LA PRODUZIONE DI AGGREGATI RICICLATI DA RIFIUTI INERTI

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2 LA PRODUZIONE DI AGGREGATI RICICLATI DA RIFIUTI INERTI A cura di Tecnitalia Consultants, MILANO Autori Bressi Giorgio, Volpe Gianpaolo, Pavesi Elisabetta ANPAR - Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati Comitato scientifico Blengini Gian Andrea Garbarino Elena Pelosio Andrea Ratta Manuela, Rizzati Anna Rita, Romagnoli Massimo, Segadelli Stefano Coordinamento Sarma Coordinatore del Progetto Solar Slavko Coordinatori per l Italia Cibin Ubaldo Peri Sergio Revisori interni Solar Slavko Chalkiopoulou Fotini Agioutantis Zacharias Marinescu Mihai Simic Vladimir Revisori esterni Brown Teresa Hejny Horstr O Brien Jim Politecnico di Torino, Italia Dipartimento dello sviluppo sostenibile e dell ambiente, Servizio di Valutazione Impatto Ambientale, Provincia di Torino, Italia Servizio di Pianificazione Territoriale, Provincia di Parma, Italia Regione Emilia-Romagna, Direzone Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, Italia Servizio Geologico della Slovenia, Slovenia Regione Emilia-Romagna, Direzone Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, Italia Servizio di Pianificazione Territoriale, Provincia di Parma, Italia Servizio Geologico della Slovenia, Slovenia Institute of Geology & Mineral Exploration (IGME), Grecia Technical University of Crete (TUC), Grecia University of Bucharest, Faculty of Geology and Geophysics, Romania University of Belgrade, Faculty of Mining and Geology, Serbia British Geological Survey (BGS), United Kingdom External Expert (Consulting), Germany President of the European Aggregates Association (UEPG) Borad, United Kingdom

3 Informazioni di Editing Editing: Scappini Simonetta - Regione Emilia-Romagna, Direzone Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, Italia Cover Design & Photo: Scappini Simonetta - Regione Emilia-Romagna, Direzone Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, Italia ANPAR - Associazione Nazionale Produttori Aggregati Riciclati Politecnico di Torino (Polito), Italia Stampa: Centro Stampa Regione Emilia-Romagna, Bologna, Italia Anno di Edizione: 2011 Copyright Questa pubblicazione riflette il punto di vista del solo autore e l Autorità di Gestione del Programma Sud-Est Europa non può essere ritenuta responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni ivi contenute.

4 Gli aggregati naturali (ghiaie, sabbie e pietrischi) sono una risorsa essenziale e non rinnovabile per la realizzazione di infrastrutture e opere di ingegneria civile. Nei nuovi stati membri dell'unione Europea stima che l'industria delle costruzioni crescerà del 4,2% nei prossimi anni, confrontandosi con una gestione delle risorse estrattive estremamente disomogenea e con fenomeni di illegalità o di elevato impatto ambientale. A questo si aggiunge, di frequente, lo spreco di risorse potenziali determinato dal conferimento in discarica (talvolta anche illegale) dei rifiuti inerti provenienti dal settore delle costruzioni. Tali rifiuti adeguatamente trattati potrebbero infatti diventare aggregati riciclati, una risorsa complementare agli aggregati naturali. Per questi motivi è nato il progetto SARMa (Sustainable Aggregates Resource Management), un progetto cofinanziato dall'unione Europea nell'ambito dei progetti per il South East Europe (SEE). Il progetto si pone come obiettivo lo studio di una gestione sostenibile degli aggregati, e, tra le varie attività sulla legislazione, pianificazione e controllo della risorsa aggregati, prevede approfondimenti specifici sull evoluzione del settore del riciclaggio dei rifiuti inerti. Inoltre, tra le principali finalità del progetto SARMa, vi è quella di definire il Sustainable Supply Mix (SSM), rappresentato da una miscela di aggregati naturali, aggregati riciclati, sottoprodotti dell attività estrattiva e terre e rocce da scavo, al fine di massimizzare i benefici

5 forniti dall utilizzo di aggregati provenienti da varie fonti, anche non convenzionali. Il presente manuale si inserisce nel progetto SARMa delineando lo stato dell arte del settore del riciclo dei rifiuti, specie di quelli provenienti dal settore delle costruzioni e finalizzato alla produzione di aggregati riciclati. Il manuale illustra l intero ciclo del riciclaggio: l analisi dei flussi di rifiuti, le tecnologie per il trattamento, le caratteristiche degli aggregati riciclati ottenuti, la descrizione del mercato.

6 INDICE 1. Introduzione 7 2. Analisi dei flussi di rifiuti generati in Europa Il trattamento dei rifiuti da C&D per la produzione di aggregati riciclati Gli aggregati riciclati Il mercato degli aggregati Sintesi delle raccomandazioni Bibliografia.. 45

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8 1. INTRODUZIONE Il settore delle costruzioni ha fatto, nel corso dei secoli e fino ai giorni nostri, un forte utilizzo delle risorse naturali ed ha comportato una produzione di rifiuti maggiore della capacità di assorbimento degli stessi da parte dell ambiente. Da una parte, la necessaria domanda di aggregati ha generato forti impatti sul territorio a causa di una attività estrattiva che, con molta difficoltà solo negli ultimi decenni, riesce ad essere pianificata e regolamentata. Dall altra il notevole quantitativo di rifiuti proveniente dal settore edile ha generato una domanda di impianti di smaltimento/recupero difficile da soddisfare e che, in alcune realtà, ha comportato il frequente abbandono abusivo nelle aree periferiche dei centri urbani. La necessità di ridurre l uso di risorse naturali e contemporaneamente di minimizzare le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti del settore delle costruzioni ha determinato un sempre maggior interesse della Commissione Europea verso il riciclaggio, la possibilità cioè di recuperare alcune frazioni dei rifiuti, reinserendoli nei cicli produttivi sotto forma di prodotti o materie prime. Il progetto Sarma ha tra i principali obiettivi la promozione di politiche di recupero e riciclaggio dei rifiuti nonché l incoraggiamento del Sustainable Supply Mix (SSM) definito come approvvigionamento di aggregati da molteplici fonti scelti sulla base criteri di efficienza economica, ambientale e sociale. Gli aggregati sono una risorsa essenziale per lo sviluppo economico e sociale di un paese, tuttavia devono essere prodotti ed utilizzati in accordo a principi di sviluppo sostenibile. Nonostante il contributo degli aggregati riciclati alla domanda totale del mondo delle costruzioni non possa rappresentare che una ridotta percentuale, è importante sottolineare che ogni tipologia di aggregato può e deve contribuire in funzione delle proprie caratteristiche. Non deve quindi esistere una competizione tra gli aggregati di diversa origine. Nel giugno del 2008 si è concluso, con la pubblicazione della Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE, un lungo iter iniziato dalla Commissione Europea nel maggio 2003 con la Comunicazione COM(2003), Verso una strategia tematica di prevenzione e Pagina 7

