139 Strade dei vini e dei sapori; percorsi che attraversano il 15 per cento dei comuni turistici italiani;

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3 L'enoturismo oggi, muove oltre 3,5 milioni di persone, con un indotto che, nel 2003, ha superato i 2,5 miliardi di euro; registrando una proiezione di crescita in termini di fatturato del 10% annuo. 139 Strade dei vini e dei sapori; percorsi che attraversano il 15 per cento dei comuni turistici italiani; circa imprese (aziende agricole, di ristorazione e strutture ricettive); oltre 50 mila addetti (servizi turistici periodici, attivita' agricole, ecc.) La Campania, secondo il Censi, è la quarta regione d'italia per appeal enoturistico. Gli strumenti principali per lo sviluppo del territorio sotto il profilo enoturistico sono le Strade del Vino

4 Le SDV sono una forma di itinerari culturali che si inseriscono in una politica globale di attrazione turistica di una regione. Corrispondono ad un percorso reale o immaginario, capace di svelare gli aspetti costitutivi dell identità di un territorio. Componenti dell Itinerario delle SDV Visita di un aziende vitivinicola Scoperta del vigneto Visita di un museo o enoteca Possibilità di acquistare vino Tappa ristorazione Alloggio

5 Prodotti tipici e tradizionali Strutture ricettive presenti (agriturismo; campeggi; alberghi..) Aziende vinicole e cantine Ristorazione e vendita di prodotti locali Risorse ambientali e naturalistiche Risorse culturali, archeologiche Altre risorse (altri percorsi)

6 Le "Strade del Vino" sono percorsi entro territori ad alta vocazione vitivinicola caratterizzati, oltre che da vigneti e cantine di aziende agricole, da attrattive naturalistiche, culturali e storiche particolarmente significative ai fini di un'offerta enoturistica integrata. Le "Strade del Vino" costituiscono uno strumento di promozione dello sviluppo rurale e del suo territorio e intendono favorire e promuovere l'eno- Turismo, quale movimento inteso a valorizzare la produzione vitivinicola nell'ambito di un contesto culturale, ambientale, storico e sociale.

7 Economie di Scala: derivano da interventi sulle catene del valore enoturistico, ovvero nelle filiere verticali delle componenti del prodotto-area: produzione vinicola, ricettività alberghiera, agriturismo, ristorazione. Economie di Sistema: derivano dalle interrelazioni e dalle sinergie tra le diverse componenti coinvolte

8 Le SDV in Europa non hanno uno statuto unico e universale AREV Assemblea delle Regioni Europee Vitivinicole CERV- Conferenza Europea delle Regioni Vitivinicole 1997 RECEVIN Rete Europea delle città del vino Carta Europea dell enoturismo, firmata lo scorso 28 marzo a Parigi

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10 Le esperienze sono più recenti e sono nate più sotto la spinta di strutture istituzionali che da un organizzazione di produttori Spagna 1997 Galizia a Cambados zona di produzione della D.O. Rias Baixas Portogallo Legge 669/94 SDV Porto Realizzata sotto l impulso del Segretario di stato al Turismo

11 Legge 27 luglio 1999 e dal successivo DM 12 luglio 2000 valorizzazione dei territori a vocazione vitivinicola. Le Strade del Vino sono dei percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico

12 Art. 1. (Princìpi e obiettivi) L'obiettivo della presente legge consiste nella valorizzazione dei territori a vocazione vinicola, con particolare riferimento ai luoghi delle produzioni qualitative di cui alla legge 10 febbraio 1992, n. 164, e successive modificazioni, anche attraverso la realizzazione delle "strade del vino". Le "strade del vino" sono percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico; esse costituiscono strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica. Le attività di ricezione e di ospitalità, compresa la degustazione dei prodotti aziendali e l'organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, svolte da aziende agricole nell'ambito delle "strade del vino", possono essere ricondotte alle attività agrituristiche di cui all'articolo 2 della legge 5 dicembre 1985, n. 730, secondo i princìpi in essa contenuti e secondo le disposizioni emanate dalle regioni. In deroga alle disposizioni vigenti, le cantine industriali e le enoteche presenti nell'ambito delle "strade del vino" ed aderenti al disciplinare di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), possono effettuare la presentazione, la degustazione e la mescita di prodotti vitivinicoli, nel rispetto delle norme previste per le aziende agricole produttrici.

