PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA AMBIENTALE DEL SITO E DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA INTERNA AL SITO DENOMINATA VASCA DI PRIMA PIOGGIA

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1 RESTART S.r.l. Via Piemonte n. 10 Ascoli Piceno (AP) PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA AMBIENTALE DEL SITO E DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA INTERNA AL SITO DENOMINATA VASCA DI PRIMA PIOGGIA ai sensi dell art. 242 del D.Lgs. 152/06 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 Ascoli Piceno

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3 SOMMARIO 1 PREMESSA SCOPO DEI LAVORI RIFERIMENTI NORMATIVI E DOCUMENTAZIONE PREGRESSA NORMATIVA DI RIFERIMENTO DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO ( ) RIEPILOGO DELL ITER AMMINISTRATIVO DAL 2011 AL INQUADRAMENTO NORMATIVO DEL PROGETTO Procedura di VIA Esclusione dalla procedura di AIA DOCUMENTAZIONE PER LE RICHIESTE DELLE AUTORIZZAZIONI NECESSARIE ALLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ IDENTIFICAZIONE DEL SITO E DESTINAZIONE D USO PREVISTA IL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA (PRU) DEL SITO OPERAZIONI DI DECOMMISSIONING DEGLI ELEMENTI FUORI TERRA INQUADRAMENTO DEL SITO E DELLE PASSIVITÀ AMBIENTALI DEGLI EDIFICI E MANUFATTI FUORI TERRA SVILUPPO TEMPORALE E FASI OPERATIVE DELLE ATTIVITÀ DI DECOMMISSIONING GESTIONE DEI RIFIUTI DERIVANTI DALLE OPERAZIONI DI DEMOLIZIONE PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA: CARATTERISTICHE DEL SITO E DEFINIZIONE DEL MODELLO CONCETTUALE RICHIAMI ALL INQUADRAMENTO GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO DEL SITO RICHIAMI ALLA CARATTERIZZAZIONE DEL SITO Riepilogo dei risultati delle indagini di caratterizzazione eseguite MODELLO CONCETTUALE DEFINITIVO DEL SITO Sorgenti di contaminazione e contaminanti di interesse Caratteristiche dominanti dell ambiente con cui il Sito interagisce Fonti di contaminazione e caratteristiche principali delle sostanze Area Stabilimento Area Sponda fiume Vasca di prima pioggia Grado ed estensione della contaminazione nelle diverse matrici ambientali Estensione della contaminazione considerata nell Analisi di Rischio approvata OBIETTIVI DI BONIFICA ED IDENTIFICAZIONE DELLE AREE DA SOTTOPORRE AD INTERVENTI SCENARIO DI RIFERIMENTO A SEGUITO DELL APPROVAZIONE DELL ANALISI DI RISCHIO SITO-SPECIFICA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI BONIFICA Obiettivi di bonifica aree hot spot Obiettivi di bonifica aree da bonificare sulla base dell Analisi di Rischio approvata IDENTIFICAZIONE DELLE AREE DA SOTTOPORRE A INTERVENTI E QUANTIFICAZIONE DEI VOLUMI DI TERRENO...28 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) i

4 6.3.1 Suddivisione ed identificazione dei Lotti di intervento Calcolo dei volumi di terreno su cui intervenire DEFINIZIONE DELLE TECNOLOGIE DI BONIFICA E SCELTA DELLE STRATEGIE DI INTERVENTO SCREENING DELLE TECNOLOGIE POTENZIALMENTE APPLICABILI DESCRIZIONE DELLE TECNOLOGIE POTENZIALMENTE APPLICABILI Biopila Bioslurry Soil Washing Desorbimento termico DESCRIZIONE DELLE PROVE PILOTA ESEGUITE Tests pilota di Soil Washing Prove di laboratorio di Soil Washing Prove a scala di impianto di Soil Washing Test di laboratorio di Bioslurry Test di Desorbimento termico SCELTA DELLE TECNOLOGIE E STRATEGIE DI INTERVENTO SULLE VARIE AREE OGGETTO DEL PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE DESCRIZIONE DELLA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE Fasi di realizzazione della piattaforma polifunzionale DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO RIFIUTI Impianto di recupero inerti Impianto di soil washing Linea 1: vagliatura a secco Linea 2: comminuzione e vagliatura a secco Linea 3: lavaggio inerti Linea 4: recupero sabbie Linea 5: chiariflocculazione reflui da lavaggio Linea 6: disidratazione fanghi Impianto di desorbimento termico Impianto di trattamento chimico-fisico acque INTERVENTI DI BONIFICA DEL SOTTOSUOLO INTERVENTI DI BONIFICA DEL TERRENO (HOT SPOT E AREE DA BONIFICARE) Interventi di bonifica su Lotto n.1 Area Stabilimento Interventi di bonifica su Lotto n. 2 Area Stabilimento Interventi di bonifica su Lotto n. 3 Area Stabilimento Interventi di bonifica su Lotto n. 6 Area Stabilimento Interventi di bonifica nel sub-lotto n. 5a Area Sponda fiume Nord Interventi di bonifica nel sub-lotto n. 5b Area Sponda fiume Ovest DESCRIZIONE DELLE MODALITÀ DI COLLAUDO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI BONIFICA Prelievo dei campioni di parete e fondo scavo Obiettivi di riferimento e protocolli di collaudo degli scavi Richiesta di svincolo dei lotti bonificati ad avvenuto collaudo Procedura di svincolo lotti bonificati Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) ii

5 10 PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA INTERNA AL SITO DENOMINATA VASCA DI PRIMA PIOGGIA CARATTERISTICHE DELL AREA RISULTATI DELLE INDAGINI PROPEDEUTICHE ALLA PROGETTAZIONE DEFINITIVA INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE Adeguamento strada d accesso Disboscamento, decespugliamento ed estirpamento delle radici delle piante Regolarizzazione delle superfici, demolizione vasca di prima pioggia e copertura provvisoria Sistema di confinamento laterale Realizzazione piezometri esterni ed interni Opera di protezione del piede dell area messa in sicurezza Sistema di copertura (capping) Sistema di regimazione delle acque meteoriche Posa del terreno di coltivo, inerbimento e piantumazione delle aree per ricompensazione ambientale Piano di monitoraggio delle acque sotterranee INTEGRAZIONI STUDIO IDRAULICO GESTIONE DEI MATERIALI E DEI RIFIUTI DERIVANTI DALLE OPERAZIONI DI MISP GESTIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI DALLE ATTIVITÀ MODALITÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI E COMPETENZE FLUSSO DEI RIFIUTI PRODOTTI DURANTE GLI INTERVENTI PREVISTI DAL PROGETTO STIMA DELLE TIPOLOGIE E DEI QUANTITATIVI DI RIFIUTI PRODOTTI DAGLI INTERVENTI GESTIONE DEI DEPOSITI DI RIFIUTI Stoccaggio rifiuti in regime di messa in riserva (R13) - area piattaforma polifunzionale Deposito temporaneo di rifiuti - area cantiere PROTOCOLLI ANALITICI SUI RIFIUTI GESTIONE DOCUMENTALE PER LA TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI GESTIONE DEGLI SCARICHI E DELLE EMISSIONI GESTIONE DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA AFFERENTI L AREA DELLA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE DURANTE LE LAVORAZIONI GESTIONE DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA AFFERENTI L AREA STABILIMENTO DURANTE LE LAVORAZIONI GESTIONE DELLE ACQUE SOTTOPOSTE A TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO GESTIONE DELLE ACQUE DOMESTICHE GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE DELL AREA SOTTOPOSTA A MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE AL TERMINE DELLE LAVORAZIONI MONITORAGGI DEGLI SCARICHI (S1, S2) DELLE ACQUE EMISSIONI IN ATMOSFERA DELL IMPIANTO DI DESORBIMENTO TERMICO Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) iii

6 13 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE ANALISI E MONITORAGGIO DEGLI IMPATTI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI DECOMMISSIONING (FASE 01) Matrice aria e atmosfera Rumore Matrice sottosuolo ed acque sotterranee ANALISI E MONITORAGGIO DEGLI IMPATTI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI DECOMMISSIONING FASE 02 (DEMOLIZIONE DEGLI ELEMENTI DI SEPARAZIONE TRA CIELO E TERRA ) E DELLA FASE 03 (BONIFICA DEL SOTTOSUOLO E MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA VASCA DI PRIMA PIOGGIA ) Matrice aria e atmosfera Rumore Matrice sottosuolo ed acque sotterranee MONITORAGGIO POST OPERAM Monitoraggio post-operam delle aree sottoposte a bonifica Monitoraggio post-operam dell area sottoposta a Messa in Sicurezza Permanente GESTIONE DI EVENTUALI CRITICITÀ DURANTE L ESECUZIONE DEL PIANO DI MONITORAGGIO Matrice aria e atmosfera Rumore Matrice sottosuolo ed acque sotterranee SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI PIANO TEMPORALE DELLE ATTIVITÀ CRONOPROGRAMMA LAVORI STIMA DEI COSTI DEGLI INTERVENTI COMPLESSIVI DEL PROGETTO COMPUTO METRICO DEGLI INTERVENTI DI DECOMMISSIONING (FASE 01 E FASE 02) COMPUTO METRICO DEGLI INTERVENTI DI BONIFICA DEL SOTTOSUOLO E DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE (FASE 03) ALTRI COSTI GENERALI RIEPILOGO COMPLESSIVO DEGLI IMPORTI DEGLI INTERVENTI CONCLUSIONI Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) iv

7 TABELLE NEL TESTO Tabella 1 - Caratteristiche delle aree omogenee del Sito in esame 9 Tabella 2 - Elenco nuove particelle catastali del Sito 11 Tabella 3 - Eccedenze rispetto alle CSC rilevate nei terreni 24 Tabella 4 - Obiettivi di bonifica terreno Hot spot 26 Tabella 5 - Obiettivi di bonifica per i terreni del sito ex SGL Carbon CSR da Analisi di Rischio approvata 27 Tabella 6 - Aree di intervento : suddivisione nei singoli poligoni di Thiessen ed indicazione delle finalità e della profondità di intervento 28 Tabella 7 Volumi oggetto degli interventi (hot spot e bonifica) 32 Tabella 8 - Screening delle principali tecnologie di bonifica potenzialmente applicabili 34 Tabella 9 - Caratteristiche chimico-fisiche degli Idrocarburi Policiclici Aromatici 40 Tabella 10 Realizzazione piattaforma polifunzionale fase 1: riepilogo volumetrie baie 49 Tabella 11 Realizzazione piattaforma polifunzionale fase 2: riepilogo volumetrie baie 52 Tabella 12 Piattaforma polifunzionale fase 3: capacità e suddivisione delle baie di stoccaggio 54 Tabella 13 dimensioni ispessitore soil washing 65 Tabella 14 dimensioni serbatoio VA7 soil washing 65 Tabella 15 stima delle acque da aggottamento scavi 74 Tabella 16 stima produzione fanghi dal lavaruote 76 Tabella 17 Suddivisione interventi in Lotti: riepilogo dei volumi di terreno da bonificare 83 Tabella 18 Lotto n.1: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste 86 Tabella 19 - Lotto n.1: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica del sottosuolo e dalla conclusione della FASE 02 di decommissioning per il medesimo lotto 87 Tabella 20 - Lotto n.2: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste 90 Tabella 21 - Lotto n.2: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica del sottosuolo e dalla conclusione della FASE 02 di decommissioning per il medesimo lotto 91 Tabella 22 - Lotto n.3: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste 94 Tabella 23 - Lotto n.3: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica del sottosuolo e dalla conclusione della FASE 02 di decommissioning per il medesimo lotto 95 Tabella 24 - Lotto n.6: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste 97 Tabella 25 Lotto n.6: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica 98 Tabella 26 Sub-Lotto n.5a: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste 100 Tabella 27 sub-lotto n.5a: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica 106 Tabella 28 sub-lotto n.5b: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste 108 Tabella 29 Sub-Lotto n.5b: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica 111 Tabella 30 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli interventi di bonifica Aree hot spot non comprese nelle Aree sorgente dell AdR 113 Tabella 31 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli scavi Aree hot spot da rimuovere comprese nelle Aree sorgente dell AdR 114 Tabella 32 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli scavi Aree da bonificare a CSC, non considerate nell AdR 115 Tabella 33 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli scavi Aree in bonifica 115 Tabella 34 Sintesi dei quantitativi di rifiuti provenienti delle attività di decommissioning, bonifica e MISP 141 Tabella 35 Protocolli analitici di verifica dei rifiuti in ingresso e uscita dagli impianti on-site 145 Tabella 36 Stima delle acque in ingresso/uscita dal trattamento chimico fisico 151 Tabella 37 Parametri del monitoraggio emissione E1 153 Tabella 38 caratteristiche punto di emissione E1 154 Tabella 39 Quadro riepilogativo del monitoraggio del punto di emissione E1 154 Tabella 40 - Rilievi ante-operam della qualità dell'aria: riepilogo risultati 156 Tabella 41 Parametri ricercati per il monitoraggio delle emissioni 160 Tabella 42 - Piano temporale delle attività 170 Tabella 43 - Riepilogo importi attività di decommissioning (FASE 01 e FASE 02) 173 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) v

8 Tabella 44 - Riepilogo importi attività di bonifica del sottosuolo e messa in sicurezza permanente dell area vasca di prima pioggia (FASE 03) 174 Tabella 45 - Riepilogo degli importi legati ad attività generali per la realizzazione degli interventi 174 Tabella 46 - Costo totale dell'intervento 175 IMMAGINI NEL TESTO Immagine 1 - Suddivisione schematica del Sito in aree omogenee (pianta) 10 Immagine 2 - Suddivisione del Sito in aree omogenee (sezione) 11 Immagine 3 - Nuova suddivisione catastale 12 Immagine 4 - Programma di Riqualificazione Urbana del Sito 13 Immagine 5 Aree sorgente dell Analisi di Rischio approvata (rif. documenti [15] e [16]) 23 Immagine 6 Identificazione dei Poligoni di Thiessen (aree di intervento) da bonificare 29 Immagine 7 Individuazione del Lotti di intervento con sovrapposizione dei poligoni di Thiessen e della nuova suddivisione catastale 30 Immagine 8 Ubicazione della Piattaforma Polifunzionale 48 Immagine 9 Piattaforma polifunzionale: layout della fase 1 di realizzazione 51 Immagine 10 Piattaforma polifunzionale: layout della FASE 2 di realizzazione 53 Immagine 11 Piattaforma polifunzionale: layout della fase 3 di realizzazione 55 Immagine 12 - Suddivisione dei Lotti di intervento previsti 81 Immagine 13 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n Immagine 14 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n Immagine 15 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n Immagine 16 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n Immagine 17 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il sub-lotto n. 5a 100 Immagine 18 Sub-Lotto 5A: area di scavo S Immagine 19 Sub-Lotto 5a: massima estensione degli scavi di bonifica 104 Immagine 20 Stratigrafia di riempimento e ripristino aree di scavo in zona golenale (sub-lotto 5a) 106 Immagine 21 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il sub-lotto n. 5b 108 Immagine 22 Sub-Lotto 5b: identificazione della massima estensione area di scavo 110 Immagine 23 Ubicazione generale dell area di intervento ed indicazione delle indagini ivi realizzate 119 Immagine 24 Consolidamento della strada di accesso, sfalcio vegetazione e demolizione preliminare 122 Immagine 25 Demolizione manufatti vasca di prima pioggia e regolarizzazione superfici con copertura provvisoria aree rimaneggiate 126 Immagine 26 Profilo del diaframma plastico sovrapposto alle aree bonificate (verde) 127 Immagine 27 Ubicazione piezometri di controllo interni ed esterni 129 Immagine 28 Particolare costruttivo piezometri interni 130 Immagine 29 Particolare costruttivo scogliera in massi ciclopici 131 Immagine 30 Aree della MISP sottoposte a capping con caratteristiche tecniche differenti 132 Immagine 31 Sistemazione finale dell area sottoposta a Messa in Sicurezza Permanente 134 Immagine 32 Sezione di ripristino aree di pendio 135 Immagine 33 Sistemazione finale dell area golenale in sponda fiume 136 Immagine 34 - Diagramma di flusso della gestione dei rifiuti derivanti dalla FASE 01 (decommissioning) 139 Immagine 35 - Diagramma di flusso della gestione dei rifiuti derivanti dalla FASE 02 (decommissioning elementi di seprazione cielo e terra) e dalla FASE 03 (bonifica del sottosuolo e MISP) 140 Immagine 36- Schema di gestione dell impianto di trattamento acque di prima pioggia afferenti la piattaforma polifunzionale 149 Immagine 37 Sezione tipo della vasca di prima pioggia di stabilimento 150 Immagine 38 - Stazioni di rilievo ante-operam della qualità dell'aria 156 Immagine 39 Ubicazione dei nuovi piezometri di monitoraggio delle acque sotterranee 163 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) vi

9 APPENDICI Appendice A - Progetto di decommissioning ALLEGATI Allegato 1 - Documentazione catastale del Sito Allegato 2 - Indagini di caratterizzazione: riepilogo dei superamenti delle CSC nei terreni Allegato 3 - Descrizione e risultati delle prove pilota per la scelta delle tecnologie di bonifica: soil washing Allegato 4 - Descrizione e risultati delle prove pilota per la scelta delle tecnologie di bonifica: bioslurry Allegato 5 - Descrizione e risultati delle prove pilota per la scelta delle tecnologie di bonifica: desorbimento termico Allegato 6 - Richiesta di concessione aree demaniali Allegato 7 - Protocollo campionamento APAT 2006 Allegato 8 - Progetto di Messa in Sicurezza Permanente dell area Vasca di prima pioggia Allegato 9 - Rilievo topografico eseguito dalla ditta Tecno Art Allegato 10 - Studio idraulico e di dinamica fluviale del fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL- Carbon II Fase (Università Marche, ottobre 2011) Allegato 11 - Comunicazione ENEL relativamente alle portate del Fiume Tronto Allegato 12 - Caratterizzazione geologica e strutturale della scarpata in sinistra orografica del fiume Tronto (dott. Mancini, Ottobre 2011) Allegato 13 - Diagramma di flusso della gestione dei rifiuti derivanti dalla FASE 01 dei lavori Allegato 14 - Diagramma di flusso della gestione dei rifiuti derivanti dalle FASI 02 e 03 dei lavori Allegato 15 - Tabella riepilogativa dei rifiuti gestiti durante gli interventi Allegato 16 - Documentazione per richieste autorizzazioni Allegato 17 - Quadro sinottico del Piano di Monitoraggio Ambientale Allegato 18 - Rilievi qualità dell aria ante-operam: rapporti di prova del laboratorio Allegato 19 - Documentazione impatto acustico Allegato 20 - Diagramma di Gantt del cronoprogramma degli interventi Allegato 21 - Computi metrici interventi TAVOLE Tavola 1 - Corografia dell area (scala 1: ) Tavola 2 - Estratto della mappa catastale del Comune di Ascoli Piceno (scala 1:2000) Tavola 3 - Estratto della carta Topografica Regionale con ubicazione del sito (scala 1:25.000) Tavola 4 - Estratto della carta Ambiente Fisico delle Marche geologia, geomorfologia, idrogeologia (scala 1: ) Tavola 5 - Ubicazione dei punti di indagine realizzati e stato dei piezometri della rete di monitoraggio (scala 1:2.500) Tavola 6 - Sezioni stratigrafiche A-A e B-B Tavola 7 - Sezioni stratigrafiche C-C e D-D Tavola 8 - Sezione stratigrafica E-E Tavola 9 - Sezioni stratigrafiche F-F e G-G Tavola 10 - Sezioni stratigrafiche H-H e I-I Tavola 11 - Identificazione delle aree di intervento e delle aree sorgente considerate nell AdR approvata Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) vii

10 Tavola 12 - Identificazione dei Lotti di intervento, con sovrapposizione dei poligoni di Thiessen e della nuova suddivisione catastale Tavola 13 - Identificazione del Lotto n. 1 e della viabilità di cantiere per le FASI 02 e 03 Tavola 14 - Identificazione del Lotto n. 2 e della viabilità di cantiere per le FASI 02 e 03 Tavola 15 - Identificazione del Lotto n. 3 e della viabilità di cantiere per le FASI 02 e 03 Tavola 16 - Identificazione del Lotto n. 6 e della viabilità di cantiere per le FASI 02 e 03 Tavola 17 - Identificazione del Lotto n. 5a e della viabilità di cantiere per le FASI 02 e 03 Tavola 18 - Identificazione del Lotto n. 5b e della viabilità di cantiere per le FASI 02 e 03 Tavola 19 - Planimetria dell area di intervento in sponda fiume e MISP e indicazione delle indagine realizzate Tavola 20 - Planimetria con indicazione delle aree di scavo iniziali e degli obiettivi di bonifica per singola area Tavola 21 - Tavola con indicazione dei punti di scarico ed emissione previsti Tavola 22 - Ubicazione dei punti di monitoraggio previsti Tavola 23 - Illustrazione dei principali step di intervento LAYOUT Layout 01 - Layout della piattaforma polifunzionale Layout 02 - Schema di flusso dell impianto di trattamento chimico fisico previsto nella piattaforma polifunzionale Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) viii

11 1 PREMESSA La scrivente PETROLTECNICA S.P.A. è stata incaricata dalla società RESTART S.R.L. dell elaborazione del seguente Progetto Operativo di Bonifica ambientale del Sito e di Messa in Sicurezza Permanente dell area interna al Sito denominata Vasca di prima pioggia (nel seguito denominato per brevità POB ), redatto ai sensi dell art. 242 del D.Lgs. 152/06 e relativo all area di pertinenza dell ex stabilimento industriale SGL CARBON, ubicato in Via Piemonte n. 10, nel territorio comunale di Ascoli Piceno. Si coglie l occasione per ribadire che la predisposizione e la presentazione del presente progetto, all interno del procedimento ex art. 242 citato, mantiene immutata la qualifica della Restart S.r.l. come soggetto proprietario non responsabile della contaminazione. 1.1 SCOPO DEI LAVORI In considerazione di quanto emerso dalla caratterizzazione dell area e dall elaborazione dell Analisi di Rischio sito specifica approvata, l area di pertinenza del Sito è suddivisibile in tre distinte zone di intervento (denominate Area stabilimento, Area sponda fiume e Vasca di prima pioggia ), con storie di utilizzo e quote topografiche significativamente diverse, che verranno dettagliatamente descritte nel seguito del documento. Gli obiettivi del presente Progetto Operativo di Bonifica ambientale del Sito e di Messa in Sicurezza Permanente dell area interna al Sito denominata Vasca di prima pioggia sono la progettazione degli interventi necessari per pervenire alla bonifica ambientale del sottosuolo nelle aree Stabilimento e Sponda fiume e la progettazione delle opere per la messa in sicurezza permanente dell area denominata Vasca di prima pioggia. Si specifica che allo stato attuale, in corrispondenza di una parte del Sito sono presenti gli edifici ed i manufatti utilizzati per la pregressa attività industriale. Tali opere, saranno rimosse e demolite preliminarmente all avvio delle attività di bonifica ambientale del sottosuolo e messa in sicurezza permanente; pertanto il documento contiene anche una sezione relativa alla descrizione delle attività di demolizione, che, seppur non inerente nello specifico alla bonifica del sottosuolo, risultano comunque delle operazioni propedeutiche e collegate ai successivi interventi normati dall art. 242 del D.Lgs. 152/06. Nel presente documento verranno quindi descritti gli interventi previsti per arrivare al raggiungimento degli obiettivi progettuali per il Sito, attraverso la descrizione delle attività secondo tre fasi lavoro tra loro collegate, inerenti: 1) la demolizione degli edifici e dei manufatti fuori terra presenti in Sito, compresa la rimozione dei MCA (cfr. Capitolo 4 ed Appendice A); 2) la bonifica del sottosuolo del Sito, nelle aree risultate contaminate (cfr. Capitoli 5 9); 3) la messa in sicurezza permanente di una porzione del Sito, denominata Vasca di prima pioggia (cfr. Capitolo 10). Infine, in considerazione delle tipologie di interventi che si andranno a descrivere nel seguito, il complesso delle lavorazioni e degli impatti da esse generati nel corso dello svolgimento delle sopraelencate tre fasi lavoro, saranno sottoposti alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, come meglio esplicitato nei successivi capitoli. Per l inquadramento normativo si faccia riferimento al Paragrafo 2.4. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 1

12 2 RIFERIMENTI NORMATIVI E DOCUMENTAZIONE PREGRESSA I criteri seguiti nello svolgimento delle attività oggetto del presente studio, per la parte relativa alla bonifica del sottosuolo, sono stati uniformati a quanto previsto dall articolo 242 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. Inoltre, per la disamina dei temi legati ai vari ambiti normativi previsti dalle diverse attività considerate nel progetto (es. gestione rifiuti, scavi, impatti ambientali, etc.) si è fatto riferimento alla seguente normativa. 2.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Gli interventi previsti nel presente progetto, comprese le autorizzazioni e valutazioni a essi collegate, sono regolati dalla seguente normativa: art. 242 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i., Parte IV Titolo V (Bonifica dei siti contaminati - procedure operative ed amministrative); art. 22 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i., Parte II Titolo III Capo I (Studio d'impatto Ambientale); Legge Regionale 26 marzo 2012, n.3 "Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale"; art. 208 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 e s.m.i., Parte IV Titolo I Capo IV (autorizzazione unica per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero rifiuti); D.P.R. 13 marzo 2013, n.59 (Autorizzazione Unica Ambientale); art.146 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio (autorizzazione paesaggistica); artt.2 e 3 del D.P.C.M. 14 novembre 1997 e s.m.i. (valori limite di emissione e valori limite assoluti d'immissione) art.89 comma 1 punto a) del D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81 Titolo IV Capo I (Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei o mobili - Definizioni). 2.2 DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO ( ) Per la redazione del progetto si è tenuto conto di quanto riportato nella documentazione prodotta a partire dal 2007 per la caratterizzazione e bonifica del sito, di cui si riporta nel seguito un elenco non esaustivo. Si specifica che l elenco riporta i documenti inviati ufficialmente agli EE.PP. ed oggetto anche di precedenti valutazioni e/o approvazioni; in considerazione del cambiamenti della normativa e delle procedure occorse nel tempo, alcuni dei documenti citati sono stati superati e, alla luce dell attuale procedura ai sensi dell art. 242 del D.Lgs. 152/06, non rappresentano una documentazione ufficiale di riferimento. Ciò premesso, i documenti sono stati comunque citati sia al fine di ricostruire lo sviluppo temporale e storico della procedura di bonifica del Sito, sia al fine di sviluppare le proposte operative in essi contenute e precedentemente oggetto di confronto e condivisione con gli EE.PP., recependo le eventuali osservazioni che ne siano derivate. Nel successivo elenco sono evidenziati in grassetto i documenti che, alla luce dell attuale procedura ai Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 2

13 sensi dell art. 242 del D.Lgs. 152/06, rappresentano i documenti di riferimento, assieme alle relative approvazioni/validazioni. [1] ( ) Piano della Caratterizzazione, redatto dall Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e dalla società S.A.G.I. S.r.l.; [2] ( ) Determinazione n. 873, con la quale il Comune di Ascoli Piceno approva il Piano della Caratterizzazione; [3] ( ) Caratterizzazione del sito di proprietà SGL Carbon S.p.A. di Ascoli Piceno. Relazione illustrativa delle indagini, redatta dall Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e dalla società S.A.G.I. S.r.l.; [4] ( ) Caratterizzazione del sito di proprietà SGL Carbon S.p.A. di Ascoli Piceno. Relazione illustrativa delle indagini (indagini integrative marzo, aprile, maggio 2008), redatta dall Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e dalla società S.A.G.I. S.r.l.; [5] ( ) Caratterizzazione del sito di proprietà SGL Carbon S.p.A. di Ascoli Piceno - Analisi di rischio sito-specifica, redatta dall Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e dalla società S.A.G.I. S.r.l.; [6] ( ) Progetto preliminare di bonifica del sito di proprietà SGL Carbon S.p.A., redatto dall Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e dallo Studio Geotecnico Italiano S.r.l.; [7] ( ) Integrazioni al Progetto preliminare di bonifica del sito di proprietà SGL Carbon, redatte dall Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Fisica e Ingegneria dei Materiali e dallo Studio Geotecnico Italiano S.r.l.; [8] ( ) Determinazione n. 1971, con la quale il Comune di Ascoli Piceno approva il progetto preliminare di bonifica e sue integrazioni; [9] ( ) Studio idraulico e di dinamica fluviale del fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL CARBON di Ascoli Piceno, redatto, su incarico della società Restart S.r.l., dall Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di idraulica, strade, ambiente e chimica; [10] ( ) Progetto Definitivo di Bonifica (Rapporto N. B3-3905/10.03), redatto dalla scrivente PETROLTECNICA S.P.A.; [11] ( ) Studio idraulico e di dinamica fluviale del Fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL Carbon di Ascoli Piceno II fase, redatto, su incarico della società Restart S.r.l., dall Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di idraulica, strade, ambiente e chimica; [12] (19/06/13) Analisi di rischio sito-specifica (Rapporto N. B3-3905/10.04) redatto dalla scrivente PETROLTECNICA S.P.A.; [13] (08/08/13) Integrazione all Analisi di Rischio sito-specifica Risposta alle osservazioni delle PP.AA. Tavolo tecnico del 22/07/2013 (Rapporto N. B3-3905/10.05), redatto dalla scrivente PETROLTECNICA S.P.A.; [14] (28/02/14) Analisi di rischio sito-specifica Revisione 1 (Rapporto N. B3-3905/10.06), redatto dalla scrivente PETROLTECNICA S.P.A.; [15] (30/09/14) Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.07), redatto dalla scrivente PETROLTECNICA S.P.A.; Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 3

14 [16] (11/12/14) Integrazioni all Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.08), redatto dalla scrivente PETROLTECNICA S.P.A.; [17] (08/01/15) Verbale della Conferenza dei Servizi tenutasi presso la sede A.R.P.A.M. Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno per l approvazione dei documenti Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.07) ed Integrazioni all Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.08). 2.3 RIEPILOGO DELL ITER AMMINISTRATIVO DAL 2011 AL 2015 Nel seguito è brevemente riassunto l iter amministrativo relativo al procedimento in corso per l area dell ex stabilimento SGL Carbon, ubicata nel territorio comunale di Ascoli Piceno (AP), inerente il periodo intercorso tra la presentazione del Progetto Definitivo di Bonifica e l approvazione dell Analisi di Rischio sito specifica. 11 agosto 2011: la scrivente su incarico di Restart S.r.l. invia il Progetto definitivo di bonifica (RT n. B3-3905/10.03) redatto ai sensi dell art. 252-bis del D.Lgs. 152/ gennaio 2012: Conferenza dei Servizi nel corso della quale viene discusso il Progetto definitivo di bonifica, il quale è oggetto di una serie di prescrizioni da parte delle PP.AA. che rendono necessaria una sua totale revisione. 22 marzo 2013: Tavolo tecnico presso la sede ARPAM nel quale Restart concorda con le PP.AA. la modifica della procedura amministrativa di riferimento, passando dalla procedura prevista dall art. 252-bis del D.Lgs. 152/06 ( Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale ) alla procedura ordinaria ex art giugno 2013: Restart ufficializza la richiesta di modifica della procedura con lettera prot. n giugno 2013: il Comune di Ascoli Piceno, con Delibera n.106, prende atto della proposta di Restart, invitandola a presentare il documento di Analisi di rischio richiesto dalla procedura ex art giugno 2013: la scrivente su incarico di Restart S.r.l. invia il documento Analisi di rischio sito-specifica (RT n. B3-3905/10.04). 22 luglio 2013: Tavolo tecnico presso la sede ARPAM nel corso del quale si discute il documento di Analisi di rischio inviato e vengono fornite dalle PP.AA. una serie di indicazioni tecniche basate sui disposti normativi e sulle Linee Guida emanate dall ISS e dall ISPRA per l elaborazione dell Analisi di rischio sanitario-ambientale, che rendono necessaria la revisione dell Analisi di rischio. 08 agosto 2013: la scrivente su incarico di Restart S.r.l. invia il documento Integrazione all Analisi di Rischio sito-specifica Risposta alle osservazioni delle PP.AA. Tavolo tecnico del 22/07/2013 (RT n. B3-3905/10.05) nel quale sono fornite risposte puntuali alle osservazioni scaturite nei pareri delle PP.AA. e vengono presentate le CSR ricalcolate in ottemperanza ad alcune delle prescrizioni, a sostituzione di quelle riportate nel precedente documento di Analisi di rischio. 27 agosto 2013: Conferenza dei Servizi per la discussione del nuovo documento di Analisi di rischio inviato, che si conclude con una sospensione temporanea del procedimento, al fine di ottenere da parte delle PP.AA. un parere tecnico dell Ente competente relativo ad alcuni aspetti critici in merito alla determinazione delle CSR. 29 agosto 2013: il Comune di Ascoli Piceno invia formale richiesta di parere al Ministero dell Ambiente ed alla Giunta della Regione Marche (comunicazione Prot ). Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 4

15 18 novembre 2013: ARPAM, con lettera prot , richiede un parere all Istituto Superiore di Sanità, in merito ai due aspetti fondamentali relativi all esecuzione dell Analisi di rischio sul sito ex SGL Carbon di Ascoli Piceno, che rendono particolarmente critici i valori di CSR sui terreni calcolati dalla scrivente, e cioè la necessità di attivazione del percorso lisciviazione dal suolo alla falda e la possibilità di considerare quali obiettivi di bonifica le CSC qualora le CSR calcolate con l Analisi di rischio risultassero inferiori alle CSC stesse. 20 dicembre 2013: L istituto Superiore di Sanità (nel seguito ISS ) si esprime con parere prot. 20/12/ affermando la necessità di attivazione del percorso lisciviazione in assenza di una barriera idraulica attiva ed indicando la possibilità di sostituire le CSR calcolate con l Analisi di rischio con le rispettive CSC qualora le prime risultassero inferiori alla seconde nella definizione degli obiettivi di bonifica del sito. 21 gennaio 2014: Conferenza dei Servizi nel corso della quale viene recepito dalle PP.AA. il parere di ISS, in quanto il Ministero dell Ambiente non ha dato riscontro alla richiesta del Comune. Restart ha chiesto ed ottenuto che la seduta fosse sospesa e rinviata, al fine di meglio valutare dal punto di vista tecnicoeconomico i documenti e le conseguenze per la Ditta dell ottemperanza alle indicazioni di ISS. 28 febbraio 2014: la scrivente su incarico di Restart S.r.l. invia il documento Analisi di rischio sito-specifica Revisione 1 (RT n. B3-3905/10.06), relativo al sito di interesse, tenente conto delle indicazioni fornite dalle PP.AA. con l obiettivo di permettere a Restart una valutazione tecnico-economica sostenibile associata ai risultati dell Analisi di rischio. 17 aprile 2014: Conferenza dei Servizi per la discussione del nuovo documento di Analisi di rischio inviato, a seguito della quale il procedimento viene ulteriormente sospeso, in modo da permettere a Restart la valutazione delle osservazioni scaturite dal parere ARPAM consegnato contestualmente alla CdS ed in attesa del parere ASUR (trasmesso poi in data 30/04/14), contenenti osservazioni ed indicazioni tali da necessitare una ulteriore revisione dell Analisi di rischio. In tale sede Restart si è resa disponibile alla partecipazione a Gruppi di lavoro e Tavoli tecnici al fine di definire le modalità esecutive dell Analisi di rischio in un ottica di condivisione con le PP.AA., finalizzata all ottenimento di obiettivi di bonifica ragionevoli e sostenibili, come previsto dall art. 242 del D.Lgs. 152/ giugno 2014: Tavolo tecnico presso la sede del Comune di Ascoli Piceno nel corso del quale Restart ha riassunto i vari scenari di Analisi di rischio sino a quel momento elaborati al fine di discutere con le PP.AA. le criticità insite nei calcoli per la determinazione delle CSR e di conseguenza i volumi di terreno da sottoporre a bonifica. In tale sede Restart chiede un incontro con ISS al fine di trovare soluzioni condivise tecnicamente ed economicamente sostenibili. 24 luglio 2014: Tavolo tecnico presso la sede di ISS a Roma, nel corso del quale vengono discusse le tematiche più critiche in relazione all Analisi di rischio per il sito Restart, e sono forniti spunti per una ulteriore rielaborazione della stessa. 30 settembre 2014: la scrivente su incarico di Restart S.r.l. invia il documento Analisi di rischio sitospecifica Revisione 2 (RT n. B3-3905/10.07), relativo al sito di interesse, in ottemperanza a tutte le prescrizioni formulate dalle PP.AA. nel corso del procedimento in essere, tenendo in particolare conto quanto emerso in sede di Tavolo tecnico con ISS. 18 novembre 2014: Tavolo tecnico presso la sede ARPAM nel corso del quale si discute il nuovo documento di Analisi di rischio inviato e vengono fornite dalle PP.AA. alcune osservazioni e richieste di integrazione, tra le quali la verifica del valore di soggiacenza inserito nell Analisi di rischio in merito ad un Area sorgente identificata nello Stabilimento (verbale in Allegato A). Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 5

16 26 novembre 2014: verifica in campo presso il sito Restart del valore di soggiacenza della falda presso i piezometri E5 e S14, alla presenza di tecnici Restart in contraddittorio con ARPAM. Il report prodotto a seguito di tale verifica è riportato in Allegato B. 11 dicembre 2014: la scrivente, su incarico di Restart S.r.l. invia il documento Integrazioni all Analisi di rischio sito-specifica Revisione 2 (RT n. B3-3905/10.08), relativo al sito di interesse, redatto al fine di fornire le risposte alle osservazioni scaturite nel corso del Tavolo tecnico del 18/11/14 e presentare le integrazioni all Analisi di rischio - Revisione 2 richieste dalle PP.AA.. 08 gennaio 2015: Conferenza dei Servizi tenutasi presso la sede A.R.P.A.M. Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno per l approvazione dei documenti Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.07) ed Integrazioni all Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.08). 2.4 INQUADRAMENTO NORMATIVO DEL PROGETTO L azienda SGL Carbon era in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale per le sue attività; detta autorizzazione è stata chiusa con provvedimento n 117 del 29/10/2009 quindi le indicazioni riguardanti dismissione e bonifica del sito in essa contenute non sono più valide. I criteri con cui sono stati elaborati gli interventi oggetto del presente documento in riferimento allo specifico Sito, fanno riferimento direttamente all art. 242 titolo V parte IV del D.lgs. 152/06, Norme in materia di gestione rifiuti e bonifica dei siti inquinati. Secondo suddetto articolo, Ai soli fini della realizzazione e dell'esercizio degli impianti e delle attrezzature necessarie all'attuazione del progetto operativo e per il tempo strettamente necessario all'attuazione medesima, l'autorizzazione regionale di cui al presente comma sostituisce a tutti gli effetti le autorizzazioni, le concessioni, i concerti, le intese, i nulla osta, i pareri e gli assensi previsti dalla legislazione vigente compresi, in particolare, quelli relativi alla valutazione di impatto ambientale, ove necessaria, alla gestione delle terre e rocce da scavo all'interno dell'area oggetto dell'intervento ed allo scarico delle acque emunte dalle falde. L'autorizzazione costituisce, altresì, variante urbanistica e comporta dichiarazione di pubblica utilità, di urgenza ed indifferibilità dei lavori Dalla CdS tenutasi il 17/01/2012 e dal parere ARPAM prot. N 1486 del 16/01/2012 si evince che il terreno escavato non può essere considerato terra e rocce da scavo, ma rifiuto. Pertanto la gestione di tale materiale (stoccaggio, trattamento, recupero ed eventuale smaltimento) deve sottostare al regime dei rifiuti. I numerosi aggiornamenti normativi del D.lgs. 152/06 posteriori alla data del parere ARPAM di cui sopra, hanno modificato l'articolo 185 "Esclusioni dall'ambito di applicazione" dello stesso Decreto che al comma 1 recita: "Non rientrano nel campo di applicazione della Parte quarta del presente decreto: (...) c) il suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato ai fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato". Ciononostante, fermo restando che in questo caso una parte del materiale che deriva dalle operazioni di demolizione e bonifica potrebbe non essere considerato rifiuto, gli impianti utilizzati nelle diverse fasi del progetto saranno a tutti gli effetti impianti di trattamento, di recupero e smaltimento rifiuti. Le attività di trattamento macerie in fase di demolizione, assieme a quelle di trattamento terreni escavati Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 6

17 in fase di bonifica del suolo, si configurano rispettivamente come attività di recupero rifiuti (R5), e attività di recupero e smaltimento rifiuti (R5 e D9) come da allegati B e C alla Parte Quarta del D.lgs. 152/ Procedura di VIA Il progetto, che prevede tali attività, rientra nelle tipologie soggette a Valutazione di Assoggettabilità (screening) e a Valutazione d'impatto Ambientale (VIA) di competenza delle regioni come riportato rispettivamente nell'allegato IV, punti 7.r, 7.s, 7.t, e nell'allegato III, punti m, n, o, alla Parte Seconda del D.lgs.152/06. La Regione Marche, con Legge Regionale n.3 del 26 marzo 2012, delega alle Province la competenza in materia di VIA e Screening per le categorie di impianti sopraelencate, come riportato nell'allegato A2, punti a, b, c, e nell'allegato B2, punti m, n, p, alla stessa Legge. La Sentenza della Corte Costituzionale n. 93/2013 ha dichiarato l illegittimità delle soglie di Screening e VIA, già contenute nella L.R. 26/03/2012 n.3 e ss.mm.ii., in quanto le medesime soglie erano state utilizzate come unico criterio di valutazione dei progetti, mentre restano validi gli altri criteri, indicati nell allegato III alla direttiva 2011/92/UE (caratteristiche del progetto, sua localizzazione, caratteristiche dell impatto potenziale), come restano immutate le competenze di riferimento. Si ritiene pertanto di ricadere in tali ambiti di valutazione data la portata, la rilevanza e le caratteristiche dell'intervento in questione. Alla luce di quanto detto, si ritiene opportuno eludere la fase di Screening per procedere direttamente con la Valutazione d'impatto Ambientale la quale, avendo come oggetto una serie di interventi che implicano l'impiego di impianti e tecnologie di trattamento e smaltimento rifiuti, sarà di competenza provinciale. La L.R. Marche del 12/10/2009 n 24 Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati esplicita in maniera chiara che l autorità competente per la valutazione del provvedimento di VIA è la Provincia. Infatti all Art. 3 viene definito che le Province esercitano le funzioni di cui all articolo 197 del d.lgs. 152/2006 e in particolare: ( )individuano, sulla base del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTC) e del piano regionale di gestione dei rifiuti, le aree idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché le aree non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti ( ) le Province esercitano altresì le funzioni concernenti la realizzazione e la gestione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, previste dagli articoli 208, 209, 210 e 211 del d.lgs. 152/2006 ( )le funzioni di cui al comma 2 comprendono la valutazione di impatto ambientale e l autorizzazione integrata ambientale. Sono inoltre di competenza delle Province le funzioni amministrative concernenti la valutazione di impatto ambientale e l autorizzazione integrata ambientale relative alle modifiche sostanziali degli impianti di cui all articolo 2, comma 1 bis. Le Province trasmettono alla Regione copia dei dati relativi agli impianti di propria competenza inviati ai sensi dell articolo 29 duodecies del d.lgs. 152/2006. Stessa conferma viene ribadita dalla L.R Marche n 3 del 26/03/2012 Art. 4 comma 2- Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (VIA) e le sue ss.mm.ii. La Provincia è autorità competente per i progetti elencati negli allegati A2 e B2, localizzati nel suo territorio. Pertanto si prevede di attivare la procedura di VIA presso gli EE.PP. preposti, presentando la documentazione di riferimento Studio Impatto ambientale (SIA), suddiviso in: Quadro Progettuale; Quadro Programmatico Quadro Ambientale Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 7

18 2.4.2 Esclusione dalla procedura di AIA Secondo quanto emerso dalla CdS del 17/01/2012, la Provincia di Ascoli Piceno aveva chiesto di valutare se l utilizzo di impianti di trattamento rifiuti pericolosi e non pericolosi utilizzati durante l attività di bonifica rendesse necessario il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale. Alla luce delle novità introdotte dal D.Lgs. 46/2014 e dal Decreto Legge 91/14 convertito, con modificazioni, dalla legge 116/14 (legge di Stabilità), l Art. 6, comma 13 D.Lgs. 152/06, si sostiene che "l'aia è necessaria per le installazioni che svolgono attività di cui all'allegato VIII alla Parte seconda. Con le modifiche all allegato VIII parte II sostituito dall'art. 26, comma 1, D.lgs. n. 46 del 2013, gli impianti di trattamento e gestione rifiuti e, nella fattispecie, l impianto di trattamento chimico fisico, dovrebbe essere assoggettato ad AIA, ma nel progetto si prevede di utilizzare impianti mobili di trattamento autorizzati preventivamente dalla provincia di residenza della sede legale dell azienda fornitrice (ai sensi della normativa sui rifiuti art 208 comma 15 (omissis) gli impianti mobili di smaltimento o di recupero (omissis) sono autorizzati, in via definitiva, dalla regione ove l'interessato ha la sede legale o la società straniera proprietaria dell'impianto ha la sede di rappresentanza (omissis) ). A pag. 11 della D.G.R. Regione Marche 983 del 7 luglio 2014 "D.lgs. 152/06 Parte Seconda Titolo III-bis, D.lgs. 46/2014. Presentazione domande da parte dei gestori delle nuove attività soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale e indirizzi per l'attuazione dei procedimenti in corso", è fatto obbligo di presentare domanda di AIA ai gestori di installazioni, intese come unità tecniche permanenti, in cui si svolgano una o più attività elencate nell'allegato VIII alla Parte seconda del D.lgs. 152/06. Non prevedendo di utilizzare installazioni fisse bensì impianti mobili che verranno impiegati esclusivamente nell ambito dell'intervento di bonifica, si ritiene di rientrare nella fattispecie descritta al comma 15 dell'art.208, Parte Quarta D.lgs.152/06 e s.m.i. per cui si dovrà dare comunicazione alla Regione in cui è ubicato il sito oggetto di intervento, almeno 60 giorni prima dell installazione dell impianto, delle specifiche dettagliate relative alla campagna di attività allegando la documentazione prevista dallo stesso articolo. In particolare la campagna di attività è intesa di durata pari a tutto il periodo necessario ad eseguire tutte le operazioni previste nel progetto, secondo lo sviluppo temporale riportato nel seguente Capitolo DOCUMENTAZIONE PER LE RICHIESTE DELLE AUTORIZZAZIONI NECESSARIE ALLO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ Sulla base delle considerazioni sopra esposte e delle richieste emerse durante i tavoli tecnici svolti con gli EE.PP. coinvolti nel procedimento, nell Allegato 16 del presente documento viene riportata la documentazione inerente le tematiche elencate nel seguito, al fine del rilascio, da parte delle autorità competenti, dei relativi pareri/nulla osta/autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività previste dal presente progetto. In particolare, si allega la documentazione inerente: 1. Autorizzazioni (Art. 208 del D.lgs 152/06 e s.m.i.) alla Messa in riserva (R13) dei rifiuti; 2. Autorizzazione alle emissioni (idriche, atmosferiche); 3. Autorizzazione paesaggistica. Si chiede che qualora per il rilascio delle singole autorizzazioni siano richiesti oneri di segreteria/istruttoria, in fase di approvazione del progetto e rilascio delle stesse, vengano esplicitati gli importi dovuti e le modalità di pagamento, che verranno espletate prima dell avvio dei lavori. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 8

19 3 IDENTIFICAZIONE DEL SITO E DESTINAZIONE D USO PREVISTA L ex stabilimento industriale SGL CARBON è situato ad Est del centro storico di Ascoli Piceno (Tavola 01), ed è confinante con Via Monini, le Ferrovie dello Stato, la Provincia di Ascoli Piceno (Villa Tofani), Viale Costantino Rozzi e l asta fluviale del fiume Tronto. Il Sito oggetto di studio è stato interessato da una lunga storia produttiva, durata più di un secolo. In particolare venivano prodotti Elettrodi di carbone amorfo, Elettrodi di grafite e Pasta elettrodica. I cicli di lavorazione dei diversi prodotti sono stati definitivamente interrotti nell anno L area in esame interessa una fascia di territorio di circa 25 ettari ed ospita manufatti industriali, palazzine, servizi ed uffici, attualmente non più utilizzati. Come riportato nei documenti precedentemente prodotti, si è ritenuto opportuno suddividere l intero sito in tre aree distinte con storie di utilizzo e quote topografiche significativamente diverse. A tale proposito si consultino la seguente Tabella 1 e le Immagini 1 e 2. Tabella 1 - Caratteristiche delle aree omogenee del Sito in esame AREA OMOGENEA ESTENSIONE FRAZIONE DELL ESTENSIONE QUOTE ALTIMETRICHE MEDIE (HA) TOTALE (%) (M S.L.M.M.) Area stabilimento 18, Area Vasca di prima pioggia 1, Area sponda fiume 4, Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 9

20 Immagine 1 - Suddivisione schematica del Sito in aree omogenee (pianta) Legenda: Verde = Area stabilimento; Nero = Area sponda fiume; Arancione = Area vasca di prima pioggia. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 10

