IL RISK MANAGEMENT. Possibilità del verificarsi di una perdita RAPPRESENTA UN OSTACOLO ALL OPERATIVIT

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1 IL RISK MANAGEMENT 2 Possibilità del verificarsi di una perdita RISCHIO Scarsa conoscenza sul modo di prodursi di tale perdita RAPPRESENTA UN OSTACOLO ALL OPERATIVIT OPERATIVITÀ (E QUINDI ALLA REDDITIVITÀ) ) DELL AZIENDA

2 3 OBIETTIVO DEL RISK MANAGEMENT OTTIMIZZARE IL COSTO DEL RISCHIO IL RISCHIO COSTA 4 Costo delle perdite Costo degli strumenti per conoscere meglio il modo di prodursi di tali perdita Costo per eliminare/ridurre/trasferire le perdite Costo per assicurarsi contro le perdite.

3 IL PROCESSO DI RISK MANAGEMENT 5 1. Analisi 1.1. INDIVIDUAZIONE 1.2 VALUTAZIONE PATRIMONIO ATTIVITA PERSONE Eventi dannosi Probabilità Gravità 2. Trattamento 2.1 ELIMINAZIONE 2.2 TRASFERIMENTO (non assicurativo) 2.3 RIDUZIONE 2.4 RITENZIONE CONTRATTI PREVENZIONE PROTEZIONE TOTALE PARZIALE Acquisti Trasporto Commesse Subforniture Ripianamento diretto Autoassicurazione Franchigia Scoperto Limite di indennizzo 3. Revisione 2.5 ASSICURAZIONE 3.1 AUDITING DEL PROCESSO Rischi residuali Rischi obbligatori Azione periodica 6 1. Analisi 1.1. INDIVIDUAZIONE 1.2. VALUTAZIONE PATRIMONIO PERSONE ATTIVITA Eventi dannosi

4 1.ANALISI 1.1 INDIVIDUAZIONE LA MAPPA DEI RISCHI 7 GUASTI MACCH. ED ELABORAT. DANNI A TERZI TRASPORTI TRASPORTI SICUREZZA LAVORATORI INCENDIO, INCENDIO, ATTI ATTI DIO DIO FURTO INFEDELTA INTERR. INTERR. ATTIVITA AMBIENTALI AMBIENTALI PERDITA KEY-MEN... 1.ANALISI 1.1 INDIVIDUAZIONE 8 STRUMENTI Check-lists generali o specifiche sul rischio Verifiche dirette nei luoghi ove si svolge l attività Interviste/colloqui Investigazione eventi dannosi...

5 1.ANALISI 1.1 INDIVIDUAZIONE - STRUMENTI CHECK-LISTS GENERALI O SPECIFICHE SUL RISCHIO Informazioni relative alle apparecchiature elettroniche ed elettromedicali 9 Tipo Marca Modello Numero di Matricola Anno di acquisto Valore di sostituzione Check list documenti copia del contratto di manutenzione N.B. Se esiste CED compilare specifico questionario Se esistono T.A.C. e/o R.M.N. e/o CAMERA IPERBARICA indicare di seguito disponibilità giornaliera ( 24H, 12H,<24H) e rispetto delle modalità di manutenzione secondo norme CEE 1.ANALISI 1.1 INDIVIDUAZIONE - STRUMENTI VERIFICHE DIRETTE 10

6 1.ANALISI 1.1 INDIVIDUAZIONE - STRUMENTI INTERVISTE/COLLOQUI CON 11 Responsabili tecnici Responsabili della sicurezza (RSPP ex- 626/94) e ambiente Responsabili della manutenzione Responsabili amministrativi e finanziari Responsabili della qualità Responsabili della security... 1.ANALISI 1.1 INDIVIDUAZIONE - STRUMENTI 12 INVESTIGAZIONE EVENTI DANNOSI

7 INDIVIDUAZIONE 1. Analisi Probabilità 1.2.VALUTAZIONE Gravità 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE 14 IL MODELLO R = f x g R = y (f, g,,,..) f : frequenza g : gravità

