Responsabilità Sociale Tecnologia Solidale

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1 Anno periodico - Responsabilità Sociale Tecnologia Solidale & Periodico del banco informatico tecnologico e biomedico interviste Responsabilità Sociale & Tecnologia Solidale anno 1 - numero 8/9 periodico - - Registrazione al Tribunale di Milano al n.124 del 2 marzo Direttore Responsabile: Bruno Calchera - Redazione: Ida Cappiello, Marco Taverna - Editore: BITeB Onlus, via Carducci Milano, - Stampa: Italgrafica Novara - Sede operativa: BITeB Onlus, via Tobagi Peschiera Borromeo (MI) Siti internet:, Contatti: info@biteb.org - Telefono: Telefax: Webmaster: Arvea s.r.l., info@arvea.it INIZIATIVE A proposito di terzo settore e sussidiarietà Dialogo fra Bruno Calchera e Paolo Del Debbio. Il Non Profit chiama. Il governo risponde A tu per tu con Danilo Giovanni Festa, Direttore Generale per il volontariato, l associazionismo e le formazioni sociali del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. a pagina 6 Servono strumenti finanziari ad hoc per il sociale Parla Roberto Randazzo, docente di Non Profit Law all Università Bocconi di Milano. alle pagine 4 e 5 a pagina 7 Emergency: parte il Programma Italia Le nuove iniziative di Gino Strada. alle pagine 8 e 9 Cinque Pc fanno scuola L associazione Caminando Juntos apre in Italia un laboratorio di informatica. a pagina 10 VOCI DALLA PRATERIA Ma è a favore dei bambini.!!! a pagina 16 TESTIMONIANZA Quattro moschettieri del BITeB alle pagine 14 e 15

2 EDITORIALe Anno 1 Bruno Calchera Quali i doni di Natale per il non profit? E la fine anno. Al di là dei bilanci amministrativi che si devono fare, ci sono pure i bilanci riferibili al settore Non Profit italiano. Si può tentare di vedere come va o non va e valutare se qualche cosa è cambiato e come per coloro che abitano il Terzo Settore. Le Onlus che naturalmente non fanno attività commerciale, se devono inquadrare i dipendenti, a tempo determinato o indeterminato - come desidera la Ministra Fornero - devono applicare il contratto riservato ai dipendenti del settore terziario. Insomma una non profit che non fa commercio, inquadra il personale come se potesse, alla pari, fare attività commerciale. E ben strana questa contraddizione. Il settore delle Onlus non ha sindacalizzazione, non esiste una rappresentanza unitaria di settore il dr. Del Debbio lo palesa nella sua intervista in questo periodico vive di regolamentazioni territoriali e si suppone possa camminare gratuitamente. I volontari per definizione non costano (ma gli affitti, la gestione, i mezzi, gli strumenti, sì ed anche il personale che garantisce la vita delle associazioni!). Non esiste un contratto per una Associazione di Volontariato che preveda delle riduzioni, delle facilitazioni, in un momento in cui la P.A. gli Enti privati, onerati dalla crisi, sono meno disponibili al sostegno di attività sussidiarie. Lo Stato Assistenziale non può e forse è anche un bene distribuire a pioggia finanziamenti a tutti. Lo Stato preferisce dialogare con i singoli cittadini. La famiglia è già trattata come nucleo sociale problematico: la si misura dal numero di teste che la compongono e queste teste poi devono avere qualità particolari. Cosa può portare il Natale? Quali sono i doni di Natale per le Non Profit? Il contratto di lavoro specifico per i dipendenti del Terzo Settore. Una fiscalità agevolata Un progetto di Agenda Digitale che non tratti unicamente di carta di identità elettronica, ma anche di opportunità che il mercato offre alle Onlus. Ad esempio il programma TECH- SOUP (). Una minor dipendenza dallo Stato per non diventarne succubi. Il volontariato è una risorsa sociale. Il volontario non solo offre il suo tempo, ma ha bisogno di trovare SEMPRE mezzi ed organizzazione che costano adeguati per svolgere bene il suo impegno. E questo vale per tutto il settore Non Profit. Sia per l Associazione che ha un blasone di notorietà sia per quella più piccola che opera egregiamente nel territorio. Perché non abbandonare il terreno dell assistenzialismo e invece imboccare, come accade in Europa in tanti paesi, la via più positiva del riconoscimento del diritto alla libertà associativa? Più spinta propulsiva, accreditamento, e accordi, contratti di collaborazione alla pari, sono una via nuova da intraprendere. Perché non essere sussidiari per davvero? Responsabilità Sociale & Tecnologia Solidale anno 1 - numero 8-9 periodico - Dicembre 2012-Gennaio 2013 Registrazione al Tribunale di Milano al n.124 del 2 marzo 2012 Stampa: Italgrafica Novara Direttore Responsabile: Bruno Calchera Redazione: Ida Cappiello, Marco Taverna Hanno collaborato: Paolo Del Debbio, Maria Fasulo, Danilo Giovanni Festa, Paolo Galandra, Massimo Lorenzi, Massimo Maderna, Davide Minelli, Ernesto Montenegro, Luciana Pasimeni, Roberto Randazzo, Tommaso Savarese, Vincenzo Savarese. Editore: BITeB Onlus, via Carducci Milano, Presidente: Stefano Sala Sede operativa: BITeB Onlus, via Tobagi Peschiera Borromeo(MI) Siti internet:, Contatti: info@biteb.org - Telefono: Telefax: Impaginazione, progetto grafico e webmaster: Arvea s.r.l., info@arvea.it Questo numero è stato chiuso in redazione il 21 Dicembre 2012 La rivista è disponibile anche nel formato PDF sfogliabile by è media partner di BITeB 2

3 Anno 1 Iniziativa Parte un nuovo progetto di tecnologia solidale Con la legge 266/91 si avvia il progetto Password per la rete solidale, un modo di avvicinare la tecnologia alle realtà più fragili del territorio. di Paolo Galandra Dopo il significativo risultato del flagship project per l Anno Europeo del Volontariato, per il BITeB sta per iniziare un nuovo percorso progettuale. A valere sulla Direttiva 2011, relativa al bando del Ministero del Welfare per il finanziamento di progetti sperimentali di organizzazioni di volontariato, come previsto dalla Legge 266/91, l Osservatorio nazionale del volontariato ha approvato anche il progetto del BITeB PASSWORD PER LA RETE SOLIDALE. Con tale percorso, che per noi è effettivamente sperimentale, si cercherà di fare un ulteriore passaggio nella attività del BITeB a supporto delle organizzazioni non profit. Infatti, a partire dalla rete di relazioni costruita nel corso degli anni, si proporrà ad alcune realtà del Terzo Settore della Lombardia un percorso di alfabetizzazione informatica per persone che hanno bisogno di acquisire familiarità con la tecnologia, che è ormai entrata in maniera rilevante nella vita di tutti i giorni. La prima peculiarità del progetto sta nel fatto che l infrastruttura tecnologica di base è fornita gratuitamente dal BITeB, che metterà a disposizione pc e connessioni di rete, lasciandoli poi in dotazione alle associazioni partner una volta terminato il progetto. Il secondo fattore significativo è che i docenti saranno prevalentemente studenti universitari che, in maniera completamente volontaria, offriranno tempo e competenze adeguate con cui permetteranno ai destinatari dapprima di prendere confidenza con gli strumenti informatici e poi di mettere in pratica le conoscenze acquisite. L obiettivo è infatti di dare agli allievi la possibilità di apprendere i rudimenti di base per l uso di un programma di testo e di un foglio di calcolo, di utilizzare la posta elettronica e di connettersi ad internet. Il progetto è partito a novembre, durerà 12 mesi e prevede l utilizzo di un sito dedicato per mettere in comune i vari passi del percorso e raccogliere criticità e punti di forza, in modo da proporlo come buona pratica replicabile in altri contesti. E un ulteriore esempio di come il volontariato debba essere considerato non come un attività marginale e irrilevante ma come un fattore di innovazione sociale e sviluppo, che arriva a rispondere a bisogni sempre nuovi, sui quali le strutture statali sono, inevitabilmente in ritardo o in difficoltà. Abbiamo sempre sostenuto che il divario digitale non riguarda soltanto l accesso alla banda larga ma attiene alla capacità di utilizzare gli strumenti informatici in maniera massiva ed al tempo stesso efficace. Cosa capiterà se la Pubblica Amministrazione erogherà i suoi servizi sempre più in modalità digitale se gli utenti non saranno in grado di avvalersene? Si rischia il paradosso di fare investimenti che non avranno il corretto ritorno in termini economici e più ancora operativi. Con questo progetto vogliamo dare nei fatti un piccolo contributo sul percorso di un Agenda digitale in cui molti ripongono grandi aspettative di sviluppo. Speriamo che la PAS- SWORD consenta l accesso ad una RETE sempre più SOLIDALE. Il progetto del BITeB PASSWORD PER LA RETE SOLIDALE. Con tale percorso, che per noi è effettivamente sperimentale, si cercherà di fare un ulteriore passaggio nella attività del BITeB a supporto delle organizzazioni non profit. 3