21 Immagine 2 - Suddivisione del Sito in aree omogenee (sezione) 121 m s.l.m. Il Sito nel suo complesso risultava identificato nelle Particelle n. 149, 546, 645, 647, 920, 1041, 1043, 1044, 1046, 1047, 1048, Foglio 57 della carta catastale del Comune di Ascoli Piceno (AP), come riportato nella Tavola 02. In considerazione degli interventi di riqualificazione previsti in futuro, l attuale proprietà del Sito ha programmato una nuova suddivisione catastale in n. 7 zone distinte, i cui perimetri sono illustrati nella seguente Immagine 3; in Allegato 1 si riporta la documentazione catastale del Sito. Le aree numerate da 1 a 7 nella seguente Immagine, coincidono con le seguenti particelle del catasto del Comune di Ascoli Piceno, riepilogate in Tabella 2. Tabella 2 - Elenco nuove particelle catastali del Sito Riferimento in Numero Foglio Immagine 3 Catastale Numero nuove particelle catastali , 1125, (porzione strada comunale) , 1041, 1043, 1046 e 1048 (relitto stradale comunale) , 546, 1120, Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 11

22 Immagine 3 - Nuova suddivisione catastale Anche sulla base di tale nuova suddivisione catastale, nel seguito del documento saranno identificati Lotti di intervento nei quali saranno eseguite le specifiche fasi delle attività di bonifica da intraprendere e per i quali si prevede di richiedere la singola certificazione di avvenuta bonifica e la conseguente restituzione agli usi legittimi nel momento in cui siano raggiunti gli obiettivi di bonifica per tutte le aree di intervento (poligoni di Thiessen) che costituiscono ogni specifico Lotto. Si premette che la particella catastale identificata dalla zona n. 4 ed evidenziata in verde nella precedente Immagine 3, coincide completamente con un area che ha mostrato la conformità alle CSC di cui alla tabella 1, colonna A, allegato 5 alla parte IV D.Lgs. 152/06. Pertanto in corrispondenza di tale area (identificata dalle particelle elencate nella precedente Tabella 2) non sono previsti interventi e sarà esclusa dalla presente progettazione; in considerazione di tali verifiche si richiede lo svincolo dal procedimento di bonifica e la conseguente restituzione agli usi legittimi di tali particelle catastali. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 12

23 3.1 IL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA (PRU) DEL SITO Presso l area in cui è attualmente ubicato l ex stabilimento SGL Carbon si prevede che venga avviata, al termine della bonifica, una riqualificazione urbanistica, come previsto dal Programma di Riqualificazione Urbana (PRU) approvato dalla Giunta Comunale con deliberazione n. 107 del 07/06/2013, che prevede la presenza nell area di (Immagine 4): n. 15 lotti residenziali (ubicati nell area Stabilimento, rappresentati in blu e numerati nella seguente immagine) per un estensione totale di circa 9,6 ha; un area adibita a polo tecnologico/terziario (ubicata nell area Stabilimento, rappresentata in rosa nella seguente immagine) per un estensione di circa 1,8 ha; un area adibita a verde (parco) urbano e attrezzature sportive (ubicata in parte nell area Stabilimento, nell area vasca di prima pioggia e nell area Sponda Fiume) per un estensione di circa 9,8 ha; un area adibita a scopo commerciale (ubicata nell Area Stabilimento, rappresentata in colore marrone nella seguente immagine) per un estensione di circa 0,6 ha. Immagine 4 - Programma di Riqualificazione Urbana del Sito Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 13

24 4 OPERAZIONI DI DECOMMISSIONING DEGLI ELEMENTI FUORI TERRA Come precedentemente riportato, allo stato attuale, in corrispondenza di una parte del Sito sono presenti gli edifici ed i manufatti utilizzati per la pregressa attività industriale. Tali opere saranno rimosse e demolite preliminarmente all avvio delle attività di bonifica del sottosuolo, al fine di permetterne la successiva esecuzione degli interventi. Nei successivi paragrafi ed in Appendice A (e relativi allegati) verranno descritte le modalità di esecuzione degli interventi di decommissioning e l approccio con cui si affronteranno le passività ambientali riscontrabili in tale ambito (es. rimozione MCA, etc.), nonché la gestione dei rifiuti derivanti dalle attività. Gli interventi di decommissioning si articoleranno in più fasi operative, come meglio specificato nel seguito; in una prima fase (FASE 01), gli interventi di demolizione riguarderanno gli edifici fuori terra e si spingeranno fino all attuale piano campagna del Sito, demandando ad una seconda fase (FASE02), da svolgersi contestualmente agli interventi di bonifica del sottosuolo (rif. Capitoli 5 9), la rimozione della pavimentazione e dei servizi interrati (es. fognature, cavidotti, etc.). La permanenza della pavimentazione fino al momento delle attività di bonifica consentirà sia di limitare eventuali fenomeni di infiltrazione nel sottosuolo delle acque meteoriche, sia di agevolare il transito dei mezzi d opera operanti nelle fasi di demolizione e bonifica. 4.1 INQUADRAMENTO DEL SITO E DELLE PASSIVITÀ AMBIENTALI DEGLI EDIFICI E MANUFATTI FUORI TERRA Il sito oggetto di studio è stato interessato da una lunga storia produttiva, durata più di un secolo. In particolare venivano prodotti Elettrodi di carbone amorfo, Elettrodi di grafite e Pasta elettrodica. I cicli di lavorazione dei diversi prodotti sono stati definitivamente interrotti nell anno Allo stato attuale, nell area non esistono più attività produttive ed il Sito (esteso su un territorio di circa 25 ettari) ospita manufatti industriali, palazzine, servizi ed uffici, attualmente non più utilizzati. Anche in considerazione della tipologia di attività industriale svolta in passato sul Sito, in corrispondenza di alcuni edifici e manufatti, è stata riscontrata la presenza di materiali contenenti amianto (M.C.A.), che dovranno essere bonificati e rimossi dai singoli edifici preliminarmente all esecuzione di qualsiasi ulteriore attività prevista in Sito sugli stessi edifici o in corrispondenza del sottosuolo. In Appendice A viene riportato il Progetto esecutivo di bonifica industriale e demolizione degli impianti inattivi, che costituisce parte integrante del presente documento ed in cui viene riportata la descrizione dello stato di fatto, delle passività ambientali riscontrate nella parte fuori terra del Sito e gli approcci progettuali previsti per affrontare tali passività al fine di pervenire alla demolizione completa di quanto presente in Sito, compatibilmente con quanto previsto dagli strumenti urbanistici approvati. In particolare il P.R.U. prevede la permanenza in Sito della ciminiera più alta dell ex stabilimento, pertanto nel computo metrico è stata inserita una voce di costo per l esecuzione di attività di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dell opera. 4.2 SVILUPPO TEMPORALE E FASI OPERATIVE DELLE ATTIVITÀ DI DECOMMISSIONING Come precedentemente riportato, le operazioni di demolizione dovranno essere precedute dalla rimozione dei M.C.A. individuati in sito, pertanto le macro fasi di intervento di decommissioning sono individuabili nelle seguenti: Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 14

25 FASE 01: decommissioning delle strutture fuori terra fanno parte di questa fase le seguenti attività: o o o bonifica, rimozione e invio a smaltimento dei M.C.A.; bonifica industriale e asportazione degli impianti tecnologici; demolizione degli edifici e dei manufatti fuori terra. FASE 02: decommissioning degli elementi di separazione tra cielo e terra (intesi come solai, pavimentazioni e degli elementi eventualmente presenti nel sottosuolo, come tubazioni o manufatti interrati); A partire dalla FASE 02, una volta demoliti gli ultimi solai di separazione con il terreno in posto, verranno iniziati anche gli interventi di bonifica del sottosuolo e Messa in Sicurezza permanente (nel seguito identificati dalla FASE 03) oggetto del presente documento e descritti nel dettaglio nei successivi Capitoli. Per il dettaglio del cronoprogramma delle attività di decommissioning, contestualizzate all intero progetto, si rimanda al successivo Capitolo 15, mentre per la descrizione di dettaglio delle attività del progetto di decommissioning si può fare riferimento all Appendice A ed ai relativi allegati. 4.3 GESTIONE DEI RIFIUTI DERIVANTI DALLE OPERAZIONI DI DEMOLIZIONE Le attività di bonifica industriale e decommissioning genereranno una serie di rifiuti e materiali di risulta, che verranno gestiti, secondo quanto previsto dalle norme vigenti in ambito di rifiuti, secondo le modalità esplicitate nel Capitolo 11 del presente documento. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 15

26 5 PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA: CARATTERISTICHE DEL SITO E DEFINIZIONE DEL MODELLO CONCETTUALE 5.1 RICHIAMI ALL INQUADRAMENTO GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO DEL SITO Nel presente paragrafo e nel successivo Capitolo 6, si riporta un breve richiamo alle considerazioni emerse in fase di caratterizzazione in merito alle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del sito, che sono state considerate come acquisite e come base di partenza per la progettazione definitiva degli interventi; per un maggiore dettaglio in merito a tali informazioni si rimanda alla documentazione precedentemente prodotta nel corso dell iter progettuale. Nelle Tavole 03 e 04 si riportano degli estratti delle carte topografiche e delle caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche dell area di studio. Dal punto di vista geomorfologico l area oggetto di studio si imposta in destra idrografica del Fiume Tronto sul terrazzo fluviale del III ordine generato dall attività erosivo sedimentaria del fiume stesso. La superficie topografica della zona risulta subpianeggiante con debole pendenza verso l alveo fluviale. Questo corso d acqua regola tutta la circolazione idrica della zona, insieme al torrente Castellano, suo affluente, che scorre a Sud/Sud-Ovest dell area in oggetto. Il terrazzo si raccorda in direzione Sud con il versante settentrionale della montagna dei Fiori, determinando un brusco aumento della pendenza ed un cambiamento della morfologia. Tra l alveo attuale ed il terrazzo fluviale su cui si imposta l ex stabilimento vi è un dislivello di quota di circa 30 m. La formazione geologica di base della zona è costituita dalle arenarie stratificate alternate a livelli marnoso-sabbiosi di età miocenica (Flysch della Lega). Al di sopra di tale substrato è presente una coltre di depositi alluvio-colluviali, costituiti nella parte più superficiale da limi sabbiosi e sabbie limose provenienti dalla alterazione dei sovrastanti rilievi collinari arenacei e nella parte più profonda a contatto con la formazione di base, da alluvioni ghiaiose ciottolose eterometriche, con matrice sabbioso-limosa. Lo spessore della coltre varia da circa 4 m a circa 10 m e tende a diminuire verso il bordo del terrazzo. Le arenarie, come risulta visibile dagli affioramenti in zona, sono caratterizzate da una stratificazione immergente verso Nord-Est, con pendenze da 30 a 45. Dal punto di vista idrogeologico il sito in esame risulta essere caratterizzato dalla presenza di due corpi idrici distinti. Il primo potenziale acquifero è localizzato nell orizzonte ghiaioso e sabbioso (terrazzo alluvionale del III ordine) posto al di sotto dell area dello stabilimento, ed ha come supporto impermeabile lo strato marnoso-arenaceo. La soggiacenza della superficie piezometrica (freatica) di tale corpo idrico si attesta tra 3,7 e 7,9 m dal p.c. ed ha una direzione di flusso prevalente orientata da Sud/Sud-Ovest verso Nord/Nord-Est. Si precisa che si tratta di una falda freatica di poca rilevanza, come confermato anche nel documento redatto da A.R.P.A.M. Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno denominato Risultanze analitiche relative alla caratterizzazione del sito industriale ditta SGL Carbon Group, stabilimento di Ascoli Piceno, via Piemonte 10 (prot del 27/10/2008). Il secondo corpo idrico presente nell area in esame si localizza nei depositi del terrazzo alluvionale del IV ordine, sui quali si imposta il corso attuale del fiume Tronto (acquifero di subalveo). Tale corpo idrico si trova, mediamente, ad una quota di circa 30 m inferiore rispetto al primo e risulta isolato da esso dall orizzonte marnoso-arenaceo. La presenza di questo secondo corpo idrico è evidenziata dai rilievi freatimetrici effettuati in corso di caratterizzazione nei piezometri ubicati nelle due aree precedentemente citate come area vasca di prima pioggia e area sponda fiume. La soggiacenza delle superficie rispetto al p.c. è notevolmente diversa nelle due aree suddette a causa della differenza di quota Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 16

27 topografica del p.c.; tuttavia, le quote di falda s.l.m. si raccordano attorno ad una altitudine media di circa 106 m s.l.m.m., indicando l appartenenza al medesimo corpo idrico. Di seguito si riportano nel dettaglio le caratteristiche geologiche ed idrogeologiche delle tre aree omogenee in cui è stato suddiviso il sito oggetto di studio (area stabilimento, area sponda fiume, area vasca di prima pioggia). Area stabilimento Le attività di investigazione del sottosuolo (Paragrafo 5.2) hanno consentito di ricostruire la stratigrafia del sottosuolo dell area stabilimento. Al di sotto della pavimentazione (calcestruzzo armato o asfalto) o del terreno vegetale, è stata riscontrata la seguente sequenza litologica principale: terreno di riporto costituito da sabbia e ghiaia (spessore: 0,5 2,5 m); sabbia limosa/limo localmente sabbioso con elementi di ghiaia fine (spessore: 1 3 m); ghiaia in matrice sabbioso-limosa, con livelli limo-sabbiosi o limo argillosi (spessore: 3 9 m); arenarie o marne stratificate (profondità del tetto del substrato: da circa 4 m a circa 10 m dal p.c.). Dal punto di vista idrogeologico, l area in esame è interessata dalle acque sotterranee provenienti dai versanti retrostanti e dall infiltrazione delle acque di precipitazione meteorica sulle superfici non pavimentate. Le acque meteoriche che cadono sulle superfici pavimentate vengono raccolte e smaltite nella rete fognaria dopo essere state raccolte in parte nella vasca di prima pioggia. Pertanto, la falda presente in tale area è di poca rilevanza e si riscontra ad una profondità di circa 4 7 m da p.c. e scorre su un letto di arenarie e marne stratificate. Si precisa che in occasione delle indagini integrative effettuate all interno degli edifici (Paragrafo 5.2), spinte fino alla massima profondità di 8 m dal p.c., tale acqua di infiltrazione non è stata intercettata. In merito alle caratteristiche idrogeologiche dell Area dello Stabilimento si veda la relazione di approfondimento del dott. Mancini riportata in allegato al documento [16]. Come concordato in sede di Tavolo tecnico del 18/11/2014, in data 26/11/14 è stata verificata in contraddittorio con ARPAM la soggiacenza della falda presso i piezometri denominati E5 ed S14 ubicati all interno dello Stabilimento ex SGL Carbon. Come riportato nel report redatto dalla ditta Geoinside (si faccia riferimento agli allegati della relazione [16]), presso E5 la soggiacenza è risultata pari a 6,85 m da bocca pozzo (ricordando che il piano di calpestio dell edificio entro il quale è ubicato il piezometro è rialzato di circa 1 m rispetto al piano campagna esterno), mentre presso S14 la soggiacenza è risultata pari a 3,1 m da p.c.. Si evidenzia che tali valori sono in linea con quelli rilevati in fase di caratterizzazione del sito nel 2008, riportati nel documento [4] Caratterizzazione del sito di proprietà SGL Carbon SpA di Ascoli Piceno Relazione illustrativa delle indagini (indagini integrative marzo aprile maggio 2008) del 16/05/2008. Area vasca di prima pioggia Nell area denominata vasca di prima pioggia sono collocate la stazione di sollevamento dei reflui e la vasca di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici coperte e dei piazzali impermeabili dello stabilimento. La sequenza litologica principale di quest area è così schematizzabile: sabbia con inclusioni ghiaiose (spessore: 2 3 m); sabbia debolmente limosa con intercalazioni di ghiaia, residui legnosi, residui plastici con presenza di odori (spessore: circa 20 m) arenarie o marne stratificate (profondità del tetto del substrato: da circa 19 m a circa 22 m dal Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 17

28 p.c.). Le acque sotterranee in quest area sono state rinvenute durante la fase di caratterizzazione ad una profondità di circa 17 m da p.c., con un battente idrico risultato pari a circa 4 m. Area sponda fiume L area compresa tra la scarpata fluviale subverticale ad alta acclività e l argine destro del fiume Tronto è denominata area sponda fiume. La sequenza litologica principale di quest area è così schematizzabile: ghiaia a diversa granulometria e sabbia (dal p.c. fino a profondità di 8-9 m); arenarie o marne stratificate (profondità del tetto del substrato: da circa 8 m a circa 9 m dal p.c.). Il livello delle acque sotterranee si attesta alla profondità di circa 3 m da p.c. ed ha una direzione di flusso orientata da Ovest verso Est. Il battente idrico può raggiungere anche un valore di circa 5 m. 5.2 RICHIAMI ALLA CARATTERIZZAZIONE DEL SITO L intero sito è stato oggetto di diverse campagne di caratterizzazione e indagine integrativa, che hanno permesso di delineare lo stato qualitativo delle matrici ambientali del sito, di seguito brevemente riassunte. Nel periodo giugno-agosto 2007 è stata eseguita dalla ditta SAGI S.r.l. un indagine ambientale di caratterizzazione, successivamente integrata nel mese di marzo 2008, finalizzata alla verifica di dettaglio dello stato di qualità del sottosuolo. I lavori hanno previsto l esecuzione dei seguenti interventi: esecuzione di n. 29 punti di indagine ambientale, di cui n. 28 sondaggi geognostici e n. 1 scavo realizzato con escavatore (denominato S23). I punti denominati S1 S29 sono stati disposti approssimativamente al centro di una maglia quadrata di lato 100 m. I sondaggi geognostici sono stati eseguiti con metodo di perforazione a carotaggio continuo a secco senza l ausilio di fluidi di perforazione, successivamente n. 20 di essi sono stati attrezzati a piezometro, mentre i rimanenti sono stati richiusi con miscela ternaria a base cementizia e bentonitica; esecuzione di n. 8 punti di indagine ambientale, di cui n. 7 sondaggi geognostici e n. 1 scavo realizzato con escavatore (denominato E3). I punti denominati E1 E8 sono stati ubicati in zone in cui era già stata accertata la presenza di una potenziale fonte di contaminazione. I sondaggi geognostici sono stati eseguiti con metodo di perforazione a carotaggio continuo a secco senza l ausilio di fluidi di perforazione, ad eccezione di uno eseguito a distruzione di nucleo (E8). Successivamente n. 6 di essi sono stati attrezzati a piezometro, mentre i rimanenti sono stati richiusi con miscela ternaria a base cementizia e bentonitica; esecuzione di n. 2 ulteriori punti di indagine, denominati E9 ed E10, come richiesto in sede di Conferenza dei Servizi il giorno 20/12/2007, la cui ubicazione è stata concordata con A.R.P.A.M. Come richiesto dalle PP.AA. i due sondaggi geognostici sono stati eseguiti a carotaggio continuo a secco e successivamente attrezzati a piezometro. Inoltre, la scrivente società ha eseguito, nel periodo marzo-maggio 2011, attività propedeutiche alla progettazione definitiva, secondo quanto descritto in dettaglio nel documento [10] e riepilogato nei successivi documenti. In particolare si è proceduto ad integrare le indagini eseguite per la caratterizzazione del sito, mediante la realizzazione di n. 12 sondaggi geognostici (denominati SP5, SP15, SP19, SP20, SP21, SP22, SP24, SP32, SP33, SP40, SP41, SP42), ubicati all interno degli edifici esistenti nell area dell ex stabilimento industriale Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 18

29 in oggetto. Inoltre, sono stati realizzati n. 3 saggi di scavo denominati SC3, SC4, SC5 all interno dell area del campo da calcio. Preliminarmente all esecuzione delle perforazioni, al fine di evitare l intercettazione di eventuali strutture interrate, sono stati effettuati, in corrispondenza di ciascun punto di indagine, i prefori di sicurezza, spinti fino alla profondità di circa 2,0 m dal p.c.. Successivamente si è proceduto alla realizzazione dei sondaggi tramite una macchina perforatrice automontata, utilizzando un metodo di perforazione a carotaggio continuo a secco. Tale metodo di perforazione ha consentito il recupero di campioni rappresentativi dello stato di qualità del sottosuolo. I sondaggi sono stati spinti fino alla profondità massima di 8,0 m dal piano campagna e successivamente sono stati richiusi e cementati. Si precisa che i sondaggi SP40, SP41 e SP42 sono stati realizzati con un inclinazione di 45, in quanto non era possibile indagare diversamente il sottosuolo dell edificio ad essi corrispondente. In data 30 novembre 2011, facendo seguito a quanto emerso dall incontro tecnico del 03/11/2011 ed alla successiva autorizzazione ricevuta da parte del Comune di Ascoli Piceno (rif. prot del 08/11/11), si è proceduto alla perforazione, nelle immediate adiacenze del sondaggio SP5, di un nuovo sondaggio denominato SP5bis, dal quale sono stati raccolti campioni di terreno (dalla scrivente in contraddittorio con ARPAM) successivamente inviati all analisi. Nella Tavola 05 è riportata l ubicazione delle indagini eseguite in sito e considerate sia per l elaborazione dell Analisi di Rischio ([15], [16]), sia come base per la presente progettazione; nella stessa Tavola è inoltre riportata l ubicazione dei punti utilizzati per lo svolgimento di indagini geotecniche utili alla progettazione degli interventi da attuarsi nella zona golenale del fiume e, infine, lo stato di accesso/conservazione dei piezometri presenti in sito, attualizzato al mese di novembre Per il riepilogo delle informazioni inerenti le stratigrafie dei sondaggi realizzati ed i risultati analitici ottenuti (comprensivi di rapporti di prova di laboratorio), si rimanda alla documentazione pregressa (documenti [3], [4], [5], [10]) ed ai relativi allegati. Nelle Tavole sono riportate le sezioni stratigrafiche dell area di studio, ricostruite sulla base dei sondaggi di caratterizzazione realizzati in sito. Durante il mese di dicembre 2011, facendo seguito ad alcune osservazioni emerse durante gli incontri tecnici svolti nel periodo ottobre-novembre 2011, al fine di indagare le caratteristiche geotecniche delle aree ubicate in sponda fiume e delle scarpate presenti in tale zona ed ottenere ulteriori indicazioni utili alla progettazione di dettaglio, sono state eseguite alcune indagini integrative tramite realizzazione di prove SPT in foro in corrispondenza di sondaggi denominati (SPI4, SPI5, SPI6 ed SPI7). I risultati di tali indagini sono descritti al Capitolo 10. Durante lo stesso periodo temporale, al fine di verificare nel dettaglio la permeabilità dello strato di roccia su cui andare ad intestare il diaframma plastico previsto come opera integrante della Messa in Sicurezza Permanente dell area denominata Vasca di Prima Pioggia, sono state realizzate n. 3 prove Lugeon (in corrispondenza di sondaggi denominati SPI2, SPI2, SPI3), i cui risultati sono riportati nel Capitolo 10, dedicato alla progettazione degli interventi di Messa in Sicurezza Permanente della succitata area Riepilogo dei risultati delle indagini di caratterizzazione eseguite Al fine di determinare con precisione i contaminanti di interesse per l Analisi di rischio e per la presente progettazione della conseguente bonifica delle aree risultate contaminate, sono stati confrontati i valori di concentrazione di ciascun contaminante, desunti dalle indagini di caratterizzazione dei terreni e delle acque sotterranee (e/o successive indagini integrative), con le CSC riportate dall Allegato 5 al Titolo V, parte quarta, Tabella 1 Concentrazioni soglia di contaminazione nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d uso dei siti da bonificare, colonna A per i siti ad uso Verde e Residenziale e Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 19

30 Tabella 2 Concentrazioni soglia di contaminazione nelle acque sotterranee. Si precisa che per l individuazione delle CSC di riferimento, sono state prese in considerazione i valori più cautelativi previsti dal D.Lgs. 152/06 (rif. Allegato 5 al Titolo V, parte quarta, Tabella 1, colonna A), estendendo a tutto il Sito una destinazione di tipo verde pubblico e residenziale; nell Allegato 2 si riporta il riassunto dei dati di caratterizzazione del sottosuolo relativamente ai soli sondaggi che hanno evidenziato eccedenze rispetto alle CSC di riferimento. In particolare, è stato possibile identificare alcune zone classificabili come hot spot di contaminazione (evidenziati in rosso nell Allegato 2), definiti secondo quanto previsto dal parere ISS n AMPP/IA.12 del 22/10/2004 come i casi di inquinamento che superino di oltre 10 volte il valore tabellare per i suoli [ ] relativamente ai parametri persistenti, molto tossici e cancerogeni. Si precisa che i valori degli hot spot non sono stati presi in considerazione nell esecuzione dell Analisi di rischio approvata, in quanto risulta necessario procedere alla rimozione preliminare di tali hot spot, come richiesto da ARPAM con parere n del 03/02/2009. Si fa presente che dovendo rimuovere tali campioni di hot spot, verranno necessariamente asportati anche i campioni di terreno sovrastanti tali hot spot, lungo la medesima verticale. Durante tutte le campagne di monitoraggio delle acque sotterranee eseguite sul sito non sono state riscontrate concentrazioni di contaminanti superiori alle CSC indicate nella Tabella 2 dell Allegato 5, alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006. Per questo motivo, sulla base anche di quanto emerso nel corso della CdS del 29/05/2008 e del parere ARPAM del 27/10/2008, le acque sotterranee sono state ritenute non contaminate e sono state pertanto escluse dall Analisi di Rischio e dalla progettazione di eventuali interventi di bonifica. 5.3 MODELLO CONCETTUALE DEFINITIVO DEL SITO Sulla base dei dati a disposizione e delle informazioni raccolte grazie alla documentazione fornita dalla Committente, nei documenti [15] e [16] è stato elaborato il Modello Concettuale del sito che è alla base per la definizione degli obiettivi di bonifica. Nel seguito vengono descritte le caratteristiche specifiche del sito in termini di: sorgenti di contaminazione e contaminanti di interesse; caratteristiche dominanti dell ambiente con cui il sito interagisce; fonti della contaminazione e caratteristiche principali delle sostanze contaminanti; grado ed estensione della contaminazione nelle diverse matrici ambientali Sorgenti di contaminazione e contaminanti di interesse L analisi dei dati raccolti in fase di indagine ambientale ha permesso di identificare la presenza di potenziale contaminazione di tipo secondario, dovuta alla presenza di Idrocarburi Pesanti C>12 ed Idrocarburi Policiclici Aromatici adsorbiti al terreno. I contaminanti riscontrati nel sottosuolo del sito in esame sono strettamente correlati al tipo di attività lavorativa condotta nell ex stabilimento finalizzata alla produzione di Elettrodi di carbone amorfo, Elettrodi di grafite e Pasta elettrodica. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 20

31 5.3.2 Caratteristiche dominanti dell ambiente con cui il Sito interagisce Il Sito in esame, posto in destra idrografica del Fiume Tronto nel territorio comunale di Ascoli Piceno, presenta al suo interno differenze significative dal punto di vista geomorfologico ed infatti la quota d imposta del piano campagna varia sensibilmente ed il sito risulta così dislocato su tre livelli differenti. Per tali motivi, anche nel caso del Modello Concettuale, si è reso necessario dividere il sito in tre aree diverse, coerentemente a quanto finora riportato nella documentazione pregressa. Le aree individuate sono l area stabilimento, l area vasca di prima pioggia e l area sponda fiume, le cui rispettive caratteristiche geologiche ed idrogeologiche sono dettagliatamente illustrate nel Paragrafo Fonti di contaminazione e caratteristiche principali delle sostanze Sulla base dei dati raccolti durante la fase di caratterizzazione del sito e di quanto noto della sua storia è possibile qui di seguito elencare le fonti di contaminazione presenti nell area oggetto di studio Area Stabilimento La sorgente di contaminazione presente in quest area, interessata da una lunga storia produttiva, è costituita principalmente dalla presenza di Idrocarburi Pesanti C>12 ed Idrocarburi Policiclici Aromatici adsorbiti al terreno. Quanto rilevato è strettamente correlato al tipo di attività lavorativa condotta nell ex stabilimento per più di un secolo. Per quanto riguarda la contaminazione da PCB, rinvenuta in un unico campione di terreno (E3 prof. 0,0-0,2 m), prelevato nei pressi della cabina elettrica, è stato ritenuto un caso isolato e caratterizzato da esigue concentrazioni, pertanto non costituisce una fonte significativa di contaminazione Area Sponda fiume Anche in quest area la sorgente di contaminazione è costituita dalla presenza di Idrocarburi Pesanti C>12 (solo in corrispondenza dei sondaggi denominati S29 ed S11 ) ed Idrocarburi policiclici aromatici adsorbiti al terreno. Considerazioni generali su Area Stabilimento e Area Sponda fiume Alla luce di quanto sopra esposto, gli IPA appaiono i contaminanti indici del profilo di contaminazione del sottosuolo del sito. Tali sostanze presentano scarsa volatilità, bassa solubilità e di conseguenza bassa mobilità nelle acque. Altri contaminanti sono gli idrocarburi pesanti e, solo in prossimità della cabina elettrica, i PCB. Per quanto riguarda le acque sotterranee, come precisato nella documentazione pregressa, in occasione dei campionamenti effettuati hanno sempre presentato concentrazioni di IPA, Idrocarburi pesanti, PCB e BTEX inferiori alle CSC di riferimento, pertanto non costituiscono alcuna fonte di contaminazione Vasca di prima pioggia In tale area sono stati rinvenuti rifiuti interrati di tipo carbonioso, sia dispersi nel terreno, che contenuti all interno di contenitori in materiale plastico, di consistenza sia solida che fluida. Tali materiali antropici intercalati a ghiaie hanno presentato concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici ed idrocarburi pesanti tra le più elevate misurate in sito, fino a profondità rilevanti. Come riportato anche nella documentazione pregressa, tali materiali antropici poggiano direttamente su un substrato marnoso arenaceo che sostiene il terrazzo alluvionale del III ordine su cui poggia l area stabilimento. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 21

32 5.3.4 Grado ed estensione della contaminazione nelle diverse matrici ambientali Tutte le attività di caratterizzazione ambientale e la successiva definizione delle CSR di riferimento derivanti dall elaborazione dell Analisi di Rischio sito specifica approvata (documenti [15] e [16]), hanno consentito di delineare lo stato di qualità ambientale del sottosuolo del sito in oggetto e quindi di definire l estensione della contaminazione nelle diverse matrici ambientali. In particolare, essendo stata esclusa la contaminazione nelle acque sotterranee, sarà illustrato nel dettaglio lo stato della contaminazione adsorbita al terreno sia in senso verticale, che orizzontale Estensione della contaminazione considerata nell Analisi di Rischio approvata Per la definizione dell estensione della contaminazione, sulla base di quanto eseguito per l elaborazione dell Analisi di Rischio sito-specifica, è stata utilizzata la procedura prevista da APAT nel manuale Criteri metodologici per l applicazione dell analisi assoluta di rischio ai siti contaminati rev. 2, identificando la geometria delle sorgenti all interno del sito sulla base di una suddivisione del sito in poligoni di influenza (poligoni di Thiessen), basati sulla griglia di campionamento eseguita in fase di caratterizzazione/indagini integrative. Inoltre sono stati elaborati separatamente i poligoni di Thiessen per l area dello Stabilimento e per l area della Sponda Fiume, in quanto si trovano su piani distinti (differente quota altimetrica). L analisi dei dati raccolti in fase di indagine ambientale ha permesso di identificare la presenza di potenziale contaminazione di tipo secondario, dovuta alla presenza di Idrocarburi Pesanti C>12 ed Idrocarburi Policiclici Aromatici adsorbiti al terreno. I contaminanti riscontrati nel sottosuolo del sito in esame sono strettamente correlati al tipo di attività lavorativa condotta nell ex stabilimento finalizzata alla produzione di Elettrodi di carbone amorfo, Elettrodi di grafite e Pasta elettrodica. In particolare, è stato possibile identificare gli hot spot di contaminazione, definiti secondo quanto previsto dal parere ISS n AMPP/IA.12 del 22/10/2004 come i casi di inquinamento che superino di oltre 10 volte il valore tabellare per i suoli [ ] relativamente ai parametri persistenti, molto tossici e cancerogeni, che devono essere rimossi a monte dell esecuzione dell Analisi di rischio, come richiesto da ARPAM con parere n del 03/02/2009. In Allegato 2 le concentrazioni ed i campioni identificati come hot spot sono evidenziati in rosso; essi non sono stati quindi considerati nell elaborazione dell Analisi di rischio approvata, in quanto dovranno essere necessariamente rimossi. Si fa presente che dovendo rimuovere tali campioni di hot spot, verranno necessariamente asportati anche i campioni di terreno sovrastanti tali hot spot, lungo la medesima verticale. Nella Tavola 11 sono riportate, secondo la suddivisione in poligoni di Thiessen, le zone che dovranno essere oggetto di intervento per la rimozione degli hot spot sopra citati, con le profondità massime di scavo progettuale previste, identificate per ciascun punto sulla base delle indagini di caratterizzazione. Le aree di scavo effettive verranno successivamente valutate sulla base delle attività realmente eseguibili in campo ed in accordo con gli Enti di controllo. Si fa presente che presso il sondaggio SP32 (presso il quale è prevista la rimozione dell hot spot rilevato fino a 1,5 m) lo scavo verrà approfondito di un metro, fino alla profondità di 2,5 m, al fine di rimuovere anche il campione potenzialmente contaminato rilevato a tale profondità. Analogamente, è stata prevista l asportazione del primo metro di terreno presso il sondaggio S12, al fine di eliminare la potenziale contaminazione in esso rilevata (Tavola 11). Le sorgenti di contaminazione per l esecuzione dell Analisi di rischio sono quindi state identificate considerando i poligoni in cui è stata riscontrata almeno un eccedenza delle CSC per almeno un contaminante (a valle della rimozione degli hot spot e dei campioni di cui sopra); alcuni poligoni sono stati inclusi nelle Aree sorgente, nonostante non presentino concentrazioni in eccedenza alle CSC, sulla base dell Analisi del vicinato prevista dal manuale APAT (Tavola 11). Sono state quindi identificate quattro Aree Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 22

33 sorgente: Area Stabilimento 1 (sondaggi SP5/SP5bis, E5, S20, E7, SP40, S7, a cui sono stati cautelativamente aggiunti i sondaggi S25 e S14 per l Analisi del vicinato); Area Stabilimento 2 (sondaggi S22, E6, S16, E4, SP41, SP21, a cui è stato cautelativamente aggiunto il sondaggio S15 per l Analisi del vicinato); Area Sponda Fiume Nord (sondaggi S24, S29, a cui sono stati cautelativamente aggiunti i sondaggi S28 e E2 per l Analisi del vicinato); Area Sponda Fiume Ovest (sondaggi S11, S17). Immagine 5 Aree sorgente dell Analisi di Rischio approvata (rif. documenti [15] e [16]) Nell Immagine 5 ed in Tavola 11 sono evidenziati in verde scuro i poligoni che permangono potenzialmente contaminati a valle dell eliminazione degli hot spot e le Aree sorgente (contornate in magenta, verde e arancio) considerate per il calcolo delle CSR sito-specifiche relative alla sorgente terreno. Un riassunto delle eccedenze alle CSC considerate nell Analisi di rischio è riportato nella seguente Tabella 3. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 23

34 Tabella 3 - Eccedenze rispetto alle CSC rilevate nei terreni Area Sondaggi Profondità di campionamento Idrocarburi Pesanti C>12 Benzo (a) Antracene Benzo (a) Pirene Benzo (b) Fluorentene Benzo (k) Fluorantene Benzo (g,h,i) Perilene Dibenzo (a,h) Antracene Indenopirene Area Stabilimento 1 Area Stabilimento 2 Area Sponda Fiume Nord Area Sponda Fiume Ovest m da p.c. mg/kg s.s. Suolo superficiale E 5 0,5-0,8 <5 0,05 0,07 0,16 0,06 0,12 0,09 0,11 S 7 0,4-0,7 <5 0,06 0,03 0,19 0,07 0,16 0,22 0,20 SP40 0,2-1,2 50 0,32 0,31 0,35 0,20 0,22 0,10 0,20 Suolo profondo E 7 1,2-1,5 44 0,13 0,20 0,23 0,10 0,21 0,16 0,25 S 20 3,0-3,3 <5 0,20 0,08 0,23 0,18 0,09 0,08 0,102 S 20 6,5-6,8 <5 0,11 0,14 0,11 0,06 0,04 <0,01 <0,01 SP5 1,0-2,0 31 0,65 0,37 0,53 0,22 0,21 0,09 0,20 SP5 4,5-6,0 17 0,98 0,27 0,65 0,25 0,08 0,05 0,08 SP5 bis 1,5-2,0 <5 0,32 0,12 0,18 0,10 0,05 0,04 0,05 SP5 bis ARPAM 1,5-2,0 <l.r. 0,483 0,152 0,654 0,057 0,032 0,07 Suolo superficiale S 16 0,0-0,2 <5 0,43 0,40 0,59 0,41 0,76 0,56 <0,01 E 4 0,4-0,7 <5 0,41 0,64 0,78 0,25 0,61 0,54 0,77 SP21 0,5-1,4 <5 0,09 0,11 0,16 0,08 0,08 0,02 0,06 E 6 0,2-0,5 <5 0,07 0,12 0,15 0,05 0,14 0,08 0,12 Suolo profondo S 22 3,4-3,7 <5 0,30 0,15 0,41 0,30 0,41 0,40 0,45 SP41 2,5-2,8 27 0,18 0,20 0,26 0,14 0,21 0,08 0,17 Suolo profondo S 24 3,6-3,9 10 0,23 0,32 0,47 0,11 0,32 0,27 0,37 S 29 2,5-2,8 <5 0,05 0,08 0,12 0,04 0,11 0,08 0,12 S 29 8,1-8,4 (*) 240 0,04 0,04 0,07 0,03 0,04 0,04 0,02 Suolo superficiale S 11 0,0-0,2 14 0,11 0,19 0,25 0,06 0,14 0,12 0,21 Suolo profondo S 11 1,0-1,3 29 0,24 0,30 0,40 0,10 0,22 0,09 0,14 S 11 5,2-5,5 70 0,11 0,30 0,33 0,09 0,59 0,32 0,54 S 17 1,7-2,0 40 0,13 0,23 0,28 0,07 0,22 0,18 0,24 S 17 5,0-5,3 <5 0,06 0,08 0,16 0,04 0,10 0,06 0,12 CSC tabella 1, colonna A, allegato 5 alla 50 0,5 0,1 0,5 0,5 0,1 0,1 0,1 parte IV D.Lgs. 152/06 in grassetto le concentrazioni superiori alle CSC di riferimento (*) prelevato nella marna sotto l acquifero Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 24

35 Il campione prelevato presso S29 (8,1-8,4 m) è stato scartato dall elaborazione dell Analisi di rischio in quanto, come evidenziato nel log stratigrafico, è stato prelevato nella marna di base sottostante l acquifero. Secondo quanto previsto dal manuale APAT Criteri metodologici per l applicazione dell analisi assoluta di rischio ai siti contaminati rev. 2 (marzo 2008) nella definizione della geometria delle aree sorgenti la base della contaminazione nel suolo profondo deve coincidere al massimo con il valore di soggiacenza della falda: ciò significa che nello svolgimento dell Analisi di rischio la contaminazione rilevata nel suolo saturo (o sotto di esso) non è stata considerata, in quanto lo stato qualitativo della zona satura viene valutato sulla base delle risultanze delle indagini di caratterizzazione effettuate sulle acque sotterranee. Come previsto dal manuale APAT, per ciascuna Area sorgente è stata effettuata una elaborazione separata per il suolo superficiale, comprendente il primo metro di terreno (dal piano campagna fino ad 1 m dal p.c.) ed una sorgente nel suolo profondo, a profondità comprese tra 1 m dal p.c. e la massima profondità a cui si sono rilevati campioni con eccedenze alle CSC in zona insatura. Fa eccezione l Area Sponda Fiume Nord, in quanto dovendo rimuovere gli hot spot precedentemente individuati, non rimangono più campioni potenzialmente contaminati tra 0 ed 1 m. Il suolo superficiale di tale Area non ha rappresentato quindi una matrice di interesse per l Analisi di rischio approvata. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 25

36 6 OBIETTIVI DI BONIFICA ED IDENTIFICAZIONE DELLE AREE DA SOTTOPORRE AD INTERVENTI 6.1 SCENARIO DI RIFERIMENTO A SEGUITO DELL APPROVAZIONE DELL ANALISI DI RISCHIO SITO-SPECIFICA Sulla base di quanto emerso dal Modello Concettuale del Sito e dall elaborazione dell Analisi di Rischio approvata, presso il Sito in oggetto è identificabile uno scenario che prevede tre differenti categorie di intervento: 1) La bonifica delle aree definite hot spot, escluse dall elaborazione dell Analisi di Rischio in quanto oggetto di rimozione diretta. 2) La bonifica delle aree con superamenti delle CSR calcolate dall Analisi di Rischio approvata. 3) La Messa In Sicurezza Permanente dell area denominata Vasca di prima pioggia, esclusa dall elaborazione dell Analisi di Rischio. Per gli interventi inerenti il terzo punto, relativi alla Messa In Sicurezza Permanente, si rimanda al successivo Capitolo 10, mentre nel seguito si focalizzerà l attenzione sulle prime due tipologie di attività. 6.2 DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI BONIFICA In relazione agli interventi di bonifica del sottosuolo di cui ai precedenti punti 1) e 2), sono previsti quindi differenti obiettivi di bonifica, costituiti da: 1) CSC di cui alla tabella 1, colonna A, allegato 5 alla parte IV D.Lgs. 152/06 per le aree definite hot spot (Tabella 4); 2) CSR di riferimento per ogni differente area sorgente identificata dall Analisi di Rischio (Tabella 5) Obiettivi di bonifica aree hot spot Nella seguente Tabella 4 si riportano i parametri ed i relativi limiti che costituiscono gli obiettivi di bonifica della matrice terreno per le aree definite hot spot. Tabella 4 - Obiettivi di bonifica terreno Hot spot Parametro CSC Tabella 1, Colonna A, Allegato 5 alla Parte IV del D.Lgs. 152/06 mg/kg s.s. Idrocarburi Pesanti (C>12) 50 Benzo(a)antracene 0,5 Benzo(a)pirene 0,1 Benzo(b)fluorantene 0,5 Benzo(k)fluorantene 0,5 Benzo(g, h, i)perilene 0,1 Crisene 5 Dibenzo(a,e)pirene 0,1 Dibenzo(a,l)pirene 0,1 Dibenzo(a,i)pirene 0,1 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 26

37 Parametro CSC Tabella 1, Colonna A, Allegato 5 alla Parte IV del D.Lgs. 152/06 mg/kg s.s. Dibenzo(a,h)pirene 0,1 Dibenzo(a,h)antracene 0,1 Indenopirene 0,1 Pirene 5 Sommatoria IPA (da 25 a 34) 10 PCB* 0,06 NOTA: * si precisa che il parametro PCB verrà ricercato solo in corrispondenza del poligono denominato E3, in quanto in fase di caratterizzazione erano stati individuati tali contaminanti solo in corrispondenza dello specifico sondaggio Obiettivi di bonifica aree da bonificare sulla base dell Analisi di Rischio approvata Nella seguente Tabella 5 sono riassunte le CSR identificate tramite l esecuzione dell Analisi di rischio come descritto nei documenti approvati [15] Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.07) e [16] Integrazioni all Analisi di rischio sito-specifica - Revisione 2 (Rapporto n. B3-3905/10.08), che rappresentano gli obiettivi di bonifica per il sito ex SGL Carbon. In particolare le CSR sono state calcolate per le Aree Stabilimento senza considerare attivo il percorso lisciviazione, in quanto ad oggi le analisi sito-specifiche mostrano chiaramente la sovrastima insita nei modelli di calcolo associati a tale percorso: le analisi delle acque sotterranee campionate in sito risultano infatti totalmente conformi alle CSC (Allegato G del documento [15]). In relazione alle Aree identificate in Sponda Fiume invece le CSR sono univoche, e tengono conto dell attivazione del percorso lisciviazione. Tabella 5 - Obiettivi di bonifica per i terreni del sito ex SGL Carbon CSR da Analisi di Rischio approvata CSC Area Stabilimento 1 Area Stabilimento 2 Area Sponda Fiume Nord Area Sponda Fiume Ovest Parametro Colonna A CSR senza lisciviazione CSR senza lisciviazione CSR con lisciviazione CSR con lisciviazione mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg SUOLO SUPERFICIALE Benzo(a)pirene 0,1 0,018 0,020-0,017 Benzo(b)fluorantene 0,5-0, Benzo(g, h, i)perilene 0,1 1720, ,26-19,23 Dibenzo(a,h)antracene 0,1 0,005 0,009-0,008 Indenopirene 0,1 0,912 0,913-0,914 SUOLO PROFONDO Idrocarburi C> Benzo(a)antracene 0,5 4, Benzo(a)pirene 0,1 2,446 2,446 0,210 0,531 Benzo(b)fluorantene 0,5 2, Benzo(g, h, i)perilene 0,1 0,210 0,41 0,566 1,433 Dibenzo(a,h)antracene 0,1 12,236 12,236 0,683 1,729 Indenopirene 0,1 0,953 0,953 1,48 1,52 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 27

38 6.3 IDENTIFICAZIONE DELLE AREE DA SOTTOPORRE A INTERVENTI E QUANTIFICAZIONE DEI VOLUMI DI TERRENO In considerazione delle diverse tipologie di zone che saranno oggetto degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di bonifica, sono state identificati i singoli poligoni di Thiessen costituenti le aree di intervento, definendo inoltre, sulla base del confronto tra i risultati della caratterizzazione e degli obiettivi di bonifica da raggiungere, la massima profondità progettuale a cui si prevede di spingere le operazioni di bonifica (Tavola 11). Nella seguente Tabella 6 si riporta il riepilogo schematico delle aree in cui è necessario intervenire per pervenire alla bonifica del sottosuolo del sito, specificando la finalità dell intervento (es. rimozione hot spot, oppure attività di bonifica per raggiungere gli obiettivi fissati dall Analisi di Rischio (AdR) approvata). Tabella 6 - Aree di intervento : suddivisione nei singoli poligoni di Thiessen ed indicazione delle finalità e della profondità di intervento Area Sponda Fiume Ovest Sponda Fiume Nord Stabilimento Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di intervento prevista (m da p.c.) S11 Bonifica in AdR 0,2 S17 Hot spot 0,2 S24 Hot spot + Bonifica in AdR 3,9 S28 Hot spot 1,0 S29 Hot spot 1,3 E2 Hot spot 1,7 S25 Hot spot 1,5 E5 Bonifica in AdR 0,8 S20 Hot spot 2,3 S14 Hot spot 0,7 SP15 Hot spot 1,5 SP32 Hot spot + Bonifica pre AdR 2,5 S12 Bonifica pre AdR 1,0 E3 Hot spot 0,2 S22 Hot spot 2,8 E6 Bonifica in AdR 0,5 S16 Bonifica in AdR 0,2 E4 Bonifica in AdR 0,7 S7 Bonifica in AdR 0,7 SP40 Bonifica in AdR 0,85 SP41 Hot spot 0,85 SP42 Hot spot 0,85 S8 Hot spot 2,9 SP20 Hot spot 2,5 S9 Hot spot 2,9 S10 Hot spot 0,2 SP21 Bonifica in AdR 1,4 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 28

39 Area Stabilimento Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di intervento prevista (m da p.c.) S2 Hot spot 0,8 S3 Hot spot 1,7 E1 Hot spot 1,4 Per meglio identificare la distribuzione spaziale delle aree su cui intervenire, si riporta nella seguente Immagine 6, la planimetria del sito con l identificazione dei poligoni di Thiessen sopra elencati, su cui si prevede di intervenire; nell illustrazione sono rappresentati in colore verde chiaro i poligoni identificati come hot spot, mentre in verde scuro sono identificabili i poligoni su cui occorre effettuare interventi di bonifica per raggiungere gli obiettivi approvati con l AdR (rif. precedente Tabella 5). I poligoni evidenziati con un tratteggio blu rappresentano i poligoni di competenza dei sondaggi S12 ed SP32, che saranno oggetto di rimozione preventiva del terreno, come precedentemente descritto al paragrafo Immagine 6 Identificazione dei Poligoni di Thiessen (aree di intervento) da bonificare Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 29

40 6.3.1 Suddivisione ed identificazione dei Lotti di intervento In considerazione dell estensione del Sito su cui intervenire, sono stati identificati alcuni Lotti di intervento, su cui si prevede di operare secondo le modalità descritte nel Capitolo 9 e secondo lo sviluppo temporale riportato nel Capitolo 15. Nella seguente Immagine 7 e nell allegata Tavola 12, si riporta la sovrapposizione dei Lotti rispetto alle aree di intervento previste (poligoni di Thiessen); nelle stesse figure sono rappresentate, in colore nero tratteggiato, i contorni delle particelle catastali derivanti dalla nuova suddivisione catastale descritta al Paragrafo 3. Immagine 7 Individuazione del Lotti di intervento con sovrapposizione dei poligoni di Thiessen e della nuova suddivisione catastale Dall analisi della sovrapposizione delle aree di intervento e le particelle catastali, si evidenzia che in corrispondenza del poligono che costituisce il Lotto n. 4 è presente un area (ricomprendente le particelle catastali 1124, 1041, 1043, 1046 e 1048 del Foglio 57) che, sulla base degli esiti della caratterizzazione del Sito approvata (documenti [3], [4], [5]- rif. sondaggio S5 ), risulta già conforme alle CSC di cui alla tabella 1, colonna A, allegato 5 alla parte IV D.Lgs. 152/06. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 30

41 Pertanto in corrispondenza di tale area (Lotto n 4) non sono previsti interventi e sarà esclusa dalla presente progettazione; in considerazione di tali verifiche si richiede lo svincolo dal procedimento di bonifica e la conseguente restituzione agli usi legittimi delle particelle catastali 1124, 1041, 1043, 1046 e 1048 del Foglio 57 del Comune di Ascoli Piceno. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 31