8 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE 15 DISTRIBUZIONE DEI RISCHI Probabilità Severita 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE 16 CLASSIFICAZIONE Rischi BF/AG (Bassa Frequenza - Alta Gravità) Rischi AF/BG (Alta Frequenza - Bassa Gravità)

9 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE - ESEMPI BF/AG AF/BG 17 Attentati Terremoti Eventi atmosferici Inquinamento ambiente Incendi Esplosioni Scoppi Crolli... Danni d acqua Furti e ammanchi Infortuni sul lavoro Incidenti automobilistici Incendi? Perdita di dati su PC Malattie da postura scorretta Guasti meccanici ed elettrici... 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE 18 IL DANNO AI BENI

10 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE - DANNO AI BENI 19 MASSIMO DANNO STIMATO MUR (Massima Unità di Rischio) MPL (Maximum Probable Loss) 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE - DANNO AI BENI 20 MASSIMA UNITÀ DI RISCHIO (MUR) MUR E il valore della maggiore concentrazione di beni validamente separata dal resto

11 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE - DANNO AI BENI 21 MASSIMA UNITÀ DI RISCHIO (MUR) Unità di Rischio caratterizzata dalla massima perdita di beni Circostanze più sfavorevoli assenza di intervento delle protezioni attive assenza di intervento delle squadre interne assenza di intervento dei VVF Valutazione di tipo oggettivo Separazione valida Muro pieno o tagliafuoco (REI ) 180) Distanza di sicurezza (10-30 m) 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE - DANNO AI BENI 22 MAXIMUM PROBABLE LOSS (MPL) MPL E la stima della massima perdita ragionevolmente prevedibile, cioè quella che può verificarsi in condizioni NORMALI, con riguardo sia alle caratteristiche del rischio,, sia all esistenza e all efficienza dei mezzi di prevenzione/protezione

12 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE - DANNO AI BENI 23 MAXIMUM PROBABLE LOSS (MPL) L MPL non può essere superiore alla MUR L MPL potrebbe verificarsi in un unità di rischio diversa dalla MUR Circostanze normali: - intervento delle protezioni attive - intervento delle squadre interne - intervento dei VVF Valutazione di tipo soggettivo 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE 24 IL DANNO ALL ATTIVITA ATTIVITA

13 25 ANCHE LEI EX-PROPRIETARIO DI AZIENDA? 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 26 CONSEGUENZE DI UN SINISTRO (esempi) DANNI DIRETTI Fabbricati Macchinari Merci VISIBILI VALUTABILI DANNI INDIRETTI Produzione Spese supplementari Profitto DANNI INDOTTI Perdita di quote di mercato Perdita di immagine Perdita di opportunità POCO VISIBILI DIFFICILMENTE VALUTABILI

14 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA IMPATTO ECONOMICO 27 DANNI DIRETTI DANNI INDIRETTI DANNO EVENTO Ore o giorni TEMPO Settimane o mesi 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 28 ANALISI STATISTICA SU DANNI DIRETTI E INDIRETTI Premesse 100 sinistri industriali eccedenti 700 ML di danno diretto Esclusi i sinistri di proporzioni eccezionali Aziende medio-grandi con ottima reputazione

15 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 29 CONFRONTO Valori medi % ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 30 L INDIVIDUAZIONE: LA STRUTTURA DELL IMPRESA Numero di stabilimenti Loro ubicazione Linee di prodotto per stabilimento Interdipendenze (flussi intercompany)

16 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 31 LA PRODUZIONE 1) Layout degli impianti 2) Tipo di produzione: Lunghezza del processo Pericolosità del processo Stagionalità del processo 3) Interdipendenza delle fasi del processo 4) Tempo di rimpiazzo 5) Capacità produttiva 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 32 LE FASI CRITICHE PLANIMETRIA DELLO STABILIMENTO + FLOW-CHART DEL PROCESSO INDIVIDUAZIONE DELLE FASI CRITICHE Macchinari di processo Utilities Magazzini