9 riciclo dei rifiuti. L allora Commissario Europeo per l ambiente, l economista greco Stavros Dimas, affermò che la nuova direttiva avrebbe prodotto un cambiamento di mentalità nel modo di considerare i rifiuti da peso indesiderato a risorsa preziosa e contribuirà a trasformare l Europa in una Società del riciclaggio. In grande sintesi, la nuova direttiva: fissa un obiettivo di riciclaggio del 50% per i rifiuti urbani e del 70% per i rifiuti da costruzione e demolizione, da raggiungere nel 2020; impone agli Stati membri di elaborare programmi di prevenzione dei rifiuti introducendo un approccio che tenga conto dell intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali, non soltanto della fase in cui diventano rifiuti, e concentrando l attenzione sulla riduzione degli impatti ambientali connessi alla produzione e alla gestione dei rifiuti al fine, in tal modo, di rafforzare il valore economico di questi ultimi. Inoltre, si dovrebbe favorire il recupero dei rifiuti e l utilizzazione dei materiali di recupero per preservare le risorse naturali.; stabilisce una gerarchia in cinque fasi delle opzioni di gestione dei rifiuti, privilegiando la prevenzione, seguita dalla preparazione per il riutilizzo, dal riciclaggio, da preferirsi ad altre forme di recupero e lasciando lo smaltimento in discarica come ultima ratio; distingue i rifiuti dai sottoprodotti: - «rifiuto» qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l intenzione o l obbligo di disfarsi; - una sostanza od oggetto derivante da un processo di produzione il cui scopo primario non è la produzione di tale articolo può non essere considerato rifiuto, bensì sottoprodotto soltanto se sono soddisfatte determinate condizioni. Impone di modificare le definizioni di «recupero» e «smaltimento» per garantire una netta distinzione tra questi due concetti, fondata su una vera differenza in termini di impatto ambientale tramite la sostituzione di risorse naturali nell economia e riconoscendo i potenziali vantaggi per l ambiente e la salute umana derivanti dall utilizzo dei rifiuti come risorse. impone di stabilire quando un rifiuto, sottoposto a riciclaggio o ad altro trattamento di recupero, cessa di essere tale. Il percorso per raggiungere tale obiettivo comincia inevitabilmente da una gestione sostenibile dei rifiuti finalizzata ad una riduzione, attraverso le attività di recupero e riciclaggio, degli impatti ambientali e sociali legati alla loro produzione, tenendo conto che, per quel che riguarda i soli rifiuti da costruzione e demolizione, essi hanno rappresentato nel 2008 oltre il 30% dei rifiuti totali generati in Europa (Fonte: Eurostat 2008). Di conseguenza la domanda di materie prime, che genera forti impatti sul territorio causati dall attività estrattiva, potrà essere pianificata e Pagina 8

10 regolamentata, favorendo un uso sostenibile delle risorse naturali. Raccomandazione n 1 Il riciclaggio dei rifiuti da C&D offre importanti opportunità: a) riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica; b) risparmio di risorse naturali, attraverso l inserimento sul mercato di materiali alternativi e integrativi; c) nuove opportunità di business nel settore del riciclaggio dei rifiuti. Fig. 1.1: Produzione di Rifiuti da c&d in un cantiere di Milano - Italia (Fonte: ANPAR, 2006) Pagina 9

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12 2. ANALISI DEI FLUSSI DI RIFIUTI GENERATI IN EUROPA Ogni anno, in Europa, vengono generati differenti tipologie di rifiuti. Ognuna di esse, in base alle proprie particolari caratteristiche, produce impatti differenti sull ambiente e sulla salute umana. Analizzando i flussi di rifiuti per settore economico, osserviamo che i tre principali provengono dal settore delle costruzioni, dal settore minerario-estrattivo e da quello industriale-manufatturiero. Essi costituiscono il 74% della totalità dei rifiuti prodotti nell Unione Europea a 27 paesi (vedi Fig. 2.1). I rifiuti da C&D RIFIUTI DA C&D Settore di provenienza Rifiuti proveniente dai cantieri di Rifiuti da costruzione manutenzione e/o costruzione di edifici e infrastrutture civili Rifiuti da demolizione Rifiuti da costruzione e demolizione delle strade Te rre e rocce da scavo Rifiuti proveniente dalla manutenzione e/o dalla parziale o totale demolizione di edifici e infrastrutture civili Rifiuti provenienti da cantieri per la manutenzione e costruzioni di strade Rifiuti provenienti da movimenti terra per la realizzazione di opere civili e/o di scavo Componenti calcestruzzo (precompresso o normale) cemento e malte varie conglomerati e misti bituminosi mattoni, tegole e blocchi terra di scavo legno carta, cellulosa e polistirolo metalli plastica gesso ceramica vetro amianto conglomerati e misti bituminosi terra di scavo Calcestruzzo legno metalli plastica terra di scavo legno Tab.2.1: settori di origine dei rifiuti da C&D e principali componenti. Pagina 11

