CONOSCENZA DEL TERRITORIO E ANALISI DEL RISCHIO SANITARIO AMBIENTALE SORVEGLIANZA ATTIVA E PASSIVA
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1 CORSO DI FORMAZIONE FAUNA SELVATICA IN ITALIA: DALLA CONOSCENZA DELLE PATOLOGIE ALLA LORO GESTIONE SANITARIA II Edizione Società Italiana di Medicina Preventiva Facoltà di Medicina Veterinaria Università degli Studi di Padova 13 Ottobre 2009 CONOSCENZA DEL TERRITORIO E ANALISI DEL RISCHIO SANITARIO AMBIENTALE SORVEGLIANZA ATTIVA E PASSIVA Riccardo Orusa STRUTTURA COMPLESSA VALLE D AOSTA CON ANNESSO Ce.R.M.A.S
2 ASL NAZIONALI Regioni d Italia
3 Corpo Forestale e Servizio Tecnico Faunistico Regione Enti e Figure Coinvolte Parchi naturali Associazioni venatorie Veterinari territoriali
4 Parco nazionale Gran Paradiso Territori al di fuori del Parco limitata sopravvivenza dei capretti dell anno preoccupante regressione della specie (da 5000 capi negli anni 90 a 2600 attuali) popolazione stabile con classi giovanili ben rappresentate ( capi) CAUSE????
5 Raggiungimento della capacità portante del Parco naturale declino per il raggiungimento di nuove condizioni di equilibrio con l ambiente ESCLUSA
6 Aumento delle temperature variazione della dinamica di ripresa vegetativa in zona alpina diminuzione del tenore energetico del pascolo non garantisce il fabbisogno di mantenimento e di lattazione delle madri
7 Studio sui parametri biometrici, uso dello spazio, dinamica di popolazione corredo e variabilità genetici Valutazione stato di salute degli animali
8 CONOSCENZA DEL TERRITORIO ANALISI DEL RISCHIO
9 Commercio legale / illegale Aspetti igienici Animale domestico Animale selvatico Abitudini alimentari Uomo Aspetti ecologici Aspetti climatici Urbanizzazione differenziata Animale sinantropo Industrializzazione Aspetti comportamentali
10 RISCHIO: la probabilità che si verifichi un evento avverso, pericoloso o dannoso tenendo conto del suo potenziale impatto nel momento in cui accade RISCHIO SANITARIO: ha come obiettivo d indagine gli effetti sulla salute umana e animale
11 Stima quantitativa dei fattori di rischio che intervengono in uno scenario di esposizione
12 1. Valutazione del rischio 2. Gestione del rischio 3. Comunicazione del rischio
13
14 Rischi connessi alla fauna selvatica Rischio zoonosico da - alimenti di origine animale, - vettori che vedono negli animali i serbatoi - contatto diretto con animali ammalati o infetti. Rischio di trasmissione di malattie alle specie domestiche Rischio di perdita di biodiversità
15 Fattori predisponenti al rischio sanitario AGENTI PATOGENI POPOLAZIONI OSPITE Virulenza Consistenza Diffusibilità Densità Facilità di trasformazione patrimonio genetico Caratteristiche biologiche
16 Fattori predisponenti al rischio sanitario Approccio ecopatologico analisi rapporto parassita-ospite-ambiente - meccanismi di diffusione - peculiarità epidemiologiche singole aree - a livello di biocenosi popolazione/popolazioni recettive Anderson Populations and infectious diseases: ecology or epidemiology? J. of Animal Ecology, 1991, 60: 1-50
17 Fattori predisponenti al rischio sanitario Attività umane: - disturbo antropico delle popolazioni di selvatici - aumento dei viaggi internazionali - circolazione globale di animali e alimenti Fattori ambientali/climatici cambiamenti climatici
18 Fonte: IPCC
19 Fonte: IPCC
20 Fonte: IPCC
21 Probabilità che il riscaldamento antropogenico degli ultimi 30 anni abbia avuto un influenza riconoscibile su molti sistemi biologici e fisici. Cambiamento nella tempistica di migrazione Cambiamenti nella distribuzione territoriale delle specie e nella dimensione delle popolazioni Cambiamenti nella morfologia, riproduzione e genetica Aumento di frequenza e intensità di esplosione delle epidemie
22 Stima dei mutamenti nei sistemi fisici e biologici Fonte: IPCC
23 +1-2 C : impatti negativi su alcune cenosi (sbiancamento dei coralli, fauna e flora endemica in S Africa, sistemi polari) +2-3 C : principali cambiamenti dei biomi (mortalità dei coralli, % perdita delle foreste pluviali equatoriali, estinzioni globali del % delle specie) > +3 C : impatti pesanti sui biomi, significative estinzioni globali Fonte: IPCC
24 Probabili esiti: E noto che le malattie da vettori sono sensibili al clima e hanno andamento stagionale - cambiamenti nei vettori - cambiamenti nei patogeni ospitati da vettori - cambiamenti negli esiti di malattie trasmesse da vettore
25 Gubler DJ et al Climate Variability and Change in the United States: Potential Impacts on Vectorand Rodent-Borne Diseases Environmental Health Perspectives, , Suppl 2:
26 Vettore Effetti della temperatura + sopravvivenza + T > sopravvivenza a > latitudini e altitudini + suscettibilità ad alcuni patogeni Varia il tasso di crescita delle popolazioni Varia il tasso di alimentazione e il contatto con l ospite Varia la stagionalità delle popolazioni Effetti dei cambiamenti nelle precipitazioni + piogge, + habitat larvale, + dimensione della popolazione larvale piogge eccessive - habitat a causa delle inondazione popolazione vettore siccità + habitat per il prosciugamento dei corsi d acqua - piogge + accumulo di acqua in container + riproduzione di alcuni vettori + piogge + sincronizzare la ricerca dell ospite da parte dei vettori + trasmissione virale + umidità + sopravvivenza dei vettori Gubler DJ et al Climate Variability and Change in the United States: Potential Impacts on Vectorand Rodent-Borne Diseases Environmental Health Perspectives, , Suppl 2:
