma monitoraggio e verifica delle azioni poste in essere all interno dei piani territoriali di conciliazione, attraverso la messa in opera di una attività di valutazione partecipata tra la molteplicità dei soggetti sottoscrittori L'Intesa, la Roadmap triennale, il seminario di Bruxelles Nell'ottobre 2011 è stata data comunicazione in Giunta sul percorso che ha portato dal lancio del Libro Verde, nel novembre passando attraverso una diffusa e articolata consultazione dei cittadini e degli attori sociali ed economici lombardi e con il supporto del Comitato Strategico Donna Famiglia Lavoro CSDFL - alla redazione del documento Lombardia Libro Bianco. RoadMap per la conciliazione famiglia lavoro, strumento di governance regionale multilivello e multiattore, orientato al triennio di programmazione In questo quadro, la sottoscrizione degli Accordi di Programma sulle Reti territoriali per la conciliazione in tutte le province lombarde e l avvio operativo dei Piani di Azione locali sono state

6 l'occasione per avviare cantieri di progettualità innovative: dalla sperimentazione di nuovi modalità per la comprensione dei bisogni alla costruzione di nuove prassi di dialogo con il sistema imprenditoriale, dal riconoscimento e la valorizzazione delle iniziative della società civile alla creazione delle migliori condizioni per stimolare responsabilità collettiva e nuove alleanze pubblico-privato. Più recentemente, nel gennaio 2012, la Commissione Europea DG/Employment Social affairs and inclusion, esprimendo grande interesse nel percorso intrapreso da Regione Lombardia, ha collaborato alla realizzazione del seminario, tenutosi a Bruxelles su Conciliazione vita - lavoro e riforma del welfare state: metodologie e pratiche innovative a livello regionale nell ambito delle iniziative dell Alleanza Europea per le famiglie. In questo contesto è stato possibile sia confrontarsi sulle scelte strategiche di Regione Lombardia, come la trasversalità dell impegno a sostegno della famiglia in tutte le politiche regionali, il processo di sussidiarietà ormai consolidato, le politiche di conciliazione nel contesto più ampio di riforma del welfare lombardo, sia evidenziare, in presenza di esponenti del governo italiano (Dipartimento Famiglia) la necessità di integrazione delle iniziative nazionali, anche di rilievo previdenziale, con quelle regionali. Le prime risorse investite, che nel complesso ammontano a circa 27 milioni di euro, hanno generato una molteplicità di effetti a vari livelli, con le reti per la conciliazione, il welfare aziendale e interaziendale, e la fondamentale integrazione tra politiche: competitività e responsabilità sociale di impresa, lavoro, tempi e orari delle città. Il crescente attivismo dei livelli locali nella rigenerazione delle istituzioni del welfare segue uno sviluppo dal basso, di confronto partecipato e scambio tra i territori ed il "percorso conciliazione" intrapreso da Regione Lombardia nell ambito dell Intesa 2010 Stato-Regioni viene già definito modello e buona prassi, ponendo la Lombardia in prima linea nella sperimentazione di una governance plurale e multilivello in grado di fornire risposte integrate alla domanda di conciliazione vita-lavoro L'obiettivo del lavoro La presente Relazione di sintesi è diretta alla restituzione degli esiti della sperimentazione emersi dall'analisi comparata dei rapporti di monitoraggio e valutazione delle 13 Reti territoriali di Conciliazione e dal lavoro congiunto di peer reviewing. Ciò con l'obiettivo di evidenziare i risultati conseguiti rispetto all adozione del network quale nuovo modello organizzativo per l'innovazione dei sistemi di welfare, e rileggendoli con gli strumenti interpretativi provenienti dal dibattito scientifico sulla governance collaborativa 1. La sperimentazione delle Reti territoriali di Conciliazione ha riguardato tutto il sistema regionale lombardo. Sei sono i contesti territoriali pilota su cui è stato realizzato l intero set di misure previste dal programma regionale attuativo dell Intesa. Gli altri 7 territori, di cui si compone la Lombardia, hanno aderito, anche se in misura ridotta, all'impianto sperimentale, intendendo confermare il valore distintivo della rete come prassi organizzativa strategica del processo di riforma del welfare e delle politiche sociali. Ne è emerso un panorama articolato di approcci e capacità relazionali i cui risultati raggiunti superano nella maggior parte dei casi quelli attesi e su cui si confrontano reti più mature che 1 Materiali didattici, Cergas Bocconi, "Percorso di formazione-accompagnamento alla nuova programmazione zonale dedicato agli Uffici di Piano e alle Aziende sanitarie locali",

7 esprimono tratti evolutivi di esperienze pregresse consolidate con quelle più recenti ancora "in costruzione" con neanche un anno di vita ed in cui non è presente la sperimentazione della dote. A conclusione del lavoro di valutazione partecipata, si tratta di offrire un approfondimento conoscitivo dell'esperienza in corso che ne sottolinei gli elementi di innovazione, gli apprendimenti e ne tracci indicazioni utili ad un miglioramento e sviluppo delle Reti territoriali di Conciliazione nel contesto regionale e nello scenario nazionale ed europeo. 7