13 Fig.2.1: Rifiuti generati per settore economico nell UE-27 nell anno 2008 (% sul totale dei rifiuti) - Fonte: Eurostat Sebbene il presente documento analizzerà principalmente il flusso di rifiuti generato dal settore delle costruzioni (da qui comunemente denominati rifiuti da costruzione e demolizione C&D), è necessario sottolineare l importanza anche di alcuni dei flussi generati dagli altri due settori, non solo per il loro peso sulla generazione totale dei rifiuti, ma anche per la loro grande potenzialità all interno del ciclo produttivo degli aggregati. Il trattamento di rifiuti del settore minerarioestrattivo e di quello industriale-manufatturiero danno infatti origine ad aggregati artificiali che, come gli aggregati riciclati, possono essere assimilati agli aggregati naturali. Nell anno 2008 nell Europa a 27 Paesi si sono prodotti circa 860 Milioni di tonnellate di rifiuti nel settore delle costruzioni. Essi rappresentano il 33% (Fig.2.1) della produzione totale di rifiuti in Europa (Fonte: Eurostat, 2008). La Tab. 2.2 mostra la generazione dei rifiuti da costruzione e demolizione negli Stati Membri nell Europa a 27 Paesi. Per ottenere tali valori si è proceduto a filtrare i dati della produzione totale di rifiuti in Europa, attraverso il database di Eurostat, per settore economico (NACE_2 section F - Construction), per pericolosità (non hazardous waste) e per tipologia di rifiuto (Mineral and solidified wastes). La Fig. 2.2 mostra, relativamente a quei Paesi per i quali sono disponibili i dati nazionali, la percentuale di rifiuti da costruzione e demolizione effettivamente recuperati. L elaborazione è il frutto dell incrocio fra i dati forniti dall Eurostat sulla generazione di rifiuti da costruzione e demolizione nell anno 2008 e i dati relativi Pagina 12

14 alla produzione di aggregati riciclati dello stesso anno forniti dall UEPG (UEPG, ). Dalla figura si osserva che, insieme a Paesi virtuosi come l Olanda (100%) e il Regno Unito (79%), troviamo anche la Repubblica Ceca (44%) e la Germania (37%), con oltre il 35% di rifiuti riciclati. Rimangono molto lontane l Austria, la Spagna, l Italia e la Francia, rispettivamente con il 16%, 14%, 9% and 7%. Paesi /- Unione europea a 27 Paesi ,56% Belgio ,74% Bulgaria ,99% Repubblica Ceca ,54% Danimarca ,74% Germania (inclusa la GDR dal 1991) ,19% Estonia ,45% Irlanda Grecia = Spagna ,06% Francia ,31% Italia ,56% Cipro ,72% Lettonia ,60% Lituania ,34% Lussemburgo ,24% Ungheria ,11% Malta ,16% Olanda ,92% Austria ,00% Polonia ,30% Portogallo ,80% Romania ,72% Slovenia ,72% Slovacchia ,68% Finlandia ,51% Svezia ,74% Regno Unito ,18% Croazia Norvegia ,31% Tab.2.2: Generazione dei rifiuti da costruzione e demolizione dell Unione Europea a 27 Paesi (Dati in ton relativi all anno 2008 Fonte: Eurostat,2008, elaborati da ANPAR) Pagina 13

15 I rifiuti del settore minerario-estrattivo e manufatturiero. Fig.2.2: Percentuale di rifiuti da C&D riciclati nell anno (Fonte: UEPG, e Eurostat 2008, elaborate da ANPAR) RIFIUTI DEL SETTORE MINERARIO-ESTRATTIVO E MANUFATTURIERO Settore minerario ed estrattivo Settore manifatturiero Settore di provenienza Rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi (capitolo del CER 0104) Rifiuti provenienti dall industria del ferro e dell acciaio (capitolo del CER 1002) Rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (capitolo del CER 1012) Componenti pietre sfridi di lavorazione fanghi scorie di produzione di ferro e acciaio ceramica mattoni mattonelle materiali da costruzione Pagina 14

16 Fig.2.3: Rifiuti generati dai principali settori industriali nell UE-27 nell anno 2008 (% sul totale dei rifiuti) Nell anno 2008 (Fig. 2.3) i settori che maggiormente hanno contribuito alla produzione dei rifiuti nell Europa a 27 Paesi sono stati il settore minerario ed estrattivo (727 milioni di tonnellate) e l industria manifatturiera (343 milioni di tonnellate). Tali settori, oltre ad essere particolarmente significativi dal punto di vista quantitativo (costituiscono oltre il 40% dei i rifiuti generati in Europa nel 2008), lo sono anche da quello qualitativo. Infatti i rifiuti da essi prodotti sono costituiti per la maggior parte da rifiuti inerti. La differente ripartizione percentuale (Fig. 2.4) della generazione dei rifiuti dei tre settori industriali negli Stati dell Unione Europea, varia in funzione della presenza dell industria mineraria e del livello di tecnologia nei processi industriali. Dall analisi delle quantità in gioco appare chiaro che la sfida, a cui devono rispondere tutti i Paesi, consiste nel promuovere politiche di gestione dei rifiuti basate sulla sostenibilità ambientale, in particolar modo per quei settori a più alto impatto, come quelli legati al mondo delle costruzioni. Tali politiche, oltre a porsi come obiettivo quello di cercare di dissociare la crescita economica, dagli effetti sull ambiente connessi al consumo e all utilizzo delle risorse, devono necessariamente dirigersi verso un potenziamento dell attività di trattamento/recupero, in modo da ridurre, da una parte, l utilizzo delle risorse naturali e, dall altra, il quantitativo di rifiuti da portare a smaltimento in discarica. Pagina 15

17 Fig.2.4: Rifiuti generati per settore economico nell UE-27 nell anno 2008 (% sul totale dei rifiuti.) A questo riguardo, la Direttiva Quadro sui Rifiuti (2008/98/CE) conferma l intenzione del Parlamento Europeo di tracciare un percorso normativo che ponga solide basi per la crescita del settore del trattamento dei rifiuti finalizzato alla produzione di prodotti di recupero. In particolare l articolo 4 stabilendo la gerarchia dei rifiuti...quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti, sancisce la priorità delle operazioni di riciclaggio rispetto a quelle di smaltimento in discarica. L articolo 6 invece detta le condizioni in base alle quali si devono elaborare criteri affinché i rifiuti, se sottoposti ad operazioni di recupero, incluso il riciclaggio, cessino di essere tali. Tali condizioni sono: la sostanza o l oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici; esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; la sostanza o l oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; e l utilizzo della sostanza o dell oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull ambiente o sulla salute umana. I criteri includono, se necessario, valori limite per le sostanze inquinanti e tengono conto di tutti i possibili effetti negativi sull ambiente della sostanza o dell oggetto. I criteri che scaturiscono da tali condizioni partono dal concetto che una sostanza Pagina 16

