PRIMO MODULO I DIRITTI UMANI 1. COSA SONO I DIRITTI UMANI?

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1 PRIMO MODULO I DIRITTI UMANI Il diritto di avere diritti, o il diritto di ogni individuo ad appartenere all'umanità, dovrebbe essere garantito dall'umanità stessa. Hanna Arendt 1. COSA SONO I DIRITTI UMANI? I Diritti Umani sono quei diritti che spettano ad ogni persona semplicemente in quanto essere umano. Pertanto, spettano a tutti equamente, universalmente (dal momento che gli esseri umani nascono uguali) e per sempre. I diritti sono essenziali al nostro essere, a chi siamo e a cosa siamo e sono essenziali alla nostra umanità e alla nostra dignità. Possono essere cioè definiti come gli standard di base che sono necessari ad una vita dignitosa. Ne consegue che violare i diritti umani di qualcuno significa trattarlo come se non fosse un essere umano. Sostenere i diritti umani significa, invece, chiedere che venga rispettata la dignità di ogni individuo. I Diritti Umani sono principi ideali, ma anche concreti. Rispecchiano la visione di un mondo libero, giusto e pacifico e allo stesso tempo stabiliscono quegli standard minimi in base ai quali, in ogni luogo della terra, individui ed istituzioni dovrebbero trattare le persone. Le loro caratteristiche sono: 1. inalienabilità. Questo significa che nessuna persona può perdere i propri diritti perché essi sono connessi al fatto stesso dell'esistenza umana. Ci sono casi in cui alcuni diritti possono essere sospesi. Per esempio, se qualcuno è riconosciuto colpevole di un crimine, può essere privato della propria libertà.

2 2. indivisibilità. Questo significa che non si può negare un diritto perché è "meno importante" o "non fondamentale". 3. interdipendenza. Questo significa che tutti i diritti umani sono parte di una struttura complementare. t» t "

3 4. universalità. Questo significa che tutti i diritti si applicano allo stesso modo a tutti gli individui indiscriminatamente, in ogni parte del mondo, senza limiti di tempo. ; Noi mettiamo in pratica i nostri diritti umani ogni giorno, quando preghiamo secondo il nostro credo, oppure scegliamo di non pregare affatto; quando discutiamo o critichiamo le politiche del nostro governo; quando entriamo a far parte di un sindacato; quando intraprendiamo un viaggio nel nostro Paese o oltre oceano. Sebbene di solito diamo per scontate queste azioni, ci sono persone, sia nel nostro Paese che in altri, che non godono allo stesso modo di queste libertà. È una violazione dei diritti umani quando un genitore abusa del figlio, quando una famiglia è senza casa, quando la scuola non fornisce un'istruzione adeguata, quando a parità di lavoro, le donne percepiscono stipendi inferiori a quelli degli uomini. I Diritti Umani sono, quindi, un argomento quotidiano e si può dire che non esiste nessun Paese al mondo che sia completamente estraneo alle violazioni dei diritti umani. Forse, ci sono maggiori violazioni in certi paesi piuttosto che in altri o le violazioni interessano una percentuale di popolazione più alta, ma ogni singola violazione è un problema che non sarebbe dovuto succedere e che necessita di essere risolto. 2. BREVE STORIA DEI DIRITTI UMANI L'idea che le persone abbiano diritti intrinseci, affonda le radici in tradizioni molto antiche e non rappresenta un'invenzione dell'occidente. Tra le fonti scritte più antiche che riportano questioni relative ai doveri, ai diritti e alle responsabilità degli individui ci sono: il Codice babilonese di Hammurabi (2000 a. C.), i Veda Hindu, la Torah, lo Statuto di Ciro il Grande (570 a. C.), il Corano e i Dialoghi di Confucio. Si aggiungano a questi, anche i Codici Aztechi e la Costituzione di Iroquois, che sono le fonti native americane che esistevano già molto prima del diciottesimo secolo Gli antenati dei documenti sui Diritti Umani del xx secolo ;;

4 Nel 1215, la nobiltà inglése e i membri del clero si misero insieme contro gli abusi perpetrati dal sovrano Giovanni senza Terra costringendolo a redigere la cosiddetta Magna Charta Libertatum. Con questa Charta il sovrano acconsentiva a conformarsi alla legge (anche se di fatto non fu così) e garantiva al Paese uno strumento che sarebbe stato largamente invocato a difesa delle libertà. Qualche secolo più tardi, nel 1689, il Parlamento inglese approvò una legge (Bill of Rights) con la quale proclamava che non avrebbe più tollerato alcuna ingerenza regia nei suoi affari. Durante il XVII e il XVIII secolo, in Europa, diversi filosofi presentarono il concetto di "diritti naturali". Questi erano diritti che spettavano ad una persona per il fatto di appartenere al genere umano. L'idea che questi diritti naturali dovessero legittimare la persona ad ottenere certi diritti legali, fu sempre più accettata e iniziò a riflettersi nelle Carte costituzionali di alcuni paesi. Ad esempio: La Dichiarazione Francese dei Diritti dell'uomo e del Cittadino (1789) che venne proclamata dopo il rovesciamento della monarchia francese da parte del suo popolo che ne attaccò il sistema politico e legale. La Dichiarazione definì i diritti naturali dell'uomo come "la libertà, la proprietà, la sicurezza e il diritto a resistere all'oppressione". Sostituì il sistema dei privilegi aristocratici con il principio di uguaglianza davanti alla legge. La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, la Costituzione e la Carta dei Diritti (1791). Nel 1776, la maggior parte delle colonie britanniche in Nord America proclamò la propria indipendenza dall'impero britannico con la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, ispirata alla teorie giusnaturaliste (cioè che riguardano i diritti naturali) di Locke e Montesquieu. In seguito, la Costituzione degli USA fu emendata e il governo venne centralizzato, ma con poteri sufficientemente limitati per garantire la libertà individuale. Venti emendamenti alla costituzione formano la Carta Americana dei Diritti (American Bill of Rights).

