Parrocchia dell'immacolata in Vigo Meano. Inventario dell'archivio storico ( ) a cura di Cooperativa Koinè

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1 Parrocchia dell'immacolata in Vigo Meano. Inventario dell'archivio storico ( ) a cura di Cooperativa Koinè Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici 2010

2 Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'archivio diocesano tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Ornella Bolognese, Elena Bertagnolli, Cinzia Groff e Francesca Tecilla socie della cooperativa Koinè e ultimata nell'ottobre L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte. In particolare per i registri: - in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro. Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del fondo, dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore. Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte ex. exeunte in. intrante n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno ADT Archivio Diocesano Tridentino Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi tonde, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici. 2

3 Sommario Parrocchia dell'immacolata in Vigo Meano, Cappellania esposta in Vigo Meano... 8 Curazia dell'immacolata Parrocchia dell'immacolata Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, Registri dei nati e battezzati, Registri dei matrimoni, Registri dei morti, Registri dei cresimati, Stati delle anime, sec. XX Registri degli sponsali, Atti matrimoniali, Registri dei nati e battezzati all'estero, Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, Diari delle messe avventizie, Diari delle messe legatarie, Diari personali delle messe, Registri delle messe, Registri degli avvisi e delle pubblicazioni matrimoniali, Registri di cassa generale, Registri di cassa di associazioni e opere pie, Registri degli iscritti ad associazioni e opere pie, Registri di cronache e memorie, Protocolli degli esibiti, Carteggio e atti, Beneficio parrocchiale dell'immacolata Beneficio parrocchiale in Vigo Meano, Registri di cassa, Carteggio e atti, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Chiesa dell'immacolata Chiesa dell'immacolata in Vigo Meano, Registri dei capitali, Partitari, Registri di cassa, Resoconti, Carteggio e atti, Confraternita del Santissimo Sacramento Confraternita del Santissimo Sacramento in Vigo Meano, Registri degli iscritti, Registri delle riscossioni delle quote d'iscrizione, Registri di amministrazione, Registri di cassa, Resoconti, Carteggio e atti, Asilo infantile di Vigo Cortesano Asilo infantile in Vigo Meano, Registri di cassa, Resoconti, Carteggio e atti, Congregazione di carità di Vigo Meano Congregazione di carità in Vigo Meano, Registri di amministrazione, Carteggio e atti, Consiglio scolastico locale di Meano Documentazione dell'archivio del Consiglio scolastico locale di Meano, Carteggio e atti,

4 Bortolotti-Perugini Documentazione dell'archivio privato della famiglia Bortolotti-Perugini di Vigo Meano, Componimenti, Carteggio e atti, Indici

5 Albero dei soggetti produttori Cappellania esposta, Vigo Meano (Trento), 1715 settembre gennaio 29 Successori: Curazia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1851 gennaio luglio 5 Parrocchia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1907 luglio 6 - E' filiale di : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Meano (Trento), [1226] - Curazia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1851 gennaio luglio 5 Predecessori: Cappellania esposta, Vigo Meano (Trento), 1715 settembre gennaio 29 Successori: Parrocchia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1907 luglio 6 - E' filiale di : Parrocchia di Santa Maria Assunta, Meano (Trento), [1226] - Parrocchia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1907 luglio 6 - Predecessori: Curazia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1851 gennaio luglio 5 Cappellania esposta, Vigo Meano (Trento), 1715 settembre gennaio 29 Assorbe : Chiesa dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), gennaio 24 Beneficio parrocchiale dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), [1851] gennaio 24 Chiesa dei Santi Pietro e Paolo apostoli, Vigo Meano (Trento), [1315] - sec. XIX seconda metà Successori: Chiesa dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), gennaio 24 E' organo/ufficio di : Chiesa di Santa Maria Assunta, Meano (Trento), [1226] gennaio 24 Chiesa dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), gennaio 24 Predecessori: Chiesa dei Santi Pietro e Paolo apostoli, Vigo Meano (Trento), [1315] - sec. XIX seconda metà E' organo/ufficio di : Chiesa di Santa Maria Assunta, Meano (Trento), [1226] gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia dell'immacolata, Vigo Meano (Trento), 1907 luglio 6 - Confraternita del Santissimo Sacramento, Vigo Meano (Trento), 1857 dicembre 12 - ante 1987 Asilo infantile di Vigo Cortesano, Vigo Meano (Trento), 1897 giugno 14 - Congregazione di carità di Vigo Meano, Vigo Meano (Trento), 1859 dicembre 27 - [1937 giugno 3] Consiglio scolastico locale di Meano, Meano (Trento), [1892 aprile 30] - [1923] Bortolotti-Perugini, famiglia di Vigo Meano (Trento), sec. XVIII