8 2. I Risultati raggiunti 2.1 Il processo di attuazione In Lombardia, l'attuazione dell'intesa Conciliazione ha potuto contare su una intensa attività di indirizzo politico istituzionale e di supporto amministrativo di livello sia regionale che locale. Il complesso degli atti conseguenti all'intesa può essere sintetizzato nella seguente Tabella 1. Tabella 1: Gli Atti conseguenti all'intesa Indicatori procedurali n. Tempistiche Emanazione atti di indirizzo 3 Dgr n. 9/381 recepimento e attuazione Dgr n.812 accordo di collaborazione territoriale Dgr n. 9/1576 programma attuativo e piano economico finanziario Sottoscrizione accordi di collaborazione 13 Da Novembre 2010 a Ottobre 2011 territoriale Presentazione Piani territoriali 13 Da Maggio 2011 a Ottobre 2011 Validazione piani territoriali 3 Sessioni di validazione: 06, 09, 11/2011 Attuazione piani territoriali mesi da Giugno 2011 a Giugno 2012 Chiusura piani territoriali 13 Prorogati al 30 Giugno 2013 Avvio fase valutazione 13 Gennaio-Luglio 2012 sulla base di un manuale condiviso di valutazione Valutazione prima annualità piani territoriali e rilevazione integrativa giugno Rapporti di valutazione partecipata territoriale In un arco temporale di circa dieci mesi sono stati sottoscritti 13 Accordi di Programma per la creazione di 13 Reti Territoriali per la Conciliazione, uno in ciascun territorio di dimensione provinciale ed uno in un ambito locale valligiano, a cui hanno fatto seguito 13 Piani di Azione specifici che contano la adesione e partecipazione attiva complessivamente di 443 organizzazioni. I Piani di Azione Territoriali si sono sviluppati in un arco temporale medio di 12 mesi e, tutte le attività saranno concluse entro i prossimi 8 mesi. Ciascun piano è stato accompagnato da un percorso formativo e informativo, e da un sistema di monitoraggio e valutazione dello stato di avanzamento lavori, una analisi di quanto emerso nel corso delle sperimentazioni ed all identificazione di buone pratiche. Tutte le Reti hanno prodotto, a giugno 2012, un primo rapporto di valutazione partecipata della sperimentazione. Tabella 2: Tempistiche di sottoscrizione AdP e presentazione PdA Rete territoriale Accordo di Programma Piano di Azione Mantova 29 novembre maggio 2011 Monza Brianza 30 novembre maggio 2011 Brescia 27 gennaio giugno 2011 Cremona 25 febbraio maggio 2011 Lecco 1 aprile maggio 2011 Bergamo 8 aprile 2011 maggio 2011 Como 23 giugno luglio 2011 Sondrio 27 giugno settembre 2011 Varese 30 giugno luglio 2011 Vallecamonica Sebino 30 giugno ottobre 2011 Milano 7 luglio settembre 2011 Lodi 8 luglio settembre 2011 Pavia 6 ottobre novembre Nell'impianto originario previsto dalla Dgr 381/2010, l'attuazione dell'intesa era programmata in 6 territori sperimentali.

9 Tuttavia, sin dai primi incontri per la selezione degli ambiti territoriali si è riscontrata una adesione partecipata al piano di lavoro regionale al di là delle aspettative e tutti i territori lombardi si sono candidati e resi disponibili per la costruzione di Reti territoriali di conciliazione. Alcune misure per essere efficaci necessitano di una soglia finanziaria minima e data la dimensione del territorio lombardo l'ammontare complessivo del budget assegnato non era adeguato a sostenere una sperimentazione diffusa sull'intero ambito regionale. Con Dgr. 1576/2011, si è pertanto prevista l'estensione a tutto il territorio lombardo, ma giungendo ad una articolazione differenziata delle sperimentazioni territoriali. Nell'ambito delle 13 Reti, si sono distinte due tipologie di intervento: (vedi pagina 6) inoltre: A. la prima tipologia si compone di 6 ambiti territoriali pilota su cui si è sperimentato l'intero set di misure previste dal piano regionale in attuazione dell'intesa nell ambito delle finalità b)1 sostegno alla maternità, c)1 una rete per la conciliazione, c)2 dote conciliazione, e)1 associazione tra imprese; B. la seconda tipologia si compone dei restanti 7 territori che hanno potuto contare su una dimensione finanziaria ridotta per lo sviluppo delle azioni nell ambito delle finalità c)1 una rete per la conciliazione e e)1 associazione tra imprese. Tabella 3: Tempistiche di validazione PTA Conciliazione Rete territoriale Piano di Azione Fascia Territori di fascia A Mantova 10 giugno 2011 A Monza Brianza 10 giugno 2011 A Brescia 10 giugno 2011 A Cremona 10 giugno 2011 A Lecco 10 giugno 2011 A Bergamo 10 giugno 2011 A Territori di fascia B Como 29 settembre 2011 B Sondrio 29 settembre 2011 B Varese 29 settembre 2011 B Lodi 29 settembre 2011 B Vallecamonica Sebino 20 dicembre 2011 B Milano 20 dicembre 2011 B Pavia 20 dicembre 2011 B Totale 6A e 7B 9 Allo stato attuale della sperimentazione, oltre alla suddetta diversa articolazione finanziaria del piani finanziari di intervento, l'analisi dei risultati raggiunti deve inoltre, tenere conto del diverso grado di sviluppo temporale che caratterizza le Reti, la cui vita varia tra i 23 ed i 12 mesi. Grafico 1: Start-up di rete