17 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 33 LA LOGISTICA Magazzini CONSISTENZA NUMERO UBICAZIONE 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 34 GLI APPROVVIGIONAMENTI Fornitori critici GRADO DI DIPENDENZA LIVELLO DI SICUREZZA SOSTITUIBILITA

18 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 35 LA POSIZIONE NEL MERCATO CLIENTI CRITICI STRUTTURA CONCORRENZIALE 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 36 LA VALUTAZIONE = DANNI DIRETTI (M.P.L.) Si parla di MPL combined

19 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE 37 IL DANNO A TERZI 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO A TERZI 38 IL VALORE/PERSONA IL DANNO ECONOMICO - I ESEMPIO SINGLE DI 40 ANNI Rischio morte Rischio invalidita permanente IL DANNO ECONOMICO - II ESEMPIO CAPOFAMIGLIA DI 40 ANNI CON MOGLIE CASALINGA E DUE FIGLI STUDENTI Rischio morte Rischio invalidita permanente

20 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 39 LA VALUTAZIONE DANNO A : Persone Cose Singolo Sinistro (cumulo di persone e cose) 1.ANALISI 1.2 VALUTAZIONE DANNO ALL ATTIVITA 40 IL MASSIMO DANNO STIMATO - UN CRITERIO VALORE - PERSONA =?000 MILIONI VALORE COSE PIU ELEVATO EVENTI POSSIBILI NUMERO MASSIMO PERSONE COINVOLTE

21 41 2.Trattamento 2.1 ELIMINAZIONE 2.2 TRASFERIMENTO (non assicurativo) 2.3 RIDUZIONE 2.4 RITENZIONE CONTRATTI PREVENZIONE PROTEZIONE TOTALE PARZIALE Acquisti Trasporto Commesse Subforniture Ripianamento diretto Autoassicurazione Franchigia Scoperto Limite di indennizzo 2.5 ASSICURAZIONE Rischi residuali Rischi obbligatori 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE 42 LA PREVENZIONE

22 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE A FUOCHI DA MATERIALI SOLIDI generalmente di natura organica, la cui combustione avviene normalmente con formazione di braci (es. carta, tessuti, legno, pelli, gomma,ecc.) 43 B FUOCHI DA LIQUIDI O DA SOLIDI LIQUEFATTIBILI (es. : alcoli, vernici, solventi, oli minerali, benzine, petroli ecc.) C FUOCHI DA GAS (es.: metano, propano, idrogeno, etilene, acetilene,.) ecc D FUOCHI DA METALLI incendi di sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza di aria, sostanze reattive in presenza di acqua o schiuma (es.: nitrati, clorurati, sodio, potassio, magnesio, perossidi, ecc.) 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 44 RESISTENZA AL FUOCO Capacità di un elemento da costruzione di conservare, per un determinato tempo di esposizione all'incendio (in minuti) le caratteristiche sottoindicate R Stabilità Mantenimento della resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco RE Stabilità più Tenuta REI Stabilità, Tenuta e Isolamento Termico Capacità di conservare la resistenza meccanica e di impedire il passaggio dei fumi verso il lato non coinvolto dall'incendio Capacità di mantenere stabilità e tenuta e di ridurre il passaggio di calore verso il lato non coinvolto dall'incendio Le classi utilizzate per indicare la resistenza al fuoco sono: 15, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240 e corrispondono al tempo in minuti in cui l'elemento ha conservato le sue caratteristiche

23 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 45 R CASO 1 STAN ZA IN VASA DAL FU MO PASSAGGIO DI CALO RE (EVIDEN ZIATO DALLA PIAN TA APPASSITA) 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 46 RE CASO 2 STAN ZA PRIVA DI FU MO PASSAGGIO DI CALO RE (PIAN TA APPASSITA)