6 superfondo Parrocchia dell'immacolata in Vigo Meano, {1} registri 80, quaderni 25, buste 12, fascicoli 31; metri lineari 6.0 Storia archivistica Al momento del presente riordino la documentazione dell'archivio storico della parrocchia di Vigo Meano si trovava conservata in due armadi di ferro collocati in un ufficio della canonica. Oltre ai registri anagrafici e a quelli afferenti alle varie amministrazioni controllate dal parroco, si è rinvenuto carteggio raccolto in mazzi, in buste e in fascicoli. Gli atti matrimoniali e i resoconti erano raccolti in buste contrassegnate dal loro contenuto. Durante l'intervento di riordino non è emerso un particolare preesistente ordinamento, se non quello dato dall'esigenza di conservare la documentazione raccogliendola per argomenti più o meno affini. Lingua ; latino Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Vigo Meano ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento. Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire 6

7 mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate. Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'archivio provinciale. Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961 Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 Fonti normative Circolare del Ministero dell'interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'archivio diocesano tridentino Deliberazione della giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n , Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D. L. 30 giugno 2003, n. 196 Norme o convenzioni La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento,

8 Ente Cappellania esposta in Vigo Meano {2} 1715 settembre gennaio 29 Luoghi Vigo Meano (TN) Cortesano (TN) Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, 01/01/ /12/1992 Storia Fino ai primi anni del XVIII secolo non ci fu in Vigo uno stabile curatore d'anime (1); l'eventuale presenza in paese di un sacerdote era dovuta esclusivamente a qualche sacerdote nativo del paese e residente nella propria casa, che non poteva amministrare i sacramenti e aveva facoltà di celebrare la messa solo alle prime ore del giorno, con esclusione delle feste solenni per le quali vi era l'obbligo di intervenire alla parrocchiale. Unico pastore per quella popolazione era il parroco di Meano che interveniva nella chiesa di Vigo e amministrava i sacramenti ogni terza domenica del mese (poi ogni seconda), nel giorno dei titolari (i Santi Pietro e Paolo), il primo giorno di Natale (la Vigilia ci si recava a Meano per la messa di mezzanotte) e la terza festa di Pasqua. I vicini di Vigo e Cortesano (2) già dal XVII secolo avevano avanzato la richiesta di avere un proprio sacerdote, ma l'opposizione dei parroci di Meano, che vedevano in questa concessione pregiudicati i propri diritti, prolungò di oltre un secolo la possibilità di vedere realizzato il desiderio di questa popolazione. Nel 1634 il parroco, don Nicolò Gagliardi, concesse a Vigo un sacerdote per la celebrazione della messa domenicale e di una messa feriale in settimana, ma pretese il pagamento di 80 ragnesi all'anno (3). Non si sa se questo sacerdote si fermasse a Vigo, ma è probabile che l'incarico venisse affidato a qualche prete del paese. Il bisogno di avere la presenza stabile del sacerdote prese vigore alla fine del secolo: la rappresentanza comunale intraprese alcune iniziative atte a provvedere del necessario un eventuale curato per le ville di Vigo e Cortesano. Finalmente nell'aprile del 1715 i vicini inoltrarono al vescovo di Trento la richiesta di avere un proprio curato al quale fosse data facoltà, oltre che di celebrare la messa, anche di confessare e di tenere la dottrina cristiana per i fanciulli. La richiesta, corredata dai soliti motivi che comprendevano il numero cospicuo delle anime e la distanza dalla parrocchiale, faceva leva soprattutto sul fatto che spesso il parroco mandava a Vigo in sua vece un cappellano, al quale però non era data la facoltà di confessare. I vicini di Vigo e Cortesano proposero in quell'occasione il nome del sacerdote che da qualche tempo si occupava delle loro anime, don Giuseppe Marzari da Isera, già cappellano per sette anni a Meano. Il parroco ribaltò naturalmente tutte le osservazioni e accusò il cappellano di fomentare gli animi di quella gente contro di lui e ne richiese fortemente la rimozione. Per appianare le divergenze il vescovo, con un rescritto datato 3 settembre 1715, concesse agli abitanti di Vigo la possibilità di assumere un sacerdote stabile a patto che prima allontanassero don Marzari. Al nuovo curato il vescovo concesse la facoltà di confessare, di tenere la dottrina per i piccoli e di celebrare la messa ad ora stabilita; di contro gli ordinò di servire nella chiesa parrocchiale nelle principali solennità. 8