42 6.3.2 Calcolo dei volumi di terreno su cui intervenire Sulla base di quanto sopra riportato, sono stati calcolati i volumi di terreno da sottoporre ad interventi; nella seguente Tabella 7 si riporta il dettaglio dei volumi. Area Lotto Sondaggi/poligoni di riferimento* Tabella 7 Volumi oggetto degli interventi (hot spot e bonifica) Area poligono Prof. Volume Cls Asfalto Terreno su cui intervenire m 2 m m 3 m 3 m 3 m 3 Sponda fiume Ovest 5 S , Sponda fiume Ovest 5 S , Sponda fiume Nord 5 S , Sponda fiume Nord 5 S , Sponda fiume Nord 5 S , Sponda fiume Nord 5 E , Stabilimento 1 SP , Stabilimento 2 SP , Stabilimento 1 SP , Stabilimento 1 SP , Stabilimento 2 SP , Stabilimento 1 SP , Stabilimento 1 SP , Stabilimento 2 S , Stabilimento 2 S , Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 32

43 Area Lotto Sondaggi/poligoni di riferimento* Area poligono Prof. Volume Cls Asfalto Terreno su cui intervenire m 2 m m 3 m 3 m 3 m 3 Stabilimento 2 S , Stabilimento 2 S , Stabilimento 1 S , Stabilimento 1 S , Stabilimento 3 S , Stabilimento 2 S , Stabilimento 1 S , Stabilimento 6 S , Stabilimento 1 S , Stabilimento 6 S , Stabilimento 2 E , Stabilimento 1 E , Stabilimento 1 E , Stabilimento 6 E , Stabilimento 1 E , TOTALI NOTA: * in grassetto si riportano i sondaggi/poligoni classificati anche come hot spot. Si precisa che i volumi stimati nella precedente tabella, fanno riferimento alla massima estensione calcolata sui poligoni di Thiessen elaborati nell Analisi di Rischio sito-specifica approvata; sulla base di tali stime, risulta che presso il sito si dovrà intervenire su un volume complessivo di m 3 di terreno, di cui m 3 derivanti da interventi di rimozione degli hot spot e m 3 risultanti dagli interventi da realizzare per il raggiungimento degli obiettivi di bonifica. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 33

44 7 DEFINIZIONE DELLE TECNOLOGIE DI BONIFICA E SCELTA DELLE STRATEGIE DI INTERVENTO 7.1 SCREENING DELLE TECNOLOGIE POTENZIALMENTE APPLICABILI Sulla base del Modello Concettuale Definitivo del sito illustrato al paragrafo 5.3 ed in considerazione delle profondità di intervento previste e dei volumi di terreno in gioco (paragrafo 6.3.2), è di seguito presentata una panoramica delle tecnologie di bonifica potenzialmente applicabili per la riduzione della concentrazione dei composti inquinanti, rilevati nel sottosuolo del sito in esame, ai valori degli obiettivi di bonifica individuati per la matrice terreno nelle specifiche aree di intervento. Le metodologie riassunte in Tabella 8 contemplano sistemi finalizzati al trattamento del terreno in relazione alla tipologia dei contaminanti rilevati, alle loro concentrazioni, alle caratteristiche delle matrici ambientali coinvolte e alle volumetrie da trattare. TECNICA DI BONIFICA Biopila Bioslurry Soil Washing Desorbimento termico Tabella 8 - Screening delle principali tecnologie di bonifica potenzialmente applicabili VANTAGGI Permette il riutilizzo del terreno bonificato senza ulteriori trattamenti. E efficace anche per terreni fini. L utilizzo di ammendanti catalizza le biodegradazione dei contaminanti, riducendo i tempi di bonifica. Semplicità di conduzione del trattamento. La degradazione biologica in reattore consente l'ottimizzazione del controllo dei parametri di processo, con eventuale riduzione dei tempi di trattamento e incremento dell'efficacia di rimozione. Separazione delle frazioni più grossolane, solitamente poco o affatto contaminate, mediante vagliatura e lavaggio con acqua. Recupero di percentuali superiori al 60-70% del materiale trattato (in base alla percentuale di fini presenti all interno del materiale da trattare). Rendimenti di abbattimento maggiori del 95% per i contaminanti individuati. Efficacia del trattamento anche per alte concentrazioni, non abbattibili con altre tecnologie. Velocità di trattamento. SVANTAGGI In considerazione delle volumetrie in gioco, richiede ampi spazi per l'allestimento dei cumuli e lunghi tempi di risanamento. Il rendimento massimo del 95% indicato in letteratura per l abbattimento degli IPA potrebbe non essere sufficiente a raggiungere gli obiettivi di bonifica. L elevata concentrazione di IPA ad alto peso molecolare presenti in alcune porzioni di terreni da trattare non rendono perseguibile questo tipo di trattamento. Presenta un rendimento ridotto in caso di materiali eterogenei. In considerazione delle volumetrie in gioco, richiede ampi spazi per l'allestimento dei reattori e lunghi tempi di risanamento. Allo stato attuale non è noto il rapporto tra biodegradazione degli IPA ad alto peso molecolare nel tempo vs. raggiungimento delle CSC. La frazione fine deve essere smaltita o sottoposta ad ulteriore trattamento. I contaminanti presenti richiedono il raggiungimento di alte temperature ( C), con il rischio di sterilizzazione dei terreni. Costo energetico elevato. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 34

45 La Biopila e il Bioslurry appartengono alla categoria delle tecnologie biologiche, mentre il Soil Washing e il Desorbimento termico a quella dei trattamenti chimico-fisici. Tutte le tecnologie individuate implicano a monte lo scavo dei terreni contaminati e, in linea teorica, garantiscono il riutilizzo del terreno trattato in toto o in buona percentuale. Inoltre, si tratta di interventi realizzabili all'interno del Sito. 7.2 DESCRIZIONE DELLE TECNOLOGIE POTENZIALMENTE APPLICABILI Si riporta di seguito una breve descrizione delle tecnologie potenzialmente applicabili al sito in esame Biopila La biopila appartiene alla categoria dei trattamenti di biorisanamento che consistono nella rimozione dei contaminanti dalla matrice suolo per opera di microrganismi autoctoni presenti nel terreno. Nel caso della biopila, il terreno contaminato scavato è sistemato in cumuli, posti su un'apposita area impermeabilizzata e attrezzata con quanto necessario a controllare i parametri di processo ed, eventualmente, a modificarli al fine di favorire la degradazione dei contaminanti. All'interno di una biopila, l'attività biologica dei microrganismi naturalmente presenti nel terreno è stimolata dall'aerazione e dall'aggiunta di nutrienti, di minerali e d'acqua attraverso tubature allestite all'interno dei cumuli. In questo modo i microrganismi crescono e si moltiplicano e i composti idrocarburici e gli IPA adsorbiti nel terreno sono degradati in un tempo che è dettato da diversi fattori e che può essere stimato attraverso lo studio delle cinetiche di degradazione ottenibili dai test di trattabilità. Una volta decontaminato il terreno è pronto per essere direttamente riutilizzato in sito. I dati di letteratura indicano, in genere, un'efficacia di rimozione non superiore al 95%. Per valutare l'applicabilità di questa tecnologia devono essere prese in considerazione: a) Caratteristiche del terreno Le caratteristiche del terreno da considerare sono: la presenza di microrganismi in grado di degradare i prodotti rinvenuti nel terreno, un intervallo di umidità del 12-30% in peso, un ph compreso tra 6 e 8, la presenza di nutrienti quali azoto e fosforo, la presenza di ossigeno disciolto maggiore di 2vol%, il contenuto di sostanza organica (un suolo ricco di sostanza organica è più difficile da biodegradare) e una tessitura adeguata del terreno (elevata eterogeneità ed elevata presenza di argilla o terreni fini ostacolano una distribuzione omogenea dei parametri). Si deve considerare che tutti i parametri elencati possono essere variati mediante opportune correzioni esterne, tuttavia ciò può incidere in maniera più o meno significativa sui costi del trattamento e sulla sua efficacia. In particolare, la presenza di microrganismi autoctoni in quantità inferiore a 10 3 CFU/g è indice di scarsa o nulla attività microbica nei terreni e, pertanto, costituisce un importante indicatore dell'applicabilità di un biorisanamento. Infatti, se nel sito non si è selezionata spontaneamente una popolazione microbica degradante, appare complesso e rischioso ottenere la degradazione dei composti attraverso microrganismi selezionati in laboratorio. Le informazioni disponibili a oggi sul sito riguardano l'umidità e il contenuto organico ed entrambe non paiono limitanti per l'applicabilità della biopila. b) Concentrazioni e natura dei composti chimici presenti Le concentrazioni dei composti chimici rinvenuti in sito non costituiscono, in base ai risultati della caratterizzazione, un ostacolo ai meccanismi degradativi poiché si considerano tossiche concentrazioni di Idrocarburi totali superiori a mg/kg. È, inoltre, necessario verificare la possibilità di Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 35

46 raggiungere le concentrazioni obiettivo attraverso la valutazione della concentrazione soglia di attività microbica. Si tratta di parametro ottenibile da una prova di laboratorio eseguita per ciascun composto target, in genere 0,1 mg/kg è considerato un limite al di sotto del quale è difficile scendere. Relativamente alla natura dei composti contaminanti, si rileva come siano maggiormente biodegradabili i composti organici a più basso peso molecolare e caratterizzati da legami chimici più semplici. In particolare, gli idrocarburi aromatici ed alifatici risultano più facilmente biodegradabili rispetto a composti come gli IPA o PCB. c) Condizioni climatiche Le condizioni climatiche influiscono sulle cinetiche di degradazione. In generale, prevedere la copertura dei cumuli elimina l'effetto della piovosità, del vento e, in misura minore, della temperatura il cui intervallo ottimale cade tra 10 e 45 C. Nessuna di queste condizioni attualmente appare limitante. Tali condizioni vengono generalmente gestite installando le biopile in ambienti confinati. In questa fase di scelta, è necessario evidenziare alcuni aspetti legati alla realizzazione dell'opera che costituiscono degli elementi utili nel processo decisionale per l'individuazione della migliore tecnologia applicabile al sito in esame: le biopile, per motivi operativi, non possono essere superiori ai 2,5 m di altezza e hanno una forma a trapezio con pendenza dei lati 2: 1; necessitano di baie di stoccaggio e trattamento preliminare del materiale (vagliatura, aggiunta di ammendanti, etc.); necessitano di infrastrutture necessarie per la regolazione dell'aria, del percolato e dei nutrienti; non è possibile a priori stimare i tempi di residenza del terreno contaminato nella biopila in funzione della natura recalcitrante degli IPA. Pertanto, in considerazione delle volumetrie in gioco e della natura dei contaminanti, è difficile prevedere una gestione temporale degli spazi che, attraverso cicli successivi di carico e trattamento, consenta di minimizzare l'ingombro delle aree di lavorazione, ponendolo quale fattore limitante Bioslurry Il Bioslurry appartiene alla categoria dei trattamenti di bioremediation ma, a differenza della biopila, il terreno contaminato è trattato in un reattore previa trasformazione in fango (slurry). Il terreno contaminato scavato è sottoposto a vagliatura ed il passante è miscelato con acqua allo scopo di determinare un fango al 30-40% in peso di terreno. Successivamente lo slurry ottenuto è trasferito in un reattore, dove avviene il processo di degradazione previo inoculo di microrganismi selezionati. All'interno del reattore il fango è mantenuto areato e in sospensione, incrementando la biodisponibilità delle fonti di carbonio e dei nutrienti inorganici e massimizzando il contatto tra microrganismi e contaminante. Quando i contaminanti sono degradati è necessario passare a una fase di post trattamento prima di poter riutilizzare il terreno, quali essiccamento dei fanghi e successivo trattamento delle acque recuperate che, in genere, non sono previste negli altri trattamenti e che comportano un costo unitario più elevato e un maggior dispendio di risorse. Trattandosi di un intervento di biorisanamento, come la biopila, il processo iniziale di screening dell'applicabilità del Bioslurry è analogo a quello della biopila e alcuni aspetti fondamentali delineati per l'applicabilità della biopila sono validi anche per il Bioslurry. In particolare: Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 36

47 a) Caratteristiche del terreno Elemento fondamentale anche in questo caso è la verifica della presenza, in concentrazioni superiori a 10 3 CFU/g di microrganismi in grado di degradare i composti chimici rilevati nel terreno. Meno vincolanti sono i valori di ph, la concentrazione di nutrienti, la presenza di ossigeno disciolto e il livello di umidità, poiché la fase di trattamento iniziale dei terreni consente di modificare i valori di tali parametri, se non ricadano negli intervalli ottimali (ph compreso tra 6 e 7,5; ossigeno disciolto maggiore di 2vol%; rapporto C:N:P pari a 120:10:1). Relativamente alla tessitura del terreno, si tenga presente che è necessaria una vagliatura preliminare per eliminare le particelle di terreno grossolane e che in generale, in presenza di materiali eterogenei è maggiormente difficile mantenere il fango in sospensione, fattore fondamentale per la riuscita del trattamento. b) Concentrazioni e natura dei composti chimici Le concentrazioni rilevate in fase di caratterizzazione non risultano in prima battuta limitanti all utilizzo di tale tecnologia. Risulta utile la speciazione degli idrocarburi, effettuata in fase di caratterizzazione, per valutare preliminarmente i tempi di degradazione degli stessi. Infatti, all'aumentare del numero di atomi di carbonio i composti diventano maggiormente idrofobi e ci si aspetta tempi di degradazione più lunghi, come nel caso in esame. c) Condizioni climatiche Le condizioni climatiche sono meno influenti rispetto al caso della biopila. L'unico elemento che può influenzare il processo è la temperatura, poiché temperature esterne inferiori ai 10 C possono inibire il procedimento. Per verificare l'efficacia del trattamento e raccogliere i parametri necessari al dimensionamento degli impianti, nel corso del 2011 sono stati effettuati test di trattabilità su campioni rappresentativi dei terreni da trattare (rif. Paragrafo e Allegato 4). In particolare sono stati eseguiti test di laboratorio, per valutare l'influenza dei diversi parametri sulla degradazione degli inquinanti attraverso la misura delle concentrazioni dei fanghi in ingresso e in uscita. I test sono inoltre serviti anche a valutare la capacità di mantenere i solidi in sospensione e la necessità di aggiungere additivi che favoriscano la mobilità dei composti idrofobi. In questa fase di scelta, gli aspetti operativi alla base del processo decisionale per individuare la tecnologia da applicare riguardano principalmente la capacità di abbattimento riscontrabile, la durata stimata del processo per ottenere i risultati obiettivo e la quantificazione degli spazi necessari al trattamento dei quantitativi consistenti di materiale previsti dalla bonifica Soil Washing Il Soil Washing è una tecnologia di tipo chimico-fisico ad umido per la bonifica di materiali contaminati (tipicamente terreni, ma anche fanghi, detriti, materiali da demolizione) ed è realizzata con più unità di trattamento, tramite l utilizzo di attrezzature per lo più derivanti dal campo minerario. E una tecnologia ex-situ o on-site poiché richiede che il materiale sia scavato e trasportato per il trattamento all impianto. Le tappe del processo sono: escavazione del materiale, rimozione dei detriti, vagliatura, aggiunta di acqua e/o agenti estraenti, lavaggio, selezione e filtrazione. La tecnologia si basa sulla separazione del contaminante dalla matrice attraverso un processo di vagliatura (separazione granulometrica con apparecchiature meccaniche, quali vagli e mulini) e di lavaggio in soluzione acquosa (eventualmente in presenza di tensioattivi o agenti complessati o sequestranti chimici). Al termine del processo, si ottiene un trasferimento totale o parziale della contaminazione dal terreno al Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 37

48 fluido estraente, con successiva concentrazione degli inquinanti nei fanghi disidratati e il riciclo, nel processo di trattamento, della soluzione acquosa estraente. La rimozione della contaminazione dalle frazioni recuperabili, avviene tramite due modalità: per dissoluzione o sospensione dell inquinante nella soluzione acquosa e successiva precipitazione; per concentrazione dello stesso nella frazione fine, attraverso separazione granulometrica e per attrition scrubbing. Il procedimento fisico-meccanico si basa sul principio che le particelle di dimensioni <0,063 mm (limi e argille) non sono saldamente attaccate a quelle più grossolane, pertanto il solo utilizzo di acqua consente di rompere le forze di adesione e compattazione e di separare la frazione fine, cui è generalmente adesa la contaminazione, da quella grossolana (ghiaie e sabbie) che possono essere avviate a recupero. Il meccanismo chimico-fisico, invece, sfrutta le proprietà di un fluido estraente che permette di concentrare la contaminazione nel fluido stesso e in particelle di dimensioni sempre più piccole. In questo modo il volume di materiale solido contaminato diminuisce notevolmente rispetto a quello in ingresso. I prodotti, in uscita dall impianto, consistono in una frazione solida pulita e in una frazione solida ridotta contenente i contaminanti (solitamente quella con dimensione granulometrica inferiore). L acqua contaminata proveniente dal processo di lavaggio viene trattata con le tecnologie adattabili alle sostanze presenti e riutilizzata nello stesso processo di lavaggio dei terreni. La durata del trattamento di Soil Washing è in genere di breve o medio termine. La tecnica del soil washing è flessibile, in quanto possono essere progettati sistemi di trattamento specifici in funzione del tipo di contaminazione che deve essere estratta o segregata nella frazione fine. E infatti possibile scegliere la tipologia di macchinario e le relative modalità di funzionamento in relazione della tipologia di contaminazione. I rifiuti, costituiti principalmente da terreni e materiali di riporto, generati dalle operazioni di decommissioning e di bonifica ambientale del sito, sono contaminati da idrocarburi pesanti (C>12) ed in particolare da IPA, derivanti dalla lavorazione pregresse. Il fattore limitante per la tecnica del soil washing è solitamente legato alla presenza, nella matrice da sottoporre a trattamento, di elevate percentuali di frazione fine (tipicamente inferiori a 80 micrometri). L elevata presenza di frazione fine, infatti, può pregiudicare l efficacia dei fenomeni di attrition scrubbing, riducendo il numero di urti efficaci (il materiale fine si frappone le particelle più grosse, generando un effetto cuscino ). Inoltre l elevata presenza di frazione fine può pregiudicare la sostenibilità economica del processo, in quanto, solitamente, tale frazione, contenente gli inquinanti, viene inviata a smaltimento o ad ulteriore processo, con aumento del costo complessivo del trattamento, fino a renderlo non economicamente sostenibile rispetto alla semplice messa in discarica. La percentuale che di solito viene considerata come limite per l applicabilità della tecnica è del 40% di frazione fine. Nel caso specifico, la percentuale media di frazione fine è del 25%. Tale percentuale rende il processo applicabile. Associando al soil washing una tecnica di recupero della frazione fine (ad esempio mediante desorbimento termico) si rende il trattamento più sostenibile sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ambientale. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 38

49 7.2.4 Desorbimento termico I trattamenti termici consentono di risanare terreni contaminati da sostanze organiche utilizzando il calore per separare fisicamente gli inquinanti dal terreno scavato. Nel desorbimento termico la separazione fisica è ottenuta riscaldando il terreno a temperature sufficienti da provocare la rimozione di tutti i composti volatili. I processi di trattamento termico possono essere brevemente classificati secondo il seguente schema: desorbimento termico: si ha vaporizzazione/pirolisi dei composti volatili con temperature comprese fra 90 e 650 C; termodistruzione: ossidazione termica dei composti organici ed inorganici con temperature comprese fra 850 e 2000 C; vetrificazione: ossidazione termica a temperature superiori a 2000 C. Il desorbimento termico è una tecnica ex-situ o on-site che si basa sulla separazione del contaminante dalla matrice attraverso un processo di vaporizzazione. Tale tecnica di bonifica può essere applicata al trattamento dei suoli e delle terre contaminate, dei sedimenti marini e lacustri, dei sedimenti presenti nei canali fognari e dei detriti provenienti da attività di demolizione, purché contaminate da sostanze vaporizzabili di tipo organico e inorganico. Il processo è applicabile a una vasta gamma di matrici e contaminanti organici, mentre non risulta adatto alla separazione di contaminanti inorganici, se non per alcuni metalli volatili (come arsenico, mercurio e piombo) o composti inorganici volatili (come ammoniaca e composti ammoniacali, solfuro di idrogeno). In particolare, nei processi di desorbimento termico, si sottopone la matrice contaminata a un riscaldamento così da provocare la migrazione dell inquinante verso la fase gassosa; quest ultima deve essere successivamente sottoposta a idonei trattamenti di decontaminazione. Il calore necessario al desorbimento viene fornito con una fiamma posizionata direttamente a contatto con la superficie del materiale contaminato: in questo caso, alcuni composti possono subire un ossidazione termica. L economia del processo risente del contenuto di umidità del materiale da trattare, come pure del contenuto di limi, argille e materiale umido, che tendono a legare i contaminanti organici. Le unità di desorbimento possono essere classificate in diversi modi, secondo la temperatura massima di trattamento dei solidi, dalla quale dipende anche la velocità di trattamento: bassa ( C); media ( C); alta ( C). Il desorbimento termico a bassa temperatura ha, come principale obiettivo, i composti organici volatili non alogenati e i combustibili; quello a media e ad alta temperatura è invece applicato alla rimozione dei composti organici semivolatili, dei composti policiclici aromatici, dei PCB, dei pesticidi e dei metalli volatili. L applicabilità di tale tecnologia è legata alle proprietà dei contaminanti e le caratteristiche della matrice da trattare. Per quanto concerne il sito in esame è possibile effettuare le seguenti considerazioni: a) Proprietà dei contaminanti I composti rinvenuti nei terreni in sito sono tra quelli target della tecnologia. Infatti, il principio che sta Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 39

50 alla base della tecnologia è la volatilizzazione dei composti tramite riscaldamento dei terreni e variazione delle pressioni di esercizio sino a determinare il superamento del punto di ebollizione dei composti in oggetto (a tal proposito si veda la seguente Tabella 9). Ciò rende la tecnologia adatta a composti recalcitranti, come gli IPA, e a frazioni di idrocarburi pesanti con alto numero di atomi di carbonio, come per gli idrocarburi rinvenuti in sito che, in base alle speciazioni effettuate, sono composti dalla frazione C19-C36 per valori superiori al 50 %. b) Caratteristiche della matrice Le caratteristiche della matrice da trattare che sono state considerate in un'analisi di fattibilità sono l'umidità, la tessitura e il ph. Sulla base dei dati raccolti, tali caratteristiche risultano compatibili con l impiego di tale tecnologia. COMPOSTO Tabella 9 - Caratteristiche chimico-fisiche degli Idrocarburi Policiclici Aromatici FORMULA PESO MOLECOLARE C.A.S. PUNTO DI FUSIONE ( C) PUNTO DI EBOLLIZIONE ( C) NAFTALENE C10H8 128, ,9 ACENAFTILENE C12H8 152, ACENAFTENE C12H10 154, FLUORENE C13H10 166, FENANTRENE C14H10 178, ,5 340 ANTRACENE C14H10 178, ,4 342 FLUORANTENE C16H10 202, ,8 375 PIRENE C16H10 202, ,4 393 BENZO [A] ANTRACENE C18H12 228, ,7 400 CRISENE C18H12 228, ,8 448 BENZO [B] FLUORANTENE C20H12 252, ,3 481 BENZO [K] FLUORANTENE C20H12 252, ,7 480 BENZO [A] PIRENE C20H12 252, ,1 496 INDENO [1,2,3-CD] PIRENE C22H12 276, ,6 536 BENZO [G,H,I] PERILENE C22H12 276, ,3 545 DIBENZO [A,H] ANTRACENE C22H14 278, ,6 524 DIBENZO [A,E] PIRENE C24H14 302, ,4 552 DIBENZO [A,L] PIRENE C24H14 302, ,4 552 DIBENZO [A,I] PIRENE C24H14 302, ,0 552 DIBENZO [A,H] PIRENE C24H14 302, ,0 552 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 40

51 In base alla tipologia di inquinanti riscontrata nei rifiuti derivanti dalle operazioni di decommissioning e bonifica del sito, la tecnologia del desorbimento termico risulta essere applicabile, in quanto i contaminati vaporizzano alle temperature di funzionamento (indicativamente C). Tuttavia il trattamento termico ha costi superiori rispetto ad altre tecniche, come la bioremediation ed il soil washing. Si preferisce quindi applicare la tecnica del desorbimento solo su frazioni ridotte, ad esempio sui fanghi derivanti dal soil washing o su terreni particolarmente contaminati da peci, tali da renderli non gestibili con il soil washing. Un fattore limitante del trattamento con il desorbimento termico è l elevata presenza di umidità, che assorbe molto calore per la transizione di stato da liquido a vapore, con compromissione della fattibilità dal punto di vista economico. Il trattamento dei fanghi dal soil washing con il desorbimento termico potrebbe non essere vantaggioso economicamente rispetto alla messa in discarica, per gli elevati costi energetici. Solo nel caso in cui si preveda l utilizzo di sistemi di recupero energetico (ad esempio mediante l utilizzo di scambiatori di calore) si potrebbe avere una sostenibilità economica del sistema. Dal punto di vista ambientale l utilizzo del desorbimento termico consentirebbe un recupero di un materiale altrimenti destinato a smaltimento e ridurrebbe sensibilmente il numero di mezzi di trasporto dal sito verso la destinazione finale, con conseguente riduzione dei consumi di carburante e di traffico veicolare. Si reputa, complessivamente, vantaggioso l utilizzo della tecnica al sito. 7.3 DESCRIZIONE DELLE PROVE PILOTA ESEGUITE Sulla base del Modello Concettuale del Sito ed in considerazione delle risultanze dello screening delle tecnologie potenzialmente applicabili per la bonifica del sottosuolo, sono stati eseguiti test pilota per la verifica dell applicabilità delle seguenti tecnologie tramite: prove di laboratorio: Soil Washing, Bioslurry, Desorbimento Termico; prove a scala d impianto: Soil Washing. La descrizione delle prove eseguite e le relative considerazioni sono riportate nei successivi paragrafi, mentre per un maggiore dettaglio dei risultati si rimanda agli allegati citati nel seguito Tests pilota di Soil Washing Per la valutazione dell applicabilità di tale tecnologia, sono state eseguite due tipologie di prove pilota: 1) Test di laboratorio. 2) Test a scala di impianto Prove di laboratorio di Soil Washing Ai fini dell esecuzione dei test di laboratorio, sono stati prelevati dei campioni di terreno (aliquota di circa 200 kg ciascuno) da diverse zone del Sito in oggetto. La descrizione del test di Soil Washing di laboratorio viene riportata in Allegato 3 al presente documento. Di seguito vengono descritti i risultati ottenuti dalla prova di laboratorio che hanno fornito le indicazioni di base su come condurre il successivo test a scala impianto. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 41

52 Analisi granulometriche In base ai risultati delle prove eseguite sui campioni di terreno prelevati in sito si è osservata una distribuzione granulometrica mediamente caratterizzata da una percentuale di frazioni fini (inferiori a 2 mm) che si attesta intorno a valori del 34% in peso. Della frazione passante al vaglio da 2 mm, circa il 67% risulta essere mediamente composto da sabbie con granulometria superiore a 0,08 mm, pertanto, nella sua totalità circa il 10% del terreno risulta avere una granulometria inferiore a 0,08 mm. Frazioni grossolane Sulla base dei risultati analitici degli eluati caratteristici delle frazioni più grossolane, potrebbe risultare conveniente prevedere in fase di esecuzione dei lavori di bonifica, una attività di vagliatura a secco dei terreni estratti, da eseguirsi preliminarmente alle operazioni di lavaggio. In base ai risultati ottenuti sugli eluati dei campioni delle ghiaie da vagliatura (costituenti mediamente circa il 67% in peso del terreno da sottoporre a trattamento), si conferma una sostanziale conformità in confronto alle CSC di riferimento di cui alla Tabella 2 dell Allegato 5 al Titolo V della Parte IV del D.Lgs.152/06. Sabbie Dall attività di semplice vagliatura a secco, la contaminazione tende a riconcentrarsi nella frazione fine. Tuttavia, per vagliatura ad umido con i vagli di laboratorio a 0,08 mm, non si evidenzia una separazione della contaminazione dalla sabbia. Ciò accade presumibilmente perché il carbone, riscontrato in associazione ai terreni in posto su alcuni campioni prelevati, si presenta aggregato in granuli delle dimensioni assimilabili a quelle della sabbia. In base ai risultati occorre quindi individuare un idoneo sistema in grado di effettuare preliminarmente la separazione della sabbia dal carbone (ad es. idrociclonatura ed idrocrivello). Dal confronto dei dati ottenuti si nota che non vi sono differenze sostanziali nelle concentrazioni di inquinanti fra la sabbia ancora contenente i fini e la sabbia ottenuta per allontanamento dei fini dalla vagliatura a 0,08 mm, presumibilmente perché anche il carbone rimane equamente distribuito. Tuttavia si nota una decisa riduzione della contaminazione quando la sabbia viene sottoposta a processo di attrizione e a successiva vagliatura. Tale miglioramento è imputabile alla disgregazione dei granuli di carbone, che ne favorisce l allontanamento dalle sabbie per vagliatura Prove a scala di impianto di Soil Washing Sulla base dei risultati ottenuti dalla prova di laboratorio di Soil Washing precedentemente descritta si è proceduto all esecuzione di alcune prove a scala d impianto utilizzando le strutture gestite dalla società Rovereta S.r.l., sita in Cerasolo Ausa di Coriano (RN). Per l esecuzione delle prove a scala d impianto, in data 12/05/2011 è stato prelevato presso il sito ex SGL Carbon un campione di terreno dall areale denominato A1, del quantitativo di circa kg, rappresentativo della tipologia di materiale da sottoporre alla tecnologia di bonifica. Il campione è stato sottoposto a trattamento il giorno 13/05/2011. Al termine della prova, a causa del rilevamento di importanti frazioni carboniose all interno del campione A1 e di alcune conseguenti difficoltà di trattamento, si è deciso di prelevare in data 19/05/2011 altri 3 campioni, denominati A2, A3 e A4, per l esecuzione di ulteriori verifiche e per il corretto dimensionamento dell impianto di bonifica. L ubicazione di tali campioni è stata valutata analizzando i log di perforazione delle indagini di caratterizzazione, in modo da prelevare campioni senza intrusioni carboniose. I campioni A2 (quantitativo di circa kg), A3 (circa kg) e A4 (circa kg), sono stati sottoposti a Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 42

53 trattamento in data 20/05/2011. La descrizione del test di Soil Washing a scala d Impianto viene riportata in Allegato 3 al presente documento. Di seguito vengono riportate le considerazioni relative ai risultati ottenuti del test a scala d impianto, che sono alla base della progettazione definitiva degli impianti di bonifica del terreno. Relativamente alle prove eseguite sul campione A1, da un analisi dei dati, si è notato come i contaminanti tendano a concentrarsi nelle matrici più fini, in particolare nei campioni denominati in base al loro punto di prelievo sull impianto di Soil Washing: Fango centrifugato e Schiuma sgrigliatrice. Riguardo alle matrici grossolane, non sono state raggiunte le CSC di riferimento a causa delle frazioni carboniose presenti, alle quali aderiscono i contaminanti di interesse. Al fine di ottimizzare l impianto di bonifica sono state eseguite ulteriori prove a scala d impianto sui campioni A2, A3 e A4, prelevati senza le frazioni carboniose. Dall analisi dei risultati analitici, confrontando i campioni in ingresso ed in uscita dall impianto, si evince che tutti i campioni rientrano al di sotto delle CSC previste per siti ad uso Commerciale e Industriale, mentre permangono alcuni superamenti delle CSC previste dalla colonna A della Tabella 1, Allegato 5 alla Parte IV del D.L.gs. 152/06. Sulla base delle informazioni ricavate da queste ultime prove, è stato possibile verificare l applicabilità della tecnologia del Soil Washing per il trattamento dei terreni provenienti dal sito, e sono state ricavate le informazioni necessarie al corretto dimensionamento dell impianto di Soil Washing di progetto Test di laboratorio di Bioslurry La prova pilota di laboratorio di Soil Washing descritta sinteticamente nei paragrafi precedenti ha generato un lotto di materiale con caratteristiche fangose a granulometria fine inferiore a 0,08 mm idoneo ad essere sottoposto alle verifiche di laboratorio con test di Bioslurry. Nello specifico, Petroltecnica S.p.A. si è avvalsa della collaborazione della società BioFuture Ltd. di Dublino e del laboratorio LAV S.r.l. di Rimini per l esecuzione dei test pilota, rispettivamente in qualità di fornitore degli inoculi di microorganismi selezionati (BioFuture Ltd.) e di esecutore della prova pilota e delle analisi chimico biologiche. La descrizione del test di Bioslurry in laboratorio viene riportata in Allegato 4 al presente documento. I test sono stati effettuati mediante simulazione in microscala di processi di bioaugmentation su campioni di slurry provenienti da Soil Washing. E stata in particolare testata la capacità di degradazione della miscela batterica denominata BFL 6000HC (v. scheda tecnica riportata in Allegato 4) aggiunta allo slurry secondo le indicazioni del produttore (BioFuture Ltd.). La miscela è costituita dalle seguenti famiglie di microorganismi: Bacillus subtilis; Bacillus licheniformis; Bacillus amyloliquefaciens; Pseudomonas putida; Pseudomonas fluorescens; Rhodococcus rhodochrous. Per tali microorganismi, è stata accertata l idoneità alla degradazione di idrocarburi con particolare riferimento agli idrocarburi aromatici. Tali famiglie, risultano inoltre idonee alla degradazione di Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 43

54 contaminanti quali gli IPA (Rif. Bibliografico: Ground Water Microbiology and Geochemestry pag 367 F.H Chapelle- Wiley nd edition) Le prove sono state eseguite su n.5 campioni, denominati SC11, SC12, SC13, SC14 e SC17, provenienti ciascuno da una stazione differente dello stesso sito di SGL Carbon di Ascoli Piceno con concentrazioni diverse di inquinanti. I risultati delle attività sono descritti nella relazione del laboratorio LAV S.r.l. riportata assieme alle schede tecniche del prodotto in Allegato 4. Di seguito vengono descritte le considerazioni relative al test effettuato. In particolare, il test ha ottenuto i seguenti risultati: I valori di ph non hanno mostrato nel tempo variazioni significative e tali valori sono risultati essere compatibili con la crescita della componente batterica e non inibenti al suo sviluppo. Il flusso di areazione si è dimostrato efficiente nel mantenere la concentrazione di ossigeno disciolto a livelli di saturazione in tutti i reattori ed anche a sostenere una discreta risospensione dello slurry. Non sono state rilevate variazioni significative della concentrazione di CO 2 e O 2 nell aria in uscita dai reattori. Le concentrazioni di metalli non hanno mostrato variazioni durante il test, così come le concentrazioni di cloruri e solfati. Il valore del TPH nello slurry ha mostrato una lieve diminuzione nel tempo nei campioni SC12, SC13 e SC14, in particolare nei campioni B dove era stato aggiunto il biosurfattante. Gli aumenti del TOC e dell azoto totale che sono stati osservati negli ultimi step di analisi possono essere imputabili all aggiunta di nutrienti (farina di pesce) effettuata tra i tempi t4 e t5. La componente batterica ha raggiunto buoni livelli di crescita dopo 24 ore dall inoculo e ha mantenuto costanti tali valori per tutta la durata del test. Seppure la mancanza di una crescita esponenziale fa supporre che le condizioni di crescita non siano ottimali, il mantenimento dei valori conferma come i batteri abbiano trovato condizioni di crescita non limitanti nei diversi campioni di slurry, riuscendo ad utilizzare il carbonio delle diverse forme presenti. A causa della natura dell inquinante, sarebbero occorsi dei tempi più lunghi di osservazione rispetto a quelli del test per riscontrare un apprezzabile rimozione degli IPA da parte dei batteri. Tale considerazione trova riscontro in letteratura scientifica negli studi consultati (Processi di Bioslurry per la degradazione di Idrocarburi policiclici Aromatici e Fenoli in suoli contaminati M. Derudi, G. Nano, R. Rota, Politecnico di Milano, Dip. di Chimica, Materiali e Ingegneria chimica G. Natta Milano; Trattamento di depurazione biologica di sedimenti lagunari contaminati Reattore Bioslurry ENEA A. Giordano, C.M. Cellamare, L. Stente, Unità Tecnico Scientifica protezione e sviluppo del territorio; Isolamento e caratterizzazione di batteri capaci di degradare composti inquinanti e loro impiego in sistemi Bioslurry V. Massa Dottorato di ricerca in biotecnologie Università dell insubria, A.A 2006/2007; Bioremediation of soil contaminated with petroleum hydrocarbons using Bioslurry reactors, USACE 1995). In tutti gli studi compaiono tempistiche superiori ai tre mesi per ottenere riduzioni consistenti di IPA con valori assoluti comunque non sempre conformi alle CSC specifiche dei singoli composti. L evoluzione delle concentrazione degli IPA durante il test, non risulta di facile interpretazione anche a causa della natura dello slurry e alla difficoltà di ottenere campioni omogenei. La loro concentrazione nella fase liquida risulta sempre piuttosto bassa, mostrando uno scarso passaggio in questa fase, anche dopo l aggiunta del biosurfattante. I valori degli analiti della fase solida nello slurry risentono probabilmente dell effetto della continua aereazione che produce una concentrazione di questa fase nel Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 44

55 liquido. Le concentrazioni nella fase solida non mostrano variazioni nel tempo, tranne che nel campione SC13B dove si è osservato una significativa diminuzione dei valori al tempo t6. Le risultanze del test di Bioslurry condotto in laboratorio nel 2011 non hanno consentito e non consentono di esprimere un giudizio positivo su tale tecnologia di bonifica da applicarsi in sito. In particolare il Bioslurry non risulta applicabile per motivazioni logistiche ed impiantistiche a causa delle elevate quantità di fango da trattare proveniente dal Soil Washing e per l entità delle infrastrutture da realizzare. Inoltre le concentrazioni iniziali dei composti IPA a più alto peso molecolare presenti nei fanghi da trattare, richiedono tempi di trattamento non compatibili con gli obiettivi progettuali attesi in quanto i tempi di stazionamento non risultano determinabili dai risultati del test pilota Test di Desorbimento termico Dal momento che gli esiti dei test di laboratorio condotti per l applicabilità della tecnologia di Bioslurry non hanno confermato la piena validità della tecnica proposta, soprattutto per i tempi di bonifica stimabili si è deciso di testare in laboratorio la tecnologia del Desorbimento termico. In particolare, sono stati sottoposti al test n.2 campioni derivanti dalla prova di soil washing: un campione del fango prodotto per centrifugazione, denominato Fango centrifugato, ed un campione derivante dalla vibrovagliatura a secco, denominato Sabbia dopo vibrovagliatura a secco. La descrizione del test di Desorbimento Termico in laboratorio viene riportata in Allegato 5 al presente documento. Di seguito vengono descritti i risultati ottenuti del test effettuato e le relative considerazioni. Dai risultati ottenuti si evince che il trattamento di desorbimento termico effettuato ha dato ottimi risultati in termini di abbattimento degli inquinanti: già alla temperatura di 450 C si ha un abbattimento dei contaminanti al di sotto delle CSC di riferimento per siti ad uso Commerciale e industriale, mentre alla temperatura di 550 C si ha un abbattimento dei contaminanti fino ai limiti di rilevabilità strumentale, ampiamente al di sotto delle CSC di riferimento per siti ad uso Verde pubblico, privato e residenziale. 7.4 SCELTA DELLE TECNOLOGIE E STRATEGIE DI INTERVENTO SULLE VARIE AREE OGGETTO DEL PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA Sulla base del Modello Concettuale del Sito, delle profondità e delle volumetrie di terreno su cui intervenire, nonché dei risultati ottenuti dall esecuzione dei test pilota precedentemente descritti, la scelta della tecnologia di bonifica da applicare sulle aree hot spot e quelle su cui intervenire per ottenere gli obiettivi di bonifica (CSR) definiti dall elaborazione dell Analisi di Rischio approvata, è ricaduta su un sistema di scavo e di trattamento on site con le tecniche del Soil Washing e del Desorbimento termico. I criteri e le ipotesi progettuali che hanno portato alla scelta di adottare queste due tecnologie di bonifica sono: la tipologia e l estensione della contaminazione; la natura recalcitrante degli IPA; la distribuzione della contaminazione nei terreni in relazione alla granulometria degli stessi; i notevoli quantitativi di terreno da scavare e movimentare; l elevato livello di contaminazione riscontrato in alcune aree del sito; i risultati del test di Bioslurry, che hanno evidenziato la non applicabilità della tecnologia in considerazione dei volumi da trattare e delle tempistiche di trattamento. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 45

56 L intervento di bonifica del sottosuolo dell area ex SGL Carbon si articolerà rispettando le seguenti strategie d intervento: Ripristino dell impermeabilizzazione dei piazzali del sito, una volta completate le operazioni di demolizione degli edifici e degli stabili esistenti (FASE 01 Decommissioning), in corrispondenza delle eventuali aree risultate decorticate, in modo da evitare i fenomeni di infiltrazione delle acque meteoriche e di isolare i terreni contaminati dalle acque meteoriche stesse. Realizzazione in sito di un area per il trattamento dei rifiuti (in seguito denominata PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE ) generati dalle operazioni di bonifica e di messa in sicurezza permanente. Presso la piattaforma polifunzionale saranno realizzate le baie per lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso all impianto da sottoporre ai trattamenti e per lo stoccaggio dei materiali provenienti dai trattamenti in attesa di certificazione analitica. Gli impianti di trattamento rifiuti che saranno presenti nella piattaforma polifunzionale sono i seguenti: a. impianto di recupero delle macerie, operante mediante triturazione, deferrizzazione e selezione granulometrica; b. impianto di soil washing, comprensivo delle sezioni di trattamento di vagliatura, comminuzione, recupero sabbie; c. impianto di desorbimento termico; d. impianto per il trattamento chimico-fisico delle acque. Si rimanda al successivo Capitolo 8 per la descrizione della piattaforma polifunzionale. Realizzazione di una vasca di raccolta e trattamento (per sedimentazione) delle acque di prima pioggia derivanti da tutta l area oggetto di bonifica e messa in sicurezza permanente ad esclusione delle aree della piattaforma polifunzionale (dotata di sistema autonomo). A tal proposito le linee fognarie di stabilimento di captazione delle acque bianche verranno fatte confluire a tale vasca di prima pioggia, al fine di captare le acque meteoriche che insisteranno sulle zone dell Area stabilimento non ancora bonificate durante lo svolgersi delle lavorazioni. Rimozione degli hot spot di contaminazione. I terreni saranno trasportati internamente all area di cantiere e conferiti alla piattaforma polifunzionale per il loro trattamento finalizzato al recupero. Bonifica mediante scavo e rimozione dei terreni contaminati. I terreni contaminati derivanti dalla bonifica dei terreni per asportazione saranno trasportati internamente all area di cantiere e conferiti alla piattaforma polifunzionale per il loro trattamento finalizzato al recupero. Aspirazione con autospurghi e/o con elettropompe draganti delle acque eventualmente presenti negli scavi di asportazione degli hot spot e di bonifica e successivo conferimento come rifiuto liquido all impianto presente nella piattaforma polifunzionale per la loro depurazione, prima dello scarico nel corpo idrico ricettore. Ripristino progressivo, mediante riempimento, delle aree sottoposte alle operazioni di asportazione dei terreni. Per il ripristino saranno utilizzati i materiali bonificati generati dal funzionamento degli impianti di soil washing e di desorbimento termico. I materiali certificati che potranno essere utilizzati per il ripristino delle aree di scavo saranno preliminarmente depositati nell area denominata MACROCUMULO STOCCAGGIO INERTI. Eventuali esuberi potranno essere resi disponibili per le successive opere di urbanizzazione e riqualificazione urbanistica dell intero comparto. L eventuale mancanza di materiali per il riempimento degli scavi duranti le fasi di avanzamento del cantiere potranno essere integrate con sabbie, ghiaie e terreni anche di Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 46

57 recupero, provenienti da siti esterni, purché certificati ed idonei per la destinazione d uso dell area in cui verranno effettivamente utilizzati (quindi conformi agli obiettivi del Lotto di destinazione e conformi al test di cessione secondo il D.M. Ambiente 05/02/1998 e s.m.i.). Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 47

58 8 PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE 8.1 DESCRIZIONE DELLA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE La piattaforma polifunzionale sarà realizzata su una porzione del Sito; l area complessiva del Sito occupa una superficie complessiva di circa m 2, mentre l area che sarà allestita per la piattaforma polifunzionale occuperà una superficie complessiva di circa m 2. La porzione di sito che verrà utilizzata per la realizzazione della piattaforma è attualmente in parte occupata da un capannone, che sarà oggetto di demolizione ed in parte è interessata da un area (poligono di Thiessen del sondaggio S12 ) che dovrà essere sottoposta a bonifica per scavo ed asportazione, con conferimento del terreno escavato alla piattaforma polifunzionale. Si riporta nella seguente Immagine 8 un estratto planimetrico dell area di realizzazione della piattaforma (identificata con retino rosso), riferita all intero sito (delimitato da linea perimetrale verde). Immagine 8 Ubicazione della Piattaforma Polifunzionale Perimetro del sito Poligono oggetto di bonifica Area Piattaforma Polifunzionale Macrocumulo stoccaggio inerti conformi (MPS) Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 48

59 Presso la piattaforma polifunzionale di progetto sarà presente un box uffici, destinato al personale addetto all accettazione dei mezzi di trasporto, alla compilazione dei formulari di identificazione rifiuto (FIR) e alla corretta tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti. Per la verifica dei pesi dei rifiuti in ingresso ed in uscita dalla piattaforma e delle materie prime secondarie allontanate sarà installata una pesa a ponte posizionata in prossimità del varco di accesso. L area della piattaforma polifunzionale sarà cordolata, recintata perimetralmente e l accesso alla piattaforma avverrà attraverso apposito cancello; la piattaforma è ubicata su di un area attualmente già pavimentata, che sarà oggetto di verifiche ed eventuali interventi di ripristino in fase di accantieramento, al fine di dotare la piattaforma di una pavimentazione impermeabile. Si premette che nel seguito del presente Capitolo, sono presenti riferimenti a quantitativi di rifiuti, durate di interventi e modalità di gestione, che saranno meglio dettagliati negli specifici capitoli successivi del documento Fasi di realizzazione della piattaforma polifunzionale Per la realizzazione della piattaforma, dal momento che nell area allo stato attuale sono presenti alcuni edifici ed un area (poligono di Thiessen) che deve essere sottoposta a bonifica, si procederà per fasi successive, secondo la sequenza descritta nel seguito. FASE 1 piattaforma: installazione pesa a ponte di cantiere, box uffici, box spogliatoi e box servizi igienici; realizzazione di nr. 4 baie di stoccaggio, identificate dai numeri 1, 2, 3 e 8, dotate di grigliato e di pozzetto per la raccolta percolati; posa delle vasche di prima pioggia e realizzazione di una prima fase della rete di raccolta delle acque meteoriche; installazione di nr. 2 serbatoi di stoccaggio rifiuti liquidi, denominati Sb1 ed Sb2, da 20 m 3 ciascuno; installazione dell impianto mobile di trattamento rifiuti liquidi; installazione dell impianto mobile di frantumazione e deferrizzazione per il recupero degli inerti da demolizione. Le baie di stoccaggio realizzate in questa prima fase saranno in grado di accogliere i seguenti quantitativi di rifiuti: Tabella 10 Realizzazione piattaforma polifunzionale fase 1: riepilogo volumetrie baie Baia n. Superficie in pianta (m 2 ) Volume (m 3 ) Capacità (tonnellate) TOTALE Tutte le baie di stoccaggio che saranno realizzate all interno della piattaforma polifunzionale saranno autorizzate in regime di messa in riserva (R13). Le caratteristiche delle baie di stoccaggio saranno le seguenti: Pavimentazione in cls, con pendenza verso l ingresso della baia; Delimitazione perimetrale su 3 lati realizzata con muri autoportanti da 3 metri di altezza (ad esempio new jersey o blocchi in cemento prefabbricati); Presenza di una griglia di raccolta percolati, in corrispondenza dell ingresso nella baia, confluente ad un pozzetto di raccolta cieco. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 49

60 I rifiuti depositati nelle baie di stoccaggio saranno coperti giornalmente con teli impermeabili adeguatamente ancorati, per evitare fenomeni di dilavamento e di trasporto eolico. Durante tale fase di cantiere, si procederà, presso la piattaforma, con la raccolta dei rifiuti derivanti demolizioni degli edifici presenti nell area (identificati con i nr. 8 e 9 all interno del progetto di decommissioning Appendice A), per un totale di tonnellate di macerie miste da demolizione. I rifiuti liquidi, costituiti essenzialmente da acque di lavaggio delle superfici degli edifici in demolizione, saranno alimentate, attraverso i serbatoi di equalizzazione ed omogeneizzazione Sb1 ed Sb2, al sistema di trattamento di depurazione chimico-fisica per rendere idoneo il refluo allo scarico nel corpo idrico recettore. I rifiuti costituiti dalle macerie di demolizione (ed eventualmente da asfalti delle decorticazioni stradali) saranno depositati per tipologie omogenee all interno delle 4 baie e sottoposti a trattamento con l impianto di recupero inerti, operante attività di frantumazione, deferrizzazione e selezione granulometrica. Il frantumato prodotto sarà depositato in una baia dedicata fra le 4 disponibili, ed il lotto sarà sottoposto a verifiche analitiche, per verificarne la conformità per il recupero, in accordo con quanto stabilito dall allagato C della Circolare del Ministero dell Ambiente 5205 del Qualora non conforme, il cumulo potrà essere conservato in sito in attesa di installare gli altri impianti mobili di trattamento rifiuti, in particolare l impianto di soil washing, oppure essere avviato a smaltimento fuori sito, soprattutto per necessità logistiche di cantiere. Gli inerti conformi al recupero e sottoposti a trattamento di triturazione e deferrizzazione saranno depositati in macrocumulo, pronti per il riutilizzo all interno dell area di cantiere denominata macrocumulo stoccaggio inerti, per la realizzazione della viabilità interna e/o della realizzazione di piazzali e sottofondi. Per il layout della piattaforma in questa fase, si faccia riferimento alla seguente Immagine 9. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 50

