1. PREMESSA NORMATIVA SCOPO CLASSIFICAZIONE UBICAZIONE CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE... 8

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1. PREMESSA... 3 2. NORMATIVA... 4 3. SCOPO... 6 4. CLASSIFICAZIONE... 6 5. UBICAZIONE... 8 6. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE... 8"

Transcript

1 1. PREMESSA NORMATIVA SCOPO CLASSIFICAZIONE UBICAZIONE CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE COMPARTIMENTAZIONE MISURE PER L EVAQUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA ATTIVITA ACCESSORIE LOCALI PER RIUNIONI ED INTRATTENIMENTI LOCALI PER SERVIZI LOGISTICI ARCHIVI E DEPOSITI LOCALE CED AUTORIMESSA GRUPPO ELETTROGENO VANI ASCENSORI SERVIZI TECNOLOGICI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE IMPIANTI ELETTRICI MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE INCENDI RETE IDRANTI ESTINTORI IMPIANTO DI SPEGNIMENTO AUTOMATICO AD AEROSOL IMPIANTO DI RIVELAZIONE, SEGNALAZIONE E ALLARME SEGNALETICA DI SICUREZZA NORME DI ESERCIZIO ED ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO

2 1. PREMESSA Oggetto della presente relazione è l immobile esistente sito in Via Carcani, 61 a Roma, l immobile, destinato prevalentemente ad uso uffici, sarà oggetto di un intervento di ristrutturazione totale, ed un adeguamento normativo ai fini della prevenzione incendi. Il fabbricato è composto da 8 piani fuori terra ed un piano interrato, tutti i piani sono serviti da quattro corpi scala a prova di fumo ad eccezione del piano interrato accessibile a mezzo rampa esterna. Oltre alla destinazione prevalente ad ufficio sono presenti attività diverse pertinenti agli uffici stessi, si riporta di seguito una descrizione delle attività presenti suddivise per ciascun piano: Piano interrato: - Autorimessa con 23 posti auto (attività soggetta al controllo dei VVFF DM 16/02/1982) - Gruppo elettrogeno con potenza 415 KVA (attività soggetta al controllo dei VVFF DM 16/02/1982) - Archivio 1 di 421 mq (attività soggetta al controllo dei VVFF DM 16/02/1982) - Cabina di trasformazione Elettrica MT-BT - Magazzini Piano terra: - Atrio e uffici - Bar - Sala Riunioni 84 posti - Locale ced - Appartamento del custode - Archivio 2 di 230 mq - Area Ced Piano Primo: - Uffici - N.4 Archivi di 19,12mq; 14,17 mq; 14,71 mq e 15 mq rispettivamente. - Sala riunioni 50 posti. Piano Tipo (dal Secondo al Settimo) - Uffici - N.4 Archivi di 14,18mq; 14,17 mq; 14,71 mq e 15 mq rispettivamente. Piano Ottavo: - Uffici open space 3

3 2. NORMATIVA Legge n.966 del 26 luglio Disciplina delle tariffe, delle modalità di pagamento e dei compensi al personale dei Vigili del fuoco per i servizi a pagamento. D.M. 16 febbraio Modificazioni del D.M. 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi. D.M. 30 novembre 1983 Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. D.M. 26 giugno 1984 La classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi. D.M. 1 febbraio 1986 Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l esercizio di autorimesse e simili. D.M. 10 marzo 1998 Criterio generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro. D.P.R. n.37 del 12 gennaio 1998 Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi. D.M. 4 maggio 1998 Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei Vigili del fuoco. D.M. 15 settembre 2005 Regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi (ascensori) D.M. 10 marzo 2005 Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali e' prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio. D.M. 15 marzo 2005 Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attivita' disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo. D.M. 22 FEBBRAIO 2006 Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici. DM 16 febbraio 2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. 4

4 D.M. 9 marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008 Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro. 5

5 3. SCOPO La presente relazione tecnica allegata alla richiesta del parere di conformità di prevenzione incendi ha per oggetto i criteri di sicurezza antincendi da applicare in un edificio di otto piani fuori terra ed uno interrato in cui si esercita l attività di ufficio - attività n.89 del D.M. 16 febbraio 1982 regolata dal DM 22/02/2006 allo scopo di tutelare l incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio d incendio. Nella relazione si fa riferimento ai termini e definizioni generali di cui al D.M. 30 novembre CLASSIFICAZIONE Si valuta una presenza massima fino a 601 persone, in base alla classificazione (art. 2 DM 22/02/2006) ricade dunque nella tipo 4 uffici con presenze comprese tra 500 e 1000 unità. (DM 01/02/1986) attività n 89. Si riporta di seguito il numero di addetti per piano: Numero addetti previsti per piano Piano numero addetti Totale Piano terra 80 Totale piano primo 42 Totale piano Secondo 55 Totale Piano Terzo 76 Totale Piano Quarto 71 Totale Piano Quinto 64 Totale Piano Sesto 68 Totale Piano Settimo 51 Piano Ottavo** 94 Totale 601 ** valore massimo ipotizzabile non essendo in questa fase ancora definito All interno del corpo di fabbrica sono inoltre presenti: - Un Autorimessa al piano interrato con 23 veicoli (DM 01/02/1986) attività n 92 anche questa soggetta a CPI; - Un Gruppo Elettrogeno al piano interrato con una potenza pari a 415 KVA (DM 22/10/2007) attività 64 soggetta a CPI; 6

6 - N 2 Archivi, uno al piano interrato ed uno al piano terra, con quantità di carta superiore a 50 quintali attività n 43 soggetta a CPI. 7

7 5. UBICAZIONE L edificio, di tipo isolato, come accennato nella premessa, è caratterizzato da un piano interrato (quota rispetto al piano campagna) e otto piani fuori terra per un altezza antincendi complessiva di 28 m. L accesso all area rispondono a quanto riportato nella regola tecnica ossia: - larghezza 3.5 metri - altezza libera 4 metri - raggio di volta 13 metri - pendenza non superiore al 10% - resistenza di carico di almeno 20 tonnellate essendo un edificio con altezza antincendi maggiore di 12 metri deve essere assicurata la possibilità di accostamento all edificio delle autoscale dei Vigili del fuoco. L edificio infatti è circondato da strade che corrono lungo tutto il perimetro del fabbricato con caratteristiche tali da rendere accessibile ai vigili del fuoco tutti i lati del fabbricato stesso. 6. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Le strutture ed i sistemi di compartimentazione del fabbricato sono R/RE e REI 90, come previsto dalla regola tecnica per edifici con un altezza antincendi compresa tra i 24 e 54 metri. Per le strutture ed i sistemi di compartimentazione delle aree a rischio specifico si rimanda ai paragrafi dedicati a dette aree. Per quanto riguarda la reazione al fuoco dei materiali istallati hanno le caratteristiche sotto riportate: 1- Atri, corridoi, disimpegni scale e rampe - Materiali di classe 1 < 50% superficie totale - Incombustibili di classe 0 > 50% superficie totale 2- Ambienti differenti dal punto 1 - Materiali di classe 2 solo per pavimentazioni ed eventuali rivestimenti I materiali di rivestimento combustibili e i materiali isolanti in vista saranno posti in aderenza agli elementi costruttivi di classe 0, escludendo spazi vuoti, i materiali tipo i tendaggi, dunque soggetti a prendere fuoco su entrambe i lati saranno di classe 1, i mobili imbottiti di classe 1IM. 8

8 I materiali da costruzione per i quali sono prescritti specifici requisiti di reazione al fuoco dovranno rispettare quanto previsto dal DM 10 marzo 2005, per i materiali non compresi in tale decreto si dovrà rispettare il DM 26 giugno 1984 e successive modifiche ed integrazioni. Per i prodotti corrispondenti al sistema di classificazione Europeo (DM 10 marzo 2005) dovrà tenersi conto delle tabelle di conversione stabilite nel DM 15 marzo L eventuale scelta dell uso di rivestimenti lignei dovrà prevedere opportuni trattamenti sugli stessi con prodotti vernicianti omologati di classe 1 (DM 6 marzo 1992). 7. COMPARTIMENTAZIONE L edificio in esame, come già più volte accennato in precedenza, è un edificio isolato con un altezza antincendi pari a 28 metri dunque la regola tecnica prevede un estensione massima dei compartimenti pari a 2000 mq. Si riportano nella tabella sottostante le superfici di ciascun compartimento, in linea di massima coincidente con il piano, ad eccezione delle attività accessorie che costituiscono, dove richiesto dalla regola tecnica, un compartimento a parte: PIANO INTERRATO Area lorda totale 2477 ZONA COMPARTIMENTO SUPERFICIE AUTORIMESSA SOTTOCENTRALE GRUPPO ELETTROGENO 3 38 CABINA ELETTRICA 4 33 ARCHIVIO MAGAZZINI 6 64 FILTRO E SCALE 7 73 CENTRALE IDRICA ANTINCENDIO 8 49 DEPOSITI

9 PIANO TERRA Area lorda totale 1820 ZONA COMPARTIMENTO SUPERFICIE UFFICI SCALE SC1 SC3 SC1 SC3 116 SCALE SC2 SC4 SC2 SC4 126 SCALE SC2 SC5 SC5 40 APPARTAMENTO CUSTODE 2 90 ARCHIVIO ARCHIVIO LUOGO SICURO DINAMICO LUOGO SICURO DINAMICO PIANO PRIMO Area lorda totale 1725 ZONA COMPARTIMENTO SUPERFICIE UFFICI SCALE SC1 SC1 35 SCALE SC2 SC2 38 SCALE SC3 SC3 38 SCALE SC4 SC4 37 LUOGO SICURO STATICO 2 19 ARCHIVIO 3 19,12 ARCHIVIO 4 15 ARCHIVIO 5 14,71 ARCHIVIO 6 14,17 PIANO TIPO Area lorda totale 1725 ZONA COMPARTIMENTO SUPERFICIE UFFICI SCALE SC1 SC1 35 SCALE SC2 SC2 38 SCALE SC3 SC3 38 SCALE SC4 SC4 37 LUOGO SICURO STATICO 2 19 ARCHIVIO 3 14,18 ARCHIVIO 4 15 ARCHIVIO 5 14,71 ARCHIVIO 6 14,17 10

10 PIANO SETTIMO Area lorda totale 1598 ZONA COMPARTIMENTO SUPERFICIE UFFICI SCALE SC1 SC1 35 SCALE SC2 SC2 38 SCALE SC3 SC3 38 SCALE SC4 SC4 45 LUOGO SICURO STATICO 2 19 ARCHIVIO 3 14,18 ARCHIVIO 4 15 ARCHIVIO 5 14,71 ARCHIVIO 6 14,17 PIANO OTTAVO Area lorda totale 1315 ZONA COMPARTIMENTO SUPERFICIE UFFICI SCALE SC1 SC1 35 SCALE SC2 SC2 38 SCALE SC3 SC3 38 SCALE SC4 SC4 45 LUOGO SICURO STATICO