4 conversazione A proposito di terzo settore e sussidiarietà Calchera: Innanzi tutto mi interessa la tua opinione sul Terzo Settore, sul mondo del Non Profit. Se ne parla in mille occasioni. Stiamo assistendo attualmente all avvilimento e alla lenta distruzione di questa importante risorsa del paese. Vi sono le grandi centrali di settore, vere multinazionali, che vantano finanziamenti da più parti, ma il settore conta più di realtà e patisce. Ad esempio tanti parlano di volontariato, ma pochi si pongono il tema che anche il volontariato costa. Ad esempio a coloro che sono assunti in organizzazioni Non Profit viene applicato il contratto nazionale del commercio. Cosa ne pensi? Come far intervenire la politica su questo settore? Del Debbio: In Italia tutto il mondo del terzo settore, o Non Profit che dir si voglia, non gode dei benefici fiscali dei quali gode in molti Paesi esteri. Il principio in relazione al quale ciò dovrebbe avvenire è molto semplice: visto che queste associazioni danno un contributo importante alla vita sociale (ed anche economica) del Paese e visto che non rappresentano da nessun punto di vista un aggravio per lo Stato, questo dovrebbe riconoscere loro uno statuto fiscale e amministrativo favorevole. Questo non sta avvenendo, anche se da anni se ne discute. Questo è negativo perché blocca lo sviluppo di questa realtà e con esso le diverse possibilità di aiuto sociale ed economico che questa realtà potrebbe offrire a moti cittadini in difficoltà. Calchera: La comunicazione aiuta il Non Profit. Mediafriend ad esempio sostiene progetti e azioni. Lo fa Telethon. Non lo fa per realtà come la nostra, perché noi aiutiamo chi aiuta : diamo tecnologia (PC, materiale biomedico) alle ONLUS e alle ONG che operano nel Terzo Mondo. Prodotti dismessi dai nostri ospedali ed aziende per rinnovo del parco macchine che si rivelano utili in Africa, Asia, America Latina in Italia. E la filosofia dei Banchi (Alimentare, Farmaceutico ). NON SPRECA- RE! Noi siamo il Banco più complesso perché possiamo dare alle Associazioni, ma dobbiamo intervenire su ogni pezzo per dare una nuova vita a questi prodotti. Non possiamo fare una colletta. Finite le sponsorizzazioni e le contribuzioni pubbliche, resta solo la comunicazione diffusa. Come fare una buona comunicazione sociale? Come valuti l opera del nostro Banco? Del Debbio: Valuto molto bene l opera del vostro Banco perché rientra in una filosofia di aiuto ai Paesi in via di sviluppo che ha resistito lungo diversi decenni come l unica che ha un senso teorico e pratico. Offrendo tecnologia alle Onlus e alle Ong che operano nel Terzo Mondo, il Banco aiuta queste realtà ad operare in quei Paesi autonomamente e a mettere quelle realtà in grado di cominciare a farcela da sole. Per quanto riguarda la comunicazione sociale io credo che essa vada fatta spiegando bene gli esiti finali di questa operazione che possono attirare un attenzione umanitaria delle persone che raggiunge. In questo modo le persone potranno legare il contributo richiesto ad un obiettivo concreto che è sempre la miglior cosa. Calchera: Il nostro giornale tratta di Responsabilità Sociale, come valore in più di una azienda e di prodotti. Un nuovo contenuto della comunicazione. Le donazioni al Non Profit sono infatti detassate per euro dagli utili. Alla luce della tua conoscenza del mercato e della politica e della comunicazione pensi che questa possibilità sia a nota a tutti? O più semplicemente non ci sono denari e la Responsabilità Sociale è accantonabile. Nelle aziende sempre più vi sono manager CSR (Corporate Social Responsibility) ma sempre meno iniziative verso l esterno. Paolo Del Debbio Del Debbio: Certamente la crisi economica non aiuta la ricerca di fondi per il Non Profit. Al di là, comunque, 4

5 Anno 1 Dialogo fra Bruno Calchera e Paolo Del Debbio. * della crisi e dei suoi effetti il problema vero è quello culturale. Ancora il Non Profit è relegato nella coscienza di molti al ruolo di stampella dello Stato, di beneficienza, di opera pia nel senso riduttivo del termine. Esso è percepito come un soggetto con identità propria e con funzioni socioculturali ed anche economiche autonome. Calchera: Tra le nostre attività, una delle più recenti è TechSoup Italia. Una presenza in Italia di TechSoup Global che ha sede a S.Francisco (U.S.A.). Alcune multinazionali vendono/offrono loro prodotti fino al 96% di sconto alle ONLUS e ONG. Tra esse Microsoft, Cisco, Symantec, SAP e da gennaio 2013 Adobe. Ci potrebbe essere anche qualche azienda italiana Non mi pare che in Italia il Terzo Settore conosca questa opportunità. In due anni abbiamo fatto dono di tecnologia NUOVA e presente sul mercato a più di 700 realtà non profit di prodotti per un valore commerciale che supera i 6 milioni di dollari. Ma il numero è veramente piccolo. In Germania il numero è 5 volte più alto. Nel Be.Ne.Lux. la raccolta supera i 16 milioni di dollari. E solo un problema di comunicazione? Penso di no. Penso che la Pubblica Amministrazione potrebbe dare notizia che esiste questa opportunità per le ONLUS. Non solo IMU, ma anche buone prassi. Pensi la cosa possibile nell attuale situazione politica? Del Debbio: Certamente c è un problema di comunicazione e certamente può essere superabile ma, credo, le Onlus in questo caso dovrebbero presentarsi più come un soggetto unico, quindi dotate di maggiore forza, e non come soggetti in ordine sparso che hanno sempre minor peso. Questo vale anche per tutti i tipi di rivendicazione politica che le Onlus intendono mettere in piedi. Valuto molto bene l opera del vostro Banco perché rientra in una filosofia di aiuto ai Paesi in via di sviluppo che ha resistito lungo diversi decenni come l unica che ha un senso teorico e pratico. Offrendo tecnologia alle Onlus e alle Ong che operano nel Terzo Mondo Calchera: Che ne dici del tema sussidiarietà? Se ne parla poco con il Governo Monti. Se ne parlava già poco. Sta diventando una sorta di delega decentrata Come riaffermarne il valore? Il tema della sussidiarietà, che è bene ricordarlo è un valore costituzionale, può essere visto in modo riduttivo come delega decentrata, come dite voi, oppure come una vera e propria filosofia sociale diversa. La sussidiarietà vuol dire che lo Stato non deve fare tutto ciò che può essere fatto da altri soggetti istituzionali Del Debbio: Il tema della sussidiarietà, che è bene ricordarlo è un valore costituzionale, può essere visto in modo riduttivo come delega decentrata, come dite voi, oppure come una vera e propria filosofia sociale diversa. In breve: la sussidiarietà vuol dire che lo Stato non deve fare tutto ciò che può essere fatto da altri soggetti istituzionali o socio culturali. Avviene questo in Italia? Le associazioni sono concepite, nella prassi, come soggetti autonomi allo Stato? Questo discorso si lega a quello fatto nella domanda numero uno. Se tutto questo fosse riconosciuto naturalmente il discorso fiscale sarebbe conseguente. Non essendo così, anch esso risente di una mancanza di cultura sussidiaria nonostante la presenza del principio nella nostra carta costituzionale. Calchera: Nell attuale crisi economica pensiamo di rappresentare una risorsa utile. Che ne pensi? Del Debbio: Il fatto che voi rappresentiate una risorsa utile non dipende dalla crisi economica attuale. Certo in un momento di crisi la richiesta di soddisfacimento dei bisogni di base aumenta e realtà come le vostre vedono crescere il proprio ruolo. Sarebbe tuttavia un errore legare la vostra utilità ai momenti di crisi. La vostra è un utilità indipendente dai momenti di crisi perché affonda le sue radici nella costituzione stessa della società civile che cresce o arretra in relazione alla vivacità e al numero delle associazioni che in essa operano. E questo è indipendente dai periodi di crisi. *Paolo Del Debbio è conduttore televisivo di Quinta Colonna su Rete4, filosofo, politologo e già assessore al Comune di Milano. Una scuola nel Terzo Mondo 5