5 2. 2. Primi accordi internazionali L'attuale Diritto Umanitario Internazionale e l'odierna classe dirigente delle Nazioni Unite (ONU) hanno a loro volta importanti precedenti storici. Nel XIX secolo, troviamo i primi trattati volti a proibire la schiavitù, la servitù, le brutali condizioni di lavoro e il lavoro minorile. Eccone degli esempi: Trattato di Parigi (1814) - viene siglato da Francia e Inghilterra, allo scopo di cooperare per sopprimere il traffico di schiavi. Trattato di Bruxelles (1890) - viene firmato contro la schiavitù e fu in seguito ratificato da 18 Stati. Trattato di Versailles (1919) - costituisce la Società delle Nazioni e l'organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), allo scopo di sovrintendere al perfezionamento dei trattati che proteggevano i lavoratori e i loro diritti. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, la Società delle Nazioni rappresentò il primo tentativo (storicamente fallito) di raccogliere gli Stati in un organismo che si proponesse la pace e la cooperazione internazionale La nascita dell'onu Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i governi delle potenze vincitrici del conflitto (Stati Uniti, URSS, Regno Unito e solo in seguito Cina e Francia) si impegnarono a costituire un organismo internazionale che si ponesse davvero come obiettivo primario il mantenimento della pace e la prevenzione dei conflitti. L'atto di nascita dell'onu (o Nazioni Unite) venne siglato ufficialmente con la Carta di San Francisco, il 24 giugno del Attualmente, aderiscono all'onu 189 paesi in tutto il mondo (tranne Taiwan, Città del Vaticano e alcuni piccoli Stati dell'oceania). 3. LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (DUDU) : ; La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani rappresenta l'atto fondativo del contemporaneo Diritto Umanitario Internazionale e, storicamente, nasce sull'onda dell'indignazione per le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu redatta dalla Commissione sui diritti umani (uno degli organi delle Nazioni Unite) ed entrò in vigore per mezzo dell'assemblea Generale il 10 dicembre 1948.

6 Essa estende la rivoluzione introdotta nel diritto internazionale dalla Carta delle Nazioni Unite, vale a dire che il modo in cui un governo tratta i propri cittadini è, ora, materia di legittima natura internazionale e non semplice questione interna e nazionale. Ecco cosa asserisce il suo preambolo: Il riconoscimento della dignità inerente a tutti membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. Questo documento ha un significato storico enorme e continua ancora oggi ad operare come punto di riferimento contro quei governi che sono giudicati internazionalmente. I governi oggi sanno che se infrangono consapevolmente i diritti contenuti in questo documento, possono essere condannati dagli altri governi e ricevere sanzioni in forme diverse. La DUDU è composta da un preambolo e 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali e culturali di ogni persona. 4. COS'È IL DIRITTO UMANITARIO INTERNAZIONALE? Il Diritto umanitario, di cui la DUDU si può definire l'atto di nascita, è l'insieme di norme internazionali che governano le situazioni di conflitto armato, sia di carattere nazionale che internazionale. Rientrano nel diritto umanitario: 1. quei diritti umani che sono comunque e sempre inderogabili, anche nelle situazioni più estreme: ad esempio il divieto della tortura e della schiavitù, la libertà di pensiero e di religione, il principio di non discriminazione. 2. quei diritti e doveri specificamente legati a situazioni di conflitto armato, che riguardano dunque questioni come il trattamento dei feriti e dei prigionieri, i diritti delle popolazioni civili ecc. I principali sfrumenti del diritto umanitario sono le quattro convenzioni di Ginevra del 1949 e i due protocolli aggiuntivi, del Tali convenzioni sono state sottoscritte da quasi tutti i paesi, ed è forte anche la tendenza ad un'adesione universale ai due protocolli. La prima e la seconda convenzione di Ginevra riguardano la protezione dei feriti e dei malati nelle forze armate di terra, dell'aereonautica e della Marina. La terza convenzione contiene le norme relative alla tutela dei prigionieri di guerra. La quarta convenzione riguarda la protezione delle persone civili in tempo di guerra. Diversi articoli della quarta

7 Convenzione hanno rilevanza diretta per le donne, perché tesi a prevenire comportamenti che spesso vengono usati come armi di guerra, quali lo stupro e le violenze sessuali. Le quattro convenzioni di Ginevra contengono un articolo comune, l'art. 3, che riguarda i conflitti armati a carattere non internazionale, che si verificano nel territorio di uno degli stati contraenti. Tale articolo contiene un insieme di divieti inderogabili, in qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza. Esso vieta: la violenza contro la vita e le persone; la cattura di ostaggi; l'oltraggio alla dignità personale, e in particolare i trattamenti umilianti e degradanti; l'emissione di sentenze di condanna e le esecuzioni effettuate senza regolare processo. Le gravi violazioni (es. i crimini di genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra compreso l'uso di armi non convenzionali e di distruzione di massa) delle Convenzioni di Ginevra rientrano nei crimini di cui si occupa la Corte Penale Internazionale che ha sede all'aja (Olanda). 5. LE GENERAZIONI DEI DIRITTI Dal breve accenno alla storia dei diritti umani, appare chiaro come il contenuto di questi diritti si sia evoluto nel tempo e si può intuire che questa evoluzione sia destinata a continuare. I diritti umani non sono quindi delle categorie e dei concetti statici, ma mutano col mutare delle condizioni storiche e politiche e dipendono direttamente dalle rivendicazioni di particolari fasce di popolazione. A questo proposito gii studiosi che si occupano di diritti umani hanno individuato delle vere e proprie generazioni di diritti umani, divise a seconda del contesto storico in cui si sono sviluppate. Occorre tuttavia precisare che si tratta appunto di una prospettiva di carattere storico: non si vuole affermare che alcuni diritti siano più importanti di altri cercando di stabilire una scala di importanza. Ecco perché sono state individuate quattro generazioni di diritti umani: cioè delle categorie che permettono di schematizzare l'evoluzione nel tempo dei diritti umani Diritti di prima generazione (diritti civili e politici)