24 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 47 REI CASO 3 STAN ZA N O N IN FLU EN ZATA DALL IN CEN DIO (EVIDEN ZIATO DALLA PIAN TA FRESCA) 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 48 COMPARTIMENTO ANTINCENDIO Parte di fabbricato delimitato da elementi costruttivi di resistenza al fuoco predeterminata al fine di contrastare la propagazione dell'incendio Gli elementi che delimitano un compartimento antincendio dal resto del fabbricato possono essere Muri Pieni (REI 120) oppure Muri Tagliafuoco (REI 240) La compartimentazione è consigliabile: Tra la zona ove avviene la produzione ed i depositi Per separare un centro di pericolo (quali ad esempio zone di stoccaggio infiammabili, cabine di trasformazione, locali caldaie, centri di calcolo, ecc..) dal resto del fabbricato in cui si trova In edifci destinati ad uso civile per proteggere il vano scale, vano ascensore, ecc.

25 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 49 COMPARTIMENTO ANTINCENDIO LAVORAZIONE NELLO STESSO LOCALE 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 50 COMPARTIMENTO ANTINCENDIO MURI PIENI / TALIAFUOCO PORTE TAGLIAFUOCO COMPARTIMENTAZIONE DELLO STABILIMENTO

26 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 51 SERRAMENTI DI SICUREZZA ANTINCENDIO Sono utilizzati per proteggere le aperture presenti nelle compartimentazioni; costituiscono comunque il punto debole della compartimentazione I serramenti di sicurezza antincendio più in uso in ambito industriale sono REI 120 SISTEMA DI RIVELAZIONE D' INCENDIO PROTEZIONI Il sistema automatico deve essere comandato da un elemento termosensibile (68 C), oppure da un rivelatore d incendio Devono essere presenti: ringhiere che proteggano da urti o accumuli di materiale; un'area di rispetto, adeguatamente segnalata sul pavimento, mantenuta sgombra 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 52 SERRAMENTI DI SICUREZZA ANTINCENDIO Porta Tagliafuoco

27 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE ESTINTORI Costituiscono il primissimo mezzo di difesa contro l incendio: la loro efficacia è limitata dal rapido esaurimento della carica estinguente Estinguente utilizzato Adatto al tipo di incendio prevedibile (A, B, C e D) 53 Dotazione proporzionata 1 estintore portatile da 6 o 9 kg ogni mq di superficie protetta Distribuzione razionale Ogni estintore raggiungibile percorrendo non più di metri Agevole prelievo Protezione livello di installazione da terra non superiore a 1.3 metri peso non superiore a 6 kg in caso di prevalenza di personale femminile Contro danneggiamenti dovuti a cause esterne 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE ESTINTORI 54 ESTINTORI OMOLOGATI D.M. 20/12/1982 Kg. 6 classe 13A - 89 B-C Kg. 12 classe 34A B-C

28 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IDRANTI Rappresentano, insieme agli estintori, la protezione antincendio di base Idranti UNI 45 installati in apposite cassette a muro, interne o esterne ai fabbricati Idranti UNI 70 installati all'esterno dei fabbricati: a colonna sottosuolo, in pozzetti interrati Naspi all'interno dei fabbricati Dotazione proporzionata UNI 45 distanza di ogni punto dell'area protetta dall idrante più vicino non superiore a 25 metri idranti supplementari installati in prossimità degli accessi Posizionamento UNI 70 distanza di ogni idrante dal fabbricato compresa tra 5 e 15 metri distanza tra 2 idranti pari a metri NASPI: distanza tra 2 naspi successivi pari a metri Prelievo agevole e non ostacolato da merci o mezzi mobili Adeguata manutenzione Dotazione completa comprendente tubazione flessibile e lancia TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IDRANTI 56 CASSETTA ANTINCENDIO UNI 45 IDRANTE SOPRASSUOLO A COLONNA UNI 70 NASPO

