PROGETTO VALORIZZARE MODA A ROMA E IN ITALIA

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5 TELEVIDEO.RAI.IT Culture PROGETTO VALORIZZARE MODA A ROMA E IN ITALIA 29/01/ :22 Restituire a Roma un ruolo fondamentale nel recupero della memoria di "città aperta" alla creazione e allo sviluppo della Moda Italiana è l'obiettivo che dei promotori del Progetto "Archivi della Moda del '900": Direzione Generale Archivi, Soprintendenza Archivistica per il Lazio e Associazione Nazionale Archivistica Italiana. Il progetto triennale, volto alla valorizzazione e al recupero dell'immenso patrimonio della moda italiana conservato negli Archivi del '900,sarà presentato a Roma, al Tempio di Adriano. Durante l'incontro saranno proiettati filmati di repertorio legati alla moda provenienti dall'istituto Luce.

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12 MODA PORTALE E dopo Milano anche Roma pensa all'archivio della Moda Il progetto per la raccolta di materiale delle case di moda, è stato presentato oggi durante l'evento Alta Roma, a distanza di poco più di due anni dall'idea della Moratti a Milano. di Giovanni Mennea Circa due anni fa, verso settembre 2007 la Moratti, e quindi il Comune di Milano, aveva inaugurato l'idea del Fashion Institute of Milan, ossia un incubatore della moda, frutto di un investimento pari a 2 milioni di euro. Questo grande progetto prevedeva anche la realizzazione digitale di un portale della moda italiana, che dovrebbe vedere la luce verso la metà del 2010, e che dovrebbe consentire la digitalizzazione del fashion italico: passato, presente e futuro. Circa 2mila fonti e oltre 5mila archivi pubblici e privati, documenti, video e immagini verranno messi a disposizione di tutti i creativi e gli addetti ai lavori da case di moda, editori, fotografi, fondazioni e biblioteche. La capitale a tal proposito ha pensato bene di correre ai ripari, presentando oggi al Tempio di Adriano nell ambito della settimana della moda, organizzata da Alta Roma, il progetto Archivio della Moda, ossia anch'esso un contenitore di bozzetti, foto, filmati, campioni di stoffe, vestiti, parrucche, calzature e veri gioielli della moda italiana dagli anni cinquanta ad oggi. Anche in questo caso, le amministrazioni pubbliche hanno deciso di puntare molto sulla promozione e valorizzazione del Made in Italy, con progetti dall'animo utile a recuperare tutto quel vastissimo materiale che giace nei cassetti delle grandi maison ma anche in quei piccoli atelier che hanno fatto la storia della moda italiana. Al progetto, di durata triennale, hanno preso parte le regioni Lazio, Lombardia e Toscana, alle quali hanno deciso di aggregarsi la Campania, le Marche, il Veneto, l Emilia Romagna e la Sicilia.

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22 NANNIMAGAZINE Archivi della moda del '900: la memoria del made in Italy di Laura Croce Non una polverosa raccolta di carte burocratiche ma un tesoro di abiti, accessori, bozzetti, stoffe, ricami, video e ritagli di giornale. L'ambizioso progetto del Mibac per non perdere traccia della nostra ricchezza di stile. Portare uno dei settori più importanti del made in Italy in ogni casa: questo l'ambizioso obiettivo che sta alla base di Archivi della moda del '900, un progetto del ministero per i Beni e le attività culturali (Mibac) presentato ieri sulla passerella glamour della kermesse capitolina AltaRoma AltaModa. L'idea è semplice, catalogare e certificare con un 'bollino di qualità' tutto quel patrimonio privato di documenti, disegni, bozzetti, stoffe, vestiti, articoli di giornali, riprese di sfilate ecc, che ora è conservato nei numerosi archivi privati di piccole aziende e sartorie, e la cui sopravvivenza è sempre più a rischio a causa della frequente chiusura di queste imprese dalle dimensioni per lo più artigianali. "Perdere questi tesori è come perdere interi pezzi di storia della moda", ha spiegato a proposito la dottoressa Patrizia Ferrara della Direzione generale archivi del Mibac, organismo che negli scorsi mesi ha provveduto a effettuare censimenti e a schedare i singoli prodotti, come abiti, scarpe e borse, per creare una banca dati di immagini", a cui tutti potranno avere accesso da ogni parte del mondo una volta terminato il progetto triennale di recupero e informatizzazione di tutte le varie fonti disponibili riguardo l'universo del fashion e design italiano. 1