8 La nascita di questa generazione di diritti viene fatta risalire all'inizio della Rivoluzione francese (1789), quando fu approvata la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino. Le due idee centrali che ne stavano alla base erano quelle di libertà personale e di protezione dell'individuo contro le violazioni prodotte dallo Stato. I diritti civili forniscono le garanzie minime di integrità fisica e morale e consentono agli individui una propria sfera di coscienza e di credo. I diritti legali sono anche normalmente classificati come diritti "civili". Forniscono procedure per la protezione delle persone che hanno a che fare con il sistema legale e politico. I diritti politici sono necessari al fine di partecipare alla vita della comunità e delle società. Tali diritti sono: 1. diritto a non subire tortura o altri trattamenti inumani e degradanti; 2. diritto a non essere imprigionato senza motivo; 3. diritto ad una identità personale; 4. diritto ad un giusto processo (pubblico e ad una corte indipendente ed imparziale); 5. diritto alla libertà di pensiero ed espressione; 6. diritto alla libera e pacifica associazione; 7. diritto alla partecipazione alla vita politica e alla vita pubblica Diritti di seconda generazione (diritti sociali, economici, culturali) Questa seconda generazione di diritti nasce nel 1948 con l'approvazione della DUDU. I diritti che vi sono compresi riguardano il modo in cui le persone vivono e lavorano insieme e i loro bisogni fondamentali. Essi sono basati sull'idea di uguaglianza e sull'accesso garantito ai beni essenziali, ai servizi e alle opportunità di carattere sociale ed economico. Divennero sempre più materia di riconoscimento internazionale con gli effetti della prima industrializzazione e con la crescita della classe operaia e condussero a nuove istanze e a nuove idee sul significato di una vita dignitosa. I diritti sociali sono quelli che sono necessari per una piena partecipazione alla vita della società. I diritti economici normalmente comprendono il diritto al lavoro, ad adeguati standard di vita, alla abitazione e ad una pensione per le persone anziane o disabili.

9 I diritti culturali sono riferiti al modo di vivere la cultura di una comunità e sono spesso oggetto di minor attenzione rispetto ad altri tipi di diritti. Tali diritti sono: 1. diritto al giusto salario 2. diritto a condizioni di lavoro dignitose 3. diritto a costituire sindacati per la tutela dei diritti del lavoro 4. diritto di sciopero 5. diritto all'istruzione 6. diritto all'assistenza medica di base 7. diritto alla assistenza e alla sicurezza sociale in caso di malattia e vecchiaia Diritti di terza generazione (diritti di solidarietà) Questi diritti sono di tipo collettivo: ciò significa che i destinatari non sono i singoli individui, ma i popoli. Le idee alla base di questa generazione di diritti sono l'autodeterminazione dei popoli, la pace, lo sviluppo, l'equilibrio ecologico, il controllo delle risorse nazionali, la difesa ambientale. 1. diritto alla libertà e alla autodeterminazione 2. diritto all'accesso alle risorse 3. diritto ad un ambiente vivibile e sano Diritti di quarta generazione (nuovi diritti) Infine, esiste una quarta generazione di diritti che tuttavia non è ancora stata elaborata con precisione essendo un fenomeno molto recente. I diritti di quarta generazione sono quelli relativi al campo delle manipolazioni genetiche, della bioetica e delle nuove tecnologie di comunicazione. La nascita di questi nuovi diritti è una conseguenza della scoperta di nuove tecnologie: in questo senso la rivendicazione di nuovi diritti deriva dalla minaccia causata dall'utilizzo scorretto delle nuove tecnologie. Si pensi ai danni che possono causare alla salute i cibi