61 Immagine 9 Piattaforma polifunzionale: layout della fase 1 di realizzazione Baia 1 Box spogliatoio Box ufficio Pesa Baia 3 Baia 2 Box servizi igienici Impianto chimicofisico acque Baia 8 Serbatoi Sb1 e Sb2 Impianto frantumazione e deferrizzazione inerti Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 51

62 FASE 2 piattaforma: realizzazione di ulteriori nr. 4 baie di stoccaggio, identificate dai numeri 4, 5, 6 e 7, dotate di grigliato e di pozzetto per la raccolta percolati; spostamento dell impianto di frantumazione e deferrizzazione inerti. Le baie di stoccaggio realizzate in questa seconda fase saranno in grado di accogliere i quantitativi di rifiuti secondo la suddivisione riportata nella seguente Tabella 11. Tabella 11 Realizzazione piattaforma polifunzionale fase 2: riepilogo volumetrie baie Baia n. Superficie in pianta (m 2 ) Volume (m 3 ) Capacità (tonnellate) TOTALE Una volta completate le baie di stoccaggio, si procederà, con lo scavo del poligono S12 da bonificare presente all interno dell area della piattaforma, appartenente al Lotto 3 (la suddivisione e la descrizione dei Lotti verrà affrontata nel successivo Capitolo 9). Il terreno di risulta sarà accantonato all interno delle baie di stoccaggio, in attesa dell installazione degli impianti mobili per il trattamento dei terreni (soil washing e desorbimento termico). Dalla bonifica del poligono S12 del Lotto 3, si prevede una produzione massima di m 3 di terreno da depositare nelle baie di stoccaggio, in attesa dell installazione degli impianti di recupero dei terreni. Durante il periodo di messa in riserva di tali terreni, questi saranno coperti da teli, per evitare fenomeni di dilavamento e di erosione eolica. Eventuali acque meteoriche presenti nello scavo del poligono S12 saranno aspirate e conferite all impianto di depurazione chimico-fisica, attraverso i serbatoi di equalizzazione ed omogeneizzazione Sb1 e Sb2, per rendere il refluo conforme per lo scarico nel corpo idrico recettore. Una volta verificato il collaudo dello scavo di bonifica inerente il poligono S12, si procederà con la chiusura dello scavo di bonifica. Essendo previsto uno scavo di profondità 1 metro dal p.c. esistente ed essendo un area su cui transiteranno i mezzi pesanti di movimento terra, internamente alla piattaforma, per il riempimento saranno utilizzate le MPS già disponibili sul sito, derivanti dal recupero delle macerie delle strutture fuori terra, in quanto si vuole in questo modo realizzare una massicciata per conferire una buona resistenza meccanica alla sovrastante pavimentazione. La pavimentazione sull area del poligono S12 bonificato, sarà realizzata in cls armato, di spessore di circa 20 cm e sarà raccordato con la pavimentazione esistente. Per il layout della piattaforma in questa fase, si faccia riferimento alla seguente Immagine 10. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 52

63 Immagine 10 Piattaforma polifunzionale: layout della FASE 2 di realizzazione Pesa Baia 02 Baia 01 Box spogliatoio Box ufficio Baia 06 Baia 05 Baia 04 Baia 03 Box servizi igienici Impianto chimicofisico acque Baia 08 Baia 07 Serbatoi Sb1 e Sb2 Impianto frantumazione e deferrizzazione inerti Completate le opere di scavo e rimozione del terreno dal poligono S12, si procederà con l inizio dell attività di gestione delle macerie derivanti dalla demolizione della porzione degli edifici in elevazione. Il completamento della piattaforma polifunzionale sarà effettuato non appena ottenuto il collaudo dello scavo del poligono di Thiessen S12. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 53

64 FASE 3 piattaforma (configurazione definitiva): completamento della realizzazione della piattaforma polifunzionale. Una volta completate le opere preliminari necessarie per la predisposizione dell area della piattaforma polifunzionale (demolizione del capannone presente ed escavazione e ripristino dell area da bonificare) si procederà con l ultimazione della piattaforma stessa. In tale fase saranno completate le opere di pavimentazione e di regimazione delle acque meteoriche, saranno realizzate ulteriori nr. 9 baie di stoccaggio (destinate al deposito dei materiali derivanti dai trattamenti, in attesa delle analisi chimiche) e saranno installati gli impianti mobili di soil washing e di desorbimento termico. Le baie di stoccaggio realizzate in questa fase saranno in grado di accogliere i quantitativi di rifiuti e materiali provenienti dai trattamenti secondo la suddivisione riportata nella seguente Tabella 12. Tabella 12 Piattaforma polifunzionale fase 3: capacità e suddivisione delle baie di stoccaggio Baia n. Superficie in pianta (m 2 ) Volume (m 3 ) Capacità (tonnellate) Tipologia rifiuto materiale da trattamento TOTALE Per il layout della piattaforma in questa fase, si faccia riferimento alla seguente Immagine 11 ed al Layout 01 riportato in allegato. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 54

65 Immagine 11 Piattaforma polifunzionale: layout della fase 3 di realizzazione Pesa Box spogliatoio Box ufficio Box servizi igienici Impianto chimicofisico acque Baie di stoccaggio Serbatoi Sb1 e Sb2 Area di installazione impianti mobili di trattamento rifiuti Baie di stoccaggio Baia 17 Baia 16 Baia 15 Baia 14 Baia 13 Baia 02 Baia 03 Baia 08 Baia 06 Baia 05 Baia 04 Baia 07 Baia 12 Baia 11 Baia 10 Baia 09 Baia 01 Zona di viabilità interna Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 55

66 8.2 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO RIFIUTI La piattaforma polifunzionale ospiterà le seguenti tipologie di impianti, pre-autorizzati all esercizio ai sensi dell art. 208 del D.Lgs. 152/06: 1. Impianto di recupero inerti; 2. Impianto di soil washing; 3. Impianto di desorbimento termico; 4. Impianto chimico fisico per il trattamento dei rifiuti liquidi. Nel seguito si riporta una descrizione delle diverse tipologie di impianti sopra citati; si specifica che per il dimensionamento degli impianti si è fatto riferimento e sono citate nel seguito le quantità di rifiuti previste dalle diverse attività (FASE 01, FASE 02 e FASE03) del progetto. Per un maggiore dettaglio sui quantitativi e le modalità di gestione di tali rifiuti si rimanda ai successivi capitoli 9, 10 ed Impianto di recupero inerti L impianto di recupero inerti dovrà essere autorizzato come impianto mobile ai sensi del comma 15, articolo 208 del D.Lgs. 152/06 per l operazione di recupero R5. La capacità di trattamento dell impianto di recupero inerti mediante triturazione, deferrizzazione e selezione granulometrica è determinata dalla necessità di evitare ingenti accumuli durante la fase di demolizione delle strutture interrate. Il quantitativo totale di rifiuti da gestire ammonta a tonnellate di rifiuti non pericolosi (CER e ). L impianto deve poter gestire tonnellate di rifiuti non pericolosi in circa giorni lavorativi, provenienti dalla demolizione di solai di fondazioni, infrastrutture interrate e pavimentazioni in aree scoperte. La capacità di trattamento dell impianto mobile autorizzato per il recupero R5 ai sensi del comma 15, articolo 208, D.Lgs. 152/06 mediante triturazione, deferrizzazione e selezione granulometrica è di almeno 800 tonnellate/giorno. Considerando di operare con l impianto mobile in un unico turno lavorativo di 8 ore al giorno, l impianto di progetto avrà una portata minima effettiva di almeno 100 tonnellate/ora. Esso sarà composto dai seguenti componenti: Tramoggia di carico; Alimentatore a carrello a vibrazione vincolata; Frantoio a mascelle con bocca di alimentazione di almeno 700 x 500 mm; Deferrizzatore con magnete permanente; Vaglio vibrante per la selezione granulometrica; Nebulizzatore per l abbattimento delle polveri. L impianto di progetto è costituito da un mulino in grado di frantumare e deferrizzare le macerie di laterocemento, le macerie di cemento armato e i residui della rimozione dell asfalto stradale. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 56

67 Sull uscita del trituratore sarà installata una griglia di sezione in modo tale da garantire che il materiale triturato abbia una dimensione massima di 63 mm, al fine di garantire di ottenere un materiale conforme per la formazione di sottofondi stradali e di piazzali. Il materiale triturato sarà quindi deferrizzato con nastro estrattore di tipo magnetico. In maniera opzionale l impianto potrà essere dotato anche di una sezione di vibrovagliatura, allo scopo di separare diverse frazioni granulometriche, per eventuali necessità di cantiere. I materiali in uscita dall impianto mobile di recupero inerti avranno una pezzatura calibrata dalle dimensioni della griglia di scarico del frantoio a mascelle, in modo da rispettare la pezzatura massima consentita per la classificazione del macinato di macerie come materia prima secondaria (secondo l allegato C della Circolare del Ministero dell ambiente n del 2005). Per limitare la produzione di polveri saranno posizionati idonei cannoni nebulizzatori in prossimità della zona di carico del cumulo da destinare a trattamento, in prossimità della tramoggia di alimentazione dell impianto di triturazione e deferrizzazione ed in prossimità dei cumuli dei materiali dopo trattamento Impianto di soil washing A seguito degli esiti dei test di trattamento realizzati sia a livello di laboratorio che a livello di impianto industriale, si è ritenuto necessario dotare l impianto di soil washing di progetto di specifiche sezioni impiantistiche in grado di segregare il carbone e le peci carboniose dal terreno. L impianto di soil washing dovrà essere autorizzato come impianto mobile ai sensi del comma 15, articolo 208 del D.Lgs. 152/06 per l operazione di recupero R5. Dalle attività di rimozione hot spot si prevede una produzione di m 3 di terreni contaminati, mentre dalla fase di bonifica, si prevede una produzione di m 3, per un totale stimato di m 3. Considerando una densità in banco di 1,8 t/m 3, il quantitativo totale di terreni da gestire in piattaforma è di tonnellate. In base alle informazioni disponibili dalle indagini e dai sopralluoghi effettuati in sito, si è stimato che sia rinvenibile uno strato terreno frammisto a residui carboniosi, per un quantitativo presunto di m 3. Tale materiale, che sarà estratto selettivamente durante le fasi di scavo, sarà inviato direttamente a smaltimento esterno al sito, senza transitare dall area della piattaforma polifunzionale. Il rimanente terreno di scavo sarà gestito in parte a soil washing ed in parte a desorbimento termico. All impianto di soil washing saranno alimentati anche i fanghi bentonitici derivanti dalla realizzazione del diaframma plastico della MISP dell area discarica identificati dal CER , per un quantitativo stimato di tonnellate. Saranno inoltre alimentate le macerie pericolose derivanti dalle demolizioni e le macerie che, dopo trattamento con l impianto di triturazione, deferrizzazione e selezione granulometrica, risultassero non conformi per il recupero. Il quantitativo di tali rifiuti è stimabile in ton (1.881 tonnellate di rifiuti pericolosi e il 10% delle macerie prodotte dalla demolizione dei solai [Fase 02 decommissioning] già sottoposte a recupero mediante triturazione). Il quantitativo complessivo da sottoporre a trattamento è pertanto di tonnellate. Considerando un tempo di cantiere di 900 giorni lavorativi, l impianto mobile autorizzato ai sensi del comma 15, articolo 208, D.Lgs. 152/06 mediante operazione R5, avrà una capacità effettiva di trattamento di almeno 197 tonnellate/giorno. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 57

68 Considerando di operare con l impianto mobile in un unico turno lavorativo di 8 ore al giorno, l impianto di progetto avrà una portata minima effettiva di almeno 25 tonnellate/ora. L impianto di soil washing di progetto sarà composto dalle seguenti linee di trattamento, integrate fra di loro: Linea 1 di vagliatura a secco; Linea 2 di comminuzione a secco per il sopravaglio dalla linea 1 e successiva vagliatura a secco; Linea 3 per il lavaggio degli inerti (sopravaglio) in uscita dalla linea 2; Linea 4 per la selezione, attrizione e separazione delle sabbie (sottovaglio) in uscita dalla linea 1; Linea 5 di chiariflocculazione reflui da linee 3 e 4; Linea 6 per la disidratazione dei fanghi sedimentati dalla linea 5. Dalle verifiche granulometriche effettuate, risulta che i terreni presenti in sito sono composti per circa il 45% da ghiaie, il 30% da sabbie e per il rimanente 25% da limo e argilla. Durante le prove di trattamento si sono incontrate difficoltà di trattamento per la presenza di inclusioni carboniose o per la presenza di peci. Durante le prove su impianto industriale esistente si sono ottenute, per semplice vagliatura ad umido, delle ghiaie con presenza di blocchi di origine carboniosi. Alo stato attuale, dal momento che è previsto l invio del materiale carbonioso ad impianti esterni al sito senza transitare negli impianti della piattaforma, il problema si presenterà in maniera quasi assente o molto ridotta. Si è comunque cautelativamente considerato di effettuare una prima separazione granulometrica, con vibrovaglio a masse eccentriche con doppia rete di vagliatura a 35 mm e a 5 mm, in modo tale da poter gestire il flusso delle ghiaie separatamente dal flusso delle sabbie. Le ghiaie proseguiranno verso la sezione di lavaggio inerti, eventualmente previo trattamento di comminuzione. Le sabbie saranno convogliate alla sezione di recupero sabbie Linea 1: vagliatura a secco Saranno alimentati a tale sezione impiantistica i terreni da rimozione hot spot e da bonifica. Scopo di tale linea dell impianto di soil washing è effettuare la separazione a secco delle ghiaie dalle sabbie e dalla frazione fine. Infatti, durante la fase di estrazione dei terreni dal sottosuolo si prevede di effettuare una prima selezione visiva direttamente in cantiere, per separare i materiali con predominanza di intrusioni carboniose e peciose, da inviare direttamente a smaltimento esterno al sito. Tuttavia potrebbero ancora essere presenti piccoli quantitativi di materiali carboniosi nei terreni conferiti all impianto di soil washing, in quanto sfuggiti al controllo visivo in campo. La separazione effettuata con la linea 1 in questione, consente di effettuare operazioni specifiche di separazione della frazione carboniosa sulle due differenti frazioni ottenute. Il taglio granulometrico previsto a 35 e 5 mm servirà a selezionare le seguenti classi granulometriche: I materiali grossolani (maggiori di 35 mm e compresi fra 35 e 5 mm), che saranno alimentati alla linea 2, per la successiva comminuzione autogena e vagliatura; la frazione passante al vaglio da 5 mm, che sarà inviata alla linea 4 per il recupero delle sabbie. La portata minima della linea 1 è di 30 tonnellate/ora ed è composta come segue: Tramoggia di alimentazione: cubatura minima effettiva 15 mc; rivestita internamente con fogli di POLIZENE 1000 o similare con spessore minimo 15 mm; pareti verticali della tramoggia con inclinazione massima di 22,5 rispetto alla verticale, per evitare l intasamento della stessa. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 58

69 Alimentatore a nastro o a tappeto o a piastre di dimensioni minime della bocca di alimentazione di 600 x mm. Nastro trasportatore. Separatore magnetico a nastro per l estrazione dei rottami e dei residui metallici eventualmente presenti nel terreno da sottoporre a vagliatura, costituito da un magnete permanente attorno al quale gira un nastro chiamato nastro estrattore. Tramoggia di scarico dei rottami ferrosi separati realizzata in gomma o in alluminio. Cassonetto per l accumulo dei rottami ferrosi estratti (minimo 5 m 3 ). Vaglio vibrante a masse eccentriche, con almeno 2 piani di vagliatura. Dimensioni minime dei piani vaglianti: x mm. Nr. 2 nastri di scarico delle 3 pezzature separate (le ghiaie maggiore di 5 mm insieme da una parte, le sabbie ed i fini minori di 5 mm dall altra) Linea 2: comminuzione e vagliatura a secco La frazione grossolana in uscita dalla linea 1 viene alimentata alla successiva linea 2 per la comminuzione autogena. Infatti, dalla prima selezione granulometrica effettuata nella linea 1, gli eventuali agglomerati di materiali carboniosi e peciosi vengono separati, come gli inerti, in base alle loro caratteristiche dimensionali. Le ghiaie in uscita dalla linea 1 possono, pertanto, contenere agglomerati carboniosi e peciosi delle stesse dimensione delle ghiaie, sfuggiti alla prima selezione visiva durante le operazioni di scavo. Si prevede per questo motivo di alimentare le ghiaie in uscita dalla linea 1 ad un mulino autogeno, costituito da un tamburo rotante inclinato, dotato di palette e di dischi di sbarramento per effettuare la riduzione delle frazioni più tenere (tipicamente carboniose e peciose) per azione delle stesse ghiaie caratterizzate da maggiore resistenza alla rottura per sfregamento e/o urto. In questo modo il materiale più tenero viene ridotto granulometricamente, a differenza delle ghiaie che sono più resistenti alla rottura. Pertanto per successiva vagliatura a 5 mm è possibile separare i materiali fini che si sono generati per rottura, rispetto alle ghiaie, che risulteranno, pertanto ripulite dalla frazioni carboniose e peciose. La linea 2 è interconnessa alla linea 1 e non può essere alimentata separatamente; la portata minima della linea 2 è di 15 tonnellate/ora ed è composta come segue: Scivolo di alimentazione del mulino autogeno; Mulino autogeno di diametro 1800 mm, bocca di alimentazione ristretta a 800 mm, lunghezza minima della sezione di triturazione autogena 3500 mm. Il corpo del cilindro è realizzato con lamiere forate, con foro a tronco-conico (anti-intasamento) di diametro di 5 mm. Tramoggia metallica per convogliare il sottovaglio sul nastro di evacuazione; Nastro di evacuazione della fase carboniosa; Scivolo metallico di raccolta della frazione grossolana in carpenteria metallica; Nastro di rilancio della frazione grossolana (da avviare alla fase di lavaggio - linea 3); Cassoni scarrabili stoccaggio carbone. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 59

70 Linea 3: lavaggio inerti La frazione ghiaiosa in uscita dalla linea 2, privata delle frazioni carboniose e peciose, gli inerti da sottoporre lavaggio e le sabbie e ghiaie non conformi per il riutilizzo dopo un primo trattamento con il soil washing, saranno alimentate alla linea 3 di lavaggio in acqua. Scopo di tale linea dell impianto di soil washing è rimuovere gli inquinanti dalla superficie esterna dei granuli costituenti la frazione ghiaiosa, per azione meccanica di sfregamento e mediante trasferimento alla soluzione acquosa di lavaggio. La portata minima della linea 3 è di 15 tonnellate/ora ed è composta come segue: Tramoggia di alimentazione: cubatura minima effettiva 10 mc; rivestita internamente in gomma antiusura come antirombo, per limitare la rumorosità del trasferimento, carpenteria metallica pesante con spessore minimo delle lamiere di 10 mm; pareti verticali della tramoggia con inclinazione massima di 30 rispetto alla verticale. Alimentatore a nastro o a tappeto o a piastre di dimensioni minime della bocca di alimentazione di 600 x mm. Nastro trasportatore. Triturazione del materiale alimentato fino al diametro massimo di 80 mm mediante frantoio rotativo a doppio albero controrotante avente le seguenti caratteristiche: o dimensioni della bocca di alimentazione: 1000 x 600 mm; o potenza installata: 36 kw; o produzione massima (con alberi regolati a 80 mm): 60 tonn/h; Nastro trasportatore. Separatore magnetico a nastro per l estrazione dei rottami e dei residui metallici eventualmente presenti nel terreno da sottoporre a vagliatura, costituito da un magnete permanente attorno al quale gira un nastro chiamato nastro estrattore. Tramoggia di scarico dei rottami ferrosi separati realizzata in gomma o in alluminio. Cassonetto per l accumulo dei rottami ferrosi estratti (minimo 5 m 3 ). Scivolo di alimentazione della lavatrice a botte. Lavatrice a botte avente le seguenti caratteristiche: diametro tamburo 1500 mm; lunghezza tamburo 4500mm; portata massima t/h; potenza installata: 15 kw. Ingombro totale: lunghezza: 6080 mm; larghezza: 2300 mm; altezza (solo macchina): 2480 mm. Vibrovaglio sgocciolatore per la separazione del materiale organico. Rete filtrante in poliuretano o in materiale antiusura equivalente. Dimensioni minime della rete di vagliatura: 1.000x1.250 mm. Luce vagliante (dimensioni dei fori): 5 mm. Cassonetto di raccolta materiale organico da vibro vagliatura di cui al punto precedente. Scivolo di raccordo fra l uscita delle ghiaie lavate ed il distributore di ingresso del classificatore a coclea, in carpenteria pesante. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 60

71 Classificatore a coclea con portata 40 t/h. Le acque di lavaggio in uscita dalla lavatrice a botte, dal vibrovaglio sgocciolatore e dal classificatore a coclea saranno convogliati mediante canalizzazione, alla linea 4 per il recupero delle sabbie Linea 4: recupero sabbie La linea 4 di recupero delle sabbie, riceve il sottovaglio della linea 1, le acque di lavaggio della linea 3 contenenti le sabbie ed i fanghi bentonitici derivanti dalla realizzazione del diaframma plastico della MISP della discarica. Il flusso derivante dalla linea 3 è già costituito da una torbida acquosa, il flusso derivante dalla linea 1 è già disponibile su nastro trasportatore, mentre occorre prevedere un sistema di alimentazione per i fanghi bentonitici. La portata minima della linea 4 è di 20 tonnellate/ora ed è composta come segue: Tramoggia di carico del fango bentonitico: cubatura minima effettiva 2 mc; rivestita internamente con fogli di POLIZENE 1000 o similare con spessore minimo 15 mm; pareti verticali della tramoggia con inclinazione massima di 22,5 rispetto alla verticale, per evitare l intasamento della stessa. Coclea per il trasferimento del fango bentonitico alla sfangatrice a palette, del tipo ad elica, senza albero centrale. Sfangatrice a pale con portata di progetto 50 tonnellate/ora. Entrambi gli scarichi, sia della torbida dai cassetti posteriori che della torbida uscente in testa, vengono convogliati direttamente alla vasca dell idrociclone primario, attraverso canale metallico. Vibrovaglio sgocciolatore per la separazione del materiale organico in uscita dai cassetti posteriori. Rete filtrante in poliuretano o in materiale antiusura equivalente. Dimensioni minime della rete di vagliatura: 1.000x1.250 mm. Luce vagliante (dimensioni dei fori): 5 mm. Idrociclone primario. Portata di progetto 50 tonnellate/ora di secco (costituito al 55% da sabbia con granulometria fra 5 e 0,08 mm). La pompa di alimentazione dell idrociclone (specifica per il trasferimento di materiali abrasivi) ha una portata di circa m 3 /h. La vasca di raccolta della torbida da lavorare e del over flow è rialzata per il contenimento delle schiume che si possono formare durante la lavorazione (per la presenza contemporanea di acqua ed aria in pressione nel ciclone ed acidi umici del terreno che possono fungere da tensioattivi). Idrocrivello di tipo a fondo fisso per la separazione del carbone dalle sabbie con granulometria compresa fra 5 e 0,08 mm. Numero 2 celle di attrizione da 1 m 3 ciascuna; le 2 vasche di ogni cella di attrizione hanno forma ottagonale con lato interno di 320 mm, sono rivestite internamente in materiale resistente all usura (tipicamente ARDOX 600 o gomma anti-usura), altezza dello scarico dal basamento 1000 mm; 2 alberi con 60 palette complessive in acciaio antiusura; 2 motori elettrici a 8 poli da 30 Kw/h. Idrociclone secondario del tutto analogo al primario per l allontanamento dei fini creati durante il processo di attrizione. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 61

72 Vibrovaglio sgocciolatore per l asciugatura delle sabbie. Rete vagliante in poliuretano o altro materiale idoneo antiusura. Il vibrovaglio deve essere dotato di sistema di raccolta del pelo libero della frazione liquida per raccogliere eventuale carbone ancora separato per effetto crivello (canale evidenziato in rosso nell immagine a fianco). Vibrovaglio sgocciolatore per l asciugatura dei carboni separati del crivello e dal vibrovaglio asciugatore delle sabbie modificato. Nastro di evacuazione delle sabbie recuperate. Nastro di evacuazione del carboncino separato. La torbida in uscita dagli idrocicloni, contente i fini e la soluzione di lavaggio, oltre che gli inquinanti, viene scaricata mediante canalette ad una vasca di raccolta, per il successivo rilancio, con pompa antiusura, alla linea 5 dell impianto di soil washing, per la chiariflocculazione Linea 5: chiariflocculazione reflui da lavaggio Figura Schema vibrovaglio sabbie con raccolta del pelo libero L obiettivo di tale sezione di impianto all interno del soil washing è il recupero è il riutilizzo delle acque di processo per limitare i consumi idrici. Infatti, il rapporto acqua:solido da tenere nella linea 3 di lavaggio ghiaie è tipicamente di 3:1, mentre per la linea 4 di recupero sabbie il rapporto ottimale è di 5:1. Per la linea 3 è necessario un apporto idrico di almeno 45 m 3 /h, mentre per la linea 4 l apporto è di 100 m 3 /h, quindi sarebbe previsto un consumo orario di circa 150 m 3 /h. Obiettivo di tale sezione di trattamento dei reflui derivanti dalle operazioni di lavaggio dei terreni contaminati provenienti dalla linea 4 è la separazione dei solidi sospesi e degli inquinanti dalla soluzione di lavaggio per il riutilizzo della stessa nel ciclo produttivo. Pertanto occorre realizzare i seguenti step di trattamento: - preparazione della torbida; - sedimentazione della torbida; - condizionamento fango da alimentare alla sezione di centrifugazione (linea 6); - preparazione della soluzione di lavaggio per il riutilizzo. La linea 5 è composta come segue: Vasca di raccolta (VA1) della soluzione di lavaggio proveniente dagli overflow degli idrocicloni primario e secondario, realizzata in carpenteria metallica, trattata internamente con vernice epossidica (spessore minimo 6/10 di mm), verniciata esternamente ed avente le seguenti caratteristiche: capacità: 10 mc; dimensioni interne: 2300 x 3000 x 1500 (H); nervatura di rinforzo esterna; piedi metallici per palletizzazione; travi metalliche di appoggio per pompa ad asse verticale; Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 62

73 sonda di livello (per segnalazione troppo pieno, massimo livello e minimo livello). Tale vasca è dotata di elettroagitatore da 5,5 kw(mix1) e di sonda per la misurazione del ph (ph1). Elettroagitatore ad asse verticale Sonda di ph Figura Componenti della vasca VA1 soil washing Nr. 2 serbatoi (S1 e S2) in PE da 3 mc con camicia di scurezza aperta, per il contenimento della soluzione acidificante (tipicamente HCl al 35% p/p) e del flocculante (cloruro ferrico o solfato di alluminio), dotate di sonda di livello a protezione delle rispettive pompe di dosaggio. Nr. 3 pompe dosatrici (P2, P3 e P6) per il dosaggio della soluzione acida (tipicamente HCl al 35% p/p) e della soluzione di flocculante (cloruro ferrico o solfato di alluminio), aventi le seguenti caratteristiche minime: - pompa a pistone con ritorno a molla; - lunghezza corsa pistone 175 mm; - diametro pistone 30 mm; - portata 72 lt/h a a Hz; - potenza installata 0,37 kw. Pompa centrifuga (P1) per il rilancio della soluzione di lavaggio contenente i fini con rivestimento interno del corpo pompante in gomma antiusura, portata 200 mc/h con prevalenza 10 metri. Figura Schema di installazione pompa centrifuga P1 soil washing Vasca a 2 scomparti (VA2), con volumetria complessiva da circa 5 mc, di dimensioni 1200 x 2400 x 2000 (H) mm. Ogni scomparto è dotato di un elettroagitatore veloce ad accoppiamento diretto adatto alla miscelazione di liquidi poco viscosi ed aventi le seguenti Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 63

74 caratteristiche: motore trifase; velocità di rotazione rpm; potenza installata 0,5 kw. Nel primo scomparto è installato un misuratore di ph per consentirne la regolazione attraverso l aggiunta di latte di calce (il ph-metro controlla l apertura dell elettrovalvola V1), nel secondo viene aggiunta una soluzione acquosa contenente polielettrolita (la pompa di dosaggio, comandata da inverter, viene regolata dal misuratore di portata C1). Tale vasca deve essere installata in quota, in modo da consentire il trasferimento dalla vasca VA2 ai sedimentatori per caduta. Nr. 1 preparatore per polielettrolita (S3) da 2 mc in acciaio inox, dotato di nr. 2 elettroagitatori veloci da 0,37 kw, per la preparazione ed il dosaggio della soluzione acquosa contente il polielettrolita (tipicamente a base anionica, in grado di precipitare anche i cationi organici degli acidi umici, forti coloranti dell acqua). Figura - Preparatore polielettrolita Nr. 1 pompa monovite (P4) per il dosaggio del polielettrolita, portata massima 1300 lt/h a 1 bar. Nr. 1 vasca (VA3) in vetroresina (PRFV) a sezione rettangolare di capacità 5 mc per la preparazione del latte di calce, dotata di elettroagitatore veloce da 0,5 kw ed elettropompa sommersa per la ricircolazione ed il dosaggio della soluzione alcalinizzante. La funzione di dosaggio viene attivata dalle centraline di controllo dei ph-metri 2 e 3 (posizionati rispettivamente nella vasche VA2 e VA4) attraverso l apertura della rispettiva elettrovalvola (V1 e V2). Nr. 1 pompa (P5) sommergibile per acque sporche in tecnopolimero resistente all'abrasione, per ricircolo e dosaggio del latte di calce, potenza installata di 0,4 kw Figura Vista sedimentatore SD1 soil washing Nr. 1 sedimentatore statico (SD1)realizzato in carpenteria metallica imbullonata, con fondo realizzato in c.a. di opportuna portanza. Volume Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 64

75 effettivo: 500 m 3 ; altezza del sedimentatore: 4 metri; diametro: 13 metri; tempo di ritenzione 180 minuti; carico idraulico: 1,2 m/h. Dotato di sgrondo la per la raccolta delle acque di sfioro chiarificate e di lamiera di disoleazione. Al centro del sedimentatore si prevede la posa di una camera di calma, come da fotografia a fianco, su cui verrà posata la ralla del ponte raschiante, che ha la funzione di convogliare il fango sedimentato al centro del cono di raccolta (parte bassa della camera di calma) da cui saranno aspirati i fanghi. Nr. 2 pompe monovite (denominate P7-P8) per l estrazione dei fanghi dal fondo del sedimentatore. Portata massima 1000 litri/minuto a 400 rpm, pressione massima 6 bar. Nr. 2 ispessitori / accumulo per fanghi estratti dal sedimentatore (IS1-IS2). Fondo conico a 60, cielo chiuso con fondello bombato, portata massima di progetto 112 mc/h, tempo di ritenzione 190 minuti, capacità di ogni ispessitore 180 mc, diametro 4000 mm ed aventi le seguenti caratteristiche: Tabella 13 dimensioni ispessitore soil washing Volume A B C H Appoggi m 3 mm mm mm mm N Vasca accumulo e neutralizzazione (VA6) acque chiarificate in uscita dai sedimentatori, dagli ispessitori, e dalle centrifughe, dotata di elettroagitatore (Mix4), di ph-metro (ph4) e di sonda di livello (Sg). Capacità 10 mc. Dimensioni 1700 x 3000 x 2000 (H). Nr. 2 elettropompe autoadescanti monoblocco (P16 e P17), potenza installata 3,0 Kw cadauna, prevalenza 13,4 metri a 60 mc/h, per il rilancio delle acque chiarificate e neutralizzate dalla vasca VA6 al serbatoio di accumulo acque per il lavaggio dei terreni (VA7). Serbatoio (VA7) in PRFV, dotato di sonda di livello (Sg), per l accumulo della soluzione di lavaggio depurata, di capacità 60 mc, ed avente le seguenti caratteristiche: Tabella 14 dimensioni serbatoio VA7 soil washing Diametro Volume A B L H Piedi mm mc mm mm mm mm n Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 65

76 Nr. 2 elettropompe autoadescanti monoblocco (P18 e P19), potenza installata 7,5 kw, prevalenza 20,0 metri (circa 2 bar) a 90 mc/h, per il rilancio della soluzione di lavaggio nella sezioni di lavaggio inerti e recupero sabbie (linee 3 e 4) Linea 6: disidratazione fanghi Per il trattamento dei fanghi ispessiti e provenienti dalla linea 5 di chiariflucolazione reflui è previsto l utilizzo della linea di disidratazione fanghi. Lo scopo principale di tale stadio è quello di effettuare la separazione per centrifugazione della frazione solida contenuta nel fango ispessito e proveniente dalla linea di chiariflucolazione reflui (linea 5), dalla soluzione di lavaggio, che sarà inviata per il condizionamento alla linea 5. L impianto di centrifugazione fanghi per ridurre il tasso di umidità presente nel refluo dopo la fase di chiarifloculazione sarà costituito dai seguenti componenti: Nr. 2 pompe monovite (denominate P10-P11) per l estrazione dei fanghi dal fondo degli ispessitori. Portata massima 1000 litri/minuto a 400 rpm, pressione massima 6 bar. Nr. 2 misuratori di portata (A1 e A2) sulle linee che dalle pompe P10 e P11 portano rispettivamente alle centrifughe CC1 e CC2. 1 preparatore per polielettrolita (S4) da 2 mc in acciaio inox, dotato di nr. 2 elettroagitatori veloci da 0,37 kw, per la preparazione ed il dosaggio della soluzione acquosa contente il polielettrolita (tipicamente a base anionica, in grado di precipitare anche i cationi organici degli acidi umici, forti coloranti dell acqua). Nr. 2 pompa monovite (P12 e P13) per il dosaggio del polielettrolita, con portata massima 1300 lt/h a 1 bar. Comandate da inverter, dotate di servo ventilazione. Il dosaggio è regolato in funzione del flusso misurato dei due misuratori di portata A1 e A2. Nr. 2 centrifughe ad asse orizzontale (CC1 e CC2), con potenza installata 45 kw, rotazione max 3350 giri/min, diametro tamburo 470 mm, portata idraulica l/h. Nr. 1 trasportatore a coclea per l evacuazione dei fanghi disidratati; Vasca VA5 per le acque separate da centrifugazione, dotata di sonda di livello (Sg). Capacità 10 mc. Dimensioni 1700 x 3000 x 2000 (H). Nr. 2 pompe centrifughe (potenza installata 3,0 Kw cadauna, prevalenza 13,4 metri a 60 mc/h) per il rilancio delle acque separate per centrifugazione dalla Vasca VA5 alla vasca VA6. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 66

77 8.2.3 Impianto di desorbimento termico Per il trattamento dei fanghi palabili provenienti dalla fase di centrifugazione del Soil Washing, è previsto l utilizzo di un impianto di desorbimento termico, che verrà utilizzato inoltre per una quota parte del materiale della bonifica (ovvero per la quota parte che le evidenze di concentrazione nei campioni di cumulo in ingresso ai sistemi evidenzino un contenuto di IPA > 5 volte la CSC residenziale). Si prevede che i rifiuti che saranno alimentati all impianto di desorbimento termico saranno i seguenti: Terreno da rimozione hot spot e bonifica (IPA > 5 volte la CSC colonna A): tonnellate; Fanghi prodotti dal soil washing: tonnellate; Sabbie e ghiaie da soil washing, non conformi, da sottoporre a trattamento termico: tonnellate. Il quantitativo che complessivamente si prevede di alimentare all impianto di desorbimento termico è pari a tonnellate di rifiuti. I CER di rifiuti che saranno alimentati, sono i seguenti: * miscele bituminose contenenti catrame di carbone * terra e rocce, contenenti sostanze pericolose; terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce ; * altri rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione (compresi rifiuti misti) contenenti sostanze pericolose; altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce (quali rifiuti non conformi per il riutilizzo dopo un primo trattamento in soil washing) Lo scopo principale di tale impianto è quello di effettuare la decontaminazione dei materiali attraverso i processi di evaporazione dei contaminanti organici presenti nel flusso in alimentazione e successiva distruzione termica dei composti evaporati in fase gassosa in apposita sezione di post-combustione. Il desorbimento termico è un processo di bonifica di suoli e fanghi che sfrutta la capacità da parte del calore di evaporare le sostanze inquinanti. Tale tecnica di trattamento è applicabile a tutte quelle matrici ambientali che siano contaminate da sostanze che vaporizzino alle temperature di esercizio, in modo da trasferire il contaminante dalla fase solida alla fase gassosa. Il calore di vaporizzazione dei contaminanti viene fornito da uno specifico bruciatore alimentato a gas metano (o altro combustibile quale il GPL) con fiamma direttamente a contatto con il materiale da trattare. La vaporizzazione avviene in un reattore cilindrico metallico (tamburo), lievemente inclinato rispetto all orizzontale per favorire l avanzamento del materiale. La configurazione tipica dell impianto prevede che il materiale contaminato attraversi il forno e fuoriesca dalla parte opposta. La temperatura che raggiunge il terreno durante il trattamento può raggiungere anche temperature di 550 C. I gas prodotti dal riscaldamento del materiale vengono prima inviati a un ciclone e ad un filtro a maniche per l abbattimento delle polveri e, successivamente, alla camera di postcombustione per eliminare termicamente i prodotti vaporizzati dal terreno. Il processo di post-combustione viene effettuato a temperature variabili C per consentire la combustione di prodotti non clorurati (come nel caso in esame), con produzione di CO 2 e vapore acqueo. La fase gassosa, che veicola la contaminazione una volta che quest ultima è vaporizzata dalla matrice in ingresso, deve essere successivamente sottoposta a idonei trattamenti di decontaminazione. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 67

78 La potenzialità di trattamento dell impianto dipende da fattori quali: le sostanze da trattare; il grado di contaminazione presente; il contenuto di umidità; l eventuale presenza di additivi flocculanti (per matrici provenienti da processi di disidratazione meccanica); la granulometria ed il contenuto di limi, argille, materiale umido, che tendono a legare i contaminanti organici. L impianto è costituito, in via generale, dalle sezioni impiantistiche esposte qui di seguito. sezione 1: vagliatura, omogeneizzazione e frantumazione; sezione 2: desorbimento termico e condizionamento del suolo post trattamento; sezione 3: post-trattamento delle emissioni gassose dal desorbimento. Figura - Schema di processo del desorbitore termico In dettaglio sarà composto dalle seguenti componenti: tramoggia di carico, per la fornitura materiale al desorbitore; nastro trasportatore di pesatura, per il trasporto del materiale dalla tramoggia di carico al desorbitore e la verifica della quantità alimentata; separatore magnetico a nastro, per l allontanamento dei materiali ferrosi dal materiale sottoposto a desorbimento; tamburo rotante di desorbimento termico; ventilatore di processo, per l immissione aria come fluido vettore; Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 68

79 ciclone primario, per il lavaggio di materiale con alte presenze di argilla e notevoli incrostazioni; coclea tubolare polvere, per l estrazione polvere dal ciclone primario; post combustore ossidativo, per l ossidazione termica dell aria estratta dal desorbitore; ventilatore di processo, per l immissione aria nel post combustore ossidativo; coclea tubolare polvere, per l estrazione polvere dal post combustore ossidativo; scambiatore di calore, per il raffreddamento aria in uscita dall ossidatore termico ; ventilatore di processo, per l immissione di aria refrigerante nello scambiatore di calore; filtro a maniche, per la depurazione aria da post combustore ossidativo; coclea tubolare polvere, per la raccolta ed il convogliamento della polvere separata dal filtro a maniche; condizionamento solidi (mescolatore ad albero singolo), per il reintegro dell umidità persa durante il trattamento; filtro a maniche, per la depurazione dell aria dal condizionamento solidi; ventilatore di processo, per l immissione di aria come fluido vettore; compressore, per la pulizia filtri a maniche; nastro trasportatore, per l evacuazione materiale in uscita. 8 8 Camino emissione Figura 1 Schema dell impianto di desorbimento termico Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 69

80 Per quanto concerne i sistemi di abbattimento previsti, nel seguito si dettaglia che l aria di processo viene estratta forzatamente dall interno del combustore termico, con la finalità di convogliare gli inquinanti desorbiti dalla matrice solida verso il sistema di abbattimento. Il trattamento dell aria di processo estratta viene effettuata come segue: Ciclone depolveratore: il ciclone depoveratore ha la finalità di effettuare un pre-abbattimento della parte predominante di polveri trasferite con l aria. Grazie alla forza centrifuga le particelle di polvere si separano dal flusso gassoso a cui gli è stato imposto il moto rotatorio per via dell ingresso tangenziale sul corpo del ciclone. L accelerazione centrifuga agisce sulle particelle in modo analogo alla forza peso, ma in direzione radiale. L efficienza di abbattimento dipende dalla velocità periferica del flusso e dall inverso del raggio di curvatura. Per tale ragione si cerca di aumentare la velocità del flusso e di creare dei moti rotatori con curvatura piccola. A parità di velocità periferica l aumento del diametro del ciclone diminuisce l effetto centrifugo e quindi l efficienza, tuttavia una velocità troppo elevata aumenta le perdite di carico. Il ciclone viene utilizzato per polveri con peso specifico oltre i 300 kg/m 3 e con particelle abbastanza grossolane (oltre i 10 micron per polveri con peso specifico oltre i kg/m 3 e oltre i 50 micron per polveri con peso specifico oltre i 500 kg/m 3 ), presenti nell aria in concentrazioni abbastanza elevate (qualche grammo per m 3.). Può avere efficienze di abbattimento comprese fra l 85% e il 95% e comunque nel caso occorrano gradi di filtrazione molto elevati servono solo come pre-filtri a filtri finali più efficienti. Il ciclone serve come sistema per evitare l intasamento del sistema di post-combustione. Post combustore: il post combustore opera a fiamma diretta sul flusso di aria proveniente dal desorbimento termico, previa depolverazione con apposito ciclone. Esso opera ad una temperatura compresa fra 850 C e 900 C. Le dimensioni della camera di post combustione sono tali da garantire un tempo di residenza di almeno 3 secondi alla massima temperatura, in modo Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 70

81 da assicurare la combustione completa degli inquinanti organici presenti nel flusso di aria. Per ottenere un risparmio energetico, il flusso di aria in ingresso al post combustore scambia termicamente con il flusso in uscita. Filtro a maniche: dopo la combustione degli inquinanti organici, il flusso di aria viene raffreddato fino a circa C e quindi inviata ad un filtro a maniche, per la depolverazione finale, prima dell emissione in atmosfera. Le maniche sono costruite da un feltro in poliammide aromatica (NOMEX) realizzato mediante procedimento di agugliatura con armatura poliammide aromatica. Questo metodo di fabbricazione consente una costante ed uniforme permeabilità dell aria, garantendo una buona efficienza di filtrazione ed una elevata stabilità. La temperatura di utilizzo in funzionamento continuo è di 220 C, con punte massime a 260 C. I filtri a maniche hanno rese generali di abbattimento superiori al 98%, raggiungendo efficienze di abbattimento anche del 99,9% (l efficienza dipende dalla velocità del flusso e dalle dimensioni delle particelle da sottoporre a filtrazione). Le acque residue del trattamento di desorbimento termico, prodotte specialmente nelle fasi di avviamento e spegnimento, saranno convogliate per un ulteriore finissaggio all impianto di trattamento acque, asservito alla piattaforma. Come specificato in precedenza, complessivamente l impianto dovrà essere in grado di trattare t di terreni e fanghi; considerando di installare un impianto con capacità di trattamento di 15 t/h, prevedendo una operatività di 16 ore/giorno, sarà possibile trattare con il desorbitore l intero ammontare di materiale contaminato in circa 684 giorni lavorativi, contro i 900 previsti da cronoprogramma. Si prevede pertanto che il desorbitore termico sia utilizzato per circa il 75% della sua effettiva potenzialità. Eventuali eccedenze di quantitativi da trattare col desorbitore termico, al momento non prevedibili, potranno essere gestiti mantenendo l assetto previsto, fino ad un quantitativo massimo di tonnellate, prevedendo comunque almeno 6 fermi da 15 giorni per le manutenzioni straordinarie, nei 41 mesi di attività. Il materiale trattato sarà depositato in due cumuli adiacenti, i cui muri perimetrali e divisori saranno costituiti da elementi prefabbricati in c.a.v. o gettati in opera alti 3 m Impianto di trattamento chimico-fisico acque Nell ambito delle attività di decommissioning, bonifica ambientale e messa in sicurezza permanente del sito della ex SGL Carbon di Ascoli Piceno, si prevede la produzione di diverse tipologie di rifiuti liquidi. Tali rifiuti sono accumunati dalla tipologia di contaminazione potenzialmente presente, costituita dai residui di lavorazione dell azienda. Gli inquinanti potenzialmente presente nei rifiuti liquidi da sottoporre a trattamento sono i seguenti: solidi sospesi nelle acque di aggottamento degli scavi, eventualmente contenti anche polveri di carbone; solidi sospesi e polvere di carbone nelle acque dal lavaggio delle superfici degli edifici preliminarmente alla demolizioni; idrocarburi ed IPA da residui delle materie prime utilizzate (peci di catrame di carbon fossile, dagli oli di antracene e dagli oli fluidificanti); sali dal lavaggio dei terreni, nelle acque di spurgo del soil washing. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 71

82 I rifiuti liquidi che si prevede di gestire presso la piattaforma polifunzionale provengono dalle seguenti attività: 1. Acque dal lavaggio delle superfici preliminarmente alle demolizioni degli edifici fuori terra; 2. Aggottamento acque dagli scavi; 3. Acque di percolazione dai rifiuti depositati in cumuli (prodotti presso la piattaforma polifunzionale); 4. Spurgo della soluzione di lavaggio del soil washing; 5. Condense derivanti dal desorbitore termico; 6. Acque di spurgo dal lavaruote, per i mezzi immessi sulla viabilità esterna ordinaria. I quantitativi stimati per le 6 tipologie di cui sopra sono i seguenti: 1. in riferimento a quanto definito nel progetto di decommissioning (Appendice A), il quantitativo di rifiuti liquidi derivante dal lavaggio delle superfici preliminarmente alle demolizioni degli edifici fuori terra ammonta complessivamente a 500 m 3. Essi saranno prodotti solo nella fase preliminare alla demolizione, si ipotizza che siano prodotti nel 5% del tempo totale stimato, quindi in 25 giorni lavorativi non continuativi. La massima quantità di rifiuto conferito nei periodi di produzione sarà pertanto di 40 m 3 /giorno. In tale periodo all impianto non saranno conferite altre tipologie (non essendo ancora in essere le attività di rimozione hot spot e di bonifica e non essendo attivi gli impianti di soil washing e di desorbimento termico), ad eccezione delle acque di spurgo dal sistema lavaruote. A servizio dell impianto di trattamento chimico-fisico si prevede di installare un sistema di omogeneizzazione ed equalizzazione con cubatura di 40 m 3, in modo che funga anche da sistema polmone per i conferimenti spot effettuati in questa fase. 2. come meglio dettagliato nel seguito, il quantitativo di rifiuti liquidi provenienti dagli aggottamenti degli scavi di rimozione hot spot e bonifica del suolo, considerando sia l apporto degli eventi meteorici, che dell infiltrazione di acque durante gli scavi in prossimità dell alveo del fiume Tronto, ammontano a valori di picco di circa 400 m 3 /mese, equivalente ad una portata media di 1,8 m 3 /h; Per la stima delle acque dagli aggottamenti si sono effettuate le seguenti valutazioni: Apporto per eventi meteorici: dalla consultazione della tavola 2-A.1.4. allegata al Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche, l area di interesse risulta essere caratterizzata da una piovosità media di 800 mm di acqua all anno. Il profilo pluviometrico è il seguente: Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 72

83 Figura Profilo pluviometrico Ascoli Piceno (fonte ENEA) Il valore medio di pioggia è di 86 mm/mese, il valore massimo di 146 mm in ottobre e il valore minimo 48 mm in agosto. Le aree oggetto di scavo per la bonifica e la rimozione degli hot spot saranno al massimo pari a circa m 2. Si considera che nel tempo si potranno avere al massimo scavi aperti per una superficie di circa m 2 (cautelativamente si sovrastima tale superficie, ai fini del dimensionamento dell impianto di trattamento delle acque reflue e rifiuti liquidi). Si stima quindi una produzione media di 86 m 3 /mese, con picchi di 146 m 3 /mese. Considerando che l impianto di trattamento dei rifiuti liquidi avrà una capacità di trattamento di 4 m 3 /h e che opererà, normalmente, 8-10 ore al giorno, la capacità di trattamento sarà di circa m 3 /mese, circa 10 volte rispetto al valore medio e 5 volte rispetto al valore di picco mensile. Inoltre l impianto di trattamento sarà dotato di nr. 2 serbatoi di equalizzazione ed omogeneizzazione delle acque in alimentazione da 20 m 3 ciascuno, con capacità polmone complessiva di 40 m 3. Apporto acque di infiltrazione: tale apporto sarà presente in particolar modo durante le attività di scavo in sponda fiume. Tuttavia si prevede che le operazioni di scavo saranno eseguite nella porzione insatura del terreno. Per limitare il quantitativo di acque di infiltrazione negli scavi, questi saranno eseguiti in periodi di magra del fiume. Inoltre lo scavo procederà per lotti, minimizzando il tempo di permanenza degli scavi aperti e il loro successivo ripristino. La superficie in sponda fiume interessata da operazioni di scavo sarà, al massimo, pari a circa m 2. In funzione delle precauzioni che saranno adottate in fase di esecuzione, si stima che saranno emunte circa m 3 di acque di infiltrazione, concentrate nei mesi meno piovosi (estivi ed invernali). Da cronoprogramma delle attività, la bonifica dei lotti 5A e 5B (in sponda fiume), con relativa realizzazione delle opere di arginatura, si svilupperanno complessivamente in 23 mesi (circa 2 anni). Si stima di dover gestire il quantitativo di acque di infiltrazioni in circa 12 mesi di cantiere (mesi estivi ed invernali), per un apporto medio mensile pari a circa 333 m 3. Considerando che l apporto delle acque di infiltrazione ci sarà nei periodi di minima pioggia, per scelta operativa, si procede con la stima dei quantitativi di acque provenienti dagli aggottamenti degli scavi: Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 73