23 Un'opportunità interessante soprattutto per i tanti studenti e i giovani che si avvicinano al settore, ma anche un modo per far promuovere a livello internazionale il made in Italy attraverso uno strumento telematico nuovo ed efficace. Il coronamento di tutto il progetto è infatti la creazione di un vero e proprio portale della moda, che i realizzatori prevedono per il Traguardo che sarà scadenzato da una serie di incontri e convegni in tutta la penisola, volti sia a fare il punto sull'avanzamento del processo, sia ad approfondire temi specifici riguardo la moda. Intorno a questo obiettivo, infatti, si sono già raccolte molte Regioni, a partire da quelle che hanno una forte tradizione nel settore come Lazio, Toscana e Lombardia, fino ad arrivare alle new entry Marche, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Campania. Fondamentale è anche la collaborazione dei privati, delle istituzioni e dei loro archivi, che nel Lazio ad esempio arriva già ad abbracciare molti soggetti cinematografici (come l'istituto Luce, il Centro sperimentale di cinematografia e la Cineteca Nazionale), perché in questo particolare distretto artistico e industriale, la produzione di vestiti e accessori non poteva che andare di pari passo con quella dei costumi per il set. Un progetto come questo è importante perché in Italia il cinema sta morendo. Ora si fa soprattutto tv e in modo meno professionale, il che danneggia tutte le sartorie e le industrie coinvolte nella settima arte", ha dichiarato il testimonial d'eccezione, Manlio Rocchetti, un professionista delle parrucche già Premio Oscar per il trucco di A spasso con Daisy (1990) e candidato a vari riconoscimenti per il suo lavoro con le star di Gangs of New York. Un vero monumento di quell'expertise che fa delle manovalanze italiane una risorsa molto richiesta anche all'estero, e la cui memoria sarà in parte salvaguardata proprio grazie al censimento del suo archivio, che ha riportato alla luce "parrucche e capelli di ogni tipo, lunghi dai 20 ai 60 centimetri e di tutti i colori, biondi, bianchi, neri, indiani, italiani. Più le intelaiature per fare parrucche normali o giganti". Il mondo del cinema non sarà l'unico a beneficiare dell'operazione: "Questo marchio doc è anche un punto d'orgoglio in più, perché i nostri competitors francesi non hanno un progetto di questo tipo. Così mettiamo una bandierina in più sull'everest della moda", ha dichiarato un altro importante testimonial, Stefano Dominella, Presidente della storica maison Gattinoni, che per il progetto ha messo a disposizione un tesoro fatto di centinaia di abiti, tavole, campioni, ricami, manufatti, cartelle e rassegne stampa, "lettere inviate a Gattinoni da Margaret d'inghilterra o da Soraya". Anche per questa 2

24 azienda, l'iniziativa della DG Archivi è un valore aggiunto non solo per la diffusione della conoscenza riguardo al pregio e all'evoluzione del made in Italy, ma anche per le stesse imprese: "le scuole di degign e di moda da Tokyo al Brasile potranno sapere come sono cambiate le forme trapezoidali dagli anni '60", ma soprattutto "nel caso che una maison o una griffe venda il proprio marchio, avere un archivio certificato fa crescere di molto il suo valore, e questa è una chicca da non tralasciare". Se la moda è per definizione l'arte di cambiare e rinnovare in una sorta di rivoluzione perenne dello stile, gli archivi vogliono quindi diventare uno strumento per catturarne la ricchezza e consegnarla alla Memoria, salvandola dallo scorrere ineluttabile dei tempi e delle tendenza. Il che - come sottolineato anche dalla dottoressa Ferrara - nel nostro paese viene anche a coincidere con l'esigenza di ridare all'italia qualcosa per cui andar fiera, un abito colorato di cui vestire il proprio enorme patrimonio culturale e artistico. 3