10 OGM (organismi geneticamente modificati), oppure ai pericoli in cui possono incorrere specialmente i bambini utilizzando in modo incontrollato Internet. Costituendo una nuova categoria, occorrerà un po' di tempo perché questi diritti vengano formulati con precisione ed introdotti in documenti ufficiali. 6. I DIRITTI UMANI NEL MONDO In Europa, nelle Americhe e in Africa (ma non ancora nella regione asiatico-pacifica) troviamo ulteriori documenti di natura regionale volti alla protezione e alla promozione dei diritti umani che ampliano la Legge Internazionale dei Diritti Umani. Per esempio, le Americhe, riunite nella Organizzazione degli Stati Americani, hanno creato la Convenzione Americana dei Diritti Umani (1969); gli Stati africani hanno dato vita alla loro Carta dei Diritti degli Individui e dei Popoli <1985), così come gli Stati arabi hanno ratificato la Dichiarazione del Cairo sui Diritti Umani nell'islam (1990). Inoltre, ci sono state delle istanze per impostare una sorta di sistema per la protezione dei diritti umani nella regione asiatico-pacifica, ma non è stato ancora adottato alcun accordo formale. 7. PROTEZIONE LEGALE DEI DIRITTI UMANI Come si è visto finora, a livello internazionale, gli Stati hanno elaborato insieme alcuni accordi riguardanti i diritti umani. Questi accordi stabiliscono obiettivi standard di comportamento per gli Stati, imponendo loro alcuni doveri verso gli individui e possono essere di due tipi: legalmente vincolanti o non vincolanti. Il documento che impone un obbligo (spesso chiamato Trattato, Convenzione o Patto) rappresenta un impegno degli Stati a migliorare l'osservanza dei diritti a livello nazionale. Al contrario, uno strumento non vincolante è soltanto un accordo politico tra Stati, che si impegnano a migliorare una condizione interna al proprio Stato, ma senza avere alcun obbligo legale di farlo I fondamentali documenti internazionali L'importanza dei diritti umani sta aumentando e una conseguenza di questo successo è lo sviluppo di testi e strumenti sui diritti umani e sul miglioramento delle procedure per attuarli e proteggerli. Basti pensare che, solo al livello ONU, ci sono più di un centinaio di documenti che fanno riferimento ai diritti umani. Se a questi si aggiungono i vari documenti a livello regionale il numero aumenta ancora. Per questa ragione, non sarà possibile

11 prenderli in considerazioni tutti, ma ci occuperemo solo di quelli più rilevanti: vale a dire i documenti che sono stati ampiamente accettati e sono considerati la base per lo sviluppo di altri strumenti in favore dei diritti umani; i più importanti documenti europei; quei documenti che riguardano la protezione di gruppi specifici La Carta Internazionale dei Diritti Umani Come abbiamo visto prima, il più importante strumento di protezione dei diritti umani a livello globale è rappresentato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. In essa sono garantiti sia i diritti civili che quelli politici, così come quelli sociali, economici, culturali. Il Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici (ICCPR) e il Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR), entrambi entrati in vigore nel 1976, sono i principali documenti legalmente vincolanti di applicazione mondiale. Insieme alla DUDU, formano la Carta Internazionale dei Diritti dell'uomo fondamentali documenti ed organismi europei L'Europa vanta un buon sistema di protezione dei diritti umani nell'ambito,del Consiglio d'europa. Il principale strumento di difesa dei diritti umani in Europaè la Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali (anche conosciuta come CEDU). Questa convenzione, entrata in vigore nel 1953, è stata adottata da tutti i Paesi membri del Consiglio d'europa da quando tale adozione è diventata un requisito obbligatorio per entrare nell'unione Europea (gli Stati geograficamente europei che non fanno parte del Consiglio d'europa sono solo due: il Vaticano e la Bielorussia). Il rispetto della CEDU è assicurato da un organismo che si chiama Corte Europea dei Diritti Umani che ha sede a Strasburgo. La Corte Europea dei Diritti Umani non è una istituzione dell'unione Europea e per questo non va confusa con la Corte di Giustizia dell'unione europea che invece lo è e si occupa di garantire che la legge comunitaria non sia applicata in modo diverso da ciascuno stato membro. Uno dei principali vantaggi della Corte Europea di Strasburgo è il sistema cosiddetto di giurisdizione obbligatoha, vale a dire che nel momento stesso in cui uno Stato ratifica o aderisce alla CEDU esso automaticamente si mette sotto la sua sfera d'azione.

12 Documenti a protezione di gruppi specifici Adesso che abbiamo più chiaro il concetto di diritti umani, analizziamo alcuni casi specifici. In questo modo risulterà anche più comprensibile capire come si procede concretamente alla tutela dei diritti umani attraverso specifiche convenzioni. Esamineremo prima di tutto due esempi di palese violazione dei più basilari diritti dell'uomo (discriminazione razziale e tortura), mentre successivamente vedremo come alcune categorie di persone siano particolarmente vulnerabili e per questo motivo più esposte a possibili violazioni dei loro diritti (bambini, donne, rifugiati, minoranze). Minoranze Le minoranze sono protette, a livello ONU, secondo la Dichiarazione dei Diritti delle Persone Appartenenti a Nazioni o Etnie, Religioni e Minoranze Linguistiche, adottata nel 1992 dalla sottocommissione per la Prevenzione delle Discriminazioni e la Protezione delle Minoranze. A livello europeo, con documenti vincolanti come la Convenzione Quadro per la Protezione delle Minoranze Nazionali, da cui è nato un organo di monitoraggio denominato comitato di Controllo della Convenzione Quadro. La loro principale protezione è sancita dàlie Nazioni Unite, con la Convenzione sui Diritti del Fanciullo (1989). Si tratta della convenzione che ha ottenuto il maggior numero di ratifiche (non è stata ratificata soltanto dagli Stati Uniti e Somalia). In Africa, esiste la Carta Africana dei Diritti e del Benessere dei Bambini (1999). Rifugiati I diritti dei rifugiati sono garantiti specialmente nella Convenzione sullo Statuto dei Rifugiati (1951) e dallwto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite. L'unico sistema regionale di protezione dei rifugiati è presente in Africa, dal 1969 con la Convenzione relativa agii aspetti specifici dei rifugiati, mentre in Europa la CEDU offre solo qualche protezione addizionale. Donne Cercando di promuovere una più ampia parità tra i sessi, i diritti delle donne sono specificamente protetti dalla Convenzione delle Nazioni Unite per l'eliminazione di ogni Forma di Discrìminazione contro le Donne (1979) Far rispettare i diritti umani Come possiamo assicurarci che questo meccanismo di protezione dei diritti umani funzioni? I principali organi supervisori sono le commissioni o i comitati e le corti, ognuno