84 Tabella 15 stima delle acque da aggottamento scavi MESE METEORICA INFILTRAZIONE TOTALE (MC) (MC) (MC) Anno Si stima di dover gestire mediamente circa 250 m 3 /mese con picchi di circa 400 m 3 /mese nei periodi meno piovosi in cui verranno realizzati gli scavi in alveo, contro una capacità media di trattamento dell impianto chimico-fisico di depurazione di circa m 3 /mese (considerando 8-10 ore/giorno di attività). L impianto di depurazione può raggiungere la capacità di trattamento di m 3 /mese, azionando il secondo turno di lavoro (16 ore/giorno di attività). Considerando che il cantiere avrà uno sviluppo temporale di 900 giorni lavorativi (41 mesi), il quantitativo complessivo di acque di aggottamento dagli scavi è stimabile in circa m 3. Essendo un rifiuto che viene generato durante le fasi di escavazione, per la suddivisione di tale quantitativo fra l attività di rimozione hot spot e di bonifica, si è considerata una proporzionalità diretta fra il quantitativo di terreno estratto ed il quantitativo di acque di aggottamento dagli scavi. Il quantitativo totale di terreno che sarà estratto durante le fasi di rimozione hot spot e di bonifica sarà di m 3, quindi il loro rapporto è / = 0,0577. I quantitativi delle acque di aggottamento sono pertanto suddivise come segue: Da rimozione hot spot: x 0,0577 = m 3 ; Da bonifica terreni: x 0,0577 = m le acque di percolazione dai rifiuti sfusi depositati in cumuli su platea impermeabilizzata e coperti con teli saranno generalmente dovute ad eventuale presenza di terreni saturi, estratti durante gli scavi di rimozione hot spot e di bonifica del suolo. Tali percolati saranno raccolti mediante griglie a terra e pozzetti ciechi di accumulo. Gli scavi saranno generalmente realizzati su terreno insaturo. Si potrà eventualmente estrarre terreno saturo in caso di eventi meteorici eccezionali o di scavi in sponda fiume. Si stima che solamente il 10% del terreni escavati in sponda fiume possano essere saturi, per un quantitativo massimo stimato di circa m 3. Ipotizzando che un terreno saturo possa cedere il 20% in volume di acque di saturazione, si stima una produzione di circa m 3. Da cronoprogramma delle attività, la bonifica dei lotti in sponda fiume, con relativa realizzazione delle opere di arginatura ove prevista, si svilupperanno complessivamente in 23 mesi (circa 2 anni). Si stima di eseguire gli scavi in prossimità dell alveo in circa 12 mesi di cantiere (mesi estivi ed invernali), per limitare la presenza di acqua negli scavi. L apporto di tale tipologia di rifiuto sarà pertanto di circa 92 m 3 /mese, per una portata media oraria di circa 0,4 m 3 /h. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 74

85 4. dall esperienza acquisita nella conduzione di un impianto di soil washing esistente, si stima che sia necessario effettuare spurghi giornalieri di circa 10 m 3 di soluzione di lavaggio, per tenere sotto controllo la salinità ceduta dai terreni, equivalente ad una portata media di circa 1 m 3 /h; 5. Il terreno alimentato al desorbitore termico contiene l umidità naturalmente presente in esso, stimabile in circa il 18% in peso. Inoltre i fanghi da soil washing contengono indicativamente il 35% in peso di umidità. Durante il processo di desorbimento termico l umidità viene completamente vaporizzata e trasportata nella sezione di trattamento dell aria mediante filtrazione e post combustione a C. Dopo la post combustione il flusso d aria va ad uno scambiatore di calore che effettua lo scambio termico fra la corrente in ingresso e quella in uscita al post combustore. Successivamente il flusso d aria viene ulteriormente raffreddato fino a circa 150 C, prima dell emissione in atmosfera. Durante le fasi di scambio termico è possibile che si formino delle condense, anche se, lavorando sempre a temperature superiori a 100 C, saranno sempre in quantità residuali. Quindi durante la marcia a regime del desorbitore termico non si prevede la produzione di condense. Tuttavia se ne prevedono nei periodi di avviamento e di arresto (durante le rampe di riscaldamento e raffreddamento dell impianto). Si stima una produzione di circa 1 m 3 per ogni ciclo di avviamento e spegnimento, quindi una produzione giornaliera di circa litri, equivalente ad una portata media di circa 0,1 m 3 /h. 6. Tutti i camion immessi sulla viabilità ordinaria esterna al sito, saranno sottoposti al lavaggio delle ruote. Il sistema di lavaggio ruote sarà del tipo automatico; il getto dell acqua di lavaggio viene attivato mediante fotocellule nel momento in cui il mezzo entra nella vasca di lavaggio e viene disattivato alla sua uscita. In questo modo viene ridotto il consumo idrico. Figura Schema impianto lavaruote L acqua di lavaggio delle ruote viene convogliata dapprima nella sottostante vasca di raccolta, quindi trasferita al sistema di sedimentazione e separazione della fase liquida. In questa maniera si riesce a recuperare oltre il 90% dell acqua di lavaggio. L impianto è dotato di un raschiatore di fondo per la rimozione automatica del fango. Il reintegro dell acqua di lavaggio è effettuato attraverso l apertura di una valvola di alimentazione, azionata da specifico galleggiante. La pompa Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 75

86 di lavaggio delle ruote dei camion ha una portata di circa litri/minuto. Considerando un tempo di permanenza di un mezzo di trasporto di 30 secondi, il consumo idrico per ogni camion è stimabile in circa 750 litri. Il sistema è in grado di recuperare il 90% delle acque di lavaggio; sarà quindi necessario reintegrare 75 litri di acqua per ogni camion sottoposto a lavaggio. Inoltre, pur non prevedendo il sistema lavaruote la produzione di acque di scarico, si prevede cautelativamente di produrre circa 5 litri di acqua di scarto per ogni camion in transito attraverso il sistema. Infine, per ogni camion in transito, si prevede di produrre, mediamente, 2,5 kg di fango. Si procede quindi con il calcolo dei consumi idrici complessivi e delle produzioni di rifiuti: Tabella 16 stima produzione fanghi dal lavaruote Nr. autocarri Produzione rifiuti Produzione in transito liquidi (mc) fanghi (tonn.) ,25 9,13 Per il calcolo degli autocarri in transito dall autolavaggio, si sono considerati tutti i mezzi utilizzati per l asportazione di rifiuti derivanti da tutte le FASI del progetto. L apporto di acque reflue dal lavaggio ruote è complessivamente trascurabile, ai fini del calcolo del dimensionamento dell impianto di trattamento chimico-fisico per i rifiuti liquidi, in quanto, nel 41 mesi di cantiere, avrebbe un incidenza media di 445 litri/mese, circa 20,2 litri/giorno. L impianto chimico fisico sarà pertanto dotato di una sezione di equalizzazione ed omogenizzazione, che fungerà anche da polmone durante lo scarico delle autobotti conferenti il rifiuto liquido, da 40 m 3, ed avrà una portata di trattamento di 4 m 3 /h ed opererà, mediamente, 8-10 ore al giorno (su un unico turno lavorativo). Qualora necessario, potrà operare anche su due turni lavorativi (16h), vista la presenza di personale operativo in piattaforma per la conduzione del desorbitore termico e visto che l impianto opererà in maniera automatizzata. In generale la presenza di un sistema di equalizzazione ed omogenizzazione consente di aumentare l affidabilità della gestione d impianto, con miglioramento dell efficacia del trattamento ed una riduzione dei costi di esercizio. Si prevede che l impianto di trattamento chimico-fisico rifiuti liquidi sia articolato nelle seguenti sezioni impiantistiche: scarico e vagliatura dei rifiuti liquidi, conferiti in impianto con autobotte; equalizzazione ed omogenizzazione nei serbatoi Sb1 ed Sb2; acidificazione del fluido da processare (tipicamente con acido cloridrico); additivazione con flocculante del refluo (tipicamente solfato di alluminio o cloruro ferrico); alcalinizzazione del fluido (tipicamente con latte di calce), con formazione di idrossido di ferro o di alluminio; additivazione con polielettroliti per aumentare le dimensioni dei fiocchi del flocculante e permettere la co-precipitazione degli inquinanti sospesi; sedimentazione statica in serbatoio a fondo conico; ispessimento fanghi estratti dal sedimentatore statico; filtropressatura fanghi ispessiti; Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 76

87 filtrazione su letto a sabbia quarzifera del refluo, per la rimozione di eventuali solidi rimasti in sospensione; filtrazione su letto a carboni attivi per l adsorbimento di eventuali sostanze organiche presenti nel refluo. Obiettivo dell impianto di trattamento chimico fisco dei rifiuti liquidi è renderli idonei per il loro successivo scarico nel corpo idrico recettore (acque superficiali del fiume Tronto). In base all analisi degli inquinanti potenzialmente presenti nei rifiuti liquidi ammessi a trattamento, non si sono rilevate condizioni che possano indurre a pensare che possano essere presente metalli pesanti in tali rifiuti. Per confermare tale possibilità, si è previsto che vengano monitorati i rifiuti liquidi in ingresso, mediante la ricerca dei seguenti parametri analitici: As, Cd, Hg, Pb, Cu, Se, Zn, COD ed Idrocarburi Totali. L impianto mobile chimico-fisico di trattamento rifiuti liquidi che si prevede di installare presso la piattaforma di progetto, è dotato di sezione impiantistica di chiariflocculazione mediante aggiunta di flocculanti (quali solfato di alluminio o cloruro ferrico) e polielettroliti e mediante il cambio di ph da acido ad alcalino, in modo da favorire i processi di precipitazione degli idrossidi metallici insolubili e coprecipitazione degli altri sali metallici parzialmente solubili. L allontanamento dei fanghi sedimentati, mediante sedimentazione e filtrazione, consente l eliminazione di eventuali metalli pesanti presenti nel rifiuto liquido in alimentazione. Inoltre è previsto che l impianto sia dotato di una sezione di filtrazione su letto a carboni attivi, per l adsorbimento della contaminazione da composti organici. Per come progettato l impianto di trattamento rifiuti liquidi è in grado di abbattere sia la contaminazione da parte di eventuali metalli tossici per l ambiente acquatico, che da sostanze organiche. L impianto di trattamento chimico-fisico di rifiuti liquidi sarà composto dalle seguenti componenti (si faccia riferimento al Layout 02 riportato in allegato): Sgrigliatore fine a tamburo rotante, per la grigliatura dei rifiuti in ingresso al trattamento, con allontanamento dei corpi grossolani eventualmente presenti al momento de carico. Esso è costituito da un corpo in acciaio inox, all interno del quale ruota un filtro realizzato in acciaio inox con una superficie costituita da uno speciale profilo a V tipo wedge wire in acciaio inox avvolto a spirale con una distanza fra le spire equivalente alla luce di filtrazione desiderata. I liquidi da filtrare affluiscono attraverso un bocchello flangiato alla vasca di alimentazione e vengono convogliati, attraverso un apposito distributore dotato di elementi di tenuta del liquido, sulla superficie del filtro, dove avviene la separazione dei solidi, che vengono trattenuti e posti in rotazione dalla superficie esterna del filtro rotante ed evacuati da una apposita lama di pulizia in ottone. Il liquido filtrato attraversa l interno del tamburo filtrante e viene convogliato nel fondo della vasca dove confluisce al bocchello di scarico. La rotazione del filtro è realizzata da un motoriduttore direttamente connesso allo stesso. La luce passante del filtro rotante è di 0,5 mm. Potenza elettrica installata 0,37 kw. Cassonetto metallico per la raccolta del sopravaglio della grigliatura rifiuti liquidi, da 1 m 3. Vasca interrata (VA101) per lo scarico dei rifiuti dallo sgrigliatore a tamburo rotante ed il successivo rilancio nei serbatoi di equalizzazione ed omogenizzazione Sb1 es Sb2. La vasca è realizzata in cemento armato vibrato e trattata, sulla superficie interna, con vernice epossidica. Essa sviluppa una cubatura di 3 m 3 ed ha le seguenti dimensioni interne: 1750 x 1800 x 1500 (H) mm. Essa è dotata di coperchio in c.a. dotato di nr. 3 aperture: una per lo scarico dello sgrigliatore rotante, una per il passaggio della tubazione di mandata della pompa sommersa e per Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 77

88 l ingresso/uscita delle medesima pompa sommersa durante le manutenzione ed uno per le ispezioni e le manutenzione (svuotamento da fanghi depositati sul fondo). Pompa sommergibile (P101) per il sollevamento dei rifiuti liquidi da VA101 a Sb1 ed Sb2, comandata da sonda di livello, con corpo in ghisa e girante arretrata per acque luride idonea in impianti di sollevamento o travaso e per il sollevamento di acque luride, contenenti corpi solidi di dimensioni fino a 80 mm. Portata 30 m 3 /h (500 litri/minuto) con un prevalenza di 10 metri. Potenza elettrica installata 3,6 kw. Nr. 2 serbatoi verticali con piedi, realizzati in vetroresina di capacità utile 20 m 3 e capacità geometrica di 22 m 3, aventi le seguenti caratteristiche: - Diametro 2500 mm; - Altezza totale 5360 mm; - Altezza da terra del fondo del serbatoio 350 mm; - Altezza totale serbatoio 5010 mm; - Doppio fondo bombato. Elettropompa autoadescante P102 a girante arretrata con corpo in acciaio inox per lo scarico dei serbatoi Sb1 e Sb2 e l alimentazione della vasca VA102. Potenza elettrica installata 0,45 kw. Vasca VA102 a 4 scomparti per l acidificazione (fino a ph 3,5-4 circa), l aggiunta di flocculante (solfato di alluminio o cloruro ferrico), l alcalinizzazione mediante aggiunta di latte di calce e l aggiunta di soluzione acquosa di polielettrolita. Ogni scomparto della vasca avrà una cubatura di circa 250 litri e sarà dotato di agitatore elettromeccanico a basso numero di giri. Gli scomparti sono fra loro comunicanti dal basso, attraverso una finestra intagliata nella paratia di separazione. I dosaggi, dell acido nella vasca di acidificazione e del latte di calce nella vasca di alcalinizzazione, sono regolati da apposite sonde di ph, che azionano le rispettive pompe di dosaggio dei reagenti. I dosaggi del flocculante e del polielettrolita sono determinati in base alla portata del liquido a trattamento, agendo su apposito regolatore a manopola del motoriduttore. L ingresso dal refluo nella pima vasca avviene dall alto. L uscita dall ultima vasca avviene per vasi comunicanti con l ingresso al decantatore. La vasca VA102 dovrà essere posizionata in quota, per mantenere lo stesso livello di battente di liquido del sedimentatore. Potenza elettrica installata 2 kw. Nr. 3 pompe dosatrici per il dosaggio dell acido (2 pompe, una per VA102 ed una per VA103) e del flocculante, del tipo a pistone con ritorno a molla. Potenza installata 3 x 0,37 kw. Nr. 1 preparatore per polielettrolita da 2 mc in acciaio inox, dotato di nr. 2 elettroagitatori veloci da 0,37 kw, per la preparazione ed il dosaggio della soluzione acquosa contente il polielettrolita (tipicamente a base anionica, in grado di precipitare anche i cationi organici degli acidi umici, forti coloranti dell acqua). Pompa per il travaso fra la vasca di preparazione maturazione quella di dosaggio. Pompa di dosaggio. Potenza elettrica installata 5,24 kw. Pompa sommergibile per la ricorcolazione ed il dosaggio del latte di calce. Potenza installata 2,2 kw. Stazione per la preparazione del polielettrolita. Sedimentatore statico con fondo conico a 60, camera di calma centrale e sgrondo perimetrale regolabile in altezza. Volume del sedimentatore 15,82 m 3, diametro 2500 mm, altezza totale mm, altezza della flangia di scarico dal fondo del cono da terra 500 mm, diametro della condotta in ingresso 80 mm, diametro delle flange di scarico dal fondo conico e dallo sgrondo 100 mm. Vasca VA103 a 2 scomparti per la neutralizzazione del refluo trattato, in uscita dallo sgrondo del Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 78

89 sedimentatore. I due scomparti sono comunicanti dall alto, per sfioro del livello della prima vasca. Nel primo scomparto viene aggiunto l acido per la neutralizzazione del refluo. Il dosaggio è regolato da sonda di ph che aziona la pompa dosatrice dell acido. Il refluo è miscelato da agitatore meccanico a bassi giri. Il secondo scomparto funge da vasca polmone per la pompa di rilancio P103 ed è munito di sonde di livello per il regolare funzionamento di P103. Potenza elettrica installata 0,5 kw. Pompa di rilancio P103 per l invio della soluzione alla filtrazione su letto a sabbia e a carboni attivi. Pompa a girante arretrata con corpo in acciaio inox, portata 4 m 3 /h (67 litri/minuto) con una prevalenza di 4 bar (40 metri di colonna d acqua). Potenza elettrica installata 2,2 kw. Filtro a quarzite per la rimozione di eventuali solidi sospesi non separati per sedimentazione statica. Considerando un tempo di residenza di circa 15 minuti, il filtro dovrà avere una capacità di 1000 litri. Altezza del letto filtrante 1500 mm, diametro del filtro 1000 mm, altezza totale del filtro 2250 mm. Filtro a carbone attivo per acqua per la rimozione di composti organici non separati per coprecipitazione mediante sedimentazione statica. Considerando un tempo di residenza di circa 15 minuti, il filtro dovrà avere una capacità di 1000 litri. Altezza del letto filtrante 1500 mm, diametro del filtro 1000 mm, altezza totale del filtro 2250 mm. Il volume di carbone attivo presente sarà di circa 1,2 m 3, per un peso complessivo di 600 kg. Ispessitore per il fango estratto dal fondo del sedimentatore e recapitato all ispessitore tramite la pompa di rilancio P104. L ispessitore ha la funzione di aumentare i tempi di sedimentazione statica per la soluzione concentrata. Esso sarà del tutto analogo al sedimentatore, con fondo conico a 60, camera di calma centrale e sgrondo perimetrale regolabile in altezza per la raccolta delle acque chiarificate. Il volume dell ispessitore sarà di 10 m 3, diametro 2200 mm, altezza totale 4430 mm, altezza della flangia di scarico dal fondo del cono da terra 500 mm, diametro della condotta in ingresso 80 mm, diametro delle flange di scarico dal fondo conico e dallo sgrondo 80 mm. L ispessitore servirà anche come serbatoio di accumulo dei fanghi da inviare a filtropressatura. Pompa P105 di alimentazione filtropressa. Di tipo monovite a doppio effetto (pressione massima di esercizio 12 bar), portata a 2 bar 3 m 3 /h. Potenza installata 3 kw. Filtropressa per la disidratazione fanghi da chimico-fisico. Si considera un tenore medio di solidi sospesi del 2% peso/volume nei rifiuti liquidi in ingresso all impianto. Per aggiunta dei reagenti si stima una presenza complessiva del 3% peso/volume. Alimentando 4 m 3 /h all impianto di trattamento, si stima una produzione di circa 120 kg di sostanza secca. Considerando che il fango prodotto avrà un residuo a 105 C del 70%, la quantità di fango prodotto sarà di 185 kg/h. La densità del fango prodotto sarà di circa 1,3 kg/l quindi la produzione in volume è di 142 litri/ora. Il volume di un pannello ottenuto con una filtropressa 800 x 800 mm con camera 25 mm è di 11,9 litri. Ogni ora si stima una produzione di 12 pannelli di fango. Si prevede di effettuare nr. 2 operazioni di pressatura dei fanghi nelle 10 ore di lavoro, per una produzione di circa 60 pannelli ogni 8 ore. Per consentire la separazione e la pressatura dei fanghi del chimico-fisico rifiuti liquidi serve una filtropressa con 62 piastre filtranti, di dimensioni 800 x 800 mm e camera da 25 mm. Potenza elettrica installata 5,5 kw. Nastro trasportatore a collo di cigno per la raccolta ed il sollevamento del fango in uscita dalla filtropressa. Potenza installata 1,5 kw Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 79

90 9 INTERVENTI DI BONIFICA DEL SOTTOSUOLO 9.1 INTERVENTI DI BONIFICA DEL TERRENO (HOT SPOT E AREE DA BONIFICARE) Come premesso nel Capitolo 4, gli interventi di bonifica del sottosuolo e della contestuale Messa in Sicurezza Permanente dell area Vasca di prima pioggia (Capitolo 10) avranno inizio successivamente alla demolizione degli edifici fuori terra (FASE 01 decommissioning) e contemporaneamente alla demolizione degli ultimi elementi di separazione tra cielo e terra (FASE 02 decommissioning). Pertanto gli interventi di bonifica del sottosuolo (e quelli di messa in sicurezza permanente) costituiscono l ultima delle macrofasi operative dell intero progetto e vengono pertanto individuate nel seguito come FASE 03 degli interventi. Sulla base di quanto esposto nei precedenti Capitoli inerenti la progettazione di bonifica del Sito in oggetto, si prevede generalmente di operare tramite interventi di rimozione del terreno contaminato, successivo trattamento presso gli impianti on site della piattaforma polifunzionale precedentemente descritta ed il ripristino finale degli scavi dopo l ottenimento del collaudo degli stessi rispetto agli obiettivi di bonifica prefissati. Come riportato nel Paragrafo 6.3.1, in considerazione dell estensione areale del Sito e della logistica del cantiere di bonifica, si prevede di operare una bonifica per Lotti. Pertanto sono stati individuati un totale di n. 6 Lotti presso i quali intervenire sui volumi di terreno riepilogati nella Tabella 17 riportata nelle pagine seguenti. Il dettaglio, la rappresentazione e l identificazione delle aree di intervento previste per ciascun Lotto sarà descritto nei successivi sotto-paragrafi da a Nella Tavola 12 è rappresentata la suddivisione dei Lotti di intervento previsti, illustrata anche nella seguente Immagine. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 80

91 Immagine 12 - Suddivisione dei Lotti di intervento previsti Rispetto a quanto descritto in Tabella 17, come precedentemente riportato, in corrispondenza del Lotto n. 4, coincidente con le particelle catastali 1124, 1041, 1043, 1046 e 1048 del Foglio 57, gli esiti delle attività di caratterizzazione eseguite in Sito presso il sondaggio denominato S5, rappresentativo del Lotto in questione, hanno evidenziato la conformità alle CSC di cui alla Tabella 1, Colonna A, Allegato 5 alla parte IV D.Lgs. 152/06. Pertanto, in corrispondenza di tale area (Lotto n. 4) non sono previsti interventi e sarà esclusa dalla presente progettazione; in considerazione di tali verifiche se ne richiede lo svincolo dal procedimento di bonifica e la conseguente restituzione agli usi legittimi. In corrispondenza dei Lotti da bonificare ubicati nell area stabilimento (Lotti 1, 2, 3 e 6), si specifica che la fase di bonifica del sottosuolo (identificata come FASE 03 dei lavori descritti nel presente progetto complessivo), avverrà contestualmente alla FASE 02 di decommissioning, durante la quale è prevista la rimozione delle strutture di separazione tra cielo e terra (es. ultimo solaio di separazione con il terreno in posto, pavimentazione in asfalto, etc.) e delle strutture interrate ritrovabili al di sotto di questa fascia (es. fondazioni, cavidotti, pozzetti, tubazioni fognarie, etc.). Questa modalità di procedere risulta cautelativa dal punto di vista dei potenziali impatti ambientali che potrebbero derivare dalle operazioni di decommissioning e/o bonifica; infatti la permanenza in sito delle aree pavimentate (solai, asfalto, cls) fino al momento degli scavi per la bonifica, evita l infiltrazione delle acque meteoriche nel sottosuolo e Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 81

92 permette il transito dei mezzi d opera su aree impermeabili. Inoltre, durante la rimozione delle strutture interrate (es. plinti di fondazione, aste fognarie), verranno eseguite alcune (seppur molto ridotte in termini di volumi) movimentazioni di terreno nell intorno dei manufatti da asportare; in alcuni casi il terreno risulterà coincidente con quello da rimuovere per la bonifica, mentre in altri casi, intervenendo su aree da non bonificare risulterebbe potenzialmente non contaminato. Operando contestualmente alla FASE 03 di bonifica, tutto il terreno movimentato anche durante la FASE 02 di decommissioning verrà comunque inviato alla piattaforma polifunzionale, dove verrà caratterizzato e gestito a seconda delle risultanze. Per quanto concerne il Lotto n. 5, esso identificherebbe tutta l area denominata Sponda fiume, che per la sua dislocazione logistica e conformazione morfologica risulta separata dall Area Stabilimento. Le aree oggetto degli interventi di bonifica lungo la Sponda fiume sono ubicate nelle porzioni nord e ovest del sito, in corrispondenza della riva destra del fiume Tronto, e si trovano alle seguenti quote topografiche: una quota media di circa 109 m s.l.m. per la porzione Nord; una quota media di circa 115 m s.l.m. per la porzione Ovest. Pertanto, in considerazione della logistica, del fatto che gli interventi non sono ubicati in aree contigue e che le due aree (Nord ed Ovest) presentano differenti obiettivi di bonifica derivanti dall AdR approvata (Tabella 5), il Lotto n. 5 sarà suddiviso in n. 2 sub-lotti in cui si andrà ad operare singolarmente e con metodiche differenti: sub-lotto n. 5a: rappresentato dalla porzione Nord dell Area Sponda fiume; sub-lotto n. 5b: rappresentato dalla porzione Ovest dell Area Sponda fiume. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 82

93 Tabella 17 Suddivisione interventi in Lotti: riepilogo dei volumi di terreno da bonificare Lotto Area 1 Stabilimento 2 Stabilimento Poligoni di Thiessen di riferimento* SP15, SP21, SP32, SP41, SP42, S9, S10, S16, S22, E3, E4, E6 SP20, SP40, S2, S3, S7, S8, S14, E1 Volume TOTALE Lotto di cui CLS di cui Asfalto Terreno da bonificare di cui Hot Spot m 3 m 3 m 3 m 3 m Stabilimento S Lotto già conforme alle CSC di cui alla Tabella 1, Colonna A, Allegato 5 alla parte IV D.Lgs. 152/06 - escluso da bonifica Sub 5a Sponda fiume Nord S24, S28, S29, E Sub 5b Sponda fiume Ovest S11, S Stabilimento S20, S25, E TOTALI NOTA: * in grassetto si riportano i sondaggi/poligoni classificati anche come hot spot. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 83 Oggetto: PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA DEL SITO E DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA INTERNA AL SITO DENOMINATA VASCA DI PRIMA PIOGGIA

94 Nei seguenti paragrafi si andrà a dettagliare per ogni Lotto di intervento, la successione delle operazioni previste per pervenire alla bonifica, affrontando i seguenti argomenti: fasi lavoro e modalità di avanzamento degli scavi (raggiungimento profondità di progetto, stabilità dei fronti di scavo, etc.); gestione delle eventuali acque di aggottamento (descrizione delle modalità di captazione e destinazione delle acque di infiltrazione/aggottamento); gestione dei flussi di materiale derivante dagli scavi e dalle operazioni preliminari; definizione delle modalità di prelievo e del protocollo analitico di verifica per il riutilizzo del terreno bonificato. Sulla base dell estensione e della logistica del Sito, si prevede di seguire lo sviluppo temporale riportato nel successivo Capitolo 15; in particolare, per quanto riguarda la bonifica del sottosuolo, si prevede di intervenire sui Lotti individuati, secondo la sequenza di seguito riportata: 1. Lotto n. 3 (bonifica del poligono identificato dal sondaggio S12, propedeutica all installazione della piattaforma polifunzionale nella sua configurazione definitiva); 2. Lotto n. 1 (stabilimento) e sub-lotto n. 5a (sponda fiume nord, operando per settori consecutivi); 3. Lotto n. 2; 4. Sub-Lotto n. 5b; 5. Lotto n Interventi di bonifica su Lotto n.1 Area Stabilimento Il Lotto n. 1 è ubicato nella porzione Ovest dell area Stabilimento ed è rappresentato nella seguente Immagine 13 ed in Tavola 13. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 84

95 Immagine 13 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n. 1 In corrispondenza di tale Lotto, si prevede di operare con le seguenti modalità: 1) Accantieramento dell intero Lotto di intervento, con creazione delle piste di accesso e della eventuale rete temporanea di raccolta e collettamento delle acque meteoriche da inviare alla vasca di prima pioggia descritta al Paragrafo Per le modalità di accantieramento e per i presidi di sicurezza previsti per l area cantiere, si demanda al PSC specifico per gli interventi che dovrà essere predisposto ai sensi del D.Lgs. 81/08. 2) Rimozione della pavimentazione superficiale e delle eventuali strutture interrate presenti al di sotto di essa (FASE 02 Decommissioning) in corrispondenza di un area di dimensioni 3x3m incentrata in corrispondenza di ciascun sondaggio rappresentativo del rispettivo poligono di Thiessen costituente il Lotto; in tale ambito, la pavimentazione costituita da calcestruzzo e/o asfalto verrà inviata presso le baie di stoccaggio dei rifiuti individuate all interno della Piattaforma Polifunzionale (rif. Capitolo 8) in attesa di essere sottoposta al trattamento presso gli impianti costituenti la piattaforma. Le eventuali strutture interrate rimosse verranno gestite secondo le modalità e le tempistiche previste dalla vigente normativa in ambito di rifiuti, depositandoli temporaneamente a bordo scavo, suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 85

96 individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. Al termine degli scavi propedeutici alla bonifica del sottosuolo (operazioni descritte nei successivi punti dal 3) in poi), verranno anche concluse le attività costituenti la FASE 02 di decommissioning (rimozione pavimentazioni, fondazioni, etc.) nel rispettivo Lotto 1. 3) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza dei sondaggi rappresentativi dei poligoni di Thiessen (Hot spot e/o da bonificare) ricadenti all interno del Lotto di intervento n. 1; in particolare si prevede l esecuzione di uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m spinto fino alla profondità indicata nella seguente Tabella 18; gli scavi procederanno con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e saranno arrestati al raggiungimento degli obietti di bonifica e/o qualora le condizioni di sicurezza o logistiche dello scavo ne dovessero impedire la prosecuzione. Tabella 18 Lotto n.1: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste Lotto 1 Area omogenea Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di scavo prevista m da p.c. Stabilimento SP15 Hot spot 1,50 Stabilimento SP21 Bonifica in AdR 1,40 Stabilimento SP32 Hot spot + Bonifica pre AdR 2,50 Stabilimento SP41 Hot spot 0,85 Stabilimento SP42 Hot spot 0,85 Stabilimento S9 Hot spot 2,90 Stabilimento S10 Hot spot 0,20 Stabilimento S16 Bonifica in AdR 0,20 Stabilimento S22 Hot spot 2,80 Stabilimento E4 Bonifica in AdR 0,70 Stabilimento E6 Bonifica in AdR 0,50 Stabilimento E3 Hot spot 0,20 4) Al termine degli scavi e/o all evidenza del possibile raggiungimento degli obiettivi di bonifica, si procederà al prelievo ed analisi di campioni rappresentativi di parete e fondo scavo con ricerca dei parametri di cui alle Tabelle 30 33; le modalità di prelievo dei campioni di parete e fondo scavo saranno eseguite secondo le procedure descritte nel successivo paragrafo ) Confronto dei risultati dell analisi di tali campioni con gli obiettivi di riferimento distinti per tipologia di scavo, come riportato nelle Tabelle del paragrafo ) All eventuale riscontro di eccedenze agli obiettivi di cui alle Tabelle per uno o più parametri, si provvederà ad incrementare lo scavo tramite interventi di rimozione progressivi di circa 50 cm in corrispondenza della parete/fondo non conforme, con conseguente riverifica; si specifica che in relazione alle Aree hot spot da rimuovere ricadenti all interno delle Aree sorgente dell Analisi di rischio (riepilogate in Tabella 31), qualora si rilevasse sui campioni di parete/fondo concentrazioni eccedenti 10 volte la CSC, si provvederà ad incrementare lo scavo come descritto Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 86

97 in precedenza. 7) Qualora si riscontrasse la persistenza di eventuali superamenti, il procedimento sopra descritto sarà reiterato fino al raggiungimento della conformità; nel caso in cui gli interventi non fossero tecnicamente realizzabili per limiti operativi o di sicurezza, le attività di scavo verranno terminate e si procederà ad una verifica del rischio sanitario associato alla potenziale contaminazione residua ed agli eventuali interventi da mettere in atto. 8) Il terreno contaminato rimosso dal Lotto n. 1 verrà inviato presso le baie di stoccaggio previste all interno della Piattaforma Polifunzionale, dove verrà sottoposto alle procedure di cui al Capitolo 11. Si precisa che il terreno contaminante derivante dalla bonifica del poligono di Thiessen identificato dal sondaggio E3, in corrispondenza del quale in fase di caratterizzazione era stata rilevata la presenza di PCB, non sarà sottoposto a trattamento presso gli impianti costituenti la piattaforma polifunzionale presente in sito, ma verrà caratterizzato e conferito presso idoneo impianto esterno autorizzato a ricevere tale materiale. 9) Al termine degli scavi e dell avvenuto collaudo degli stessi, le aree scavate saranno ripristinate tramite riempimento parziale o totale con il materiale conforme agli obiettivi di bonifica sito specifici della Sub Area di intervento, proveniente dagli impianti di trattamento on site autorizzati; si specifica che parte del materiale conforme da utilizzare per la realizzazione di sottofondi stradali potrà derivare anche da quello sottoposto a trattamento nel corso delle demolizioni delle strutture fuori terra (attività preliminare alla bonifica del sottosuolo). 10) Successivamente alla chiusura degli scavi, verranno perforati i piezometri di monitoraggio che andranno a sostituire quelli distrutti o resi inutilizzabili durante le attività di scavo; in particolare, in corrispondenza del Lotto 1, si prevede di realizzare n.6 piezometri. Nella Tavola 22 si riporta l ubicazione di massima (sovrapposta alla suddivisione dei diversi Lotti di intervento) di tutti i piezometri costituenti la nuova rete di monitoraggio delle acque sotterranee dopo gli interventi oggetto del presente documento. In considerazione dei futuri interventi di riqualificazione previsti in sito e della possibile interferenza con i manufatti da realizzare (fuori terra e/o interrati), l ubicazione dei piezometri all interno del singolo Lotto potrebbe subire comunque delle variazioni. Nella seguente Tabella 19 vengono riepilogati i flussi dei rifiuti/materiali previsti per la bonifica del Lotto n. 1. Al fine di restituire un resoconto completo relativo alla gestione dei rifiuti, nella stessa tabella sono riepilogati, per lo stesso Lotto 1, anche i flussi ed i volumi di rifiuti che derivano dalla conclusione della FASE 02 del decommissioning (rimozione ultimo solaio di separazione con terreno in posto, strutture interrate, etc.), che avverrà in maniera contestuale alla bonifica del medesimo lotto. Tabella 19 - Lotto n.1: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica del sottosuolo e dalla conclusione della FASE 02 di decommissioning per il medesimo lotto Lotto 1 Sondaggi/poligoni di riferimento (grassetto=hot spot) Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 SP SP SP SP SP Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 87

98 Lotto 1 Sondaggi/poligoni di riferimento (grassetto=hot spot) Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 S S S S E E E3* TOTALI (mc) TOTALI rifiuti da bonifica (ton) Rifiuti da FASE 02 DECOMMISSIONING (ton) Asportazione ultimo solaio/copertura anche nelle aree non sottoposte a bonifica Lotto 1 Macerie in CLS Asfalto Leghe ferrose da SOLAI e FABBRICATI * NOTA: il terreno scavato in corrispondenza del poligono denominato E3, in corrispondenza del quale era stata rilevata la presenza di PCB in fase di caratterizzazione, verrà caratterizzato secondo le procedure previste dalla norma in vigore per i rifiuti e conferito ad idoneo impianto rifiuti esterno autorizzato. Nel corso delle attività presso tale Lotto non si dovrebbe intercettare la falda, in quanto le quote di scavo risultano più superficiali della stessa; tuttavia, qualora si intercetti la falda, si provvederà a mantenere condizioni insature tramite pompaggio, al fine di raggiungere le profondità di scavo previste; in tal caso comunque non verranno prelevati campioni di fondo scavo in quanto per la verifica della qualità della matrice satura (come esplicitato nell Analisi di Rischio approvata) si farà riferimento ai campioni di acqua prelevati dai piezometri in fase di monitoraggio (Capitolo 13). Durante gli scavi verranno posti in atto accorgimenti per evitare fenomeni di contatto delle acque meteoriche con le pareti dello scavo, tramite copertura dei fronti di scavo con teli impermeabili e l eventuale aggottamento delle acque di fondo scavo, con invio delle stesse (o in maniera diretta o tramite l utilizzo di autospurghi) all impianto di trattamento delle acque installato in corrispondenza della Piattaforma Polifunzionale o ad impianto di trattamento esterno autorizzato nel caso di avarie o impossibilità temporanea di utilizzo dell impianto presente in sito Interventi di bonifica su Lotto n. 2 Area Stabilimento Una volta terminate le operazioni di bonifica del sottosuolo in corrispondenza del Lotto 1, presso l Area Stabilimento si andrà ad operare sul Lotto 2, identificato nella seguente Immagine 14 ed in Tavola 14. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 88

99 Immagine 14 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n. 2 In corrispondenza di tale Lotto, si prevede di operare con le seguenti modalità: 1) Accantieramento dell intero Lotto di intervento, con creazione delle piste di accesso e della eventuale rete temporanea di raccolta e collettamento delle acque meteoriche da inviare alla vasca di prima pioggia descritta al Paragrafo Per le modalità di accantieramento e per i presidi di sicurezza previsti per l area cantiere, si demanda al PSC specifico per gli interventi che dovrà essere predisposto ai sensi del D.Lgs. 81/08. 2) Rimozione della pavimentazione superficiale e delle eventuali strutture interrate presenti al di sotto di essa (FASE 02 Decommissioning) in corrispondenza di un area di dimensioni 3x3m incentrata in corrispondenza di ciascun sondaggio rappresentativo del rispettivo poligono di Thiessen costituente il Lotto; in tale ambito, la pavimentazione costituita da calcestruzzo e/o asfalto verrà inviata presso le baie di stoccaggio dei rifiuti individuate all interno della Piattaforma Polifunzionale (rif. Capitolo 8) in attesa di essere sottoposta al trattamento presso gli impianti costituenti la piattaforma. Le eventuali strutture interrate rimosse verranno gestite secondo le modalità e le tempistiche previste dalla vigente normativa in ambito di rifiuti, depositandoli temporaneamente a bordo scavo, suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 89

100 individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. Al termine degli scavi propedeutici alla bonifica del sottosuolo (operazioni descritte nei successivi punti dal 3) in poi), verranno anche concluse le attività costituenti la FASE 02 di decommissioning (rimozione pavimentazioni, fondazioni, etc.) nel rispettivo Lotto 2. 3) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza dei sondaggi rappresentativi dei poligoni di Thiessen (Hot spot e/o da bonificare) ricadenti all interno del Lotto di intervento n. 2; in particolare si prevede l esecuzione di uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m spinto fino alla profondità indicata nella seguente Tabella 20; gli scavi procederanno con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e saranno arrestati al raggiungimento degli obietti di bonifica e/o qualora le condizioni di sicurezza o logistiche dello scavo ne dovessero impedire la prosecuzione. Tabella 20 - Lotto n.2: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste Lotto 2 Area omogenea Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di scavo prevista m da p.c. Stabilimento SP20 Hot spot 2,50 Stabilimento SP40 Bonifica in AdR 0,85 Stabilimento S2 Hot spot 0,80 Stabilimento S3 Hot spot 1,70 Stabilimento S7 Bonifica in AdR 0,70 Stabilimento S8 Hot spot 2,90 Stabilimento S14 Hot spot 0,70 Stabilimento E1 Hot spot 1,40 4) Al termine degli scavi e/o all evidenza del possibile raggiungimento degli obiettivi di bonifica, si procederà al prelievo ed analisi di campioni rappresentativi di parete e fondo scavo con ricerca dei parametri di cui alle Tabelle 30 33; le modalità di prelievo dei campioni di parete e fondo scavo saranno eseguite secondo le procedure descritte nel successivo paragrafo ) Confronto dei risultati dell analisi di tali campioni con gli obiettivi di riferimento distinti per tipologia di scavo, come riportato nelle Tabelle 30 33del paragrafo ) All eventuale riscontro di eccedenze agli obiettivi di cui alle Tabelle 30 33per uno o più parametri, si provvederà ad incrementare lo scavo tramite interventi di rimozione progressivi di circa 50 cm in corrispondenza della parete/fondo non conforme, con conseguente riverifica; si specifica che in relazione alle Aree hot spot da rimuovere ricadenti all interno delle Aree sorgente dell Analisi di rischio (riepilogate in Tabella 31), qualora si rilevasse sui campioni di parete/fondo concentrazioni eccedenti 10 volte la CSC, si provvederà ad incrementare lo scavo come descritto in precedenza. 7) Qualora si riscontrasse la persistenza di eventuali superamenti, il procedimento sopra descritto sarà reiterato fino al raggiungimento della conformità; nel caso in cui gli interventi non fossero tecnicamente realizzabili per limiti operativi o di sicurezza, le attività di scavo verranno terminate Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 90

101 e si procederà ad una verifica del rischio sanitario associato alla potenziale contaminazione residua ed agli eventuali interventi da mettere in atto. 8) Il terreno contaminato rimosso dal Lotto n. 2 verrà inviato presso le baie di stoccaggio previste all interno della Piattaforma Polifunzionale, dove verrà successivamente sottoposto alle procedure di cui al Capitolo 11. 9) Al termine degli scavi e dell avvenuto collaudo degli stessi, le aree scavate saranno ripristinate tramite riempimento parziale o totale con il materiale conforme agli obiettivi di bonifica sito specifici della Sub Area di intervento, proveniente dagli impianti di trattamento on site autorizzati; si specifica che parte del materiale conforme da utilizzare per la realizzazione di sottofondi stradali potrà derivare anche da quello sottoposto a trattamento nel corso delle demolizioni delle strutture fuori terra (attività preliminare alla bonifica del sottosuolo). 10) Successivamente alla chiusura degli scavi, verranno perforati i piezometri di monitoraggio che andranno a sostituire quelli distrutti o resi inutilizzabili durante le attività di scavo; in particolare, in corrispondenza del Lotto 2, si prevede di realizzare n.4 piezometri. Nella Tavola 22 si riporta l ubicazione di massima (sovrapposta alla suddivisione dei diversi Lotti di intervento) di tutti i piezometri costituenti la nuova rete di monitoraggio delle acque sotterranee dopo gli interventi oggetto del presente documento. In considerazione dei futuri interventi di riqualificazione previsti in sito e della possibile interferenza con i manufatti da realizzare (fuori terra e/o interrati), l ubicazione dei piezometri all interno del singolo Lotto potrebbe subire comunque delle variazioni. Nella seguente Tabella 21 vengono riepilogati i flussi dei rifiuti/materiali previsti per la bonifica del Lotto n. 2. Al fine di restituire un resoconto completo relativo alla gestione dei rifiuti, nella stessa tabella sono riepilogati, per lo stesso Lotto 2, anche i flussi ed i volumi di rifiuti che derivano dalla conclusione della FASE 02 del decommissioning (rimozione ultimo solaio di separazione con terreno in posto, strutture interrate, etc.), che avverrà in maniera contestuale alla bonifica del medesimo lotto. Tabella 21 - Lotto n.2: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica del sottosuolo e dalla conclusione della FASE 02 di decommissioning per il medesimo lotto Lotto 2 Sondaggi/poligoni di riferimento (grassetto=hot spot Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 SP SP S S S S S E TOTALI (mc) TOTALI rifiuti da bonifica (ton) Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 91

102 Rifiuti da FASE 02 DECOMMISSIONING (ton) Asportazione ultimo solaio/copertura anche nelle aree non sottoposte a bonifica Lotto 2 Macerie in CLS Asfalto Leghe ferrose SOLAI FABBRICATI Nel corso delle attività presso tale Lotto non si dovrebbe intercettare la falda, in quanto le quote di scavo risultano più superficiali della stessa; tuttavia, qualora si intercetti la falda, si provvederà a mantenere condizioni insature tramite pompaggio, al fine di raggiungere le profondità di scavo previste; in tal caso comunque non verranno prelevati campioni di fondo scavo in quanto per la verifica della qualità della matrice satura (come esplicitato nell Analisi di Rischio approvata) si farà riferimento ai campioni di acqua prelevati dai piezometri in fase di monitoraggio (Capitolo 13). Durante gli scavi verranno posti in atto accorgimenti per evitare fenomeni di contatto delle acque meteoriche con le pareti dello scavo, tramite copertura dei fronti di scavo con teli impermeabili e l eventuale aggottamento delle acque di fondo scavo, con invio delle stesse (o in maniera diretta o tramite l utilizzo di autospurghi) all impianto di trattamento delle acque installato in corrispondenza della Piattaforma Polifunzionale o ad impianto di trattamento esterno autorizzato nel caso di avarie o impossibilità temporanea di utilizzo dell impianto presente in sito Interventi di bonifica su Lotto n. 3 Area Stabilimento In corrispondenza di tale Lotto dell Area Stabilimento, gli interventi saranno realizzati in fasi distinte, in quanto all interno della zona occupata dal Lotto n. 3, sarà ospitata la Piattaforma Polifunzionale descritta al Capitolo 8. Nella successiva Immagine 15 e nella Tavola 15 è riportata l identificazione del Lotto in oggetto e delle aree di intervento (poligoni di Thiessen) di competenza. In particolare, in corrispondenza di questo lotto, la bonifica del sottosuolo del poligono identificato dal sondaggio S12, verrà eseguita tra le prime attività in sito (per maggiori dettagli sul cronoprogramma si rimanda al Capitolo 15), al fine di permettere l installazione della piattaforma polifunzionale. Successivamente, al termine di tutte le operazioni di bonifica sugli altri lotti di intervento, si procederà in tale lotto con la demolizione delle pavimentazioni rimaste in loco (FASE 02 di decommissioning) ed alla disinstallazione della piattaforma polifunzionale e degli impianti che la costituiscono. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 92

103 Immagine 15 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n. 3 In corrispondenza di tale Lotto, si prevede di operare con le seguenti modalità: 1) Accantieramento dell area di competenza del poligono di Thiessen identificato dal sondaggio denominato S12. Per le modalità di accantieramento e per i presidi di sicurezza previsti per l area cantiere, si demanda al PSC specifico per gli interventi che dovrà essere predisposto ai sensi del D.Lgs. 81/08. 2) Rimozione della pavimentazione superficiale e delle eventuali strutture interrate presenti al di sotto di essa (FASE 02 Decommissioning) in corrispondenza di un area di dimensioni 3x3m incentrata in corrispondenza del sondaggio S12, rappresentativo del rispettivo poligono di Thiessen; in tale ambito, la pavimentazione costituita da calcestruzzo e/o asfalto verrà inviata presso le baie di stoccaggio dei rifiuti individuate all interno della Piattaforma Polifunzionale (rif. Capitolo 8) in attesa di essere sottoposta al trattamento presso gli impianti costituenti la piattaforma. Le eventuali strutture interrate rimosse verranno gestite secondo le modalità e le tempistiche previste dalla vigente normativa in ambito di rifiuti, depositandoli temporaneamente a bordo scavo, suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 93

104 procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. 3) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza del sondaggio ( S12 ), rappresentativo dell unico poligono di Thiessen da bonificare ricadente all interno del Lotto di intervento n. 3; in particolare si prevede l esecuzione di uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m spinto fino alla profondità indicata nella seguente Tabella 22; gli scavi procederanno con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e saranno arrestati al raggiungimento degli obietti di bonifica e/o qualora le condizioni di sicurezza o logistiche dello scavo ne dovessero impedire la prosecuzione. Tabella 22 - Lotto n.3: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste Lotto Area omogenea Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di scavo prevista m da p.c. 3 Stabilimento S12 Bonifica pre AdR 1,00 4) Al termine degli scavi e/o all evidenza del possibile raggiungimento degli obiettivi di bonifica, si procederà al prelievo ed analisi di campioni rappresentativi di parete e fondo scavo con ricerca dei parametri di cui alle Tabelle 30 33; le modalità di prelievo dei campioni di parete e fondo scavo saranno eseguite secondo le procedure descritte nel successivo paragrafo ) Confronto dei risultati dell analisi di tali campioni con gli obiettivi di riferimento distinti per tipologia di scavo, come riportato nelle Tabelle 30 33del paragrafo ) All eventuale riscontro di eccedenze agli obiettivi di cui alle Tabelle per uno o più parametri, si provvederà ad incrementare lo scavo tramite interventi di rimozione progressivi di circa 50 cm in corrispondenza della parete/fondo non conforme, con conseguente riverifica; si specifica che in relazione alle Aree hot spot da rimuovere ricadenti all interno delle Aree sorgente dell Analisi di rischio (riepilogate in Tabella 31), qualora si rilevasse sui campioni di parete/fondo concentrazioni eccedenti 10 volte la CSC, si provvederà ad incrementare lo scavo come descritto in precedenza. 7) Qualora si riscontrasse la persistenza di eventuali superamenti, il procedimento sopra descritto sarà reiterato fino al raggiungimento della conformità; nel caso in cui gli interventi non fossero tecnicamente realizzabili per limiti operativi o di sicurezza, le attività di scavo verranno terminate e si procederà ad una verifica del rischio sanitario associato alla potenziale contaminazione residua ed agli eventuali interventi da mettere in atto. 8) Il terreno contaminato rimosso dal Lotto n. 3 verrà inviato presso le baie di stoccaggio previste all interno della Piattaforma Polifunzionale durante la sua Fase 2 di sviluppo (secondo quanto descritto al Capitolo 8). 9) Al termine degli scavi di bonifica e dell avvenuto collaudo degli stessi, le aree scavate saranno ripristinate tramite riempimento totale con materiale conforme alle CSC di riferimento (residenziale) e l area verrà pavimentata e predisposta per lo sviluppo della piattaforma polifunzionale. 10) Al termine delle attività di bonifica del sottosuolo presso tutti gli altri lotti di intervento identificati Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 94