10 2.2 Le Reti I soggetti coinvolti L approccio di Regione Lombardia al tema della conciliazione famiglia lavoro si è caratterizzato per una visione fortemente relazionale, di reciprocità e di reticolazione di attori e soggetti, che nel loro insieme possono concorrere a produrre una prospettiva di benessere e di rigenerazione del capitale sociale della famiglia, dell impresa e della comunità. Si è trattato di sostenere l'attivazione di reti multistakeholders promuovendo l'adesione di soggetti tradizionalmente appartenenti a mondi diversi, in particolare il mondo socio assistenziale e il mondo economico, che, nel comune obiettivo della conciliazione e nell ottica di una politica di welfare unitaria, possano sviluppare sinergie operative e valorizzare approcci pluridisciplinari. Questa prospettiva strategica ha consentito di valorizzare la dimensione territoriale, quella più vicina alle esigenze delle famiglie ma anche delle imprese, che ha consentito di progettare interventi in base ad un accurata valutazione delle necessità locali e mediante il coinvolgimento nella programmazione di una molteplicità di attori economici e sociali. A conclusione del Programma, è possibile rilevare la numerosità degli attori che aderiscono all attuale fase di start-up sperimentale di reti territoriali per la conciliazione e la dinamicità progettuale di alcuni contesti imprenditoriali locali per l avvio di iniziative pilota di welfare interaziendale. I 15 ambiti territoriali lombardi coincidenti con le ASL, hanno infatti disegnato 13 piani di azione (le tre ASL della provincia di Milano hanno prodotto un unico Piano), contando ad oggi 443 soggetti coinvolti nello sviluppo di 127 azioni progettuali. La Figura 1 mostra i territori della Lombardia in cui sono attive le Reti di conciliazione famiglia lavoro, il numero di progetti adottati e il numero di attori che compongono ciascuna rete e, infine, attraverso il retino, sono indicate le reti nelle quali è stata avviata la sperimentazione della Dote Conciliazione. 10 Figura 1: Mappa dei 13 territori in cui sono attive le Reti di Conciliazione Famiglia Lavoro, numero di attori e numero di progetti previsti dal PTC

11 Tutte le Reti vedono la presenza di Soggetti Promotori, che sono stati coinvolti nella redazione dell Accordo e nella co-progettazione del Piano, e di Soggetti Aderenti (Grafico 2). 443 stakeholder di cui: 138 promotori (31%) e 305 aderenti (69%) I soggetti promotori sono in tutti i territori, oltre a Regione Lombardia, la Asl con un ruolo di capofila, la Provincia e la Consigliera Provinciale di Parità, alcuni Comuni e/o loro organi associativi (es. Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci a Varese), la Camera di Commercio, e gli Ambiti territoriali, che tuttavia non sempre sono completamente rappresentati tra i soggetti promotori. Tra i soggetti aderenti, si trovano, nella maggior parte dei casi, le associazioni datoriali, i sindacati, le organizzazioni afferenti al terzo settore, e, solo in alcuni reti, operatori del sistema educativo e della formazione professionale, gli ordini professionali, aziende pubbliche e private e/o loro consorzi, la diocesi e istituzioni religiose. 11 Grafico 2: Numerosità degli stakeholder per Rete

12 Bergamo Mantova Monza e Brianza Brescia Cremona Lecco Milano*** Varese Pavia Lodi Como Sondrio Vallecamonica Sebino di cui aderenti** di cui promotori* A A A A A A B B B B B B B Le Reti si compongono da un minimo di 11 ad un massimo di 89 soggetti. Nel complesso, le tipologie di soggetti maggiormente rappresentati all interno delle Reti Territoriali, pur con alcune distinzioni, sono le organizzazioni datoriali e quelle sindacali e le associazioni del Terzo Settore (Grafico 3). Si noti che rispetto al mondo dell associazionismo in quasi tutte le rete tra gli aderenti è presente il Forum del Terzo Settore provinciale. Una presenza significativa riguarda l adesione delle cooperative sociali in confronto al numero delle imprese coinvolte. Risulta opportuno sottolineare che il mondo finanziario e della previdenza integrativa rimane il grande assente dall'elenco degli stakeholders coinvolti nella sperimentazione Grafico 3: Numerosità degli stakeholder per tipologia La governance Il modello organizzativo per la gestione a livello territoriale della governance delle Reti si compone di:

13 Tavolo di indirizzo politico istituzionale, che vede la partecipazione dei rappresentanti politici degli enti promotori dell accordo, e in alcuni casi estesa agli enti aderenti, Gruppo tecnico, organismo tecnico composto dai referenti tematici designati dagli enti promotori e, in alcuni casi, dagli enti aderenti, Tavolo o Conferenza degli enti aderenti (dove non presenti nel gruppo tecnico). Regione Lombardia è presente in ciascun accordo e al tavolo politico siede l Assessore regionale competente per territorio. Inoltre, ciascuna Sede Territoriale di Regione Lombardia (STeR) partecipa alla rete territoriale conciliazione nei suoi diversi tavoli, svolgendo una specifica funzione di facilitazione alla costruzione e al consolidamento della rete stessa. Alcuni dei Piani esplicitano la presenza di un soggetto esterno con una funzione di assistenza tecnica al Tavolo in ordine al conseguimento degli obiettivi dichiarati ed alla gestione della rete. A ciò si aggiunge una funzione di accompagnamento, formazione e monitoraggio che il livello regionale garantisce a tutti i territori che hanno sottoscritto gli accordi, grazie al supporto e alla consulenza di alcuni enti specializzati sul tema della conciliazione. La governance delle reti segue, dunque, un preciso assetto organizzativo rispetto al quale la Regione ha fornito indicazioni e indirizzi specifici, sia relativamente ai soggetti da coinvolgere sia rispetto alla costituzione dei tavoli. Tabella 4: Composizione organizzativa delle Reti Rete Tavolo Gruppo Tecnico Altri organismi Atti interni territoriale Politico Mantova 11 promotori 12 manifestazioni di interesse GT coordinato da Regolamento di funzionamento del Tav. Politico Provincia Monza Brianza 21 aderenti cadenza quindicinale Brescia 12 promotori cadenza quadrimestrale 8 promotori (8incontri) composto dai 6 referenti tecnici dei promotori (4 incontri) 3 Gruppi tematici a) Comunic/Formaz b) PMI/Welfare az c) Regolamento Soggetti aderenti e soggetti che hanno successivamente richiesto di partecipare Enti aderenti n.d. Cremona 8 promotori 25 aderenti CEA (Conferenza degli Enti Aderenti) Gruppi di azione per ogni ambito di intervento Lecco 9 promotori 3 incontri 17 aderenti 17 incontri Bergamo 6 promotori 6 promotori Enti aderenti n.d. 3 Gruppi tematici a) Analisi del MdL b) Orientamento pmi c) PdZ Osservatorio MdL Femminile Tavolo tecnico Conciliazione Vita Lavoro allargato ai soggetti che hanno chiesto di aderire Como 15 promotori 21 aderenti 6 incontri Commissione di valutazione Bando Reti PMI 5 membri Sondrio 10 promotori 11 aderenti Gruppo di lavoro ristretto Varese 5 promotori 3 volte presenza 100% n. componenti n.d. 12 volte presenza 98% Lodi referenti mediamente attivi, di referenti Asl e Ster Gruppo di lavoro ristretto referente Asl e consulente esterno 5 Sottogruppi tematici Enti attuatori delle azioni 10 incontri Regolamento di funzionamento del Tav. Politico Accordo Asl, Provincia e Cciaa per Osservatorio MdL di genere 13

14 Vallecamonica Sebino 8 cui il 50% con continuità di impegno 5 incontri allargati Incontri mensili Organo tecnico dei promotori 4 attivi Asl, Ster, Consigliera e Provincia Milano 11 Tavolo tecnico provinciale: 3 ASL, CCIA, Provincia Pavia 16 promotori Organo tecnico dei promotori Identificazione degli Enti Attuatori di azioni Tavolo degli Aderenti 16 aderenti Piano di lavoro territoriale: Gestione congiunta delle tre ASL Asl Milano 1: ruolo di raccordo, ARIFL facilitatore di rete nominato da ASL MI 1 ASL Milano: gruppo di lavoro composto dai referenti dei tre territori (Consulenza Variazioni) ASL Milano 2: istituzione tavolo locale sulla conciliazione (Asl, responsabili uffici di piano) Invitati su temi specifici 17 aderenti Planning e identificazione degli Enti Attuatori di azioni Criteri di individuazione del modello organizzativo Manifestazione di interesse alla Filiera della Conciliazione Formalizzazione del Tavolo locale sulla conciliazione delibera Direttore Generale Asl mi2 Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Obiettivo medio periodo: formalizzazione di un Tavolo di lavoro permanente e della creazione di un Osservatorio provinciale delle Politiche Sociali 14 In soli tre casi, le Reti hanno proceduto alla definizione di specifiche regole di funzionamento e di governo di processo (Regolamento per l'assunzione di obblighi politico-istituzionali). Le attività di team building delle componenti tecniche si sono invece espresse secondo modalità articolate e differenziate a diversi livelli: a livello del gruppo tecnico allargato, a livello dei sottogruppi operativi legati a singole progettualità, a livello dei contatti diretti con i diversi referenti degli enti, a livello della rete ampia dei soggetti potenzialmente coinvolgibili sul tema nell'ottica di favorire nuovi raccordi e nuove connessioni. In particolare, le reti hanno individuato alcuni strumenti concreti di gestione del Piano a livello organizzativo, quali, ad esempio, i sottogruppi di lavoro tematici, il gruppo ristretto supportato da esperti esterni, il planning e la distribuzione funzionale per competenza e mission istituzionale, l'istituzione e la formalizzazione di osservatori. Rete territoriale Mantova Tabella 5: Strumenti di governance adottati dalle Reti Strumenti di governance Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Istituzionale Divisione del lavoro per competenza e mission istituzionale Provincia: formazione, Ster: comunicazione, CCIAA: reti di impresa, ASL: gestione doti e PA