13 dei quali è composto da membri indipendenti, esperti o giudici, che non rappresentano i singoli Stati. I principali meccanismi usati da questi organi sono: ricorsi (presentati da individui, gruppi o Stati) procedure giudiziarie procedure di segnalazione 8. L'ATTIVISMO E IL RUOLO DELLE ONG Per la maggior parte, i difensori dei diritti umani sono perlopiù semplici cittadini, non funzionari governativi. In particolare, le Organizzazioni non Governative (ONG) hanno giocato un ruolo determinante nel convogliare l'attenzione della comunità internazionale su questioni legate ai diritti umani Cosa sono le ONG? Il termine non governativo o più precisamente non profit è utilizzato in riferimento ad un insieme di organizzazioni costituiscono la società civile. Queste organizzazioni sono caratterizzate, in generale, dall'avere come fine della propria esistenza qualcosa di diverso dal profitto. Le ONG giocano un ruolo cruciale nel: combattere le violazioni individuali dei diritti umani; offrire assistenza diretta a coloro i cui diritti sono stati violati; fare pressione affinché avvengano delle modifiche alle leggi nazionale od internazionale; collaborare alla definizione dei contenuti di queste leggi; promuovere la conoscenza ed il rispetto dei diritti umani tra la popolazione. Il contributo delle ONG è importante non soltanto in termini di risultati raggiunti, ma anche perché sono strìctu sensu degli strumenti utilizzabili da tutti i cittadini del mondo. Esse sono coordinate e dirette da individui privati, ma traggono anche la loro forza da altri membri della comunità che volontariamente sostengono la loro causa Tipologie di ONG che si occupano di diritti umani Nel 1993, alla Conferenza dei Diritti Umani dell'onu, conosciuta anche come Conferenza di Vienna, erano presenti 841 ONG provenienti da tutto il mondo, ciascuna delle quali si presentò con una missione associativa legata ai diritti umani. Molte delle associazioni che si definiscono "organizzazioni per i diritti umani" si occupano della protezione dei diritti civili

14 e politici. Le più conosciute tra queste organizzazioni, almeno a livello internazionale, sono probabilmente Amnesty International e Human Rights Watch, entrambe attive in tutto il mondo. Tuttavia, come abbiamo già visto, i diritti civili e politici sono solo una categoria dei tanti diritti umani riconosciuti dalla comunità internazionale, e nuovi diritti continuano ad emergere. Quando prendiamo ciò in considerazione e consideriamo l'attività delle ONG che si occupano di contrastare la povertà, la violenza, il razzismo, i problemi di salute, i problemi della casa, i problemi riguardanti l'ambiente, allora il numero effettivo delle ONG che si occupano di protezione dei diritti umani si aggira intorno centinaia di migliaia in tutto il mondo Come le ONG influenzano i processi? Le ONG si attivano per la protezione dei diritti umani a diversi livelli e con diverse strategie in base alla natura dei loro obiettivi. Le principali attività delle ONG sono: Assistenza diretta > è comune fra le ONG che lavorano nel campo dei diritti economici e sociali offrire alcuni servizi alle persone vittime di violazioni di diritti umani. Questo genere di servizi spesso prevede forme di assistenza umanitaria, protezione o aiuto nello sviluppo di nuove capacità. In alternativa, dove i diritti sono tutelati dalla legge, questi servizi prevedono assistenza legale o aiuto nella presentazione di ricorsi. Raccolta accurata di informazioni» se c'è una strategia fondamentale alla base delle diverse forme di attivismo nelle ONG è forse l'idea di dimostrare il perpetrarsi delle ingiustizie. I governi cercano spesso di evitare i loro obblighi derivanti dai trattati internazionali che hanno firmato semplicemente perché l'impatto di queste politiche non è noto al grande pubblico. Raccogliere queste informazioni ed usarle per mettere i governi davanti alle loro responsabilità è una cosa fondamentale e realizzata frequentemente dalle ONG. Campagne e lobbying lobbying è il termine dato ai vari modi di fare pressione verso gli attori nazionali ed internazionali, in modo da sollecitare dei cambiamenti nelle politiche. Ne esistono numerose forme e le ONG cercheranno di usare la più appropriata a seconda degli obiettivi che hanno in mente, il target da raggiungere, e naturalmente a seconda delle loro risorse disponibili. Ecco alcune delle pratiche più comuni: a. le campagne di "scrittura lettere" sono il metodo usato con maggiore successo. La gente e le organizzazioni bombardano i funzionari governativi con milioni di lettere mandate dai loro associati di tutto il mondo;

15 b. azioni di strada o manifestazioni sostenute dai media; c. media e internet giocano e ancor più giocheranno un ruolo fondamentale in azioni di lobbying; d. oltre alle manifestazioni di sostegno o di pubblico sdegno, le ONG organizzano incontri informativi. Educazione molte ONG che si occupano di diritti umani prevedono, almeno in parte, attività educative o di sensibilizzazione. 9. CONCLUSIONE: EDUCARE Al DIRITTI UMANI Educare ai diritti umani è sia una lente attraverso la quale osservare il mondo, sia una metodologia di insegnamento e di guida per altre persone. L'educazione ai diritti umani è pedagogia, formazione, informazione per costruire una cultura universale basata sulla condivisione e il rispetto di tali diritti, e dunque il rispetto della dignità umana. I seguenti punti derivanti dagli elementi essenziali di tale cultura possono divenire gli obiettivi generali per l'educazione ai diritti umani: rafforzare il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali; sviluppare un senso di rispetto per sé stessi e di rispetto verso gli altri come valore base della dignità umana; sviluppare attitudini e comportamenti che portano al rispetto dei diritti degli altri; assicurare una reale uguaglianza di genere ed uguali opportunità per le donne a tutti i livelli; promuovere il rispetto, la conoscenza e l'apprezzamento delle diversità culturali, in particolare, riguardo alle differenze nazionali, etniche, religiose, linguistiche e delle altre minoranze e comunità; rafforzare nelle persone comportamenti per una cittadinanza attiva; promuovere la democrazia, lo sviluppo, la giustizia sociale, l'armonia comune, la solidarietà tra le genti e le nazioni;

