27 marzo 2013 anno XIII n. 5

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1 27 marzo 2013 anno XIII n. 5 Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell Università Suor Orsola Benincasa di Napoli Nuovi Giornalisti, NUOVI MEDIA, regole antiche di Carmine Festa * Andare sul posto e parlare con le persone. Meglio una cosa vista che cento raccontate. Cambiano le piattaforme dell informazione. Alla radio (che lancia la notizia), alla televisione (che la fa vedere) e al giornale (che la spiega), si aggiunge la Rete. Che riassume e - sempre più spesso - migliora l offerta dei Media tradizionali. Soprattutto attraverso la partecipazione diretta dei cittadini. Che diventano protagonisti: scelgono, commentano, intervengono. E sempre più tendono a superare gli stessi Media tradizionali. Come? Attraverso i Blog, le discussioni nei Forum, lo scambio diretto e meno mediato delle informazioni che la Rete stessa genera e fa circolare. Cambiano le piattaforme, dicevamo, ma le regole del giornalismo, no. La connessione accorcia fino quasi ad azzerarli, tempi e distanze. La virtualità semplifica. Forse troppo. Fino a costruire il falso. Ecco perché ripartire dalle regole fondamentali della professione giornalistica non è sbagliato. Andare sul posto dove è accaduto un fatto che diventa notizia, parlare con le persone, vedere con i propri occhi, respirare aria e sensazioni. Resta questo il modo migliore per capire e per poter poi raccontare agli altri. Ma le regole del giornalismo devono combattere contro tante cose. Dei pericoli della Rete e della virtualità abbiamo detto. Aggiungiamo quelli collegati alla crisi economica e alla necessità di risparmiare che assedia anche le aziende editoriali. Una telefonata costa meno, molto meno di un inviato. Ma una telefonata non vale un inviato. * Redattore capo centrale Corriere del Mezzogiorno

2 Primo piano Le due facce della Riviera America s Cup Vento e tensioni Sulla seconda edizione delle regate nel Golfo l incubo delle proteste di Chiaia pagina a cura di Christian Gargiulo Potevamo essere pronti un mese fa. Non prima, perché la macchina pubblica ha i suoi tempi. Certamente si potevano fare tante cose. Adesso però dobbiamo sfruttare al meglio l evento. L evento in questione si chiama America s cup world series (Acws). A parlare è Mario Hubler, amministratore unico di Acn, America s Cup Napoli, società di scopo costituita per gestire l evento che si svolgerà dal 16 al 21 aprile a Napoli sul Lungomare Caracciolo. Mancano circa venti giorni al via mentre scriviamo. E alcuni dettagli da sistemare. Il Comune non ha ancora approvato il dispositivo che regolerà il traffico nell area che dalla rotonda Diaz corre verso piazza Vittoria transitando per la riviera di Chiaia. Salvo clamorose sorprese, il Lungomare non sarà aperto - neanche in minima parte - alle automobili. È l auspicio di Hubler: Bisogna considerare due aspetti: il traffico e la sicurezza. Non aprire il Lungomare significa rischiare la paralisi. Ma bisogna garantire anche la sicurezza delle persone. E se tutto va come l anno scorso, ce ne saranno almeno 500mila. Infine, solo Hubler, amministratore di Acn: un mese per ripetere il successo il 25 marzo si è chiusa la terza e ultima gara relativa alla manifestazione: è il bando relativo all allestimento del Village e dell area tecnica. Non solo le lungaggini dell amministrazione pubblica. Gli statunitensi di Acea, America s Cup Event Authority, la società proprietaria del marchio della Coppa America, al 25 marzo, non hanno ancora inviato il programma relativo alle regate. Senza considerare il palazzo crollato alla Riviera di Chiaia. Chi ha perso la casa nel crollo del civico 72 e accusa il Comune di fare poco o nulla, potrebbe inscenare una protesta proprio durante le regate per richiamare su di sé l attenzione. Una contestazione che andrebbe in mondovisione, mandando all aria la volontà di rilancio dell immagine cittadina iniziata con l America s cup Interrogata su questa eventualità, la portavoce del sindaco Luigi de Magistris, Marzia Bonacci, ha risposto nervosa: Siamo in un paese democratico e se le persone ritengono giusto protestare, lo possono fare tranquillamente. Noi speriamo di risolvere la situazione al Maddaloni, Camera di Commercio: miglioriamo l offerta turistica Rispetto all evento andato in scena l anno scorso, un cambiamento si è avuto tra i soci che gestiscono le World Series. L Unione degli Industriali di Napoli è fuoriuscita, dopo la vendita del 10% delle azioni di Acn detenute attraverso una sua controllata, Uniservizi srl. È la Camera di Commercio cittadina ad aver preso il suo posto. Non solo: Comune, Provincia e Regione hanno ceduto una loro parte di azioni, in modo che i 4 soci abbiano ciascuno il 25% dell Acn. L ingresso dell ente camerale presieduto da Maurizio Maddaloni ha determinato anche la modifica dello statuto societario di Acn, in modo da assegnare a quest ultima una mission molto ampia. Non più solo la gestione delle World Series 2013, ma anche la ricerca di eventi di rilevanza nazionale e internazionale e l organizzazione del loro svolgimento. Da adesso fino al Il Presidente Maddaloni è convinto che il grande evento può essere sicuramente un attrattore e procurare un grande impatto economico. C è un però: È necessario uno sforzo ulteriore per migliorare le condizioni dell accoglienza turistica. E qui, purtroppo, c è ancora molto da fare. L ampliamento della mission aziendale di Acn - non più società di scopo ma di interesse generale per la valorizzazione e la promozione del territorio napoletano e regionale - rischia di far diventare anche questa partecipata un nuovo carrozzone. È il timore del Collegio comunale dei Revisori dei Conti che ammonisce: Sarà necessario attivare idonee linee d azione per l efficientamento della stessa, con la previsione di adeguati strumenti per la ra- EDIZIONE 2012 Il trofeo più antico del mondo Tutto ha inizio il 22 agosto del Nei dintorni di Wight, isola situata a sud della costa inglese, con 14 imbarcazioni il Royal Yacht Squadron britannico sfida il New York Yacht Club. La squadra newyorchese decide di partecipare con lo schooner America : la goletta statunitense vince con 8 minuti di distacco sulla seconda imbarcazione, la britannica Aurora, e si aggiudica la coppa, messa in palio per celebrare la prima esposizione universale di Londra. Coppa delle cento ghinee (tanto era costata) oppure Queen s cup : questo il nome originario del trofeo, ribattezzato poi con quello attuale dopo la vittoria statunitense in onore della barca trionfatrice. L America s Cup è il più antico trofeo sportivo del mondo ed è quello più famoso nel mondo della vela. La competizione ha luogo attraverso una serie di regate di match race ovvero tra soli due yatch che gareggiano uno contro l altro: il detentore del trofeo ( Defender ) e lo sfidante ( Challenger ). La prima edizione si svolge a New York City nel 1870 mentre, più di un secolo dopo, ne 1983 viene istituita la Louis Vuitton Cup per selezionare lo sfidante ufficiale del detentore della Coppa America. EDIZIONE 2013 più presto. Immagine, ma non solo. L investimento economico sostenuto è stato importante. Ai 4,2 milioni di euro sborsati complessivamente da Comune Provincia Regione e Camera di Commercio si aggiungono i 6 milioni dei Fondi Europei. L anno scorso l investimento complessivo fu di 12 milioni che, secondo uno studio Deloitte, ne ha fruttati 36. Questo il dato economico. Poi c è quello di come la città viene percepita. Non siamo più la città dei rifiuti affermava il sindaco nel Alte sono le aspettative da parte di Federalberghi. L anno scorso - spiegano dall associazione di categoria - la concomitanza delle regate con la settimana di Pasqua ha falsato il dato relativo alle presenze turistiche all ombra del Vesuvio. LE DIFFERENZE Da 45 a 72 piedi. La lunghezza dei catamarani che partecipano all America s Cup World Series aumenta. Le dimensioni degli AC72, le imbarcazioni che parteciperanno alla Coppa America che si disputerà nella baia di San Francisco a settembre, saranno quasi il doppio di quelle degli attuali AC45. Passa da 21 metri a 40 l altezza dell ala rigida, simile a quella degli aerei, con la parte posteriore regolabile. Anche il numero degli uomini a bordo aumenta, da 5 a 11. Capace di raggiungere picchi di velocità doppia rispetto a quella del vento - si legge sul sito dell America s cup - l AC72 affascinerà il pubblico e metterà alla prova i migliori velisti al mondo, spingendoli al limite e oltre. INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 2