18 o un oggetto cessino di essere rifiuto nel momento in cui si verificano le condizioni per un suo effettivo riutilizzo. Di conseguenza tale sostanza o oggetto, possono e devono soddisfare gli stessi criteri di valutazione tecnica utilizzati per i materiali primari prodotti per i medesimi scopi. Fissare, altresì, dei requisiti ambientali ha lo scopo di individuare dei criteri che garantiscano un alto livello di protezione per la salute umana e per l ambiente. Possiamo dire, quindi, che una sostanza classificata come rifiuto cessi di essere tale quando è sottoposta ad operazioni di recupero e rispetta un certo numero di criteri sviluppati in accordo con i concetti base dettati dalle quattro condizioni presenti nella Direttiva Quadro sui Rifiuti. Data la differente natura dei rifiuti di interesse e le questioni ambientali associate ad essi, lo sviluppo di tali criteri deve essere specifico per ogni tipologia di rifiuto e deve essere definito per ogni prodotto secondario e sua applicazione. L approccio che deve essere adottato è un approccio integrato che tenga conto di tutti gli elementi presenti nella catena del processo di recupero. Attualmente tali criteri sono in via di elaborazione. Infine l art. 11 della Direttiva fissa un obiettivo di riciclaggio dei rifiuti da C&D non pericolosi a livello comunitario pari al 70%, da raggiungere entro il Raccomandazione n 2 La Direttiva 2008/9 8/CE fissa un obiettivo di riciclaggio dei rifiuti da C&D non pericolosi, a livello comunitario, pari al 70% da raggiungere entro il È necessario che gli stati membri, ed in particolare i paesi SEE, fissino degli obiettivi intermedi per monitorare e garantire il raggiungimento dell obiettivo finale. Raccomandazione n 3 Il problema della gestione dei rifiuti da C&D non è legato tanto alla loro qualità ma alle quantità in gioco. La produzione totale in Europa di rifiuti da C&D è pari a 860 Milioni di tonnellate di cui, in molti paesi, una elevata percentuale va ancora in discarica, il cui uso dovrebbe essere sempre più limitato nel tempo. Pagina 17

19 Direttiva quadro sui rifiuti 2008/98/CE Articolo 4 Gerarchia dei rifiuti 1. La seguente gerarchia dei rifiuti si applica quale ondine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio d recupero di energia; e e) smaltimento. 2. Nell'applicare la gerarchia dei rifiuti di cui al paragrafo 1, gli Stati membri adottano misure volte a incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo. A tal fine può essere necessario che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla gerarchia laddove ciò sia giustificato dall'impostazione in termini di ciclo di vita in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti. Gli Stati membri garantiscono che l'elaborazione della normativa e della politica dei rifiuti avvenga in modo pienamente trasparente, nel rispetto delle norme nazionali vigenti in materia di consultazione e partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati. Conformemente agli articoli 1 e 13, gli Stati membri tengono conto dei principi generali in materia di protezione dell'ambiente di precauzione e sostenibilità, della fattibilità tecnica e praticabilità economica, della protezione delle risorse nonché degli impatti complessivi sociali, economici, sanitari e ambientali. Articolo 6 Cessazione della qualifica di rifiuto 1. Taluni rifiuti specifici cessano di essere tali ai sensi dell articolo 3, punto 1, quando siano sottoposti a un operazione di recupero, incluso il riciclaggio, e soddisfino criteri specifici da elaborare conformemente alle seguenti condizioni: a) la sostanza o l oggetto è comunemente utilizzata /o per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; e) la sostanza o l oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normative gli standard esistenti applicabili ai prodotti; e d) l utilizzo della sostanza o dell oggetto non porteràa impatti complessivi negativesull ambiente o sulla salute umana. I criteri includono, se necessario, valori limite per le sostanze inquinanti e tengono conto di tutti i possibili effetti negativi sull ambiente della sostanza o dell oggetto. 2. Le misure intese a modificare elementi non essenziali della presente direttiva, completandola, che riguardano l adozione dei criteri di cui al paragrafo 1 e specificano il tipo di rifiuti ai quali si applicano tali criteri, sono adottate secondo la procedura di regolamentazione con controllo di cui all articolo 39, paragrafo Pagina 18

20 2. Criteri volti a definire quando un rifiuto cessa di essere tale dovrebbero essere considerati, tra gli altri, almeno per gli aggregati, i rifiuti di carta e di vetro, i metalli, gli pneumatici e i rifiuti tessili 3. I rifiuti che cessano di essere tali conformemente ai paragrafi 1 e 2 cessano di essere tali anche ai fini degli obiettivi di recupero e riciclaggio stabiliti nelle direttive 94/62/CE, 2000/53/CE, 2002/96/CE e 2006/66/CE e nell altra normativa comunitaria pertinente quando sono soddisfatti i requisiti in materia di riciclaggio o recupero di tale legislazione. 4. Se non sono stati stabiliti criteri a livello comunitario in conformità della procedura di cui ai paragrafi 1 e 2, gli Stati membri possono decidere, caso per caso, se un determinato rifiuto abbia cessato di essere tale tenendo conto della giurisprudenza applicabile. Essi notificano tali decisioni alla Commissione in conformità della direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 giugno 1998 che prevede una procedura d'informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, ove quest'ultima lo imponga. 1. omissis Articolo 11 Riutilizzo e riciclaggio 2. Al fine di rispettare gli obiettivi della presente direttiva e tendere verso una società europea del riciclaggio con un alto livello di efficienza delle risorse, gli Stati membri adottano le misure necessarie per conseguire i seguenti obiettivi: a) entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50 % in termini di peso; b) entro il 2020 la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale, incluse operazioni di colmatazione che utilizzano i rifiuti in sostituzione di altri materiali, di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi, escluso il materiale allo stato naturale definito alla voce dell'elenco dei rifiuti, sarà aumentata almeno al 70 % in termini di peso. Pagina 19