16 favorire l'attività di istituzioni internazionali il cui scopo sia la creazione di una cultura di pace, basata sui valori universali dei diritti umani, il reciproco rispetto a livello internazionale, la tolleranza. FOCUS: I BAMBINI E I LORO DIRITTI La Convenzione Internazionale sui Diritti dell'infanzia Il 20 Novembre del 1989 i rappresentanti degli Stati del pianeta, riuniti nell'assemblea Generale dell'onu, approvavano all'unanimità il testo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'infanzia. Quell'atto racchiudeva in sé un significato di portata storica. Infatti, anche se già nel 1959 era stata approvata una Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, tuttavia essa rimase sostanzialmente sconosciuta e quindi poco funzionale alla crescita di una diffusa coscienza dei diritti dei più piccoli. Tutti i Paesi (191), tranne USA e Somalia, hanno ratificato nei rispettivi Parlamenti nazionali la Convenzione sui Diritti dell'infanzia, che di qui a qualche anno potrebbe risultare il primo trattato "universalizzato" nella storia del genere umano. L'Italia ha ratificato la Convenzione sui Diritti dell'infanzia il 27 maggio Funzioni e principi della Convenzione I principi fondamentali su cui la Convenzione si basa sono i seguenti: Non discriminazione: gli Stati firmatari si impegnano ad assicurare ad ogni bambino, a prescindere dalla razza, dalla religione, dal sesso o dall'estrazione sociale, il godimento di tutti i diritti sanciti dalla Convenzione. Superiore interesse del minore: in ogni azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata che riguardi l'infanzia o l'adolescenza, l'interesse dei bambini deve prevalere su qualsiasi altro ordine di priorità. Vita, sopravvivenza, sviluppo dell'infanzia: ogni bambino detiene, in quanto essere umano, un prioritario diritto alla vita. Ascolto delle opinioni del bambino: i bambini hanno diritto ad essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in sede legale. La Convenzione è stata costruita con molta cura allo scopo di vincolare in modo non astratto gli Stati. Agli impegni generici o alle petizioni di principio, si sono preferite formule

17 precise e meccanismi di controllo. Quando era impossibile raggiungere un accordo generale su una determinata questione (ad esempio, sull'età minima per l'arruolamento nell'esercito) si è optato per un compromesso che salvasse almeno uno standard minimo di protezione. La Convenzione prevede un importante meccanismo di osservazione periodica dell'operato degli stati in favore dell'infanzia. Questo monitoraggio avviene attraverso un Comitato di controllo che si chiama il "Comitato dei Dieci". Esso è incaricato di esaminare i dettagliati rapporti che il Governo di ogni stato firmatario deve sottoporre al suo esame ogni cinque anni a partire dal secondo anno di ratifica della Convenzione. La Convenzione ha davvero un valore effettivo, e lo testimoniano in numerosi mutamenti legislativi apportati dagli stati dopo averla ratificata. Ad esempio, Paesi esposti al fenomeno della prostituzione minorile, come lo Sri Lanka e le Filippine, hanno reso più severe le leggi penali sullo sfruttamento sessuale minorile, mentre paesi come Belgio, Germania, Francia, Italia abituali esportatori di "turisti sessuali", hanno reso punibili in patria i reati sui minori commessi da propri cittadini all'esterno. Paesi segnati dalla piaga del lavoro minorile, quali Pakistan, Nepal, Filippine e Portogallo, hanno introdotto per legge l'età minima lavorativa. Decine di paesi (fra i tanti, Tunisia e Brasile) hanno persino modificato la propria Costituzione per introdurvi disposizioni in difesa dei diritti dell'infanzia. GLOSSARIO CONVENZIONE o TRATTATO