3 1.800 metri 9 palazzi -70 % affari La lunghezza di via Riviera di Chiaia Sgomberati e inagibili dopo il 4 marzo Il calo stimato dai commercianti Dopo il crollo sfollate 181 persone, chiusi 32 negozi. Ferita al cuore della città Riviera di Chiaia, la paura fa 72 Dal numero civico di palazzo Guevara di Bovino si allarga l emergenza pagina a cura di Livianna Bubbico N-apocalypse now. Non si tratta di un remake di serie b della famosa pellicola di Francis Ford Coppola ambientato alle falde del Vesuvio. Non siamo a Saigon alla fine degli anni Sessanta ma a Napoli. Uno dei palcoscenici della fine del mondo è il civico 72 di Riviera di Chiaia. Un ala dello storico palazzo neoclassico Guevara di Bovino è crollata lo scorso 4 marzo. L incidente sarebbe da imputare alle vibrazioni dovute al traffico e ai lavori per il prolungamento della metropolitana linea 6. Nel quadrilatero compreso tra Riviera di Chiaia, vico Fiorentine a Chiaia, via Arco Mirelli e vico Antonio Serra, sono nove le palazzine sgomberate nella zona, due delle quali - il civico 72 di Riviera, interessato dal crollo, e il civico 66 poste sotto sequestro. Centottantuno persone sfollate. Trentadue gli esercizi commerciali chiusi. Non solo disagi per i residenti costretti a lasciare case e abitudini per trasferirsi in tre alberghi tra Fuorigrotta e le terme di Agnano, ma anche per i commercianti della Riviera già penalizzati dall istituzione della Ztl su via Caracciolo. A fotografare il disagio reale degli esercenti Maurizio Marinella, titolare del marchio di cravatte più famoso al mondo che ha la sua storica boutique al civico 287 della Riviera di Chiaia: La situazione per i commercianti era già critica e con il crollo si è ulteriormente aggravata. La gente non viene più quì a passeggiare. Anche in via Calabritto, da sempre considerato il salotto buono dei partenopei, non c è più il movimento di una volta. È uno scenario apocalittico. Basta percorrere i milleottocento metri della Riviera per accorgersi che le cose sono ancor peggio di quel che sembrano. È un pomeriggio di fine marzo come tanti, ora di pranzo. Pizzerie e bar, in una tra le zone più turistiche della città, sono praticamente deserti. La clientela è crollata del 70%. Gli esercenti sono allo stremo e a nulla è valsa l ultima serrata di protesta organizzata a due settimane dal crollo. In molti hanno abbassato le serrande senza ottenere risposte. Basta entrare nei locali perchè fiocchino le invettive contro l amministrazione comunale. Il sindaco pensa solo alla Coppa America, ha reso la vita difficile a tutti i commercianti, dà solo fastidio dice Rita Esposito responsabile della cucina del Bar Pignatelli. Durante lo sciopero, eravamo in pochi. Perché cambi qualcosa bisogna chiudere tutti i negozi della città. La difficoltà è oggettiva e rischia di diventare sempre più grave: Siamo aperti da tre anni, gli affari andavano bene ma, tra Ztl e crollo, i clienti non vengono più dichiara Salvatore Viglietti direttore del pub Le chic. Abbiamo 22 dipendenti e non stiamo lavorando. A de Magistris vorrei dire: caro Sindaco, se chiudiamo veniamo a mangiare a casa tua!. I commercianti lamentano anche la cattiva comunicazione del blocco del traffico da parte dell amministrazione comunale: La strada non è percorribile solo da piazza San Pasquale verso via di Piedigrotta, ma gli automobilisti, arrivati a piazza Vittoria vedono la macchina della municipale e girano a sinistra pensando di non poter proseguire, continua il direttore di Le chic. C è chi cerca soluzioni per i mancati guadagni: Non ho più clientela e ho dovuto mandar via quattro dipendenti, due che lavoravano full time e due che mi davano una mano il fine settimana ammette Giovanni Bianco della pizzeria A Zingara. Questo mese non pagherò l affitto, poi si vedrà, accusando anche un calo della sicurezza: VOCI DAL DISAGIO Si ritrovano in un caffé al limite della Riviera a pochi passi dal civico 72. Sono gli sfollati di vico Serra. Dopo aver fatto salire i loro figli sullo scuolabus, messo a disposizione dal Comune. Prendono i mezzi pubblici ma sono costretti a tornare in albergo entro le 23.30, l orario del fine servizio. Faccio il parcheggiatore notturno a piazza Sannazzaro e ora non posso più lavorare perché non saprei come ritornare ad Agnano, dichiara un signore. Potrebbero restare in hotel, ma rientrano nel loro quartiere. Un anziana dice: Se abbiamo bisogno di sbrigare un servizio o andare dal medico, dobbiamo venire qui, Speravamo di tornare a casa per fine marzo, ora si parla di fine aprile, ma credo che aspetteremo almeno 7 o 8 mesi per riconquistare la normalità, aggiungono in coro. Negli alberghi ci trattano bene ma non è come stare a casa. Se abbiamo voglia di un caffé o di una La strada di sera non è più frequentata ed è poco illuminata continua Bianco -, non ci sono controlli. Più di una volta ho chiamato il 113 per segnalare motociclisti sospetti. E chi non si arrende. Vincenza Daniello è una degli sfollati che ora risiede in albergo. Con la sua socia aveva un negozio di frutta e verdura al civico 66 di Riviera di Chiaia. Dopo il crollo anche l esercizio è stato sgomberato, ma lei continua a lavorare: Ho organizzato un banchetto in fondo alla strada, vendo sempre meno perché non passa più nessuno. Nella zona interessata dal crollo continua la messa in sicurezza. Il Comune ha ordinato la fasciatura degli edifici pericolanti e i carotaggi per individuare le fondamenta da consolidare. La procura ha rilasciato il nulla osta per proseguire i lavori dichiarano dall area tecnica del Comune. In questi giorni, al civico 72, sarà fissato un ponteggio sul lato di via arco Morelli, cominceranno le demolizioni controllate e proseguiranno i sopralluoghi per verificare la presenza di cavità nel sottosuolo per consolidare gli edifici. Noi, dal paradiso all inferno camomilla non possiamo prepararli, e non possiamo nemmeno fare le lavatrici, continua un altra signora. Sono previsti due pasti al giorno, ma di solito il pranzo si salta perché non abbiamo la macchina e non facciamo in tempo a rientrare sottolinea una madre di tre figli -. Poi ai miei ragazzi non piace il cibo che forniscono. Tutti i giorni preparo loro i panini. Se continueranno così, finiranno per scoppiare!. Accompagnati dai vigili del fuoco che effettuano più di 70 interventi al giorno, gli sfollati varcano la soglia di casa per pochi minuti. Recuperati qualche oggetto personale e subito fuori. Una coppia è appena scesa da vico Serra: Siamo da nostra figlia, è più comodo che stare in albergo. Lui è pieno di sacchetti sono i nostri vestiti, lei ha in mano un vaso di ciclamini: Sono quasi due settimane che non me ne prendo cura, conclude. SCRIVERE IL SETTORE PAGINA 3

4 Ambiente L allarme del Comune: ogni mese aumentano i siti da controllare Amianto, dramma dimenticato Per le strade di Napoli microdiscariche abusive con rifiuti tossici di Rosita Rijtano Lastre, tubi, tetti, e grondaie: Napoli città d amianto. Rifiuti pericolosi, difficili da smaltire, soprattutto costosi. Così i cittadini preferiscono abbandonarli per strada, affidando la rimozione forzata al Comune, e prosciugando le casse pubbliche. Sono quindici, in media, gli sversamenti illegali mensili nell ultimo trimestre: tre a settimana. Il picco a dicembre, con venticinque siti coinvolti, sedici a gennaio e febbraio, e già sei segnalazioni dall inizio di marzo. Un boom che emerge dai report dell Unità operativa di tutela ambientale. A Napoli è in atto un fenomeno criminale che non coinvolge solo i delinquenti, precisa il tenente Enrico del Gaudio. Le persone sono abituate a buttare tutto per strada: sacchi d immondizia, materassi, divani, lavatrici, persino l amianto è lasciato sui marciapiedi, vicino a case e cimiteri, senza alcun tipo di precauzione. A poco valgono le ronde serali e il rinforzo delle unità: un balzo da venti a sessanta uomini nel mese di dicembre. Il lavoro è troppo accusa del Gaudio. L ufficio di Controllo servizio ambientale, raccolte le richieste dei cittadini, ci segnala almeno dieci siti da controllare ogni settimana. Noi inviamo una scheda con foto all Azienda sanitaria locale che, quando necessario, dà il via libera per informare la ditta competente allo smaltimento. Così trascorre una settimana. Un tempo biblico? Se gli abbandoni non fossero così tanti, sicuramente ne impiegheremmo meno. Ogni intervento di bonifica richiede 25 Gli sversatori censiti a dicembre, 16 a gennaio e febbraio, 6 dall inizio di marzo una giornata di lavoro. Poco importa se si tratta di un piccolo tubo, o di una grande quantità d amianto, la zona va transennata, poi coperta con uno speciale spray e l eternit rimosso. A essere maggiormente interessate sono le zone periferiche: Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio, Pianura. Angoli nascosti, spesso bui, dove è più facile passare inosservati. Basta un camioncino a tarda sera, qualche manovale inconsapevole, et voilà: il gioco è fatto. Se in città è il privato che, dopo lavori di manutenzione casalinghi, lascia l amianto per strada, in periferia sono le attività commerciali a farla da padrone. L ultimo grande blitz il 13 marzo scorso, in via Santa Maria a Cubito, a Chiaiano, dove alcuni operai stavano smantellando coperture per un officina meccanica. Senza né maschere né guanti: a mani nude. Commenta l assessore all Ambiente Tommaso Sodano: Non è un problema esclusivamente campano, ma riguarda tutta l Italia ed è causato dall inciviltà dei responsabili e dai costi elevati dello smaltimento a norma. Vietato rimuovere da sé l amianto danneggiato. Dai tre ai quattro mila euro è la spesa minima per un paio di lastre. Poche le ditte specializzate, molto il lavoro da fare secondo i criteri stabiliti dal decreto numero 152 del 2006, nessuna discarica in Italia. Una volta raccolto, l eternit supera le frontiere per raggiungere le cave dell Europa settentrionale. Ecco perché prosegue Sodano i costi sono elevati e l abbandono d amianto così diffuso. Per garantire un appalto ad hoc per lo smaltimento, e quindi la salute pubblica, ogni anno in bilancio comunale si stanzia una cifra di circa 150mila euro. Ma l incoscienza delle ditte è tale che, sempre più spesso, gli sversamenti sono vicino le scuole. Una situazione insostenibile che grava sulle casse comunali: 15mila euro la cifra minima spesa ogni mese. Si deve fare una grande battaglia ha dichiarato al quotidiano Il Mattino il sindaco Luigi de Magistris c è una coscienza diffusa sui danni causati da amianto, ma sono ancora troppi i criminali che sversano in modo illegale. Bagnara, dove solo le onde demoliscono le ville abusive Relitti di quelli che un tempo furono lidi e case oggi cadono a pezzi o sono completamente immersi nel mare. Questa è la realtà di Bagnara, una delle località balneari di Castel Volturno. Secondo l ex sindaco Mario Luise oltre all erosione, c è anche una responsabilità umana, a causa dell escavazione di sabbia lungo la costa. Le costruzioni sono state raggiunte dal mare, non costruite sul mare. Anche quando sono state edificate abusivamente, si trovavano molto più indietro. Alcune persone vanno a prendere il sole, nonostante dal mare emergano pilastri di cemento e sbarre di ferro, come dimostrano le foto di Giovanni Izzo, che denunciano gli abusi sul litorale Domizio. Qualche anno fa viveva una famigliola in quelle case sulla spiaggia, che dovrebbero essere chiuse spiega Aldo Di Resta, presidente dell associazione Bagnara che vive la regione due anni e mezzo fa ha fatto una sorta di messa in sicurezza. Ma vari commissari si succedono a causa dello scioglimento del Comune per infiltrazione camorristica. Sono tutte persone validissime, ma non c è un amministrazione continuativa con cui intavolare un discorso. approfondimenti su Parchi, centri storici botteghe e teatri Week end di Pasqua alcune idee per le feste NAPOLI Fino a martedì 2 aprile, ci saranno Botteghe aperte : gli artigiani esporranno opere dedicate alla Passione ed alla Resurrezione. I laboratori di fiori finti, esporranno addobbi tipici del periodo pasquale con particolare richiamo alla tradizione austriaca delle uova decorate. Nella Basilica di Santa Restituta invece (Cattedrale di Napoli - Via Duomo) saranno esposte antiche statue lignee e in cartapesta raffiguranti santi, oltre l esposizione di ceramiche dipinte sullo stesso tema, a cura dell Ente Ceramica Vietrese. BENEVENTO Arriva la Divina Commedia di Dante Alighieri. Ad Arcos, il museo d arte contemporanea del Sannio, una raccolta di opere di artisti contemporanei percorrono le tre cantiche, i canti e i protagonisti attraverso le proprie esperienze. è il viaggio più simbolico e mai conosciuto, quello che narra il sommo poeta de La Divina Commedia. Pasqua è l ultimo giorno per visitarla. È a Benevento, in corso Garibaldi. Ingresso gratuito. INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 4