11 8. MISURE PER L EVAQUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA Come previsto dalla regola tecnica si riporta di seguito una tabella con il calcolo dell affollamento massimo per ciascun piano, con destinazione uffici, considerando un affollamento di 0,1 pers./mq e una capacità di deflusso adeguata alla quota del pavimento del piano considerato rispetto al piano di riferimento. Descrizione Addetti previsti Affollamento maggiorazione del 20% persone/ mq Area mq Affollamento massimo persone Capacità di deflusso persone/ modulo Numero moduli minimi Numero moduli effettivi uffici Bar* 0, sala riunioni Totale Piano terra Uffici 42 8, ,4 Sala riunioni Totale Piano primo 110,4 37,5 3 8 uffici Totale Piano Secondo 66 37,5 2 8 uffici 76 15,2 91,2 Totale Piano Terzo 91, uffici 71 14,2 85,2 Totale Piano Quarto 85, Piano Quinto 64 12,8 76,8 Totale Piano Quinto 76, Piano Sesto 68 13,6 81,6 Totale Piano Sesto 81, Piano Settimo 51 10,2 61,2 Totale Piano Settimo 61, Piano Ottavo** 0, ,5 Piano Ottavo 93, ** valutato secondo quanto indicato dalla Asl, calcolato su tutta la superficie * valutato considerando il massimo affollamento non essendo definito il numero di addetti e la distribuzione planimetrica. 12

12 Per le misure di evacuazione in caso di emergenza relativa ad attività pertinenti ma regolate da specifica regola tecnica o comunque appartenenti all elenco del DM 16/02/82 si rimanda allo specifico paragrafo. Per lo sfollamento dei piani è previsto un sistema organizzato di vie di esodo sovradimensionate rispetto alle reali dimensioni necessarie (vedi tabella precedente). I percorsi di esodo rispondono per altezza, larghezza e lunghezza a quanto previsto dalla regola tecnica. Al piano terra sono presenti n.5 tornelli per il controllo accessi ciascuno con larghezza pari a 65 cm, muniti di dispositivo per l abbassamento dei bracci in caso di emergenza. Dalla tabella sopra riportata i due piani contigui che risultano più affollati sono il piano primo e secondo con un totale di 176 persone, per le quali sono necessari 4 moduli, cosa rispettata lungo le vie di esodo in quanto ciascun piano è servito da quattro corpi scala ciascuno di larghezza pari a 120 cm ossia a due moduli per un totale di 8 moduli. Il collegamento all esterno è caratterizzato da due percorsi, su ciascuno dei quali confluiscono due scale, separati dagli altri ambienti tramite filtri a prova di fumo, e costituenti compartimento REI 90. Tali percorsi rispondono alla definizione di Luogo sicuro dinamico come riportato al punto 3.4 del DM 30/11/1983 (Luogo Sicuro) ed hanno una larghezza netta di circa 160cm ciascuno per un totale di 4 moduli. L ultima parte dei due percorsi, di larghezza decisamente maggiore, comunicano, tramite filtri prova di fumo, con la sala riunioni, nella quale sono previsti 84 posti a sedere e le altre zone del piano terra. Per garantire il deflusso sia dei piani superiori che del piano terra sono previste due porte da 2 ed una porta da 3 moduli per lato (uscite di sicurezza 5 e 6 e uscite 9 e 10), per un totale di 10 moduli che garantiscono il deflusso fino a 500 persone. La presenza di lavoratori disabili viene stimata secondo quanto previsto dalla legge del 12 marzo 1999 n 68, nel 7% dei lavoratori totali pari 601x0,07= 42 ossia 5 lavoratori disabili per piano, i quali troveranno rifugio in caso di incendio in un luogo sicuro di dimensioni adeguate per i 5 disabili di piano ad eccezione ovviamente del piano terra. Come riportato nei disegni allegati alla presente relazione nessun percorso di esodo supera i 45 metri di lunghezza, e sono presenti solo brevi tratti di corridoi ciechi con lunghezze minori di 15 metri. Scale 13

13 L edificio è servito da quattro corpi scala, tutti con le caratteristiche di seguito riportate: 1- Tutti e quattro i corpi scala sono a prova di fumo 2- Le scale sono rettilinee, con gradini rettangolari, con alzata non superiore a 17cm e pedata non inferiore a 30cm ed ogni rampa è caratterizzata da un numero di gradini compreso tra 3 e 15 gradini. 3- Ciascun corpo scala è caratterizzato da un apertura in sommità di superficie non inferiore a 1 mq. 4- I vani ascensore saranno caratterizzati da un vano corsa di resistenza al fuoco pari alla resistenza al fuoco del corpo scala. Per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo dedicato. 9. ATTIVITA ACCESSORIE 9.1. Locali per riunioni ed intrattenimenti Al piano terra e primo sono previste due meeting room di 84 e 60 posti rispettivamente, affollamento calcolato considerando quanto riportato sul D.M. 19 agosto 1996 per gli auditori e le sale convegno, considerando una distribuzione dei posti a sedere secondo quanto riportato al Titolo III. Entrambe hanno dunque una capienza minore ai 100 posti e possono comunicare direttamente con le altre attività. Ciascuna delle due sale riunioni sarà caratterizzata da materiali con reazioni al fuoco idonea per locali di pubblico spettacolo (D.M. 19 agosto 1996). Ciascuna sala riunioni è servita da due uscite di sicurezza da 120 cm, contrapposte, per un totale di 2 moduli, permettendo l esodo fino a 200 persone e dunque sufficienti per il numero di presenze previste Locali per servizi logistici E presente al piano terra l appartamento del custode, che sarà separato dalla zona uffici con strutture REI 60 senza comunicazioni dirette. 14

14 9.3. Archivi e depositi Archivi e depositi con superficie minore di 15mq: Si hanno archivi con superficie minore di 15 mq a tutti i piani, ad eccezione del piano interrato e terra, per questi archivi è prevista una compartimentazione REI 30 con porte con dispositivo di auto chiusura, l impianto di rivelazione incendi e l impianto automatico di spegnimento ad aerosol in via cautelativa. Sono presenti due archivi, uno al piano interrato (archivio 1) ed uno al piano terra (Archivio2) di superficie maggiore a 50mq, inoltre per ciascun piano sono previsti quattro archivi con area minore a 50mq. Per tutti si prevede un impianto di spegnimento automatico ad aerosol. All esterno del locale deve essere predisposto un estintore con carica minima da 6kg e capacità estinguente non inferiore a 21A89B. Comunque non essendo presente un accesso all archivio da spazio scoperto o da filtro a prova di fumo non si potrà superare all interno dell archivio un carico d incendio maggiore a 30 kg/mq. Archivi e depositi con superficie fino a 50mq: Al piano primo è presente un archivio di superficie pari a circa 20 mq, tale archivio costituisce compartimento a se stante con REI 60 e porte di auto chiusura, è presente l impianto di rivelazione incendi e l impianto di spegnimento automatico. L archivio è dotato di finestre per l aerazione naturale di superficie complessiva pari a 3,6 mq ossia maggiore di 1/40 della superficie pari a 0,5m. Sia internamente che esternamente al locale in prossimità della porta di ingresso è posizionato un estintore con carica minima da 6kg e capacità estinguente non inferiore a 34A144B. Comunque non essendo presente un accesso all archivio da spazio scoperto o da filtro a prova di fumo non si potrà superare all interno dell archivio un carico d incendio maggiore a 60 kg/mq. Archivio 1: - Situato al Piano interrato - Superficie lorda: 390 mq (minore di 500 mq) All interno dell archivio sono presenti due magazzini di 43 e 21 mq, tali magazzini non hanno comunicazione diretta con l archivio, non dovranno contenere materiale infiammabile (per il carico d incendio si rimanda al paragrafo dedicato). Vie di esodo (DM 10/03/1998 Allegato III, art. 3.3 punto c) 15

15 Sono previste 2 uscite di emergenza posizionate su lati contrapposti, caratterizzate come di seguito descritto: USCITA DI SICUREZZA I5: tramite una scala di tredici gradini da su spazio scoperto a e precisamente sulla rampa di accesso al parcheggio interrato, è caratterizzata da una porta da 120 cm pari a 2 MODULI. DUE USCITA DI EMERGENZA I4: verso filtro a prova di fumo, collegato uno spazio esterno tramite una scala di larghezza pari a 1,0 m che affaccia su Via Leopoldo Serra, larga 90 cm e dunque pari a 1 MODULO. Complessivamente la zona archivio è caratterizzata da 3 moduli. Aerazione: Sono presenti infissi apribili per un area totale pari a 20 mq, dunque maggior di 1/40 della superficie in pianta equivalente a 11mq. Resistenza al fuoco delle strutture In questa fase progettuale la valutazione del carico d incendio presente all interno dell archivio risulta solo ipotizzabile, dunque si procede con il metodo statistico. Tipologia attività: archivio documenti Carico d incendio specifico:4200 MJ/mq Frattile 80%: 1,1 qf=4620 (MJ/mq) Dimensione compartimento 390 mq<500 mq dq1=1 Classe di rischio II: Aree che presentano un moderato rischio di incendio come probabilità di innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell incendio stesso da parte delle squadre di emergenza dq2=1 Fattori di protezione: - Sistemi automatici di estinzione ad altro estinguente dn2= 0,8 - Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione ed allarme antincendio dn4=0,85 - Rete idrica antincendio interna dn6=0,9 - Percorsi protetti di accesso dn8= 0,9 - Accessibilità ai mezzi di soccorso dn9= 0,9 qfd=4620x1x1x0,5 qfd=2310,00 (MJ/mq) Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 180 Dotazioni impiantistiche 16

16 L archivio è protetto da impianto di rivelazione incendi ed impianto di estinzione automatica ad aerosol. Archivio 2: - Situato al Piano terra - Superficie lorda: 311 mq (minore di 500 mq) Vie di esodo (DM 10/03/1998 Allegato III, art. 3.3 punto c) Sono previste 2 uscite di emergenza posizionate su lati contrapposti, caratterizzate come di seguito descritto: USCITA DI SICUREZZA 7: dà su un filtro che comunica direttamente con l esterno dell edificio, è caratterizzata da una porta da 120 cm pari a 2 MODULI. USCITA DI SICUREZZA 8: tramite un filtro a prova di fumo collega l archivio alla zona uffici, è caratterizzata da una porta da 120 cm pari a 2 MODULI. Complessivamente la zona archivio è caratterizzata da 4 moduli. Aerazione: Sono presenti infissi apribili lungo tutto il perimetro dell archivio per un area totale pari a 47 mq, dunque maggior di 1/40 della superficie in pianta equivalente a 8mq. Resistenza al fuoco delle strutture Per la resistenza al fuoco e in generale le caratteristiche del compartimento valgono i calcoli effettuati per l archivio 1 per cui viene considerata una resistenza al fuoco REI 180. Dotazioni impiantistiche L archivio è protetto da impianto di rivelazione incendi ed impianto di estinzione automatica ad aerosol. Magazzini Come accennato sopra sono presenti due magazzini per il deposito di materiali vari, non infiammabili. I due magazzini sono caratterizzati da una superficie di 43 e 21 mq, tali magazzini non hanno comunicazione diretta con l archivio, non dovranno contenere m ateriale infiammabile. Si riporta di seguito il calcolo del carico di incendio: Carico d incendio specifico per depositi di vecchi oggetti diversi: 500 MJ/mq Frattile 80%: 1,5 qf=750 (MJ/mq) Dimensione compartimento 64 mq<500 mq 17