15 Monza Brianza Brescia Cremona Lecco Bergamo Como Sondrio Varese Vallecamonica Sebino Milano Lodi Pavia Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Istituzionale Organizzazione in sottogruppi multidisciplinari Coordinamento Capofila Nell'ambito della Conferenza degli Enti Aderenti (CEA) individuazione per ogni area di intervento di Gruppi di Azione al fine di attuare modalità di progettazione condivisa e partecipata e rendere riconoscibile la rete come insieme di soggetti che offrono servizi Family Friendly La Rete territoriale, proprio in quanto rete, ha una struttura dinamica ed in continua evoluzione Istituzione di un Tavolo tecnico conciliazione vita lavoro al fine di includere altri soggetti che hanno chiesto di aderire al tavolo tecnico Gruppo di lavoro ristretto ASL e Ster che hanno messo in atto e coordinato le azioni previste dal Piano Territoriale Coinvolgimento degli enti aderenti all interno del tavolo tecnico, per condivisione priorità e attività di co-progettazione Gruppo di lavoro ristretto ASL e Ster che hanno messo in atto e coordinato le azioni previste dal Piano Territoriale Coordinamento Capofila. ASL ha individuato un gruppo di lavoro composto dal referente tecnico e da un consulente esterno per l attuazione delle azioni del piano Tavolo tecnico composto dai referenti tecnici degli enti promotori, con ruolo di supporto del tavolo di indirizzo politico e istituzionale e coinvolgimento degli enti aderenti Tavolo dei soggetti aderenti aperto e in continua evoluzione, coinvolgimento di alcuni soggetti aderenti nelle attività previste dal piano Divisione del lavoro per competenza e mission istituzionale del gruppo tecnico dei promotori Gruppo di coordinamento e sintesi composto dalle 3 ASL, Provincia e CCIA. Costituzione di gruppi di lavoro di distretto costituiti da ASL e Ambiti territoriali (uffici di piano) Gruppo tecnico che lavora in forma allargata e ristretta Individuazione di enti attuatori delle azioni anche tra gli enti aderenti Regolamento di funzionamento del Tavolo Politico Istituzionale Divisione del lavoro per competenza e mission istituzionale STer: analisi domanda di conciliazione PA Cciaa: lavoro sull' impresa 15 Il grado di apertura Dall'analisi delle modalità di gestione del networking adottate, emerge che se, da un lato, nella maggior parte dei casi, la rete è considerata aperta e dinamica e la promozione dell'adesione da parte di nuovi soggetti continua in modo sistematico, dall'altro lato, le relazioni più intense che intercorrono tra gli attori del network permangono ancorate prioritariamente ai soggetti promotori e sottoscrittori l accordo di programma. Tabella 6: Governance delle Reti grado di apertura Reti Aperta/chiusa Co-progettazione Sottogruppi 1 Cremona A/C SI SI 2 Lecco A/C SI SI 3 Lodi A/C SI SI 4 Mantova A/C SI SI 5 Monza e Brianza A/C SI SI 6 Pavia A/C SI SI 7 Bergamo C/A NO SI 8 Como C/A NO SI 9 Vallecamonica Sebino C/A NO SI 10 Milano C NO NO 11 Brescia C NO NO 12 Sondrio C NO NO

16 13 Varese C NO NO La Tabella 6 mostra alcuni indicatori che sintetizzano le strategie di governance del partenariato adottate. Nella prima colonna si propone una prima esemplificazione del grado di apertura della Rete. Con l'indice A/C sono state selezionate le Reti che mantengono un livello equilibrato di apertura e chiusura delle Reti, sono Reti tendenzialmente aperte, all interno delle quali sono stati previsti sia attività ristrette al gruppo tecnico del tavolo politico istituzionale e sia momenti (anche formalizzati) che prevedono il coinvolgimento di alcuni o tutti i rappresentanti dei soggetti aderenti. Nella maggior parte dei casi questi Reti hanno scelto di adottare un approccio fortemente partecipato basato sulla co-progettazione delle azioni con gli enti aderenti. Le Reti (C/A) si sono caratterizzate per una gestione condivisa del piano con gli enti aderenti. Sono orientate a includere un numero sempre maggiore di soggetti, hanno tuttavia privilegiato ambiti di co-progettazione all'interno del solo tavolo tecnico istituzionale. Le Reti (C) che non hanno utilizzato la co-progettazione si riferiscono ai casi in cui l attività di implementazione del piano è stata coordinata soprattutto da un gruppo composto da ASL e Ster. Grafico 4: Grado di apertura delle Reti chiusa/aperta 23% chiusa 31% aperta/chiusa 46% 16 Le strategie attuative Il dibattito scientifico sulla sociologia del welfare e gestione delle politiche pubbliche 2 verte oggi sul riconoscimento della centralità del paradigma della Public Governance (processo di redistribuzione del potere decisionale, attraverso il coordinamento e coinvolgimento di tutti gli stakeholders) rispetto agli approcci di tipo New Public Management e Government (l esercizio del potere decisionale derivante dal sistema istituzionale formale). Si sta, cioè, sempre più affermando un approccio che affida alle istituzioni pubbliche il ruolo di regia dello sviluppo economico e sociale in virtù del sistema di relazioni che si definiscono (in modo temporaneo o stabile) tra i diversi attori del contesto locale quali enti pubblici, privati profit e non profit e cittadini e volto alla creazione partecipata di valore pubblico 3. La gestione delle istituzioni pubbliche, anche in Italia, è ascrivibile ai modelli con una relazione specifica fra i processi di riforma intrinsecamente collegati alla natura istituzionale delle pubbliche Sviluppo locale e responsabilità sociale nella Chiesa Cattolica: un caso di studio, di Paolo Gheda e Elisa Pintus, in