5 Estate 2013 I risultati delle analisi dell Arpac A maggio nuove verifiche sul litorale campano I DATI Mare pulito, 11 spiagge in più Resta critica la situazione dei depuratori Pagina a cura di Elisabetta Froncillo Più mare pulito per l estate I dati diffusi dalla Regione Campania aprono spiragli positivi, mostrando i risultati delle analisi delle acque marine, effettuati dall Arpac (l agenzia regionale per la protezione ambientale). I punti vietati alla balneazione passano da 62 del 2012 a 51 di quest anno. Undici luoghi in più dove poter fare il bagno. I tratti esaminati complessivamente sono aumentati, per un maggiore controllo del territorio: a fronte dei 233 punti di prelievo del 2012, quest anno l Arpac ne ha ispezionato ben 326. Per 35 stazioni di prelievo, lungo le coste campane, è arrivato il recupero della balneabilità rispetto agli ultimi due anni. Infatti per questi siti la Regione ha riservato il titolo di nuova classificazione : interventi di depurazione e monitoraggio degli scarichi in mare sono stati nel tempo bloccati e arginati, permettendo un recupero della balneabilità. Un rapido confronto tra le tabelle del 2012 e quelle del 2013, mostra le differenze dei siti balneabili. La scorsa estate erano considerati appena 182 siti in tutta la Campania. Grandi esclusi risultavano Sessa Aurunca (fiume Garigliano e lido la Foce), Bacoli (la spiaggia romana con la colonia vescovile e il lido Fusaro), Portici (porto Granatello e l ex Bagno Rex), Pontecagnano (Est Picentino e Primo canale di bonifica), Pisciotta, Centola (fiume Lambro) e Casal Velino. Il mare resta negato però ancora in molte zone. Qual è la situazione per ogni provincia? A Caserta non è balneabile innanzitutto Pineta Grande sud, a Castel Volturno. La qualità dell acqua è scarsa invece in località Villaggio agricolo e a Mondragone in corrispondenza del Fiume Savone. A Napoli si gioca la partita più grossa con il mare negato. A Castellammare di Stabia è vietato fare il bagno a sud Marina di Stabia, all ex Cartiera e alla Villa Comunale. A Ercolano restano esclusi l ex Bagno Risorgimento e la Favorita. A Giugliano sono off limit Varcaturo e la Pineta di Licola. A Napoli città restano fuori dai giochi per la prossima stagione San Giovanni a Teduccio e Pietrarsa. In provincia è Pozzuoli il comune più colpito dall inquinamento: ben 8 punti da Licola al Rione Terra sono vietati ai bagnanti. Maggiormente colpita la costa domiziana, dove scarica il collettore del depuratore di Cuma. A Torre Annunziata quattro siti sono inquinati: villa Tiberiade, lido Azzurro, spiaggia molo di Ponente e nord foce Sarno. A Torre del Greco la situazione è abbastanza grave: sette punti su sette sono sporchi. Mare completamente non balneabile. A Salerno il mare è interdetto ad Agropoli Testene; ad Atrani; alla Spineta di Battipaglia; a Capaccio torre di Paestum; a Cetara; a Pontecagnano tra Magazeno e località la Picciola; a Salerno città tra il fiume Irno, Torrione, Fuorni e il Picentino. E ancora a Santa Marina. E niente tuffi neanche alla marina di Vietri, nei primi due tratti della sua spiaggia. New entry nella black list è Sorrento e la sua Marina Grande, Calastro a Torre del Greco e Pastena a Salerno. Ma per 42 di questi luoghi, sui complessivi 51, delle novità potrebbero arrivare entro la fine di maggio. Sono contrassegnati, nella propria classificazione, dall articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 470 del Ciò vuol dire che entro il 31 maggio, l Arpac effettuerà altri quattro campionamenti, per completare analisi approfondite. E dovrà farlo a cadenza quindicinale, secondo quanto stabilito dal Decreto Ministeriale numero 30 del 2010: la legge stabilisce che se si è in presenza di valori alterati per i parametri dei «coliformi fecali», bisogna rifare periodicamente degli esami, e verificare se si tratta realmente di inquinamento, o di una presenza occasionale di batteri, trasportati spesso dalle correnti. Una speranza soprattutto per i balneatori, che investono in queste aree. Nessuna attesa invece per il lido e per la stazione marina di Licola. Né per Sorrento. Out restano pure Calastro, Marina di Cetara, e Pastena, Torrione e a est del fiume Irno. I dati dell Arpac non sarebbero cosí attendibili per la riqualificazione del mare. A comunicarlo é Marevivo, l associazione ambientalista nazionale che si occupa della risorsa mare. A minarlo ci sarebbe la mucillagine. Il comitato tecnico scientifico formato da Vincenzo Saggiomo, Nicola Migliaccio, Gualtiero Parisio, infatti parla di particolari fattori ambientali, quali cambiamenti climatici e circolazione delle acque, ed eccessive pressioni antropiche, quali apporti di nutrienti scaricati dall uomo a mare, che possono generare, nei periodi in cui si registra uno scarso ricambio delle acque (in generale per il Golfo di Napoli in giugno), la formazione di materiale gelatinoso sospeso nell acqua o galleggiante in superficie sotto forma di macchie schiumose (la mucillagine). Questa massa gelatinosa ingloba anche piccoli organismi e detriti di vario genere assumendo colorazioni, dimensioni e forme diverse. Tale fenomeno è diventato ricorrente negli anni recenti, lungo le coste campane, allarmando esperti e studiosi. I reali elementi di certezza sono, secondo Marevivo fogne abusive, canali per acque pluviali e alvei non funzionanti. Gli innumerevoli scarichi incontrollati. «Nulla si è fatto per l individuazione e l eventuale rimozione dei fattori di pressione inquinante - dice Marevivo- caratteristici della zona, sebbene ci siano leggi europee e finanziamenti già ricevuti che lo impongono». La normativa europea prevede un buono stato ambientale entro il 2020 per gli ecosistemi marini. Per arrivare a questo - spiegano gli ambientalisti - c è bisogno di un cambio di politica, innanzitutto per non incorrere in sanzioni, e poi per sviluppare nuove economie intelligenti di uso del territorio. SALERNO AVELLINO CASERTA A Pasquetta concediti un picnic tra parco e mare. In via dei Sei Navigatori, 1 c è il parco Ubalandia. È un area attrezzata con vaste zone barbecue per grigliate, sedute, servizi, chiosco bar, grande parcheggio anche camper, area giochi gonfiabili per bambini con animazione. E per i più grandi Go Kart e Maneggio. Tra verde delle colline e azzurro del mare, tra le due coste da sogno, amalfitana e cilentana. Il costo è di 5 euro a persona. Teatro, danza e musica si uniscono per un evento internazionale imperdibile. Emozione, entusiasmo e magia insieme per offrire allo spettatore uno show di rara bellezza. Gli Stomp si esibiranno per tutta la settimana di Pasqua in esclusiva al Teatro Comunale Carlo Gesualdo di Avellino, unica tappa italiana del grandioso tour internazionale che toccherà città come Parigi, Londra, New York. Sono un gruppo di artisti a tutto tondo che usano il corpo e gli oggetti metropolitani per creare originali performance teatrali. Pasqua alla Reggia. Il complesso reale resterà aperto domenica 31 al the day: dalle 8,30 alle 19,00 sarà possibile visitare gli appartamenti storici. Il giorno successivo, lunedì dell Angelo, primo aprile, saranno invece aperti gli Appartamenti Storici con orario di visita prolungato L intero parco reale resterà chiuso. Il costo è di 12 euro per il biglietto intero, 6 per il ridotto. PAGINA 5

6 Lavoro Più di 80mila i dipendenti in difficoltà. Vertenze senza sbocco La Campania non è più felix Fermi i distretti industriali La disoccupazione vola al 20% pagina a cura di Luca Bosio Il quadro tracciato dalla Cgil, primo sindacato italiano, è sconfortante. Nell ex Campania felix, la crisi economica non ha risparmiato alcun settore industriale o merceologico. Le ristrutturazioni aziendali e i ricorsi sempre maggiori alla cassa integrazione hanno intaccato anche i comparti più solidi dell economia regionale. Distretti industriali strategici, come quello chimico/ tessile di Airola e Solofra, il settore metalmeccanico, l edilizia pubblica e privata mandano sconfortanti segnali di cedimento. Facciamo un po i conti. Sono 575 le industrie in piena crisi. Più del 60% delle aziende edili soffre l immobilismo del mercato immobiliare. Oltre 80mila lavoratori sono in difficoltà, 24mila nel metalmeccanico, 22mila nel settore delle costruzioni e dell edilizia. Ventimila sono gli stagionali del comparto agricolo e alimentare in situazione più che precaria. Meno colpiti il chimico e quello della gomma/ plastica, ma solo perché gli occupati sono pochi. Circa 6mila addetti rischiano di perdere il posto. Infine, i operatori idraulico forestali che spesso incrociano le braccia per mancati fondi e ritardi nei pagamenti. I numeri parlano chiaro, ma fino a un certo punto. C è un mercato oscuro rappresentato dai lavoratori impiegati nell artigianato, nelle microimprese, nei servizi, che sono difficili da censire e classificare. Aree industriali dismesse come quelle di Caserta, Acerra, Airola, Torre Annunziata e Castellammare di Stabia sono oggetto di Contratti di Programma fermi da anni. L analisi della Cisl si concentra in particolare sull aumento del tasso di disoccupazione. Dal 2011 al 2012 è salito dal 15,5% al 19,3 %, con 90mila nuovi disoccupati. Le persone in cerca di occupazione sono salite da 288mila a 379mila. Poi i giovani, la nota dolente. Sono circa 600mila i ragazzi tra i 15 e i 34 anni che non lavorano e non studiano. La percentuale sfiora il 39%. Il 44,5% degli under 24 è disoccupato. Secondo l elaborazione Nidil (Nuove Identità di Lavoro), in Campania i precari toccano quota 200mila, a cui vanno aggiunti altri 300mila emigrati nell ultimo triennio. Il loro stipendio medio oscilla tra i 500 e i 1000 euro. Non sono rari i casi di lavoratori che accettano una retribuzione minima, come rimborso spese, pari a 300/350 euro. In aumento, manco a dirlo, il lavoro nero. Sono 253mila i lavoratori irregolari, con un sommerso pari al 15,7%. Alcuni vorrebbero regolarizzare la loro posizione, altri non ne avvertono l esigenza. Il Pil procapite di un cittadino campano ammonta a circa euro. Un cittadino della Valle D Aosta produce almeno il doppio. Siamo quasi la regione più povera d Italia. Dal 2008 il Prodotto interno lordo è calato del 10%. Capitolo esodati: per la Cisl sono almeno 23mila in Campania. Di questi, appena 7mila usufruiscono di fondi speciali a sostegno del loro reddito. Tra il 2008 e il 2011 sono state messe in liquidazione oltre 19mila aziende. Sul piano regionale le linee di indirizzo definite con le parti sociali non trovano tempestivo riscontro per colpa di certa dirigenza votata a non fare e molti assessorati incapaci del giusto slancio. Occorre dare rapido corso ai grandi progetti, a cominciare da quello che riguarda il porto di Napoli e prevede oltre un miliardo di investimenti privati e da subito la creazione di almeno 20mila posti di lavoro, ha affermato il segretario generale della Cisl Campania, Lina Lucci. Per la Uil, il primo piano spetta all emergenza trasporti. Sono 1250 gli operatori Eavbus che lavorano con un contratto di solidarietà, 2368 dipendenti dell Anm rischiano di non percepire lo stipendio di Pasqua. In Metronapoli 550 persone non percepiscono lo stipendio con regolarità. Lo stesso discorso vale per i 2300 addetti della Circumvesuviana, di Sepsa e di Metrocampania Nord est. Nella Sita 463 anime sono prossime alla mobilità. L azienda, che ha già annunciato l intenzione di sospendere la propria attività in Campania, ha chiesto un incontro con il governatore Stefano Caldoro. Se non saranno sbloccati i fondi regionali, ad aprile scatterà la mobilità per tutti. L unica eccellenza, relativamente al contesto, è rappresentata dalla Ctp. Era in crisi, ma dal mese di agosto ha adottato i contratti di solidarietà e i conti stanno migliorando. Tra le vertenze più urgenti, la Uil segnala quelle del settore dei servizi e del commercio. Anche prima dell incendio, Città della Scienza aveva 70 lavoratori in cassa integrazione in deroga. Poi c è la vertenza Edenlandia, con 71 dipendenti e 200 lavoratori dell indotto che sono senza stipendio da 4 mesi. Gli ammortizzatori sociali sono finiti e adesso sul loro destino si staglia l ombra della mobilità definitiva. L azienda ha dichiarato il fallimento. Una nuova gara è stata subito bandita per la ripresa dell attività, ma la presenza di alcune aree abusive e mai condonate ha bloccato l iter burocratico.tutti aspettano l intervento del comune di Napoli e del Sindaco in prima persona. Situazione quasi analoga nell ippodrono di Agnano. Tra diretti e dell indotto (addetti alle casse, totalizzatori scommesse, allevatori cavalli), sono 1120 gli addetti entrati in regime di cassa integrazione. La Uil considera sotto osservazione Almaviva, azienda che si occupa di call center in outsourcing. Cinquecento operatori sono in esubero e rischiano il licenziamento. Duro il commento di Anna Rea, segretario generale della Uil Campania: Siamo di fronte a centinaia di vertenze aperte. L economia nella nostra regione è in ginocchio. C è bisogno di un inversione di tendenza della classe dirigente e politica. Si cominci con l utilizzare bene i fondi Ue, si punti sulle eccellenze e si sostengano le imprese che investono in occupazione di qualità. CGIL CISL UIL lavoratori in difficoltà 575 aziende in crisi 600mila giovani (15-24 anni) non lavorano 575 aziende a rischio 9 vertenze urgenti lavoratori in bilico INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 6