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22 3. IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI DA C&D PER LA PRODUZIONE DI AGGREGATI RICICLATI Esistono oggigiorno diverse tecnologie di trattamento dei rifiuti da C&D in grado di ottenere aggregati riciclati di elevata qualità, utilizzabili nel settore delle costruzioni come prodotti o materie prime di recupero, con caratteristiche prestazionali equiparabili a quelle degli aggregati naturali. Tali tecnologie sono attualmente applicate sia in impianti fissi sia in impianti mobili, al fine di soddisfare esigenze diverse. A prescindere tuttavia dalla tecnologia applicata, un impianto efficiente deve essere in grado di suddividere il materiale in ingresso fondamentalmente in tre flussi: il materiale lapideo nuovamente utilizzabile, la frazione leggera (carta, plastica, legno, impurezze, etc.) e la frazione metallica. Fig.3.1: Vista generale di un impianto fisso (Fonte: ANPAR, 2008) Pagina 21

23 Fig.3.2: Vista generale di un impianto mobile (Fonte: ANPAR, 2006) Le principali fasi che caratterizzano un processo di trattamento di rifiuti da costruzione e demolizione si possono suddividere in: Frantumazione, finalizzata ad ottenere una riduzione delle dimensioni dei rifiuti per renderli adatti all impiego finale; Fig.3.3: Schema delle forze agenti nella frantumazione con frantumatore a mascelle (Fonte: Garbarino&Cardu, 2008 Fig.3.4: Schema delle forze agenti nella frantumazione con frantumatore ad impulso (Fonte: Garbarino&Cardu, 2008) Pagina 22

24 Classificazione per vagliatura, finalizzata a separare i grani in base alla loro dimensione per ottenere frazioni granulometriche omogenee; Fig.3.5: Esempio di vibrovaglio a due superfici vaglianti (Garbarino, 2005) Separazione, finalizzata ad eliminare materiali indesiderati nel prodotto finale. In particolare viene attuata: o la separazione in base alle proprietà magnetiche; o la separazione in base alle differenze di massa volumica apparente, detta separazione gravimetrica Fig.3.6: Separatore magnetico Overband (Fonte: Mancini et al., 2005) Pagina 23

25 Fig.3.7: Separatore magnetico e rottami recuperati (Fonte: ANPAR, 2003) Fig.3.8: Frazione leggera indesiderata eliminata dall impianto (Fonte: ANPAR, 2003) P a g i n a 24

26 Per quanto concerne in particolare il trattamento dei rifiuti inerti da C&D è necessario sottolineare che, in un ottica di valorizzazione dei rifiuti, assume un ruolo centrale, oltre alla tecnologia adottata, anche il processo di demolizione effettuato. Bisogna infatti sempre ricordare che più i rifiuti sono suddivisi in frazioni omogenee, nel momento stesso della produzione, più il loro riciclo è semplificato e conveniente. I rifiuti prodotti durante una demolizione tradizionale sono costituiti da una molteplicità di materiali tra i quali sono presenti anche frazioni indesiderate (ad es. carta, plastica e legno, gesso, etc.), che costituiscono un serio problema per la qualità dell aggregato riciclato ottenuto dal trattamento degli stessi. Un rifiuto selezionato consente invece, da un lato di risparmiare sui costi di smaltimento o trattamento (essi aumentano notevolmente con l eterogeneità e la presenza di sostanze inquinanti), dall altro di garantire al materiale riciclato un adeguato livello di qualità per sostituire i materiali naturali. Inoltre separando all origine le differenti categorie di rifiuti è possibile avviare a trattamento non solo i materiali tipici delle costruzioni, come laterizi e calcestruzzo, ma anche il legno, la plastica, il vetro e i metalli, che possono essere avviati alle rispettive filiere di recupero. Per ottenere questo risultato l attività di demolizione deve essere progettata ed organizzata fino a prevedere uno smantellamento per fasi successive dell intero edificio. Una strategia di questo tipo, detta di demolizione selettiva, è oggi ancora poco praticata perché comporta costi elevati, dovuti al massiccio impiego di manodopera e ai tempi lunghi di esecuzione. Inoltre, la mancanza di un indotto organizzato, cioè di una rete capillare di impianti e/o servizi in grado di valorizzare i materiali separati, e di un effettivo mercato dei beni e/o materiali prodotti, ha finora scoraggiato le imprese di demolizione. Nella realtà accade che nella scelta delle tecniche di demolizione da adottare si considerano come elementi prioritari l aspetto economico e la velocità di esecuzione dell operazione e non si tiene conto della necessità di ricollocare nel processo produttivo le diverse tipologie di rifiuti e componenti. I capitolati relativi ai lavori di demolizione raramente prevedono l adozione di procedure selettive, che permettono il recupero e la migliore valorizzazione dei rifiuti edili, pertanto nei cantieri si tende a demolire in maniera tradizionale. I rifiuti edili così prodotti possono essere smaltiti in discarica, oppure avviati al recupero. In quest ultimo caso è però necessario ricorrere all adozione di impianti dotati di speciali apparecchiature in grado di garantire l eliminazione del materiale non inerte, del materiale biodegradabile, del ferro e delle frazioni leggere. Soltanto in tal modo è possibile parlare di un vero e proprio riciclaggio, vale a dire di un trattamento volto a trasformare il rifiuto in un prodotto dalle elevate caratteristiche qualitative e prestazionali. Pagina 25

27 Questo risultato è in genere ottenibile con gli impianti fissi che dispongono di tecnologie complesse e sofisticate. Concludendo si può affermare che esiste una connessione molto forte tra la tecnologia utilizzata, i processi di demolizione adottati e la qualità degli aggregati riciclati. Le tecniche di demolizione impiegate influenzano infatti in modo determinante la eterogeneità dei rifiuti da demolizione, la scelta della tecnologia di trattamento e, conseguentemente, la qualità dei materiali riciclati. I prodotti di recupero ottenuti da flussi di rifiuti omogenei sono di qualità superiore rispetto a quelle provenienti da mix eterogenei. Quindi, se l obiettivo è quello di favorire il riciclo dei rifiuti da demolizione, si dovrebbero adottare processi di demolizione in grado di ottenere la separazione dei rifiuti per frazioni omogenee. Raccommandazione n 4 Esiste una importante relazione tra la metodologia di demolizione e la qualità dell aggregato riciclato ottenibile. Tanto più si opera una separazione in frazioni omogenee in cantiere, tanto più migliorano le caratteristiche degli aggregati riciclati e diminuiscono i costi del trattamento di riciclaggio. Raccomandazione n 5 Esistono le tecnologie per produrre aggregati riciclati di buona qualità sia in centri dedicati sia in cantiere mediante l utilizzo di impianti mobili. In quest ultimo caso è necessario prima separare la frazione lapidea per poi procedere con la semplice riduzione volumetrica di tale tipologia di materiale Pagina 26