105 (Lotto 1, Lotto 2, Lotto 6, Lotto 5a e Lotto 5b), si procederà con lo smontaggio delle attrezzature e alla restituzione del Lotto bonificato secondo le esigenze della proprietà. 11) Al termine di tutte le lavorazioni afferenti il Lotto 3, verranno perforati i piezometri di monitoraggio che andranno a sostituire quelli distrutti o resi inutilizzabili durante le attività di scavo; in particolare, in corrispondenza del Lotto 3, si prevede di realizzare n.2 piezometri. Nella Tavola 22 si riporta l ubicazione di massima (sovrapposta alla suddivisione dei diversi Lotti di intervento) di tutti i piezometri costituenti la nuova rete di monitoraggio delle acque sotterranee dopo gli interventi oggetto del presente documento. In considerazione dei futuri interventi di riqualificazione previsti in sito e della possibile interferenza con i manufatti da realizzare (fuori terra e/o interrati), l ubicazione dei piezometri all interno del singolo Lotto potrebbe subire comunque delle variazioni. Nella seguente Tabella 23 vengono riepilogati i flussi dei rifiuti/materiali previsti per la bonifica del Lotto n. 3. Al fine di restituire un resoconto completo relativo alla gestione dei rifiuti, nella stessa tabella sono riepilogati, per lo stesso Lotto 3, anche i flussi ed i volumi di rifiuti che derivano dalla conclusione della FASE 02 del decommissioning (rimozione ultimo solaio di separazione con terreno in posto, strutture interrate, etc.), che avverrà secondo le modalità descritte in precedenza. Tabella 23 - Lotto n.3: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica del sottosuolo e dalla conclusione della FASE 02 di decommissioning per il medesimo lotto Lotto 3 Sondaggi/poligoni di riferimento Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 S TOTALI (mc) TOTALI rifiuti da bonifica (ton) Rifiuti da FASE 02 DECOMMISSIONING (ton) Asportazione ultimo solaio/copertura anche nelle aree non sottoposte a bonifica Lotto 3 Macerie in CLS Asfalto Leghe ferrose SOLAI FABBRICATI Nel corso delle attività presso tale Lotto non si dovrebbe intercettare la falda, in quanto le quote di scavo risultano più superficiali della stessa; tuttavia, qualora si intercetti la falda, si provvederà a mantenere condizioni insature tramite pompaggio, al fine di raggiungere le profondità di scavo previste; in tal caso comunque non verranno prelevati campioni di fondo scavo in quanto per la verifica della qualità della matrice satura (come esplicitato nell Analisi di Rischio approvata) si farà riferimento ai campioni di acqua prelevati dai piezometri in fase di monitoraggio (Capitolo 13). Durante gli scavi verranno posti in atto accorgimenti per evitare fenomeni di contatto delle acque meteoriche con le pareti dello scavo, tramite copertura dei fronti di scavo con teli impermeabili e l eventuale aggottamento delle acque di fondo scavo, con invio delle stesse (o in maniera diretta o tramite l utilizzo di autospurghi) all impianto di trattamento delle acque installato in corrispondenza della Piattaforma Polifunzionale o ad impianto di trattamento esterno autorizzato nel caso di avarie o impossibilità temporanea di utilizzo dell impianto presente in sito. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 95

106 9.1.4 Interventi di bonifica su Lotto n. 6 Area Stabilimento Al termine delle operazioni di bonifica del sottosuolo in corrispondenza dei Lotti 1 e 2, presso l Area Stabilimento si andrà ad operare sul Lotto n.6, identificato nella seguente Immagine 16 ed in Tavola 16. Immagine 16 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il Lotto n. 6 In corrispondenza di tale Lotto, si prevede di operare con le seguenti modalità: 1) Accantieramento dell intero Lotto di intervento, con creazione delle piste di accesso e della eventuale rete temporanea di raccolta e collettamento delle acque meteoriche da inviare alla vasca di prima pioggia descritta al Paragrafo Per le modalità di accantieramento e per i presidi di sicurezza previsti per l area cantiere, si demanda al PSC specifico per gli interventi che dovrà essere predisposto ai sensi del D.Lgs. 81/08. 2) Rimozione della pavimentazione superficiale e delle eventuali strutture interrate presenti al di sotto di essa (FASE 02 Decommissioning) in corrispondenza di un area di dimensioni 3x3m incentrata in corrispondenza di ciascun sondaggio rappresentativo del rispettivo poligono di Thiessen costituente il Lotto; in tale ambito, la pavimentazione costituita da calcestruzzo e/o Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 96

107 asfalto verrà inviata presso le baie di stoccaggio dei rifiuti individuate all interno della Piattaforma Polifunzionale (rif. Capitolo 8) in attesa di essere sottoposta al trattamento presso gli impianti costituenti la piattaforma. Le eventuali strutture interrate rimosse verranno gestite secondo le modalità e le tempistiche previste dalla vigente normativa in ambito di rifiuti, depositandoli temporaneamente a bordo scavo, suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. Al termine degli scavi propedeutici alla bonifica del sottosuolo (operazioni descritte nei successivi punti dal 3) in poi), verranno anche concluse le attività costituenti la FASE 02 di decommissioning (rimozione pavimentazioni, fondazioni, etc.) nel rispettivo Lotto 6. 3) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza dei sondaggi rappresentativi dei poligoni di Thiessen (Hot spot e/o da bonificare) ricadenti all interno del Lotto di intervento n. 6; in particolare si prevede l esecuzione di uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m spinto fino alla profondità indicata nella seguente Tabella 24; gli scavi procederanno con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e saranno arrestati al raggiungimento degli obietti di bonifica e/o qualora le condizioni di sicurezza o logistiche dello scavo ne dovessero impedire la prosecuzione. Tabella 24 - Lotto n.6: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste Lotto 6 Area omogenea Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di scavo prevista m da p.c. Stabilimento S20 Hot spot 2,30 Stabilimento S25 Hot spot 1,50 Stabilimento E5 Bonifica in AdR 0,80 4) Al termine degli scavi e/o all evidenza del possibile raggiungimento degli obiettivi di bonifica, si procederà al prelievo ed analisi di campioni rappresentativi di parete e fondo scavo con ricerca dei parametri di cui alle Tabelle 30 33; le modalità di prelievo dei campioni di parete e fondo scavo saranno eseguite secondo le procedure descritte nel successivo paragrafo ) Confronto dei risultati dell analisi di tali campioni con gli obiettivi di riferimento distinti per tipologia di scavo, come riportato nelle Tabelle del paragrafo ) All eventuale riscontro di eccedenze agli obiettivi di cui alle Tabelle per uno o più parametri, si provvederà ad incrementare lo scavo tramite interventi di rimozione progressivi di circa 50 cm in corrispondenza della parete/fondo non conforme, con conseguente riverifica; si specifica che in relazione alle Aree hot spot da rimuovere ricadenti all interno delle Aree sorgente dell Analisi di rischio (riepilogate in Tabella 31), qualora si rilevasse sui campioni di parete/fondo concentrazioni eccedenti 10 volte la CSC, si provvederà ad incrementare lo scavo come descritto in precedenza. 7) Qualora si riscontrasse la persistenza di eventuali superamenti, il procedimento sopra descritto sarà reiterato fino al raggiungimento della conformità; nel caso in cui gli interventi non fossero tecnicamente realizzabili per limiti operativi o di sicurezza, le attività di scavo verranno terminate e si procederà ad una verifica del rischio sanitario associato alla potenziale contaminazione Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 97

108 residua ed agli eventuali interventi da mettere in atto. 8) Il terreno contaminato rimosso dal Lotto n. 6 verrà inviato presso le baie di stoccaggio previste all interno della Piattaforma Polifunzionale, dove verrà sottoposto alle procedure di cui al Capitolo 11. 9) Al termine degli scavi e dell avvenuto collaudo degli stessi, le aree scavate saranno ripristinate tramite riempimento parziale o totale con il materiale conforme agli obiettivi di bonifica sito specifici della Sub Area di intervento, proveniente dagli impianti di trattamento on site autorizzati; si specifica che parte del materiale conforme da utilizzare per la realizzazione di sottofondi stradali potrà derivare anche da quello sottoposto a trattamento nel corso delle demolizioni delle strutture fuori terra (attività preliminare alla bonifica del sottosuolo). 10) Successivamente alla chiusura degli scavi, verranno perforati i piezometri di monitoraggio che andranno a sostituire quelli distrutti o resi inutilizzabili durante le attività di scavo; in particolare, in corrispondenza del Lotto 6, si prevede di realizzare n.3 piezometri. Nella Tavola 22 si riporta l ubicazione di massima (sovrapposta alla suddivisione dei diversi Lotti di intervento) di tutti i piezometri costituenti la nuova rete di monitoraggio delle acque sotterranee dopo gli interventi oggetto del presente documento. In considerazione dei futuri interventi di riqualificazione previsti in sito e della possibile interferenza con i manufatti da realizzare (fuori terra e/o interrati), l ubicazione dei piezometri all interno del singolo Lotto potrebbe subire comunque delle variazioni. Nella seguente Tabella 25 vengono riepilogati i flussi dei rifiuti/materiali previsti per la bonifica del Lotto n. 6. Al fine di restituire un resoconto completo relativo alla gestione dei rifiuti, nella stessa tabella sono riepilogati, per lo stesso Lotto 6, anche i flussi ed i volumi di rifiuti che derivano dalla conclusione della FASE 02 del decommissioning (rimozione ultimo solaio di separazione con terreno in posto, strutture interrate, etc.), che avverrà in maniera contestuale alla bonifica del medesimo lotto. Tabella 25 Lotto n.6: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica Lotto 6 Sondaggi/poligoni di riferimento Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 S S E TOTALI (mc) TOTALI rifiuti da bonifica (ton) Rifiuti da FASE 02 DECOMMISSIONING (ton) Asportazione ultimo solaio/copertura anche nelle aree non sottoposte a bonifica Lotto 6 Macerie in CLS Asfalto Leghe ferrose SOLAI FABBRICATI Nel corso delle attività presso tale Lotto non si dovrebbe intercettare la falda, in quanto le quote di scavo risultano più superficiali della stessa; tuttavia, qualora si intercetti la falda, si provvederà a mantenere Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 98

109 condizioni insature tramite pompaggio, al fine di raggiungere le profondità di scavo previste; in tal caso comunque non verranno prelevati campioni di fondo scavo in quanto per la verifica della qualità della matrice satura (come esplicitato nell Analisi di Rischio approvata) si farà riferimento ai campioni di acqua prelevati dai piezometri in fase di monitoraggio (Capitolo 13). Durante gli scavi verranno posti in atto accorgimenti per evitare fenomeni di contatto delle acque meteoriche con le pareti dello scavo, tramite copertura dei fronti di scavo con teli impermeabili e l eventuale aggottamento delle acque di fondo scavo, con invio delle stesse (o in maniera diretta o tramite l utilizzo di autospurghi) all impianto di trattamento delle acque installato in corrispondenza della Piattaforma Polifunzionale o ad impianto di trattamento esterno autorizzato nel caso di avarie o impossibilità temporanea di utilizzo dell impianto presente in sito Interventi di bonifica nel sub-lotto n. 5a Area Sponda fiume Nord Le aree su cui si prevede di intervenire in corrispondenza di questo sub-lotto, comprendono anche alcune aree in concessione demaniale; in particolare Restart S.r.l. è in possesso della concessione (tramite volturazione) delle aree demaniali precedentemente concesse in uso alla ditta SGL Carbon. Inoltre, a marzo 2012, Restart S.rl. ha richiesto l estensione della concessione di ulteriori porzioni di aree demaniali ubicati lungo la riva destra del fiume Tronto, anche al fine di poter svolgere le operazione di bonifica previste in tali porzioni. Pertanto, con l approvazione del presente progetto, si richiede il contestuale rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni demaniali necessarie per l esecuzione dei lavori descritti (In Allegato 6 si riporta la documentazione inerente la richiesta di concessione demaniale delle aree di interesse). Nella seguente Immagine 17, si illustra l ubicazione delle aree di intervento previste per il sub-lotto n. 5a. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 99

110 Immagine 17 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il sub-lotto n. 5a Nella seguente Tabella 26 si riportano le indicazioni relative alle profondità di intervento previste per ciascun poligono costituente il Lotto. Tabella 26 Sub-Lotto n.5a: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste Lotto Sub 5a Area omogenea Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di scavo prevista m da p.c. Sponda fiume Nord S24 Hot spot + Bonifica in AdR 3,90 Sponda fiume Nord S28 Hot spot 1,00 Sponda fiume Nord S29 Hot spot 1,30 Sponda fiume Nord E2 Hot spot 1,70 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 100

111 In corrispondenza di tale sub-lotto, identificato nella precedente Immagine 17 e Tavola 17, si prevede di operare con le modalità specificate nel seguito. 1) Sistemazione della pista di accesso all area, che dalla quota dello Stabilimento (circa 139 m m.s.l.m.m.) permette la discesa in corrispondenza della quota golenale (circa 109 m s.l.m.m.) in cui dovranno essere eseguiti gli interventi di scavo per la bonifica dell area. Per la sistemazione ed allargamento della pista di accesso, potranno essere utilizzati anche i materiali conformi derivanti dal trattamento delle macerie di demolizione prodotte durante la fase di decommisioning. Durante tali attività si procederà al taglio ed alla rimozione della vegetazione lungo la scarpata costituente la base della strada di accesso e nelle aree limitrofe per poter eseguire l allargamento necessario al transito dei mezzi d opera per l esecuzione degli scavi/trasporti e dei successivi interventi per la realizzazione della Messa in sicurezza Permanente (Capitolo 10), altrimenti non avviabili. 2) Accantieramento del Lotto; in corrispondenza di tale area, in considerazione delle condizioni logistiche in cui si andrà ad operare, a causa della vicinanza del Fiume Tronto ed alla possibilità di eventuali esondazioni o piene, il cantiere verrà predisposto e mantenuto attivo solamente durante i mesi secchi, sfruttando la condizione di magra del fiume e si procederà con un accantieramento per settori successivi di dimensioni limitate. Per le modalità di accantieramento e per i presidi di sicurezza previsti per l area cantiere, si demanda al PSC specifico per gli interventi che dovrà essere predisposto ai sensi del D.Lgs. 81/08. 3) Taglio e rimozione della vegetazione in corrispondenza dell area golenale che dovrà essere interessata dai potenziali scavi della bonifica. Ai fini di un riutilizzo di tali materiali per conferire un substrato nutritivo al terreno che dovrà essere riportato in posto per i ripristini degli scavi e la successiva ri-piantumazione dell area, si chiede l autorizzazione a poter utilizzare tali materiali misti al terreno conforme di ripristino; in alternativa, per le stesse finalità, potrà essere utilizzato anche compost verde certificato. In caso non si ritenesse di autorizzare tale pratica, gli sfalci della vegetazione verranno gestiti nell ambito delle modalità e tempistiche di gestione previste dalla vigente normativa sui rifiuti, depositandoli temporaneamente in una zona dell Area Stabilimento (onde evitare fenomeni di dilavamento a causa di eventuali piene ed esondazione nell area di lavoro), suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. Operando con scavi per settori consecutivi ed a profondità di scavo differente, nelle aree in cui sono previste minori profondità di intervento (poligoni S28, S29, E2) si cercherà di salvaguardare parte della vegetazione ad alto fusto attualmente presente in sito, compatibilmente con gli interventi di bonifica previsti e con le condizioni di sicurezza degli operatori. Nel progetto sono attualmente stati considerati i massimi volumi stimabili di sfalci, prevedendo cautelativamente di rimuovere tutta la vegetazione presente in area golenale. Al termine delle attività di bonifica e delle operazioni di Messa in sicurezza Permanente che interesseranno le zone adiacenti, si provvederà alla ri-piantumazione dell area, valutando le opere di compensazione necessarie a seguito degli effettivi abbattimenti della vegetazione realizzati per l esecuzione delle operazioni di cui al presente progetto. 4) Demolizione delle strutture e dei manufatti presenti nell area golenale e precedentemente inaccessibili ai mezzi d opera senza le operazioni di cui ai punti 1) e 3) del presente elenco; in particolare nell area di competenza del sub-lotto n. 5a sono presenti l edificio (e gli impianti) in Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 101

112 passato adibiti come presa d acqua dal fiume Tronto a servizio degli impianti produttivi e n. 2 pozzi di captazione. Tali edifici e manufatti verranno demoliti ed i rifiuti di risulta (macerie di demolizione) inviati alla piattaforma polifunzionale per il loro trattamento. Altre tipologie di rifiuto prodotte durante tali lavorazioni, saranno gestite nell ambito della vigente normativa sui rifiuti, depositandoli temporaneamente in una zona libera dell Area Stabilimento (onde evitare fenomeni di dilavamento a causa di eventuali piene ed esondazione nell area di lavoro), suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. 5) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza del sondaggio S24 prevedendo uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m nella porzione insatura (Tabella 26); lo scavo procederà con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e sarà temporaneamente arrestato al raggiungimento degli obietti di bonifica sulle pareti dello scavo. Tale operazione permetterà di definire l estensione areale dello scavo. Successivamente, si procederà ad approfondire lo scavo nell area individuata al fine di raggiungere la profondità massima di 3,9 m da p.c. prevista per il raggiungimento degli obiettivi di bonifica. Qualora durante tale operazione in alcune porzioni dell area si riscontrasse la presenza della falda sotterranea, si procederà al suo aggottamento ed all invio presso l impianto di trattamento ubicato nella piattaforma polifunzionale. Tuttavia, se anche con l ausilio di tale operazione, non fosse possibile eliminare l acqua presente, che potrebbe pregiudicare la stabilità dello scavo stesso e consentire l esecuzione degli scavi in sicurezza fino alle profondità previste da progetto, si procederà ad eseguire un consolidamento del terreno limitrofo all area individuata. Tale operazione sarà eseguita mediante iniezioni di miscele di consolidamento e impermeabilizzazione (Jet-grouting, Allegato 8) attorno all area di scavo individuata, che permetteranno di sostenere lo scavo e limitare l ingressione di acque di infiltrazione laterali nello scavo stesso (Immagine 18). Al termine delle attività di scavo e collaudo dello stesso, si procederà alla distruzione dello strato di consolidamento sul lato fiume, al fine di ripristinare il normale deflusso delle acque di infiltrazione nella limitata porzione interessata da tali lavori. Tale operazione non genererà rifiuti in quanto la distruzione del materiale consolidato avverrà mediante trivellazioni che disgregheranno in loco il materiale, senza rimozione di materiali. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 102

113 Immagine 18 Sub-Lotto 5A: area di scavo S24 Si precisa che l area di intervento rappresentata in figura, descrive la massima estensione laterale realizzabile operativamente dello scavo, in quanto sul lato nord è presente il limite operativo rappresentato dalla riva d alveo del fiume Tronto, mentre in corrispondenza del lato sud è presente il piede della scarpata rocciosa che degrada bruscamente dalla quota dell Area Stabilimento. Si specifica inoltre che al fine di considerare l impatto a livelli di tempistiche di realizzazione e di costi d intervento del jet-grouting, nel presente documento è stato cautelativamente valutato di eseguire tale opera di sostegno e pertanto è stata illustrata e considerata sia nelle Tavole progettuali che nel piano temporale delle attività, nonché nei relativi computi metrici. 6) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza dei singoli sondaggi S28, S29 ed E2, rappresentativi dei poligoni di Thiessen (Hot spot e/o da bonificare) ricadenti all interno della Lotto di intervento n. 5a; in particolare si prevede l esecuzione di uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m spinto fino alla profondità indicata nella precedente Tabella 26; gli scavi procederanno con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e saranno arrestati al raggiungimento degli obietti di bonifica e/o qualora le condizioni di sicurezza o logistiche dello scavo ne dovessero impedire la prosecuzione. Qualora nel corso di tali operazioni si riscontri materiale contaminato ad una distanza inferiore a 5 m dall alveo del fiume in alcune aree di scavo, in considerazione del fatto che si prevede una profondità massima di intervento pari a circa 1,7m dal p.c., si procederà a realizzare un arginatura provvisoria (coronella) in corrispondenza dell attuale riva d alveo. L arginatura, che sarà creata con massi di grandi dimensioni di nuova fornitura, isolati da telo impermeabile posizionato sul lato a contatto con la riva, viene creata in modo da operare in condizioni di massima sicurezza e consentire l eventuale allargamento degli scavi (operazione non consentita da opere rigide quali la palancola) e l asportazione dei terreni contaminati che si dovessero riscontrare in fregio al fiume Tronto. Tale opera pertanto permetterà una maggiore dinamicità e flessibilità delle operazioni di scavo, con eventuale messa in sicurezza in tempi brevi degli scavi in caso di eventi meteorici o di piena importanti. Al termine dei lavori i massi costituenti la coronella verranno posizionati lungo il profilo di riva destra del fiume Tronto, per realizzare una protezione finale dell argine di golena (vedi Allegato 8). Tale tipologia di arginatura è stata inoltre oggetto di verifica idraulica all interno dello studio Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 103

114 idraulico redatto dall Università di Ancona (Allegato 10), sulla base del quale, nell ambito di tale progettazione, se ne recepiscono le osservazioni tecniche emerse nelle conclusioni. In corrispondenza delle aree in oggetto, gli scavi presentano i seguenti limiti operativi, che ne limitano l estensione laterale : o o o Area sondaggio S28 : il limite di scavo nord è rappresentato dall alveo del Fiume Tronto; il limite di scavo sud è rappresentato dal piede della scarpata che costituisce la base di appoggio della strada di accesso all area. Tale scarpata non potrà essere rimossa in quanto verrebbe compromessa la stabilità dell unica via di accesso all area (la logistica dell intera area non permette la realizzazione di viabilità neppure temporanee- alternative) dei mezzi d opera e del personale per l esecuzione dei lavori di rimozione e di successiva realizzazione della Messa in sicurezza permanente prevista nella zona. Area sondaggio S29 : il limite di scavo nord è rappresentato dall alveo del Fiume Tronto; il limite di scavo sud è rappresentato dal piede della scarpata di materiale che costituisce la cosiddetta Vasca di prima pioggia, che sarà oggetto di interventi di Messa in Sicurezza Permanente. Area sondaggio E2 : il limite di scavo nord o est è rappresentato dall alveo del Fiume Tronto; il limite di scavo sud o ovest è rappresentato dal piede della scarpata di materiale che costituisce la cosiddetta Vasca di prima pioggia, che sarà oggetto di interventi di Messa in Sicurezza Permanente. Nella seguente Immagine 19 si riporta, in arancione, la massima estensione degli scavi nel sub- Lotto n. 5a. Immagine 19 Sub-Lotto 5a: massima estensione degli scavi di bonifica Si specifica inoltre che al fine di considerare l impatto a livelli di tempistiche di realizzazione e di costi d intervento della coronella, nel presente documento è stato cautelativamente valutato di eseguire tale opera di sostegno e pertanto è stata illustrata e considerata sia nelle Tavole Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 104

115 progettuali che nel piano temporale delle attività, nonché nei relativi computi metrici. 7) Al termine di ogni scavo del sub-lotto n.5a e/o all evidenza del possibile raggiungimento degli obiettivi di bonifica, si procederà al prelievo ed analisi di campioni rappresentativi di parete e fondo scavo con ricerca dei parametri di cui alle Tabelle 30 33; le modalità di prelievo dei campioni di parete e fondo scavo saranno eseguite secondo le procedure descritte nel successivo paragrafo ) Confronto dei risultati dell analisi di tali campioni con gli obiettivi di riferimento distinti per tipologia di scavo, come riportato nelle Tabelle ) All eventuale riscontro di eccedenze agli obiettivi di cui alle Tabelle 30 33per uno o più parametri, si provvederà ad incrementare lo scavo tramite interventi di rimozione progressivi di circa 50 cm in corrispondenza della parete/fondo non conforme, con conseguente riverifica; si specifica che in relazione alle Aree hot spot da rimuovere ricadenti all interno delle Aree sorgente dell Analisi di rischio (riepilogate in Tabella 31), qualora si rilevasse sui campioni di parete/fondo concentrazioni eccedenti 10 volte la CSC, si provvederà ad incrementare lo scavo come descritto in precedenza. 10) Qualora si riscontrasse la persistenza di eventuali superamenti, il procedimento sopra descritto sarà reiterato fino al raggiungimento della conformità; nel caso in cui gli interventi non fossero tecnicamente realizzabili per limiti operativi o di sicurezza, le attività di scavo verranno terminate e si procederà ad una verifica del rischio sanitario associato alla potenziale contaminazione residua ed agli eventuali interventi da mettere in atto. Per quanto già riportato nei precedenti punti 5) e 6), si precisa che in merito al campionamento delle pareti di scavo, in considerazione degli ambiti di intervento (presenza del fiume Tronto in lato nord e delle scarpate naturali o di materiale antropico nel alto sud ), potrebbe localmente non risultare attuabile il prelievo di campioni di collaudo in parete qualora gli scavi si dovessero allargare fino a tali limiti fisici (che diventerebbero la garanzia della buona riuscita dell intervento). A causa delle condizioni logistiche che si andranno a riscontrare in tale area, le operazioni di collaudo dovranno essere coordinate in maniera dettagliata con gli enti di controllo, al fine di limitare il periodo di apertura dello scavo in prossimità del Fiume e permettere un rapido riempimento dell area di scavo, con il ripristino delle ottimali condizioni di sicurezza. 11) Il terreno contaminato rimosso dal sub-lotto n. 5a verrà inviato presso le baie di stoccaggio previste all interno della Piattaforma Polifunzionale, dove verrà sottoposto alle procedure di cui al Capitolo ) Al termine di ogni scavo del sub-lotto n. 5a e dell avvenuto collaudo degli stessi, le aree scavate saranno ripristinate tramite riempimento con materiale conforme di idonea pezzatura (anche di nuova fornitura), secondo una stratigrafia di riempimento schematizzata nella seguente Immagine 20. Tale successione stratigrafica è stata definita sia sulla base delle indicazioni scaturite dallo studio idraulico sito specifico condotto dall Università di Ancona (Allegato 10), in cui si consigliava l utilizzo di materiale di pezzatura pari a 30cm, al fine di limitare fenomeni erosivi, sia in funzione della futura ripresa vegetativa dell area. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 105

116 Immagine 20 Stratigrafia di riempimento e ripristino aree di scavo in zona golenale (sub-lotto 5a) Nella seguente Tabella 27 vengono riepilogati i flussi dei rifiuti/materiali previsti per la bonifica del sub- Lotto n. 5a. Al fine di restituire un resoconto completo relativo alla gestione dei rifiuti, nella stessa tabella sono riepilogati, per lo stesso sub-lotto 5a, anche i flussi ed i volumi di rifiuti che derivano dalla conclusione della FASE 02 del decommissioning (rimozione ultimo solaio di separazione con terreno in posto, strutture interrate, etc.) relativo alla zona della vasca di prima pioggia e dell edificio di presa acqua dal fiume presenti in sito, che avverrà in maniera contestuale alla bonifica del medesimo lotto Tabella 27 sub-lotto n.5a: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica Lotto Sub 5a Sondaggi/poligoni di riferimento Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 S S S E TOTALI (mc) TOTALI rifiuti da bonifica (ton) Rifiuti da FASE 02 DECOMMISSIONING (ton) - Asportazione ultimo solaio aree Lotto 5a Macerie in CLS Asfalto Leghe ferrose da SOLAI FABBRICATI Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 106

117 Nel corso delle attività presso tale Lotto, nonostante le precauzioni e le modalità operative precedentemente descritte, potrebbe essere intercettata la falda o acque di infiltrazione negli scavi. Pertanto, qualora si riscontrasse acque negli scavi, si provvederà, per quanto possibile e nel rispetto delle condizioni di sicurezza, a mantenere condizioni insature tramite pompaggio o con l utilizzo di autospurghi, al fine di raggiungere le profondità di scavo previste; in tal caso comunque non verranno prelevati campioni di fondo scavo in quanto per la verifica della qualità della matrice satura (come esplicitato nell Analisi di Rischio approvata) si farà riferimento ai campioni di acqua prelevati dai piezometri in fase di monitoraggio (Capitolo 13). Durante gli scavi verranno posti in atto accorgimenti per evitare fenomeni di contatto delle acque meteoriche con le pareti dello scavo, tramite copertura dei fronti di scavo con teli impermeabili. I rifiuti liquidi derivanti dall eventuale aggottamento delle acque di scavo, saranno conferiti (o in maniera diretta tramite pompaggio o tramite l utilizzo di autospurghi) all impianto di trattamento delle acque installato in corrispondenza della Piattaforma Polifunzionale o ad impianto di trattamento esterno autorizzato nel caso di avarie o impossibilità temporanea di utilizzo dell impianto presente in sito Interventi di bonifica nel sub-lotto n. 5b Area Sponda fiume Ovest In corrispondenza di tale sub-lotto, ubicato ad Ovest del sito in corrispondenza della sponda del fiume Tronto, ma ad una quota topografica (115 m s.l.m.) diversa e geograficamente distinta rispetto al sub- Lotto 5a (109 m s.l.m.), si prevede di operare successivamente alla conclusione degli interventi di bonifica sul Lotto n.2. L area di lavoro di questo sub-lotto è costituita da un terrazzamento ubicato a circa 6-7 m di altezza rispetto al letto del fiume Tronto, pertanto non è interessata da eventuali fenomeni di esondazione o piene, ma logisticamente è vincolata ad Est dalla scarpata rocciosa dell Area Stabilimento, a Nord dalla presenza di un ponte sul Tronto utilizzato per l attraversamento di tubazioni fognarie e ad Ovest dalla scarpata verso il fiume. Nella seguente Immagine 21, si illustra l ubicazione delle aree di intervento previste per il sub-lotto n. 5b. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 107

118 Immagine 21 Identificazione dei poligoni di Thiessen (aree di intervento) costituenti il sub-lotto n. 5b Nella seguente Tabella 28 si riportano le indicazioni relative alle profondità di intervento previste per ciascun poligono costituente il sub-lotto. Tabella 28 sub-lotto n.5b: indicazione dei poligoni e delle profondità di intervento previste Lotto Sub 5b Area omogenea Sondaggi/poligoni di riferimento Finalità dell intervento Profondità di scavo prevista m da p.c. Sponda fiume Ovest S17 Hot spot 0,20 Sponda fiume Ovest S11 Bonifica in AdR 0,20 In corrispondenza di tale sub-lotto, identificato nella precedente Immagine 21 e Tavola 18, si prevede di operare con le modalità specificate nel seguito. 1) Accantieramento del Lotto; in corrispondenza di tale area, in considerazione delle condizioni logistiche in cui si andrà ad operare, a causa della vicinanza del Fiume Tronto e della relativa Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 108

119 scarpata, sarà verificata al momento dell inizio dei lavori la tipologia di mezzi d opera da utilizzare per la rimozione del terreno e la successiva movimentazione. Per le modalità di accantieramento e per i presidi di sicurezza previsti per l area cantiere, si demanda al PSC specifico per gli interventi che dovrà essere predisposto ai sensi del D.Lgs. 81/08. Si precisa che l accesso a tale area potrà avvenire utilizzando attuali strade comunali (es. Via Monini e via Piemonte) e private limitrofe non ricadenti nella proprietà del Sito, ottenendone il nulla osta all utilizzo dai legittimi proprietari preliminarmente all avvio degli interventi. In considerazione della limitata profondità di intervento prevista per gli scavi (circa 0,2m) e della difficile logistica del sito e delle strade di accesso, potrà essere valutato dalla ditta esecutrice l utilizzo di mezzi d opera di opportune dimensioni (es. bobcat/miniescavatori) e di metodi di movimentazione del terreno compatibili al fine di trasportare tale terreno presso la piattaforma polifunzionale. 2) Taglio e rimozione della vegetazione in corrispondenza dell area che dovrà essere interessata dai potenziali scavi della bonifica. Gli sfalci della vegetazione, verranno gestiti nell ambito delle modalità previste dalla vigente normativa sui rifiuti, depositandoli temporaneamente in una zona del cantiere logisticamente accessibile e che non intralci le lavorazioni, suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. Seppure in tale area non sia presente vegetazione ad alto fusto, poiché vi è una prevalenza di vegetazione arbustiva, qualora al momento delle lavorazioni sia riscontrata la presenza di piante ad alto fusto, si cercherà di salvaguardarle dal taglio, compatibilmente con gli interventi di bonifica previsti e con le condizioni di sicurezza degli operatori. Al termine delle attività di bonifica, si provvederà alla ri-piantumazione dell area, valutando le opere di compensazione necessarie a seguito degli effettivi abbattimenti della vegetazione realizzati per l esecuzione delle operazioni di cui al presente progetto. 3) Scavo del terreno contaminato in corrispondenza dei singoli sondaggi rappresentativi dei poligoni di Thiessen (Hot spot e/o da bonificare) ricadenti all interno del sub-lotto di intervento n. 5b; in particolare si prevede l esecuzione di uno scavo iniziale di dimensioni 3x3m spinto fino alla profondità indicata nella precedente Tabella 28; gli scavi procederanno con il progressivo allargamento concentrico attorno allo scavo iniziale e saranno arrestati al raggiungimento degli obietti di bonifica e/o qualora le condizioni di sicurezza o logistiche dello scavo ne dovessero impedire la prosecuzione. Si precisa che in considerazione della logistica dell area, sono presenti alcuni limiti naturai/antropici che rappresentano dei vincoli fisici all allargamento; infatti l area di intervento, posta ad una quota di circa 115m s.l.m., si presenta come un terrazzamento intermedio tra la quota dello Stabilimento (139 m) e quella dell alveo del fiume (109 m). Pertanto l area è delimitata sul lato Ovest dalla scarpata verso il fiume, e sul lato Est, dalla scarpata che scende dallo stabilimento. Nella zona Nord è inoltre presente un ponte fognario di attraversamento del Tronto, il cui innesto sulla scarpata rappresenta un limite fisico vincolante. Sulla base di tali informazioni, nella seguente Immagine si illustra la massima estensione raggiungibile dagli interventi di rimozione. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 109

120 Immagine 22 Sub-Lotto 5b: identificazione della massima estensione area di scavo 4) Al termine degli scavi e/o all evidenza del possibile raggiungimento degli obiettivi di bonifica, si procederà al prelievo ed analisi di campioni rappresentativi di parete e fondo scavo con ricerca dei parametri di cui alle Tabelle 30 33; le modalità di prelievo dei campioni di parete e fondo scavo saranno eseguite secondo le procedure descritte nel successivo paragrafo ) Confronto dei risultati dell analisi di tali campioni con gli obiettivi di riferimento distinti per tipologia di scavo, come riportato nelle Tabelle ) All eventuale riscontro di eccedenze agli obiettivi di cui alle Tabelle per uno o più parametri, si provvederà ad incrementare lo scavo tramite interventi di rimozione progressivi di circa 50 cm in corrispondenza della parete/fondo non conforme, con conseguente riverifica; si specifica che in relazione alle Aree hot spot da rimuovere ricadenti all interno delle Aree sorgente dell Analisi di rischio (riepilogate in Tabella 31), qualora si rilevasse sui campioni di parete/fondo concentrazioni eccedenti 10 volte la CSC, si provvederà ad incrementare lo scavo come descritto in precedenza. 7) Qualora si riscontrasse la persistenza di eventuali superamenti, il procedimento sopra descritto sarà reiterato fino al raggiungimento della conformità; nel caso in cui gli interventi non fossero tecnicamente realizzabili per limiti operativi (vedi punto 3)) o di sicurezza, le attività di scavo verranno terminate e si procederà ad una verifica del rischio sanitario associato alla potenziale contaminazione residua ed agli eventuali interventi da mettere in atto. 8) Il terreno contaminato rimosso dal sub-lotto n. 5b verrà inviato presso le baie di stoccaggio previste all interno della Piattaforma Polifunzionale, dove verrà sottoposto alle procedure di cui Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 110

121 al Capitolo 11. Si precisa che la movimentazione del terreno proveniente da questo sub-lotto avverrà su strade esterne al Sito di proprietà; pertanto, durante la movimentazione del terreno, verrà predisposta tutta la necessaria documentazione di trasporto prevista dalla normativa vigente (es. FIR), fino al conferimento presso la piattaforma polifunzionale interna al Sito. 9) Al termine degli scavi e dell avvenuto collaudo degli stessi, le aree scavate saranno ripristinate tramite riempimento parziale o totale con il materiale conforme agli obiettivi di bonifica sito specifici della Sub Area di intervento, proveniente dagli impianti di trattamento on site autorizzati. Nella seguente Tabella 29 vengono riepilogati i flussi dei rifiuti/materiali previsti per la bonifica del sub- Lotto n. 5b. Lotto Sub 5b Tabella 29 Sub-Lotto n.5b: riepilogo dei flussi di materiali derivanti dalla bonifica Sondaggi/poligoni di riferimento Volume di cui cls di cui asfalto Terreno da bonificare m 3 m 3 m 3 m 3 S S TOTALI (mc) TOTALI rifiuti da bonifica (ton) In considerazione della profondità di scavo prevista (0,2m) e del fatto che l area di intervento si trova ad una quota di almeno 5-6 superiore all alveo del Fiume Tronto, non è al momento prevedibile che si intercettino acque di falda e/o di infiltrazione. Durante gli scavi verranno posti in atto accorgimenti per evitare fenomeni di contatto delle acque meteoriche con le pareti dello scavo, tramite copertura dei fronti di scavo con teli impermeabili e l eventuale aggottamento delle acque di fondo scavo, con invio delle stesse (o in maniera diretta o tramite l utilizzo di autospurghi) all impianto di trattamento delle acque installato in corrispondenza della Piattaforma Polifunzionale o ad impianto di trattamento esterno autorizzato nel caso di avarie o impossibilità temporanea di utilizzo dell impianto presente in sito. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 111

122 9.2 DESCRIZIONE DELLE MODALITÀ DI COLLAUDO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI BONIFICA Al fine di verificare la completa rimozione dei volumi di terreno contaminati, ai termine delle operazioni di scavo, per ciascun areale di scavo individuato, si procederà alla verifica delle concentrazioni di contaminanti alle pareti e al fondo dello scavo. Pertanto, si procederà per fasi successive, illustrate nei seguenti paragrafi Prelievo dei campioni di parete e fondo scavo Per la definizione delle modalità di prelievo dei campioni, si è fatto riferimento al documento Proposta di integrazione del Protocollo Operativo per il campionamento e l'analisi dei siti contaminati-fondo scavo e Pareti, redatto da APAT nel Novembre 2006 (Allegato 7), che prevede: per il fondo scavo, il prelievo di n.1 campione rappresentativo ogni 100 m 2 di superficie; per le pareti, il prelievo di n.1 campione rappresentativo ogni 50 m 2 di superficie. Per ciascun areale o lotto di scavo la verifica del fondo scavo consisterà nelle seguenti operazioni, che dovranno essere eseguite secondo la successione sotto riportata: 1. tracciamento di celle di dimensioni indicative di circa 100 m 2 (approssimativamente di forma quadrata, lato 10x10m); ciascuna cella sarà identificata con una sigla recante il nome dell'areale di scavo (Poligono di Thiessen), la sigla "F" e una numerazione progressiva (es. S12/F1, S12/F2, ecc.). Sarà cura del tecnico adibito al prelievo dei campioni riportare su apposita planimetria (almeno in scala 1:1000) l'ubicazione di ciascuna cella; 2. da ciascuna cella, si procederà al prelievo di 9-10 aliquote di terreno, secondo una griglia il più possibile regolare. I punti di prelievo, a garanzia di rappresentatività, dovranno distare almeno 1 m dalle pareti dello scavo stesso e non dovranno essere allineati longitudinalmente; 3. per ciascuna cella, si misceleranno tra loro le aliquote prelevate, fino ad ottenere, per quartatura, un campione medio rappresentativo della cella stessa. In tal modo ciascun campione sarà univocamente identificato dalla sigla della cella da cui è stato prelevato. Per quanto riguarda la verifica in corrispondenza delle pareti di scavo, si preleverà un campione composito ogni 50 m 2, procedendo secondo la successione di operazioni sotto illustrate: 1. ciascuna parete di scavo sarà suddivisa in celle di circa 50 m 2. Ciascuna cella sarà identificata dalla sigla recante il nome dell'areale di scavo (poligoni di Thiessen), dalla lettera "P" e da una numerazione progressiva (es. S12/P1, S12/P2, ecc.). Sarà cura del tecnico adibito al prelievo dei campioni riportare su apposita planimetria l'ubicazione di ciascuna cella, specificandone anche la profondità rispetto al piano campagna; 2. da ciascuna cella, si procederà al prelievo di 4-5 aliquote di terreno, secondo una griglia il più possibile regolare, avendo cura che il prelievo sia effettuato a quote differenti; 3. per ciascuna cella, si misceleranno tra loro le aliquote prelevate, fino ad ottenere, per quartatura, un campione medio rappresentativo della cella stessa. In tal modo ciascun campione sarà univocamente identificato dalla sigla della cella da cui è stato prelevato. Qualora su una parete o fondo scavo siano evidenti variazioni di stratigrafia o colorazione del terreno tali da rendere presumibile una variazione nella qualità dei terreni, si procederà alla suddivisione in celle anche in base a tali evidenze, al fine di ottimizzare lo rimozione dei terreni contaminati. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 112

123 Tutti i campioni saranno suddivisi in 3 aliquote di peso equivalente. Un'aliquota sarà inviata al laboratorio chimico, le restanti saranno conservate, alle idonee condizioni di temperatura, quali controcampioni a disposizione per eventuali controlli da parte degli Enti Obiettivi di riferimento e protocolli di collaudo degli scavi Facendo riferimento agli obiettivi di bonifica riepilogati nel Capitolo 6, nelle seguenti Tabelle sono esplicitati, per ciascun punto di intervento, gli obiettivi di riferimento per il collaudo ed il set analitico da eseguirsi sui campioni di parete e/o fondo scavo. Gli stessi colori sono riportati nella Tavola 20, dove sono rappresentate le arre di scavo 3x3 iniziali attorno al sondaggio di riferimento del poligono da scavare. Tabella 30 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli interventi di bonifica Aree hot spot non comprese nelle Aree sorgente dell AdR Tipologia di intervento Bonifica hot spots che non ricadono all'interno delle aree sorgente dell'adr Sondaggi/poligoni di riferimento E3, SP15, SP42, S8, SP20, S2, S3, E1, S9, S10 Protocollo analitico previsto - Idrocarburi C>12 - Benzo(a)antracene - Benzo(a)pirene - Benzo(b)fluorantene - Benzo(k)fluorantene - Benzo(g,h,i)perilene - Dibenzo(a,h)antracene - Indenopirene - Crisene - Dibenzo(a,e)pirene - Dibenzo(a,l)pirene - Dibenzo(a,i)pirene - Dibenzo(a,h)pirene - Pirene - Somma IPA (da 25 a 34) - PCB* NOTA: *i PCB verranno ricercati solo in corrispondenza del poligono E3 Obiettivi di riferimento per il collaudo degli scavi CSC Colonna A del D.Lgs. 152/06 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 113

124 Tabella 31 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli scavi Aree hot spot da rimuovere comprese nelle Aree sorgente dell AdR Sondaggi/poligoni Protocollo analitico Obiettivi di riferimento Tipologia di intervento di riferimento previsto per il collaudo degli scavi Parametri considerati in AdR, per cui siano state definite CSR (suolo superficiale): CSR** di cui alla Tabella 5 S17 - Benzo(a)pirene (Area Sponda Fiume Ovest) - Benzo(g, h, i)perilene - Dibenzo(a,h)antracene - Indenopirene Parametri considerati in AdR, per cui siano state definite CSR (suolo profondo): CSR** di cui alla Tabella 5 S28, S29, E2 - Benzo(a)pirene (Area Sponda Fiume Nord) - Benzo(g, h, i)perilene - Dibenzo(a,h)antracene - Indenopirene Parametri considerati in Bonifica hot spots che AdR, per cui siano state ricadono all'interno delle definite CSR (suolo aree sorgente dell'adr superficiale e profondo): - Benzo(a)pirene CSR** di cui alla Tabella 5 S25, S20, S14 - Benzo(a)antracene (Area Stabilimento 1) - Benzo(b)fluorantene - Benzo(g, h, i)perilene - Dibenzo(a,h)antracene - Indenopirene Parametri considerati in AdR, per cui siano state definite CSR (suolo superficiale e profondo): CSR** di cui alla Tabella 5 SP41, S22 - Benzo(a)pirene (Area Stabilimento 2) - Benzo(b)fluorantene - Benzo(g, h, i)perilene - Dibenzo(a,h)antracene - Indenopirene **: nel caso in cui le CSR calcolate per alcuni parametri risultino inferiori alle CSC Colonna A del D.Lgs. 152/06, per il collaudo degli scavi verranno considerati come obiettivi le relative CSC. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 114

125 Tabella 32 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli scavi Aree da bonificare a CSC, non considerate nell AdR Tipologia di intervento Aree non considerate in AdR Sondaggi/poligoni di riferimento S12 SP32 Protocollo analitico previsto - Dibenzo(a,h)antracene - Idrocarburi C>12 - Benzo(a)antracene - Benzo(a)pirene - Benzo(b)fluorantene - Benzo(k)fluorantene - Benzo(g, h, i)perilene - Dibenzo(a,h)antracene - Indenopirene - Crisene - Dibenzo(a,e)pirene - Dibenzo(a,l)pirene - Dibenzo(a,i)pirene - Dibenzo(a,h)pirene - Pirene - Somma IPA (da 25 a 34) Tabella 33 - Protocolli analitici e obiettivi di riferimento per gli scavi Aree in bonifica Obiettivi di riferimento per il collaudo degli scavi CSC Colonna A del D.Lgs. 152/06 Sondaggi/poligoni Protocollo analitico Obiettivi di riferimento Tipologia di intervento di riferimento previsto per il collaudo degli scavi E5, SP40, S7 Parametri per cui siano CSR** di cui alla Tabella 5 presenti concentrazioni (Area Stabilimento 1) eccedenti le CSR (suolo CSR** di cui alla Tabella 5 SP21, E4, E6, S16 superficiale e (Area Stabilimento 2) Aree da bonificare profondo): CSR** di cui alla Tabella 5 S11 - Benzo(a)pirene (Area Sponda Fiume Ovest) - CSR** di cui alla Tabella 5 S24 Dibenzo(a,h)antracene (Area Sponda Fiume Nord) **: nel caso in cui le CSR calcolate per alcuni parametri risultino inferiori alle CSC Colonna A del D.Lgs. 152/06, per il collaudo degli scavi verranno considerati come obiettivi le relative CSC Richiesta di svincolo dei lotti bonificati ad avvenuto collaudo Nel momento in cui un singolo Lotto di intervento risulterà collaudato nelle sue aree rispetto agli obiettivi di bonifica sopra riportati, si procederà alla richiesta di certificazione di avvenuta bonifica del singolo Lotto, con la contestuale restituzione del lotto agli usi legittimi. Sarà inoltre richiesto lo svincolo parziale della fidejussione relativa alla quota parte degli importi previsti per la bonifica del lotto certificato. Lo svincolo completo della fidejussione verrà richiesto all ottenimento della certificazione di bonifica dell ultimo Lotto interessato dal Progetto di Bonifica. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 115