7 Politiche 2013 Ecco chi sono gli eletti in Parlamento della nostra regione Onorevoli, ex cittadini Conferme e bocciature. La mappa dei nuovi rappresentanti nelle istituzioni pagina a cura di Giorgio Laurenti La colomba del movimento Colonnese M5S: sì a un governo stabile Il Movimento 5 Stelle è stato il vero vincitore delle ultime elezioni politiche. Il partito più votato alla Camera. Tra gli eletti nella circoscrizione Campania 1 c è la trentatreenne napoletana Vega Colonnese, che al momento si divide tra le assemblee del gruppo e la ricerca di una casa a Roma: Si finisce sempre tardi, vorrei trovare qualcosa vicino a Montecitorio dice la neodeputata ma i prezzi sono altissimi. Com è stato entrare per la prima volta a palazzo Montecitorio? È stata un emozione incredibile. Noi ci riuniamo spesso nella Sala della Regina. Il primo giorno è stato straordinario. Poi però incontri le stesse facce che stanno lì da venti anni e ti cresce la rabbia. La mancanza d esperienza la preoccupa? Abbiamo studiato i regolamenti parlamentari. La burocrazia ha un iter farraginoso ma poi quando siamo entrati nel merito delle questioni ci siamo ambientati. Poi non essendo da sola sono più sicura. Ci aiutiamo e controlliamo a vicenda. Cosa pensa del Presidente della Camera Laura Boldrini? Non la conosco. Sono rimasta un po perplessa dato che Vendola fino al giorno prima della sua elezione voleva appoggiare il nostro candidato, poi durante la serata è cambiato tutto. Il discorso che ha fatto però mi è piaciuto. Mi aspetto che alle sue parole sulla buona politica e il rinnovamento seguano i fatti. E sulla dichiarazione che si farà garante di tutti i partiti? Me lo auguro e me l aspetto. C è un 25% degli italiani che va rispettato. Qual è la sua posizione nei confronti dei dissidenti del suo partito che hanno votato Pietro Grasso al Senato? Ci siamo riuniti. Le posizioni sono molto combattute. Io avrei votato scheda bianca. Perché so che Grasso elogiò il governo Berlusconi per la lotta contro la mafia. Alcuni di noi si sono trovati sotto pressione a causa dell alternativa (Schifani, ndr). Noi del Movimento dobbiamo mantenere le posizioni prese nelle nostre assemblee. Parlando della prossima legislatura. Quali dovrebbero essere i primi provvedimenti del prossimo esecutivo? Io partirei dalle leggi di iniziativa popolare in quanto espressione della volontà dei cittadini. Poi inizierei con il nostro programma. Il pericolo di nuove elezioni a breve però rimane Stiamo lavorando per fare in modo che questo governo duri. Però in maniera costruttiva. Non ha senso mandare avanti una legislatura che non legifera. Se dovessero cambiare gli scenari politici non sarà per colpa nostra. Dal voto del 24 e 25 febbraio scorso, sono stati eletti in Campania 60 deputati e 29 senatori. Grazie al premio di maggioranza su base nazionale, alla Camera dei Deputati il Partito Democratico ha preso nelle due circoscrizioni (Campania 1 e Campania 2), rispettivamente 14 e 12 seggi. Il Popolo delle Libertà, prima forza della regione con quasi il 30% dei voti, i in totale ne ha presi 13. Il Movimento 5 Stelle, con oltre 660 mila voti, è il terzo partito con 9 deputati tra le due circoscrizioni. Al Senato, le parti di Pd e Pdl si invertono. Venendo assegnato il premio di maggioranza (55%) su base regionale, il partito che vedeva capolista Silvio Berlusconi, si è visto assegnare 16 senatori, contro i 5 del Pd. Stesso numero per il partito di Beppe Grillo. Mentre alla lista Con Monti per l Italia e Sinistra Ecologia Libertà, sono andati gli altri tre senatori (rispettivamente due e uno). Degli 89 eletti, 73 sono nati in Campania. Napoli è la provincia con il numero maggiore di eletti con 26 deputati e 13 senatori. Fanalino di coda Benevento, che ha solo due deputati eletti nella ventesima circoscrizione. Sedici i non campani. Tra questi il leader dell Udc Pier Ferdinando Casini, i giornalisti Sergio Zavoli (Pd) e Luca d Alessandro (Pdl), l ex presidente della Commissione bicamerale per l Infanzia Alessandra Mussolini (Pdl) e l ex ministro dei Beni culturali Rocco Buttiglione (Udc). C è anche chi, pur non essendo campano di nascita, lo è diventato per adozione, come l ultimo ministro della Giustizia del quarto governo Berlusconi, il magistrato Nitto Francesco Palma, divenuto commis- Caserta 3 deputati 3 senatori Napoli 26 deputati 13 senatori sario regionale del Pdl in Campania dopo le dimissioni di Nicola Cosentino. Oppure Andrea Cioffi (M5S), ingegnere cinquantunenne, nato a Massa, ma trapiantato a Salerno, dove nel 2011 si è candidato alle amministrative del capoluogo ottenendo 928 voti; o il rieletto Raffaele Calabrò (Pdl), medico pugliese (di Lucera, in provincia di Foggia), ma assessore regionale in Campania nella seconda parte degli anni 90. Dalla passata legislatura sono stati rieletti, con la stessa carica, 8 senatori e 19 deputati, segno questo, che i partiti hanno cercato di rinnovarsi dopo gli scandali che hanno preceduto le elezioni. Nelle elezioni dell Ufficio e il Consiglio di Presidenza i vertici delle due Camere che hanno il compito di gestire la discussione in aula, i ricorsi sulla composizione delle Commissioni, le sanzioni nei confronti dei deputati e che, inoltre, si occupano della ripartizione dei rimborsi elettorali ai partiti, delle indennità e del bilancio c è stata la nomina di Luigi Di Maio (M5S) a vicepresidente della Camera dei Deputati. Con i suoi 26 anni, il secondo nella lista del Movimento Cinque Stelle in Campania 1, supera in questa classifica Giorgia Meloni, ex ministro della Gioventù, anch essa eletta in Campania, ma che ha optato per l elezione nella circoscrizione Lombardia 3, a vantaggio di Marcello Taglialatela. Il giovane avellinese, studente della Facoltà di giurisprudenza della Federico II, è attivo soprattutto nella tutela ambientale e ha già dichiarato che uno degli obiettivi della legislatura deve essere il taglio del 50% dei parlamentari. Sempre dell Ufficio di Presidenza, farà parte un altra eletta in Campania: la Valeria Valente del Pd. Del Consiglio invece faranno parte, nella veste di segretari, Alessandra Mussolini e Angelica Saggese (Pd). Benevento 2 deputati Avellino 8 deputati 1 senatore Salerno 12 deputati 5 senatori La novità dei 5 Stelle Luigi Di Maio, 26 anni, è uno dei vice dell aula di Montecitorio Tra i rieletti Marcello Taglialatela, Gianfranco Rotondi, Luisa Bossa e Nunzia De Girolamo PAGINA 7

8 Agnano e Bagnoli Ex basi Usa, l eredità dello zio Sam Una è di 30 ettari e 18 fabbricati Sarà la nuova sede della Regione? di Ciro Cuozzo C erano una volta gli americani nella zona flegrea. Non è il titolo di un film ma la triste realtà di un territorio sempre più abbandonato nonostante potenzialità enormi. Bagnoli e Agnano per anni hanno ospitato la Nato (Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord) e l esercito americano. Dal settembre 2012 sono iniziate le operazioni di sfratto nell ex collegio Camillo Ciano. Entro il 30 settembre 2013 la Nato infatti lascerà la maxi area di Viale della Liberazione per abbracciare la nuova struttura costruita a Lago Patria. Troppo caro l affitto che l organizzazione atlantica versava ogni anno alla Fondazione Banco di Napoli per l assistenza all infanzia. Commissariata dalla Regione Campania, la Fondazione (che con il Banco di Napoli non ha alcun legame) è la proprietaria dell intera struttura. Una ex Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza) che da quando è commissariata dalla Regione è stata trasformata in azienda pubblica di servizi alla persona. Un area vasta e attrezzata. Si tratta di 18 fabbricati sviluppati su 30 ettari. Edifici per 27mila metri quadrati e aree verdi e campi da gioco per un totale di quasi 300mila metri cubi. All interno sono presenti anche diverse palestre e una piscina olimpionica oltre al campo da calcio in erba naturale (con intorno una piccola pista di atletica) e due campetti da tennis. Un complesso sportivo che riscuoteva grande interesse; basti pensare che in passato diverse squadre che affrontavano il Napoli al San Paolo usufruivano del campo da calcio dell ex base Nato per gli allenamenti di rifinitura. Un complesso imponente che è in cerca di nuovi acquirenti. La Regione è pronta a traslocare e a ridurre le spese di fitto dei palazzi che da anni occupa al Centro direzionale. Sono oltre 3000 i dipendenti pronti a trasferirsi negli uffici di Bagnoli. Si calcola che con questa operazione Caldoro riuscirebbe addirittura a dimezzare i costi di gestione. Tuttavia ha partecipato alla manifestazione d interesse indetta dalla Fondazione anche il Comune di Napoli, col sindaco de Magistris interessato ad aprire alla cittadinanza parte della struttura. I prossimi mesi saranno decisivi. Si attende infatti una decisione entro settembre e, ottimisticamente, si spera che l ex base Nato possa tornare a essere operativa per la fine del Spostandoci più su verso Agnano s incontra una struttura fatiscente. Sembra una cattedrale nel deserto l ex ospedale militare costruito più di sessanta anni fa dall esercito. È una delle tante eredità che gli States ci ha lasciato. Dopo quarantacinque anni di permanenza, infatti, gli americani abbandonano Agnano Compound e tornano in patria. Affidandoci un gioiello: una struttura di 9000 metri quadri che, considerando anche lo spazio esterno per i parcheggi, arriva fino a 10mila. Il naval regional medical center, al momento è un edificio immenso che giace su se stesso. Dall esterno, però, non si direbbe che sia abbandonato. Come ricorda Ruggiero Di Luggo, presidente della Fiart cantieri e proprietario dei lotti su cui sorgeva il campo americano, la struttura esterna è stata riverniciata di recente. La mia azienda ha effettuato molti interventi per portare a condizioni ottimali il fabbricato. Ricorda con nostalgia i tempi in cui ad Agnano si parlava più inglese che napoletano. All epoca il campo militare era il fiore all occhiello della zona di Agnano. Intorno al la marina americana decide di sospendere tutte le attività e tornare in patria. L ospedale militare non era la sola perla che gli statunitensi avevano impiantato nel territorio. Spulciando la piantina dell Agnano Compound ci si accorge che erano diverse le strutture che sorgevano nell area: scuole, Dopo 45 anni gli americani hanno traslocato. E ora? piscine, palestre, campi per attività sportive. Una vera e propria città nella città. Che fare oggi con queste strutture? Molti dei fabbricati al momento sono stati dati in fitto a diverse aziende. Più difficile, però, è affidare l ex ospedale. Anche se, ci confida l ingegnere Di Luggo, qualcosa sembra smuoversi. Ci sono aziende che sono interessate alla struttura. Al momento, però, non posso aggiungere altro. Posso solo dire continua che siamo in attesa dell ok della Regione per la concessione dei posti letto. Raggiunti al telefono, però, le bocche rimangono serrate anche da parte dell Aiop (associazione italiana ospedalità privata), presieduta da Sergio Crispini. A tutt oggi sembrerebbe che qualcosa si stia smuovendo. Si spera di non dover aspettare nuovamente gli americani per cambiare la situazione. La struttura ospedaliera dell ex base militare americana di Agnano. Abbandonata a se stessa da quasi dieci anni occupa una superficie di circa 9000 metri quadri. Piscopo: in quegli spazi una cittadella per i giovani Carmine Piscopo, assessore Comune Napoli Il campo di calcio, in erba naturale, presente nell ex base Nato a Bagnoli. Intorno vi è una piccola pista di atletica. Nella zona sono presenti anche due campi da tennis. Siamo interessati all ex base Nato e non abbiamo nessun problema a condividere lo spazio con la Regione. Carmine Piscopo, assessore alle politiche urbane del Comune di Napoli, ha le idee chiare e auspica di poter usufruire dei suoli dell ex collegio Costanzo Ciano per rivitalizzare il territorio di Bagnoli. Assessore, che tempi ci vorranno per ottenere una risposta dalla Fondazione? Noi abbiamo partecipato alla manifestazione di interesse per l ex base Nato così come l hanno fatto altri enti. Siamo in attesa di una risposta in tempi celeri. Basti pensare che il 30 settembre 2013 il complesso sarà libero a tutti gli effetti. Ci sono altri enti interessati come la Regione. Un collaborazione con il Comune è possibile? Per noi non ci sono problemi, siamo disponibili a condividere l ampio spazio in questione. La Regione ha intenzione di spostarsi con quasi tutto il suo apparato. Il loro obiettivo è quello di evitare i fitti passivi. Qual è il vostro progetto? Creare una cittadella per i giovani. Non dimentichiamoci poi che all interno dell ex base Nato c è la prestigiosa scuola americana che nonostante il trasferimento di tutto il complesso a Lago Patria, resterà attiva a Bagnoli. Che investimento economico avete previsto? Per il momento non c è stata alcuna previsione delle spese che dovremo affrontare. Ciò non era richiesto nella manifestazione d interesse. Attendiamo una risposta dalla Fondazione Banco di Napoli prima di iniziare a organizzarci anche dal punto di vista economico. c.c. INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 8