6 INTERVISTA Anno 1 Il Non Profit chiama. Il governo risponde A tu per tu con Danilo Giovanni Festa, Direttore Generale per il volontariato, l associazionismo e le formazioni sociali del Ministero del Lavoro e Politiche Sociali. Il 2012 è stato un anno impegnativo per il Ministero del Welfare: alle attività consolidate sul terzo settore si sono aggiunte prima la competenza sulla responsabilità sociale d impresa, poi l eredità operativa dell Agenzia per le Onlus. Contemporaneamente il taglio delle risorse pubbliche non ha certo risparmiato il Non Profit. In questa intervista, Danilo Giovanni Festa racconta dodici mesi di lavoro della sua Direzione Generale. Dottor Festa, ci faccia un bilancio delle iniziative prese dal Ministero nei confronti del Non Profit. Quest anno siamo stati tempestivi sul cinque per mille, abbiamo già pagato 230 su 253 milioni di euro riferiti alle dichiarazioni del 2011 sui redditi Benissimo, ci spiega però perché non si riesce a stabilizzare questa forma di finanziamento? Tutti gli anni il Non Profit si lamenta, penso con ragione, del fatto che una parte del gettito viene fagocitato dal governo per esigenze varie, cosicché il cinque per mille è sempre un po meno. La distrazione di una parte del gettito c è stata solo quest anno, i famosi 80 milioni, ma è la prima volta che succede, a quanto mi risulta. E vero che ogni anno si deve rifare una legge ad hoc; però il governo ha ripetutamente detto che la stabilizzazione del cinque per mille si potrà fare solo dopo aver messo ordine nella giungla delle detrazioni fiscali in generale. Questo non si riesce a fare, ha visto le vicende della legge di stabilità. Piuttosto io sono preoccupato del fatto che da un lato il gettito si riduce a causa della crisi, dall altro la platea dei beneficiari continua ad allargarsi: ad esempio sono appena entrate anche le associazioni culturali. Ovvio che alla singola realtà resta sempre meno. Come sono andati i finanziamenti previsti dalle leggi in vigore per il Non Profit, ad esempio per le organizzazioni di volontariato? Per le ODV, I fondi previsti dalla legge 266 relativi al 2011 sono stati pagati, per circa 2 milioni di euro. Stiamo erogando anche i finanziamenti alle APS, le associazioni di promozione sociale, poco meno di sette milioni di euro. Sono confermati anche i finanziamenti per l acquisto di beni strumentali, tipicamente le ambulanze, in tutto circa 7 milioni 750mila euro. Per il 2012, invece, abbiamo pubblicato regolarmente tutti i nuovi bandi, consultabili sul sito del Ministero. A sei mesi dalla chiusura dell Agenzia per le Onlus, come procede la riorganizzazione all interno del Ministero? Stiamo lavorando per smaltire il lavoro arretrato che ci è rimasto. In particolare le procedure di destinazione dei patrimoni delle associazioni sciolte: patrimoni piccoli, ma tantissimi, l arretrato arrivava al 2007.D altra parte l Agenzia per le Onlus non aveva dipendenti, per cui aveva difficoltà a svolgere lavori sistematici come questo. Qui al Ministero invece abbiamo 39 persone, più due dirigenti, tutte dedicate al Terzo settore. A breve costituiremo la quarta divisione, che raccoglierà tutte le competenze dell ex Agenzia. 6 Sono confermati i finanziamenti per l acquisto di beni strumentali, tipicamente le ambulanze, in tutto circa 7 milioni 750mila euro. Per il 2012, invece, abbiamo pubblicato regolarmente tutti i nuovi bandi Danilo Giovanni Festa L Unione europea sta prendendo diverse iniziative sulla responsabilità sociale d impresa, la CSR. C è una ricaduta anche sulle vostre attività? E un tema che mi sta molto a cuore, quindi grazie della domanda. Recentissimamente, in ottobre, abbiamo pubblicato per la prima volta sul nostro sito una sezione dedicata all argomento. Da settembre 2011, infatti, la responsabilità sociale d impresa rientra nelle competenze della mia Direzione. Secondo le indicazioni dell Unione europea, che ha chiesto a ciascun Paese di elaborare un piano nazionale di intervento, ho convocato una serie di incontri con tutti gli stakeholder: dal Ministero dello sviluppo economico alle Regioni, dall INPS ai rappresentanti del Non Profit, ai sindacati, alle associazioni imprenditoriali. Con il contributo di tutti, abbiamo redatto il piano d azione, che sarà consultabile sul nostro sito e su quello dell Economia tra pochi giorni, per consentire a tutti i cittadini di fare le loro osservazioni. Entro fine gennaio lo presenteremo a Bruxelles.

7 Anno 1 INTERVISTA Servono strumenti finanziari ad hoc per il sociale Parla Roberto Randazzo, docente di Non Profit Law all Università Bocconi di Milano. Intervista al prof. Roberto Randazzo, docente di Non Profit Law (corso di legislazione non profit in lingua inglese) all Università Bocconi di Milano e docente al Master in non profit alla Scuola di direzione aziendale della stessa università. Avvocato, messinese ma milanese d adozione, si interessa in particolare di strumenti finanziari per lo sviluppo del terzo settore e dell impresa sociale. Si sta per chiudere un 2012 di sofferenza per tanti italiani. Come si è mossa quest anno la politica verso il non profit, dal suo osservatorio e dal Suo punto di vista? Quali luci e quali ombre? In linea generale, non mi sembra che ci siano stati interventi, diciamo così, di svolta, che abbiano segnato una spartiacque con il passato. Si tratta di messe a punto, di limature, ma di sconvolgente non ho visto nulla. Neanche in negativo, intendiamoci. Ok, entriamo allora nel merito. Cominciamo dalla questione più dibattuta, l IMU. A che punto siamo? Salvo ulteriori cambiamenti sempre possibili, la soluzione adottata dal governo mi sembra tutto sommato equa: infatti le organizzazioni senza scopo di lucro, non solo religiose, pagheranno l imposta in proporzione all effettivo uso commerciale dell immobile interessato. Non si parla dunque più di spazi, ma di effettivo uso commerciale: un criterio più realistico, anche se non facile da applicare nei casi concreti. D altra parte il governo non poteva eludere il confronto con l Unione europea. A Bruxelles, glielo assicuro, considerano la questione senza pregiudizi ideologici, ma si preoccupano della concorrenza: tanto è vero che sono partiti dal ricorso di un associazione di categoria nell ambito del turismo, settore in cui, in alcune città del nostro Paese, l offerta da parte di enti senza scopo di lucro è particolarmente rilevante. Guardiamo anche il buono. E stata aumentata al 24% la detrazione fiscale sulle donazioni al non profit e le coop sociali hanno l IVA invariata. Sì, possiamo tirare un sospiro di sollievo per le coop sociali. L aumento delle percentuali di detrazione, in vigore dal 2013, rappresenta un elemento sicuramente positivo ed anche gli sviluppi recentissimi delle ultime ore, fanno ben sperare, in quanto sembrerebbero essere stati eliminati sia la franchigia Basta con il balletto del cinque per mille. Non è mai stata varata una legge. E il governo che ogni anno deve intervenire con una disposizione ad hoc per tenerlo in piedi. Resta sempre dunque quell area di discrezionalità che, sinora, ne ha impedito la stabilizzazione Roberto Randazzo sulle somme fiscalmente deducibili e detraibili che il tetto, sulle detrazioni inizialmente previsti..se passasse questo testo, abbiamo evitato quello che poteva diventare un disincentivo pesante, in quanto il risparmio fiscale per i donatori sarebbe stato veramente esiguo. Le vengono in mente altri provvedimenti positivi? Arriva Natale e siamo tutti più buoni Sì, nel pacchetto cosiddetto Crescitalia voluto dal ministro Passera c è un aspetto che è passato un po inosservato e invece è importante: l estensione alle start-up a vocazione sociale - organizzazioni che operano in via esclusiva nei settori indicati all articolo 2 comma 1 del decreto legislativo 24 marzo 2006, n degli interventi messi in campo a favore delle start up innovative. Invece la mancanza più grave del momento? Penso che sia il balletto del cinque per mille. Siccome non è mai stata varata una legge, ma è il governo che ogni anno deve intervenire con una disposizione ad hoc per tenerlo in piedi, resta sempre quell area di discrezionalità che fino ad oggi ne ha impedito la stabilizzazione, addirittura con il rischio, più volte paventato, di veder diminuire le risorse espressamente destinate dai contribuenti a questo o a quell ente non profit. Così il cinque non è mai veramente ii cinque. Occorre fare la legge una volta per tutte, altrimenti le organizzazioni non potranno mai fare dei piani a lungo termine basati su questa forma di solidarietà. Anche la chiusura dell Agenzia per il Terzo settore è una cosa triste, anche perché il trasferimento delle competenze in capo al ministero finora è avvolto nella nebbia. Secondo Lei che cosa farebbe veramente la differenza per il terzo settore, oggi, a livello di norme? Secondo me, la creazione di strumenti finanziari di raccolta specifici per il non profit. Impact investing e bond sociali. Sulla carta esistevano i titoli di solidarietà, ma non li ha emessi nessuno. Sotto questa affermazione c è la mia posizione personale: il non profit deve contare sullo strumento del fund raising, in tutte le sue forme, per irrobustirsi. L aiuto dello Stato ha dei limiti, finisce per ghettizzarlo e alla lunga può generare davvero forme di concorrenza sleale, mentre la raccolta presso il pubblico deve convincerlo, rendere credibile la causa. 7