18 La convenzione, chiamata anche trattato, è un accordo che viene fatto tra due o più Stati. In genere vengono organizzate delle apposite conferenze internazionali in cui i rappresentanti degli Stati si accordano sul contenuto del documento finale, che per entrare in vigore dovrà essere firmato dagli Stati e ratificato (vd. voce ratifica). In genere le conferenze internazionali vengono svolte nel contesto dell'onu durante le riunioni dell'assemblea delle Nazioni Unite, formata dai rappresentanti degli Stati. CONVENZIONE INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DI TUTTE LE FORME DI DISCRIMINAZIONE RAZZIALE E' una convenzione che si occupa del problema del razzismo e in particolare della discriminazione razziale. È stata approvata dall'assemblea Generale il 21 dicembre 1965 ed è entrata in vigore il 4 gennaio È stata firmata dall'italia il 13 marzo 1968 e ratificata il 5 gennaio CONVENZIONE INTERNAZIONALE SUI DIRITTI DELL'INFANZIA E' una convenzione che stabilisce delle disposizioni comuni, minimum standard, per la tutela dei minori, ossia dei bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni. E' stata approvata il 20 novembre 1989, dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite ed è entrata in vigore il successivo 2 settembre È stata ratificata dall'italia il 27 maggio CONVENZIONE PER LA PREVENZIONE E REPRESSIONE DEL CRIMINE DI GENOCIDIO La convenzione tratta del genocidio e penalizza qualsiasi pratica che sia finalizzata allo sterminio di un intero gruppo razziale, etnico o religioso. La convenzione è stata adottata dell' Assemblea Generale delle Nazioni unite il 9 dicembre 1948 ed è entrata in vigore il 12 gennaio È stata ratificata dall'italia il 4 giugno CONVENZIONE PER LA PREVENZIONE E REPRESSIONE DEL CRIMINE DI APARTHEID La Convenzione ha ad oggetto l'apartheid, ossia ogni tipo di regime caratterizzato da un'oppressione sistematica e dalla dominazione da parte di un gruppo razziale su un altro o su altri gruppi. È stata adottata il 30 novembre 1973 ed è entrata in vigore il 18 luglio CONVENZIONE CONTRO LA TORTURA ED ALTRE PENE O TRATTAMENTI CRUDELI, INUMANI O DEGRADANTI Questa Convenzione ha ad oggetto la tortura, intesa come qualsiasi atto che causi dolore o sofferenza gravi per ottenere delle confessioni in merito alla commissione di determinati crimini, o comunque altre pene o trattamenti inumani o degradanti. È stata adottata dall'assemblea generale dell'onu il 10 dicembre 1984 ed è entrata in vigore il 27 giugno Ratificata dall'italia il 3 novembre CONVENZIONE SULL'ETÀ MINIMA PER L'ASSUNZIONE ALL'IMPIEGO Questa convenzione è stata adottata il 26 giugno 1973 nel corso di una conferenza indetta dall'organizzazione internazionale del lavoro e stabilisce i limiti di età minima per poter essere impiegati in attività lavorative. La Convenzione è entrata in vigore il 19 giugno Ratificata dall'italia il 28 luglio CONVENZIONE SULLA PROIBIZIONE E L'AZIONE IMMEDIATA PER L'ELIMINAZIONE DELLE PEGGIORI FORMA DI SFRUTTAMENTE DEL LAVORO MINORILE La Convenzione stabilisce delle disposizioni che debbono essere seguite dagli Stati al fine di proibire e sanzionare, nei singoli ordinamenti interni, tutte le peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile. Il testo è stato adottato il 17 giugno 1999 nel corso di una conferenza internazionale indetta dall' Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ed è entrato in vigore il 19 novembre La Convenzione è stata ratificata dall'italia il 7 giugno 2000.

19 CONVENZIONE SUI DIRITTI POLITICI DELLA DONNA Questa Convenzione ha ad oggetto i diritti politici, ma è finalizzata in particolare alla tutela della donna ponendo delle disposizioni contro ogni forma di discriminazione che possa verificarsi nel contesto dell'ésèrcizio dei diritti politici. Il testo è stato adottato dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 1952 ed è entrato in vigore il 7 luglio CONVENZIONE SULL'ELIMINAZIONE DI OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE CONTRO LE DONNE Questa Convenzione è finalizzata alla tutela dalle donne contro ogni possibile forma di discriminazione. Il testo è stato adottato dall'assemblea generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre 1979 ed è entrato in vigore il 3 settembre La Convenzione è stata ratificata dall'italia il 10 giugno 1985 DICHIARAZIONE La dichiarazione è, diversamente dalla convenzione, un atto non giuridicamente vincolante. Questo significa che non produce nessun obbligo di carattere legale nei confronti degli Stati che decidono di sottoscriverla. In genere contiene delle enunciazioni di principio, dichiarazioni appunto, su specifiche tematiche. Il più delle volte la dichiarazione è il primo passo verso la procedura che porta all'adozione di una convenzione internazionale. DICHIARAZIONE SUI DIRITTI DELL'INFANZIA La Dichiarazione tratta dei diritti dei bambini ed è stata proclamata dall'assemblea delle Nazioni Unite il 20 novembre DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DELLE COLONIE AMERICANE Si tratta di un documento proclamato dalle colonie inglesi in America il 7 luglio 1776 e che ha dato origine agli Stati Uniti d'america. DICHIARAZIONE FRANCESE DEI DIRITTI DELL'UOMO E DEL CITTADINO Questa Dichiarazione venne proclamata nel 1779 alla fine della Rivoluzione Francese e stabilisce una serie di diritti per i cittadini francesi legati ai principi di uguaglianza e libertà. DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO Questa Dichiarazione ha ad oggetto i diritti umani. È stata approvata dall'assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre DIRITTO INTERNAZIONALE Il diritto internazionale è l'insieme di leggi che regolamentano i rapporti fra gli Stati. Questo significa anche che a decidere sul contenuto di tali leggi sono gli Stati stessi, nel corso di conferenze internazionali cui partecipano i rappresentanti. DIRITTO DI AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI Diritto di ogni popolo a determinare liberamente il proprio status politico e a perseguire liberamente lo sviluppo economico, sociale e culturale. DIRITTI CIVILI POLITICI