17 dq1=1 Classe di rischio II: Aree che presentano un moderato rischio di incendio come probabilità di innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dell incendio stesso da parte delle squadre di emergenza dq2=1 Fattori di protezione: - Sistemi automatici di rilevazione, segnalazione ed allarme antincendio dn4=0,85 - Rete idrica antincendio interna dn6=0,9 - Percorsi protetti di accesso dn8= 0,9 - Accessibilità ai mezzi di soccorso dn9= 0,9 qfd=750x1x1x0,62 qfd=465,00 (MJ/mq) Classe di riferimento per il livello di prestazione III = 45 magazzini sono compartimentali rispetto agli archivi comunque con murature e coperture REI 180, sono dotati di aerazione naturale per una superficie pari a 8.4mq il magazzino di 21 mq e pari a 7.56 il magazzino da 43 mq, in entrambe i casi supera 1/40 della superficie (pari a 0.5m e 1.1m rispettivamente). Depositi Al piano interrato sono presenti altri piccoli locali, depositi non contenenti materiali infiammabili per i quali si valuta lo stesso carico d incendio calcolato per i magazzini, il collegamento con l autorimessa sarà diretto con porte REI 120 (punto DM1febbraio Locale ced Al piano terra sono previsti dei locali CED con 10 addetti, dunque con meno di 25 addetti e dunque non è un area soggetta ai VVFF, comunque è previsto all interno di detti locali l impianto di rivelazione incendi e l impianto di spegnimento automatico ad aerosol ed il posizionamento di porte REI 30 a chiusura automatica Autorimessa Attività n 92 del DM 16/02/1982, Regola tecnica del 01/02/1986 Norme di sicurezza per la costruzione e l esercizio delle autorimesse e simili. 18

18 L autorimessa posizionata al piano interrato è caratterizzata da: Area: 1650 mq Posti Auto: 23 E servita da due rampe di tipo aperto, una di accesso ed una di uscita dei mezzi, di larghezza 4,10 m ciascuna. Classificazione: Autorimessa di tipo misto; Posizionata al piano interrato; Autorimessa di tipo chiuso (Superficie aperture 70mq) Non sorvegliata Non confina con altri fabbricati Altezza del piano variabile da 4.55m a 2.65m Superficie specifica di parcamento 54mq Strutture dei locali -Le strutture non separanti dell autorimessa saranno R90, -le strutture separanti con i locali presenti all interno dell autoriomessa saranno REI 90 ad eccezione delle strutture di separazione con l archivio, la zona uffici, la centrale elettrica e il gruppo elettrogeno che saranno di tipo REI 180. Comunicazioni - I locali con destinazione d uso differente presenti all interno dell autorimessa, come la sottocentrale, sono separati dall autorimessa con strutture REI90 e la comunicazione avviene tramite un disimpegno non aerato con porte REI 90 con dispositivo di auto chiusura. - Il solaio di copertura di separazione con gli uffici sarà caratterizzato da REI 180. Sezionamenti - Compartimentazione, l autorimessa è costituita da un unico compartimento pari a 1650 mq (minore a 2500 mq) - le corsie di manovra hanno larghezza minima pari a 4,55m, mentre sulla corsia con i posti macchina perpendicolari al senso di percorrenza la corsia ha una larghezza pari a 5,07m. Sono evidenziate sulla planimetria in oltre dei tratti di corsia con larghezza pari a 3.06m, per tali tratti, come previsto dalla Lettera-Circolare n. P1563/4108 sott. 28 del 29 Agosto 1995, è previsto il posizionamento di segnaletica aggiuntiva per la segnalazione dei restringimenti ed uno specchio parabolico sul cambio di direzione. Accessi - L autorimessa è servita da due rampe aperte, una per ciascun senso di marcia, di 19

19 larghezza pari a 4,1 m ciascuna, con ingressi all autorimessa di pari dimensioni ed una pendenza delle rampe pari a circa 15%. Pavimenti - la pavimentazione verrà realizzata con pavimentazione antisdrucciolevole ed impermeabile. Ventilazione L autorimessa è dotata di aperture per l aerazione naturale per un totale di 103mq maggiore del 1/25 dell area in pianta, pari a 66mq distinta in aperture senza serramento e con: - Aperture prive di infissi su intercapedine, lungo il perimetro verso Via Carcani e in parte anche lungo viale degli orti di Trastevere, con una superficie di aerazione totale di 50 mq (maggiore del 0.003x1650= 5mq). - Aperture con infissi lungo Via Giannitti con superficie totale 53 mq. Misure per lo sfollamento delle persone in caso di emergenza - Affollamento 0.1 persone/mq ossia 165 persone - Capacità di deflusso piano interrato pari a 37,5 persone, dunque per il deflusso delle persone devono essere previsti 5 moduli. - Sono presenti quattro uscite di sicurezze e più precisamente. USCITA DI SICUREZZA I1: Su via degli orti di Trastevere con una porta da 80 cm e la scala da 70cm pari dunque a 1 MODULO USCITE DI SICUREZZA I2 E I3. Corrispondono con le due rampe, nelle quali dovrà essere prevista, nel caso di presenza di un cancello, un aperture verso l esterno pari a due moduli per ciascuna rampa ossia 4 MODULI in totale. Dunque si hanno un totale di 5 moduli posizionati in punti ragionevolmente contrapposti. Il posizionamento delle uscite di sicurezza garantisce un percorso massimo di circa 38m per il loro raggiungimento, dunque inferiore ai 40 metri previsti dalla regola tecnica. Mezzi e impianti di protezione ed estinzione degli incendi Idranti E previsto un impianto idrico antincendio fabbricato collegato all impianto generale del fabbricato, per maggiori dettagli si rimanda al paragrafo relativo, in particolare nell autorimessa sono previsti 4 idranti a muro UNI 45 posizionati in modo tale da coprire l intero compartimento. Gli idranti, posti in un punto ben visibile, sono caratterizzati da una custodia con vetro trasparente, dimensioni minime 0.35x0.55m ed 20

20 una profondità tale da permettere che manichetta e lancia siano permanentemente collegate anche a sportello chiuso. Per ciascun idrante deve essere garantita una portata di 120 litri/min. e una pressione di 2 bar, e la riserva idrica deve essere tale da garantire il funzionamento contemporaneo del 50% degli idranti per un periodo di 30 minuti (ossia 120x2x30=7200 litri) L impianto dovrà essere costantemente tenuto in pressione ed è munito di attacco dei VVFF esternamente alla rampa al piano terra. Estintori Sono previsti estintori portatili per fuochi di classe A, B e C con capacità estinguente 21A e 89B, in numero di almeno un estintore ogni 5 veicoli posizionati in corrispondenza degli ingressi e in posizione ben visibile e di facile accesso nell area di parcheggio Gruppo Elettrogeno E previsto un Gruppo Elettrogeno al piano interrato con una potenza pari a 415 KVA (circa 335 kwatt) (DM 22/10/2007) attività 64 soggetta a CPI; il gruppo elettrogeno verrà posizionato nel locale ex centrale termica, caratterizzato da un ingresso da cielo scoperto. Il gruppo elettrogeno, considerando che l altezza in gronda del fabbricato è maggiore di 24m, è di tipo alimentato a carburante liquido di categoria C, ed avrà un serbatoio incorporato di capacità non superiore a 120 litri. Caratteristiche locale: 1- Quota del piano di calpestio -5,00 m 2- Parete Lunghezza =5.10 metri, su un perimetro di circa 25 m, confina con spazio scoperto. (pari a circa il 20%) 3- Le strutture orizzontali e verticali saranno caratterizzate da R/REI_EI Altezza libera interna del locale pari a 5 metri 5- Il locale è caratterizzato da due aperture di ventilazione, per un totale di 3.36mq, superficie superiore al minimo richiesto dalla regola tecnica pari a 1.3mq (1/30 dell area in pianta). 21

21 6- L accesso al locale avviene direttamente da spazio a cielo scoperto caratterizzato da un altezza delle pareti confinanti pari a circa 6 metri, da una superficie di circa 25 mq (maggiore di 18mq (6mx3) ).La distanza tra le due pareti verticali è maggiore di 3,5m. Risulta dunque rispettato quanto previsto dalla definizione di Spazio scoperto al punto 1.12 del DM 30 novembre All esterno del locale saranno posizionati dispositivi di intercettazione e comando dell alimentazione del gruppo e del funzionamento del gruppo stesso. 8- Lo scarico dei fumi avverrà tramite tubazione in acciaio con diametro, robustezza e e tenuta a norma di legge, posto direttamente al di sopra del locale con una quota dal piano calpestabile di 3 metri. Il Gruppo elettrogeno sarà comunque Marcato CE, così come i dispositivi ed il materiale accessorio. Per l istallazione del gruppo verranno seguite tutte le indicazioni riportate nel TITOLO III CAPO II del DM 22 ottobre 2007, è previsto in particolare un impianto di rivelazione gas collegato ad una valvola di intercettazione gas. E previsto all interno del locale il posizionamento di un estintore di classe 21A113BC e della segnaletica di sicurezza conforme a quanto previsto dal DLgs 14/08/1996 n. 493 e successive modifiche ed integrazioni Vani ascensori Sono presenti sei vani ascensori di collegamento dal piano terra al piano ottavo, a servizio privato, con vano corsa pari a 26 metri circa. Si configurano dunque come attività 95 del DM 16/02/1982 e dunque soggetti a CPI, attività regolata dal DM 15 settembre Le pareti del vano corsa, del locale macchinari, le pareti del locale pulegge le porte devono rispettare la compartimentazione e la resistenza come riportato nei disegni allegati alla presente relazione. E comunque andrà rispettato quanto riportato all art. 3.3 del DM 14/9/2005 Vano a prova di fumo. I vani corsa ed i locali macchinari saranno dotati di aerazione fissa e permanente tramite aperture in copertura : % della superficie in pianta del vano corsa con un minimo di 0.2 mq del vano corsa e 0.05 mq per i locali macchinario. In prossimità dell accesso dei vani corsa verrà posizionato un estintore di classe 22