126 Procedura di svincolo lotti bonificati Il presente paragrafo descrive la procedura di certificazione e svincolo dei singoli lotti, al termine delle operazioni di bonifica e/o messa in sicurezza permanente, consentita dalla cosiddetta bonifica per fasi, reintrodotta dalla L. 214/2011 (conversione del decreto "Salva Italia ; sul punto, cfr. TAR Basilicata, Sez. I, 8 maggio 2013, n. 252). Si deve, peraltro, rilevare che la possibilità di procedere per fasi, attualmente disciplinata dall art. 242, c. 7 del D. Lgs. 152/06, era già prevista dal DM 471/99, non risultava esclusa nella precedente formulazione del citato articolo 242 (non essendo previsto alcun un espresso divieto in merito) ed appare pienamente logica e coerente con gli interventi di bonifica, previsti dal presente progetto, che risultano particolarmente complessi, riguardando: un area molto estesa, caratterizzata da livelli di contaminazione non omogenei; interventi e tecniche di bonifica differenti; con destinazioni urbanistiche differenti. La procedura quivi descritta corrisponde alla prassi adottata da numerose amministrazioni (ex multis, regioni Lombardia e Toscana, provincie di Udine e Cosenza etc.). Del resto, come chiaramente riconosciuto dalla recente giurisprudenza, la suddivisione per fasi e, soprattutto, per zone della progettata ed attuata bonifica è un opzione procedimentale tutt altro che irragionevole, comunque del tutto legittima sia sotto il profilo amministrativo che sotto quello penale, che corrisponde alla prassi formatasi nei procedimenti amministrativi relativi alle bonifiche complesse e che non sembra vietata da alcuna disposizione di legge o regolamento (cfr. Tribunale di Milano, Sez. Gip, RG. Gip /10, sent dep ). Il completamento degli interventi di bonifica dei singoli lotti e di messa in sicurezza permanente dell area vasca di prima pioggia, nonché la conformità al progetto approvato, ai sensi dell art. 248, c. 2 del D. Lgs. 152/06, saranno accertati dalla provincia di Ascoli Piceno, mediante apposita certificazione, sulla base di una relazione tecnica predisposta dall ARPA Marche. Tale certificazione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo, costituirà titolo per lo svincolo delle garanzie finanziarie, di cui all art. 242, c.7, e consentirà la restituzione di ciascun lotto agli usi legittimi. Lo svincolo della fideiussione avverrà, pertanto, in modo progressivo e proporzionale al rapporto tra il costo stimato per gli interventi sul singolo lotto ed il costo stimato per la bonifica e messa in sicurezza permanente dell intero sito. L attivazione della procedura di svincolo sarà richiesta da Restart, mediante l invio alla Provincia e, per conoscenza, alla Regione, al Comune, all ARPAM ed all ASUR, di una domanda di certificazione di completamento e conformità al progetto approvato, relativa agli interventi di bonifica, di cui all art. 240, c. 1, lett. lett. p) del D.Lgs. 152/06, ovvero di messa in sicurezza permanente, di cui all art. 240, c. 1, lett. lett. o) del D.Lgs. 152/06, che conterrà le seguenti informazioni, secondo lo schema contenuto negli allegati C e D alla DGR Marche n. 329/2011: Dati anagrafici e fiscali del proprietario dell area e/o titolare dell autorizzazione per le opere di bonifica o messa in sicurezza permanente; Tipologia di interventi (bonifica o messa in sicurezza) eseguiti sul lotto; Individuazione catastale, superficie e matrice ambientale oggetto di intervento (suolo superficiale, suolo profondo, acque sotterranee); Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 116

127 Destinazione d uso secondo lo strumento urbanistico vigente. A tale istanza sarà allegata la documentazione sotto elencata: 1. Relazione di Fine Lavori, predisposta dal Direttore Lavori/Responsabile dei lavori sugli interventi effettuati. La Relazione dovrà contenere almeno le informazioni ed gli allegati seguenti: dati anagrafici e fiscali del proprietario del lotto, se diverso dal soggetto autorizzato alla bonifica; ubicazione e delimitazione dell intero sito e del lotto interessato dall intervento: - comune ed indirizzo; - localizzazione su CTR 1:10.000; - foglio, mappali catastali, particelle; - dimensione dell intervento (planimetria e sezioni dello stato finale in opportuna scala); elenco degli atti formali di approvazione/autorizzazione del Piano di Caratterizzazione, Analisi di Rischio e del Progetto Operativo di Bonifica o di Messa in Sicurezza Operativa o Permanente; eventuali approvazioni/autorizzazioni in variante ai progetti di cui al punto precedente; obiettivi di bonifica (CSC/CSR); causa dell inquinamento e tipologia di inquinanti; descrizione e cronologia degli interventi eseguiti, comprensiva delle eventuali varianti apportate; planimetria/e con evidenziata l area o le aree di intervento definitive comprensive delle eventuali varianti; tabella riepilogativa, distinta per singola tecnologia di bonifica adottata al lotto, contenente i dati riepilogativi dell intervento attuato, in termini di: volumi e/o superfici trattati, ore di funzionamento degli impianti, materie prime/ausiliarie utilizzate, interventi di manutenzione, etc.; rilievo plani altimetrico degli scavi di bonifica e cartografia riportante le ubicazioni dei punti di campionamento, con l indicazione dei valori riscontrati, relativamente al fondo ed alle pareti degli scavi, nonché ubicazione di tutti i pozzi/piezometri sul lotto, con relative coordinate Gauss-Boaga; elenco delle imprese, regolarmente iscritte in categoria 9 Albo gestori ambientali, che hanno eseguito i lavori di bonifica; copia dei rapporti di prova con tabella riepilogativa dei risultati; documentazione relativa alla gestione dei rifiuti: - tabella riepilogativa dei rifiuti prodotti; - copia rapporti di prova relativi alla caratterizzazione dei rifiuti; - copia dei formulari di trasporto (quarta copia timbrata); - iscrizione all albo nazionale dei gestori ambientali per i trasportatori, contenente le targhe di tutti gli automezzi utilizzati, nonché autorizzazioni degli impianti di recupero e Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 117

128 smaltimento, valide al momento del conferimento dei rifiuti; - documentazione relativa alla provenienza dei terreni utilizzati per i riempimenti, se previsti dal progetto approvato; eventuali diversità rispetto al cronoprogramma degli interventi autorizzato; verbali relativi alle verifiche effettuate dagli Enti di Controllo; documentazione fotografica; eventuale altra documentazione ritenuta utile. 2. Planimetria Catastale di dettaglio dell area, con indicazione univoca dell area oggetto di intervento; 3. Certificato di destinazione urbanistica valido ed aggiornato al momento dell istanza; 4. Certificato di regolare esecuzione degli interventi di bonifica, a firma del Direttore Lavori, attestante ai sensi del D.P.R. 445 del 28/12/2000, art. 76, l ultimazione degli stessi in conformità al progetto approvato, ovvero 5. Relazione di collaudo, a firma di un tecnico abilitato competente in materia, laddove il progetto preveda l esecuzione di opere/strutture di messa in sicurezza operativa o permanente. La relazione di collaudo deve essere corredata dal certificato di regolare esecuzione dei lavori e della eventuale documentazione inerente i collaudi effettuati (certificati dei materiali etc.). La relazione finale di collaudo deve contenere almeno: una descrizione dei rilievi fatti dal collaudatore, delle verifiche compiute, del numero e della profondità dei campionamenti effettuati e dei risultati ottenuti; un raffronto tra i dati risultanti dalle verifiche di collaudo ed i dati contenuti nel progetto di bonifica e nelle eventuali varianti approvate; una verifica delle modalità di attuazione dell intervento e della sua rispondenza alle prescrizioni progettuali; la dichiarazione se il lavoro sia o no collaudabile. La presente procedura lascia impregiudicati gli oneri di monitoraggio post operam, che saranno definiti nella certificazione d avvenuta bonifica di ciascun lotto e di cui si riporta una descrizione nel successivo Paragrafo Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 118

129 10 PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA INTERNA AL SITO DENOMINATA VASCA DI PRIMA PIOGGIA Nel presente capitolo sono descritti gli interventi previsti per l esecuzione delle Messa in Sicurezza Permanente dell area denominata Vasca di prima pioggia. Nella seguente Immagine 23 e in Tavola 19 si riporta l ubicazione dell area d intervento. Immagine 23 Ubicazione generale dell area di intervento ed indicazione delle indagini ivi realizzate Per l esame degli aspetti tecnici e progettuali della Messa in Sicurezza Permanente dell area denominata Vasca di prima pioggia e degli interventi previsti per la bonifica dell area denominata area Sponda fiume, descritti nel precedente Capitolo 9, paragrafi e 9.1.6, la scrivente società si è avvalsa della collaborazione professionale delle società Montana S.p.A., società italiana di ingegneria che si occupa di progettazione e consulenza in campo ambientale, il cui elaborato progettuale, strutturato come di seguito indicato, è riportato in Allegato 8, al quale nel seguito si rimanda per il dettaglio della progettazione: R01 - Relazione Generale; R02 Verifiche di stabilità; R03 Specifiche tecniche dei materiali; Tavole; Propedeuticamente alle attività di progettazione delle opere è stato eseguito un rilievo topografico di dettaglio, riportato in Allegato 9, al fine di determinare lo stato di fatto dell area da sottoporre a progettazione definitiva e proporre le migliori soluzioni tecnicamente realizzabili e compatibili con l effettiva logistica dell area in cui realizzare l intervento. Si sottolinea che gli interventi nel seguito proposti, hanno caratteristiche di priorità temporale rispetto ad Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 119

130 altre lavorazioni, tuttavia sono subordinati all esecuzione della demolizione degli edifici in area stabilimento, in quanto costituiscono una limitazione logistica per l accesso dei mezzi d opera all area in esame, all adeguamento della strada di accesso all area di sponda fiume ed alla bonifica delle aree stesse poste in sponda fiume, come di seguito esplicitato CARATTERISTICHE DELL AREA L area Vasca di prima pioggia è ubicata nella porzione nord-est del sito e si trova ad una quota media di 121 m s.l.m., intermedia tra la quota dell'area su cui sorge lo stabilimento e quella della sponda del fiume Tronto. In quest area sono collocate la stazione di sollevamento dei reflui e l attuale vasca di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici coperte e dei piazzali impermeabili dell ex stabilimento SGL Carbon di Ascoli Piceno. L'area è costituita da: una zona sub pianeggiante, dove è ubicata la vasca di prima pioggia dello stabilimento; una zona in pendio, che raccorda l'area della vasca alla quota dell'area Sponda fiume, a una quota di 109 m s.l.m., con una inclinazione del pendio compresa tra 25 e 35. In occasione delle indagini geognostiche di caratterizzazione del 2007, in questa zona sono stati eseguiti due sondaggi geognostici (S26 e S27), che hanno accertato la presenza di materiali antropici di varia natura intercalati a ghiaie fino ad una profondità di m da piano campagna. Tali materiali hanno presentato concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici ed idrocarburi pesanti tra le più elevate tra quelle misurate in sito, fino a profondità rilevanti (rif. documenti [3], [4], [5]). Si precisa che, anche in tale zona, dalle indagini ambientali di caratterizzazione, è stata constatata la non contaminazione delle acque sotterranee, come descritto nei documenti tecnici approvati. L estensione areale e in profondità dei materiali antropici, le caratteristiche merceologiche di tali materiali ed il livello di inquinanti riscontrati hanno portato a ritenere inapplicabile, sia dal punto di vista ambientale, che economico, l asportazione dei materiali ed il loro conferimento in discarica autorizzata; pertanto, sull area sarà eseguita una Messa In Sicurezza Permanente (nel seguito abbreviata in MISP ). Alla luce di quanto sopra esposto sono state realizzate indagini geotecniche nell area in oggetto, finalizzate alla verifica della stabilità e all ottenimento dei dati necessari alla progettazione degli interventi di messa in sicurezza permanente previsti per l area suddetta RISULTATI DELLE INDAGINI PROPEDEUTICHE ALLA PROGETTAZIONE DEFINITIVA Presso l area in esame sono state realizzate prove geotecniche ed analisi granulometriche. In particolare, in un primo tempo sono stati eseguiti 3 sondaggi geotecnici (SP36, SP37 e SP38), e successivamente, nel mese di dicembre 2011 sono stati eseguiti ulteriori 5 sondaggi geotecnici (SPI1, SPI2, SPI3, SPI4 e SPI5). Per l ubicazione dei sondaggi eseguiti si consulti la precedente Immagine 23 e la Tavola 19. Dall analisi dei risultati ottenuti si evince quanto segue: la parte sommitale del substrato roccioso, che rappresenta la base su cui poggiano le aree d intervento, è caratterizzato da un coefficiente di permeabilità dell ordine di 10-5 m/s; le indagini integrative eseguite a dicembre 2011 hanno permesso di individuare nella zona alla base del pendio dell area della vasca di prima pioggia una permeabilità di 10-9 m/s a partire da Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 120

131 una profondità compresa tra 10,0 e 11,0 m da p.c.. Il diaframma plastico sarà quindi immorsato per uno spessore di 2,0 m in tale substrato impermeabile. Tale soluzione permetterà di isolare lateralmente ed inferiormente il materiale antropico del corpo discarica dai materiali circostanti non contaminati, eliminando in tal modo ogni fenomeno di circolazione idrica sotterranea all interno di tali materiali e la possibilità che le acque del corpo idrico superiore raggiungano i materiali antropici per via sotterranea. Per il dettaglio delle indagini geotecniche e l interpretazione dei risultati si rimanda alle relazioni R01 e R02 elaborate da Montana S.p.A., riportate in Allegato INTERVENTO DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE L intervento di messa in sicurezza permanente dell area denominata Vasca di prima pioggia (Tavola 19), comporterà schematicamente le seguenti operazioni, che verranno dettagliate nei successivi sotto paragrafi e nell Allegato 8: 1) adeguamento della strada d accesso all area Sponda fiume; 2) disboscamento, decespugliamento ed estirpamento delle radici delle piante; 3) demolizione dell edificio esistente in area Sponda fiume; 4) asportazione del terreno contaminato in Sponda fiume nel sub-lotto 5a (Immagini 17 e 19 e Tavola 17), realizzazione di eventuale consolidamento temporaneo area S24 e realizzazione arginatura provvisoria (coronella) delle rimanenti zone di intervento qualora gli areali di scavo, realizzati secondo le modalità descritte al capitolo 9, si estenderanno fino alla riva del fiume Tronto; 5) ripristino delle aree escavate mediante idonei materiali bonificati, arretramento della coronella in posizione definitiva e disgregazione dell eventuale opera di consolidamento realizzata mediante jet-grouting; 6) demolizione della vasca di prima pioggia esistente, regolarizzazione delle superfici dell area di vasca prima pioggia e copertura provvisoria delle aree rimaneggiate; 7) confinamento laterale dell intera area interessata da messa in sicurezza permanente mediante diaframma plastico; 8) realizzazione piezometri esterni ed interni di controllo; 9) asportazione del terreno contaminato in Sponda fiume nel sub-lotto 5b (Immagine 21 e Tavola 18); 10) copertura (capping) della zona sub pianeggiante posta ad una quota media di circa 121 m s.l.m. e della zona di pendio di raccordo con l area golenale del fiume Tronto, posta ad una quota di 109 m s.l.m.; 11) realizzazione di un sistema di protezione meccanica tramite scogliera in massi ciclopici sopra il setto impermeabile realizzato ai piedi dell area Vasca di prima pioggia; 12) posa del terreno di coltivo e realizzazione di un sistema di regimazione delle acque meteoriche; 13) inerbimento e piantumazione delle aree per ricompensazione ambientale. Si precisa che le fasi descritte nei punti 3 5 e 9 sono afferenti alla bonifica in sponda fiume delle aree golenali, ma sono state necessariamente inserite nelle fasi di lavoro della MISP in quanto sia dal punto di Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 121

132 vista logistico, che tecnico le lavorazioni sulle aree sponda fiume e vasca di prima pioggia non sono svincolabili. Per cui, a seguito della fase 2, le lavorazioni in merito alla MISP saranno sospese al fine di consentire la fase di bonifica dell area golenale posta in sponda fiume e descritta nel precedente Capitolo 9, paragrafi e Tale sospensione si rende necessaria in quanto le operazioni di scavo in sponda fiume dovranno estendersi fino al limite fisico dell area da sottoporre a Messa in Sicurezza Permanente, pertanto tali operazioni di scavo dovranno essere realizzate antecedentemente alla realizzazione del diaframma plastico composito per non interferire con il profilo del diaframma stesso. Gli interventi previsti consentiranno il recupero dell area per l eventuale utilizzo futuro della stessa in un ambito di sistemazione e riqualificazione fluviale, che ne dovesse prevedere l accessibilità e la parziale fruibilità. Si riporta di seguito una descrizione dei principali interventi previsti, mentre per il dettaglio delle opere, le verifiche di stabilità e le specifiche tecniche dei materiali si rimanda all Allegato Adeguamento strada d accesso La strada attualmente presente sull area in oggetto verrà preventivamente adeguata in larghezza ed in stabilità per permettere il passaggio in sicurezza dei mezzi d opera preposti all esecuzione delle attività previste in sponda fiume. Durante tale operazione sarà inoltre ridefinito il tracciato della strada, come riportato nella seguente Immagine 24, in modo da adeguare le pendenze al passaggio dei mezzi d opera. Immagine 24 Consolidamento della strada di accesso, sfalcio vegetazione e demolizione preliminare Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 122

133 Il materiale del sottofondo stradale potrà essere recuperato da quello trattato presso gli impianti on-site ubicati all interno della Piattaforma Polifunzionale, compreso quello derivante dalle macerie di demolozione/cls/asfalto, proveniente dalle operazioni di decommissioning previste in area stabilimento. Una volta terminati i lavori propedeutici alla realizzazione della MISP, si procederà ad eseguire una sistemazione finale della strada, in modo da essere integrata nel pacchetto di copertura dell area di messa in sicurezza permanente. Per il dettaglio delle operazioni, le sezioni di progetto e le caratteristiche dei materiali che saranno utilizzati si consulti l Allegato Disboscamento, decespugliamento ed estirpamento delle radici delle piante Attualmente, sia l area della vasca di prima pioggia che l area in sponda fiume, sono ricoperte da una folta vegetazione arbustiva ed arborea, che in talune aree, come ad esempio nella zona sub pianeggiante dell area della vasca di prima pioggia, presentano forti segnali di instabilità, probabilmente dovuti all attuale substrato costituito da materiale non omogeneo e non idoneo a tale vegetazione. Al fine di eseguire le operazioni di MISP sull area della vasca di prima pioggia e di bonifica nella zona in sponda fiume, si rende logisticamente e tecnicamente necessario il disboscamento, decespugliamento ed estirpamento delle radici delle piante. Tali operazioni saranno eseguite cercando di salvaguardare, per quanto possibile e compatibilmente con tutte le condizioni di sicurezza, parte della vegetazione ad alto fusto presente nell area golenale. Nel caso di consecutività temporale delle operazioni, si chiede l autorizzazione a poter riutilizzare i materiali provenienti dalle operazioni di cippatura per l arricchimento delle qualità agronomiche e nutritive del terreno vegetale che sarà riutilizzato nello strato di capping della messa in sicurezza per il ripristino finale dell area, e nelle aree di ripristino in sponda fiume. Questa operazione potrebbe fornire migliori requisiti nutritivi per il terreno di riporto sul quale si andranno ad innestare i previsti inerbimenti e piantumazioni arbustive ed al tempo stesso alleggerirà il terreno sviluppando una minor sollecitazione al sottostante sistema di copertura. Gli sfalci della vegetazione, verranno comunque inviati presso un area dello stabilimento, e qualora non fosse possibile il loro riutilizzo all interno del sito per l operazione di cui sopra, saranno inviati a idonei impianti autorizzati. Cautelativamente, nel computo dei volumi di rifiuti da gestire, tali sfalci sono stati ricompresi tra quelli previsti da inviare ad impianti esterni. Per il dettaglio delle specie arboree, dei volumi di sfalcio previsti e delle modalità di recupero e riutilizzo si rimanda alla relazione R02 dell Allegato 8. Nel documento sono attualmente stati considerati i massimi volumi stimabili di rifiuti derivanti dagli sfalci, prevedendo cautelativamente di rimuovere tutta la vegetazione presente Regolarizzazione delle superfici, demolizione vasca di prima pioggia e copertura provvisoria Al fine di regolarizzare l area d intervento su cui sarà posato il pacchetto di copertura della MISP, sarà eseguita una riprofilatura dell area sub-pianeggiante e dell area di versante secondo le pendenze di progetto, che garantiscono la stabilità del pendio nella sua configurazione finale, in modo che non si creino ristagni d acqua e fenomeni di ruscellamento che potrebbero arrecare danni al sistema di impermeabilizzazione. I materiali provenienti dalle operazioni di riprofilatura e regolarizzazione della discarica saranno depositati Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 123

134 temporaneamente in un area dello stabilimento per la caratterizzazione e successivo smaltimento presso impianti esterni, previa attribuzione del codice CER. Nel corso di tali operazioni, si provvederà alla demolizione del manufatto della vasca di prima pioggia presente ed i rifiuti di risulta (macerie di demolizione) saranno inviati alla piattaforma polifunzionale per il loro trattamento. Altre tipologie di rifiuto prodotte durante tali lavorazioni, saranno gestite nell ambito della vigente normativa sui rifiuti, depositandoli temporaneamente in una zona libera dell Area Stabilimento (onde evitare fenomeni di dilavamento a causa di eventuali piene ed esondazione nell area di lavoro), suddividendoli secondo le diverse classi merceologiche individuabili e confezionandoli in idonei contenitori (es. cassoni scarrabili, big bags, fusti, etc.) in attesa di procedere alla loro caratterizzazione e codifica secondo idoneo codice CER e conferendoli successivamente presso impianti autorizzati. Propedeuticamente alla demolizione della vasca di prima pioggia, dovrà essere completata la realizzazione della vasca di raccolta delle acque di prima pioggia in area stabilimento, come indicato nel Capitolo 12 e illustrato nella Tavola 21. Per la regolarizzazione e livellazione delle aree attualmente in depressione nella parte sub pianeggiante, dal momento che i materiali utilizzati saranno confinati superiormente dal capping impermeabile, si prevede di utilizzare il materiale derivante dalle operazioni di trattamento operato in piattaforma, comprese le materie prime secondarie derivanti dalle operazioni di demolizione o quello derivante dal trattamento di desorbimento termico, che risulta compatibile per essere utilizzato in quest area subpianeggiante. I riporti lungo il pendio (sempre riferiti a quelli al di sotto del sistema di copertura /capping) avverranno riutilizzando il materiale conforme (materia prima secondaria) proveniente dal trattamento, tramite gli impianti on-site ubicati nella piattaforma polifunzionale e anche le macerie/cls/asfalto derivanti dalle fasi di decommissioning dell area Stabilimento dello stesso Sito. Tale materiale una volta sottoposto ai processi di trattamento previsti rappresenta, dal punto di vista geotecnico, un ottimo materiale per il recupero morfologico. Si precisa che i materiali che si prevede di riutilizzare saranno posti al di sotto del pacchetto di copertura dell area sottoposta a MISP e quindi a diretto contatto con i materiali contaminati del corpo discarica. Sebbene tali materiali saranno isolati all interno del corpo discarica dal capping sovrastante e non entreranno mai in contatto con le acque di superficie, in via cautelativa si prevede che tali materiali da riutilizzare provenienti dagli impianti di impianti di trattamento on-site, rispettino, oltre ai limiti previsti dal D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. parte IV, Titolo V, allegato 5, Tabella 1, colonna A, anche la verifica all idoneità al recupero ai sensi del D.M. 05/02/1998. In alternativa è ovviamente possibile utilizzare materiale granulare naturale inerte, tipo misto di cava, di approvvigionamento esterno da cava autorizzata. Successivamente alla regolarizzazione delle superfici si provvederà a coprire temporaneamente con teli in LDPE o TNT le aree rimaneggiate, in modo da evitare eventuali infiltrazioni di acque meteoriche nel corpo discarica durante le fasi lavoro. Nella successiva Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 124

135 Immagine 25 è possibile osservare le fasi sopra riportate e le relative aree di intervento. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 125

136 Immagine 25 Demolizione manufatti vasca di prima pioggia e regolarizzazione superfici con copertura provvisoria aree rimaneggiate Le fasi ed il dettaglio delle operazioni sopra descritte sono riportate nella relazione R01 dell Allegato Sistema di confinamento laterale Il sistema di confinamento laterale dell area di MISP sarà costituito da un diaframma plastico a bassa permeabilità, realizzato con una miscela ternaria di acqua-cemento-bentonite, con interposta una geomembrana in HDPE. Tale opera, sarà immorsata nel substrato impermeabile riscontrato ad una profondità compresa tra 10,0 e 11,0 m da p.c. per uno spessore di 2,0 m, pertanto sulla base delle indagini geotecniche eseguite, raggiungerà una profondità compresa circa tra 12,0 e 13,0 m da p.c.. Tale soluzione permetterà di isolare le acque della falda di subalveo dai materiali contenuti nel corpo dell area di MISP, garantendo in tal modo la continuità del confinamento laterale con il substrato impermeabile sottostante. Il perimetro di realizzazione del diaframma plastico e quindi dell area che sarà sottoposta a MISP è stato progettato sulla base del rilievo topografico di dettaglio realizzato dalla società Tecno Art di Ascoli Piceno (Allegato 9), sulla base di diversi sopralluoghi effettuati in sito e su analisi di tipo tecnico, costruttive e logistiche. Sulla base delle risultanze del rilievo topografico di dettaglio è emerso che rispetto a quanto rappresentato nella cartografia di riferimento (CTR) adottata nelle fasi di progettazione preliminare: Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 126

137 1. la scarpata lato Est della Vasca di Prima Pioggia ha uno sviluppo/estensione minore rispetto a quanto rappresentato nei documenti precedenti, interrompendosi prima dell alveo fluviale; 2. l area della Vasca di Prima Pioggia è collegata alla quota dello stabilimento da una strada di accesso (che prosegue il tracciato verso l area di Sponda Fiume, posta alla quota inferiore). L andamento delle curve di livello rilevate suggerisce che il volume di terreno sottostante l attuale strada di accesso derivi da un apporto di materiale, utilizzato per creare la base ed il sostegno alla strada stessa. Nella seguente Immagine 26 si riporta (in rosso) l andamento perimetrale del diaframma di progetto, mentre con retino verde sono rappresentate le aree in cui saranno eseguiti preliminarmente gli interventi di bonifica del sottosuolo tramite rimozione, descritti al paragrafo Immagine 26 Profilo del diaframma plastico sovrapposto alle aree bonificate (verde) Si intende sottolineare in questa fase che: 1. sul lato Est della scarpata, il rilievo topografico ha messo in evidenza una minore estensione dell area Vasca di Prima Pioggia, pertanto il nuovo perimetro dell intervento di MISP ha tenuto conto dell attuale situazione, limitando l intervento di MISP all area di scarpata ed intervenendo con la bonifica del sottosuolo (scavo del terreno contaminato riscontrabile tra l area di scarpata e l alveo fluviale, che verrà sottoposto ad asportazione e trattamento presso la piattaforma polifunzionale); 2. sul lato Nord-Nord/Ovest il perimetro del diaframma è stato progettato in considerazione delle curve di livello del rilievo topografico; 3. il lato Ovest dell intervento di MISP è stato esteso al fine di ricomprendere la strada di accesso alle aree poste a quota inferiore rispetto allo stabilimento, permettendo e garantendo in tal modo la continuità della tenuta per tutta l area sia del capping che del diaframma laterale, che sarà immorsato sulla scarpata rocciosa che viene a luce dopo il rilevato che ospita la strada di accesso. In questo modo la strada di accesso, realizzata secondo le metodiche e accorgimenti previsti per il pacchetto di MISP, non rappresenta più un possibile punto di discontinuità, ma viene ad essere Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 127

138 parte integrante e continuativa dell opera di messa in sicurezza permanente. Le considerazioni tecniche che hanno portato alla definizione del perimetro dell area da sottoporre a MISP sono principalmente le seguenti: 1. il tracciato del diaframma plastico da realizzare al piede della discarica deve seguire un andamento il più regolare possibile, al fine di evitare difficoltà operative di realizzazione che possano mettere a repentaglio la buona riuscita dell opera. Considerata la già notevole complessità di realizzazione dell opera, un tracciato regolare permette in fase realizzativa del diaframma di eseguire con minori difficoltà i giunti tra un pannello ed il seguente della geomembrana in HDPE, garantendo in tal modo una sua efficace realizzazione; 2. la riprofilatura delle scarpate necessaria ad assicurare una pendenza ottimale per la stabilità del corpo di discarica e delle opere di ricopertura, ha portato all inserimento di berme intermedie per interrompere il declivio del pendio e per permettere l accesso per le attività di manutenzione che dovessero rendersi necessarie dopo il completamento dell opera; 3. il tracciato della strada di accesso sia all area Sponda Fiume, sia all area Vasca di Prima pioggia, è stato incluso in quanto si configura tecnicamente complessa la realizzazione della chiusura del diaframma in tale zona. Per una buona riuscita dell opera le macchine operatrici hanno l obbligo di lavorare su superfici pressoché piane, pertanto la pendenza di tale zona non permetterebbe la realizzazione del diaframma stesso senza ingenti complicanze che potrebbero pregiudicare la corretta posa del diaframma stesso. 4. La chiusura del diaframma in corrispondenza della strada di accesso, o comunque in zona arretrata rispetto alla configurazione proposta, richiederebbe l utilizzo di tecnologie differenti rispetto a quella del diaframma plastico, ad esempio mediante pali secanti trivellati, costituendo al contempo un elemento di discontinuità nel diaframma stesso ed una tecnologia di isolamento che non prevede la possibilità di inserimento della geomembrana in HDPE; 5. la strada di accesso ricopre un ruolo fondamentale per la fase di cantiere e la futura fruibilità dell area sponda fiume e della vasca di prima pioggia, pertanto sono state definite: a. le modalità di adeguamento della strada da utilizzare per il passaggio dei mezzi d opera sia durante le lavorazioni di scavo da eseguire in sponda fiume, sia durante le attività di messa in sicurezza permanente della vasca; b. le modalità di ripristino definitivo compatibile sia con la morfologia finale dell opera, sia con le opere di sostegno/difesa e messa in sicurezza permanente dell area. Il tracciato della strada di accesso proposto tiene quindi in considerazione: a. l attuale morfologia e stato dell area (presenza di una strada di accesso al fiume che si snoda al di sopra di un riporto antropico di materiale); b. l esigenza dell operatività dei cantieri di bonifica delle aree sponda fiume e MISP della vasca di prima pioggia per il collegamento tra queste aree e la zona stabilimento posta a quota superiore; c. la futura accessibilità in sicurezza, al termine dei lavori, alle aree sopra citate, per le prevedibili attività di manutenzione e controllo degli interventi realizzati e come collegamento tra le zone di intervento poste a differenti quote. Sulla base di tutte le considerazioni sopra riportate, tra gli interventi di riprofilatura e Messa in Sicurezza Permanente, è stato ricompreso anche il volume di terreno sottostante il primo tratto dell attuale strada Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 128

139 di accesso alla zona Sponda Fiume e Vasca di Prima Pioggia. Ciò premesso, si fa notare che in corrispondenza della porzione Nord-Nord/Ovest dell area sponda fiume, la bonifica dei terreni contaminati del sub-lotto 5a, sarà spinta fino al limite tecnico/operativo di scavo in corrispondenza della scarpata, quindi oltre il previsto perimetro di realizzazione del diaframma, in modo da rimuovere il terreno contaminato; tali aree saranno successivamente incluse all interno dell area sottoposta a MISP per permetterne la corretta realizzazione secondo un perimetro tecnicamente realizzabile. Per il dettaglio del sistema di confinamento verticale, con particolare riferimento a caratteristiche geometriche, modalità esecutive, prove di collaudo, raccordi con il sistema di copertura e caratteristiche dei materiali, si rimanda alle relazioni e alle tavole dell Allegato Realizzazione piezometri esterni ed interni A seguito della realizzazione del diaframma plastico composito saranno realizzati i piezometri interni ed esterni all area di MISP al fine di monitorare la qualità delle acque eventualmente presenti internamente al corpo discarica e la qualità di quelle esterne al diaframma, afferenti alla falda di sub-alveo. Qualora possibile, si cercherà di preservare i piezometri esistenti nell area esterna alla MISP, ma nel caso in cui fossero distrutti si procederà al loro ripristino. Nella seguente Immagine 27 si evidenzia la posizione di realizzazione dei piezometri esterni ed interni previsti, denominati rispettivamente S28 (PZ1-E), S29 (PZ2- E), E02 (PZ4-E) e PZ3-E, e S26 (PZ1-I) e S27 (PZ2-I). Immagine 27 Ubicazione piezometri di controllo interni ed esterni Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 129

140 Per i piezometri interni S26 (PZ1-I) e S27 (PZ2-I), che superano quindi il sistema di impermeabilizzazione, sono previsti degli accorgimenti costruttivi atti a impedire eventuali percolazioni di acque di infiltrazione all interno dei terreni contaminati. Con riferimento all Immagine 28 è previsto il ricorso ad un collare in HDPE diam. 160 mm saldato su una piastra del medesimo materiale che poi andrà a sua volta saldata ad estrusione al telo del capping. La sigillatura tra il collare in HDPE e il tubo in PVC del piezometro contenuto al suo interno avverrà con un sigillante elastico, che assecondi eventuali movimenti legati ad assestamenti a lungo termine dei materiali di riporto. Immagine 28 Particolare costruttivo piezometri interni Per il dettaglio di tali accorgimenti, l esatta ubicazione e le caratteristiche costruttive di tutti i piezometri si rimanda alla relazione R01 e alle Tavole dell Allegato Opera di protezione del piede dell area messa in sicurezza In corrispondenza del diaframma plastico composito, in superficie sarà realizzata un opera di protezione del piede dell area di messa in sicurezza. Tramite l esecuzione dell opera si avranno molteplici vantaggi, in quanto permetterà: la protezione del cumulo del corpo discarica da eventuali fenomeni erosivi dovuti ad eventuali Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 130

141 esondazioni del Fiume Tronto; la protezione della sommità del diaframma plastico a bassa permeabilità; un sostentamento più efficace del pendio dell area sottoposta a messa in sicurezza; la protezione del raccordo tra la geomembrana in HDPE interposta nel diaframma e il pacchetto impermeabilizzante di copertura del pendio. L opera progettata sarà costituita da una scogliera in massi ciclopici intasati in calcestruzzo, di altezza pari a circa 4,0-4,6 m e si svilupperà lungo tutto il perimetro dell area di messa in sicurezza (Immagine 29). Immagine 29 Particolare costruttivo scogliera in massi ciclopici La scelta è ricaduta sulla realizzazione di una scogliera in massi ciclopici in quanto tale opera ha un minore impatto visivo e si ritiene più adeguata per un recupero ambientale e paesaggistico dell area. Per quanto riguarda l altezza dell opera, è stata adeguata in recepimento delle conclusioni riportate nel documento Studio idraulico e di dinamica fluviale del Fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL Carbon II fase, redatto dal Dipartimento di Idraulica, Strade, Ambiente e Chimica dell Università Politecnica delle Marche nell ottobre 2011 (Allegato 10), nelle quali si richiedeva l adeguamento dell opera di difesa spondale ai tiranti di piena con tempo di ritorno duecentennale. Per i dettagli realizzativi di tale opera, le caratteristiche costruttive e dei materiali impiegati si rimanda a quanto riportato nelle relazioni e nelle tavole dell Allegato 8. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 131

142 Sistema di copertura (capping) Riguardo al sistema di copertura dell area che sarà messa in sicurezza permanente, in virtù del fatto che l area è composta da due zone, una sub-pianeggiante dove è ubicata l attuale vasca di prima pioggia e una di pendio, sono state progettate due soluzioni tecniche diverse, ma che permettono in egual misura l isolamento del corpo discarica dall ambiente esterno. La scelta delle due soluzioni tecniche diverse è dovuta alla diversa morfologia delle due zone. Nella seguente Immagine 30 sono evidenziate le zone della MISP con le diverse soluzione tecniche scelte. Immagine 30 Aree della MISP sottoposte a capping con caratteristiche tecniche differenti Nell area sub-pianeggiante lo strato di copertura sarà costituito dai seguenti strati (dall alto verso il basso): terreno vegetale di spessore almeno 1,0 m; geotessuto di protezione del dreno; drenaggio di spessore almeno 0,5 m; geotessuto di protezione dell argilla e della geomembrana; geomembrana in HDPE di spessore 1,5 mm; argilla di spessore almeno 0,5 m; strato di regolarizzazione del riporto di spessore almeno 0,3 m. Per la regolarizzazione e livellazione delle aree attualmente in depressione nella parte sub pianeggiante, dal momento che i materiali utilizzati saranno confinati superiormente dal capping Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 132

143 impermeabile sopra descritto, si prevede di utilizzare il materiale derivante dalle operazioni di trattamento operato in piattaforma, comprese le materie prime secondarie derivanti dalle operazioni di demolizione o quello derivante dal trattamento di desorbimento termico, che risulta compatibile per essere utilizzato in quest area sub-pianeggiante. Al fine di non pregiudicare la stabilità della zona di pendio, il relativo pacchetto di copertura sarà quindi costituito dai seguenti strati (dall'alto verso il basso): biotessile in fibre di juta (eventuale) per il controllo dell erosione superficiale dall impatto e dal ruscellamento delle acque meteoriche e favorire l inerbimento della superficie; terreno vegetale di spessore almeno 1,0 m; geostuoia tridimensionale e aggrappante ad alta tenacità specifica per il trattenimento del terreno coltivo su scarpate impermeabilizzate; geocomposito filtro/drenante, per il convogliamento delle acque meteoriche di infiltrazione, che garantirà prestazioni equivalenti ad uno strato drenante dello spessore di 50 cm; geomembrana in HDPE di spessore 1,5 mm; geocomposito bentonitico con coefficiente di permeabilità k 2 x m/s, che garantirà una conducibilità idraulica almeno equivalente a uno strato di argilla compattata di spessore 0,5 m; strato di regolarizzazione del riporto di spessore almeno 0,3 m. I riporti lungo il pendio avverranno riutilizzando il materiale conforme (materia prima secondaria) proveniente dal trattamento, tramite gli impianti on-site ubicati nella piattaforma polifunzionale, anche delle macerie/cls/asfalto derivanti dalle fasi di decommissioning dell area Stabilimento dello stesso Sito. Tale materiale una volta sottoposto ai processi di trattamento previsti rappresenta, dal punto di vista geotecnico, un ottimo materiale per il recupero morfologico. In alternativa sarà possibile utilizzare materiali provenienti da cava di idonee caratteristiche geotecniche (misto di cava tout venant). Si sottolinea che i geosintetici, con i loro spessori di progetto, garantiranno prestazioni equivalenti a quelle descritte per i materiali del pacchetto di copertura dell'area sub pianeggiante. Il dettaglio dei sistemi di copertura previsti, le caratteristiche tecniche dei materiali e le relative schede tecniche con le caratteristiche prestazionali, le modalità di posa ed i particolari dei raccordi previsti tra le diverse zone con le relative sezioni costruttive sono riportati nell Allegato Sistema di regimazione delle acque meteoriche Il pacchetto di copertura illustrato al precedente paragrafo, sarà completato da un sistema di raccolta delle acque meteoriche di ruscellamento e delle eventuali acque di infiltrazione che possono raggiungere lo strato di impermeabilizzazione attraverso lo spessore di terreno vegetale di copertura. Il sistema è costituito da canalette di raccolta delle acque superficiali e da dreni posti superiormente al pacchetto impermeabilizzante, e saranno in grado di catturare e convogliare tutte le acque che andranno ad insistere sull area di messa in sicurezza verso le vasche di laminazione appositamente costruite, prima di essere convogliate nell adiacente Fiume Tronto. L intervento, che consente la raccolta di tutte le acque, si prefigge come un ulteriore intervento di controllo e sicurezza, in quanto le eventuali acque di infiltrazione scorreranno sopra il pacchetto di Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 133

144 impermeabilizzazione e non potranno andare in contatto con i materiali antropici contaminati posti sotto il pacchetto. Si precisa che tali acque, non entrando in contatto con rifiuti e/o materiali contaminati, non subiranno processi di trattamento e saranno convogliate nel corpo idrico superficiale (rif. Paragrafo 12.5). Nella seguente Immagine 31 si riporta lo stato finale dell area sottoposta a Messa in Sicurezza Permanente, con il relativo sistema di regimazione delle acque meteoriche. Immagine 31 Sistemazione finale dell area sottoposta a Messa in Sicurezza Permanente I particolari costruttivi del sistema di regimazione delle acque meteoriche, le caratteristiche tecniche degli elementi costituenti tale sistema, la tavola con il dettaglio degli interventi ed ogni ulteriore particolare è riportato all interno dell Allegato Posa del terreno di coltivo, inerbimento e piantumazione delle aree per ricompensazione ambientale Al termine delle attività descritte ai paragrafi precedenti si procederà alla posa del terreno di coltivo ed alle successive opere di mitigazione e ricompensazione ambientale. Tali opere prevedranno la risistemazione ambientale delle aree di cantiere, mediante l inerbimento e la piantumazione di specie vegetali idonee. Per l area sottoposta a MISP saranno piantumate specie vegetali con idonei apparati radicali, che permettano di limitare i fenomeni erosivi, aumentare la stabilità delle aree di pendio e al Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 134

145 contempo non interferire con il sistema di capping presente per preservarne la continuità. Per le aree in sponda fiume (Capitolo 9) si procederà ad una piantumazione di specie vegetali con apparati radicali che permettano la stabilizzazione delle aree escavate ai fini di evitare ulteriormente fenomeni di erosione. Sarà privilegiata la scelta di specie vegetali autoctone e, qualora risultasse possibile durante le operazioni di cantiere, si cercherà di preservare e/o ripiantumare piante ad alto fusto tra quelle originariamente presenti nell area. Le opere di piantumazione ed inerbimento saranno eseguite in modo da essere compatibili con la fruibilità futura delle aree, cercando di ripristinare al contempo l aspetto paesaggistico e le caratteristiche di bosco fluviali attualmente presenti. Nelle seguenti Immagine 32 ed Immagine 33 si riportano due sezioni tipologiche rappresentative degli stati finali di ripristino delle aree in pendio sopra la MISP e dell area di intervento in golena. Immagine 32 Sezione di ripristino aree di pendio Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 135

146 Immagine 33 Sistemazione finale dell area golenale in sponda fiume Con particolare riferimento all area golenale, il dettaglio per i materiali di ripristino è riportato nell Allegato 8, che recepisce quanto indicato nello Studio idraulico e di dinamica fluviale del Fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL Carbon di Ascoli Piceno II fase, redatto dal Prof. Ing. Mancinelli del Dipartimento di Idraulica, Strade, Ambiente e Chimica dell Università Politecnica delle Marche (Allegato 10) Piano di monitoraggio delle acque sotterranee Al fine di valutare l efficacia degli interventi realizzati, è stata prevista la realizzazione di un sistema di piezometri esterni ed interni, che permetteranno di valutare la qualità delle acque sotterranee dell area di interesse. La durata del monitoraggio prevista è di 30 anni dalla fine dell esecuzione degli interventi. Il dettaglio del piano di monitoraggio previsto è riportato al Paragrafo e nella relazione R01 dell Allegato INTEGRAZIONI STUDIO IDRAULICO Riguardo alle opere indicate nel presente capitolo e nel Capitolo 9, che andranno ad interagire con la dinamica fluviale del fiume Tronto, è stata elaborata un integrazione del documento Studio idraulico e di dinamica fluviale del Fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL Carbon, redatto dal Prof. Ing. Mancinelli del Dipartimento di Idraulica, Strade, Ambiente e Chimica dell Università Politecnica delle Marche nel Dicembre Tale studio integrativo, terminato nel mese di ottobre 2011 e denominato Studio idraulico e di dinamica fluviale del Fiume Tronto nell area prospiciente lo stabilimento SGL Carbon di Ascoli Piceno II fase, Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 136

147 redatto ancora dal Prof. Ing. Mancinelli del Dipartimento di Idraulica, Strade, Ambiente e Chimica dell Università Politecnica delle Marche, riportato in Allegato 10, è stato finalizzato allo sviluppo dei seguenti argomenti: verifiche idrauliche a moto permanente e a moto vario sulle sezioni esistenti e di progetto e calcolo delle velocità e tensioni tangenziali; verifiche di stabilità sulle fasi di cantiere e di stabilità delle opere provvisionali; modellazione del trasporto solido in occasione di eventi di piena. Il sopra citato studio ha tenuto inoltre in considerazione le portate medie regolamentate nel periodo estivo del fiume Tronto indicate da Enel Produzione S.p.A., gestore degli invasi a monte dell area d interesse, riportate nella comunicazione Prot. PRO/AdB-GEN/PAP/UB-MV/NI-AP (Allegato 11), in risposta ad una nota del 17/06/2011 inviata dalla scrivente. Tale studio, unitamente ai risultati del documento Caratterizzazione geologica e strutturale della scarpata fluviale in sinistra orografica del fiume Tronto, redatto dal Dott. Mancini nel mese di Ottobre 2011 e riportato in Allegato 12, ha portato alla definizione delle seguenti conclusioni, che hanno permesso di adeguare gli interventi proposti: la necessità di realizzazione della scogliera di protezione al piede dell area di MISP con un franco di sicurezza di almeno 50 cm rispetto al tirante massimo dato da una portata di piena con tempo di ritorno T R=200 anni; il ripristino delle aree golenali escavate in sponda fiume mediante l utilizzo di materiale con diametro superiore a 0,3 m per evitare il trasporto solido in eventi di piena; la non necessità di porre in opera una scogliera di protezione al piede della scarpata in sinistra orografica nel perimetro prospiciente l area sottoposta a MISP; per l esecuzione degli scavi in sponda fiume sino alla riva destra del fiume Tronto, è ritenuto consigliabile la realizzazione di una scogliera in massi naturali con telo impermeabile in modo da delimitare la sezione di magra del corso d acqua ed evitare il contatto tra portate fluviali ed eventuali strati di terreno contaminato GESTIONE DEI MATERIALI E DEI RIFIUTI DERIVANTI DALLE OPERAZIONI DI MISP Per quanto riguarda la gestione dei materiali e dei rifiuti derivanti dalle operazioni di Messa in Sicurezza permanente si rimanda al successivo Capitolo 11. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 137

148 11 GESTIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI DALLE ATTIVITÀ Nel presente capitolo si indicano le modalità di gestione dei rifiuti che saranno prodotti durante i lavori di decommissioning, bonifica e MISP MODALITÀ DI GESTIONE DEI RIFIUTI E COMPETENZE Il produttore dei rifiuti gestirà i flussi di generazione del rifiuto, la caratterizzazione, la presa in carico sui registri, la compilazione e la gestione dei formulari di identificazione dei rifiuti, secondo quanto stabilito dalle leggi in materia e dalle normative nazionali e regionali. Il soggetto incaricato della gestione rifiuti provvederà ad eseguire tutte le attività di rimozione, confezionamento e movimentazione all'interno del sito, fino al carico sui mezzi di trasporto per il successivo invio a smaltimento finale nell'assoluto rispetto delle vigenti norme di legge, oppure, qualora previsto, fino alla consegna all impianto di recupero autorizzato in sito, secondo la disciplina autorizzativa dell impianto stesso. Nulla potrà essere prelevato e portato all'esterno dell'area di cantiere, senza essere assoggettato al processo di caratterizzazione e, se del caso, avviato tramite trasportatore autorizzato, alle destinazioni previste dalla vigente legge. I rifiuti, suddivisi per classi omogenee e idoneamente confezionati in funzione delle caratteristiche chimico fisiche e della ricettività degli impianti finali di smaltimento, o di trattamento con impianti interni al sito, dovranno essere allocati nelle diverse aree di deposito temporaneo o messa in riserva autorizzate, così come previsto dal D.Lgs. 152/06 (art.183, comma 1, lettera m) FLUSSO DEI RIFIUTI PRODOTTI DURANTE GLI INTERVENTI PREVISTI DAL PROGETTO I rifiuti prodotti durante le tre macrofasi del POB, verranno gestiti o in regime di messa in riserva (R13) propedeutico al trattamento all interno della piattaforma polifunzionale installata in Sito con gli impianti mobili autorizzati secondo l Art. 208 del D.lgs 152/06 (descritta al Capitolo 8), o stoccati in deposito temporaneo a bordo scavo/area cantiere, prima di essere caratterizzati e inviati a recupero o smaltimento ad impianti esterni al sito. In particolare, il flusso di rifiuti prodotti durante le fasi di lavoro può essere schematizzato, dividendolo tra la prima fase di decommissioning (FASE 01), e le successive FASI 02 e 03 relative al decommissioning degli elementi di separazione ed alla bonifica del sottosuolo e area MISP, che verranno svolte anche in maniera contestuale. Pertanto nel seguito si riportano gli specifici diagrammi di flusso che descrivono schematicamente le modalità di gestione dei rifiuti derivanti dalla FASE 01 (Immagine 34 e Allegato 13) e dalle FASI 02 e 03 (Immagine 35 e Allegato 14). Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 138

149 Immagine 34 - Diagramma di flusso della gestione dei rifiuti derivanti dalla FASE 01 (decommissioning) Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 139

150 Immagine 35 - Diagramma di flusso della gestione dei rifiuti derivanti dalla FASE 02 (decommissioning elementi di seprazione cielo e terra) e dalla FASE 03 (bonifica del sottosuolo e MISP) Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 140

151 11.3 STIMA DELLE TIPOLOGIE E DEI QUANTITATIVI DI RIFIUTI PRODOTTI DAGLI INTERVENTI Nella tabella successiva vengono riepilogati, suddivisi per codice CER, tutti i rifiuti che si stima di produrre durante le specifiche attività e fasi operative previste nel presente progetto; nella tabella sono inoltre indicate le quantità stimate e il tipo di destinazione prevista per ogni singolo rifiuto. Ai fini di una migliore lettura della tabella, le sigle riportate nella colonna destinazione, hanno i seguenti significati: D = OPERAZIONE DI SMALTIMENTO; R = OPERAZIONE DI RECUPERO; EXT = GESTIONE IN IMPIANTI ESTERNI AL SITO; D9 INT = TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO ALL INTERNO DELLA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE; R5 INT = RECUPERO ALL INTERNO DELLA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE; TDSG = IMPIANTO DI TRITURAZIONE, DEFERRIZZAZIONE E SELEZIONE GRANULOMETRICA; SW = SOIL WASHING; DT = DESORBITORE TERMICO Tabella 34 Sintesi dei quantitativi di rifiuti provenienti delle attività di decommissioning, bonifica e MISP CER Descrizione rifiuto Quantità (tonnellate) Destinazione FASE 01 - Rifiuti da bonifica amianto * Cemento amianto nelle coperture ed in altri manufatti 450 D ext * Altri manufatti in amianto friabile 4 D ext FASE 01 - Rifiuti da strip-out Vetri da vetrate finestre e porte 20 R/D ext * Tubi neon 1,5 R/D ext * RAEE 50 R ext Parte metallica degli estintori 2 R ext Polvere rimossa dagli estintori 1 R/D ext Cavi elettrici 10 R ext Plastiche varie 20 R/D ext Arredamenti in legno 30 R/D ext Alluminio da infissi 20 R ext Rifiuti ingombranti 10 R/D ext Carta e cartone da imballaggi e documenti 40 R ext Legno 5 R/D ext FASE 01 - Rifiuti da bonifica degli impianti * Oli lubrificanti dei riduttori e degli ingranaggi 5 R ext * Residui carboniosi e peciosi presenti negli impianti 50 D ext * * Morchie e rifiuti liquidi acquosi dalla bonifica serbatoi e linee 250 D ext FASE 01 - Rifiuti demolizione degli impianti Lana di roccia da scoibentazioni 14 D ext * Vetroresina da impianti 128 D ext Rottami metallici ferrosi da impianti 561 R ext Componenti elettrici ed elettronici, quali motori elettrici di 20 R ext * pompe e ventilatori, quadri elettrici e similari Refrattari dai forni R/D ext Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 141