27 Effetti della temperatura Effetti dei cambiamenti nelle precipitazioni Patogeno - periodo di incubazione del patogeno nel vettore a temperature + elevate Varia la stagione di trasmissibilità Varia la distribuzione - replicazione virale Gubler DJ et al Climate Variability and Change in the United States: Potential Impacts on Vectorand Rodent-Borne Diseases Environmental Health Perspectives, , Suppl 2:
28 Effetti della temperatura Effetti dei cambiamenti nelle precipitazioni Ospite vertebrato + pioggia, + vegetazione, + cibo, + dimensione delle popolazioni + alluvioni, - dimensione delle popolazioni, + contatto con l uomo - piogge, cibo, - dimensione delle popolazioni Gubler DJ et al Climate Variability and Change in the United States: Potential Impacts on Vectorand Rodent-Borne Diseases Environmental Health Perspectives, , Suppl 2:
29 I cambiamenti climatici incidono dunque sull ecologia degli agenti di zoonosi Zoonosi Emergenti Zoonosi Ri-emergenti
30 Nuove introduzioni nel territorio Introduzione in popolazioni precedentemente non colpite Di recente scoperta Cause alla base dell insorgenza Nuove condizioni ambientali Evoluzione dei patogeni Cambiamenti nell ecologia ospite-patogeno
31 Ricomparsa di zoonosi presunte eradicate Diffusione di quelle già presenti e talvolta sottostimate.
32 Obiettivi Scoprire le cause della malattia Identificare i fattori di rischio Malattie di cui si vogliono chiarire le caratteristiche epidemiologiche Scoprire le specie reservoirs Scoprire la diffusione sul territorio Scoprire se il ciclo coinvolge l uomo o specie domestiche Haydon et al. (2002). Emerging Infectious Diseases, 8:
33 1. Valutazione del rischio 2. Gestione del rischio 3. Comunicazione del rischio
34 Prevenzione misure adottate per prevenire l immissione di un patogeno non presente abitualmente sul territorio Controllo azioni atte a ridurre la prevalenza dell infezione o almeno a limitarne gli effetti entro livelli accettabili - Manipolazione della dimensione della popolazione ospite - Immunizzazione - Interventi diretti sul patogeno Eradicazione eliminazione totale di un patogeno
35 Sorveglianza Status Scopo Nasce dalla necessità di conoscere la situazione sanitaria: Prevalenza e incidenza Assenza/presenza di malattia Emergenza di nuove patologie Controllo Prevenzione
36 Piani sanitari di controllo già programmati ed attivati su animali domestici Movimentazione animali selvatici entro o fuori dal territorio regionale o provinciale Possibili rischi sanitari connessi all abbattimento e consumo di selvaggina
37 Sorveglianza sugli animali selvatici per la tutela della salute umana e dell equilibrio tra uomo, animale e ambiente MONITORAGGIO ANIMALI VIVI - selvatici come BIOINDICATORI indicatori stato di salute degli ecosistemi (malattie degli animali, zoonosi, inquinamento ambientale, ) MONITORAGGIO ANIMALI MORTI - su carcasse ed organi di animali selvatici)
38 Modalità di sorveglianza epidemiologica SORVEGLIANZA ATTIVA effettuata attraverso specifici campionamenti, dimensionati su base statistica e probabilistica per fornire indicazioni attendibili sulla presenza e/o sull entità di determinate patologie che si intendono indagare. SORVEGLIANZA PASSIVA osservazione occasionale di anomalie di comportamento o di lesioni che inducano il sospetto di presenza di malattia, su animali abbattuti sia su animali rinvenuti morti.
39 SORVEGLIANZA ATTIVA ANIMALI VIVI O CACCIATI campionamento sangue-siero siero-tamponi SORVEGLIANZA PASSIVA ANIMALI RINVENUTI MORTI campionamento carcasse-organi
40 Le Nazioni che effettuano una sorveglianza delle malattie dei selvatici comprendono meglio la epizootiologia delle infezioni e delle zoonosi e sono meglio preparate a proteggere fauna selvatica, uomo e animali domestici
41 1. Valutazione del rischio 2. Gestione del rischio 3. Comunicazione del rischio
42 Processo interattivo di scambio di informazioni ed opinioni Tra individui, gruppi e istituzioni, che implica messaggi multipli sulla natura del rischio ed alle disposizioni legali ed istituzionali di gestione del rischio. (National Research Council,, 1989)
43 Scambio di informazioni con addetti ai lavori approfondimento delle conoscenze reciproche Informazione e formazione delle persone implicate nella gestione della fauna selvatica (cacciatori, guardie forestali ecc.) supporto alla sorveglianza attiva Informazione, allerta dell opinione pubblica diffusione della consapevolezza del rischio reale che si basa su evidenze scientifiche, diverso dal rischio percepito soggettivamente
44 Ruolo del Ce.R.M.A.S. Valutazione del rischio Attività di ricerca scientifica Gestione del rischio Diagnosi Epidemiosorveglianza Organizzazione di corsi, Comunicazione del congressi, rischio Pubblicazioni scientifiche Informazione all opinione pubblica
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