9 L ingresso dell ex base Nato di Bagnoli. L area è di proprietà della Fondazione Banco di Napoli per l assistenza all infanzia. Il prossimo inquilino dovrebbe essere la Regione Campania. Il 30 settembre 2013 la Nato lascerà ufficialmente i suoli occupati. Le operazioni di trasloco sono state avviate nei mesi precedenti. I militari adesso si sono trasferiti a Lago Patria. All interno dell ex collegio Camillo Ciano (ex base Nato di Bagnoli) c è anche una piscina. La struttura è all aperto e viene sfruttata principalmente da maggio a ottobre. Castel Volturno Nelle rovine del Villaggio Coppola ora scattano gli arresti Parco Saraceno, vita abusiva Novanta famiglie occupano la città impossibile e senza più regole Fili ovunque. Si diramano sui muri e succhiano energia. Sono novanta le famiglie del Parco Saraceno, villaggio nel cuore di Castel Volturno, che rubano corrente elettrica. Inutili i blitz dei Carabinieri, l ultimo il 28 gennaio scorso, con sei persone finite in manette. Vogliamo pagare, sono mesi che chiediamo i contatori. Siamo abusivi? C è gente che vive qui da vent anni, dove dovremmo trasferirci?, dice Carmela. Sette anni fa era disperata, senza lavoro, senza casa, quando ha saputo delle palazzine abbandonate, non ha avuto dubbi: Si occupa. Non è la sola. Negli anni Novanta il Parco fu preso d assalto e oggi due edifici su tre sono abitati illegalmente. Un totale di 150 persone tra bianchi e colorati, scherza. Siamo lasciati a noi stessi, ci aiutiamo a vicenda, la scorsa domenica abbiamo indossato maschere protettive e raccolto i rifiuti sulla strada anche se ora siamo punto e a capo. A settembre il degrado era tale che alcuni abitanti hanno deciso di inaugurare il Festival dell illegalità : un tour tra sacchi d immondizia e tubi penzolanti. Chiamare queste strutture abitazioni è un eufemismo, scrive in una lettera pubblica Tommaso Morlando, presidente dell associazione Officina Volturno. Sono ruderi che la gente continua a occupare creando serie emergenze igienico sanitarie. Per Dimitri Russo, candidato sindaco tra le fila del Pd prima che il Comune fosse commissariato per infiltrazioni mafiose, è una situazione da terzo mondo: Neanche a Kabul si vive in queste condizioni. Non pagano luce, né acqua, né immondizia e sversano gli scarichi in mare. Solo un miracolo potrebbe risolvere la situazione. Costruito nel 1964, Parco Saraceno è solo un brandello di uno dei quartieri più grandi d Europa, il Villaggio Coppola: con alloggi, 200 negozi, scuole e otto torri che L interno del Villaggio Coppola per tredici anni, dal 1980 al 1993, ospitarono gli americani di stanza alla vicina base Nato. Il sogno: creare una little America partenopea. Città d uomo, 362 giorni il Paradiso dei fiori, è lo slogan nei cartelloni di benvenuto. Poco importa se per realizzare la Miami fosse necessario violare leggi, e invadere terreni pubblici, mattone su mattone. Uno scempio, commenta l ex sindaco Mario Luise che per anni è stato in prima fila nella guerra contro ciò che definisce un inaudita prepotenza nei confronti dello Stato. Un contenzioso durato vent anni. Racconta: Gran parte degli edifici fu costruita su suolo demaniale, con la compiacenza delle istituzioni dell epoca. Nel 1990 creammo una sinergia, tra Comune e magistratura, che portò al sequestro delle aree abusive più grandi e alla demolizione delle otto torri realizzate sulla darsena San Bartolomeo. La partita tra lo Stato e i privati è chiusa: Abbiamo vinto uno a zero prosegue Luise, anche se ci si è accordati con la famiglia Coppola. Non si poteva abbattere tutto. Ora rimane un problema di carattere sociale, con gli abusivi che hanno occupato il Parco e approfittatori che continuano a speculare sul territorio facendo pagare l affitto a chi non conosce la situazione. Come Caterina: 150 euro ogni mese per vivere nell inferno. Per non avere problemi preferisco dare i soldi, dice. Prima viveva in un palazzo poco più avanti. Poi alcuni militari americani hanno bussato alla sua porta: Hanno detto che le costruzioni erano abusive. Ho saputo che stavano occupando le palazzine alle spalle e mi son trasferita ma qui non ho trovato nulla. Mattonelle, tubature, porte: tutto saccheggiato. Spiega Maria, una delle acquirenti degli appartamenti: Sono i Coppola che hanno voluto questo scempio, quando l area fu posta sotto sequestro e i militari andarono via, mandarono gli operai a distruggere tutto. Lei pensava di aver fatto un affare spendendo cento milioni per una vista mozzafiato sul Mar Tirreno e piscina di condominio: Prima era un paradiso, ora è l inferno. Sono una delle poche a essere rimasta. La mia vicina è andata via. Non è riuscita a resistere, aveva troppa paura. r.r. PAGINA 9

10 NAPOLI Società Il confronto con Roma, Milano e Torino La vita a Napoli costa di più Maglia nera per l Rc auto: la tariffa media è euro che sfondano i 4mila se l automobilista è neo-patentato. Male anche l acqua e la rete idrica contraddistinta da una dispersione del 24%. ROMA Il costo degli asili nido pubblici è il più basso: 146 euro al mese pasti e pannolini compresi. Nel 2012 la Tarsu è rimasta invariata (378 euro) nonostante la produzione pro-capite di rifiuti sia diminuita rispetto allo scorso anno. TORINO È la città con la retta per gli asili nido comunali più alta: 368 euro mensili per il tempo pieno che include pasti e pannolini. Ma è quella che nel 2012 ha pagato la tassa sui rifiuti più bassa. MILANO Rc auto, asili e Tares smentiscono luoghi comuni Città Spesa 2012 Spesa 2011 Spesa 2007 La vita a Napoli costa meno se confrontata con quella di Roma, Milano e Torino? Un comune sentire ritiene che vivere nel Mezzogiorno costi meno rispetto al Settentrione. Era il 2009 quando Roberto Calderoli, esponente di punta della Lega Nord e allora ministro della Repubblica, chiedeva che gli stipendi venissero parametrati al reale costo della vita: vale a dire, la reintroduzione delle gabbie salariali. Un idiozia abolita a fine anni 60 - afferma l economista Massimo Lo Cicero - perché illegale, in quanto è impensabile che un lavoratore della Campania percepisca uno stipendio inferiore a quello della Lombardia per il medesimo lavoro svolto. Eppure, secondo Calderoli, bisognava rimodulare le buste paghe perché la vita al Sud ha un costo inferiore che al Nord. Ma è proprio cosi? Premesso che il costo della vita è un astrazione dei ricercatori e della stampa - sentenzia Lo Cicero - in realtà esso sta diminuendo in maniera generalizzata: per esempio la grande distribuzione sta riducendo sempre più i prezzi dei propri prodotti. E poi, se anche consideriamo quello meridionale inferiore rispetto a quello settentrionale, tale differenza è compensata dagli elevati livelli di disoccupazione che interessano le regioni del Mezzogiorno. Non sembrerebbe poi a voler osservare alcuni dati relativi sia alle prime quattro città italiane per numero di abitanti (fonte Istat): Roma, Milano, Napoli e Torino, appunto; sia alle regioni di cui sono capoluogo: rispettivamente, Lazio, Lombardia, Campania e Piemonte. Innanzitutto la Rc auto. Secondo dati aggiornati a gennaio 2013 dell Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, a Napoli la tariffa media per un adulto è pari a euro; tariffa che, per un ragazzo, si impenna fino a Sensibile la differenza con le altre città: a Roma si paga, rispettivamente, 790 e 3.328; a Milano, 601 e 2.805; a Torino infine, 638 e Per quanto riguarda gli asili nido comunali, a Napoli si paga la retta più bassa (100 euro), ma la cifra non garantisce un servizio a tempo pieno e include solo l offerta dei pasti. Vale a dire, i pannolini per i piccoli si pagano a parte. Contrariamente a quanto succede a Roma e Torino, dove la retta per il servizio a tempo pieno è pari a 146 e 368. A Milano, dove pure è garantito il tempo pieno ma non i pannolini, si pagano 232 euro. Veniamo alla Tarsu, l imposta sui rifiuti che, a partire dal 2013, è stata sostituita dalla Tares, la quale comprende anche l illuminazione pubblica e la sua manutenzione. Nel 2012, Napoli è la città dove si è pagato la Tarsu più cara, 529 euro, aumentata di 21 euro rispetto all anno precedente. Se poi si confronta il dato con quello del 2007, si nota un incremento dell 87%. L aumento della Tarsu, progressivo negli anni, sorprende a fronte di una diminuzione, rispetto al 2011, dei rifiuti urbani prodotti pro-capite (538,8 kg, -5,8%) e di un lieve aumento della raccolta differenziata (0,7%) rispetto al 2010, secondo Legambiente. Se ci limitiamo al confronto con Torino, emergono oltre 200 euro di differenza nel livello di tassazione (269): anche qui, in 5 anni, dal 2007 al 2012, si è registrato un incremento progressivo, arrestatosi al 18%, nonostante la riduzione pro-capite della produzione di rifiuti (-2,3%) e il contestuale aumento del livello di differenziata (1,2%) rispetto al 2011 (fonte Legambiente). Passiamo al dato relativo al servizio idrico integrato, che comprende l acquedotto, il canone di fognatura e di depurazione e una quota fissa. Secondo l Osservatorio di Cittadinanzattiva, nel 2009, nel capoluogo campano si è speso 208 euro: quasi quanto Roma (207), più di Milano (106, la più economica anche di tutta Italia) ma meno di Torino (269). Tutto ciò, a fronte di una percentuale di dispersione idrica pari al 23 a Napoli e in aumento del 2% rispetto al 2007, cosi come a Roma (2%) e Milano (1%), ma non a Torino (-2%). Il prezzo della benzina verde è determinato, oltre che da diverse accise nazionali, anche dalle accise locali, almeno nelle regioni che l hanno prevista. Sono 9 in totale, secondo dati di Unione Petrolifera aggiornati al gennaio 2013: tra queste, la Campania e il Lazio, con un aliquota pari allo 0,02580, e il Piemonte (0,02600): se comprendiamo anche l IVA, le due accise influiscono in modo identico sulla formazione del prezzo della verde (0,031). La Lombardia invece non prevede alcuna aliquota. Infine i ticket sanitari relativi alla specialistica e diagnostica, introdotti nel Secondo il XV rapporto Pit, Progetto integrato di tutela, pubblicato nel 2012 dal Tribunale per i diritti del malato, in Campania tra prestazioni, ticket e costi aggiuntivi, si arriva a pagare da un minimo di 56,15 euro fino a un massimo di 70 per i pacchetti ambulatoriali. Nel Lazio invece si parte da un minimo di 46,15 e si può arrivare fino un massimo di 61,15 per le Tac e le risonanze magnetiche; mentre in Lombardia e Piemonte si va da un minimo di 36,15 a un massimo del 66,15. Variazione a 5 anni Produzione pro capite r.u. kg/ab/ anno 2011 var 2010 Su dati lega ambiente Raccolta c.g. Napoli 529 E 508 E 283 E + 87% 538,8 (-5.8%) 18,2% (+0,7) Roma 378 E 378E 247E + 53% 645,7 (-2,4%) 24,2% (+2 6%) Milano 299 E 262 E 262 E +14% 528,6 (+ 0,1%) 35,3% (+ 1,9%) Gli automobilisti milanesi pagano l Rc auto più economica: la tariffa media per gli adulti è di 601 euro, mentre quella per i neo-patentati è di Risparmio anche sulla spesa media per l acqua che con 106 euro è la più bassa d Italia. Torino 269E 261E 228E + 18% 528,2 (-2,3%) 43,7% (+1,2%) INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 10