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30 4. GLI AGGREGATI RICICLATI Fig.4.1: Impianto di produzione di aggregati riciclati (Fonte: ANPAR, 2003) Pagina 29

31 I campi di applicazione degli aggregati si possono dividere in due principali categorie: applicazioni non legate, dove l'aggregato è utilizzato sciolto (costruzioni stradali, massicciate ferroviarie, etc.); applicazioni legate, dove la miscela contiene un agente legante, come il cemento, il bitume o una sostanza che ha proprietà leganti a contatto con l'acqua, come il cemento (calcestruzzi, malte, etc.). Per quanto riguarda i settori di possibile utilizzo, gli aggregati riciclati trovano la loro tipica destinazione in: opere in terra dell ingegneria civile; lavori stradali e ferroviari Opere in terra dell ingegneria civile Realizzazione del corpo dei rilevati di opere in terra dell ingegneria civile Realizzazione di recuperi ambientali, riempimenti e colmate Confezionamento di calcestruzzi a bassa resistenza (Rck 15 MPa) Lavori stradali e ferroviari Realizzazione di sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali e di piazzali, civili e industriali Realizzazione di strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto Realizzazione di strati accessori (aventi funzione anticapillare antigelo, drenante, etc.) Tab.4.1: Principali destinazioni d uso degli aggregati riciclati I lavori stradali sono sicuramente un settore dove l utilizzo degli aggregati riciclati può trovare larga applicazione, in sostituzione di quelli primari. In Fig. 4.2 sono riportati gli strati che costituiscono la struttura di una pavimentazione di tipo flessibile. La realizzazione di una sovrastruttura stradale di questo tipo prevede la sovrapposizione di più strati di miscele, alcune non legate, altre legate, in cui il legante è quasi sempre il bitume. Gli aggregati riciclati possono essere impiegati per la realizzazione degli strati di fondazione e per i sottofondi o rilevati stradali, sotto forma di miscele non legate stabilizzate granulometricamente. Pagina 30

32 Fig.4.2: Schema di pavimentazione flessibile (Fonte: A. Marradi, 1999) Raccomandazione n 6 Gli aggregati riciclati sono ampiamente utilizzati in forma sciolta per le opere infrastrutturali (sottofondi stradali e ferroviari) o per ripristini ambientali. Essi possono essere utilizzati anche in forma legata per calcestruzzi, meglio se a bassa resistenza. Gli aggregati riciclati, così come gli aggregati naturali, non possiedono tutti le medesime caratteristiche pertanto, in funzione delle loro specifiche prestazioni, sono più o meno adatti ad un determinato impiego. È quindi di fondamentale importanza conoscerne le proprietà ed il comportamento nei confronti di diversi fattori (quali, ad esempio, le sollecitazioni meccaniche, l esposizione ai cicli di gelo e disgelo o all acqua, etc.); conoscere invece la loro origine non assume nessuna importanza. Raccomandazione n 7 La scelta degli aggregati è un elemento della progettazione e deve dipendere solo dalle caratteristiche del materiale e non dalla sua origine. Pagina 31

33 Fig. 4.3: Utilizzo di aggregati riciclati per ripristini ambientali (Fonte: ANPAR, 2005) P a g i n a 32

34 Proprio in quest ottica l introduzione della marcatura CE per i materiali da costruzione e la pubblicazione delle norme armonizzate sugli aggregati hanno ufficialmente sancito il superamento della tradizionale distinzione degli aggregati in funzione della loro natura, imponendo di valutare il materiale solo per le caratteristiche prestazionali dello stesso. La marcatura CE permette quindi di equiparare gli aggregati riciclati a quelli naturali e di poter sostituire gli uni con gli altri indifferentemente (per gli impieghi prefissi dal progettista). Gli aggregati riciclati marcati CE sono, a tutti gli effetti, materiali da costruzione. Fig.4.4: Marchio CE previsto dalle norme europee armonizzate NORMA EN EN13139 EN EN EN EN TITOLO Aggregati leggeri Parte I: Aggregati leggeri per calcestruzzo, malta e malta per iniezione Aggregati per malta Aggregati per opere di protezione (armourstone) Aggregati per calcestruzzo Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l impiego in opere di ingegneria covile e nella costruzione di strade Aggregati per massicciate ferroviarie Tab.4.2: Norme armonizzate per la marcatura CE degli aggregati naturali, riciclati e artificiali Pagina 33

35 Come già accennato, l attività di recupero dei rifiuti si basa sul concetto di end of waste, che stabilisce quando un rifiuto cessa di essere tale per diventare una nuova sostanza od oggetto. La valutazione della qualità del prodotto finale diventa un passaggio fondamentale per stabilire il rispetto della condizione dell end of waste. La nascita del nuovo prodotto può essere ragionevolmente individuata nel momento in cui il materiale è conforme a determinati standards qualitativi (definiti dal progettista o da norme specifiche) dipendenti dall utilizzo previsto. La conformità a tali standards deve essere garantita da un controllo di tutto il processo di recupero, dalla gestione dei rifiuti in ingresso, attraverso il processo produttivo e la tecnologia applicata, ai requisiti di prodotto. Si può pensare ad un percorso di valutazione della qualità che analizzi il prodotto finale sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista ambientale. Come mostrato nello schema di Fig. 4.5, il prodotto dovrà risultare conforme al termine del percorso di valutazione, sia per quanto riguarda la Marcatura CE secondo le Norme Europee Armonizzate e sia riguardo il comportamento dei materiali riciclati sottoposti a Test di Cessione. Raccomandazione n 8 Le norme tecniche europee di utilizzo non distinguono gli aggregati in base alla loro origine ma in base alle loro caratteristiche, pertanto gli aggregati riciclati devono essere equiparati a tutti gli effetti agli aggregati naturali. Raccomandazione n 9 Ai sensi della normativa vigente, possono essere utilizzati solamente gli aggregati riciclati che riescono a raggiungere, dopo opportuno trattamenti, adeguate caratteristiche prestazionali (garantite attraverso la marcatura CE) e che non provocano impatti negativi all ambiente circostante (possibili rilasci di sostanze inquinanti). Pagina 34