29 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 57 RETE IDRANTI E la rete di tubazioni che, dall alimentazione idrica, porta l acqua agli idranti Dedicata, cioè distinta da quella delle utenze industriali (eccetto per i naspi) Ad anello chiuso Sezionata in più tronchi tramite valvole Dotata di un attacco UNI 100 in prossimità dell ingresso principale per permettere ai Vigili del Fuoco l allacciamento con una riserva supplementare Protetta contro danneggiamenti dovuti a cause esterne (gelo, urti, cedimenti del terreno) Caratteristiche idrauliche: EDIFICI CIVILI 2 idranti UNI 45 alla pressione di 2-3 bar per almeno 1 ora (circa l/min) STABILIMENTI INDUSTRIALI E COMMERCIALI 3-4 idranti UNI 70 alla pressione di 4-5 bar per almeno 2 ore ( l/min) 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 58 IDRANTI CORRETTO POSIZIONAMENTO DEGLI IDRANTI

30 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IDRANTI 59 PROTEZIONE CONTRO GLI URTI 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IMPIANTI DI RIVELAZIONE DI INCENDIO Sono gli impianti che, soprattutto in caso di assenza di personale, devono accorgersi dell incendio il più rapidamente possibile e dare la segnalazione d allarme Tipolgie di sensori: di fumo adatti per incendi a sviluppo lento(carta, legno, tessuti, alberghi, uffici) di calore adatti per incendi a sviluppo rapido (infiammabili, plastica, gomma) di fiamma 60 Distribuzione Affidabilità Posizionamento dei rivelatori puntiformi a soffitto, lungo il profilo della copertura Assenza di falsi allarmi dovuti a condizioni ambientali particolari (temperatura, fumi, movimenti d'aria, ecc...) Altezza massima Altezza dei locali non eccessiva (tale da causare ritardi di risposta: es. per rivelatori di fumo max 12 metri)

31 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IMPIANTI DI RIVELAZIONE DI INCENDIO 61 FUMO FUMO CALORE FIAMMA 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IMPIANTI DI RIVELAZIONE DI INCENDIO 62 Rivelazione Elaborazione/Controllo/ Alimentazione Trasmissione e comando allarmi Intervento Allarme interno Rivelatori di intrusione Allarme ottico Rivelatori di fumo Sistema di supervisione e gestione allarmi - TVCC Allarme acustico Trasmissione allarmi Vigili del fuoco Con / senza ritardo Rivelatori di calore Comando di allarme Vigilanza Rivelatori di fiamma Unità di allarme Porte tagliafuoco Condotte di aspirazione fumo / calore Pulsante di allarme Ventilazione Pannello di comando e segnalazione Sistema di spegnimento Sprinkler

32 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IMPIANTI SPRINKLER Assolvono sia la funzione di rilevazione che quella di estinzione o contenimento dell'incendio: l intervento è selettivo,cioè l'acqua viene scaricata solo dagli erogatori il cui elemento termosensibile raggiunge la temperatura di taratura (solitamente 68 C) 63 Erogatori Con adeguato spazio libero al di sotto per permettere la corretta formazione del getto Posizionati a soffitto lungo il profilo della copertura (altezza massima del locale pari a 12 metri) Segnalazione d'allarme Stazione di controllo e allarme Inviata, in caso di assenza di personale ad un istituto di telesorveglianza e presso il domicilio di un responsabile dello stabilimento Alimentazione idrica Di altisssima affidabilità Protetta da incendi e danneggiamenti Dalla data di installazione dell'impianto, la zona protetta non deve aver subito significative modifiche (cambiamenti di destinazione, aumento dell'altezza di impilamento delle merci, variazione della natura delle merci e degli imballaggi, modalità di deposito, ecc...) 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE IMPIANTI SPRINKLER 64 IMPIANTO AUTOMATICO A PIOGGIA ALIMENTATO DALL ACQUEDOTTO ACQUEDOTTO E DA UN SERBATOIO A PRESSIONE A B RETE A SECCO RETE A UMIDO 1 CAMPANA D ALLARME 2 COMPRESSORE D ARIA 3 POMPA DI RIEMPIMENTO 4 SERBATORIO A PRESSIONE 5 POMPA DI SUPERPRESSIONE 6 ARRIVO DALL ACQUEDOTTO