11 Società Presentato lo scorso anno con grande enfasi a Palazzo San Giacomo Unioni civili, 15 coppie Il registro ha fatto flop La perplessità dei cittadini: valore simbolico, pochi i diritti pagina a cura di Dario Marchetti Solo quindici coppie iscritte in quasi un anno di vita. É questo il magro bilancio del Registro delle Unioni Civili di Napoli. Nato a giugno del 2012 per volere dell assessore alle pari opportunità Pina Tommasielli, al momento della sua istituzione il registro era stato accolto con grande entusiasmo, simbolo di una Napoli che muove grandi passi nel campo del sociale. L idea alla base di questo strumento è quella di riconoscere ufficialmente il rapporto di affetto tra due persone, non importa di quale sesso, garantendo loro molti dei diritti, e dei doveri, delle coppie sposate. Per iscriversi basta essere residenti a Napoli da almeno un anno e convivere per lo stesso periodo di tempo con l altra persona. Sulla carta i benefici ci sono, come ad esempio l accesso ai bandi comunali, incluso quello per l assegnazione degli alloggi popolari e l ottenimento di informazioni sullo stato di salute del convivente, oltre che la possibilità di assisterlo in caso di degenza, tanto per citarne alcuni. Ma allora perché questo flop? Secondo l assessore Tommasielli «per contrastare la paura e la diffidenza che ancora ci sono bisogna lavorare sull informazione. Stiamo comunque aprendo un varco in una situazione che esiste e che va affrontata». A conti fatti però il Comune non si è speso più di tanto nel pubblicizzare questa opportunità, se non nei primi giorni della sua istituzione. Tanto che persino alcuni dipendenti dell anagrafe comunale fanno spallucce quando gli si chiede dove si trova l ufficio preposto. Ma c è altro. Secondo Carlo Cremona, presidente dell associazione gay/lesbo i-ken, «i registri sono un retaggio del passato, un idea vecchia che doveva servire per fare pressione sul Parlamento affinchè legiferasse sulla questione. Il Comune arriva con vent anni di ritardo». E le perplessità si abbattono anche sui vantaggi pratici. «Alloggi popolari? Ma dov è il piano casa? Qui è tutto fermo. Certo, riconosco l importanza della battaglia dell amministrazione - continua Cremona -, ma se non diventa una proposta politica nazionale, rimane un atto formale inutile. Noi vogliamo un matrimonio vero, un modo per esprimere con gioia l amore tra due persone dello stesso sesso. Essere costretti a ufficializzare l affetto con una firma su un registro in un ufficio del Comune è triste e desolante». Di tutt altra opinione invece è Pino De Stasio, consigliere della seconda municipalità, che vede il registro come un successo, un primo passo verso la battaglia nazionale in Parlamento. «I registri hanno un valore sia simbolico che pratico. Se gli iscritti sono pochi è perché i requisiti vanno cambiati: perché le persone, soprattutto i più giovani, dovrebbero aspettare un anno e un giorno per ufficializzare il loro affetto?». Ma per De Stasio il vero obiettivo non è il matrimonio. «Quello lasciamolo alla Chiesa spiega il consigliere. Noi invece vogliamo una legge nazionale sulle coppie di fatto sul modello francese. Siamo rimasti l unico Paese insieme alla Grecia a non avere una normativa del genere. Non si può più aspettare». E dopo le unioni civili, Napoli lancia un altra sfida nazionale, quella sul trattamento del fine vita: il 17 marzo il consiglio comunale ha dato il primo via libera all istituzione di un registro per i testamenti biologici, proposto dagli assessori Tommasielli, Tuccillo e Lucarelli. Presto i cittadini napoletani potranno annotare liberamente le proprie volontà riguardo ai trattamenti sanitari ai quali saranno disponibili in caso di perdita di coscienza permanente a Empoli nasce il primo registro a Reggio Emilia l ultimo istituito 124 i comuni italiani che se ne sono dotati 138 le coppie iscritte a Milano, il registro più popoloso i matrimoni rispetto al 2010 (dati Istat) COSA è, come iscriversi Il registro comunale delle unioni civili è un elenco nel quale le coppie eterosessuali e omosessuali legate da vincoli non legali (matrimonio, parentela, adozione o tutela), ma solamente da vincoli affettivi e di reciproca solidarietà, possono iscriversi per vedere riconosciuta legalmente la propria relazione e ottenere molti dei benefici di una coppia sposata. Per iscriversi: Entrambi i conviventi devono essere residenti a Napoli ed essere iscritti nello stesso stato di famiglia da almeno un anno Inviare una mail all indirizzo anagrafe@comune.napoli.it indicando nell oggetto Richiesta di iscrizione al Registro unioni civili, allegando le generalità dei conviventi Attendere una risposta dall anagrafe comunale per fissare un appuntamento Recarsi al primo piano dell ufficio comunale in II traversa Epomeo, 2 e completare le procedure burocratiche QUALI SONO I VANTAGGI Le coppie iscritte al registro possono: Accedere a tutti i bandi comunali, incluso quello per l assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica Entrare nelle graduatorie per le agevolazioni sui servizi rivolti alle coppie Utilizzare la stessa classe di rischio del convivente per una nuova assicurazione Ottenere il rilascio di permessi di sosta e circolazione in zone a traffico limitato Avere informazioni sullo stato di salute del convinvente in caso di ricovero, e assisterlo personalmente in caso di degenza prolungata Autorizzare un intervento chirurgico d urgenza nel caso l altro convivente non fosse in condizioni di intendere e volere Ricevere il risarcimento di danni morali e materiali in caso di morte del convivente causata colpevolmente da terzi, se ricorrono le giuste condizioni PAGINA 11

12 Luoghi La riserva tutelata dall Unesco Vesuvio, il parco è sotto assedio L itinerario dei turisti tra abusivismo e rifiuti Un simbolo di Napoli e dell Italia in tutto il mondo, quasi un marchio di fabbrica. Una bellezza naturale che l Unesco ha inserito tra le riserve mondiali della biosfera. Una risorsa turistica che andrebbe preservata e valorizzata. Con questi presupposti, il Parco Nazionale del Vesuvio, istituito nel 1995, dovrebbe essere uno dei luoghi più belli del pianeta. Eppure a guardarlo oggi assomiglia di più a un girone infernale. In più di vent anni il territorio del Parco è stato, ed è tutt oggi, flagellato dalle piaghe dei rifiuti e dell edilizia abusiva. E nel 2012 ha perso più di ventimila visitatori rispetto all anno precedente. Per rendersi conto delle gravi condizioni in cui versa la zona protetta basta salire in macchina e percorrere la strada che da Torre del Greco porta fino al sentiero del Gran Cono, a metri d altitudine. La scalata è un continuo succedersi di piazzole straripanti di rifiuti di tutti i tipi, dai semplici sacchetti neri fino a mobili, sanitari e sacchi di cemento. L immondizia si accumula persino a pochi metri dalle sculture della mostra permanente Creator Vesevo, sotto gli occhi increduli dei turisti che a bordo degli autobus si dirigono alla vetta del vulcano. E anche qualche chilometro dopo, quando a mille metri di altitudine inizia il sentiero del Gran Cono, il fiore all occhiello del Parco, i rifiuti non demordono: tra le buste di plastica e le bottigliette abbandonate sul terreno lavico spunta anche una bottiglia di spumante. Ma le ferite più dolorose sono quelle più nascoste, lontano dai luoghi turistici e vicine agli abitanti dei quattordici comuni che fanno parte dell area. Da San Giuseppe Vesuviano, dove le aziende del settore tessile scaricano gli scarti della produzione senza nemmeno preoccuparsi di nascondere il proprio marchio dai sacchi, fino alla valle dei frigoriferi vicino Terzigno, dove elettrodomestici di ogni tipo vengono abbandonati nella pineta che costeggia uno dei sentieri naturali del Parco. Senza dimenticare la discarica legale di Cava Sari, chiusa nel 2012 per esaurimento della capacità di ricezione dei rifiuti e unica al mondo ad essere stata aperta in un area naturale protetta. è difficile conservare un territorio quando bisogna combattere contro l incivilità delle persone spiega Michele Buonomo, presidente regionale di Legambiente. I tagli recenti hanno interessato anche le riserve naturali, e gli uomini della forestale, addetti ai controlli, sono sempre meno. Il Parco vive una condizione quotidiana di para-illegalità: le denunce le abbiamo fatte, ma spesso le cose rimangono come prima. Qualcosa sul fronte di rifiuti sembra però muoversi, grazie al progetto che il Conai e il ministero dell Ambiente hanno avviato per potenziare la raccolta differenziata negli scavi di Pompei e nella zona del Vesuvio. Educare i comuni della zona vesuviana alla cultura della differenziata è il primo passo per cambiare le cose commenta Buonomo. Le battaglie da fare sono tante, ma affrontandole una alla volta si possono vincere. d.m. Informazione pubblicitaria Informazione pubblicitaria INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 12