9 Garantito lo stipendio per il curato, grazie alla donazione del nobile Giuseppe Dall'Avo fu possibile garantirgli anche la casa canonicale. Nell'aprile del 1717 gli uomini di Vigo e Cortesano avanzarono la supplica di poter collocare nella loro chiesa un tabernacolo per custodirvi il Santissimo Sacramento e un armadietto per riporre gli oli santi, con licenza per il sacerdote di poter amministrare questi sacramenti a chi ne facesse richiesta. Il 29 aprile giunse la risposta affermativa accompagnata dalle solite condizioni relative al rispetto dei diritti parrocchiali; pochi giorni dopo fu collocato in chiesa, sull'altare maggiore, il tabernacolo. Il parroco don Giacomo Giuseppe Trentini, che aveva già inoltrato a Trento una sua prima protesta, impugnò la decisione e ricorse a Roma: per un anno e mezzo le parti interessate si scontrarono attraverso i propri legali rappresentanti. Gli uomini di Vigo adducevano a proprio favore prima di tutto la concessione vescovile, poi rimarcavano i bisogni della popolazione ormai cresciuta; il parroco da parte sua opponeva la lesione dei suoi diritti e minimizzava rispetto alla distanza fra i due paesi. Nel 1718 la questione ritornò a Trento, all'arbitrio del vescovo Spaur che annunciò per il 4 settembre la sua visita pastorale nella parrocchia di Meano. In quell'occasione egli sentì i giurati di Vigo e Cortesano, mandò i suoi delegati a misurare le distanze, ad esaminare le strade e ad ascoltare le rimostranze del parroco (4). Il 7 settembre, prima di partire, emanò il decreto col quale erigeva la stazione di Vigo in cappellania curata, con facoltà di amministrare i sacramenti e la possibilità di battezzare nei mesi invernali (da dicembre a marzo); ordinò al parroco di procurare l'acqua necessaria per i battesimi. Il nuovo ufficio venne affidato a don Simone Guarinoni di Cortesano che già dal 1715 si occupava di quella popolazione. L'assunzione di un curato (5) stabile avvenne intorno al 1719 nella persona di don Giacomo Weber di Cognola che, con qualche breve interruzione, rimase a Vigo fino alla morte avvenuta nel Nel dicembre 1763 il parroco don Michele Giorgio Sardagna permise l'erezione del Fonte battesimale nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo con la condizione che il suo uso fosse limitato ai mesi invernali (6); il battistero fu però collocato solo nel 1770, poiché solo allora giunse il permesso formale dalla Curia vescovile (7). Nell'agosto del 1798 il popolo di Vigo nominò don Giovanni Battista Chelodi; i capitoli che egli accettò e che vennero sottoscritti dal parroco prevedevano di celebrare le messe secondo le esigenze della popolazione, di confessare, di tenere la dottrina cristiana, di assistere gli infermi e di amministrare loro i sacramenti, di fare scuola ai ragazzi, di intervenire alla parrocchiale nelle feste solenni. I rappresentanti delle due ville si obbligarono a corrispondergli ogni anno 80 ragnesi provenienti da livelli, più altri 30 fiorini riscossi dalle famiglie; al sacerdote spettavano inoltre una questua di graspato e una di castagne, l'abitazione con l'orto e la legna occorrente. In quell'occasione il parroco concesse al curato la facoltà di battezzare tutto l'anno, di trattenere gli incerti derivati dalle sepolture dei bambini e dalle segnature nel giorno dei defunti e le elemosine per le messe cantate ordinate; a fronte di queste concessioni il parroco pretese il pagamento annuale di 19 fiorini da trattenere dall'onorario del curato. Per accontentare la popolazione che mal tollerava la dipendenza da Meano, don Chelodi entrò spesso in conflitto con il parroco che lo accusava di arrogarsi diritti che non gli appartenevano e di non rispettare i doveri dovuti dalla sua dipendenza. I rapporti si inasprirono al punto che il parroco ottenne la rimozione di don Chelodi, che abbandonò il luogo di cura nel Il parroco don Alfonso Mendini spedì alla Curia un rapporto con il quale dimostrava, a suo modo di vedere, che l'unica legittima concessione fatta a Vigo era quella del 1715, quella che dava la facoltà di avere un sacerdote stabile; egli sosteneva che tutte le altre concessioni furono introdotte per abuso o concesse temporaneamente e quindi revocabili a piacimento. Il parroco si diceva comunque disponibile a qualche concessione, ma in modo limitato e ben definito, per mantenere il decoro della parrocchia ed evitare litigi (8). Nello stesso tempo richiamò tutte le concessioni di Vigo e 9