33 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 65 EVACUATORI DI FUMO E CALORE (EFC) SCHEMA DI INCENDIO CON IMPIANTO EFC: DUE COMPARTIMENTI ASIMMETRICI OTTENUTI CON UNA CORTINA DI CONTENIMENTO 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 66 SQUADRA ANTINCENDIO La Squadra Antincendio svolge le prime operazioni di soccorso nella fase iniziale dell'incendio, in attesa dell arrivo dei Vigili del Fuoco; generalmente è composta almeno dalle seguenti persone: un Caposquadra per ogni turno lavorativo, con il relativo sostituto (per i casi di assenza del Caposquadra), che si assuma le responsabilità delle operazioni durante l'emergenza fino all arrivo del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione due manutentori (e due sostituti) per turno, con sufficienti conoscenze impiantistiche da poter intervenire sulle pompe antincendio, sul sezionamento degli impianti elettrici, termici, etc. 3-4 addetti ai mezzi antincendio per ogni turno che indirizzino correttamente i VV.F. verso il luogo colpito dall'incendio e coordinino l'evacuazione delle zone colpite, nonché l'intervento degli altri dipendenti per rendere efficace il loro apporto

34 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE REGISTRO ANTINCENDIO 67 E' necessario effettuare periodiche verifiche sull'efficienza dei mezzi antincendio Tali verifiche devono riguardare: estintori rete idranti e alimentazione idrica stazione di pompaggio impianti di rivelazione e segnalazione d'incendio impianti automatici di estinzione evacuatori di fumo e calore Tutte le operazioni di verifica e gli eventuali interventi conseguenti devono essere formalizzati su un apposito REGISTRO ANTINCENDIO 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE PIANO D'EMERGENZA 68 E' un insieme di norme che regolano il comportamento da osservare in caso di incendio ed è volto a rendere minimo il tempo di intervento dei soccorsi interni ed esterni CHI SCOPRE UN INCENDIO DEVE intervenire direttamente se l'incendio è di lieve entità avvisare il centralino/sorveglianza mediante i pulsanti d'allarme, ovvero telefonando IL CENTRALINO/SORVEGLIANZA DEVE avvisare la Squadra Antincendio telefonare ai Vigili del Fuoco avvisare il Responsabile dello stabilimento ed il RSPP TUTTO IL PERSONALE IN SERVIZIO NELLO STABILIMENTO DEVE sospendere il lavoro mettendo i macchinari "in sicurezza" non ostacolare le operazioni di soccorso liberare immediatamente le linee telefoniche

35 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE LAVORI A FIAMMA LIBERA I lavori a fiamma libera comprendono: la saldatura il taglio l'applicazione di guaine bituminose e, in genere, qualsiasi operazione che implichi la presenza di fiamme aperte o che produca calore o scintille 69 PROBLEMI DEI LAVORI A FIAMMA LIBERA Intrinseca elevata temperatura di alcuni di questi (la fiamma di un cannello da taglio ossiacetilenico può raggiungere i 3300 C) Rischio effettivo che l'incendio possa covare diverse ore prima che sia visibile una fiamma Deve essere predisposto un documento (Permesso di Fuoco) che, sulla base delle caratteristiche del rischio, formalizzi il piano di attuazione di tali lavori 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 70 IL COSTO DELLA PREVENZIONE FATTORI IMPIANTISTICI FATTORI UMANI

36 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 71 FATTORI IMPIANTISTICI Benefici/Costi Resistenza al fuoco delle strutture Compartimenti antincendio Muri pieni/tagliafuoco Serramenti di sicurezza antincendio B B/M M M 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 72 FATTORI IMPIANTISTICI Benefici/Costi Estintori - Rete idranti M/A Impianti di rivelazione B/M Sprinkler A EFC A

37 2. TRATTAMENTO 2.3 RIDUZIONE - PREVENZIONE 73 FATTORI UMANI Benefici/Costi Registro antincendio Permesso di Fuoco Squadra di Emergenza Piano di Emergenza Smoking policy A A A A A A 2. TRATTAMENTO 2.4 RITENZIONE - TOTALE 74 RIPIANAMENTO DIRETTO L'AUTOASSICURAZIONE