17 amministrazioni "i modelli burocratici" e quelli che si ispirano ai comportamenti manageriali di stampo privatistico 4. In questo quadro, è possibile offrire una prima lettura degli approcci seguiti dalle Reti territoriali nell'ambito dei processi di apprendimento relazionale tra gli attori coinvolti (Grafico 5). In particolare, se ne evidenziano tre tipologie: approccio burocratico (Rete chiusa ai soli promotori), approccio della comunità territoriale (apertura della Rete ai soggetti che tradizionalmente collaboravano insieme, divisione del lavoro e decentramento delle azioni), approccio imprenditoriale (dove si è inteso giocare fino in fondo il rischio della sperimentazione di nuove relazioni). Tale ricostruzione non esprime, certo, alcuna volontà di definire il migliore tra gli approcci territoriali. Ma, al contrario, si intende porre l'attenzione che proprio perché il civil welfare si realizza attraverso un forte radicamento alla comunità di riferimento, diversi modelli di governance si vanno definendo, in concreto, in ragione degli assetti istituzionali e delle dinamiche sociali ed economiche proprie di ciascun territorio. Va, comunque, osservato che i segni di un maggiore investimento in processi di innovazione sociale sembrano presenti soprattutto in quelle reti caratterizzate da un approccio imprenditoriale, che tende cioè a superare la naturale avversione al rischio tipica dell agire amministrativo, per potenziarsi mediante il coinvolgimento di soggetti spesso distanti dai tavoli di lavoro tradizionali e la sperimentazione di azioni fortemente orientate al cambiamento organizzativo 5. Grafico 5: Le strategie di Rete 17 4 Materiali didattici Cergas-Bocconi, in Regione Lombardia, Un percorso di formazione-accompagnamento alla nuova programmazione zonale dedicato agli Uffici di Piano e alle Aziende sanitarie locali, Le reti territoriali lombarde per la conciliazione e le sfide dell innovazione sociale, di Laura Canale, Secondo Welfare, 25 ottobre 2012

18 2.3 Sintesi dei principali risultati conseguiti e corrispondenza alle previsioni del percorso L'analisi dell'avanzamento fisico del programma in Lombardia mostra una situazione più che positiva. Le finalità generali dell'intesa Conciliazione sono state perseguite attraverso quattro strumenti prioritari di intervento: a) la Rete Territoriale per la Conciliazione, che ha previsto la costruzione e sottoscrizione di accordi costitutivi di reti multistakeholder in tutti i territori coincidenti con quelli delle Aziende Sanitarie Locali. Il partenariato, in cui alla ASL è stato assegnato il ruolo di capofila, è costituito da soggetti promotori ed aperto in progress alle più ampie adesioni da parte delle diverse componenti istituzionali, economiche e sociali del sistema locale di riferimento. La scelta strategica distintiva del percorso lombardo è stata quella di posizionare all interno del singolo contesto territoriale la progettazione specifica delle azioni per la conciliazione e la sperimentazione del sistema dotale; b) la Dote Conciliazione - Servizi all'impresa per il sostegno alla maternità, articolata in contributo per servizi di consulenza specialistica e dote premialità all assunzione. La prima, destinata alle imprese per la realizzazione di analisi organizzativa e individuazione di soluzioni, quali piani di flessibilità aziendale e piani di congedo personalizzati per il rientro al lavoro dalla maternità, ha visto anche il riconoscimento di un voucher una tantum alle imprese che hanno effettuato il percorso; la seconda incentiva le PMI all assunzione di madri disoccupate con almeno un figlio a carico inferiore ai cinque anni; c) la Dote Conciliazione - Servizi alla persona, destinata ai genitori che rientrano dall assenza per maternità o paternità, permette l acquisizione di servizi a sostegno dei compiti di cura della famiglia presso i soggetti gestori accreditati; d) l Associazione tra Imprese e Servizi interaziendali, dove più aziende possono aggregare la loro domanda per individuare possibili soluzioni a favore del proprio personale dipendente, con la collaborazione dei soggetti già presenti sul proprio territorio. Dal punto di vista quantitativo, potendo contare con l'attivazione delle 13 Reti su una copertura complessiva di tutto il territorio lombardo, i risultati empirici realizzati hanno infatti superato i target/obiettivo previsti in fase progettuale. Dal confronto tra i risultati attesi e quelli raggiunti emerge con evidenza che l'unico indicatore non ancora soddisfatto è quello relativo alla consulenza specialistica e collegato bonus azienda. Tabella 7: Confronto ex-ante - ex post dei risultati previsti Finalità generali Interventi Azioni Risultati attesi Risultati raggiunti b) 1) Azione 1 Attivazione in Facilitazione per il Sostegno alla Help-desk famiglie e almeno 4 territori rientro al lavoro di maternità aziende lavoratrici che abbiano usufruito Azione di congedo a) Voucher premiante lavoratrici/lavoratori parentale o per x rete motivi comunque legati ad esigenze b) Servizi di 100 di conciliazione consulenza specialistica lavoratrici/lavoratori anche tramite x rete che poi sono percorsi formativi e diventate 100 di aggiornamento imprese per 6 territori Coperto tutto il territorio lombardo 538 premi per assunzioni in pmi sui 6 territori pilota 78 pmi con progetti di flessibilità e piani congedo per lavoratrici c) bonus azienda Pmi Delta 18