8 Iniziativa Emergency: parte il Programma Italia Le nuove iniziative di Gino Strada. Emergency, l associazione italiana indipendente e neutrale nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre delle mine antiuomo e della povertà è da qualche anno attiva anche sul territorio italiano per portare aiuto sia agli immigrati che agli indigenti. In un incontro con Andrea Bellardinelli Coordinatore del Programma Italia di Emergency, abbiamo cercato di capire le motivazioni che hanno spinto un associazione come Emergency, così conosciuta e importante a livello mondiale, a dedicare dal 2006 in poi una buona parte dei propri sforzi e delle proprie risorse all implementazione di strutture fisse e mobili sul territorio italiano. Emergency, spiega Bellardinelli, ha iniziato il Programma Italia nel 2005 nelle carceri del Lazio principalmente con lo scopo di collaborare al soddisfacimento del diritto alla cura di ogni persona, sancito anche dall art. 32 della costituzione italiana, che purtroppo per cause diverse in alcune particolari regioni e situazioni può essere disatteso, continuando così a perpetrare la propria mission a sostegno della pace, della solidarietà e del rispetto dei diritti umani. Il progetto, pur avendo una notevole valenza a livello sanitario, risulta però molto più complesso spaziando dall attività di orientamento dei pazienti ai servizi socio-sanitari sino al supporto agli stessi nell ambito della giungla normativa e logistica che spesso attanaglia le attività nel nostro paese. Spesso, ricorda Bellardinelli, ci troviamo a fronteggiare situazioni dove i pazienti hanno notevoli difficoltà logistiche a raggiungere gli ambulatori per una semplice visita medica oltre a dover spesso fare i conti con gli orari di apertura di tali ambulatori che rendono difficoltoso l accesso ai lavoratori; oppure la normativa in materia sanitaria viene recepita in modo diverso da ogni regione, creando criticità amministrative per chi si sposta sul territorio nazionale, come ad esempio i lavoratori stagionali. Emergency ha così deciso nel 2006 di aprire un poliambulatorio a Palermo per garantire un assistenza socio-sanitaria gratuita e di qualità ai migranti, con e senza permesso di soggiorno, e comunque a chiunque ne avesse bisogno. Al poliambulatorio di Palermo hanno fatto seguito nel 2010 la creazione di un poliambulatorio a Marghera nel comune di Venezia e a partire dal 2011 un attività ambulatoriale mobile per portare assistenza sanitaria dove più c è bisogno. Le attività svolte dallo staff di Emergency nei presidi sia fissi che mobili iniziano dall accoglienza dei pazienti attraverso dei mediatori culturali che li informano sui loro diritti per proseguire poi con l aiuto concreto ad accedere ai servizi del sistema sanitario nazionale ed eventualmente con l accompagnamento del paziente stesso presso strutture pubbliche per visite specialistiche. Le prestazioni offerte dal personale di Programma Italia, quasi tutto volontario se si esclude il personale professionale necessario all organizzazione e alla continuità del servizio, sono totalmente gratuite e permettono a molte persone in difficoltà, dovuta anche alla perdurante crisi economica che attanaglia il nostro paese, di avere facile accesso a servizi di medicina di base, pediatria, oculistica e molte altre specialità a seconda del poliambulatorio e degli ambulatori mobili. Ma come è possibile integrare quest attività con quella del Sistema sanitario nazionale? La collaborazione con le isti- 8

9 Anno 1 di Massimo Maderna tuzioni presenti sul territorio dalle prefetture alle ASL ai comuni, spiega ancora Bellardinelli, è molto ampia e permette di portare l aiuto necessario alla popolazione più vulnerabile come può essere il migrante che svolge attività stagionale o la persona indigente che ha difficoltà ad accedere al servizio sanitario. A dimostrazione di questa collaborazione con le istituzioni locali, ricorda ancora Bellardinelli, il poliambulatorio di Palermo è situato in un edificio messo a disposizione, dopo essere stato completamente ristrutturato dalla Direzione Generale dell ASP 6 di Palermo. Molto rilevante in questi ultimi 2 anni anche l attività degli ambulatori mobili, allestiti su mezzi che comprendono 2 ambulatori e una sala per colloqui, che raggiungono le aree con maggior presenza di migranti quali, aree agricole, campi profughi e nomadi. Anche i risultati in termini sanitari del Programma Italia sono molto rilevanti, ci dice ancora Bellardinelli, come dimostra la percentuale, ben più bassa dell 1%, di pazienti che dopo aver ricevuto le cure di base dallo staff di Emergency sono state indirizzate al Pronto soccorso locale, ovvero il numero di ricette che vengono emesse per i pazienti anch esse molto limitate. Tutto questo permette di avere un notevole risparmio di costi da parte dei servizi sanitari locali che non vedono le strutture locali di pronto soccorso assalite magari per un influenza o per una gastrite, oltre a garantire il corretto percorso di cura per il paziente e a eliminare un ricorso inappropriato al pronto soccorso. Nel proseguo del Programma Italia Emergency sta per aprire un nuovo poliambulatorio a Polistena in provincia di Reggio Calabria cui ne seguirà uno in Campania a Napoli, anche per far fronte al sempre maggior numero di richieste provenienti da non migranti che attualmente hanno raggiunto il 20% dei pazienti. 9

10 INIZIATIVA Anno 1 Cinque Pc fanno scuola L associazione Caminando Juntos apre in Italia un laboratorio di informatica. Pronto? Sono Carlos Torres, presidente dell associazione Caminando Juntos. Abbiamo ricevuto dal BITeB cinque pc con cui stiamo per iniziare un corso di informatica di base e ci farebbe piacere la vostra presenza al momento dell inaugurazione. Verrà qualcuno?. Dopo un attimo di esitazione rispondo sì, volentieri, quando la curiosità prende il sopravvento sull incertezza. Due giorni dopo mi reco all indirizzo indicato, Carlos è già lì sul marciapiede che mi aspetta e, dopo un cordiale saluto, mi conduce nell atrio di un palazzo signorile vicino a Corso Sempione a Milano e mi fa entrare in quella che un tempo era probabilmente la portineria. Lì, in una cucina con tanto di frigorifero e accessori vari, sul tavolo al centro della stanza fanno bella mostra i cinque pc che il BITeB ha destinato all associazione e, davanti alle postazioni, sono seduti i primi cinque allievi del corso che sta per essere inaugurato. Samuel, ingegnere informatico, è il responsabile del corso e mi illustra brevemente il programma didattico: nozioni di base, sistema operativo, scrittura di documenti, foglio di calcolo, navigazione in internet e posta elettronica. Quello che serve per usare lo strumento tecnico, trovare informazioni ed entrare in rete, con la possibilità di mettersi in comunicazione con il proprio Paese di origine e quindi mantenere contatti stabili. Senza contare l importanza di queste competenze in ogni tipo di percorso lavorativo. L associazione è stata fondata da un gruppo di peruviani ed ha lo scopo di sostenere i propri connazionali nell inserirsi ed integrarsi in Italia, così hanno pensato anche all informatica come strumento necessario per questa attività e si sono rivolti al BITeB. Mentre ascoltavo pensavo a questa ulteriore conferma di come l uso della tecnologia sia ormai un fattore ineludibile di inclusione sociale. Siamo poi passati alla parte ufficiale dell incontro, mi hanno chiesto di fare un discorso e non sono mancati neppure il brindisi e le foto di rito. E stata dunque una bella occasione per vedere di persona l utilità del lavoro del BITeB (nel guardare quei pc pensavo alle persone che li avevano puliti e poi ricondizionati e poi imballati) e per constatare ancora una volta il grande valore aggiunto dell attività delle opere sociali, fatto di risposta a bisogni concreti e di rapporti costruttivi tra persone. La solidarietà può attivare un energia impensabile, come quel corso di informatica serale che non si ferma neppure davanti alla scomodità di una stanza non certo grandissima. Mettersi insieme e cominciare a costruire con quello che si ha a disposizione è la grande lezione che viene dal Terzo Settore, così come hanno fatto Carlos ed i suoi amici: così anche solo cinque pc fanno scuola. P.S. Mi pare che in Gran Bretagna la chiamino big society. Paolo Galandra 10