38 2. TRATTAMENTO 2.4 RITENZIONE - TOTALE 75 RIPIANAMENTO DIRETTO E AUTOASSICURAZIONE Ripianamento diretto Autoassicurazione Cash flow aziendale Accantonamento preventivo 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE 76 IL TRASFERIMENTO ASSICURATIVO per i DANNI AI BENI per i DANNI ALL ATTIVITA ATTIVITA per i DANNI AI TERZI

39 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE 77 Per i DANNI AI BENI 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI 78 I BENI ASSICURABILI Tutti i fattori di produzione materiali: Fabbricati Macchinari e impianti Merci Mezzi di trasporto (veicoli terrestri, aerei, e navali) Altri beni particolari (artistici, scientifici, etc.)

40 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI 79 LE FORME DI ASSICURAZIONE EVENTI ELENCATI incendio tradizionale furto infortuni r.c. specialistiche ALL RISKS property (danni alle cose) trasporti (corpi e merci) montaggio impianti elettronica costruzioni in genere r.c. generale malattie 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI 80 IL VALORE ASSICURABILE Valore intero Somme assicurate = valore complessivo Primo rischio assoluto Somme assicurate = valore dei beni danneggiabili

41 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI 81 I CRITERI DI STIMA DEL VALORE COSTO STORICO VALORE IN STATO D'USO VALORE A NUOVO DATO CONTABILE BILANCIO CESPITI AMMORT. VALORE FORMALE DISCREZIONALE STANDARD DEI CONTRATTI ASSICURATIVI DISCREZIONALE (EX ANTE) OGGETTIVO (EX POST) NEGOZIABILE 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI LA FRANCHIGIA: RIDUZIONE DEI COSTI 82 GRAVITA SINISTRI

42 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI MORAL HAZARD: LO SCOPERTO 83 GRAVITA SINISTRI 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI 84 REGOLA GENERALE Franchigia Riduzione costo assicurazione Scoperto Imposto dall assicuratore nei casi elevata sinistrosità Moral Hazard

43 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI AI BENI IL LIMITE D INDENNIZZO 85 Limite d indennizzo 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE 86 Per i DANNI ALL ATTIVITA ATTIVITA

44 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA I RICAVI DI VENDITA SONO L ESPRESSIONE L DELL ATTIVITA ATTIVITA CARATTERISTICA DELL IMPRESA 87 MATERIA PRIMA PRODUZIONE PRODOTTO FINITO RICAVI DI VENDITA VENDITA 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 88 DAL CONTO ECONOMICO - RICAVI A1) RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI A2) VARIAZIONI RIMANENZE DI PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE E FINITI A3) VARIAZIONI DI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE A4) INCREMENTI DI IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI A5) ALTRI RICAVI E PROVENTI

45 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 89 IL COSTO VARIABILE DELLA PRODUZIONE VENDUTA IMPORTO FORMATO DAI COSTI DEI COMPONENTI PRODUTTIVI DIRETTAMENTE VARIABILI CON LA VENDITA E LA PRODUZIONE REALIZZATA DALL ASSICURATO ASSICURATO 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 90 I COSTI DELLA PRODUZIONE VARIABILI FISSI IBRIDI

46 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 91 COSTI DELLA PRODUZIONE - VARIABILI DI AMMONTARE VARIABILE, PROPORZIONALMENTE O QUASI, AL VARIARE DEL VOLUME DELLA PRODUZIONE 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 92 ESEMPI DI COSTI VARIABILI ACQUISTO MATERIE PRIME, MERCI, MATERIE ACCESSORIE E DI CONSUMO, IMBALLAGGI SPESE DI TRASPORTO ACQUISTI/VENDITE IMPOSTE DI FABBRICAZIONE MEDIAZIONI, PROVVIGIONI...