19 c) Erogazione di incentivi all acquisto di servizi di cura in forma di Voucher/Buono per i servizi offerti da strutture specializzate o in forma di Buono Lavoro per prestatori di servizi e) Altri eventuali interventi innovativi e sperimentali 1) Una Rete per la Conciliazione 2) La Dote Conciliazione 1) Associazione tra imprese 2) Percorso Conciliazione Creazione di reti con un percorso partecipato territoriale Azioni locali: portale della conciliazione Voucher Servizi alla Persona Reti di imprese per servizi interaziendali Analisi imprese Programma d azione territoriale Promozione della cultura della conciliazione sul territorio Accompagnamento allo sviluppo del piano sperimentale Attivazione in almeno 4 territori nel 2010, 2 nel luglio persone x rete (1800 totale atteso) Attivazione in almeno 6 territori 13 Reti attivate con copertura dell'intero territorio lombardo doti per servizi di cura sui 6 territori pilota 12 territori con 23 azioni mirate 13 Reti di imprese attive Dal lavoro fin qui realizzato è scaturito un volume di attività che ha superato gli obiettivi strategici fissati in fase di progettazione e che fin da ora può essere considerato quale felice esito complessivo della attuazione dell'intesa Conciliazione. I risultati quali/quantitativi ad oggi raggiunti non erano affatto scontati e dimostrarne la realizzabilità e l efficacia è stato uno dei punti cruciali di questa fase attuativa. Tabella 8: Output finale 127 Azioni progettuali sul tema conciliazione in corso di realizzazione nelle 13 Reti territoriali; Doti alla persona (92% del risultato atteso) che hanno consentito l'utilizzo di servizi di cura per l infanzia di cui l 92,7% asili nido nelle 6 Reti pilota; 538 Premialità all assunzione (85,50% del risultato atteso) di cui 32% micro impresa, 23,5% piccola impresa e 45,5% media impresa nelle 6 Reti pilota; 78 Piccole e Medie Imprese che hanno attivato un progetto di flessibilità e/o un piano di congedo, per un totale di lavoratrici beneficiarie; 13 Reti di imprese in fase di sperimentazione di servizi interaziendali di conciliazione. 19 Fonte: Éupolis Lombardia Infine, le Reti di Mantova e Lecco hanno realizzato una analisi di customer satisfaction diretta a cogliere il gradimento sia dei beneficiari della dote persona che delle imprese assegnatarie della premialità assunzione.

20 3. Il sistema di intervento delle Reti In sede di relazione finale al Dipartimento delle Pari Opportunità, La Direzione Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, ha dato conto delle misure approvate e delle azioni progettuali attivate sul territorio e delle risorse stanziate, con riferimento a ciascuna delle specifiche finalità dell Intesa richiamate nel programma regionale attuativo. In quel contesto è stato analizzato lo stato di realizzazione del programma regionale dal punto di vista del suo avanzamento fisico e finanziario. In sede di valutazione partecipata è stata condivisa una lettura complementare, che aiutasse a leggere anche trasversalmente, come di seguito descritto, i Piani di azione dei 13 territori. 3.1 Le modalità di rilevazione dei fabbisogni Tutte le reti hanno effettuato una analisi di contesto in fase di redazione del proprio piano di azione territoriale. Successivamente, in fase attuativa, la maggioranza delle reti (7 su 13) ha ulteriormente affinato gli strumenti di approfondimento ed analisi della domanda. Tabella 9: Strumenti adottati dalla Rete per l analisi della domanda e l emersione dei bisogni Fascia Reti Strumenti 1 A Bergamo - 2 A Brescia 795 incontri personalizzati con le mamme che hanno presentato al Dipartimento Provinciale del Lavoro la pratica per le dimissioni dal lavoro 3 B Como - 4 A Cremona Analisi territoriale 5 A Lecco Primo rapporto del mercato del lavoro femminile in provincia di Lecco 6 B Lodi - 7 A Mantova - 8 B Milano ASLMI1:Analisi del bisogno attraverso il coinvolgimento degli ambiti territoriali - ASL MI2: questionario di rilevazione dei bisogni delle famiglie con figli 0-14 anni ASL Mi: questionario rivolto alle famiglie di un quartiere 9 A Monza e Brianza Questionari per datori di lavoro e lavoratori, questionari rivolti ai lavoratori ASL 10 B Pavia Indagine conoscitiva sui bisogni di conciliazione espressi dalle lavoratrici e dai lavoratori e alle imprese 11 B Sondrio Questionari ASL, Ster 6, AO, Provincia, Comune, Arpa 12 B Vallecamonica - 13 B Varese - 20 Nel Piano di Intervento territoriale della Rete di Brescia è stata sottolineata l esigenza di concentrare su un particolare target, quello costituito da madri che entro il primo anno di vita del bambino presentano le proprie dimissioni dal lavoro (795 sia nel 2010 che nel 2011). La presenza di un significativo fenomeno di dimissioni ha reso necessario concentrare le azioni e gli interventi su questa area di bisogno, cercando di creare sinergia e collegamento con la Direzione Provinciale del Lavoro. La procedura prevede che la lavoratrice madre confermi davanti a un funzionario della DPL la propria volontà di dimettersi. Si è pertanto concordato con la DPL le modalità per indirizzare le madri agli sportelli ASL prima di confermare le dimissioni, al fine di poter realizzare incontri personalizzati di ascolto e orientamento. 6 Sedi territoriali di Regione Lombardia: sono presenti a livello provinciale.