22 21A89BC. L'uso degli ascensori in caso d'incendio e' vietato. Presso ogni porta di piano di ogni ascensore deve essere affisso un cartello con l'iscrizione «Non usare l'ascensore in caso d'incendio». In edifici di civile abitazione e' sufficiente prevedere l'affissione del cartello solo presso la porta del piano principale servito e di tutti gli altri piani da cui si puo' accedere dall'esterno. Inoltre, e' proibito accendere fiamme libere in cabina, nel vano di corsa, nei locali del macchinario e delle pulegge di rinvio e nelle aree di lavoro, nonché depositare in tali ambienti materiale estraneo al funzionamento dell'ascensore. Al piano interrato è presente un montacarichi che collega i due piani dell archivio, il montacarichi è racchiuso in un compartimento REI 180 al fine di garantire la compartimentazione di detti archivi, inoltre dvrà essere prevista l aerazione del vano corsa come riportato al punto SERVIZI TECNOLOGICI 1.1. Impianti di climatizzazione Il fabbricato è servito da un impianto di tipo centralizzato ad aria alimentato da gruppi a pompa di calore, dunque è assente la centrale termica. I gruppi a pompa di calore sono posizionati in copertura esternamente al fabbricato. Le canalizzazioni dell aria sono realizzate conformemente a quanto previsto dal DM 31 marzo 2003 e non attraversano luoghi sicuri (a meno dei luoghi a cielo libero), vani scala e ascensori ed in generale locali che presentino pericolo di incendio. Negli attraversamenti dei compartimenti oltre alla sigillatura del foro di passaggio è predisposta una serranda tagliafuoco con analoghe caratteristiche del compartimento. Sui canali di ripresa è previsto il posizionamento di rivelatori di fumo da condotta che comandano direttamente l arresto dei ventilatori. In prossimità della centrale tecnologica in copertura dovrà essere posizionato un pulsante per l interruzione della corrente a tutta la centrale stessa ed uno schema funzionale in cui risulti presente: - Attraversamenti di elementi resistenti al fuoco - Ubicazione delle serrande taglia fuoco - Ubicazione delle macchine - Ubicazione dei rivelatori di fuco e del comando manuale - Lo schema di flusso dell aria primaria e secondaria 23

23 - La logica sequenziale delle manovre e delle azioni previste in emergenza. E concesso l uso di apparecchi autonomi a condizione che il fluido refrigerante non sia infiammabile e tossico, e comunque è presente il DIVIETO DI USO DI APPARECCHIATURE A FIAMMA LIBERA Impianti elettrici L impianto elettrico verrà realizzato in conformità alle disposizioni di cui al D.M. 22 gennaio 2008, n.37 Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11- quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici. Il quadro elettrico di comando e controllo sarà munito di interruttore generale che consenta di togliere tensione all impianto. In prossimità dell ingresso verrà installato comando di sgancio dell interruttore generale. In particolare dovrà essere rispettato quanto previsto al punto 9.3 del DM 22 febbraio 2006: a) devono possedere caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e possibilità di intervento individuate nel piano della gestione delle emergenze tali da non costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento; b) non devono costituire causa primaria d incendio o di esplosione; c) non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi; il comportamento al fuoco della membratura deve essere compatibile con la specifica destinazione d uso dei singoli locali; d) i cavi per energia e segnali non devono determinare rischio per la emissione di fumo, gas acidi e corrosivi, secondo le vigenti norme di buona tecnica; e) devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell intero sistema (utenza); f) devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizioni protette e riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. 2. I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti di sicurezza: a) illuminazione; b) allarme; c) rivelazione; d) impianti di estinzione; e) ascensori antincendio; 24

24 f) ascensori di soccorso; g) impianto di diffusione sonora. 3. L'alimentazione di sicurezza deve essere automatica ad interruzione breve ( 0,5 sec) per gli impianti di rivelazione, allarme e illuminazione e ad interruzione media ( 15 sec) per ascensori antincendio e di soccorso, impianti di estinzione ed impianto di diffusione sonora. Il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore. L autonomia minima è stabilita per ogni impianto come segue: a) rivelazione e allarme: 30 minuti; b) illuminazione di sicurezza dei locali: 2 ore; c) impianti di estinzione: 1 ora, fatto salvo quanto diversamente previsto al successivo punto 10; d) impianto di diffusione sonora: 1 ora. L'impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare, lungo le vie di uscita, un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio. Si prevede il posizionamento di singole lampade con alimentazione autonoma, con autonomia per almeno un'ora. Il quadro elettrico generale sarà ubicato in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall incendio. 2. MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE INCENDI 2.1. Rete idranti Per quanto previsto dalla normativa si prevede un impianto ad idranti UNI45 dimensionato secondo la UNI con riferimento a livello di rischio 3, per la quale dovrà essere garantito il funzionamento contemporaneo di almeno 4 idranti, ai quali risulterà garantita una portata minima di 120 l/min ciascuno, con pressione di esercizio non inferiore ai 2 bar, che verrà assicurata da un impianto di pressurizzazione opportunamente dimensionato. Inoltre a garanzia del funzionamento dell impianto è prevista in sede di definitivo la realizzazione di una vasca di accumulo con volume pari a 60 mc in grado di mantenere le condizioni sopra descritte per una durata di 120 minuti. Qualora in fase di progetto esecutivo, e richiesta agli enti distributori, la portata e la pressione fosse garantita dall acquedotto, la vasca e l impianto di pressurizzazione potranno essere stralciati dall appalto. La distribuzione principale dell impianto è costituita da un anello a soffitto del piano 25

25 interrato dal quale partono le montanti (poste all interno del vano scale) che alimentano le varie bocchette a servizio dei piani Per ciascun piano sono previste bocchette in numero e posizione tale da proteggere l intero fabbricato ad eccezione dei locali con impianti automatici ad areosol, come descritto nel paragrafo successivo: Piano Interrato n 7 idranti UNI 45 Piano Terra n 8 idranti UNI 45 Piano Primo n 4 idranti UNI 45 Piano Secondo n 4 idranti UNI 45 Piano Terzo n 4 idranti UNI 45 Piano Quarto n 4 idranti UNI 45 Piano Quinto n 4 idranti UNI 45 Piano Sesto n 4 idranti UNI 45 Piano Settimo n 4 idranti UNI 45 Piano Ottavo n 4 idranti UNI 45 Per un totale di 47 idranti. Inoltre è previsto il posizionamento di n 2 attacchi per motopompa dei VVF UNI 70. Le cassette e l equipaggiamento previsto seguiranno le prescrizioni della norma UNI EN Dette cassette risulteranno posate in posizioni facilmente accessibili e segnalate da cartelli a norma in metallo, posati a bandiera e/o a muro. Il sistema di distribuzione risulterà realizzato con tubazioni in acciaio zincato (se a posate a vista verniciate di colore rosso) e/o con tubazioni in polietilene seguendo le prescrizioni riportate nel DM e nelle UNI 7611 con valvole di intercettazione alla base delle colonne e lungo l anello in modo tale da garantire il funzionamento dell impianto almeno al 50% in caso di manutenzione Estintori Si prevede l installazione su tutti i piani di elementi di spegnimento manuale, quali estintori, di capacità di carica massima pari a 6Kg (al fine di essere facilmente maneggiabili) con capacità estinguente secondo la destinazione d uso dei locali: - Uffici: non inferiore a 34A144B posizionati uno ogni 100 mq (Allegato V DM 10/03/1998). - Archivi di piano minori di 15mq: 1 estintore per ciascun locale in prossimità dell uscita da 6 kg del tipo 21A89B, per tali locali non dovrà esse presente un carico d incendio minore a 30kg/mq - Per tutti i locali tecnici, magazzini dovranno essere posizionati estintori 21A89B 26

26 - Per l autorimessa sono previsti estintori per classe di fuoco A,B,C 21A89B, un estintore ogni 5 veicoli. Gli estintori risulteranno posizionati in punti facilmente raggiungibili, indicati con appositi cartelli in metallo posati a bandiera e/o a muro. Su entrambi i piani risulterà inoltre affissa la cartellonistica di sicurezza conforme alla normativa vigente Impianto di spegnimento automatico ad Aerosol Come già accennato nei paragrafi precedenti, per alcuni locali, con presenza di materiale cartaceo ed elettronico, è previsto un impianto di spegnimento automatico ad Aerosol, in particolare sono protetti da questa tipologia di impianto: - Archivio al piano interrato; - Archivio al piano terra; - Locali CED al piano terra; - Archivi di piano. La scelta della tipologia di impianto è legata, oltre alla necessità di una tipologia di impianto che non deteriori, in caso di intervento, il materiale presente nei locali, alla mancanza di spazi esterni per il posizionamento delle bombole necessarie per lo stoccaggio del gas, in particolare per gli archivi di piano. Il sistema ad Aerosol, costituito principalmente da generatori metallici contenenti all interno carbonato di potassio allo stato solido, agisce mediante il medesimo principio degli impianti a gas, e cioè mediante l inertizzazione volumetrica degli ambienti da proteggere, senza però alcuna emissione di sostanze nocive all ozonosfera, per cui non possono subire limitazioni d uso per effetto di Leggi a tutela ambientale. I principali vantaggi legati all adozione di un agente estinguente ad aerosol sono di seguito elencati: - Assenza di parchi bombole, tubazioni, collettori ed ugelli e quindi dei relativi ingombri, pesi e necessari collaudi periodici; - Abbattimento dei costi e dei tempi di installazione, infatti, l impianto richiede solo il fissaggio dei generatori, il collegamento delle linee di segnalazione ed alimentazione elettrica con il comando di attuazione della centrale di rivelazione incendi; - Nessuna necessità di contenitori ad alta o altissima pressione; - Estinzione dell incendio in tempi molto rapidi, senza alcuna riduzione del tenore di ossigeno; 27

27 - Assenza di sovrappressioni considerevoli nell ambiente di immissione e dei relativi dispositivi come serrande di sovrappressione e test quali il door fan test, in quanto eventuali perdite, causate da non perfetta ermeticità, di estinguente dal volume protetto, vengono calcolate e compensate in fase progettuale attraverso un incremento della concentrazione estinguente; - Flessibilità dell impianto, legata alla capacità di adattamento alle mutate esigenze (variazione di compartimentazioni, di destinazione d uso dei locali e degli arredi interni); - Tempi di ripristino in caso di avvenuta scarica legati alla sola sostituzione dei generatori esauriti; - Costi di manutenzione impianto fortemente ridotti e service life del prodotto compreso tra i anni. Il posizionamento, dei generatori aerosol tiene conto, nei locali protetti, della dislocazione degli arredi oltre che al raggio di azione di ciascun generatore che dovrà essere verificata in sede di progetto esecutivo. Per ulteriori dettagli si rimanda agli elaborati grafici allegati. In merito al fissaggio dei generatori, quest ultimo è previsto a soffitto nei locali archivi, ed a soffitto e nel sottopavimento per i locali CED. Procedura di scarica Pur non presentando livelli di tossicità dannosi per l uomo e per l ambiente, l uso del sistema estinguente ad aerosol avverrà come per tutti gli estinguenti a saturazione, nel rispetto di procedure che garantiscano la massima sicurezza. In particolare, in considerazione dell effetto di opacità durante e dopo la scarica dovuta alla permanenza dell estinguente nell ambiente, saranno attuate tutte le misure di sicurezza per l evacuazione delle persone prima della scarica e per una corretta gestione del sistema di rivelazione/spegnimento. A tal proposito nei locali in cui non si prevede presenza di personale, la gestione dell impianto di rivelazione/spegnimento potrà essere automatica, mentre nei locali in cui vi potrà essere presenza costante di personale, sarà necessario, nelle ore di lavoro, gestire l impianto in modalità manuale. Procedura automatica (Caratteristiche del sistema di rivelazione incendi e gestione spegnimento) L impianto di rilevazione incendi sarà del tipo a doppio consenso, per cui l azionamento dell impianto di spegnimento sarà subordinato all intervento contemporaneo di 2 rilevatori ottici di fumo diversi presenti in ambiente. 28