13 Il rogo di Bagnoli Continua la gara di solidarietà per ricostruire il Museo La Scienza oltre la cenere Idee a confronto: perché e dove far rinascere i capannoni adorati dai bambini La raccolta al momento assomma oltre 200mila euro dei quali le parti più significative sono quelle che vengono dalle donazioni bancarie. A parlare è Carlo Guardascione, responsabile relazioni esterne della fondazione Idis Città della Scienza, che dà una prima stima della raccolta fondi per la ricostruzione del polo scientifico andato distrutto lo scorso 4 marzo. Le donazioni, soprattutto quelle con gli sms spiega testimoniano la sensibilità di tanti cittadini della scienza che, in questi ultimi 10 anni, si sono legati affettivamente a questa struttura. I fatti. Nella notte del 4 marzo un incendio (adesso confermato doloso) colpisce Città della Scienza, il Museo interattivo di Bagnoli, considerato uno dei poli d eccellenza di Napoli: è frequentata da circa 350mila persone l anno, una media di visitatori al giorno. Le fiamme divampate distruggono quattro dei sei capannoni. La presenza in grande quantità di legno e di materiale infiammabile non lascia scampo alla struttura che, in poche ore, lascia visibili solo le sue macerie. Il bilancio? Devastante. La struttura (circa 10-12mila metri quadrati) viene completamente rasa al suolo. Sopravvive solo il Teatro delle Nuvole, che, separata dal resto dei capannoni, ospitava rappresentazioni. L incendio, per fortuna, non causa feriti: lunedì è giorno di chiusura settimanale. Danni ingenti e pochi soldi. Da quanto emerge dalle prime stime per portare a termine la ricostruzione servirebbero circa 40 milioni di euro. Quindici riguardano il Pac (Patto di azione e coesione) messi a disposizioni dal ministero per la Coesione territoriale; cinque vengono dal Cipe, stanziati dal ministero per lo Sviluppo economico; tre milioni provengono dal ministero per l Istruzione; in più, si andranno ad aggiungere quelle che la Regione stanzierà per la cassa integrazione, i rimborsi dell assicurazione (circa l 80% della struttura andata distrutta) e i soldi provenienti dalle donazioni. Totale? Ventitre milioni di euro. Tanti ma non sufficienti per la ricostruzione. Tempistica e location. La distruzione di Città della Scienza porta alla ribalta vecchie e nuove questioni. La vecchia struttura, infatti, sorgeva in un area non prevista dal piano regolatore generale. L ipotesi di ubicarla in un altra zona prende allora piede. Dal primo tavolo interistituzionale emergono tre ipotesi: ricostruirla nella sede originaria, ricollocarla nella ex zona dell acciaieria Italsider o in un altra zona di Bagnoli. Dal canto suo la fondazione Idis preme per ricostruire Città della Scienza sulla medesima location, sottolineando, come lo stesso Guardascione ricorda, che le fiamme hanno risparmiato la struttura facendo crollare solo il tetto. Il perimetro è rimasto intatto, quella che ha ceduto è solo il tetto che, comunque, era del Dunque sarebbe più facile, economico e veloce ricostruila lì dov era. In più, sottolinea: Ricollocarla non avrebbe più senso rispetto agli intenti originari della struttura. L alternativa pone soltanto dubbi, incertezze e situazioni nebulose. Quel che è certo, al momento, è che le decisioni vanno prese in fretta. Se è vero che è bastato un attimo per distruggere Città della Scienza, gigante dai piedi di cristallo, la macchina burocratica potrebbe procrastinare ab libitum i tempi di ricostruzione sotterrandola sulle sue ceneri. s.l. Invia un SMS al Bonifico Bancario BANCO DI NAPOLI IBAN: IT41X Cronisti a rischio È qui il record Il 2012 è l anno del primato negativo Italia 109 Campania I giornalisti minacciati dal 2006 I giornalisti minacciati in regione Minacciata Amalia De Simone L ultima minaccia è arrivata lo scorso 14 marzo confusa alla posta di routine: una busta gialla, dentro due pallottole calibro 7.65, mittente sconosciuto, destinatario Giovanni Taranto, direttore di Metropolis tv, quotidiano della provincia partenopea. L alba del primo ottobre 2011, i parenti del boss Salvatore Belviso invadevano la redazione per bloccare la stampa del giornale. Poi: telefonate notturne, gomme tagliate, aggressioni. Siamo nelle loro mani, commenta Giovanni, sanno dove abitiamo, dove lavorano i nostri coniugi e vanno a scuola i nostri figli. La sua filosofia: prudenza sì, passi indietro mai. Facciamo cronaca locale d assalto. La notizia si segue, senza far sconti al colletto bianco né al camorrista. Niente atti di eroismo, non indossiamo calzamaglie da supereroi, cerchiamo solo di far al meglio il nostro mestiere e non dovrebbe comportare grossi rischi, almeno in un paese civile. Dal 2006 a oggi in Italia sono i giornalisti minacciati, già 96 nei primi mesi del 2013: i nomi spesso sconosciuti, i volti anonimi. A rivelarlo è il rapporto di Ossigeno per l informazione, osservatorio nazionale sui cronisti vittime di violenze e abusi. Sono gocce che scavano il marmo, ripete il fondatore Alberto Spampinato che da anni denuncia una piaga sotto gli occhi di tutti ma di cui nessuno parla: Forse non c è voglia di autocommiserarsi però l Italia è l unico paese d Europa in cui l informazione è parzialmente libera. Lo dimostrano i dati e lo dicono le maggiori istituzioni internazionali che nelle classifiche ci collocano sotto il cinquantesimo posto. Ranking da terzo mondo. E ciò che conosciamo è solo la punta dell iceberg precisa gran parte dei cronisti non trova la forza di denunciare: si vergogna della violenza subita. Come Tina Palomba. Guardando la sua auto avvolta dalle fiamme, per la prima volta nella sua vita, Tina ha avuto paura. A scrivere di cronaca nera e giudiziaria ha iniziato dieci anni fa per una testata casertana, dove ha subito di tutto: assalti in redazione, insulti nelle aule giudiziarie, persino l ironia dei boss. La palomba deve volare è lo slogan nelle intercettazioni telefoniche, fino al raid: due taniche di benzina incendiate sotto casa per farle saltare la macchina, troppo anche per una coraggiosa cronista di strada. Le fiamme alte fino alla mia finestra, al primo piano, sono un incubo terribile che mi tormenta ogni notte, confessa con occhi umidi nella sala riunioni del suo giornale, davanti a un bicchiere d acqua fredda. Oggi la sua attività è drasticamente ridotta: prima scriveva quattro articoli quotidiani, ora al massimo due. Vacci piano, è stato il consiglio dei vertici aziendali. A me dispiace molto, ma per tutelarmi hanno deciso di rallentare il ritmo. C è chi sostiene che i giornalisti possano dire ciò che vogliono, niente di più falso: la libertà di espressione è un utopia. Secondo le stime di Ossigeno, sono oltre diecimila le vittime dirette o indirette d intimidazioni su un totale di 110 mila iscritti all Ordine. Cifre da capogiro che crescono vertiginosamente: da 20 a 95 minacce l anno con la Campania che nel 2012 ha scalzato il primato alla Calabria. Su 325 giornalisti intimoriti, 109 sono partenopei. Spiega il presidente dell Ordine dei giornalisti campani Ottavio Lucarelli: Nella nostra regione la stampa è fortemente condizionata dalla malavita organizzata, ma le minacce non hanno impedito ai cronisti di raccontare ciò che accade in un territorio ad alta densità criminale. A Radio Siani, cuore di legalità ricavato da un bene confiscato alla camorra ercolanese, Amalia de Simone ha un modo particolare d affrontare i ripetuti attacchi. Ostinazione, documenti e ironia, sono le parole chiave. Se vuoi, dico che la paura non mi fa dormire di notte, scherza. Sulle spalle non solo le pressioni della malavita, ma anche una richiesta di risarcimento di 52mila euro da parte de Il Mattino, con cui ha collaborato per anni, per un presunto errore commesso. In realtà non credo che il vero problema siano le minacce, questi personaggi devono essere smitizzati. Perciò una visita obbligatoria al civico 62 di Corso Resina è quella al bagno del boss Giovanni Birra: doccia idromassaggio, catena del water e rubinetti dorati. Nulla di più kitsch. Ormai non sono loro a farmi paura, ma il precariato. È lui la vera pistola puntata alle spalle del cronista. r.r. PAGINA 13

14 PeppebBox su illustrazione di Peppe Iko Ricciardi per I NOSTRI CORSI: FUMETTO ILLUSTRAZIONE DISEGNO COLORAZIONE CG MANGA GRAPHIC DESIGN WEB DESIGN SCENEGGIATURA CARTONE ANIMATO ANIMAZIONE 3D STOP MOTION VIDEO MAKER MONTAGGIO VIDEO VIA ATRI 21, NAPOLI - TEL SCUOLACOMIX.NET