21 La Rete di Cremona ha realizzato un analisi territoriale sia in sede di stesura del Piano territoriale, sia in occasione della presentazione del Rapporto di monitoraggio. Questo strumento che la Rete intende realizzare periodicamente ha la funzione di aggiornare e monitorare i dati, leggere il bisogno di conciliazione, le tendenze e i mutamenti in atto, per programmare interventi sempre più efficaci e contestualizzati. La Rete di Lecco per raggiungere i potenziali beneficiari della misura dotale ha spedito ai genitori dei bambini nati da agosto 2010 a novembre 2011 n lettere in cui informavano i genitori della sperimentazione regionale attiva sul territorio e fornivano i recapiti degli uffici di riferimento presso i quali era fornita consulenza in merito ai requisiti e alle modalità di formulazione delle domande. In seguito le infermiere delle n. 13 sedi consultoriali territoriali hanno contattato personalmente i genitori dei bambini nati e hanno provveduto ad informarli nuovamente rispetto all iniziativa regionale, analizzando con essi la specifica situazione personale e raccogliendo l analisi del reale bisogno del contesto familiare; sono state effettuate circa telefonate e realizzato un database con l analisi dei bisogni evidenziati. I dati raccolti per entrambe le misure dotali sono stati utilizzati per una analisi più approfondita dei beneficiari, che è stata pubblicata nel Primo Rapporto del Mercato del Lavoro Femminile in Provincia di Lecco e nel Focus di giugno 2012 relativo all Osservatorio. La Rete di Lecco ha deciso di dare vita, attraverso un accordo tra la ASL, la Provincia di Lecco, la CCIA, al primo Rapporto sul mercato del lavoro femminile. All interno della Rete di Milano la ASL città di Milano ha previsto all interno di un quartiere pilota la somministrazione di un questionario alle famiglie attraverso il quale produrre una mappatura tanto dei servizi quanto dei bisogni e delle caratteristiche delle destinatarie del progetto. Gli esiti attesi di questa iniziativa sono una mappa infografica che indica le soluzioni di conciliazione e i relativi costi, e il coinvolgimento delle famiglie all interno di focus group per l attivazione del community organizer, perno attorno al quale attivare un coinvolgimento comunitario dei soggetti, a livello di quartiere, per l individuazione dei bisogni e la ricerca di soluzioni di conciliazione. Il sottogruppo Imprese della Rete di Monza e Brianza ha sviluppato due questionari diretti a lavoratori e imprese in corso di somministrazione La Rete di Pavia promuove un indagine conoscitiva sui bisogni di conciliazione espressi dalle lavoratrici e dai lavoratori, sia all interno delle organizzazioni pubbliche (questionario affidato alla STer), sia di quelle private (questionario + incontri pmi affidato alla CCIAA), con la supervisione scientifica dell'università locale. La Rete di Sondrio considerate le obiettive difficoltà a considerare il mondo del lavoro privato ha deciso di iniziare a conoscere le realtà e i bisogni della pubblica amministrazione. A tal fine è stato predisposto un questionario rivolto a tutti i dipendenti degli enti più rappresentativi della provincia (Azienda Ospedaliera, ASL, Provincia di Sondrio, Comune di Sondrio, ARPA, STer). Il questionario ha come obiettivo quello di conoscere come l ente risponde ai bisogni dei lavoratori e quali siano le iniziative che si ritengono più opportune per promuovere la conciliazione. La somministrazione del questionario, che riguarda circa lavoratori, è stata realizzata nel corso dell'estate

22 Brescia Vallecamonica Sebino Lodi Cremona Mantova Sondrio Varese Bergamo Como Lecco Pavia Monza Brianza Milano 3.2 L'articolazione degli interventi e le tipologie dei servizi erogati Intervento 1 Sistema Dote La sperimentazione è stata realizzata in 6 reti pilota Adeguamento del sistema di offerta servizi di supporto alla maternità - Filiera della Conciliazione Tabella 10: La Filiera dei servizi conciliativi - prima infanzia Rete territoriale Mappa dei servizi n. nidi Mantova Servizio nidi 110 Monza Brianza n.d. n.d. Brescia n.d. n.d. Cremona Elenco baby sitter n.d. Lecco Servizi prima infanzia 69 Bergamo n.d. n.d. Como n.d. n.d. Sondrio n.d. n.d. Varese n.d. n.d. Lodi n.d. n.d. Vallecamonica Sebino n.d. n.d. Milano n.d. n.d. Pavia n.d. n.d. Totale Intervento 2 Una Rete per la conciliazione 127 progetti attivi Nell'ambito delle 13 Reti territoriali di Conciliazione, sono complessivamente 127 le azioni coprogettate a livello locale, di cui circa il 90% è in fase realizzativa. Grafico 6: Distribuzione delle azioni progettuali A B B A A B B A B A B A B Le azioni progettuali possono essere identificate per classi di intervento:

23 le azioni mirate, rappresentano il 52% del totale e si sostanziano in azioni orientate a: Valorizzazione delle famiglie, Azioni rivolte al territorio, Azioni rivolte alle imprese e reti di imprese, Azioni rivolte alle pubbliche amministrazioni; le azioni trasversali o di sistema, rappresentano il 48% del totale e si sostanziano in azioni orientate a: Formazione di una cultura della conciliazione, Promozione della Rete, Adeguamento del sistema di offerta di servizi sociali alle esigenze di conciliazione. Tabella 11: Sintesi delle azioni progettuali previste dai singoli PTC per classi di intervento Fascia Rete territoriale Azioni Trasversali Formazione di una cultura della conciliazione Promozione della rete Adeguamento del sistema di offerta alle esigenze di conciliazione Valorizzazione delle famiglie Azioni mirate Azioni rivolte al territorio Azioni rivolte imprese e reti di imprese Azioni rivolte alle PA Progetti (totale) 2 A Brescia B Vallecamonica Sebino 8 B Lodi A Cremona A Mantova B Sondrio B Varese A Bergamo B Como A Lecco B Pavia A Monza Brianza 9 B Milano Totale Grafico 7: Distribuzione complessiva delle azioni progettuali per classi di intervento Grafico 8: Articolazione progettuale nelle 13 Reti territoriali di Conciliazione

24 Fascia A Fascia B Milano Pavia Como Varese Sondrio Lodi Vallecamonica 2 11 Monza Brianza Lecco Bergamo Mantova Cremona Brescia Formazione di una cultura della conciliazione Promozione della rete Adeguamento del sistema di offerta alle esigenze di conciliazione Valorizzazione delle famiglie Azioni rivolte al territorio Azioni rivolte imprese e reti di imprese Azioni rivolte alle PA Azioni Trasversali Azioni Mirate

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