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1 CIVICA DI TRENTO APSP

2 Finalità Far emergere, valorizzare e promuovere il dialogo e il confronto sul tema della morte e del morire, per trasformare l esperienza individuale degli operatori in esperienza organizzativa Obiettivi individuare buone prassi capaci di intercettare e rispondere efficacemente ai bisogni e ai desideri della persona morente, dei suoi familiari e degli operatori professionali: tradurre il sapere esperienziale in prassi operative riconosciute e riconoscibili da tutti i professionisti.

3 13 PARTECIPANTI 1 DIRIGENTE SANITARIO 1 COORDINATORE DEI SERVIZI SOCIALI 2 COORDINATORI DI NUCLEO OSS 3 OSS 2 OPERATORI DI ANIMAZIONE 1 EDUCATORE PROFESSIONALE 2 INFERMIERI 1 FISIOTERAPISTA

4 Siamo partiti dalla ricerca di un linguaggio comune di riferimento per il gruppo sul tema della morte e del morire. Per farlo, abbiamo privilegiato un approccio più emozionale che cognitivo, utilizzando la forma narrativa del cinema. Abbiamo costruito e proposto un blob con alcune sequenze tratte da 3 film: Sussurri e grida (Ingmar Bergman, 1971) Le invasioni barbariche (Denys Arcand, 2003) Departures (Yojiro Takita, 2008).

5 La narrazione cinematografica ci ha consentito di aprire la riflessione sui seguenti temi: la relazione con la persona morente bisogni, desideri e sentimenti della persona morente bisogni, desideri e sentimenti del care-giver

6 Questo primo lavoro ci ha consentito di focalizzare alcuni elementi caratterizzanti la relazione con la persona morente e i bisogni, desideri e sentimenti della persona morente e del care-giver (familiare, operatore); I temi affrontati: ASCOLTO E COMPRENSIONE PAURA DI MORIRE LE COSE IRRISOLTE DIRE ADDIO L AMBIENTE CIRCOSTANTE

7 Un ulteriore arricchimento per il gruppo è stato il confronto con un altra struttura del sistema provinciale (APSP di Levico) Molte sono state e non inaspettatamente le comunanze con le riflessioni emerse nel nostro gruppo: l importanza dell equipe; la necessità di promuovere una cultura dell accompagnamento focalizzata sui bisogni del residente e dei suoi familiari l importanza della flessibilità organizzativa e professionale la documentazione del processo

8 Il percorso si è concluso con l integrazione dei diversi stimoli per iniziare a costruire la nostra cultura dell accompagnamento: elaborazione del vademecum IL MOMENTO DELL ADDIO. Attenzioni e comportamenti per una gestione accogliente della fase conclusiva della vita.

9 Centralità dell equipe Necessità di promuovere una cultura dell accompagnamento focalizzata sui bisogni del residente e dei suoi familiari Importanza della flessibilità organizzativa e professionale Documentazione del processo

10

11 CONOSCENZA DEL RESIDENTE Investire nella conoscenza del residente fin dall accoglienza (raccolta biografia) ATTENZIONE GLOBALE Presa in carico compartecipata, atteggiamento pro-attivo degli operatori professionali, superando la rigidità dei confini di competenza professionale RIFIUTO DELLA MORTE Il contesto culturale attuale sembra rifuggire la morte: sono sempre più evidenti meccanismi di delega e de-responsabilizzazione. I familiari possono avere bisogno di aiuto nel riconoscere e accogliere la fase di fine vita del proprio caro.

12 IL SENTIMENTO DI PERDITA La persona morente vive un sentimento di perdita di tutto il proprio mondo: riconoscere le sue paure, non minimizzare, sensibilizzare i familiari sul lasciare andare, possibili bersagli di cattiverie e rabbia LA VERITÀ Considerare anche il desiderio del residente di non voler sapere. Il punto non è tanto dire la verità, ma favorire l acquisizione di consapevolezza. IL RUOLO DEGLI OPERATORI PROFESSIONALI mediatore/facilitatore della comunicazione tra la persona morente e i suoi familiari, consapevole del proprio mondo emozionale.

13 INIZIO DEL FINE VITA Comunicazione ai familiari a cura del medico Convocazione della prima equipe ACCOMPAGNAMENTO Documentare il percorso, individuare in equipe un referente Possibilità di redigere un diario sugli aspetti relazionali ed emozionali Accogliere e ascoltare Rispettare il giusto tempo e la sostenibilità Interventi sanitari e assistenziali adeguati alla situazione Curare il comfort ambientale (per il residente, i suoi familiari, i compagni di stanza) Incontri in equipe

14 IL DECESSO Giusto tempo per la constatazione del decesso (non accelerare i tempi!) Rispettare gusti e preferenze del residente nella preparazione della salma Comportamento dignitoso Coinvolgere i familiari (se gradito) Rispettare la religiosità (o non religiosità) Spazio e tempo adeguati per l ultimo saluto da parte dei familiari Attenzioni ai compagni di stanza e agli altri residenti Fornire informazioni sul dopo

15 E DOPO? Epigrafi in struttura per comunicare il decesso Partecipare al lutto (telegramma, fiori, favorire con la turnistica la partecipazione al funerale degli operatori che lo desiderano) Favorire la partecipazione ai funerali degli altri residenti Spazio di confronto per l equipe: (ri-)elaborazione dell esperienza di accompagnamento e del lutto per riconoscere e valutare i comportamenti e gli interventi agiti rielaborazione delle emozioni e dei vissuti Valutare in equipe la possibilità di un colloquio con i familiari a distanza di qualche mese

16 Confronto multiprofessionale Spazio-tempo dedicato al pensare, riflettere, rielaborare Riconoscimento nell altro, rispecchiamento, risonanze: i vissuti dell altro sono anche i miei Voce a bisogni silenti (es.: bisogno di parlare dell esperienza di accompagnamento alla morte) Ricchezza personale e professionale Passione nel lavoro

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