11 Anno 1 REPORTAGE Techsoup & dintorni anche in Belgio e Germania! Lo sviluppo del programma di donazione. di Davide Minelli Nello scorso mese di ottobre ho avuto la possibilità di visitare le sedi di TechSoup in Belgio e Germania. Lo scopo e la mission della mia trasferta era la possibilità di confrontarsi con altri colleghi sui problemi e le opportunità del programma di donazione TechSoup oggi presente nel mondo in 40 Paesi. Effettivamente sono emersi alcuni dati rilevanti. In Germania il programma di donazione TechSoup - che consente alle organizzazioni non profit di ottenere software e hardware con un costo amministrativo pari al 4-5% del valore commerciale del bene - è partito nel 2008 ed è nato dallo Stiftungszentrum una realtà low profit che ha sede a Monaco in cui lavorano 25 persone, specializzato nella consulenza per la creazione di fondazioni. Lo Stifter-Helden (il TechSoup tedesco) ha sede invece a Windhagen vicino a Colonia. I colleghi tedeschi mi hanno raccontato le peculiarità del Terzo Settore tedesco che si compone di circa Organizzazioni Non Profit di cui registrate a TechSoup. Numerosi sono i partner donatori locali: oltre a Microsoft, Cisco e Symantec in Germania esiste una forte partnership con SAP (che è tedesca) con la quale si organizzano workshop formativi dove vengono regalati alle associazioni e fondazioni che partecipano dei coupons per effettuare un ordine all interno del catalogo TechSoup. La procedura di accreditamento in Germania è più semplice rispetto a quella italiana. Le Organizzazioni Non Profit devono infatti inviare un solo documento fiscale (rilasciato dalla autorità) che viene rinnovato ogni 5 anni. Quotidianamente si registrano in media 20 organizzazioni non profit: molte di queste sono sportive. Secondo i tedeschi il miglior marketing è il passaparola anche se da un anno stanno utilizzando altri canali come i social network (Facebook e Twitter). Recentemente i colleghi tedeschi hanno aiutato a costituire e a lanciare TechSoup in Austria. In Belgio la Zuppa Tecnologica nasce nel 2006 quando l attuale direttore - in quel periodo General Manager di una multinazionale della tecnologia - va in pensione e, decidendo di far qualcosa per il Le peculiarità del Terzo Settore tedesco che si compone di circa Organizzazioni Non Profit di cui registrate a TechSoup. Terzo Settore, cercando in rete s imbatte in TechSoup Global. Dopo aver preso i contatti con la sede centrale a San Francisco e successivamente con Microsoft Belgio nasce Socialware una Non Profit creata ad hoc In Belgio sono presenti circa Organizzazioni Non Profit e in Olanda Più di cinquemila le Organizzazioni Non Profit registrate a TechSoup proprio per consentir l avvento del programma di donazione anche in Belgio. Sei persone lavorano oggi per Socialware che segue anche l Olanda e il Lussemburgo. Anche in Belgio Il processo di accreditamento è molto semplice: esiste un portale nel quale sono presenti tutte le Organizzazioni Non Profit riconosciute e all interno del quale è possibile trovare i documenti relativi all organizzazione. Per registrarsi a TechSoup è sufficiente inserire il numero di codice di questo portale nazionale. I colleghi hanno attivato ed è partito anche un altro interessante progetto di TechSoup: GuideStar International denominato in Belgio be (relativo al fundraising). In Belgio sono presenti circa Organizzazioni Non Profit e in Olanda Più di cinquemila le Organizzazioni Non Profit registrate a Tech- Soup. Nel 2011 il valore commerciale dei software ed hardware ceduto alle organizzazioni non profit è stato di euro ,00. E certamente stato utile confrontarsi con colleghi che affrontano operativamente da molti anni dinamiche e situazioni analoghe in contesti territoriali diversi. Tutti, sia i tedeschi che belgi, hanno manifestato il desiderio di continuare a condividere concretamente i problemi che scaturiscono dal day by day. L attività di benchmark ha inoltre consentito di approfondire e conoscere le diverse modalità con cui promuovere il programma di donazione: Social network, numero verde telefonico etc. Questa esperienza ha confermato il fatto che anche in Italia potremo raggiungere i successi che i nostri vicini di casa hanno saputo cogliere. Paradossalmente promuovere un programma di donazione sconta la ritrosia e il sospetto che dietro si nasconda qualche fregatura. Come al solito ci dobbiamo ripetere: non c è trucco, non c è inganno: provare per credere! 11

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13 Anno 1 iniziativa I beni del BITeB in Libano Cronaca del trasferimento di tecnologie biomediche alla missione Unifil, attraverso l Esercito italiano. di Massimo Maderna Si è attivata nel mese di ottobre 2012 un importante attività di cooperazione internazionale che vede coinvolti l Associazione di volontariato BITeB Onlus, l Azienda Ospedaliera di Legnano e l Esercito Italiano rappresentato nell occasione dal Reggimento Savoia Cavalleria (3 ) di stanza a Grosseto nell ambito della missione ONU in Libano e del progetto Pace e Solidarietà. Quest ultimo, nato in ambito scolastico nel 2009 nella provincia di Milano, ha avuto sin dall inizio lo scopo di far conoscere la realtà delle missioni di pace dei Contingenti militari, in particolare in teatri quali Iraq, Afghanistan e Libano e di sostenere le stesse con iniziative di tipo umanitario nei confronti delle popolazioni locali. Dopo il grande riscontro sociale ed educativo dell esperienza scolastica, il progetto, guidato dalla Professoressa Carmen La Rosa, è proseguito con il reperimento di vari generi di conforto, segnalati dagli stessi Contingenti in base alle necessità che vengono continuamente rilevate in teatro operativo. Tutti i beni medicali, tra cui apparecchiature e arredi che sono stati richiesti sono stati inviati in Libano, nella base di Al Mansouri, per l allestimento e il potenziamento di vari ospedali al fine di aiutare la popolazione anche da un punto di vista medico. L intervento del BITeB e dell Azienda Ospedaliera di Legnano ha permesso al Reggimento Savoia Cavalleria (3 ) di accedere a molti beni sanitari che erano stati dismessi e che non avevano trovato collocazione presso altre Associazioni di volontariato operanti nei Paesi in via di sviluppo nell ambito di progetti di Cooperazione internazionale. Tra le apparecchiature e i beni donati dall Azienda Ospedaliera vi sono pompe di infusione, microscopi, fonti di luce, lettini da visita, sedie a rotelle, ecografi, contenitori per sterilizzazione e persino delle cucine per ospedale. Il ritiro di tutti i beni si è svolto presso l Azienda Ospedaliera di Legnano il 24 ottobre u.s. con l intervento dei militari del Reggimento Savoia Cavalleria (3 ) e della Professoressa La Rosa, del personale del Ospedale e di quello del BITeB che hanno provveduto immediatamente all allestimento di due container che pochi giorni dopo sono stati imbarcati per il trasporto in Libano via nave. Il BITeB intende, dunque, proseguire in questa attività di cooperazione internazionale sanitaria al fine di permettere l accesso ai beni dismessi anche ad altri progetti di pace e solidarietà che vedano coinvolti i nostri contingenti oppure organismi come la Croce Rossa Italiana. 13

14 testimonianza Quattro moschettieri del BITeB Brando Celle, Marco Colombo, Luciano Proverbio, Carlo Tardini, i nostri tecnici volontari, si possono definire, con un sorriso, i quattro moschettieri del laboratorio BITeB. Loro sono davvero il cuore pulsante della nostra attività, non solo perché rappresentano la grande maggioranza dei nostri volontari, ma anche perché il laboratorio è per il BITeB quello che per un azienda è la fabbrica, l officina: il cosiddetto core business. Lì stanno fisicamente i computer e lì si trasformano da rifiuti a risorsa, senza bacchette magiche ma grazie a un impegno silenzioso, tenace e preciso. Non è casuale che molti volontari, anche degli anni passati, abbiano detto di trovare la maggior soddisfazione proprio nel vedere rinascere oggetti abbandonati sotto le loro mani. Pensando poi alle potenzialità che grazie a quegli oggetti si dispiegheranno in progetti umanitari, formativi e sociali di grande valore. In quattro schede domanda-risposta abbiamo cercato di darvi un istantanea di ciascuno di loro 14

15 Anno 1 Carlo Tardini Abita a: Vimercate Quanti anni ha: 67 Da quando è volontario BITeB: sei anni Ha fatto o fa volontariato anche: Centro aiuto alla vita di Vimercate Ha studiato: ingegnere elettronico Ha la passione del: radioamatore Lavora o lavorava come: ingegnere informatico Che ruolo ha in laboratorio: responsabile La cosa che non cambierebbe mai del laboratorio: l opportunità di un viaggio presso un beneficiario La cosa che cambierebbe all istante: vorrei ricevere più informazioni sui progetti beneficiari Marco Colombo Abita a: Milano Quanti anni ha: 45 Famiglia: single Da quando è volontario BITeB: 4 anni Ha fatto o fa volontariato anche: assiste persone disagiate Ha studiato: top secret Ha la passione del: sci da discesa Lavora o lavorava come: lavori diversi Perché fa il volontario: è bello recuperare risorse che sarebbero state scartate e donarle a chi ne ha bisogno Che ruolo ha in laboratorio: segue il ciclo delle commesse per clienti specifici La cosa che non cambierebbe mai del laboratorio: poter sapere chi beneficerà del suo lavoro La cosa che cambierebbe per prima: organizzare meglio la scansione delle attività Brando Celle Abita a: Milano Quanti anni ha: 20 Famiglia: single Da quando è volontario BITeB: 1 anno Ha fatto o fa volontariato anche: in nessun posto Ha studiato: all istituto tecnico elettronico e delle comunicazioni Ha la passione del: ciclismo Lavora o lavorava come: sta cercando lavoro Perché fa il volontario: impara moltissimo in un clima amichevole Che ruolo ha in laboratorio: sistema soprattutto l hardware La cosa che non cambierebbe mai del laboratorio: le persone La cosa che cambierebbe all istante: il posto dove pulire i pc: è all aperto Luciano Proverbio Abita a: Milano Quanti anni ha: 67 Famiglia: single Da quando è volontario BITeB: oltre un anno Ha fatto o fa volontariato anche: in nessun posto Ha studiato: perito industriale Ha la passione del: pittura e giardinaggio Lavora o lavorava come: disegnatore meccanico, poi tassista Perché fa il volontario: così ha superato l idiosincrasia per l informatica Che ruolo ha in laboratorio: jolly La cosa che non cambierebbe mai del laboratorio: i rapporti tra colleghi La cosa che cambierebbe all istante: adotterei un sistema più sofisticato di test dei pc 15

