E POSSIBILE PREVENIRE IL BULLISMO: Da Bullo a Leader positivo. GIUSEPPE DI MAURO Presidente SIPPS
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1 E POSSIBILE PREVENIRE IL BULLISMO: Da Bullo a Leader positivo GIUSEPPE DI MAURO Presidente SIPPS
2 sembra risalire al 1500 Avrebbe il significato di partecipante a violenza organizzata Secondo alcuni studiosi deriverebbe da bule termine germanico dell alto medioevo che significava intimo amico. I bulli, infatti, vanno in branco e sono molto solidali tra loro nell affrontare a muso duro gli altri e nelle proprie azioni hanno comportamenti omertosi.
3 Comportamento aggressivo in età tra 6 e 12 anni caratterizzato da: Intenzionalità Sistematicità Asimmetria di potere
4 Gli episodi di violenza fisica o verbale o i comportamenti, destinati a isolare la vittima attraverso l esclusione, sono volontari
5 Non si tratta di episodi di aggressività isolati rispetto a fatti contingenti, ma di atti ripetuti nel tempo nei confronti della vittima
6 Tra bullo e vittima c è una differenza dovuta alla forza fisica, all età o al numero, quasi sempre, infatti, le aggressioni avvengono in gruppo
7 Impatto negativo sulla salute psicosociale L essere ripetutamente vittime del bullismo Aumentato rischio di solitudine di depressione e idee di suicidio
8 Passive Soggetti timidi, riservati, timorosi, insicuri, spesso con una caratteristica fisica che li differenza dagli altri (capelli rossi, orecchie a sventola, cognome o nome particolari, ecc.) Provocatrici Ragazzini irrequieti, irritanti, aggressivi, attaccabrighe, provocano gli altri, ma, meno forti, finiscono con avere la peggio
9 1639 bambini 6-9 anni: 4.3% bulli, 10.2% bulli/vittima, 39,8% vittime Bulli Più forti dal punto di vista fisico si ammalano meno rispetto alle vittime e ai bulli/vittime ma sono più a rischio di future patologie psichiatriche Vittime del bullismo diretto Maggiore incidenza di problemi di salute generale e di disturbi psicosomatici Wolke D, et all Arch Dis Child 2007
10 Bulli/vittime Disturbi psico-somatici (mal di testa, di stomaco, di schiena, malesseri, irritabilità o aggressività, nervosismo, insonnia, enuresi), e sintomi psicologici (fumo, difficoltà scolastiche, solitudine) Vittime pure Sintomi somatici (ansia, depressione ed insonnia) più frequenti rispetto ai bulli puri e ai non coinvolti Ireland J L: Psychological health and bullying behavior among adolescent prisoners J. Adolesc Health 2005
11 4721 bambini M e F di 9-13 anni: 43% olandesi, 15% Suriname, 16% Marocco, 9% turchi, 17% altre etnie (Van der Wal MF, de Wit CA, Hirasing RA: Pediatrics 2006) Depressione Vittime del bullismo diretto M 42.6% Non vittime 5.7% Vittime del bullismo indiretto F 35.1% M 27.7% F 3.6 % M 2.1%
12 37.7% BULLI MASCHI 4.6% NON BULLI 30.6% BULLI FEMMINE 3.1% NON BULLE Significativa associazione tra il bullismo diretto e idee suicide Van der Wal MF, de Wit CA, Hirasing RA: Pediatrics 2007
13 Campione: 242 di 13 e 14 anni: 6.2% bulli, 12% vittime, 5% bulli/vittime e 76.8% neutrali Il bullismo indiretto è più frequente nell adolescenza, aumenta infatti quando maggiore è l abilità nell utilizzo delle capacità cognitive e sociali per manipolare gli altri Woods S. and White E. The association between bullying behaviour, arousal levels and behaviour problems J. Adolesc 2005
14 Fra le vittime del bullismo diretto ci sono molti soggetti con alti livelli di stimolazione, ma con carattere timido, comportamento evitativo e con maggior ansia, caratteristiche che favoriscono il diventare vittime Woods S. and White E. J. Adolesc 2007
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16 Comprendere le problematiche connesse al fenomeno Bullismo permette di identificare le tipologie di vittime, gli aggressori, alcune possibili cause e proporre interventi mirati Nelle vittime la vergogna può prendere il sopravvento con conseguenti disturbi somatici e dell apprendimento Anche l essere bulli si associa ad aumento di sintomi psicosomatici Forero R,et all: Bullying behaviour and psychosocial health among school students in New South Wales, Australia: cross sectional survey. BMJ 1999
17 Bisogna sospettare il bullismo quando i bambini presentano ripetuti episodi di tosse, freddo, nausea, problemi di appetito, enuresi, dolore addominale e hanno paura di andare a scuola Frequentemente la vittima non parla del problema né a casa, né a scuola, in quanto spaventata dalle ritorsioni, e ciò comporta la ritardata rilevazione del bullismo Anche il silenzio rappresenta un campanello d allarme Wolke D, et all: Bullying involvement in primary school and common health problems Arch Dis Child 2007
18 Chi ha subito violenze ha più frequentemente un comportamento violento verso gli altri Risulta importante cercare di individuare le vittime per prevenire tale evoluzione Molnar BE, Browne A, Cerda M, Buka SL: Violent Behavior by Girls Reporting Violent Victimization. A Prospective Study Arch Pediatr Adolesc Med. 2007;159:
19 Prevenire significa anche anticipare i comportamenti mediante: Implementazione di fattori predittivi positivi (precoce stimolazione cognitiva, corretto supporto emozionale) Riduzione di fattori predittivi di bullismo (eccesso di TV)
20 I bambini a 4 anni vedono in media 3.5 ore di TV al giorno, i futuri bulli 5 ore e i non bulli 3 ore Un eccesso di televisione a 4 anni, considerata età filtro, è risultata associata in modo statisticamente significativo con il bullismo La stimolazione cognitiva da parte dei genitori ed il supporto emozionale all età di 4 anni sono risultati protettivi per il bullismo Zimmerman F.J, et all: Early cognitive stimulation, emotional support, and television watching as predictors of subsequent bullying among grade-school children Arch Pediatr Adolesc Med. 2007
21 La TV influenza il comportamento e i genitori dovrebbero essere incoraggiati a limitarne la visione soprattutto dei più piccoli Le linee guida dell AAP raccomandano che i bambini sotto i 2 anni non debbano mai guardare la TV
22 Gli interventi per contrastare il bullismo, devono essere obbligatoriamente multidisciplinari Si è visto che tutti gli interventi settorializzati sono destinati a fallire
23 Il bullismo è un fenomeno articolato che vede protagonisti più soggetti e più ambientazioni, un fenomeno socio-culturale, per cui l intervento non può essere troppo mirato Ecco perché hanno fallito anche gli interventi socio-lavorativi
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25 Il Pediatra di famiglia è in una posizione privilegiata per: Individuare le problematiche psico-sociali che molte famiglie si trovano ad affrontare Riconoscere precocemente le condizioni di disagio in cui il bambino vive Creare una rete di protezione intorno al bambino e alla sua famiglia
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27 I Bilanci di salute che il Pediatra effettua a varie età filtro rappresentano l occasione per: Indagare, intercettare, rilevare, focalizzare tali problematiche e per programmare i possibili interventi interagendo in particolare con la Famiglia e con la Scuola
28 Nella crescita di un individuo le principali agenzie di socializzazione e di educazione sono:
29 La Famiglia e la Scuola
30 La Famiglia e la Scuola
31 La Famiglia e la Scuola
32 La Famiglia e la Scuola
33 La Famiglia e la Scuola (TV, videogiochi, internet, cinema, gruppo dei pari ecc.)
34 La Famiglia e la Scuola
35 A scuola e in famiglia dovrebbe sussistere coerenza e continuità educativa I valori di base e gli strumenti formativi dovrebbero essere condivisi e verificati in un contesto di dialogo
36 Se nell ambiente familiare il bambino sperimenta la carenza di cure materne, la privazione del padre o la disgregazione familiare Sarà predisposto ad un futuro comportamento aggressivo
37 D altronde una scuola non autorevole, che non esplichi un adeguato ruolo educativo, ma investita solo di competenze istruttive non può che produrre disagio nei soggetti a lei affidati
38 La Scuola e la Famiglia Anche per la prevenzione ed il trattamento di episodi di bullismo
39 Su di loro occorre convogliare le massime energie di quanti si occupano della loro educazione e cura
40 Occorre, invece, siano essi bulli o vittime, ascoltarli, consigliarli con partecipazione emozionale profonda
41 Senza giudizio sulla persona, in un dialogo franco ma, nello stesso tempo, autorevole, che sappia rendere giustizia all essere UMANO che è in ciascuno
42 Da educatori, insegnanti, genitori, pediatri non dobbiamo pensare al bambino prepotente o debole o difficile Ma dobbiamo sentire e sostenere l essere umano che è dentro di lui
43 Da educatori, insegnanti, genitori, pediatri non dobbiamo pensare al bambino prepotente o debole o difficile che spesso soffre in un ambiente disfunzionale
44 Da educatori, insegnanti, genitori, pediatri non dobbiamo pensare al bambino prepotente o debole o difficile e dobbiamo tutti insieme contribuire a riportarlo alla sua fisiologia emozionale e valoriale Dott.ssa Marisa Nicolini Psicologa scolastica, psicoterapeuta CTU del Tribunale Civile e Penale di Viterbo
45 Sarebbe ottimale poter utilizzare le loro risorse positive e migliori per farli diventare dei leader e strumento di appoggio per i loro coetanei Creare tali occasioni rappresenta una sfida Provarci è importante, indispensabile e improrogabile oggi Wolke D, et all: Bullying involvement in primary school and common health problems Arch Dis Child 2008;85:
46 Solo se il soggetto si considererà amato, degno e rispettato Potrà evolvere da Bullo a Leader positivo Dott. Giuseppe Di Mauro Presidente Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
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