25 Dall'intramontabile tubino nero allo smoking anni 60, le maison archiviano la grande moda del passato 3 febbraio 03 Il progetto prevede di recuperare bozzetti, vestiti, foto, filmati, campioni di stoffe, parrucche e calzature. L'idea è di celebrare in questo modo le creazioni che hanno fatto la storia del Made in Italy nel settore. Bozzetti, foto, filmati, campioni di stoffe, vestiti, parrucche, calzature. Veri gioielli della moda italiana dagli anni Cinquanta ad oggi raccolti nell Archivio della Moda, presentato oggi al Tempio di Adriano nell ambito della settimana della moda, organizzata da Alta Roma. Un progetto nato per recuperare tutto quel vastissimo materiale che giace nei cassetti delle grandi maison, ma anche in quei piccoli atelier che hanno fatto la storia della moda italiana consegnando al modo il successo del Made in Italy. Un progetto triennale al quale hanno preso parte - in questa prima fase - le regioni Lazio, Lombardia e Toscana, ma si sono già candidate la Campania, le Marche, il Veneto, l Emilia Romagna e la Sicilia. Regioni che hanno già iniziato il censimento del proprio materiale per consegnarlo l Archivio centrale elaborato dall Associazione Nazionale Archivistica Italiana - ANAI e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzione Generale per gli Archivi e Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali ed il diritto d'autore e Direzione Generale per l'organizzazione, gli affari generali, l'innovazione, il bilancio ed il personale) con il coinvolgimento di numerose e prestigiose istituzioni, con l obiettivo di conservare quel patrimonio che altrimenti rischierebbe di disperdersi, e quindi di promuoverlo in Italia come all estero. Infatti, il materiale che formerà l archivio sarà anche inserito in sito internet, consentendo così agli studenti di tutto il mondo di conoscere, vedere e studiare la storia e le tendenze della moda italiana, dagli anni d oro della Dolce Vita fino al Novecento. Materiale che arriva da archivi di grandi e prestigiosi nomi della moda come Capucci e Gattinoni, o da istituzioni culturali come la biblioteca Chiarini, quello

26 dell Accademia della Moda e del Costume, l archivio Centrale dello Stato. Solo per citarne alcuni. Una iniziativa che Stefano Dominella della maison Gattinoni, definisce un punto d orgoglio in più per noi italiani visto che i nostri competitor francesi non hanno un progetto come questo. La sua casa di moda ha aderito all Archivio consegnando 250 abiti, 350 tavole di campioni di ricamo, migliaia di rassegne stampa, lettere di Margaret d Inghilterra inviate alla signora Gattinoni e molto altro ancora. E stata un occasione aggiunge Dominella per rimettere in ordine tutto il materiale che avevamo e riportare alla luce delle vere curiosità. Testimonianze arrivano anche dalla casa di moda rappresentata da Luca Litrico: Abbiamo sentito parlare di questa iniziativa nel 2008 ed è stata accolta subito con grande entusiasmo. Un lavoro che aiuta a riscoprire e diffondere tutta la storia della moda italiana e a capire quale indotto c è dietro alla realizzazione del prodotto finito. Un archivio, quello della Litrico, che si compone di ben 46 album con ritagli di giornale, 5500 bozzetti e oltre 300 servizi fotografici. A questo si aggiunge anche un altro fondo, quello di Clara Centinaro. Non solo. Accanto all immenso materiale di abiti, stoffe e bozzetti anche parrucche, capelli di ogni lunghezza e coloro dagli archivi della Rocchetti e Rocchetti. Avevo un mucchio di parrucche e di materiale che la mia azienda iniziò a realizzare prima per il teatro lirico poi per il cinema ed il teatro spiega Manlio Rocchetti ora, con la nascita di questo archivio continua abbiamo iniziato a catalogarlo e riordinarlo. Una ricchezza storica gigantesca che Rocchetti pensa addirittura di raccogliere in un museo. Il nostro obiettivo afferma il soprintendente Donato Tamblè è quello di portare la cultura del Made in Italy in tutto il mondo, perché possa l Italia continuare ad essere quel paese invidiato per la sua creatività.

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