10 tornò alle disposizioni del I rapporti tra Meano e Vigo si fecero ancora più tesi al punto che nel febbraio 1816 un delegato della Curia si recò a Meano per ascoltare entrambe le parti; si arrivò a proporre l'arbitrato del vescovo, cosa che però non avvenne. La cura di Vigo era stata nel frattempo sostenuta da vari sacerdoti, sempre provvisori o di passaggio, che non ebbero mai interesse ad opporsi al parroco. Nell'aprile del 1816, per timore di nuove rimostranze, don Mendini si affrettò a far approvare dalla Curia un capitolato che in 19 punti regolava i rapporti tra Meano e Vigo: venivano ristabilite le concessioni relative ai battesimi, alla conservazione del Santissimo Sacramento e al diritto di stola bianca, ma si chiarivano in modo dettagliato le modalità relative alle varie funzioni e alle presenze reciproche. I capitoli, praticamente unilaterali, riconfermavano tutti i diritti parrocchiali. La gente di Vigo non accolse favorevolmente i dettami del parroco e si rivolse questa volta all'autorità civile per chiedere un pastore d'anime indipendente dal parroco di Meano. Da Innsbruck il 27 marzo 1817 giunse la risposta relativa all'inammissibilità della domanda, ma nello stesso tempo l'indicazione ritenuta conveniente di far esercitare al sacerdote di Vigo tutte le funzioni di cura d'anime, con esclusione del matrimonio. A questo proposito venne elevata a 150 fiorini la concorrenza di Vigo per la dotazione del futuro curato. La nuova cura era quindi accordata, ma il parroco Mendini rimandò sempre con qualche ragione la sua formale erezione e fino al 1850 Vigo rimase una semplice cappellania esposta. Nel maggio del 1820 il parroco inviò a Vigo come provvisore il proprio cappellano, don Pietro Tonetta; il sacerdote rimase a Vigo fino al settembre 1848 in qualità di stabile cappellano esposto. Fino al 1850, tempo in cui cessò la totale dipendenza spirituale dal parroco di Meano, Vigo ebbe altre due cappellani. Contesto generale Diocesi di Trento Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d archivio ADT, Atti visitali Bibliografia PERUGINI E., Cronaca di Vigo e Cortesano (Comune di Meano nel Trentino), Trento, 1908 Note (1) Fonte principale per la storia ecclesiastica di Vigo Meano è la "Cronaca" di don Emilio Perugini: cfr. Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, Cronache e memorie, reg. 1. (2) La trecentesca chiesa dei Santi Pietro e Paolo, grazie alla sua posizione, serviva le frazioni di Vigo e Cortesano; essa mantenne questa funzione fino alla costruzione della nuova chiesa eretta in Vigo nel Cfr. introduzione al soggetto Chiesa dei Santi Pietro e Paolo apostoli in Vigo Meano. (3) Cfr. gli atti relativi alle vertenze tra il parroco di Meano e gli uomini di Vigo per ottenere la cura d'anime indipendente in: Parrocchia di Santa Maria Assunta in Meano. Inventario dell'archivio storico ( ), Ufficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Meano, Carteggio e atti, vol. 3. (4) Cfr., ADT, Atti visitali, n. 31. (5) Non trattandosi di una curazia formale, al sacerdote che aveva in cura le anime di Vigo e Cortesano i parroci diedero l'appellativo di "sacerdote conduttizio" o sacerdote assistente. 10