28 Nel dettaglio: l attivazione di un solo rivelatore provocherà uno stato di preallarme: l attivazione di un secondo rivelatore provocherà uno stato di allarme confermato e l attivazione della procedura di scarica dei generatori aerosol. Tale procedura sarà resa possibile mediante un sistema che prevede l installazione di una centrale di rivelazione incendi generale, che gestirà ed attiverà una serie di centrali di spegnimento, ubicate nei pressi degli archivi, a seconda del numero di zone di spegnimento da realizzare. Il sistema di rivelazione e gestione spegnimento previsto sarà del tipo digitale, con componenti indirizzabili, in modo da consentire tutti i livelli di programmazione previsti dalla normativa, a garanzia della funzionalità, efficienza ed affidabilità richieste all impianto di spegnimento in questione. Stato di pre-allarme L intervento di un solo rilevatore, all interno dell ambiente protetto, determinerà la condizione di pre-allarme con conseguente attivazione dei seguenti comandi: Attivazione dei pannelli ottico/acustici, installati all interno dei locali, che segnaleranno uno stato di Allarme Incendio Evacuare il locale ; Attivazione condizione di pre-allarme del modulo di spegnimento; Chiusura delle porte tagliafuoco ; Ove prevista, trasmissione dello stato di pre-allarme al sistema di supervisione; Stato di allarme confermato (attivazione scarica) L intervento di un secondo rilevatore dovrà attivare le procedure di spegnimento. Questa condizione, sottoposta a temporizzazione, dovrà permettere l evacuazione dell eventuale personale presente in ambiente e una ricognizione del personale addetto alla sicurezza. In particolare, tale procedura prevede i seguenti step: - Attivazione dei pannelli ottico/acustici, installati all esterno dei locali, che segnaleranno uno stato di Vietato Entrare Spegnimento in Corso ; - Attivazione condizione di allarme del modulo di spegnimento; - Disattivazione del sistema di condizionamento e/o aspirazione aria; - Conferma della chiusura delle porte REI; - Chiusura di eventuali serrande tagliafuoco e/o delle aperture di ventilazione naturale dotate di comandi ad azionamento automatico; - Ritardo della scarica compreso tra i sec.; - Attivazione canale di spegnimento; - Attivazione generatori aerosol 29

29 Al momento dell attivazione del canale di spegnimento da parte dell unità preposta, tale segnale verrà convogliato ai generatori attraverso un unità gestione aerosol, a microprocessore, interfaccia necessaria per l attuazione degli erogatori ad aerosol. 3. IMPIANTO DI RIVELAZIONE, SEGNALAZIONE E ALLARME Tutto il fabbricato è protetto da un impianto di rivelazione incendi, costituito da rivelatori di fumo e rivelatori di calore secondo la destinazione d uso e le caratteristiche dei locali. Le zone con controsoffitto o sottopavimento saranno dotate di rivelatori con ripetitore esterno. L impianto di rivelazione comanderà la chiusura delle serrande tagliafuoco presenti sulle canalizzazioni in corrispondenza di ogni piano (compartimento), la chiusura delle porte antincendio nei locali in cui dovrà essere garantita la compartimentazione, la disattivazione elettrica dei ventilatori, UTA, etc.. La segnalazione dell incendio avverrà tramite targhe ottico acustiche posizionate lungo le vie di esodo e in prossimità della uscite di sicurezza, in corrispondenza delle quali saranno presenti dei pulsanti manuali per l attivazione dell impianto di segnalazione dell incendio. Tutti gli allarmi rimanderanno la segnalazione dell allarme nel locale di controllo sempre presidiato posto al piano terra. 4. SEGNALETICA DI SICUREZZA Si applicano le vigenti disposizioni in materia di segnaletica di sicurezza, di cui al Titolo V del D.Lgs. n.81 del Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro. In particolare la cartellonistica dovrà rispettare quanto previsto al punto 13 del DM 22 febbraio 2006 : 1- Le uscite di sicurezza 2- I punti di raccolta 3- L ubicazione dei mezzi fissi e portatili di estinzione incendi 4- I divieti di fumare ed usare fiamme libere 5- Il divieto di utilizzo degli ascensori e montacarichi in caso di incendio 6- I pulsanti di sgancio dell alimentazione elettrica 7- I pulsanti di allarme Inoltre per le attività a rischio specifico verrà predisposta la cartellonistica di sicurezza contenuta nelle relative normative. 30

30 5. NORME DI ESERCIZIO ED ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO In fase di gestione, sarà predisposto un registro dei controlli periodici, da aggiornare costantemente, in cui siano annotati tutti gli interventi e i controlli relativi: - all efficienza degli impianti elettrici; - all efficienza dell illuminazione di sicurezza; - all efficienza dei presidi antincendio; - all efficienza dei dispositivi di sicurezza e di controllo; - alle aree a rischio specifico; - all osservanza della limitazione dei carichi d incendio nei vari locali. - Formazione ed informazione del personale - Pianificazione e gestione delle emergenze Inoltre ad ogni piano verrà esposta in vista, in prossimità degli accessi e dove ritenuto necessario, la planimetria con riportati i percorsi delle vie esodo per raggiungere le scale o le uscite, l ubicazione delle attrezzature antincendio e precise istruzioni sul comportamento del personale in caso di emergenza. 31

Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione arch. Antonio Esposito Comando Provinciale VV.F. Pisa

Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione arch. Antonio Esposito Comando Provinciale VV.F. Pisa «Scienza e Tecnica della Prevenzione Incendi» A.A. 2013-2014 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione arch. Antonio Esposito Comando Provinciale VV.F. Pisa DPR 151/2011 Regolamento

Dettagli

QT_EFC_03. I sistemi di Evacuazione Fumo e Calore nelle regole tecniche di Prevenzione Incendio QUADERNO TECNICO EFC_03

QT_EFC_03. I sistemi di Evacuazione Fumo e Calore nelle regole tecniche di Prevenzione Incendio QUADERNO TECNICO EFC_03 QT_EFC_03 I sistemi di Evacuazione Fumo e Calore nelle regole tecniche di Prevenzione Incendio QUADERNO TECNICO EFC_03 Il presente documento è stato realizzato dall ufficio tecnico Zenital, coordinato

Dettagli

LA COMPARTIMENTAZIONE LE DISTANZE DI SICUREZZA

LA COMPARTIMENTAZIONE LE DISTANZE DI SICUREZZA Ordine degli Ingegneri della provincia di Taranto Corso di specializzazione in prevenzione incendi ai sensi della Legge 818/1984 e del D.M. 25/3/1985 MODULO C Tecnologie dei materiali e delle strutture

Dettagli

Edifici e locali destinati ad uffici. Ing. Stefano Perri Funzionario Comando Regionale Vigili del Fuoco Aosta s.perri@regione.vda.

Edifici e locali destinati ad uffici. Ing. Stefano Perri Funzionario Comando Regionale Vigili del Fuoco Aosta s.perri@regione.vda. Edifici e locali destinati ad uffici Ing. Stefano Perri Funzionario Comando Regionale Vigili del Fuoco Aosta s.perri@regione.vda.it DPR 151/2011 N Attività Categoria A B C 71 Aziende ed uffici con oltre

Dettagli

RELAZIONE TECNICA INQUADRAMENTO GENERALE

RELAZIONE TECNICA INQUADRAMENTO GENERALE Permesso di costruire Centro-Video-Gioco-Sport FABBRICATO: COMMERCIALE-DIREZIONALE RELAZIONE TECNICA INQUADRAMENTO GENERALE Il fabbricato oggetto dell attuale presentazione per il rilascio del permesso

Dettagli

La sicurezza antincendio negli uffici

La sicurezza antincendio negli uffici G. Varisco C.T. ANIE AssoAscensori giovanni.varisco@kone.com Convegno La sicurezza antincendio negli uffici 13 marzo 2008 Istituto Superiore Antincendio Roma Le varie tipologie di ascensori previste dal

Dettagli

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA PREMESSA...3 DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO... 3 DESCRIZIONE DEL PROGETTO... 4 OPERE CIVILI...6 NORME DI RIFERIMENTO...7 NORME RELATIVE ALLA SICUREZZA ED ALLA PREVENZIONE INCENDI... 7 NORME RELATIVE

Dettagli

PREVENZIONE INCENDI norme e procedure

PREVENZIONE INCENDI norme e procedure PREVENZIONE INCENDI norme e procedure dott. ing. Gioacchino Giomi COMANDANTE VIGILI DEL FUOCO ROMA 1 abitazione 2 fabbrica 3 albergo 4 albergo 5 CHE COSA E LA PREVENZIONE INCENDI è una funzione di preminente

Dettagli

REALIZZAZIONE DI CENTRO RESIDENZIALE DI CURE PALLIATIVE HOSPICE IN SPICCHIO 2 STRALCIO ESECUTIVO FUNZIONALE

REALIZZAZIONE DI CENTRO RESIDENZIALE DI CURE PALLIATIVE HOSPICE IN SPICCHIO 2 STRALCIO ESECUTIVO FUNZIONALE INDICE 1) Premessa 2) Progetto edilizio 3) verifica norme antincendio 4) Attività 91 5) Mezzi ed impianti fissi di estinzione 6) Segnaletica di sicurezza 1 REALIZZAZIONE DI CENTRO RESIDENZIALE DI CURE

Dettagli

Il progetto di prevenzione incendi nella GDO:

Il progetto di prevenzione incendi nella GDO: Dal progetto alla gestione Il progetto di prevenzione incendi nella GDO: elementi tecnici e aspetti procedurali alla luce della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione incendi per i Centri Commerciali di Mario

Dettagli

LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA SCOLASTICHE

LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA SCOLASTICHE CONVEGNO SICUREZZA: QUALI EQUILIBRI tra SCUOLA ed ENTI LOCALI? LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA SCOLASTICHE ASTI, 16 aprile 2012 Ing. Francesco ORRU Normativa Classificazione Scelta dell area Ubicazione

Dettagli

* * * * * Pratica VV.F. 4996

* * * * * Pratica VV.F. 4996 Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena ******** ADEGUAMENTO ANTINCENDIO AL PROGETTO GUIDA DEGLI ATRI E DEI VANI SCALA DEL POLICLINICO DI MODENA RELAZIONE TECNICA * * * * * Pratica VV.F. 4996 L AMMINISTRAZIONE

Dettagli

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA PREMESSA... 3 DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO... 3 DESCRIZIONE DEL PROGETTO... 4 OPERE CIVILI... 6 NORME DI RIFERIMENTO... 8 NORME RELATIVE ALLA SICUREZZA ED ALLA PREVENZIONE INCENDI... 8 NORME RELATIVE