36 Fig.4.5: Schema dei criteri di qualità del prodotto finale. Pagina 35

37 Pagina 36

38 5. IL MERCATO DEGLI AGGREGATI Come afferma il rapporto dell UEPG (European Aggregates Producers Association) pubblicato in occasione del ventesimo anniversario dell associazione (UEPG, 2007): No construction without aggregates ( Non esiste l industria delle costruzioni senza quella degli aggregati ). Un affermazione importante visto che l industria delle costruzioni rappresenta il 10 12% del PIL Europeo e che l industria degli aggregati ne costituisce la sorgente di materie prime più importante. Nel 2008 sono state prodotte circa 3,5 miliardi di tonnellate di aggregati, con una media annuale per cittadino europeo di oltre 6 tonnellate pro capite (Fonte: UEPG, ). La produzione ha coinvolto circa imprese con un personale impiegato di unità in quasi siti estrattivi. La Fig. 6.1 mostra la suddivisione percentuale della produzione europea del 2008 per tipologia di aggregato: circa il 90% proviene da risorse naturali, mentre solo il 6% dagli aggregati riciclati (Fonte: UEPG, ). Fig. 5.1: Produzione di aggregati in Europa nel 2008 (Fonte UEPG ) Pagina 37

39 Indici di valutazione del mercato 1) P AR /(P AN + P AR ) = rapporto tra produzione di aggregati riciclati e produzione aggregati totale Fotografa per così dire lo stato di fatto, cioè quale è il contributo degli aggregati riciclati rispetto al fabbisogno totale di aggregati 2) P AR /P C&D = rapporto tra produzione di aggregati riciclati e rifiuti da costruzione e demolizione Dà indicazioni sul tasso di conversione dei rifiuti da costruzione e demolizione in AR. Ovviamente il valore di P AR tiene conto della composizione merceologica e delle efficienze degli attuali sistemi di raccolta e riciclaggio. 3) P C&D /(P AN + P AR ) = rapporto tra produzione di rifiuti da costruzione e demolizione e produzione totale di aggregati Indica la potenziale incidenza degli aggregati riciclati sul fabbisogno totale di aggregati, cioè il massimo contributo che i rifiuti da costruzione e demolizione potrebbero dare per soddisfare la domanda di aggregati, nel caso ipotetico in cui si riuscisse a riciclare l intero flusso. STATI MEMBRI P C&D ** P C&D reale P AR * P AR /P C&D P AN *** P AR / (P AN + P AR ) P C&D / (P AN + P AR ) Repubblica Ceca % 71 5% 10% Germania % % 28% Spagna % 378 1% 10% Francia % 402 4% 49% Italia % 360 1% 16% Olanda % 46 34% 34% Austria % 94 4% 26% Regno Unito % % 30% Tab.5.1: Confronto tra la produzione di rifiuti da costruzione e demolizione e la produzione di aggregati naturali e riciclati (anno 2008 espressi in milioni di tonnellate/anno) Note: * Fonte: UEPG, ; ** Fonte: Eurostat, 2008; *** produzione riferita solo a sabbia, ghiaia e roccia ipotizzando nullo il bilancio import/export in assenza di dati certi Pagina 38

40 Al fine di comprendere i possibili sviluppi del mercato degli aggregati, è interessante valutare non solo il rapporto tra le produzioni di aggregati naturali e riciclati, ma anche correlare il dato di produzione di rifiuti da costruzione e demolizione, da cui si generano gli aggregati riciclati, con quello di produzione di aggregati riciclati, nonché la potenziale incidenza degli aggregati riciclati sulla domanda totale di aggregati. In Tab. 5.1 si riportano i dati relativi alla produzione di aggregati naturali e riciclati nell anno 2008 (UEPG ) ed alla produzione di rifiuti da costruzione e demolizione relativi allo stesso anno (Eurostat, 2008) per quegli Stati Membri in cui sono a disposizione dati sufficientemente affidabili. I valori di P C&D sono stati ricavati dal database di Eurostat, filtrando per settore economico (NACE_2 section F - Construction), per pericolosità (non hazardous waste) e per tipologia di rifiuto (Mineral and solidified wastes). Tenuto conto della natura del dato, per ottenere un valore più attendibile ai fini della presente trattazione, si è considerato un nuovo indice (P C&D reale) che depura il flusso dalle componenti non lapidee del rifiuto da C&D, stimate pari al 15% (tiene conto della composizione merceologica dei rifiuti da C&D e delle tecnologie di riciclaggio disponibili). Dall indice P AR /P C&D appare come la situazione europea sia molto variegata ed in particolare come, ad esclusione di alcune situazioni virtuose come l Olanda e il Regno Unito, l obiettivo di recupero fissato dalla Direttiva Quadro 2008/98/CE (pari al 70% entro il 2020, Art. 11, punto 2, lettera b) della Direttiva) sia ancora in alcuni casi, molto difficile da raggiungere. Per quanto riguarda l incidenza degli aggregati riciclati sulla domanda totale di aggregati, gli indici P AR /(P AN + P AR ) e P C&D /(P AN + P AR ) evidenziano che: 1) la potenziale incidenza degli aggregati riciclati sulla domanda totale di aggregati oscilla tra il 10% ed il 35% (escludendo la Francia, sul cui dato di P C&D si nutre qualche dubbio); 2) al momento attuale la domanda di aggregati è soddisfatta quasi esclusivamente dai materiali di origine naturale; 3) esperienze particolari ed attente politiche di gestione del flusso di rifiuti da C&D possono condurre a risultati interessanti (Olanda, Regno Unito e Germania) in termini di risparmio di risorse naturali. Raccomandazione n 10 L utilizzo integrato di aggregati naturali e aggregati riciclati, oltre ad un apprezzabile risparmio di risorse naturali, potrebbe permettere il miglior sfruttamento delle risorse disponibili in funzione delle diverse tipologie di impiego. Pagina 39