11 (6) Cfr. la memoria della concessione della facoltà di battezzare in: Parrocchia di Santa Maria Assunta in Meano. Inventario dell'archivio storico ( ), Ufficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Meano, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 5, c. 18v. (7) Cfr. Parrocchia di Santa Maria Assunta in Meano. Inventario dell'archivio storico ( ), Ufficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Meano, Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti, reg. 6, dove sono registrati, relativamente ai soli mesi invernali, i nati e battezzati di Vigo e Cortesano dal 1781 al 1812 e i morti dal 1798 al 1812 sepolti nel cimitero di Vigo. Sulla carta di guardia del registro si trovano annotate memorie relative all'erezione del battistero nella chiesa di Vigo, alla donazione della canonica e all'orto canonicale. (8) Cfr. Parrocchia di Santa Maria Assunta in Meano. Inventario dell'archivio storico ( ), Ufficio parrocchiale di Santa Maria Assunta in Meano, Carteggio e atti, vol

12 Ente Curazia dell'immacolata 1851 gennaio luglio 5 {3} Luoghi Vigo Meano (TN) Cortesano (TN) Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, 01/01/ /12/1992 Storia Gli abitanti di Vigo e Cortesano non avevano mai abbandonato l'idea di ottenere la completa autonomia dalla parrocchia di Meano e per questo, nel 1849, ripresentarono le loro istanze presso le autorità competenti (1). A luglio il Governo espresse parere favorevole all'elevazione dell'espositura di Vigo a curazia locale indipendente, a condizione però che la comunità garantisse la dotazione del curato e provvedesse come sempre a corrispondere gli emolumenti dovuti al parroco, senza chiedere alcun ricorso al fondo di religione. Soddisfatte le richieste di garanzia l'autorità politica decretò l'erezione della curazia di Vigo (2). Al tempo reggeva la parrocchia di Meano don Giuseppe Graziola che non accolse favorevolmente la decisione del Governo e tentò qualsiasi via pur di mantenere la sua supremazia, ma a dicembre giunse anche l'approvazione vescovile. Il documento di fondazione fu esteso il 30 gennaio Il primo curato indipendente fu don Giovanni Hartmann; egli fu eletto con regolare concorso e percepì i 300 fiorini di onorario pattuito. Il cappellano di Vigo venne fornito di tutti i diritti pastorali, poteva amministrare tutti i sacramenti e trattenere i registri prescritti: il primo registro dei matrimoni data a partire dal 23 dicembre 1850, mentre quello dei morti dal 5 gennaio Sul primo registro dei nati, la cui compilazione partiva già dal 1828, il curato scrisse in prossimità della registrazione del 21 aprile 1851 che il battesimo era stato impartito "coll'acqua benedetta in questa chiesa" (3). Dal 1855 al 1858 fu curato don Tommaso Zadra, grazie al quale fu istituita a Vigo la confraternita del Santissimo Sacramento; egli fu il primo ad avere un cooperatore stabile. Nel 1883 furono completati i lavori di ristrutturazione della nuova casa canonicale e don Eugenio Andreatta l'abitò per primo. Nel 1886 fu nominato don Leto Cainelli, figura importante per la storia ecclesiastica di Vigo, che resse la stazione di cura d'anime fino al 1918; fece il solenne ingresso in qualità di primo parroco di Vigo il 20 settembre Funzioni, occupazioni e attività Con il termine "curazia" si vuole indicare un luogo o un territorio determinato, con chiesa propria, situata all'interno dei confini della parrocchia, sottratta parzialmente alla giurisdizione del parroco e affidata a un curato. La curazia poteva essere, in relazione alla parrocchia d'origine, completamente o parzialmente dipendente, o indipendente a seconda delle concessioni ottenute a mano a mano dall'autorità ecclesiastica e civile. Nei territori soggetti alla giurisdizione austriaca venivano riconosciute come indipendenti quelle sole stazioni di cura d'anime delle quali si poteva comprovare l'erezione 12