Dettagli

Nuovo codice di prevenzione incendi. Capitolo S.9: Operatività antincendio

Nuovo codice di prevenzione incendi. Capitolo S.9: Operatività antincendio Nuovo codice di prevenzione incendi Capitolo S.9: Operatività antincendio Istituto Superiore Antincendi, Roma Cos è?? Perchè?? Cos è? E la strategia antincendio che ha come scopo rendere possibile l effettuazione

Dettagli

installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo

installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo DECRETO MINISTERIALE 15 marzo 2005 Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema

Dettagli

1Regola tecnica di prevenzione incendi per locali destinati ad uffici

1Regola tecnica di prevenzione incendi per locali destinati ad uffici Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile DECRETO MINISTERO DELL INTERNO 22 FEBBRAIO 2006 (G. U. n. 51 del 2 marzo 2006) Approvazione della regola tecnica di prevenzione

Dettagli

Locale gruppo elettrogeno (Scheda)

Locale gruppo elettrogeno (Scheda) LOCALE GRUPPO ELETTROGENO Sistema di alimentazione: TT, TN-S, IT Norme di riferimento: Norma CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e

Dettagli

Inpdap ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA PER I DIPENDENTI DELL AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DIREZIONE COMPARTIMENTALE DELLA LOMBARDIA

Inpdap ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA PER I DIPENDENTI DELL AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DIREZIONE COMPARTIMENTALE DELLA LOMBARDIA Inpdap ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA PER I DIPENDENTI DELL AMMINISTRAZIONE PUBBLICA DIREZIONE COMPARTIMENTALE DELLA LOMBARDIA EDIFICIO SITO IN VIA FORTEZZA N. 11 - MILANO SEDE TERRITORIALE INPDAP ATTIVITA

Dettagli

IMPRESA SICURA s.r.l.

IMPRESA SICURA s.r.l. REGISTRO DEI CONTROLLI E DELLA MANUTENZIONE ANTINCENDIO ai sensi del D.P.R. 151/2011 IMPRESA SICURA s.r.l. Via N. Bixio n. 6 47042 - Cesenatico (FC) Tel. 0547.675661 - Fax. 0547.678877 e-mail: info@impresasicurasrl.it

Dettagli

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vicenza

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vicenza Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vicenza Corso di specializzazione in Prevenzione incendi (Legge 7 dicembre 1984, n. 818) Compartimentazione Distanze di sicurezza Ing. Silvano BARBERI Corpo Nazionale

Dettagli

Il D.M. 16 maggio 1987, n 246. Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione.

Il D.M. 16 maggio 1987, n 246. Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. Il D.M. 16 maggio 1987, n 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. 1 1.0. Scopo Le presenti norme hanno per oggetto i criteri di sicurezza antincendi da applicare agli edifici

Dettagli

INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO DEL PERSONALE

INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO DEL PERSONALE Datore di Lavoro Unico Sicurezza Lavoro CONTROLLI E MANUTENZIONE DI SISTEMI, DISPOSITIVI, ATTREZZATURE ED IMPIANTI ANTINCENDIO INFORMAZIONE E FORMAZIONE ANTINCENDIO DEL PERSONALE Registro antincendio scuola

Dettagli

D.M. 27 / 07 / 2010 3.5 ascensori

D.M. 27 / 07 / 2010 3.5 ascensori 3.5 ascensori se attraversano due compartimenti, vano corsa protetto EI come strutture (vale anche per le scale) H > 24 m almeno un ascensore antincendio 1 4.1 affollamento aree vendita dettaglio alimentari

Dettagli

VANI ASCENSORI E MONTACARICHI

VANI ASCENSORI E MONTACARICHI VANI ASCENSORI E MONTACARICHI 2015 ilario.mammone@ordineingegneripisa.it ing. ilario mammone 1 NORMATIVA DPR 1497 DEL 29/05/63 APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER ASCENSORI E MONTACARICHI D.M. 246 DEL 16/05/87

Dettagli

OBIETTIVI DI UN PIANO DELLE EMERGENZE E DI EVACUAZIONE

OBIETTIVI DI UN PIANO DELLE EMERGENZE E DI EVACUAZIONE OBIETTIVI DI UN PIANO DELLE EMERGENZE E DI EVACUAZIONE MINIMIZZARE I DANNI ALLE PERSONE AGEVOLARE L ESODO DALLE STRUTTURE PREVENIRE O LIMITARE I DANNI AL PATRIMONIO, ALL ATTIVITA LAVORATIVA ED AGLI AMBIENTI

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO DOCUMENTO REDATTO AI SENSI DEL D. Lgs. 9 aprile 2008, n 81 D.M. 10 marzo 1998 D.P.R. 151 11 agosto 2011 Comune di Pisa Ufficio Anagrafe Riglione Il tecnico

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali 2-2012 1

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali 2-2012 1 Impianti industriali 2-2012 1 RIFERIMENTI NORMATIVI D.M.10/03/98 Criteri generali di sicurezza e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro D.M.04/04/98 Elenco attività normate (soggette a CPI)

Dettagli

L AUTORIMESSA IN CONDOMINIO CON CAPACITA DI PARCAMENTO SINO A 9 AUTOVEICOLI IL RISPETTO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO

L AUTORIMESSA IN CONDOMINIO CON CAPACITA DI PARCAMENTO SINO A 9 AUTOVEICOLI IL RISPETTO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO L AUTORIMESSA IN CONDOMINIO CON CAPACITA DI PARCAMENTO SINO A 9 AUTOVEICOLI IL RISPETTO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO Via Panfilo Tedeschi 1 67100 L'Aquila (AQ) Tel./Fax 086262641 www.zedprogetti.it NOTE

Dettagli

C. Scale e ascensori

C. Scale e ascensori Q Ed. Ipsoa - Francis Lefebvre PREVENZIONE INCENDI 167 C. Scale e ascensori Scale Il numero e la larghezza delle scale a servizio di particolari attività (ad esempio alberghi o locali di pubblico spettacolo)

Dettagli

NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE

NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE Decreto Ministero dell interno 16 maggio 1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 148 del 27 giugno 1987) Il testo del presente

Dettagli

RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO

RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO 1 RELAZIONE TECNICA ANTINCENDIO PREMESSA 2 La presente relazione ha per oggetto l individuazione delle misure di prevenzione incendi riguardanti la progettazione e la costruzione del compendio edilizio

Dettagli

Il parere di conformità nella prevenzione incendi

Il parere di conformità nella prevenzione incendi 92 2.2.5.1.1 Tipi di estintore Gli estintori di distinguono: in base all agente estinguente utilizzato in: polvere idrocarburi alogenati (halon) anidride carbonica (CO 2 ) schiuma acqua in base alle dimensioni

Dettagli

PROGETTO PRELIMINARE PER L ADEGUAMENTO ALLE NORME DI SICUREZZA ANTINCENDIO DI EDIFICIO COMUNALE ADIBITO AD ASILO NIDO

PROGETTO PRELIMINARE PER L ADEGUAMENTO ALLE NORME DI SICUREZZA ANTINCENDIO DI EDIFICIO COMUNALE ADIBITO AD ASILO NIDO STUDIO TECNICO ING. MERIZZI PAOLO PROGETTAZIONI E CONSULENZE IN MATERIA TERMOTECNICA E ANTINCENDIO Via Roncari, 39a 21023 BESOZZO (VA) Tel. - Fax 0332/970477 - e-mail: pmerizzi@gmail.com PROGETTO PRELIMINARE

Dettagli

Comando Provinciale Vigili del Fuoco P E R U G I A. Asili Nido

Comando Provinciale Vigili del Fuoco P E R U G I A. Asili Nido Comando Provinciale Vigili del Fuoco P E R U G I A Asili Nido D.P.R. 151/2011 Att.67 Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 100 persone presenti; Asili nido con oltre 30 persone

Dettagli

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C.

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C. RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C. 15/02/2008 L.C. 28/03/2008 GENERALITA' COMPARTIMENTI La presente

Dettagli

R.S.P.P. Misure contro l incendio

R.S.P.P. Misure contro l incendio R.S.P.P. Misure contro l incendio D. Lgs. 9 aprile 2008, n 81 D. Lgs. 81/08 - Allegato IV Misure contro l incendio Negli studi, seppure non esistano pericoli specifici di incendio: E vietato fumare Devono

Dettagli

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO Le vie di esodo costituiscono il primo problema da affrontare quando si progetta la sicurezza di un edificio. Infatti, la sicurezza delle persone

Dettagli

Schema di decreto ministeriale, recante Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio, ai sensi dell'articolo 15

Schema di decreto ministeriale, recante Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio, ai sensi dell'articolo 15 Schema di decreto ministeriale, recante Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio, ai sensi dell'articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139. Il Ministro

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti e dispositivi di protezione antincendio

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti e dispositivi di protezione antincendio Impianti Meccanici 1 Danni provocati dagli incendi negli stabilimenti : - diretti : distruzione di macchinari, impianti, merci. - indiretti : mancata produzione Mezzi di prevenzione e Provvedimenti di

Dettagli

1. INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA' SOGGETTE AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI

1. INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA' SOGGETTE AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI 1. INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITA' SOGGETTE AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI Con riferimento al DPR 151/2011 "Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma

Dettagli

RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI

RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI RISCHIO INCENDIO NEI CANTIERI Normalmente poco considerato nei cantieri. Tuttavia possono costituire fonte di innesco con conseguenze devastanti: - Uso fiamme libere per operazioni di impermeabilizzazioni

Dettagli

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli Le guide degli alberghi La prevenzione incendi Il registro dei controlli INTRODUZIONE L art. 5 del D.P.R. n. 37/98, disciplinando i principali adempimenti gestionali finalizzati a garantire il corretto

Dettagli

ALLEGATO - Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione

ALLEGATO - Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione D.M.Interno del 16/05/87, n.246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. Sono approvate le norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione contenute in allegato

Dettagli

VILLA FIGOLI DES GENEYS PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TECNICA SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE 5 AGOSTO 2014

VILLA FIGOLI DES GENEYS PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TECNICA SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE 5 AGOSTO 2014 VILLA FIGOLI DES GENEYS PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TECNICA SUPERAMENTO BARRIERE ARCHITETTONICHE 5 AGOSTO 2014 AZV_A1_A3_9.004 INDICE - PREMESSA - TIPOLOGIA DELL INTERVENTO - RIFERIMENTI NORMATIVI -

Dettagli

1.0.0. PREMESSA 2.0.0. EDIFICI

1.0.0. PREMESSA 2.0.0. EDIFICI 1.0.0. PREMESSA L Azienda Ospedaliera Ospedale di Lecco intende procedere, presso il Presidio Ospedale S. Leopoldo Mandic di Merate, alla ristrutturazione di tre reparti (Pneumologia; Centro assistenza

Dettagli

Decreto Ministeriale n 246 del 16/05/1987 Norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione.