16 partnership La versione di Relight Un attivita di Responsabilita Sociale in partnership con il BITeB. Il tema dello smaltimento e del recupero dei cosiddetti RAEE rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche è sempre di grande attualità, perché costituisce un punto strategico nel rapporto tra uso della tecnologia ed attenzione alle ricadute ambientali. Con Bibiana Ferrari, Amministratore Delegato di RELIGHT srl, che supporta il BITeB per lo smaltimento i materiali elettronici che non riusciamo a utiizzare, facciamo il punto sulle problematiche del settore. Come si può constatare dalle immagini, Relight è un azienda ROSA. Bibiana Ferrari, Amministratore Delegato di RELIGHT srl Impianto di trattamento R2 e R4 (lavatrici e piccoli elettrodomestici) Impianto di trattamento lampade fluorescenti Ci descriva l attività di Relight, quando e come nasce? Qual è stato il suo sviluppo? A quali soggetti proponete i vostri servizi? Relight nasce nel 1999 da un progetto di collaborazione con Philips per la raccolta ed il recupero delle lampade fluorescenti ed inizia la sua attività con la costituzione di un network di raccolta su tutto il territorio nazionale, appoggiandosi ad impianti partner per lo stoccaggio intermedio, ed avvalendosi di impianti esteri per il processo di recupero. Dal 2001 Relight dispone di un proprio impianto a Rho (MI), dove svolge operazioni di trattamento, recupero e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi prevalentemente appartenenti alla categoria delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. A partire dal 2006 l azienda ha intrapreso un percorso di modernizzazione e miglioramento tecnologico dell impianto di Rho, al fine di rispondere ai requisiti più esigenti della normativa nazionale e internazionale sul trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici. A oggi Relight dispone di un nutrito parco di automezzi per la raccolta ed il trasporto dei RAEE, e di avanzate linee di trattamento per il recupero dei materiali presenti in tali rifiuti. I rifiuti elettronici, che Relight ha cominciato a trattare già dal 2001, rappresentano oggi una grande sfida grazie all attuazione della Direttiva CE 2002/96 WEEE, che disciplina tutte le fasi di raccolta, trattamento e recupero dei RAEE. Dal 1 gennaio 2008 è infatti divenuto finalmente operativo il nuovo sistema RAEE : l onere della raccolta e recupero di questa tipologia di rifiuti è stata spostata in capo ai produttori dei beni, strutturatisi prevalentemente in Consorzi, che devono garantire che i rifiuti elettrici ed elettronici vengano raccolti in modo differenziato e recuperati in impianti specializzati, suddividendoli in 5 grandi raggruppamenti: R1 - Freddo e clima, R2 - Altri grandi bianchi, R3 - TV e Monitor, R4 - IT e Consumer electronics, PED e altro, R5 - Sorgenti luminose. Relight, da sempre specializzata nel trattamento di apparecchiature con tubo catodico (R3: monitor e TV) e lampade fluorescenti (R5), ha investito nella ricerca di soluzioni anche per quanto concerne le apparecchiature elettroniche non pericolose (R2 ed R4). Grazie alla continua evoluzione tecnologica e organizzativa, Relight ha potuto accreditarsi quale fornitore presso i Consorzi di produttori, nuovi gestori della filiera della raccolta e recupero dei RAEE, per i raggruppamenti R2, R3, R4, R5. A che punto è l Italia nel recupero dei RAEE? Quali sono le maggiori criticità? Anche voi sentite la crisi? Nell anno 2011 c è atata una crescita della raccolta RAEE del 6%, che conferma il trend registrato negli anni precedenti; questo, nonostante la crisi economica abbia fatto registrare una contrazione nei consumi di apparecchiature elettriche ed elettroniche, soprattutto nell ultima parte dell anno. Nonostante questo c è ancora molto da fare: infatti, secondo uno studio condotto da Remedia, I RAEE generati in Italia nel 2011 ammontano a circa 880mila tonnellate, pari a 14.6 Kg per abitante, ma i sistemi ufficiali ne hanno raccolti poco più di un terzo. Una criticità rilevante è rappresentata dal cosiddetto canale informale : operatori commerciali che ad oggi gestiscono i RAEE parallelamente al canale ufficiale, composto da enti locali, aziende, i 16 sistemi collettivi e i circa 60 impianti, ma che a differenza di quest ultimo non garantiscono report di tracciabilità dei flussi e, 16

17 Anno 1 di conseguenza non assicurano il corretto riciclo del rifiuto. Vi è poi una problematica a monte concernente la produzione immessa sul mercato; si tratta dei cosiddetti free-riders: se è vero che i primi 500 produttori rappresentano circa il 90% delle apparecchiature immesse sul mercato, è anche vero che mancano all appello almeno 2000 aziende. Questi free riders fanno scomparire una quota stimata di 300mila tonnellate di RAEE su un immesso sul mercato pari a 1.2 milioni l anno. La crisi si fa sentire, certo: dai primi dati relativi al 2012 il comparto registra per la prima volta un calo: -9% dei volumi raccolti. La strategia di mercato delle aziende per contrastare il calo dei RAEE è ampliare il raggio di raccolta: in questo modo è possibile trattare all incirca gli stessi quantitativi di rifiuti del le di Impresa come trasparenza, attenzione al contesto in cui si opera, buona reputazione sono sempre più connessi allo sviluppo del business di un azienda. Cosa ne pensa l ad di Relight? La mission Relight, di raccolta, trattamento e recupero delle apparecchiature elettroniche a fine vita, si inserisce di per sé nell ottica di un ritorno all equilibrio dell ecosistema. Infatti, grazie ad una percentuale di recupero vicina al 95%, che permette il ritorno dei materiali ai cicli produttivi, è possibile la chiusura del cerchio e la ricerca di uno sviluppo sostenibile, che permetta di mantenere il consumo di risorse e i conseguenti impatti al di sotto della soglia di saturazione dell ambiente. Relight è certificata ISO14001 ed è registrata EMAS. I prossimi obiettivi di Relight per incrementare i livelli di trasparenza aziendale interna ed esterna, anche rispetto agli stakeholders, sono quelli di avviare e rendere operativo il modello aziendale 231, che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e il modello OHSAS di certificazione per il sistema di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro. In tal modo sarà possibile integrare, in un unico sistema la componente ambientale e sicurezza all interno di Relight. Come vede l attività del BITeB e come giudica la partnership che si è instaurata con Relight? Relight è felice di mantenere e rendere maggiormente attiva la relazione instaurata con associazioni senza scopo di lucro quali il BANCO INFORMATICO TEC- NOLOGICO e BIOMEDICO. Solamente attraverso la completa ed integrata partecipazione di tutti gli attori che costituiscono la nostra società potremo raggiungere importanti obiettivi in campo sociale, politico economico ed ambientale. Sappiamo che nel corso degli anni avete sviluppato dei progetti particolari. Può descriverli brevemente? Per quanto riguarda i progetti di ricerca segnalo innanzitutto GLASSPLUS. Nell ottica di un ottimizzazione della gestione dei RAEE, il Consorzio ReMedia nel 2008 ha stipulato con Meta srl (azienda leader nelle forniture di impasto ceramico atomizzato) un accordo finalizzato a definire la possibilità di utilizzo di frazioni di vetro provenienti dalla bonifica dei CRT (tubi catodici da televisori e monitor) in impasti ceramici per la produzione di gres porcellanato. Il vetro dei tubi catodici, recuperato e raffinato da aziende specializzate, tra cui Relight, viene reinserito nel ciclo produttivo di un impasto ceramico contenenti il 20% di materiale postconsumo. Lo spirito rivoluzionario e strategico di Glass Plus è stato premiato nell ottobre 2010, anno in cui il progetto è stato inserito in Eco-Innovation, un programma europeo che supporta i piani di innovazione eco-compatibile di rilevanza europea. Il progetto si è concluso con successo nel Segnalo, inoltre, Il progetto HydroWEEE, nell ambito del Settimo Programma Quadro della Commissione Europea, punta allo sviluppo di un impianto mobile per l estrazione di metalli (rame, manganese, zinco, ittrio, indio ) da rifiuti elettronici, incluse pile e lampade, attraverso un processo idrometallurgico che sia in grado di garantire alti livelli di purezza (oltre il 95%). Il consorzio HydroWEEE è formato da sette partner di quattro paesi diversi (Austria, Italia, Romania e Serbia). Con un impianto mobile, diversi riciclatori potranno usufruire in momenti diversi dei medesimi benefici, e produrre una materia prima seconda in grado di essere direttamente e facilmente utilizzata, senza necessità di ulteriori processi di raffinazione. Il programma di ricerca, terminato nel febbraio 2012, è in fase di implementazione attraverso un secondo progetto, Hydroweee Demo. Temi di Responsabilità Socia-