13 a cura indipendente con il beneplacito dello Stato. I sacerdoti che ambivano all'assegnazione del beneficio curaziale dovevano sostenere gli esami di concorso indetti dall'ordinariato. Il curato era tenuto a celebrare la messa "pro populo" ed era autorizzato a tenere, senza delegazione parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte. Nel Tirolo tuttavia si ebbero curazie erette anche senza la presenza di tutti gli elementi descritti sopra. Tra le due guerre mondiali la maggior parte delle curazie presenti sul territorio tridentino ottennero l'elevazione a parrocchia e il sistema curaziale fu abolito completamente in seguito al Concordato del Contesto generale Diocesi di Trento Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie ADT, Atti civili ADT, Libro B ADT, Fondazioni Bibliografia PERUGINI E., Cronaca di Vigo e Cortesano (Comune di Meano nel Trentino), Trento, 1908 Note (1) Cfr. Beneficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, Carteggio e atti, fascc. 1 e 2. (2) Ibidem, fasc. 2. (3) In precedenza i battesimi venivano impartiti con l'acqua fornita dalla parrocchiale. Cfr. Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, Registri dei nati e battezzati, reg. 1, c. sd

14 Ente Parrocchia dell'immacolata {4} 1907 luglio 6 - Luoghi Vigo Meano (TN) Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, 01/01/ /12/1992 Storia Il 5 febbraio 1907 i rappresentanti delle ville di Vigo e Cortesano, la cui popolazione ammontava a più di 1100 anime, inoltrarono all'ordinariato una supplica affinché la loro cura fosse elevata al grado di parrocchia. Interpellato il parroco, dall'ufficio parrocchiale di Meano giunse la dichiarazione con la quale si riferiva "che la parocchia di Meano non vanta alcun diritto in confronto della Cappellania locale di Vigo Meano" e che quindi non sussistevano ostacoli all'elevazione. L'8 aprile il Capitolo di Trento diede il suo consenso per l'inoltro delle pratiche necessarie e il 21 dello stesso mese i capifamiglia di Vigo rinunciarono formalmente, in perpetuo, al diritto di presentazione e di nomina del futuro parroco di Vigo e Cortesano in favore del vescovo pro tempore di Trento. Tale rinuncia non comprendeva comunque tutti gli altri diritti e oneri di patronato che spettavano alla comunità di Vigo e Cortesano sulla cappellania locale. Con decreto datato 6 luglio 1907 il vescovo Celestino Endrici eresse e costituì in parrocchia la chiesa curaziale di Vigo Cortesano assegnandole tutti i diritti e i privilegi spettanti per diritto alle chiese parrocchiali. Lo stesso decreto insigniva del titolo di parroco il rettore pro tempore della chiesa. Don Leto Cainelli, che reggeva la cura dal 1886, fece il solenne ingresso in qualità di primo parroco di Vigo il 20 settembre Gli vennero confermati gli stessi beni e le stesse rendite di cui godeva per il suo sostentamento; i confini della nuova parrocchia rimasero gli stessi che limitavano la cappellania. Il 2 maggio 1919 il parroco ottenne la facoltà di assumere protocolli per dispense e stati liberi. Con D.M. del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987, l'ente Parrocchia dell'immacolata con sede a Vigo Meano è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 615). Fino al settembre 2008 la parrocchia rientrava nel decanato di Lavis; dal 10 settembre 2008 fa parte del decanato di Trento. ELENCO DEI CAPPELLANI E PARROCI Giovanni Hartmann - primo cappellano locale indipendente Tommaso Zadra Giacomo Dallafior Eugenio Andreatta Leto Cainelli - primo parroco nel

15 Vito Tamion Tommaso Bolech Nicolò Gilli Giuseppe Jobstraibizer Giovanni Paternoster Livio Ruggera Ernesto Ferretti Lino Zatelli Giuseppe Michelcic Claudio Ferrari Condizione giuridica ente ecclesiastico civilmente riconosciuto Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (2) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del Il can dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can ). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto". Contesto generale Diocesi di Trento 15