Decreto Ministeriale n 246 del 16/05/1987 Norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione. Decreto Ministeriale n 246 del 16/05/1987 Norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione. Sono approvate le norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione contenute

Dettagli

Decreto Ministero dell' Interno n. 246 del 16 maggio 1987

Decreto Ministero dell' Interno n. 246 del 16 maggio 1987 Decreto Ministero dell' Interno n. 246 del 16 maggio 1987 Norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana n.148 del 27.06.1987

Dettagli

D.M. 16-05-1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione.

D.M. 16-05-1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. D.M. 16-05-1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. (G.U. 27-06-1987, n. 148, Serie Generale) Preambolo IL MINISTRO DELL'INTERNO Vista la legge 27 dicembre 1941,

Dettagli

GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO

GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO La presente guida mette in risalto solo alcuni punti salienti estrapolati dalla specifica norma UNI 9795 con l

Dettagli

Installazione dei contatori a membrana per reti gas metano

Installazione dei contatori a membrana per reti gas metano Installazione dei contatori a membrana per reti gas metano Tutti i contatori per gas combustibile sono strumenti di misura di precisionee pertanto vanno movimentati con le dovute cautele, sia durante le

Dettagli

Sommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4

Sommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4 Relazione di calcolo illuminotecnico Sommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4 PREMESSA Oggetto del seguente lavoro è il calcolo illuminotecnico da effettuarsi nel

Dettagli

Ministero dell'interno: Decreto ministeriale 16/05/1987 N. 246 Gazzetta Ufficiale N. 148 del 27/06/1987

Ministero dell'interno: Decreto ministeriale 16/05/1987 N. 246 Gazzetta Ufficiale N. 148 del 27/06/1987 Norme di sicurezza antincendio per gli edifici di civile abitazione. Preambolo Ministero dell'interno: Decreto ministeriale 16/05/1987 N. 246 Gazzetta Ufficiale N. 148 del 27/06/1987 Il Ministro dell'interno

Dettagli

DECRETO MINISTERIALE 16 maggio 1987 n. 246 Gazzetta Ufficiale n. 148 del 27 giugno 1987

DECRETO MINISTERIALE 16 maggio 1987 n. 246 Gazzetta Ufficiale n. 148 del 27 giugno 1987 DECRETO MINISTERIALE 16 maggio 1987 n 246 Gazzetta Ufficiale n 148 del 27 giugno 1987 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione IL MINISTRO DELL'INTERNO Vista la legge 27 dicembre

Dettagli

art. 10 del DPR 303/56 art. 137 del Regolamento Comunale di Igiene art. 134 del Regolamento

art. 10 del DPR 303/56 art. 137 del Regolamento Comunale di Igiene art. 134 del Regolamento Versione condivisa, del 05/08/04. CENTRI COMMERCIALI (Tipologia dei locali e condizione minima obbligatoria) Per semplificare la lettura della presente scheda, sono stati presi in esame separatamente gli

Dettagli

AGGIORNAMENTI NORMATIVI E TECNOLOGICI DI PREVENZIONE INCENDI. Roma, 1 Marzo 2012

AGGIORNAMENTI NORMATIVI E TECNOLOGICI DI PREVENZIONE INCENDI. Roma, 1 Marzo 2012 AGGIORNAMENTI NORMATIVI E TECNOLOGICI DI PREVENZIONE INCENDI Roma, 1 Marzo 2012 SISTEMI DI EVACUAZIONE FORZATA DI FUMO E CALORE: caratteristiche, funzionamento e selezione dei componenti Luca Pauletti,

Dettagli

NORME PER LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI (Adempimenti ai sensi dell art. 6, L. 05.03.1990 n. 46, e dell art. 4, D.P.R. 06.12.1991 n.

NORME PER LA SICUREZZA DEGLI IMPIANTI (Adempimenti ai sensi dell art. 6, L. 05.03.1990 n. 46, e dell art. 4, D.P.R. 06.12.1991 n. ALLEGATO 7 BIS ALLA RICHIESTA DI PERMESSO DI COSTRUIRE O DENUNCIA INIZIO ATTIVITA DICHIARAZIONE PER ADEMPIMENTI LEGGE N. 46/90 ALLO SPORTELLO UNICO PER L EDILIZIA DEL COMUNE DI SAN MARTI DI VENEZZE (RO)

Dettagli

LA SICUREZZA ANTINCENDIO LA SICUREZZA ANTINCENDIO NEGLI OSPEDALI

LA SICUREZZA ANTINCENDIO LA SICUREZZA ANTINCENDIO NEGLI OSPEDALI LA SICUREZZA ANTINCENDIO LA SICUREZZA ANTINCENDIO NEGLI OSPEDALI dott. ing. Emilio Milano pagina 1 COS E LA PREVENZIONE INCENDI Decreto Legislativo 8 marzo 2006, n. 139 - Capo III - Art. 13 (S.O.G.U. Serie

Dettagli

UNI EN 54 11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d incendio Parte 11: Punti di

UNI EN 54 11 Sistemi di rivelazione e di segnalazione d incendio Parte 11: Punti di CONVEGNO ZENITAL FORUM ANTINCENDIO 2011 Milano, 26 ottobre 2011 Ing. Maurizio D Addato Si riportano le principali: Norme EN54 PUBBLICATE ED ARMONIZZATE UNI EN 54 1 Sistemi di rivelazione e di segnalazione

Dettagli

CLASSIFICAZIONE INCENDI

CLASSIFICAZIONE INCENDI Lucidi lezione "Normativa Antincendio" Conformità edifici civili ed industriali alle norme di prevenzione incendi. Fase progettuale: - Vie di esodo - Autorimesse - Locali per impianti tecnologici (CT,

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MESSINA Area Servizi Tecnici

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MESSINA Area Servizi Tecnici UNIVERSITA DEGLI STUDI DI MESSINA Area Servizi Tecnici Progetto esecutivo di un piano intermedio da realizzarsi nell edificio C del Plesso Centrale Universitario RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI

Dettagli

STUDIO TECNICO INGEGNERIA IMPIANTISTICA

STUDIO TECNICO INGEGNERIA IMPIANTISTICA via aspromonte, 29-23900 LECCO - tel. 0341-282334 / 365570 fax c.f. - p. i.v.a. via colonna, 29-22100 COMO - tel. 031-505548 / 505410 fax 01985140134 e-mail : scilecco@tin.it - scicomo@tin.it A.L.E.R.

Dettagli

IL MINISTRO DELL INTERNO

IL MINISTRO DELL INTERNO Decreto del Ministero dell Interno 22 febbraio 2006 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici.

Dettagli

Nuova sede della Facoltà di Scienze della Formazione nel Campus Umanistico del Centro Murattiano di Bari

Nuova sede della Facoltà di Scienze della Formazione nel Campus Umanistico del Centro Murattiano di Bari I SOMMARIO 1. PREMESSA... 3 2. GENERALITÀ... 3 2.1. SCOPO... 3 2.2. DESTINAZIONE D USO... 3 2.3. CLASSIFICAZIONE... 4 3. UBICAZIONE... 4 3.1. GENERALITÀ... 4 3.2. ACCESSO ALL AREA... 4 4. SEPARAZIONI -

Dettagli

Questionario Incendio. PARTE I Generalità. PARTE II Somme assicurate (in euro)

Questionario Incendio. PARTE I Generalità. PARTE II Somme assicurate (in euro) Questionario Incendio La Società si impegna a fare uso riservato di queste notizie ed informazioni. E importante rispondere in modo completo per consentire alla Società una valutazione corretta del rischio.

Dettagli

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5)

PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE (ai sensi del D.Lgs. 81/08 artt.18, 43, 46 e del D.M. 10/03/98 art. 5) Il presente documento è parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all art.

Dettagli

COMUNE di CHIOGGIA. Scheda per l individuazione degli impianti soggetti all obbligo del progetto (art.5 D.M. n 37 del 22/01/2008) DITTA:

COMUNE di CHIOGGIA. Scheda per l individuazione degli impianti soggetti all obbligo del progetto (art.5 D.M. n 37 del 22/01/2008) DITTA: COMUNE di CHIOGGIA Scheda per l individuazione degli impianti soggetti all obbligo del progetto (art.5 D.M. n 37 del 22/01/2008) DATI IDENTIFICATIVI DELL INTERVENTO: DITTA: PRATICA EDILIZIA: DESCRIZIONE

Dettagli

La nuova regola tecnica sui centri commerciali (D.M. 27 luglio 2010)

La nuova regola tecnica sui centri commerciali (D.M. 27 luglio 2010) Corso scienza e tecnica della prevenzione incendi Pisa 11-12 Aprile 2014 La nuova regola tecnica sui centri commerciali (D.M. 27 luglio 2010) Dr. Ing. Fabio Bernardi C.N.VV.F. 1 2 Attività commerciali

Dettagli

Il sistema dei controlli VV.F. Il D.M. 22 gennaio 2008, n. 37

Il sistema dei controlli VV.F. Il D.M. 22 gennaio 2008, n. 37 Il sistema dei controlli VV.F. Il D.M. 22 gennaio 2008, n. 37 1 D. M. 22/01/2008 n.37 Ministero dello Sviluppo Economico - Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11- quaterdecies, comma 13,

Dettagli

D.M. n 246 del 16 maggio 1987

D.M. n 246 del 16 maggio 1987 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. Sono approvate le norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione contenute in allegato al presente decreto. Sono

Dettagli

MINISTERO DELL INTERNO

MINISTERO DELL INTERNO MINISTERO DELL INTERNO DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO, DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE DIREZIONE CENTRALE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA TECNICA AREA PREVENZIONE INCENDI (Chiarimento)

Dettagli

L incendio Incendio a bordo 1 La normativa nel campo marittimo cura, in particolar modo, tutto quanto può essere connesso con il sinistro marittimo più frequente: l incendio a bordo. Sono previsti, nella

Dettagli

LISTA DI CONTROLLO PER UFFICI E STUDI. Rilevatore: Referente sede. Edificio Codice edificio Piano Stanza Unità organizzativa Ufficio.

LISTA DI CONTROLLO PER UFFICI E STUDI. Rilevatore: Referente sede. Edificio Codice edificio Piano Stanza Unità organizzativa Ufficio. LISTA DI CONTROLLO PER UFFICI E STUDI Rilevatore: Referente sede Edificio Codice edificio Piano Stanza Unità organizzativa Ufficio Dipartimento di Responsabile/i REQUISITI Altezza, cubatura, superficie

Dettagli

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE SEDE AMMINISTRATIVA VIALE GRAMSCI FIRENZE

PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE SEDE AMMINISTRATIVA VIALE GRAMSCI FIRENZE Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana PIANO PER LA GESTIONE DELLE EMERGENZE SEDE AMMINISTRATIVA VIALE GRAMSCI FIRENZE 1 STRUTTURA SEDE Sede Amministrativa Viale Gramsci,

Dettagli

Uscite di sicurezza Vie di esodo

Uscite di sicurezza Vie di esodo Corpo Nazionale VVF - Comando di Vicenza Uscite di sicurezza Vie di esodo Vicenza 13.11.2007 CORSO L.818/84 Giuseppe Ruffino, Funzionario VVF Vicenza SISTEMI DI VIE DI USCITA Si tratta di una misura di

Dettagli

La nuova regola tecnica sui centri commerciali (D.M. 27 luglio 2010)

La nuova regola tecnica sui centri commerciali (D.M. 27 luglio 2010) La nuova regola tecnica sui centri commerciali (D.M. 27 luglio 2010) 1 Attività commerciali Obbligo del C.P.I. ai sensi del punto 87 del D.M. 16 febbraio 1982 Locali, adibiti ad esposizione e/o vendita,

Dettagli

UNIVERSITA DI MESSINA. REGISTRO ANTINCENDIO DPR n 37/98

UNIVERSITA DI MESSINA. REGISTRO ANTINCENDIO DPR n 37/98 UNIVERSITA DI MESSINA REGISTRO ANTINCENDIO DPR n 37/98 CONTROLLI E MANUTENZIONE DI SISTEMI, DISPOSITIVI, ATTREZZATURE ED IMPIANTI ANTINCENDIO Struttura: DATA del Responsabile della struttura PAGINE Totali.