18 NOTIZIA I corporate social responsibility manager sono in aumento in Italia Una professione innovativa che gestisce le problematiche sociali e ambientali connesse al lavoro delle imprese e intese come parte integranti delle loro strategie e dei loro piani industriali. Milano, 19 nov. (Adnkronos) - Corporate social responsibility (Csr) manager: una nuova professionalità destinata a crescere in Italia. L 88% delle imprese italiane riconosce ormai l alto valore del fenomeno della responsabilità sociale, mentre la recente crisi economica non ha sostanzialmente modificato l impegno delle aziende verso i temi della sostenibilità. In certi casi, negli ultimi anni, lo ha addirittura aumentato. E quanto ha affermato oggi Mario Molteni, professore di economia aziendale all università Cattolica di Milano e direttore di Csr Manager network, intervenendo all incontro Csr in different countries: a focus on China organizzato dall Altis, Alta scuola impresa e società. Il docente, che di Altis è direttore, ha riportato i risultati di una ricerca condotta da Gfk- Eurisko e Fondazione Sodalitas sull argomento: il 40% delle imprese quotate in borsa ha ormai un Csr Manager; il 75% di questi nuovi professionisti lavora in grandi aziende e il 59% risponde direttamente al top management. Il Csr manager - spiega Molteni - è una professione innovativa che gestisce le problematiche sociali e ambientali connesse al lavoro delle imprese e intese come parte integranti delle loro strategie e dei loro piani industriali. L identikit dei Csr manager tracciato dalla ricerca Gfk-Sodalitas rivela come il 56,8% di loro sia composto da donne, in età compresa tra i 40 e i 50 anni, con un elevata formazione in economia ed esperienza di lunga data nella stessa azienda. La loro retribuzione media annuale si assesta sui circa 79mila euro ed è ormai paragonabile a quella di qualsiasi altro dirigente. L attività principale del Csr manager - aggiunge il docente - consiste nella rendicontazione, ma può anche essere il consulente di chi gestisce gli acquisti e le risorse umane. Secondo la ricerca, dalle politiche di sostenibilità deriva per le imprese un decisivo miglioramento nella loro reputazione, nel rapporto con il territorio, nella relazione con gli stakeholder e nel clima interno all azienda. In alcuni casi, tuttavia, la responsabilità sociale incontra ancora alcuni ostacoli: Tra i maggiori problemi incontrati - conclude - c è l insufficienza della struttura dedicata e del supporto dei top manager, la scarsa fiducia nell ottenere vantaggi economici, il limitato interesse da parte dei clienti e, da ultimo, l eccesso di burocrazia. VOCI DALLA PRATERIA Anno 1 Ma è a favore dei bambini.!!! Concludeva così il suo intervento di appoggio alla iniziativa Barbara D Urso in una delle sue trasmissioni su Canale 5. Queste ed altre parole si dicono in TV per chiedere quattrini da versare per le diverse Associazioni che si occupano dei bisogni - anche questi molto dettagliati - di bambini affetti da malattie genetiche, croniche, ecc. L offerta a chi ha bisogno è il comune denominatore della attenzione sociale quando accade che uno è baciato da una fortuna in termini economici esagerata: una parte di questi soldi che ho vinto li voglio donare a. E si conosce una realtà Non Profit, una nuova spesso! Ci sono trasmissioni come Telethon o gli spot TV di Mediafriends o spot generici divulgati qua e là. Più rara (nonostante le diverse attenzioni e le recenti premiazioni al suo Presidente), è la presenza di Pubblicità Progresso: le sue campagne sono molto intelligenti, e realizzate con indubbio gusto ed efficacia. La debolezza sta proprio nella poca visibilità che hanno. E così che si fa sentire il Terzo Settore. In modo Organizzato da grandi contenitori di comunicazione o casualmente. Esistono migliaia, anzi decine di migliaia di Enti Non Profit: pochi sono i fortunati ad essere nominati per poter godere di iniziative di sostegno, anche economico. La prima forma di libertà è quella associativa. Ma il titolo quinto della nostra Costituzione cita il principio di sussidiarietà. Che prevede una qualche forma di sostegno. In ogni territorio, in ogni settore si dovrebbero conoscere coloro che fanno: anzi il cittadino dovrebbe sapere con certezza cosa fanno, ma anche come fanno il loro intervento nel mare del bisogno. Tra le mille indagini di mercato, gli Enti Pubblici o le Fondazioni private non hanno mai classificato il Terzo Settore sulla base del suo contributo effettivo al benessere sociale valutato dai cittadini. Se una realtà opera nella società dovrebbero essere i cittadini a valutare l efficacia e la bontà della iniziativa. Invece la valutazione è sempre a monte: la fa la Pubblica Amministrazione, la fanno gli esperti che quotano i progetti, la fa quel tal gruppo culturale, o un altra Associazione (Rotary, Lions ), la fa il partito se l associazione appartiene alla propria area ideologica. Quello che non si capisce è quanta e quale è l utilità sociale di servizi erogati da Organizzazioni Non Profit, e perché certe associazioni di libero pensiero debbano essere sostenute se svolgono attività che non hanno incidenza sociale, ma solo interna, tra soci. Ad esempio sono moltissime le richieste alla PA per avere contributi pubblici per i pranzi di Natale. E normale? Tutti sulla stessa riga. Tutti a chiedere soldi alla PA, tutti a far progetti. Però non tutti uguali, non tutti percepiti nella loro veste di utilità al bisogno, non tutti accreditabili, non tutti veramente sussidiari. Chi è sussidiario socialmente va certificato, o no? 18

19 Anno 1 NOTIZIA La Csr nell Unione Europea: i nuovi contenuti per un mondo globalizzato Le linee di indirizzo del in tema di Welfare. Sarà forse perché il welfare annaspa in tutta l Unione europea, oppure perché un po dappertutto le imprese sociali creano più posti di lavoro delle altre, sta di fatto che Bruxelles sta accelerando nelle iniziative volte a promuovere la responsabilità d impresa e l approccio sociale all imprenditoria. Lo testimonia la fitta agenda messa in campo fin dall anno scorso, quando l Unione pubblicò il documento Una rinnovata strategia europea per la CSR Degli impegni presi allora, proprio in queste settimane si sta svolgendo la raccolta di piattaforme propositive da parte degli stakeholder di riferimento in ciascun Paese europeo, che verrà resa pubblica all inizio del Questa raccolta risponde all esigenza, indicata nel documento del 2011, di incorporare nel concetto di responsabilità sociale anche punti di vista diversi da quelli delle stesse imprese, per evitare il rischio di un approccio autoreferenziale. Un altra iniziativa già in corso è l istituzione di un premio europeo per la responsabilità sociale: per l Italia è stata scelta come referente la Fondazione Sodalitas, che lo gestirà attraverso il Sodalitas Social Award, il riconoscimento che ormai da 10 anni va alle imprese e organizzazioni non profit più attive e innovative in quest area. Le altre azioni chiave individuate da Bruxelles con l obiettivo di promuovere ed estendere i comportamenti responsabili sono: - Ridefinire il concetto di CSR sulla base di principi internazionali più aggiornati e condivisi; - Attivare meccanismi di mercato che siano di incentivo ai comportamenti responsabili delle imprese, ad esempio il public procurement, gli acquisti della pubblica amministrazione; - Educare le imprese verso una maggiore trasparenza sulle questioni sociali e ambientali; - Considerare con maggiore attenzione la tutela dei diritti umani nell ambito della CSR. Vediamo come si stanno articolando queste azioni nello svolgersi dell agenda Ridefinire il concetto di CSR La nuova definizione proposta Un altra iniziativa già in corso è l istituzione di un premio europeo per la responsabilità sociale dall Europa è la responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società. Un concetto che dà per scontato che il rispetto delle leggi di riferimento e degli accordi sindacali sono un prerequisito della CSR, che deve andare oltre; fondamentale poi la necessità di identificare, prevenire e mitigare gli aspetti negativi dell attività, si pensi all inquinamento, ad esempio. Attivare meccanismi di mercato che siano di incentivo ai comportamenti responsabili Soprattutto da parte dei consumatori, la scelta dei prodotti sulla base di criteri etici è ancora molto difficile, a causa della mancanza di informazioni. Compito delle istituzioni è dunque di colmare questa lacuna, anche attraverso incentivi (erogabili dai singoli Stati) alle imprese più generose di informazioni. Un iniziativa è già in corso a livello sperimentale: è Geofairtrade, applicazione per telefoni mobili che consente di acquisire informazioni su alcuni prodotti del circuito Fairtrade digitando o scannerizzando il codice a barre del prodotto. Educare le imprese verso una Sono stimate oltre 2500 le imprese europee che già pubblicano regolarmente report di sostenibilità maggiore trasparenza sulle questioni sociali e ambientali Sono stimate oltre 2500 le imprese europee che già pubblicano regolarmente report di sostenibilità, ma è ancora ben poco rispetto alle grandi imprese operanti nell Unione. La Commissione presenterà nel 2013 una proposta di legge che stabilisca degli standard minimi di trasparenza, anche per armonizzare le informazioni attualmente disponibili, che essendo su base volontaria, sono molto frammentate ed eterogenee. Considerare con maggiore attenzione la tutela dei diritti umani nell ambito della CSR La globalizzazione di questi anni ha posto con evidenza il problema della tutela dei diritti umani nei Paesi dove i governi hanno comportamenti neutrali o peggio, violano essi stessi tali diritti. Il ruolo delle imprese multinazionali non può essere quello di guardare da un altra parte o addirittura di trarre da queste situazioni maggiori profitti; al contrario, la globalizzazione deve diventare un veicolo per la diffusione e l affermazione in tutto il mondo dei diritti fondamentali sanciti dalle Nazioni Unite. Le imprese devono fare la loro parte: La Commissione sta elaborando le linee guida per i settori industriali più interessati dalla delocalizzazione produttiva, basati sulle linee guida dell ONU. 19