16 Decanato di Trento Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, a cura di BENVENUTI S., Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento maggio 1991, Trento, 1995 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932 Note (1) Cfr. Beneficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese,

17 fondo A Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, {5} registri 65, quaderni 19, buste 7, fascicoli 17 Soggetti produttori Cappellania esposta in Vigo Meano, 1715 settembre gennaio 29 Curazia dell'immacolata, 1851 gennaio luglio 5 Parrocchia dell'immacolata, 1907 luglio 6 - Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 2 maggio 1994 è stato dichiarato di interesse storico. Contenuto La documentazione presente nell'archivio della parrocchia di Vigo Meano è redatta prevalentemente in lingua italiana. La documentazione più antica è in lingua latina. Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo. Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. 17

18 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, {6} registri 3 Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Il primo registro della serie parte dal 1828, sebbene la facoltà di trattenere i registri fosse stata concessa solo dal 1850 con l'erezione della cappellania locale. A 1.1 {7} Registro dei nati e battezzati 1828 febbraio dicembre 22 All'inizio, incollata: comunicazione dell'ordinariato al parroco di Meano relativa al diritto del curato di Vigo di trattenere presso di sé i registri dei nati, matrimoni e morti, 1853 maggio 17; a c. sd 81, alla fine delle registrazioni del 1849: nota "Il registro che segue fu incominciato dopo la separazione di questa stazione di cura d'anime a cappellania locale", 1849 dicembre; a c. sd 86: annotazione relativa al battesimo del 21 aprile 1851 impartito "coll'acqua benedetta in questa chiesa", 1851 aprile 21. Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 277, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo I 18

19 A 1.2 Registro dei nati e battezzati 1897 maggio giugno 18 Registro; carta, legatura in carta, cc. sd 150, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo II {8} A 1.3 "Registro nati e battezzati nella parrochia di Vigo-Cortesano dal 1 luglio 1934-***" 1934 luglio ottobre 18 Registro; carta, legatura in tela, cc. sd 96 (bianche le cc. sd 87, 91), con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: Volume III {9} 19

20 serie A 2 Registri dei matrimoni, {10} registri 3 Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici. A 2.1 "Matrimoni fatti nella cappellania locale di Vigo Cortesano incominciando dal 1850 fino al 1912" 1850 dicembre novembre 30 All'inizio, incollate: circolari relative alla tenuta delle matricole, Incollate al registro alcune dispense. Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 147, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {11} 20

21 A 2.2 "II. Matrimoni dall'anno " 1913 gennaio dicembre 31 Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 94, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {12} A 2.3 "III. Matrimoni " 1950 gennaio giugno 7 Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 155, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {13} 21

22 serie A 3 Registri dei morti, {14} registri 1 Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Le prime registrazioni dei morti partono da gennaio 1851 sebbene la facoltà di trattenere i registri fosse stata concessa già nel 1850 con l'erezione della cappellania locale. Come rilevava al tempo don Emilio Perugini nella sua "Cronaca", i morti relativi al 1850 "anno di transizione, non si trovano notati né a Meano né a Vigo" (1). Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale dell'immacolata in Vigo Meano, Registri di cronache e memorie, reg. 1, p A 3.1 "Parrocchia di Vigo-Cortesano. Registro dei morti" 1851 gennaio dicembre 28 All'inizio, incollata: copia di una circolare relativa al rilascio di fedi di morte, 1866 aprile 26. Registro; carta, legatura in carta, pp. 517, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {15} 22

23 serie A 4 Registri dei cresimati, {16} registri 1 Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX. A 4.1 "Registro dei cresimati incominciando dall'anno 1854 fino al 1905" 1854 giugno giugno A c. sd 1: annotazione di cinque cresimati di Vigo nel giugno 1840, 1865 gennaio 1. Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 68, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {17} 23

24 serie A 5 Stati delle anime, sec. XX {18} registri 2 Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione. Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52 Codice di diritto canonico, Roma, 1984, can. 440 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII (1905), p. 239 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp A 5.1 Anagrafe sec. XX prima metà Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 172 {19} A 5.2 "Parrocchia Vigo-Cortesano. Anagrafe" sec. XX seconda metà cc. sd 1-169: anagrafe di Vigo; cc. sd : anagrafe di Cortesano. Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 282 (bianche molte cc. sd), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. {20} 24

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