Dettagli

TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE

TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE TIPOLOGIE IMPIANTISTICHE La scelta della tipologia impiantistica varia a seconda della destinazione d uso: EDILIZIA CIVILE: Classe Esempi 1 Locali per la residenza Alloggi ad uso privato 2 Locali per il

Dettagli

La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie

La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO Comando Provinciale di Lecco La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per le strutture sanitarie Lecco, 16 Settembre 2015 Le strutture sanitarie: le criticità

Dettagli

Reti Idranti Antincendio

Reti Idranti Antincendio Reti Idranti Antincendio Progettazione (installazione) collaudo e verifica alla luce dell edizione 2014 Ing. Luciano Nigro Rete Idranti Principale e più elementare presidio antincendio fisso Richiesta

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO. Comune di Pisa

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO. Comune di Pisa DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO INCENDIO DOCUMENTO REDATTO AI SENSI DEL D. Lgs. 9 aprile 2008, n 81 D.M. 10 marzo 1998 D.P.R. 151 11 agosto 2011 Comune di Pisa Asilo Nido Marina di Pisa Il tecnico

Dettagli

ADEGUAMENTO DEGLI ASILI NIDO ESISTENTI SECONDO LA NUOVA REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI DI STEFANO FELICIONI*

ADEGUAMENTO DEGLI ASILI NIDO ESISTENTI SECONDO LA NUOVA REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI DI STEFANO FELICIONI* PREVENZIONE INCENDI DI STEFANO FELICIONI* ADEGUAMENTO DEGLI ASILI NIDO ESISTENTI SECONDO LA NUOVA REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI A distanza di più di vent anni dall emanazione delle norme di prevenzione

Dettagli

Prot. n 10493 Roma, 14 dicembre 2004 -AL SIG. DIRETTORE CENTRALE PER L EMERGENZA E IL SOCCORSO TECNICO SEDE

Prot. n 10493 Roma, 14 dicembre 2004 -AL SIG. DIRETTORE CENTRALE PER L EMERGENZA E IL SOCCORSO TECNICO SEDE Prot. n 10493 Roma, 14 dicembre 2004 LETTERA CIRCOLARE -AL SIG. VICE CAPO DIPARTIMENTO VICARIO -AL SIG. DIRETTORE CENTRALE PER L EMERGENZA E IL SOCCORSO TECNICO -AL SIG. DIRETTORE CENTRALE PER LA FORMAZIONE

Dettagli

CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI SQUADRA ANTINCENDIO

CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI SQUADRA ANTINCENDIO CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI SQUADRA ANTINCENDIO A CURA DI Ing. SEBASTIANO MARTIGNANO Via G.Boccaccio, n. 4 73100 LECCE Via Cerreto di Spoleto, n. 29 00181 Roma Tel.: +39 (832) 498023 Fax: +39 (832)

Dettagli

La nuova regola tecnica verticale per le strutture ricettive turistico-alberghiere fino a 50 posti letto.

La nuova regola tecnica verticale per le strutture ricettive turistico-alberghiere fino a 50 posti letto. SEMINARIO TECNICO DI AGGIORNAMENTO NORME DI PREVENZIONE I N C E N D I GENERALI E SEMPLIFICATE La nuova regola tecnica verticale per le strutture ricettive turistico-alberghiere fino a 50 posti letto. Rimini

Dettagli

ATTIVITÀ DI TE.S.I. S.r.l.

ATTIVITÀ DI TE.S.I. S.r.l. Prove, collaudi e certificazioni nel campo antincendio; formazione; consulenze tecniche; verifiche ascensori. ATTIVITÀ DI Tecnologie Sviluppo Industriale S.r.l. (TE.S.I.) é un'azienda articolata in più

Dettagli

DELL'ATTO DI NOTORIETA'

DELL'ATTO DI NOTORIETA' via iscritto in data incaricato dal Sig, in qualità di REDIGE LA SEGUENTE PERIZIA DI ASSEVERAMENTO SULL IMPIANTO ELETTRICO 1 via iscritto al della provincia di al N in data incaricato dal Sig, in qualità

Dettagli

ANACI ROMA INCENDIO NEI CONDOMINI

ANACI ROMA INCENDIO NEI CONDOMINI INCENDIO NEI CONDOMINI FILMATO ANACI ROMA TRIANGOLO DEL FUOCO PRIMA DOMANDA... L incendio scoppia nei condomini moderni... o anche nei condomini antichi? L incendio non ha età! ANACI ROMA Dove può scoppiare

Dettagli

SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Istituto Comprensivo TALIERCIO Via Commercio, 1 Marina di Carrara SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE REGISTRO ANTINCENDIO CONTROLLI E MANUTENZIONE DI SISTEMI, DISPOSITIVI, ATTREZZATURE ED IMPIANTI ANTINCENDIO

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RELATIVI ALLE STRUTTURE. (Allegato al DVR dell Azienda DSU Toscana) RESIDENZA E UFFICI FASCETTI PISA

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RELATIVI ALLE STRUTTURE. (Allegato al DVR dell Azienda DSU Toscana) RESIDENZA E UFFICI FASCETTI PISA Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI RELATIVI ALLE STRUTTURE (Allegato al DVR dell Azienda DSU Toscana) RESIDENZA E UFFICI FASCETTI

Dettagli

ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222

ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 Art. 4 VERIFICHE PERIODICHE 4.1 Generalità Per l esecuzione delle verifiche periodiche deve essere resa disponibile la documentazione tecnica relativa all impianto, compresa

Dettagli

IMPIANTO ANTINCENDIO

IMPIANTO ANTINCENDIO IMPIANTO ANTINCENDIO La scuola sarà dotata di impianto idrico antincendio per la protezione interna ossia la protezione contro l incendio che si ottiene mediante idranti a muro, installati in modo da consentire

Dettagli

COMUNE DI IGLESIAS CENTRO INTERMODALE

COMUNE DI IGLESIAS CENTRO INTERMODALE COMUNE DI IGLESIAS CENTRO INTERMODALE 1.8 RELAZIONE ANTINCENDIO PROGETTAZIONE: DOTT. ING. GIANCARLO CASULA COLLABORATORI: DOTT. ING. BASILIO SECCI DOTT. ING. DAVIDE MARRAS Pag. 2 di 1.8 - RELAZIONE TECNICA

Dettagli

Relazione tecnica di prevenzione incendi 1

Relazione tecnica di prevenzione incendi 1 1. RELAZIONE TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI... 2 1.1. PREMESSA... 2 1.2 ACCESSIBILITÀ PER I DISABILI... 3 2. GENERALITA... 4 2.1. PRESIDI PASSIVI ANTINCENDIO... 4 2.2 SISTEMA DI RIVELAZIONE INCENDIO...

Dettagli

È assolutamente vietato utilizzare apparecchiature elettriche non a norma. Evitare l uso di prese multiple. Non utilizzare apparecchiature

È assolutamente vietato utilizzare apparecchiature elettriche non a norma. Evitare l uso di prese multiple. Non utilizzare apparecchiature LAVORO ELETTRICO In Italia la norma CEI 11-48 del 1998 stabilisce le prescrizioni generali per l esercizio sicuro degli impianti elettrici e per l esecuzione dei lavori su od in prossimità di tali impianti.

Dettagli

IL MINISTRO DELL INTERNO

IL MINISTRO DELL INTERNO D.M. 16 maggio 1987, n. 246 (G.U. n. 148 del 27 giugno 1987) NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE IL MINISTRO DELL INTERNO Vista la legge 27 dicembre 1941, n. 1570: Vista

Dettagli

REGOLE TECNICHE VERTICALI Attività ricettive turistico - alberghiere

REGOLE TECNICHE VERTICALI Attività ricettive turistico - alberghiere Capitolo V 6 REGOLE TECNICHE VERTICALI ricettive turistico - alberghiere Scopo e campo di applicazione...2 Classificazioni...2 Profili di rischio...3 Strategia antincendio...3 Vani degli ascensori..6 Capitolo

Dettagli

Normativa UNI 11292 Locali destinati ad ospitare unità di pompaggio per impianti antincendio. Caratteristiche costruttive e funzionali

Normativa UNI 11292 Locali destinati ad ospitare unità di pompaggio per impianti antincendio. Caratteristiche costruttive e funzionali Normativa UNI 11292 Locali destinati ad ospitare unità di pompaggio per impianti antincendio. Caratteristiche costruttive e funzionali Definizione di norma tecnica Le norme sono documenti prodotti mediante

Dettagli

(schema) Azienda Committente : A.T.E.R. Della Provincia di Verona. Azienda Appaltatrice: Servizio di centralino, portierato, sorveglianza

(schema) Azienda Committente : A.T.E.R. Della Provincia di Verona. Azienda Appaltatrice: Servizio di centralino, portierato, sorveglianza Documento Unico di Valutazione dei rischi Appalto (schema) Ai sensi del D. L.sg 81/2008 e s.m.i. Azienda Committente : A.T.E.R. Della Provincia di Verona Azienda Appaltatrice: Oggetto Appalto: Servizio

Dettagli

INDICE Manuale Volume 2

INDICE Manuale Volume 2 INDICE Manuale Volume 2 Pag. NOTA DEGLI EDITORI PREFAZIONE 1. INTRODUZIONE 1 2. DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E RIFERIMENTI NORMATIVI 3 2.1 Principali disposizioni legislative 3 2.2 Principali norme tecniche

Dettagli

Allegato A) MAGGIORAZIONE DEL COSTO MASSIMO AMMISSIBILE A CONTRIBUTO PER GLI INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE, RECUPERO E MANUTENZIONE STRAORDINARIA

Allegato A) MAGGIORAZIONE DEL COSTO MASSIMO AMMISSIBILE A CONTRIBUTO PER GLI INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE, RECUPERO E MANUTENZIONE STRAORDINARIA Allegato A) MAGGIORAZIONE DEL COSTO MASSIMO AMMISSIBILE A CONTRIBUTO PER GLI INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE, RECUPERO E MANUTENZIONE STRAORDINARIA 1) NUOVA COSTRUZIONE Di seguito sono indicate le opere,

Dettagli