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2 2015 Atlantyca Dreamfarm s.r.l., Italia Per l edizione italiana 2015 RCS Libri S.p.A., Milano Prima edizione Fabbri Editori: maggio ISBN Progetto e realizzazione editoriale: Atlantyca Dreamfarm s.r.l., Italia Colorazione illustrazioni: Cecilia Giumento Diritti internazionali Atlantyca S.p.A., via Leopardi Milano foreignrights@atlantyca.it È assolutamente vietata la riproduzione parziale o totale di questo libro, così come l inserimento in circuiti informatici, la trasmissione sotto qualsiasi forma e con qualunque mezzo elettronico, meccanico, attraverso fotocopie, registrazione e altri metodi senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

3 Beatrice Masini La stella di Leonardo Illustrazioni di Antonello Dalena

4 PENSIERI SUL TEMPO PERSO Quando si dice che una persona perde tempo non è un complimento. Anzi. Non per chi pensa che il tempo è denaro. E certo è importante spendere bene il tempo, anche se non è denaro, proprio perché non è denaro. È qualcosa di più prezioso. I perditempo spesso sono i sognatori, le persone dotate di grande immaginazione, chi si concentra molto su cose anche piccole. Ma tanto del tempo che in apparenza viene perduto consumato, dissipato si trasforma in qualcos altro.

5 Perdendo tempo si scoprono cose, si risponde a domande. Si viaggia con la testa e col cuore. E questo Maisie lo sa bene. Perché grazie al suo orologio che funziona a rovescio lei il tempo non lo perde: lo acchiappa, anche quello che è passato molto prima di lei, e lo fa suo. Vive cose che altri non vivranno mai. È un modo come un altro di passare il tempo, invece di guardare la televisione, o giocare con i suoi amici, o leggere, o fare i compiti. Ma non è tempo perso: è tutto tempo preso.

6 capitolo 1 TURISTE per CASO «E adesso dove andiamo?» Maisie spianò la cartina della città sul parapetto. Il fruscio del fume la costringeva a parlare a voce alta, quasi gridando. «Noi siamo qui» disse con fare sicuro, puntando l indice sulla striscia azzurra che indicava il fume «e se vogliamo vedere Santa Croce dobbiamo andare qui.» Il suo dito percorse un piccolo tratto sulla mappa. «Ma forse preferirei che f- nissimo qui» e scivolò fno a una grande macchia verde. «Bella idea» approvò Nonna Pen, «ma fn 9

7 Capitolo 1 lì non ci porteranno certo i nostri piedi. Sono le colline, quelle laggiù» e puntò lo sguardo sull azzurrino della campagna mossa che incorniciava il paesaggio. «Magari domani noleggiamo un auto. Ma come mai questo cambio di programma?» «Sono un po stanca, nonna» disse Maisie, sincera. «Bizzarro: tu sei una bambina e sei stanca e io, che non sono certo vecchia, ma insomma» e qui Nonna Pen dondolò la testa in modo buffo, «camminerei ancora per ore.» «Anch io, se è per quello» disse Maisie. «È della gente che sono stanca.» Accennò verso il serpente di persone che s incrociavano a fatica sotto i tre archi del Ponte Vecchio, muovendosi lentissime, come sciami di automi al rallentatore. «Tutti quei gomiti, quei piedi in cui inciampare. È troppo, ecco. Non si riesce a vedere niente, bisogna sempre mettersi in coda, fare quello che fanno gli altri, o inflarsi dove c è un buco libero. È così faticoso che ti fa dimenticare quello per cui siamo qui.» «Che sarebbe?» chiese Nonna Pen. 10

8 TURISTE per CASO «La bellezza.» Maisie sospirò. Una settimana a Firenze: un regalo bellissimo, di quelli che preferiva, i regali per nessuna ragione che Nonna Pen le faceva sempre in modo inaspettato, senza legarli a occasioni, bei voti presi, vacanze vere o compleanni. Ma non si era aspettata di dover gareggiare con una folla di turisti. Ogni visita era una lunga attesa, uno strusciare di gomiti, un corpo a corpo. Davvero si sentiva confusa e stordita, e le sembrava che nella testa non le restasse niente di tutto quello che aveva visto. Forse. Che aveva visto ma non era riuscita a guardare. E non poteva certo compensare con le fotografe, Nonna Pen glielo diceva fn da piccola: Se ti piace una cosa osservala e portala a casa dentro la memoria, la macchina fotografca non può sostituire i tuoi occhi. Ci mancava solo che si mettesse a scattare furiosamente, il naso piantato nell obiettivo, come facevano certi visitatori venuti da molto lonta- 11

9 Capitolo 1 no: scendevano dai loro bus, clic clic clic a destra, clic clic clic a sinistra, foto di gruppo fnale e via, verso una nuova destinazione da consumare con la stessa velocità. No, lei e Nonna Pen non erano turiste. Erano viaggiatrici solitarie. Era così bello, essere solitarie. Come se le avesse letto nel pensiero, la nonna la fssò e disse: «Non si può essere egoisti con la bellezza, Maisie. Chiunque ha lo stesso diritto che abbiamo noi di passeggiare, guardare, gustare. Non credi?» «Sì, ma se solo non lo facessimo tutti insieme.» «È che la città è piccola, e la gente tanta. Vengono da tutto il mondo per assaggiare queste cose, per vedere con i loro occhi la città dove tanti secoli fa è nato un nuovo modo di fare arte, il cuore del Rinascimento. Magari hanno pochi giorni, poche ore. Cercano di fare tutto quello che possono.» Maisie tacque. Lo capiva bene, quando la nonna aveva ragione e non era il caso di replicare. Vero: la bellezza non è una proprietà pensò. Però se solo per un attimo si potesse vedere la città un po più vuota. Come doveva essere prima che inventassero i turisti. 12

10 TURISTE per CASO Al tempo di Michelangelo. O di quell altro genio, quello che sapeva fare di tutto, dalle macchine alla musica alle statue Sbuffò per allontanare la frangia dalla fronte e si grattò il polso. Il cinturino dell orologio le dava fastidio. Troppo stretto, forse. Colpa del caldo, della folla, di tutto, ma si sentiva uno straccetto sfnito, un foglietto accartocciato. Come quello lì, ecco, quello che svolazzava verso di lei. Lo seguì con lo sguardo, e quando l aria glielo avvicinò tese la mano per afferrarlo. «Cosa fai, Maisie? È una cartaccia, lascia stare» disse Nonna Pen in modo automatico. Era una nonna speciale, ma in certe cose sapeva essere anche molto normale. «L ho presa per buttarla via ma guarda che bello, nonna» disse Maisie, lisciando il foglietto prima di mostrarglielo. Sopra c era la foto di un dipinto: una tavola imbandita sotto tre archi, e un gruppo di uomini seduti. «Il Cenacolo di Ognissanti» lesse Nonna Pen. «È fuori mano, dall altra parte rispetto al centro. Forse 13