20 INTERNET Cinque consigli per migliorare il website Nonostante tutti i siti web abbiano l usabilità come comune denominatore per il proprio successo, questi problemi di norma non vengono alla luce prima che un utente abbia esplorato il sito in ogni sua parte. Mantenere vivi l interesse e l attenzione visiva degli utenti quando visitano il sito per la prima volta gioca un ruolo fondamentale affinché vi rimangano. Tenere alto l interesse di un nuovo visitatore ed incoraggiarlo a esplorare il sito riveste una particolare importanza per le organizzazioni non profit perché stanno vendendo un idea e non un prodotto tangibile. Comunicare la propria mission e i propri obiettivi necessita un attenta considerazione dei fattori visivi che contribuiranno a trattenere gli utenti sul sito abbastanza a lungo da fargli recepire l intento perseguito dalla vostra organizzazione. Secondo il premiato designer e produttore multimediale di mowhawkstreet.com, Mike Schmidt, la creazione di un legame emotivo è spesso l elemento trainante di questi siti, ma anche della maggior parte del marketing. Con risorse economiche limitate e dipendendo in gran parte dal lavoro di volontari per la costruzione e la manutenzione dei siti, costruire pagine web che possano creare questi legami emotivi con gli utenti rappresenta un ardua sfida per le organizzazioni non profit. Questo articolo si concentra su cinque consigli di base per aiutare i web-master impegnati nel non profit a creare siti visivamente accattivanti. I consigli che forniremo non sono certo delle novità o rivelazioni che sconvolgeranno il mondo del web e sono validi per quasi ogni genere di siti, tuttavia la loro corretta applicazione potrebbe trasformare un sito non profit funzionale ma mediocre in un sito accattivante e ad alto traffico grazie al passaparola entusiasta dei visitatori. 1. Create una home page ordinata che invita all esplorazione Una home page disordinata, sommersa da troppi testi o con troppi elementi grafici potrebbe allontanare dei possibili sostenitori. Spesso la prima impressione su un organizzazione non profit si basa proprio sull aspetto dell home page, quindi non dovrebbe mai essere messa insieme a casaccio, solo per essere presenti sul web. Network for Good, una non profit che fornisce idee per la raccolta fondi ad altre non-profit, raccomanda di mirare alla semplicità e ad un design lineare. L home page dovrebbe essere attraente e accattivante, ma ordinata. girleffect.org Girleffect.org si rivolge a giovani solidali verso la condizione delle ragazze dei paesi in via di sviluppo. L home page presenta solo quattro voci di navigazione: Home, Learn, Give, e Mobilize (Home, Impara, Dona, Mobilitati). Facendo scorrere la pagina, si trova la Call to Action 3 Things You Can Do Right Now Donate, Spread the Word, and Learn ( 3 cose che puoi fare subito Donare, Spargere la voce, Imparare). Operation Warm Operation Warm distribuisce nuovi cappotti invernali a bambini bisognosi negli Stati Uniti. L home page offre tre Tab da cui si aprono dei menù a tendina con altre opzioni. Facendo scorrere la pagina, sotto la piega appare What we Do (Cosa facciamo), dove viene fornita in dettaglio la dichiarazione d intenti. Il titolo e l immagine centrale comunicano senza alcuna ambiguità la missione della fondazione non profit. 2. Create la riconoscibilità del marchio tramite un logo. Avere un logo che metta in evidenza l intento dell organizzazione non profit o funga da promemoria per la causa, contribuisce a rendere un sito più facile da ricordare. Diffondere un marchio attraverso un logo è parte dell esperienza emotiva che si vuole far provare agli utenti nel momento in cui entrano in contatto con la vostra organizzazione. Creare un logo è un investimento che dovrebbe essere in cima ai titoli di spesa del bilancio. Il logo di una organizzazione non profit, idealmente, dovrebbe essere immediatamente riconoscibile, trasmettere il significato del nome o della missione dell organizzazione e conservare la sua efficacia quando diffuso in colorazioni o tramite mezzi di comunicazione diversi. Feed the Children Il semplice logo di Feed The Children che rappresenta un bambino con le braccia tese nell atto di reggere una ciotola di cibo ci tocca subito nel vivo, suscitando il desiderio di offrire un aiuto. E quando questo viene associato allo slogan It s who we are. It s what we do. (Ecco chi siamo, ecco quello che facciamo) - crea un immagine forte e facile da ricordare. La Fondazione Michael J. Fox per la ricerca sul morbo di Parkinson La Michael J. Fox Foundation for Parkinson s Research utilizza in maniera ingegnosa delle linee grafiche che danno l illusione del corpo di una volpe (Fox), con una coda fluente e orecchie a punta, accanto al nome della non profit. La scelta del colore ramato-arancio del logo e dei caratteri contribuisce a mettere in risalto il nome dell organizzazione benefica e della sua mascotte - la volpe. Wounded Warrior Project Alcuni loghi riescono ad essere molto incisivi con un semplice bianco e nero. Il logo di Wounded Warrior Project che rappresenta un soldato che porta un commilitone lontano dal campo di battaglia è facilmente riconoscibile dalla sua sagoma, nonostante non si veda il viso dei soldati. Il banner in scala di grigio con una presentazione con foto di militari sottolinea lo scopo rappresentato dal logo prendersi cura dei militari feriti. 3. Create un tema visivo coerente. Mantenere un tema visivo coerente su un sito web contribuisce a rendere il sito omogeneo e rende più semplice la navigazione. Cercate di stabilire uno stile uniforme, scegliendo colori e caratteri che si accordano bene al marchio dell organizzazione e assicuratevi che vengano mantenuti in tutte le pagine. Mantenere lo stesso stile in tutto il sito e rispecchiarlo sul materiale promozionale rinforzerà l identità del marchio della vostra organizzazione. Il tema visivo dovrebbe riflettere la cultura dell organizzazione e, allo stesso tempo, mirare ad attrarre i donatori, i volontari e i sostenitori che la vostra organizzazione sta tentando di raggiungere. History Pin. History Pin, vincitore del premio Webby Awards 2011 nella categoria istituzioni benefiche/non-profit, si impegna a far parlare di più, far condividere di più, far incontrare più spesso le generazioni. Il sito integra Google maps, cronologie eventi e foto personali caricate dagli utenti con l intento di creare un archivio che metta insieme i luoghi, gli eventi e le storie delle persone. Lo stile del sito, una via di mezzo tra l album dei ricordi e il progetto scolastico, mira ad attirare un pubblico sia di giovani che di anziani e invogliarli quanto più possibile al dialogo intergenerazionale. 4. Create una presenza video. Un video coinvolgente riesce a raccontare una storia e aiuta a mantenere viva l attenzione dei visitatori del sito. Nonostante un sito web non profit possa fare a meno di un video, deve competere con quelli che ne sono provvisti. Creare un video che racconti la storia dell organizzazione può rivelarsi un operazione costosa se realizzato professionalmente. Tuttavia, può anche essere realizzato usando una fotocamera compatta, e con un montaggio minimo si può ottenere un video meno sofisticato ma che riesce comunque a raccontare la vostra storia. Ad ogni modo, i risultati non vanno misurati solo in base al numero di visite al sito. Un video ben fatto può risultare utile ben oltre la sua funzione sul sito, andando a costituire la colonna portante dello sforzo di marketing dell organizzazione. Seguono due esempi di video realizzati da importanti 20

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