13 Art. 2 (Strumenti di organizzazione, gestione e fruizione) 1.Le regioni, nel definire la gestione e la fruizione delle "strade del vino", possono prevedere i seguenti strumenti: a) il disciplinare della "strada del vino" sottoscritto dai vari soggetti aderenti; b) il comitato promotore; c) il comitato di gestione; d) il sistema della segnaletica; e) le guide e il materiale illustrativo, divulgativo e promozionale. 2. Le regioni, anche di intesa con gli enti locali interessati, possono definire specifiche strutture e infrastrutture funzionali alla realizzazione delle "strade del vino". 3. Restano ferme le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.

14 In attuazione della Legge 27 luglio 1999 n. 268 è stato pubblicato il 28/7/2000 il Decreto del MiPAF intitolato: Fissazione degli standard minimi di qualità per i percorsi individuati ai sensi dalla Legge 268/99. Ogni strada del vino debba prevedere: a) un logo identificativo unico; b) la segnaletica informativa posta sia lungo il percorso sia in prossimità del soggetto aderente alla strada del vino e consistente dello specifico logo identificativo; c) l esposizione presso ciascun soggetto aderente della mappa del territorio specifico della strada del vino; d) il regolamento di funzionamento, contenente almeno la tipologia dei soggetti aderenti ed i requisiti necessari degli stessi per aderire alla strada del vino; e) il soggetto responsabile.

15 PUNTI DI FORZA Buona notorietà dell'italia sinonimo di qualità per i prodotti italiani commercializzati Buona notorietà del vino italiano ed ottima valutazione sulla sua qualità Buona notorietà dei luoghi di produzione Significativa immagine sulla stampa del vino e a volte dei luoghi di produzione Buone esportazioni di vino di qualità Movimenti associativi del turismo del vino dinamici e in grado di fare da motore propulsore Offerta ricettiva ampia e diversificata Bacino sempre più consistente di turisti dall'estero in Italia, soprattutto dai Paesi in cui si esporta più vino italiano Presenza di elementi di pregio da un punto di vista artistico e naturalistico in molte aree esportatrici di vino Disponibilità da parte degli imprenditori del vino a sostenere il turismo del vino, anche perchè ciò implica maggiore tutela dei territori di produzione, manutenzione più accurata, valorizzazione delle tradizioni, recupero dell'ambiente agricolo, oltre che una possibile strategia di sviluppo per il prodotto Molte occasioni di utilizzo di prodotti tipici nella enogastronomia locale Utilizzo di prodotti enogastronomici in occasioni di commercializzazione di località turistiche all'estero (fiere, workshop, ecc ) PUNTI DI DEBOLEZZA Scarsa notorietà all'estero di alcuni luoghi di produzione del vino Mancanza di una definizione di standard di qualità dei territori che potrebbero diventare meta dei turisti del vino, un territorio non gradevole o poco ospitale potrebbe inficiare l'immagine del vino ivi prodotto Immagine all'estero di alcune aree produttrici di vino non positiva o poco significativa Comunicazione all'estero non integrata tra vino e turismo, soprattutto in certi mercati Conoscenza a volte poco approfondita degli imprenditori del vino circa la distribuzione finale all'estero del loro prodotto e quindi del target dei consumatori Mancanza di figure innovative specializzate nella promozione e nella diffusione del turismo del vino Scarsa offerta di ospitalità (ricettività, informazioni turistiche del vino, materiali in cui compaiono insieme offerta sia ricettiva che vinicola) in alcuni luoghi di produzione del vino Scarsa conoscenza da parte degli operatori del turismo dei "turisti del vino" e comunque poca propensione a specializzarsi verso nuovi target, nuove esigenze, nuove richieste di "racconto del territorio" Poca attenzione all'ospite in termini di fruibilità ed accessibilità dei territori di produzione del vino (segnaletica, raggiungibilità, attrezzature, uffici informazione turistica, ecc ) Scarsa propensione al coordinamento dell'offerta tra operatori di settori diversi (amministratori, imprenditori del vino, albergatori, imprenditori dell'agriturismo, tour operator, artigiani del tipico, enti di gestione di aree protette e Parchi, ecc ) Scarsa conoscenza da parte degli operatori pubblici e privati del turismo, circa il valore attribuito dai turisti ai prodotti enogastronomici locali e nazionali e scarsa conoscenza sugli acquisti dei turisti in loco. Forte scollamento attuale tra reti di commercializzazione del vino e del turismo anche se vertono sugli stessi mercati esteri