15 Istruzione Con le nuove regole biennio a rischio Conservatori, la riforma beffa Laurea o diploma, dipende dall anno di studi Napoli, Salerno, Avellino e Benevento. L elenco dei conservatori in Campania è corposo e numeroso. Sono circa 700 gli iscritti totali (esclusi i pre-accademici) con Salerno che detiene la leadership grazie ai suoi quasi 500 studenti. A Napoli invece va lo scettro di istituto storico della musica italiana. Un luogo che vanta secoli di storia, nato nell ex convento dei Padri Celestini, fondato da quel Celestino V che di recente è stato più volte accostato all ex pontefice Benedetto XVI per la rinuncia al ruolo di vescovo di Roma. Al San Pietro a Majella ha iniziato il suo brillante percorso professionale uno dei più grandi direttori d orchestra in circolazione: Riccardo Muti. Oggi, tuttavia, la situazione non è delle più rosee. Con l approvazione all unanimità delle legge 509 del 99, il governo D Alema ha conformato i conservatori come istituzioni di livello universitario. Un percorso completato solo nel 2011 con il ministro dell Istruzione Maria Stella Gelmini. Con la nuova riforma spiega il maestro Francesco Scala, docente presso il conservatorio di Salerno si è persa quella creatività che da sempre contraddistingue gli artisti, mentre abilità e competenza sono le nuove caratteristiche richieste. Le scuole di musica oggi sono l istituzione terziaria col più alto numero di studenti stranieri. Sono in tanti che dall estero vengono in Italia per imparare e arricchire il proprio bagaglio culturale e artistico. La ricetta è molto semplice. Nei conservatori continua Scala l insegnante è semplicemente il modello da seguire. L allievo impara ma il maestro non insegna. L azione è assolutamente opposta. Lo studente da solo cerca di capire come fare prendendo come esempio il proprio insegnante. Suonare uno strumento infatti significa sviluppare delle abilità. Il 70% delle lezioni svolte in un conservatorio sono di carattere individuale, si viene quindi seguiti quasi personalmente da un docente. Con la nuova riforma però si corre il rischio di perdere due anni. A tutti quelli che hanno conseguito il diploma del vecchio ordinamento entro il 2012 analizza Scala verrà riconosciuto un titolo che sarà equivalente alla laurea magistrale. Per chi l ha conseguito successivamente verrà invece riconosciuto un diploma di primo livello. Ciò significa che occorrerà fare un ulteriore biennio di specializzazione per ottenere la laurea magistrale. Il problema è che i contenuti sono identici e il ministro in questione quando andrà a fare l equipollenza sarà inchiodato da quanto sopra evidenziato. Ciò evidenzia i controsensi di una riforma che ha appiattito un sistema da sempre basato sul merito e sulle reali capacità di uno studente. Se il costo del conservatorio è di gran lunga inferiore a quello dell università pubblica (un 30% in meno), resta caldo il problema della spendibilità del titolo. I concorsi per accedere a insegnare nelle scuole medie o nei licei musicali scarseggiano e i futuri diplomandi hanno serie difficoltà a trovare occupazione. Inoltre c è un altro fenomeno che allarma: i corsi pre-accademici. Non sono a norma chiosa Scala. A Salerno abbiamo stipulato delle convenzioni con le scuole dove prepariamo i nostri futuri allievi. Il discorso cambia invece negli altri conservatori campani dove i corsi pre-accademici sono organizzati dagli stessi istituti che utilizzano denaro pubblico per pagare i propri docenti. Due grandi artisti napoletani come Aldo Ciccolini e Riccardo Muti hanno consigliato in passato di trovare fortuna altrove. Andare via dalla Campania serve a poco. Occorre innanzitutto avere le idee chiare quando si sceglie di frequentare una scuola musicale. Negli anni 70 a noi non interessava il titolo ma imparare a suonare uno strumento, a essere bravi, ad avere talento. Oggi invece si pensa di più a conseguire il diploma piuttosto che imparare realmente a suonare uno strumento. c.c. Conservatorio di Musica San Pietro a Majella, Napoli. Fondato nel 1826 Iscritti (nuovo e vecchio ordinamento): 110 studenti Commissario: Achille Mottola Direttore: Elsa Evangelista Conservatorio statale di musica Domenico Cimarosa, Avellino. Fondato nel 1971 Iscritti (preaccademici, nuovo e vecchio ordinamento): 1200 studenti Presidente: Nicola Battista Direttore: Carmine Santaniello Revisori dei conti : Componente Mef: Rosa Tozzo Componente Miur: Renato La Peccerella Conservatorio statale di musica Nicola Sala, Benevento. Fondato nel 1988 Iscritti (preaccademici, nuovo e vecchio ordinamento): 1000 studenti Presidente:Caterina Meglio Direttore: Maria Gabriella Della Sala Revisori dei conti: componente Mef Angela De Rosa componente Miur Riccardo Cataldo Conservatorio di Musica Giuseppe Martucci, Salerno. Fondato nel 1819 Iscritti (nuovo e vecchio ordinamento): 460 studenti Presidente: Avv. Francesco Lanocita Direttore: Fulvio Maffia Direttore Amministrativo: Nicoletta Mancini Componente Miur: Teresa Magnoni L ATTESA DEI LICEI MUSICALI Come ogni cosa in Italia, perché i licei musicali comincino a funzionare, ci vorranno dieci anni di sperimentazione. È l opinione di Nicola Finelli, percussionista e docente di Esecuzione e interpretazione musicale nell istituto Margherita di Savoia di Napoli. A tre anni dal loro avvio, sono ancora in fase di start up. Istituiti con la legge n. 53/2003 e diventati operativi con la riforma Gelmini, i licei musicali nascono per sostituire i cinque anni di preparazione affidati ai conservatori prima dell entrata in vigore della legge 508 del 99 che li ha equiparati a istituti universitari. I licei diventano palestre in cui allenarsi per accedere all alta formazione musicale. Preparano gli allievi all ammissione e in un futuro consentiranno l accesso diretto ai conservatori prosegue Finelli. Molti hanno boicottato i licei preferendo istituire al loro interno corsi preaccademici. Purtroppo non c è ancora sinergia. In Campania i licei musicali sono dieci: due in provincia di Napoli, tre a Salerno, due a Caserta, due ad Avellino e uno nel Beneventano, per un totale di circa 500 allievi. Lo scorso febbraio, l assessorato all Istruzione della Regione, con la delibera 32, ne ha istituiti altri dieci per l anno scolastico 2013/2014. Esecuzione e interpretazione, Teoria, Analisi e composizione, Storia della musica, Tecnologie musicali e Laboratori di musica d insieme sono le discipline che fanno di una classe di scuola superiore un liceo musicale. La durata del percorso, cui si accede dopo un esame d ammissione, è di cinque anni. Il ministero dell Istruzione ha fornito solo indicazioni generali sui programmi: Al Margherita di Savoia continua Finelli, le linee guida del piano didattico vengono decise da un comitato scientifico dell istituto formato dal preside del liceo, dal direttore del conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, da due docenti del liceo e due del conservatorio. Gli studenti hanno due rientri pomeridiani a settimana per fare pratica con i due strumenti musicali: quello principale e il complementare. Le ore di esecuzione musicale sono solo due per il primo strumento e una e mezza per il secondo aggiunge. Troppo poche e al terzo anno diminuiscono a un ora. L unico modo per rendere efficienti questi licei, è capire bene che cosa debbano diventare: scuole superiori a indirizzo musicale, dove si possa studiare uno strumento, o seri corsi di preparazione per accedere ai conservatori, conclude Finelli. ellebi PAGINA 15

16 Castel Volturno Si allenano su un campo circondato da prostitute e spacciatori I giovani Pirati del Rugby Squadre multietniche in magliette bianche e nere come la loro pelle di Ivano Cirillo Tutti uniti verso la meta. Poco importa se per raggiungere il campo da rugby improvvisato i Pirati di Castel Volturno devono attraversare un lungo viale pieno di prostitute e spacciatori. Quando vivi da sempre in un posto, ti abitui alla realtà in cui sei immerso, e quasi non ci fai più caso. Nella scuola di rugby under 14 dell A.S. Castel Volturno ci sono dodici bambini e bambine che vivono nel comune più multietnico della provincia di Caserta. Bianchi e neri, come le maglie della squadra. Hanno un allenatore, ma le decisioni importanti le prendono tutti insieme per alzata di mano. Per la scelta del nome c è stato un po di dibattito, hanno dovuto scegliere tra Pirati e Rospi radioattivi. Poi hanno scelto Pirati, perchè gli è sembrato più serio. Filippo Mondini, uno psicologo marchigiano che lavora da cinque anni nella Casa del Bambino, una Onlus che organizza attività di supporto scolastico, ha costituito insieme con altri ragazzi l associazione non profit che ha ottenuto il riconoscimento del Coni come polisportiva. Nel rugby si passa la palla soltanto all indietro - spiega Filippo - per andare avanti, devi muoverti con tutta la squadra. È grazie a valori di questo tipo che l associazione ha scelto il rugby. Perché nessuno resti indietro. Il ragazzino di Castel Volturno che si avvicina al calcio spesso punta a diventare il nuovo Balotelli - continua Filippo - per noi è importante evitare il divismo, per una diversa cultura del gioco di squadra. Non ci piace il concetto di integrazione, abbiamo sempre preferito quello di relazionalità. Il rugby è un collante sociale per gli abitanti di Castel Volturno, mette in contatto non solo i bambini, ma anche i genitori. Un momento importante in questo sport è il terzo tempo. Dopo ogni gara gli atleti, le loro famiglie e le tifoserie passano insieme un po di tempo, bevono qualcosa e socializzano. Un concetto diverso da quello che hanno molte tifoserie calcistiche. I bambini si stanno allenando da novembre su un terreno Allenamento dei Pirati di gioco non professionale. L associazione ha chiesto al commissario prefettizio Antonio Contarino di usare il campo sportivo, ma è inagibile. In attesa di trovare una soluzione hanno fatto una colletta, raccolto 900 euro per affittare una ruspa e bonificato un terreno pieno di sterpaglie dietro la Casa del Bambino. È nato così il campo di rugby dei Pirati, uno spazio che tutti possono usare per giocare, in un territorio che ne offre davvero pochi. La Federazione Campania Rugby ha messo a disposizione un istruttore della squadra Partenope, Giuseppe Pugliese, che sta formando il prossimo allenatore. Si chiama Francesco Di Mauro, un ragazzo che collabora con la Onlus e sta prendendo il brevetto al Coni. Siamo convinti che la squadra darà grandi soddisfazioni dal punto di vista sportivo, perché i ragazzi sono molto agili - sostiene Francesco - nella stessa squadra giocano sia maschi che femmine, gli allenamenti per il momento non si differenziano per genere, solo per ruoli e fisicità. Siamo in fase di partenza, quando ci saremo organizzati meglio, penseremo anche a creare una squadra femminile. Per iscrivere i bambini alla scuola di rugby si paga 50 euro l anno, nel prezzo sono compresi la tuta, la casacca da gara e la borsa. Il fatto che nel rugby non girino tanti soldi, a differenza di altri sport, è una cosa buona per i valori che vorremmo trasmettere ai ragazzi - spiega Alessandro Gisonna, socio fondatore e segretario della società sportiva - stiamo cercando sponsor e donazioni, per non far gravare troppo le spese sulle spalle dei bambini e dei loro genitori. In questo periodo gli occhi dei ragazzi sono tutti puntati sul Sei nazioni, il più importante torneo internazionale di rugby. Tifano tutti per l Italia. L associazione vorrebbe affittare un autobus per portare tutti i Pirati a Roma ad assistere a una delle partite. Hanno chiesto una mano alla Federazione Italiana Rugby, che è molto attenta ai più giovani. A fine marzo faremo il primo incontro degli under 14 contro la squadra Partenope Napoli - spiega Camillo, un ragazzo della polisportiva - il futuro è nei bambini, perché piccoli non gliene frega niente del colore della pelle, giocano e basta. Noi speriamo che imparino questi valori, nonostante alcune leggi impongano una visione diversa. Come la Bossi-Fini, che ha introdotto il reato di immigrazione clandestina. Uno dei risultati più evidenti è che da queste parti molti bambini nati qui evitano di avvicinarsi sia alle scuole che allo sport, e passano le giornate a giocare a pallone nelle campagne sperdute di Castel Volturno. Potrebbero rischiare il rimpatrio in un Paese che non hanno neppure mai visto. Io sono contenta che Kelly faccia sport - conferma Vittoria, madre di uno degli allievi più promettenti - perché così si diverte e fa i muscoli. Ora però devo tornare a lavorare, ero venuta solo a portargli un panino. Pranzo che il ragazzo condivide con Destiny, Michele, Vittorio e Price. Un morso ciascuno, spirito di squadra. All inizio e alla fine di ogni allenamento i ragazzi urlano Viva i Pirati. È il loro modo di farsi forza, mostrare a se stessi, e al mondo che li aspetta fuori, che hanno capito davvero cosa vuol dire unità. Inchiostro Anno XIII numero 5 27 Marzo Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Direttore editoriale Lucio d Alessandro Direttore responsabile Pierluigi Camilli Coordinamento scientifico Arturo Lando Coordinamento redazionale Alfredo d Agnese Carla Mannelli Alessandra Origo Guido Pocobelli Ragosta Caporedattore Christian Gargiulo Capi servizio Luca Bosio Sergio Lanzillotta In redazione Livianna Bubbico Ivano Cirillo Ciro Cuozzo Elisabetta Froncillo Giorgio Laurenti Dario Marchetti Rosita Rijtano Grafica Biagio Di Stefano Copertina Scuola Italiana di Comics per concessione del direttore Mario Punzo Spedizioni Enrico Cacace, tel Editore Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Napoli via Suor Orsola 10 Partita Iva Redazione Napoli via Suor Orsola 10 tel /226/234 fax Registrazione Tribunale di Napoli n del 2/5/2001 Stampa Imago sas di Elisabetta Prozzillo Napoli via del Marzano 6 Partita Iva INCHIOSTRO N. 5 PAGINA 16

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