47 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 93 COSTI DELLA PRODUZIONE - FISSI GENERATI DALL ACQUISIZIONE ACQUISIZIONE DI FATTORI PRODUTTIVI LA CUI UTILITA AFFLUISCE NELL IMPRESA IN MODO RIGIDO QUOTA FISSA 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 94 ESEMPI DI COSTI FISSI AFFITTI/LEASING CONSULENZE PUBBLICITA AMMORTAMENTI ACCANTONAMENTI...

48 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 95 COSTI DELLA PRODUZIONE - IBRIDI CONSUMI ENERGETICI MANUTENZIONE LAVORAZIONE PRESSO TERZI MEDIAZIONI/PROVVIGIONI TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 96 uro I COSTI FISSI RIMANGONO INDIFFERENTI AL CRESCERE DEI RICAVI DI VENDITA I COSTI VARIABILI CRESCONO PROPORZIONALMENTE

49 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 97 I COSTI DEL PERSONALE SALARI E STIPENDI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI ACCANTONAMENTI A TFR ED ALTRI FONDI PREVIDENZIALI CORSI DI FORMAZIONE 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA DAL CONTO ECONOMICO - COSTI 98 B6) PER MATERIE PRIME E DI CONSUMO B7) PER SERVIZI B8) PER GODIMENTO DI BENI DI TERZI B9) PER IL PERSONALE B10) AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI B11) VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E MERCI B12) ACCANTONAMENTI PER RISCHI B13) ALTRI ACCANTONAMENTI B14) ONERI DIVERSI DI GESTIONE

50 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA 99 ESEMPI DI SPESE SUPPLEMENTARI COSTI SOSTENUTI PER ALLESTIRE/NOLEGGIARE CAPANNONE PROVVISORIO IN CUI SVOLGERE TEMPORANEAMENTE L ATTIVITAL ATTIVITA ONERI DELLE LAVORAZIONI ESEGUITE PRESSO TERZI (PIU SPESE DI TRASPORTO MATERIALI E PRODOTTI FINITI) ONERI PERSONALE STRAORDINARIO INTERESSI PAGATI SUI FINANZIAMENTI 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE DANNI ALL ATTIVITA MARGINE DI CONTRIBUZIONE Rv Rv - Cv = Mc = Cf + Ro Mc Ro 100 Cv Cf Rv = RICAVI DI VENDITA Cv = COSTO VARIABILE DELLA PRODUZIONE VENDUTA Mc = MARGINE DI CONTRIBUZIONE Cf = COSTI FISSI Ro = RISULTATO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA

51 CHE COSA COPRE? 101 u r o 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE 102 Per i DANNI A TERZI

52 2. TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE 103 LE COPERTURE Clausola ricorso terzi (per danni a cose) RC Terzi RC Dipendenti RC Inquinamento RC Prodotti TRATTAMENTO 2.5 ASSICURAZIONE 104 LE COPERTURE Sono a PRIMO RISCHIO ASSOLUTO (Massimale) MASSIMALE = massimo danno stimato? VANTAGGIO: Costo non proporzionale a variazione massimale

53 Revisione 3.1 AUDITING DEL PROCESSO Azione periodica RITORNIAMO ALL OBIETTIVO 106 OTTIMIZZARE IL COSTO DEL RISCHIO EFFETTUARE LA SCELTA MIGLIORE DEL MIX DI: ELIMINAZIONE TRASFERIMENTO (non assicurativo) ASSICURAZIONE RITENZIONE RIDUZIONE

54 MATRICE DEGLI UTILI 107 AZIONE Grave PERDITA Media Minima Nulla RITENZIONE PREVENZIONE Assicurazione totale Assicurazione parziale CRITERIO DEI VALORI ATTESI 108 PERDITA AZIONE Grave p=0.03 Media p=0.1 Minima p=0.15 Nulla p=0.72 VALORE ATTESO RITENZIONE PREVENZIONE Assicurazione totale Assicurazione parziale

55 LA FUNZIONE DI UTILITA 109 U(M) U(M) U(M) M M M Indifferenza Avversione Propensione

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