41 La Tabella 5.2 mostra il consumo medio di aggregati per alcuni tipi di applicazione. Da essa emerge che il fabbisogno di aggregati, pur essendo strettamente legato all andamento del settore delle costruzioni di ogni singola nazione, è in generale estremamente elevato. L utilizzo integrato di aggregati naturali e aggregati riciclati (vedi Tabella 5.1), oltre ad un apprezzabile risparmio di risorse naturali, potrebbe permettere il miglior sfruttamento delle risorse disponibili in funzione delle diverse tipologie di impiego. Pagina 40 Tipo di utilizzo Consumo medio di aggregati (tonnellate) Stadi sportivi Autostrade 1 km Scuole Nuove abitazioni 400 Ferrovie per treni ad alta velocità 1 m 9 Tab.5.2: Consumo medio di aggregati nelle principali destinazioni d uso. Nel libero mercato esistono una serie di fattori che dovrebbero/potrebbero favorire gli aggregati riciclati rispetto a quelli naturali. Essi sono: 1) prezzo minore dei materiali naturali sostituiti; 2) elevata domanda di materiali con basse prestazioni (sottofondi, riempimenti, allettamenti, rilevati, etc.); 3) limitazione dei costi di trasporto (che possono essere annullati nel caso della produzione in cantiere). Il prezzo più basso costituisce sicuramente la leva più importante nella scelta del prodotto riciclato, visto che, a parità di caratteristiche, rappresenta uno degli elementi determinanti nell assegnazione delle gare d appalto. Il prezzo degli aggregati riciclati è sempre inferiore almeno del 20% del prezzo degli aggregati naturali. Tale differenza di prezzo non è dovuta ad una qualità inferiore degli aggregati riciclati, ma alle resistenze culturali del mercato, che declassa di fatto gli aggregati derivanti all origine da un rifiuto. A parziale recupero dei costi di produzione legati al lavoro necessario a garantire la costanza delle caratteristiche degli aggregati riciclati (Controllo di Produzione in Fabbrica), il produttore può anche contare sulle tariffe applicate al conferimento dei rifiuti all impianto, che, seppur di frequente limitato, rende possibile in quasi tutte le realtà locali, lo svolgimento dell attività. Altro fattore importante è l elevata domanda di materiali destinati ad applicazioni in cui i requisiti tecnici del prodotto non richiedono elevate prestazioni (si stima sia

42 pari a circa il 40% della domanda totale di aggregati). Ciò riguarda in particolare le destinazioni d uso nel settore della costruzione e della manutenzione delle infrastrutture. In ultimo, visto che, solitamente, gli impianti di recupero sono ubicati non lontano dagli insediamenti urbani dove sorgono la maggior parte dei cantieri, i costi di trasporto non incidono sostanzialmente sul prezzo finale del materiale riciclato, come invece spesso accade per i materiali naturali. Nel caso in cui l operazione di recupero venga effettuata direttamente in cantiere, i costi di trasporto vengono addirittura annullati. Raccomandazione n 11 Il recupero dei rifiuti effettuato in cantiere ha un eco-bilancio molto positivo dipendente in gran parte dall azzeramento delle voci di trasporto, relative sia al rifiuto sia agli aggregati. È necessario garantire comunque la qualità e la marcatura CE del prodotto con un aggravio dei costi di demolizione e gestione del rifiuto in sito. Raccomandazione n 12 Per favorire il mercato degli aggregati riciclati, il loro prezzo deve essere mantenuto inferiore almeno del 20% rispetto al prezzo degli aggregati naturali per vincere le resistenze culturali del mercato, che al momento attuale, declassa di fatto gli aggregati derivanti all origine da un rifiuto. Raccomandazione n 13 La resistenza culturale all utilizzo degli aggregati riciclati, a causa della loro origine da rifiuto, è uno dei principali ostacoli allo sviluppo del settore del riciclaggio dei rifiuti da C&D. Al fine di eliminare definitivamente ogni pregiudizio nell utilizzatore, è necessario definire al più presto, ai sensi della Direttiva 2008/98/CE, i criteri per determinare il momento in cui il rifiuto cessa la sua natura e diviene materiale (end of waste). Pagina 41

43 RIFIUTI INERTI Direttiva 2008/98/CE art. 4 Gerarchia dei rifiuti art. 11 Riutilizzo e riciclaggio RICICLAGGIO Rifiuto omogeneo < tecnologia; < costi; > qualità Rifiuto eterogeneo > tecnologia; > costi; < qualità End of waste AGGREGATI RICICLATI Regolamento (UE) N. 305/2011 Obbligo Marcatura CE PRODOTTO DA COSTRUZIONE Direttiva 2008/98/CE art. 6 Cessazione della qualifica di rifiuto Pagina 42

44 6. SINTESI DELLE RACCOMANDAZIONI 1. Il riciclaggio dei rifiuti da C&D offre importanti opportunità: a) riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica; b) risparmio di risorse naturali, attraverso l inserimento sul mercato di materiali alternativi e integrativi; c) nuove opportunità di business nel settore del riciclaggio dei rifiuti. 2. La Direttiva 2008/98/CE fissa un obiettivo di riciclaggio dei rifiuti da C&D non pericolosi, a livello comunitario, pari al 70% da raggiungere entro il È necessario che gli stati membri, ed in particolare i paesi SEE, fissino degli obiettivi intermedi per monitorare e garantire il raggiungimento dell obiettivo finale. 3. Il problema della gestione dei rifiuti da C&D non è legato tanto alla loro qualità ma alle quantità in gioco. La produzione totale in Europa di rifiuti da C&D è pari a 860 Milioni di tonnellate di cui, in molti paesi, una elevata percentuale va ancora in discarica, il cui uso dovrebbe essere sempre più limitato nel tempo. 4. Esiste una importante relazione tra la metodologia di demolizione e la qualità dell aggregato riciclato ottenibile. Tanto più si opera una separazione in frazioni omogenee in cantiere, tanto più migliorano le caratteristiche degli aggregati riciclati e diminuiscono i costi del trattamento di riciclaggio. 5. Esistono le tecnologie per produrre aggregati riciclati di buona qualità sia in centri dedicati sia in cantiere mediante l utilizzo di impianti mobili. In quest ultimo caso è necessario prima separare la frazione lapidea per poi procedere con la semplice riduzione volumetrica di tale tipologia di materiale. 6. Gli aggregati riciclati sono ampiamente utilizzati in forma sciolta per le opere infrastrutturali (sottofondi stradali e ferroviari) o per ripristini ambientali. Essi possono essere utilizzati anche in forma legata per calcestruzzi, meglio se a bassa Pagina 43

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