20 Si tratta di diritti alla cui base c'è la rivendicazione di una serie di libertà dei cittadini nei confronti dello Stato, non a caso le origini di questa categoria vengono fatte risalire alla fine delle della Rivoluzione Francese quando venne adottata la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Sono diritti che rigurdano l'individuo come essere umano (diritto alla vita, alla libertà personale, alla libertà di riunine, pensiero o espressione, ecc...) ma anche come cittadino (diritto al voto e alla partecipazione politica). DIRITTI DI SOLIDARIETÀ Vengono definiti così i così detti diritti di terza generazione. Si tratta di diritti di tipo collettivo: i destinatari non sono gli individui, ma i popoli. Si parla allora di diritto all'autodeterminazione, alla pace, allo sviluppo, al controllo delle risorse naturali ecc... Sono detti diritti di solidarietà perché in riferimento ad essi si configurano delle responsabilità e dei doveri nei di stampo solidaristico, nel senso che esiste un obbligo diffuso di intervenire per la tutela di questi diritti. DIRITTI UMANI I diritti umani sono diritti che appartengono all'uomo in quanto tale. Essendo comuni a tutta l'umanità si tratta di diritti che spettano a tutti a prescindere dalla lingua, dalla religione, dalla cultura o da qualsiasi altra possibile limitazione. DISCRIMINAZIONE RAZZIALE Discriminazione che si fonda sul presupposto (erroneo) che sia possibile individuare scientificamente la superiorità di una razza su un'altra e che, sulla base di tale presupposto, sia lecito negare ad alcuni soggetti l'esercizio dei propri diritti. ENTRATA IN VIGORE Si usa questo termine per indicare il momento in cui un documento (quindi una legge a livello nazionale o una convenzione a livello internazionale) cominciano a produrre effetti giuridici, ossia divengono effettivamente vincolanti e obbligatori. A tal fine, nel caso delle convenzioni internazionali, è necessario non solo che il testo venga firmato dagli Stati, ma che venga anche ratificato. In molti casi è necessario un numero minimo di ratifiche. GENOCIDIO Pratica finalizzata allo sterminio di un intero gruppo razziale, etnico o religioso. ONU L'organizzazione delle Nazioni Unite è un'organizzazione internazionale composta da 189 Stati. Il suo compito principale è il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, risultato raggiungibile, tra l'altro, attraverso la tutela dei diritti umani. L'ONU (UN è l'acronimo inglese) è stata creata il 24 ottobre 1945 ed allora comprendeva solo 51 Stati. MAGNA CHARTA LIBERTATUM Questo documento fu emanato da Re Giovanni d'inghilterra il 15 giugno 1215 ed era esclusivamente diretto ai baroni ed è tuttora considerato la base delle libertà costituzionali inglesi. La Magna Charta conteneva la prima definizione dettagliata delle relazioni fra il re ed i baroni, regolamentando i diritti feudali e il sistema giudiziario. HABEAS CORPUS ACT L'Habeas Corpus è un decreto emanato da re Carlo II d'inghilterra nel Attraverso questo documento si disponeva che ogni arresto doveva essere accompagnato da sufficienti prove, riconoscendo anche la possibilità di pagare una cauzione in attesa di giudizio.

21 PROTOCOLLO OPZIONALE Si tratta di un documento che viene allegato alle convenzioni. Si chiama opzionale perché uno Stato può decidere di ratificare la convenzione ma non il protocollo: si usa questo strumento quando esistono delle tematiche particolarmente scottanti che, se inserite direttamente all'interno delle convenzioni, rischierebbero di non farle mai accettare da alcuni Stati. PATTO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI CIVILI E POLITICI Questa convenzione è stata adottata dall'assemblea Generale il 16 dicembre 1976 ed è entrata in vigore il 23 marzo PATTO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI Questa convenzione ha ad oggetto la definizione e la tutela dei diritti economici sociali e culturali. E' stata adottata dall'assemblea Generale il 16 dicembre 1966 ed è entrata in vigore il 3 gennaio Il Patto è stato ratificato dall'italia il 15 settembre PROTOCOLLO OPZIONALE SUL COINVOLGIMENTO DEI BAMBINI NEI CONFLITTI ARMATI Si tratta di un protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti dei bambini. E' stato adottato dall'assemblea Generale il 25 maggio 2000, ma non è ancora entrato in vigore perché non è stato ratificato il numero di ratifiche richieste (10). L'Italia ha firmato il protocollo il 6 settembre 2000, ma non ha ancora provveduto alla ratifica. PROTOCOLLO OPZIONALE SULLA VENDITA, PROSTITUZIONE E PORNOGRAFIA DEI BAMBINI Anche questo è un Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti dei Bambini. E' stato adottato dall'assemblea Generale il 25 maggio 2000, ma non è ancora entrato in vigore perché non è stato raggiunto il numero di ratifiche richieste (10). L'Italia ha firmato il protocollo il 6 settembre 2000, ma non ha ancora provveduto alla ratifica. RATIFICA La ratifica è una procedura formale per mezzo della quale lo Stato conferma la propria volontà di aderire ad un trattato o ad una convenzione internazionale: è la condizione necessaria perché un trattato o una convenzione entrino in vigore. Questo compito è attribuito al Presidente della Repubblica, in quanto rappresentate ufficiale dallo Stato. Quando si tratta di convenzioni molto importanti in genere si stabilisce un numero minimo di ratifiche necessarie in assenza delle quali non entrerà in vigore per nessuno Stato. STATUTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE Lo statuto della Corte penale internazionale è stato adottato il 17 luglio 1998 nel corso della Convenzione internazionale tenutasi a Roma. Questa Convenzione non è ancora entrata in vigore perché non sono ancora state raggiunte le 60 ratifiche richieste. TORTURA La tortura consiste in qualsiasi atto contro una persona, finalizzato ad ottenere confessioni circa presunti crimini, che causi dolore fisico o sofferenze gravi, mentali o fisiche.

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