16 la costruzione di percorsi enogastronomici, capaci di generare un sistema rete di piccole e medie imprese che operano in uno specifico contesto territoriale e di creare valore aggiunto all intero territorio interessato, rappresenta una strategia di particolare rilevanza nella promozione dello sviluppo sostenibile. Nei percorsi enogastronomici, infatti, si fondono in modo organico un insieme di elementi e di valori collegati e connessi relativi al territorio (Costantino e Artista, 2003) e riferibili non solo all ambito economico ed ambientale ma anche a quello sociale e culturale

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18 Prodotti tipici e tradizionali Strutture ricettive presenti (agriturismo; campeggi; alberghi..) Aziende vinicole e cantine Ristorazione e vendita di prodotti locali Risorse ambientali e naturalistiche Risorse culturali, archeologiche Altre risorse (altri percorsi)

19 Il Movimento Turismo del Vino cui aderiscono 730 aziende viticole e altri soggetti. Dal 1993 ha promosso la giornata del vino (Wineday) e l iniziativa delle cantine aperte L Associazione delle Città del vino con sede a Siena, alla quale aderiscono 351 città e comuni italiani. Lo scopo dell associazione consiste nel promuovere la conoscenza dei territori del vino per incrementare forme evolute e qualificate di sviluppo sociale.

20 FATTORI DI SUCCESSO - massa critica dei fattori di offerta sulla individuazione dei clienti diretti, sulla coesione della squadra, sulla selezione di progetti concreti sul volume di investimenti necessari; - politica di marketing mix idonea a posizionare in maniera adeguata l offerta della Strada rispetto ai concorrenti e alle tendenze della domanda; - politiche di pilotaggio up/down adottate da alcune regioni rispetto alle Strade; - scelta di perseguimento tra quattro diversi modelli di Strada: la strada come catalizzatore di microsegmenti di offerta; la Strada come oggetto di complemento di offerta di prodotti elitari di filiera in sistemi turistici spesso già molto evoluti; la Strada come integratore di leisure (vino e gastronomia ma anche prodotti tipici, eventi, turismi fuori rotta, sport, welness, ecc.).

21 Il modello della Regione Toscana Il modello dell Emilia-Romagna Il modello Veneto - Lombardo Il modello Piemontese: 1980 prima legge regionale sulle enoteche e sui musei del vino che vara il marchio Strade del Vino

22 La Regione Toscana ha adottato una legge regionale sulle strade del vino già nel 1996 n. 69 Disciplina delle strade del vino in Toscana. Partendo anche da questa legge regionale, a livello nazionale nella seconda metà degli anni novanta sono state presentati in Parlamento ben 10 proposte di legge in materia di strade del vino e che sono confluite nella Legge 27 luglio 1999 n Le Strade del Vino riconosciute in Toscana attualmente sono 14

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27 La strada del vino della Napa Valley è la più ricca e organizzata del mondo con 5 milioni di visitatori all'anno ed un giro d'affari di miliardi. Daniel Howard, direttore esecutivo Napa Valley Conference Visitors Bureau: "l'idea di sviluppare l'enoturismo in Napa Valley è stata, negli anni Settanta, di Robert Mondavi e poi di altri produttori. Prima solo degustazioni e vendita diretta di vino. Poi il progetto di arricchire l'offerta delle cantine: sono stati così sviluppati momenti d'intrattenimento (parco giochi con al centro i misteri della vite e del vino, campi da golf, treni, mongolfiere, cene in cantina a lume di candela, bagni nel mosto, centri di alta gastronomia, merchandising) per allungare la permanenza in Napa Valley e per allargare la stagione. Il sistema è gestito dai privati, ma il pubblico ha un importante ruolo di supporto: con dotazioni infrastrutturali, facilitando l'accesso e imponendo una tassazione di due dollari a visitatore, totalmente reinvestita nel miglioramento e valorizzazione del territorio (strutture ricettive, centri d'accoglienza, uffici turistici). 27

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30 Regolamento regionale DGR n.3504/01 Attualmente sono riconosciute 10 SDV, che includono 19 delle 20 denominazioni campane Complessivamente vi hanno aderito 130 aziende e cantine, 65 aziende agrituristiche produttrici i prodotti tipici, 80 ristoranti tipici,34 strutture turistico-ricettive e 17 enoteche. E in fase di approvazione l istituzione per la SDV dell isola di Capri

31 Entro 6 mesi dal riconoscimento i Comitati promotori devono trasformarsi in Comitati di gestione (ass. senza scopo di lucro) Tali comitati devono definire: gli standard minimi di qualità; le attività di controllo e i parametri per la determinazione delle quote associative Individuare i vini e i prodotti

32 Ogni strada avrà il suo Statuto Cartellonistica stradale Logo La Regione Campania ha definito ed approvato un logo-cornice regionale

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