152 CER Descrizione rifiuto Quantità (tonnellate) Destinazione * Cemento armato potenzialmente contaminato di basamenti e 660 D ext superfici a contatto diretto con i prodotti FASE 01 - Rifiuti da decommissioning strutture in metallo, cls e c.a. fuori terra Macerie miste di demolizione degli edifici in elevazione R5 int TDSG Leghe ferrose carpenterie impianti e edifici in elevazione R ext * Guaina bituminosa 31 D ext Rottami ferrosi da deferrizzazione cemento armato R ext * Acque di lavaggio superfici prima delle demolizioni 250 D9 int Acque di lavaggio superfici prima delle demolizioni 250 D9 int FASE 02 - Rifiuti da rimozione strutture di separazione tra cielo e terra ed interrate Macerie miste di demolizione solai fondazioni e infrastrutture R5 int TDSG interrate * Macerie miste di demolizione solai fondazioni e infrastrutture R5 int SW interrate * Macerie miste di demolizione solai fondazioni e infrastrutture D ext interrate Macerie miste di demolizione aree scoperte R5 int TDSG * Macerie miste di demolizione aree scoperte 325 R5 int SW * Macerie miste di demolizione aree scoperte 325 D ext Rottami ferrosi da deferrizzazione cemento armato R ext Asfalto R5 int TDSG * Asfalto 418 R5 int SW * Asfalto 418 D ext FASE 03 - Rifiuti da rimozione hot spots di contaminazione * Terreni da rimozione hot spot (con intrusioni carboniose) D ext compreso lotto E3 con PCB Terreni da rimozione hot spot R5 int DT Terreni da rimozione hot spot R5 int SW Acque da aggottamento scavi D9 int FASE 03 - Rifiuti da bonifica ambientale Terreni da bonifica R5 int SW Acque da aggottamento scavi D9 int FASE 03 - Rifiuti da messa in sicurezza permanente area discarica * Rifiuti da riprofilatura della discarica D ext Fanghi bentonitici da scavo del diaframma plastico R5 int SW Altri rifiuti * fanghi da lavaruote 9,13 D ext Spurgo acqua lavaruote 18,25 D9 int TOTALE ,88 Si precisa che la tabella tiene in considerazione le principali tipologie di rifiuti generate dalle attività; eventuali altre tipologie di materiali (es. sfridi di materiali di lavorazione, dpi usati, sfalci qualora non Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 142

153 riutilizzati, etc.), dal momento che non sono ipotizzabili quantitativi attendibili e che comunque non sono oggetto di gestione all interno degli impianti on-site, verranno gestiti di volta in volta secondo le vigenti normative in ambito rifiuti e secondo le modalità generali descritte nel seguito, ove applicabili nello specifico caso. Dal momento che i trattamenti previsti nella piattaforma polifunzionale genereranno altri rifiuti da gestire (es. fanghi disidratati del soil washing, etc.), nella tabella riportata in Allegato 15, si riporta il computo complessivo dei rifiuti previsti, che tiene conto anche di quelli derivanti dal trattamento e la loro modalità di gestione secondo i flussi esemplificati nei precedenti diagrammi GESTIONE DEI DEPOSITI DI RIFIUTI I rifiuti verranno gestiti o tramite deposito temporaneo a bordo scavo/area cantiere, o in regime di messa in riserva autorizzata (R13) all interno della piattaforma polifunzionale. Nei seguenti paragrafi se ne descrivono le diverse modalità di gestione Stoccaggio rifiuti in regime di messa in riserva (R13) - area piattaforma polifunzionale All interno della piattaforma polifunzionale, i rifiuti destinati agli impianti di trattamento on-site autorizzati, saranno gestiti in regime di messa in riserva di rifiuti (R13), considerata come deposito finalizzata al successivo trattamento. Tale modalità di gestione è prevista per alcune tipologie di rifiuto provenienti dalle operazioni di decommissioning e di bonifica e MISP dell area e per i rifiuti prodotti dai trattamento di Soil washing e desorbimento termico; nel particolare riguarderà i rifiuti classificabili con i CER , *, e , *, , , *, , , e ; Le zone di stoccaggio, definite baie di stoccaggio e numerate dalla 01 alla 17, saranno costituite perimetralmente da muri in calcestruzzo armato autoportanti mobili, su una superficie pavimentata e impermeabilizzata e con un sistema di drenaggio e raccolta delle acque di percolamento. Il mezzo carico, una volta terminata la fase di controllo in accettazione e pesatura, transiterà nell area interna e raggiungerà l apposita area dedicata all attività di messa in riserva R13. Il materiale stoccato verrà campionato ed analizzato in ingresso secondo i protocolli descritti nel Paragrafo 11.5; una volta ricevuta l analisi preliminare, il materiale verrà preso in carico come rifiuto su apposito registro di carico/scarico dal gestore o dall appaltatore del contratto. Il rifiuto generato, verrà trattato all interno del sito, utilizzando gli impianti previsti in base alla tipologia di rifiuto ed al grado di contaminazione. Il materiale trattato con gli impianti verrà stoccato in attesa di analisi nelle baie dalla 9 alla 17 (quindi scaricato come rifiuto dal registro di carico e scarico). Qualora il materiale risultasse conforme ai limiti stabiliti dall analisi di rischio, verrà considerato come End of Waste EoW e trasferito in aree di cantiere per il suo accumulo o riutilizzo diretto per gli usi consentiti in Sito. Qualora le analisi rilevassero che il trattamento subito non fosse stato sufficiente al raggiungimento dei limiti, il rifiuto verrebbe caratterizzato nuovamente e ripreso in carico sul registro di carico/scarico rifiuti con un CER diverso ( * o ) come materiale derivante da operazioni di bonifica, quindi sottoposto nuovamente a trattamento con gli impianti interni al sito. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 143

154 Deposito temporaneo di rifiuti - area cantiere Il gestore dei rifiuti dovrà individuare, prima dell inizio delle operazioni che genereranno rifiuti, le zone potenzialmente idonee al deposito temporaneo di tali rifiuti prima del loro trasporto e conferimento presso gli impianti esterni autorizzati. In generale il deposito dovrà avvenire in regime di deposito temporaneo, secondo le modalità e le tempistiche previste dalla norma vigente in materia di rifiuti, per tutti i rifiuti non autorizzati per la messa in riserva; inoltre in tal caso dovranno essere applicate le seguenti linee guida e modalità di gestione (elenco non esaustivo): tutti i rifiuti stoccati in aree non coperte e/o non dotate di copertura, dovranno essere adeguatamente raccolti e confezionati (ad es. cassoni scarrabili a tenuta, big-bags, contenitori/fusti); le aree di deposito temporaneo di rifiuti saranno chiaramente distinte da quelle utilizzate per lo stoccaggio dei materiali di cantiere; le aree adibite al deposito temporaneo saranno opportunamente delimitate, pavimentate o isolate tramite teli impermeabili dal suolo sottostante e provviste di tutti gli accorgimenti tecnici necessari atti a garantire la protezione dell ambiente; il deposito temporaneo sarà organizzato in aree distinte per ciascuna tipologia di rifiuto, distinguendo e separando opportunamente le aree dedicate ai rifiuti non pericolosi da quelle per rifiuti pericolosi; ciascuna area di deposito temporaneo sarà contrassegnata da tabelle, ben visibili per dimensioni e collocazione, indicanti le norme per la manipolazione dei rifiuti e per il contenimento dei rischi per la salute dell uomo e per l ambiente, i CER, lo stato fisico e la pericolosità dei rifiuti stoccati; i contenitori o i serbatoi fissi o mobili avranno adeguati requisiti di resistenza, in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti, nonché sistemi di chiusura, accessori e dispositivi atti ad effettuare, in condizioni di sicurezza, le operazioni di riempimento, di travaso e di svuotamento; i contenitori saranno raggruppati per tipologie omogenee di rifiuti e disposti in maniera tale da consentire una facile ispezione, l accertamento di eventuali perdite e la rapida rimozione di eventuali contenitori danneggiati; i rifiuti liquidi saranno depositati in serbatoi o fusti dotati di opportuni dispositivi antitraboccamento e contenimento. In particolare, i serbatoi di stoccaggio dei rifiuti liquidi saranno provvisti di bacino di contenimento di capacità pari al volume del serbatoio stesso; il deposito di rifiuti solidi in cumuli, deve essere realizzato su basamenti/superfici resistenti all azione dei rifiuti al fine di isolarli dal terreno sottostante, protetti dall azione delle acque meteoriche e se pulverulenti, dall azione del vento; il deposito di oli minerali usati sarà realizzato nel rispetto delle disposizioni di cui al D.Lgs. 95/1992 e s.m.i. e al D.M. 392/1996 e, in ogni caso, non deve superare i 500 litri. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 144

155 11.5 PROTOCOLLI ANALITICI SUI RIFIUTI I rifiuti stoccati in regime di messa in riserva (R13) o in deposito temporaneo, verranno campionati e caratterizzati al fine di definirne la destinazione. In generale, la caratterizzazione del rifiuto si basa sulla conoscenza del ciclo tecnologico, delle sostanze pericolose o meno utilizzate nel ciclo stesso e che possono essere residuate nel rifiuto, di sostanze diverse che potrebbero essersi prodotte per reazione, etc. Al fine dell invio a smaltimento/recupero dei rifiuti fuori sito, oltre ai parametri di base previsti per la caratterizzazione del rifiuto dovranno essere determinati quei parametri specifici che ne determinano l ammissibilità nei centri di smaltimento e recupero indicati da normative specifiche (es. D.Lgs n. 36/2003 e D.M per il conferimento in discariche, D.M. 186 del per il recupero con procedure semplificate) e dalle autorizzazioni vigenti degli impianti medesimi. In termini esecutivi, all atto della produzione del rifiuto, verrà prelevato un campione rappresentativo della tipologia di rifiuti, seguendo le norme tecniche e linee guida vigenti per ogni tipologia di rifiuti. Il campione verrà sottoposto ad analisi chimico-fisica a cura di laboratori esterni certificati, alla quale seguirà, sulla base dei risultati analitici ottenuti e del codice CER già determinato dal produttore, l individuazione del destino finale (smaltimento o recupero). Tali verifiche analitiche, come sopra riportato, sono finalizzate alla ricerca di eventuali sostanze pericolose o parametri critici utili al fine di valutare l idonea operazione di smaltimento/recupero finale e consentire l ottenimento dell omologa da parte dell impianto preposto per lo smaltimento/recupero. Per quanto concerne i rifiuti gestiti dagli impianti di trattamento on-site presenti all interno della piattaforma polifunzionale, è prevista l esecuzione di un protocollo analitico specifico sui campioni rappresentativi dei rifiuti in ingresso ed in uscita dagli impianti stessi, al fine di verificarne sia l ammissibilità all impianto, sia la conformità per il riutilizzo finale all interno del sito. Il protocollo analitico è riassunto e schematizzato nella seguente Tabella 35. Tabella 35 Protocolli analitici di verifica dei rifiuti in ingresso e uscita dagli impianti on-site IMPIANTO TRITURATORE E DEFERRIZZATORE TIPOLOGIA CER PROTOCOLLO ANALITICO INGRESSO Idrocarburi pesanti (C > 12) IPA totali PROTOCOLLO ANALITICO USCITA Idrocarburi pesanti (C > 12) IPA Totali Test di cessione (DM Allegato 3 e s.m.i.) * SOIL WASHING * * Idrocarburi pesanti (C > 12) IPA totali Idrocarburi pesanti (C > 12) IPA Totali Test di cessione (DM Allegato 3 e s.m.i.) Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 145

156 IMPIANTO DESORBITORE TERMICO CHIMICO -FISICO TIPOLOGIA CER * * PROTOCOLLO ANALITICO INGRESSO Idrocarburi pesanti (C > 12) IPA totali * Idrocarburi totali, Arsenico, Mercurio, Piombo, Rame, Selenio, Zinco e COD (come O2) PROTOCOLLO ANALITICO USCITA Idrocarburi pesanti (C > 12) IPA Totali Test di cessione (DM Allegato 3 e s.m.i.) Idrocarburi Totali IPA Totali Il campionamento sui rifiuti solidi, sia in ingresso che in uscita, verrà effettato secondo le metodiche previste dalla norma UNI sul materiale depositato in cumuli all interno delle baie di stoccaggio della piattaforma polifunzionale. Il campionamento delle acque sarà invece effettuato in ingresso a monte dell impianto di trattamento rifiuti liquidi dopo la fase di omogeneizzazione avvenuta nei serbatoi Sb1 e Sb2, mentre in uscita il campione verrà prelevato in pozzetto di campionamento realizzato a valle del sistema di trattamento. Si precisa che tale punto di campionamento, dedicato all impianto di trattamento chimico-fisico, non coincide con il punto di scarico finale, presso il quale saranno analizzati tutti i parametri previsti per lo scarico in acque superficiali GESTIONE DOCUMENTALE PER LA TRACCIABILITÀ DEI RIFIUTI Il produttore (o suo delegato qualora previsto) curerà la registrazione della produzione e smaltimento dei rifiuti prodotti negli appositi documenti previsti dalla norma vigente al momento delle lavorazioni (es. Registro di Carico e Scarico e Formulario di Identificazione dei Rifiuti integrato, laddove necessario, dalla documentazione tecnica per i rifiuti che ricadono nel campo di applicazione della norma ADR). I principali documenti utilizzati per la tracciabilità del processo di gestione rifiuti nelle sue diverse fasi sono costituiti dai seguenti, elencati in modo esemplificativo e non esaustivo: Fascicolo del Rifiuto; Rapporto di Prova del Laboratorio; Registro di Carico & Scarico (RCS); Omologazione del Rifiuto; Formulario di Identificazione del Rifiuti (FIR); Documentazione ADR (laddove applicabile); Certificato di Avvenuto Smaltimento (laddove applicabile); Dichiarazione MUD; Dossier di Notifica per le spedizioni Transfrontaliere di rifiuti (laddove applicabile). Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 146

157 12 GESTIONE DEGLI SCARICHI E DELLE EMISSIONI Nel presente capitolo vengono riepilogate le modalità di gestione delle acque (meteoriche e/o di processo) derivanti dalle diverse attività temporanee o permanenti (es. MISP) e delle emissioni temporanee previste dagli impianti di trattamento presenti in sito (desorbitore termico). Contestualmente all approvazione del progetto, si richiede il rilascio delle relative autorizzazioni temporanee e/o permanenti necessarie per l esecuzione dei lavori. In particolare, durante le attività verranno gestite temporaneamente le seguenti emissioni: 1) Scarico delle acque meteoriche di prima pioggia afferenti l area della Piattaforma polifunzionale; 2) Scarico delle acque meteoriche di prima pioggia captate dalla rete di fognature bianche dell Area stabilimento; 3) Scarico delle acque trattate dall impianto di trattamento chimico-fisico dei rifiuti liquidi presente all interno della piattaforma polifunzionale; 4) Scarico acque domestiche (intese come acque di scarico dagli impianti sanitari presenti nell area piattaforma, dopo passaggio in vasca imhof); 5) Emissioni in atmosfera puntuali in corrispondenza dell impianto di desorbimento termico (punto emissione E1 ). Gli scarichi di cui ai precedenti punti 1), 2), 3) e 4, convoglieranno, previa installazione di pozzetti di verifica sulle diverse linee di uscita, ad un unico punto di scarico finale (denominato S1 ) in acque superficiali (Fiume Tronto). Al termine delle attività, gli impianti ed i manufatti utilizzati per la gestione degli scarichi sopra elencati verranno rimossi ed i punti di scarico S1 ed E1 cesseranno di esistere, annullando le relative autorizzazioni. Inoltre, al termine delle lavorazioni di messa in sicurezza permanente previste per l area Vasca di prima pioggia, sarà attiva una rete di captazione delle acque meteoriche superficiali e di drenaggio che insisteranno al di sopra del capping di isolamento; queste acque, raccolte dai sistemi di captazione predisposti (canaline e drenaggi), verranno convogliate ad un punto univoco di scarico nel fiume Tronto, pertanto dovrà essere rilasciata e rimanere attiva una autorizzazione per lo: 6) Scarico delle acque meteoriche captate dalla rete di captazione delle acque sovrastanti il pacchetto di copertura dell area di messa in sicurezza permanente. Questo ultimo scarico (denominato S2 ) convoglierà sempre a corpo idrico superficiale (Fiume Tronto), ma in posizione differente rispetto al precedente S1. Nel seguito si riporta la descrizione delle gestione degli scarichi sopra elencati, fornendo le informazioni e allegando (Allegato 16) la documentazione utile per la valutazione ed il rilascio delle relative autorizzazioni contestualmente all approvazione del presente progetto. L ubicazione di tutti gli scarichi previsti è riportata in Tavola 21. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 147

158 12.1 GESTIONE DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA AFFERENTI L AREA DELLA PIATTAFORMA POLIFUNZIONALE DURANTE LE LAVORAZIONI Le acque meteoriche insistenti sull area occupata dalla piattaforma polifunzionale saranno raccolte, mediante apposita rete fognaria da approntare durante la predisposizione dell area, e gestite come segue: i primi 5 mm di pioggia saranno raccolti in apposita vasca di prima pioggia; le acque meteoriche eventualmente eccedenti il volume della vasca di prima pioggia saranno gestite come acqua di seconda pioggia. La volumetria della vasca di prima pioggia sarà la seguente: m 2 x 0,005 m = 142,5 m 3 Considerando una piovosità media di 800 mm di pioggia all anno e che la superficie complessivamente occupata dalla piattaforma polifunzionale è pari a m 2, si ottiene un quantitativo di acqua meteorica intercettata dal piazzale pari a m 3 /anno. Non essendo possibile dal dato disponibile distinguere fra l acqua di prima pioggia e quella di seconda pioggia, si considera, cautelativamente ai fini del dimensionamento dell impianto di trattamento, di dover trattare l intero quantitativo come acqua di prima pioggia. Per garantire lo svuotamento della vasca di prima pioggia nelle 12 ore successive al suo completo riempimento, in conformità a quanto stabilito dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche, sarà realizzato un sistema con capacità di trattamento di 12 m 3 /h. Si prevede di installare un sistema d accumulo in grado di trattenere complessivamente 150 m 3 di acqua di prima pioggia. Le linee fognarie della piattaforma polifunzionale confluiranno ad un pozzetto deviatore a 3 vie, che consentirà di gestire i flussi di prima pioggia e di seconda pioggia separatamente. Infatti, fintantoché il sistema di accumulo di prima pioggia non sarà pieno, le acque meteoriche confluiranno a tale sistema di accumulo; quando questo non sarà più in grado di ricevere, si alzerà il livello all interno del pozzetto deviatore e le successive acque confluenti saranno scaricate verso la condotta di scarico nel corpo idrico recettore. Per evitare riflussi dalla vasca di prima pioggia durante lo scarico della seconda pioggia, sarà installato un sistema otturatore a galleggiante. Nel PTA delle Marche non vi è la definizione di evento meteorico, come invece definito nella normativa regionale di altre Regioni. Ad esempio, nella vicina regione Emilia-Romagna, si definisce evento meteorico una o più precipitazioni atmosferiche, anche tra loro temporalmente distanziate, di altezza complessiva almeno pari a 5 mm, che si verifichino o si susseguano a distanza di almeno 72 ore da un precedente e analogo evento. Nella regione Lombardia la definizione di evento meteorico è praticamente identico, tranne sull intervallo fra un evento e quello successivo, che è stabilito in 96 ore. La finalità del ritardo nel rilascio, dopo trattamento, dell acqua di prima pioggia accumulata durante l evento meteorico, è quella di evitare di scaricare nel momento di massimo afflusso, quando i recettori, inclusa la pubblica fognatura, sono nell incapacità di drenare efficacemente i volumi in arrivo. Il corpo idrico recettore delle acque di prima pioggia, dopo trattamento, captate presso la piattaforma polifunzionale sarà il fiume Tronto. Si ritiene che il volume delle acque di prima pioggia raccolte presso la piattaforma (150 m 3 ) sia di scarsa rilevanza rispetto alla capacità di portata del fiume. In ogni caso, per evitare un contributo negativo nella capacità di deflusso del fiume, si procederà con lo scarico nelle acque superficiali delle acque di prima pioggia trattate, nelle 48 ore successive al termine Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 148

159 dell evento meteorico. Quindi, per garantire lo svuotamento della vasca di prima pioggia nelle 48 ore successive al suo completo riempimento, sarà realizzato un sistema con capacità di trattamento delle acque di prima pioggia da almeno 5 m 3 /h. Una volta terminato l evento meteorico, il sistema di trattamento entrerà in funzione con un ritardo di 12 ore, quindi scaricherà 5 m 3 /h fino al completo svuotamento, garantendo, in tale modo, che il sistema di accumulo sia svuotato nelle 48 ore dal termine dell evento meteorico. Le acque di prima pioggia raccolte saranno trattate per sedimentazione statica in vasca, quindi sollevate a mezzo di elettropompa avviate ad un filtro a coalescenza e successivamente ad un filtro a sabbia quarzifera per trattenere eventuali materiali sospesi ancora presenti dopo la fase di sedimentazione statica ed infine scaricate nel corpo idrico recettore. Si riporta di seguito schema del sistema di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia. Immagine 36- Schema di gestione dell impianto di trattamento acque di prima pioggia afferenti la piattaforma polifunzionale GHIAIA SILICEA Ø 3 5 mm FILTRO A COALESCENZA SCARICO SECONDA PIOGGIA OTTURATORE A GALLEGGIANTE ALLO SCARICO DALLE CADITOIE ACCUMULO PRIMA PIOGGIA POMPA SOLLEVAMENTO Le acque di prima pioggia trattate, confluiranno ad un pozzetto che raccoglie tutte le acque di scarico della piattaforma. Da tale pozzetto parte la tubazione di scarico della piattaforma, verso il corpo idrico recettore (scarico S1 ). Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 149

160 12.2 GESTIONE DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA AFFERENTI L AREA STABILIMENTO DURANTE LE LAVORAZIONI Per la gestione delle acque meteoriche afferenti le zone pavimentate dell area stabilimento, si prevede di utilizzare la rete fognaria di stabilimento, modificandola durante le diverse fasi lavoro in modo tale che possa convogliare le acque ad una vasca di prima pioggia dedicata, da realizzare preliminarmente alle attività di decommissioning. La gestione delle acque prevede le seguenti modalità: i primi 5 mm di pioggia saranno raccolti in apposita vasca di prima pioggia; le acque meteoriche eventualmente eccedenti il volume della vasca di prima pioggia saranno gestite come acqua di seconda pioggia. Considerando l estensione areale della zona pavimentata (Area Stabilimento) del Sito, ad esclusione della porzione occupata dalla piattaforma polifunzionale ( m 2 ), che sarà dotata di appositi impianti per la gestione delle acque meteoriche, si prevede che la vasca di prima pioggia ad asservimento delle aree pavimentate di stabilimento debba avere una capacità tale da accumulare i primi 5 mm di pioggia che potrebbero insistere su un estensione massima di m 2, corrispondente al caso in cui ancora tutte le zone dell Area Stabilimento fossero pavimentate. Pertanto la vasca, da realizzarsi tramite scavo ed impermeabilizzazione tramite teli in HDPE del fondo e delle pareti della vasca, sarà costituita da un accumulo di capacità pari ad almeno: m 2 x 0,005 m = 1000 m 3 In questo caso le acque saranno trattate per sedimentazione statica e scaricate nel corpo idrico superficiale (Fiume Tronto). La vasca di prima pioggia dell area stabilimento sarà realizzata tramite lo scavo di un volume di terreno in posto pari a circa mc, con le pareti inclinate di circa 45 rispetto al piano orizzontale; lo scavo avrà una profondità di circa 2,0 m dall attuale p.c.. (Immagine 37). Immagine 37 Sezione tipo della vasca di prima pioggia di stabilimento La vasca, che verrà realizzata in un area già conforme agli obiettivi di bonifica ed ubicata nella zona nord dello stabilimento, sarà ricoperta da un telo in HDPE ad alta densità per impermeabilizzare le superfici interne dello scavo. Allo stesso tempo saranno realizzati tutti i presidi necessari per il convogliamento delle acque meteoriche intercettate dalle fognature bianche dello stabilimento ed i collettamenti per lo scarico finale; l uscita delle acque dalla vasca avverrà per sfioro dalla parte sommitale della stessa ed esse Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 150

161 convoglieranno (dopo lo specifico pozzetto di controllo posto sul tratto in uscita), alla condotta di scarico finale. Il perimetro esterno dell area della vasca di prima pioggia, sarà dotato di recinzione di altezza pari a 2m e cancello/varco di accesso chiudibile, al fine di evitare l ingresso da parte dei non addetti. Il terreno di risulta dallo scavo della vasca di prima pioggia, dal momento che è ubicata in un area non contaminata, verrà gestito tramite la creazione di un cumulo a bordo scavo od in area limitrofa, isolando il materiale dal piano di appoggio tramite la posa di teli impermeabili alla base; il materiale verrà poi campionato dal cumulo e sottoposto alla ricerca dei parametri Idrocarburi pesanti (C>12) ed IPA previsti dal D.Lgs. 152/06. Qualora il terreno risultasse conforme alle relative CSC di cui alla Colonna A per i parametri ricercati, sarà riutilizzato in Sito per eventuali ritombamenti di aree compatibili; in caso contrario si procederà alla gestione del materiale come rifiuto, inviandolo alla piattaforma polifunzionale per la successiva gestione con gli impianti di trattamento on-site. Nell ottica di conseguire un riutilizzo della risorsa idrica a favore del minore approvvigionamento di acque nobili, si prevede che le acque accumulate nella vasca di prima pioggia possano essere inviate all impianto di soil washing come acque di reintegro del processo di lavaggio esercitato dall impianto. Al termine delle attività di bonifica del sottosuolo e di rimozione delle linee fognarie delle acque bianche di stabilimento, durante le operazioni di demobilitazione del cantiere, la vasca verrà svuotata del suo contenuto e, una volta rimosso il telo di isolamento, lo scavo verrà richiuso con terreno conforme alla destinazione d uso, utilizzando i materiali conformi in uscita ai sistemi di trattamento (con esclusione delle macerie/asfalto se non per creare sottofondi stradali previsti in tale area). I rifiuti derivanti dalle operazioni di demolizione della vasca e ripristino dell area (es teli in HDPE, etc.) verranno gestiti a bordo cantiere, in regime di deposito temporaneo e provvedendo alle operazioni previste dalla normativa vigente in materia di rifiuti GESTIONE DELLE ACQUE SOTTOPOSTE A TRATTAMENTO CHIMICO-FISICO La realizzazione della piattaforma polifunzionale prevede anche l installazione di un impianto di trattamento chimico-fisico di rifiuti liquidi, come specificato al Paragrafo ed al quale si rimanda per i dettagli sull impianto e per la quantificazione dei volumi di acque da gestire. La tabella successiva schematizza l apporto quantitativo delle tre diverse tipologie di acque che si prevede che vengano trattate dall impianto durante le attività del presente progetto: Tabella 36 Stima delle acque in ingresso/uscita dal trattamento chimico fisico Acque trattate dal chimico-fisico m³ Acque dal lavaggio delle superfici * Apporto acque di infiltrazione/aggottamento Acque di percolazione cumuli rifiuti stoccati Acque di spurgo della soluzione di lavaggio dell impianto di Soil Washing Condense derivanti dal desorbitore termico Acque lavaggio ruote mezzi in uscita dallo stabilimento 3 18 TOTALE ACQUA TRATTATA (stimata per eccesso) Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 151

162 NOTE ALLA TABELLA 36: 1 Nota: contributo saltuario 2 Nota: considerate 16 ore lavorative al giorno 3 Nota: considerato il lavaggio di 3650 mezzi in uscita dal sito Il trattamento chimico fisico convoglierà le acque al punto di scarico denominato S GESTIONE DELLE ACQUE DOMESTICHE Per la gestione delle acque domestiche provenienti all installazione di strutture adibite a bagni e docce per il personale addetto al cantiere nell area della piattaforma polifunzionale, sarà realizzata una rete di scarico reflui domestici composta da una vasca Imhoff a sfioro con una linea che convoglierà allo scarico (S1) GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE DELL AREA SOTTOPOSTA A MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE AL TERMINE DELLE LAVORAZIONI La MISP prevede, come specificato nei capitoli precedenti, la realizzazione di una copertura (capping) della zona sub pianeggiante dove è ubicata l attuale vasca di prima pioggia e del pendio. La copertura sarà completata, al fine di regolamentare le acque meteoriche di ruscellamento e di drenaggio superiore allo strato di impermeabilizzazione, con la realizzazione di una rete di canaline e pozzetti in grado di convogliare tutte le acque meteoriche che andranno ad insistere sull area di messa in sicurezza. Il sistema di captazione, trattato in dettaglio negli allegati della progettazione della MISP (Allegato 8), è costituito da canalette di raccolta delle acque superficiali e da dreni posti superiormente al pacchetto impermeabilizzante, che convoglieranno in vasche di laminazione per poi riversarsi con una portata controllata nel Fiume Tronto. Sulla base dei quantitativi di pioggia medi annui registrati nella zona di Ascoli (800mm) e dell estensione dell area, si prevede che annualmente si possano scaricare circa m 3 di acque. Per la gestione di questo contributo idrico e per il punto di scarico (S2) diverso da quello previsto per le attività propedeutiche al POB (scarico S1), si richiede l emissione di un autorizzazione allo scarico che resterà in vigore, riguardando un area sottoposta a interventi di messa in sicurezza permanente, anche dopo la conclusione delle attività del progetto di bonifica MONITORAGGI DEGLI SCARICHI (S1, S2) DELLE ACQUE La qualità delle acque allo scarico verrà controllata con monitoraggi periodici strutturati come nel seguito. Lo scarico S1 verrà monitorato, per i primi sei mesi dall avvio delle attività, con cadenza mensile. Successivamente, verificata la conformità ai limiti stabiliti, con cadenza semestrale. Lo scarico S2 verrà monitorato mensilmente per il primo anno. Successivamente, verificata la conformità ai limiti stabiliti, con cadenza annuale e per un periodo di n. 4 anni dal termine delle attività di MISP. Al termine di tale periodo, qualora fosse confermata la conformità dei monitoraggio eseguiti, i controlli saranno sospesi. Il set analitico previsto per lo scarico S1 prevede la ricerca dei seguenti parametri, inseriti nella Tab. 3 dell allegato 5 scarichi in acque superficiali del D.Lgs.152/06: ph, temperatura, colore, odore, BOD 5, Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 152

163 COD, idrocarburi totali, escherichia coli, saggio di tossicità acuta. In aggiunta sarà analizzato il parametro IPA totali, non contemplato nella suddetta tabella normativa. Il set analitico previsto per lo scarico S2 prevede la ricerca del parametro idrocarburi totali, inserito nella Tab. 3 dell allegato 5 scarichi in acque superficiali del D.Lgs.152/06. In aggiunta sarà analizzato il parametro IPA totali, non contemplato nella suddetta tabella normativa. Dal momento che lo scarico S1 rappresenta il punto di recapito di n. 4 contributi idrici (quelli descritti nei paragrafi ), sono inoltre previsti autocontrolli periodici su pozzetti di ispezione in uscita dalle rispettive linee di trattamento, con ricerca di parametri specifici, come esplicitato nella richiesta di autorizzazione allo scarico (Allegato 16) EMISSIONI IN ATMOSFERA DELL IMPIANTO DI DESORBIMENTO TERMICO L unico punto di emissioni convogliate (nel seguito denominato E1 ) previste nel POB e per il quale viene richiesta un autorizzazione provvisoria, è costituito dallo scarico dell impianto di desorbimento termico installato all interno della piattaforma polifunzionale per il trattamento rifiuti prodotti durante le attività di bonifica e messa in sicurezza. Al camino del punto di emissione E1 sono convogliati i fumi della combustione dei due bruciatori a metano (a servizio rispettivamente del tamburo di desorbimento termico e del post-combustore ossidativo), nonché i fumi della combustione dei composti organici vaporizzati dai rifiuti alimentati al sistema. La massima portata prevista del punto di emissione E1 è pari a Nmc/h. I rifiuti che sono sottoposti a trattamento termico nell impianto, presso la piattaforma polifunzionale di progetto, sono costituiti da terreni, che presentano contaminazione prevalente da Idrocarburi Policiclici Aromatici. Gli inquinanti potenzialmente emessi in atmosfera dal camino E1 sono pertanto gli IPA e le polveri trasportate dal flusso di aria durante l essiccazione dei terreni. Per la descrizione dei sistemi di trattamento dell aria previsti, si rimanda al Paragrafo La seguente tabella indica i parametri monitorati ed i relativi limiti di emissione in atmosfera. Tabella 37 Parametri del monitoraggio emissione E1 Parametro da monitorare Polveri totali (come valore medio giornaliero, per un periodo di campionamento di 8 ore) Sostanze organiche sotto forma di gas e vapori, espresse come carbonio organico totale (COT) (come valore medio giornaliero, per un periodo di campionamento di 8 ore) Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (come valore medio giornaliero, per un periodo di campionamento di 8 ore) Limite emissione 10 mg/nm 3 10 mg/m 3 0,01 mg/nm 3 Ossidi di azoto (come valore medio giornaliero, per un periodo di campionamento di 8 ore) 200 mg/nm 3 Monossido di carbonio (come valore medio giornaliero, per un periodo di campionamento di 8 ore) Biossido di zolfo (SO2) (come valore medio rilevato per un periodo di campionamento di 8 ore) 50 mg/nm 3 50 mg/nm 3 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 153

164 Le caratteristiche costruttive del punto di emissione in atmosfera E1 sono le seguenti: Tabella 38 caratteristiche punto di emissione E1 Punto di emissione Descrizione Trattamento Portata di esercizio (Nm 3 /h) Durata emissione (h/giorno) Altezza minima (m) Temperatura ( C) Sezione (m 2 ) Diametro camino (mm) E1 Emissione da desorbitore termico Ciclone Post-combustione a C Filtro a maniche , Per il monitoraggio delle emissioni dagli impianti di trattamento, verrà attuato un campionamento con cadenza settimanale con prelievo di campioni dal camino posto in corrispondenza del punto di emissione individuato (E1): Tabella 39 Quadro riepilogativo del monitoraggio del punto di emissione E1 Sommatoria IPA (esplicitati nella colonna a fianco) Polveri Totali (PTS) PM10 COT CO SO 2 NOx MONITORAGGIO E1 PARAMETRI FREQUENZA LIMITI Benz [a]antracene Dibenz[a,h]antracene Benzo[b]fluorantene Benzo[j]fluorantene Benzo[k]fluorantene Benzo[a]pirene Dibenzo[a,e]pirene Dibenzo[a,h]pirene Dibenzo[a,i]pirene Dibenzo[a,l]pirene Indeno [1,2,3 cd]pirene settimanale D.lgs 152/06, Parte Quinta, Parte II dell allegato I I valori ottenuti verranno confrontati con i limiti imposti dal D.lgs 152/06, Parte Quinta, Parte II dell allegato 1. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 154

165 13 PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE La presente sezione è volta alla definizione di tutti i controlli da effettuare per la valutazione complessiva degli interventi proposti per la bonifica e la messa in sicurezza dell area in esame. Al fine di verificare in corso d opera l incidenza sull ambiente di eventuali impatti delle lavorazioni previste, sarà attuato un piano di monitoraggio delle diverse matrici ambientali, come schematizzato nel quadro sinottico riportato in Allegato 17. In linea generale, le attività di monitoraggio e controllo dovranno essere eseguite da tecnici esperti in tematiche ambientali, formati in ambito di sicurezza sul lavoro e dotati di tutte le apparecchiature ed attrezzature necessarie al corretto svolgimento delle attività previste. Si specifica che tutte le attività di controllo e monitoraggio periodiche nel seguito descritte (tranne quelle per cui è previsto un monitoraggio automatico in continuo), saranno oggetto di comunicazione agli Enti di controllo preposti (Comune, ARPA, ASUR, Provincia), da inviarsi con almeno 15 giorni di preavviso al fine di poter permettere l eventuale contraddittorio. Si precisa che alcune tipologie di monitoraggio (es. rumore, polveri, etc.), potranno essere svolte solo in determinate condizioni meteoclimatiche, pertanto le date di effettiva esecuzione dei monitoraggi potranno essere condivise solo nel breve periodo con gli enti partecipanti al contraddittorio. Il presente piano di monitoraggio non tiene in considerazione dei monitoraggi integrativi eventualmente previsti dal PSC che dovrà essere redatto preliminarmente all avvio dei lavori ANALISI E MONITORAGGIO DEGLI IMPATTI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI DECOMMISSIONING (FASE 01) Come specificato in precedenza, la fase di decommissioning (che comprende anche le attività di rimozione dei materiali contenenti amianto) è preliminare a quelle della bonifica del sottosuolo e della Messa in Sicurezza Permanente e prevede differenti azioni o opere di mitigazione sulle matrici ambientali interessate. Nella fase in oggetto, le componenti ambientali individuate come potenzialmente critiche dal punto di vista degli impatti, sono le seguenti Matrice aria e atmosfera L impatto potenziale sulla matrice considerata potrebbe, in questa fase essere rappresentato sia dalla potenziale diffusione di polveri create dalle lavorazioni (es. demolizioni degli stabili), sia dall utilizzo in fase operativa dei mezzi d opera e degli impianti di trattamento dei rifiuti presenti in sito durante questa fase delle attività. In fase di progettazione degli interventi, nel mese di giugno 2015 è stato eseguito un monitoraggio anteoperam delle polveri e delle emissioni in atmosfera, al fine di ottenere uno scenario rappresentativo del bianco (inteso come situazione priva di lavorazioni ed interventi) presente in Sito. Nella seguente immagine si riportano i n. 4 punti di prelievo perimetrali dei campioni di polveri ed emissioni, i cui risultati sono riepilogati nella successiva Tabella 40, mentre i relativi certificati analitici sono presenti in Allegato 18. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 155

166 Immagine 38 - Stazioni di rilievo ante-operam della qualità dell'aria Tabella 40 - Rilievi ante-operam della qualità dell'aria: riepilogo risultati Parametri Stazioni di prelievo Denominazione u.m. P1 P2 P3 P4 Polveri frazione PM10 µg/mc Polveri totali sospese (PTS) µg/mc Benzene µg/mc < 1 < 1 < 1 < 1 Toluene µg/mc Etilbenzene µg/mc 1 < 1 < 1 < 1 m,p-xilene µg/mc 3 1 < 1 1 o-xilene µg/mc 1 1 < 1 1 Trimetilbenzeni µg/mc Ossidi di Azoto (NO2) µg/mc Ossidi di Zolfo (SO2) µg/mc < 1 < 1 < 1 < 1 Monossido di carbonio (CO) mg/nmc < 1 < 1 < 1 < 1 Naftalene µg/mc 2,3 2,5 < 0,1 2,3 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 156

167 Le emissioni di polveri accompagnano le attività di un cantiere dalle operazioni di predisposizione sino a quelle della sua dismissione. Peraltro tali emissioni sono destinate a variare notevolmente nel tempo, non solo in funzione delle fasi di lavorazione e dei livelli di attività, ma anche in funzione delle condizioni meteorologiche in atto. Al fine di contenere i livelli di particolato atmosferico, diventa quindi necessaria la sistematica adozione di idonei interventi di prevenzione e controllo. I più comuni metodi, da applicarsi all occorrenza, sono la bagnature delle terre, dei materiali polverulenti e delle piste di cantiere, nonché la riduzione della velocita dei mezzi. Nel seguito vengono riportati i dettagli dei diversi impatti prevedibili dalle lavorazioni in oggetto, le opere/attività di mitigazione previste ed i monitoraggi in corso d opera da mettere in atto: Polveri causate dalle attività di demolizione: occorrerà valutare delle azioni di mitigazione, come la possibilità di utilizzare sistemi di nebulizzazione di acqua durante le fasi di demolizione o la bagnatura preventiva delle strutture. Polveri causate dagli impianti di trattamento: verrà considerata la possibilità di un eventuale copertura delle sezioni più critiche dal punto di vista delle emissioni di polveri degli impianti di trattamento o l eventuale bagnatura dell area di lavoro della piattaforma polifunzionale durante alcune fasi delle lavorazioni. Polveri causate dal transito dei mezzi d opera: i mezzi utilizzati saranno dotati di cassoni con teli impermeabili in modo da coprire il materiale di risulta dalla fase di decommissioning durante le operazioni di transito nell area cantiere. Inoltre, qualora non si utilizzassero mezzi d opera con cassoni, per la movimentazione di ulteriori materiali saranno utilizzati idonei contenitori (es cassoni scarrabili a tenuta, big bags, fusti, cisterne, etc.) atti a limitare l eventuale diffusione di polveri. Emissioni diffuse causate dal transito dei mezzi d opera: come attività di mitigazione è stata prevista la limitazione dei tragitti percorsi ed un attenta manutenzione dei mezzi utilizzati. Il monitoraggio delle polveri e delle emissioni, durante questa specifica attività prevede prelievi a cadenza semestrale di campioni di aria tramite attrezzatura specifica, per l analisi dei parametri ricercati in fase ante operam (Tabella 40); tali prelievi verranno eseguiti in corrispondenza delle stesse n. 4 stazioni perimetrali (Immagine 38) utilizzate per l ante-operam. Fibre aerodisperse: in questo caso la matrice interessata potrebbe essere contaminata, durante la rimozione di MCA, da fibre di amianto aerodisperse. Preliminarmente alla fase di rimozione di MCA, il Piano di Lavoro, che contiene le informazioni sull ubicazione dei materiali contenenti amianto e loro caratteristiche in relazione alla friabilità o compattezza del materiale, indicherà in maniera dettagliata, oltre ai criteri di lavorazione, le tecniche previste per eliminare i potenziali impatti. Il monitoraggio previsto consiste nel prelievo di campioni di aria, per tutta la durata della fase di bonifica e rimozione dei MCA, tramite campionatori mobili. Nel Piano di Lavoro verranno dettagliate le modalità, la frequenza e l ubicazione dei punti da sottoporre a monitoraggio durante le specifiche lavorazioni Rumore La realizzazione dei lavori previsti in questa fase, determinano emissioni sonore legate all utilizzo di impianti e di mezzi d opera intrinsecamente rumorosi. La fase di esercizio è caratterizzata da emissioni acustiche dovute al traffico veicolare e all utilizzo di impianti di trattamento. A tale riguardo, a partire dai dati acquisiti durante un rilievo ante operam e dalle ipotesi progettuali legate agli scenari operativi più Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 157

168 critici per quanto concerne gli impatti acustici, è stato elaborato uno studio previsionale di impatto acustico, riportato in Allegato 19. Recependo quanto derivante dalle simulazioni effettuate, durante le lavorazioni saranno prese in considerazione ed attuate le misure di mitigazione previste per alcune fasi lavorative. Inoltre, al fine di eseguire le diverse tipologie di attività previste dal cantiere, sulla base di quanto emerso dallo studio svolto, con l approvazione del presente progetto viene richiesta la deroga ai limiti di emissione ed agli orari per alcune lavorazioni temporanee del cantiere. Relativamente alla FASE 01 delle lavorazioni, gli scenari simulati nello studio acustico hanno preso in considerazione i seguenti impatti, riepilogati brevemente. Rumore generato dagli impianti di trattamento delle macerie prodotte nella fase di decommissioning e dell impianto di trattamento chimico-fisico delle acque, che saranno presenti nella Piattaforma polifunzionale durante questa fase dei lavori. Allo stesso tempo sono stati presi in considerazione gli impatti generati dai mezzi che opereranno all interno della piattaforma polifunzionale per lo spostamento dei materiali. Rumore generato dalle attività e dai mezzi d opera di cantiere: per la valutazione di tali impatti sono stati presi in considerazione i mezzi e gli strumenti che verranno utilizzati durante le lavorazione nelle diverse zone del Sito, sia per l esecuzione delle attività di rimozione dei MCA, sia per le attività di decommissioning degli impianti e delle strutture. Il piano di monitoraggio prevede l esecuzione di n.1 rilievo fonometrico effettuato da parte di un tecnico abilitato, durante l esecuzione dei lavori di demolizione in corrispondenza dei recettori ritenuti sensibili dal tecnico competente in materia Matrice sottosuolo ed acque sotterranee Durante la fase di decommissioning in aree non pavimentate o comunque rientranti nella fase di demolizione, potrebbero verificarsi, nonostante tutti i presidi di sicurezza adottati, dei percolamenti accidentali dovuti alle operazioni di lavaggio o pulizia degli impianti dismessi. Al fine di controllare lo stato di qualità del sottosuolo durante tali fasi di lavoro, verranno monitorate: Acque sotterranee: il monitoraggio in questo caso ha lo scopo di verificare ed esaminare le variazioni che intervengono nell ambito delle acque sotterranee in modo da poter intervenire in maniera puntuale. Preventivamente, le opere o azioni previste per evitare/limitare l impatto inquinante sulla matrice interessata riguardano l esigenza di allestire aree impermeabili o pavimentate, dove effettuare le lavorazioni sopra descritte, in modo da evitare qualsiasi tipo di percolamento accidentale nello strato insaturo del sottosuolo e/o l entrata in contatto con le acque sotterranee. Il piano di monitoraggio di questa matrice ambientale prevede il prelievo, a cadenza quadrimestrale per tutta la durata dei lavori specifici della FASE 01, di campioni di acqua sotterranea dalla rete piezometrica presente in sito e quindi successiva analisi chimica dei parametri IPA ed idrocarburi totali. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 158

169 13.2 ANALISI E MONITORAGGIO DEGLI IMPATTI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI DECOMMISSIONING FASE 02 (DEMOLIZIONE DEGLI ELEMENTI DI SEPARAZIONE TRA CIELO E TERRA ) E DELLA FASE 03 (BONIFICA DEL SOTTOSUOLO E MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE DELL AREA VASCA DI PRIMA PIOGGIA ) Secondo quanto finora esposto all interno del progetto di bonifica, in considerazione del fatto che le attività prevedono la bonifica di tutta l area stabilimento e di una porzione della sponda fiume, nonché la realizzazione dei presidi di messa in sicurezza permanente dell area vasca di prima pioggia è indispensabile prendere in considerazione l impatto che tali operazioni potrebbero avere sulle diverse componenti ambientali. Il presente piano di monitoraggio e di controllo, prevede quindi che le operazioni di scotico preliminare ed il successivo scavo all interno di ciascuna area di intervento, vengano monitorate in maniera costante in modo da evitare o comunque ridurre l impatto sulle diverse matrici inquinabili: aria, rumore e sottosuolo. Allo stesso tempo, tali matrici andranno monitorate durante l esecuzione delle attività di realizzazione della messa in sicurezza permanente dell area vasca di prima pioggia Matrice aria e atmosfera Come per lo stadio progettuale precedente (decommissioning), la matrice atmosferica potrebbe essere impattata dalla diffusione di polveri ed emissioni, dovute in entrambi i casi alla movimentazione dei mezzi ed all utilizzo di impianti di trattamento (desorbitore termico). Nel dettaglio, il piano di monitoraggio prevede che le polveri vengano gestiste in maniera da mitigare gli effetti negativi, e in dettaglio: Polveri causate da transito dei mezzi d opera. Per quanto riguarda la viabilità dell area di cantiere, si provvederà a mantenere puliti i tratti viari interessati e a limitare i tragitti percorsi dai mezzi d opera. Per prevenire le eventuali emissioni di polvere da terre e/o altri materiali polverulenti durante i trasporti. Inoltre come precedentemente specificato, i mezzi utilizzati saranno dotati di cassoni con teli impermeabili in modo da coprire il materiale da trasportare presso la piattaforma polifunzionale o verso l esterno. Polveri causate da impianti di trattamento: come fasi di pretrattamento, preliminari al desorbitore termico, sono state ipotizzate la triturazione, la vagliatura e l omogeneizzazione del materiale da bonificare; quindi, per limitare l impatto svantaggioso di tali processi, si considererà l eventualità di utilizzare una tensostruttura per la copertura delle parti più critiche degli impianti stessi associata all eventuale bagnatura (da valutarsi all occorrenza sulla base della tipologia di materiale processato e delle condizioni meteoclimatiche) dell area di lavoro della piattaforma polifunzionale, durante tutte le fasi di lavorazione. Polveri in atmosfera causate da attività di scavo: durante tale attività verranno prese in considerazione misure precauzionali per evitare l impatto inquinante come l utilizzo, all occorrenza, di cannoni nebulizzanti in corso d opera. Emissioni diffuse causate dal transito e dall utilizzo dei mezzi d opera: una frazione delle emissioni in atmosfera conseguenti alle attività di un cantiere è da attribuire al traffico di mezzi dovuto al trasporto del materiale rimosso durante la bonifica del sottosuolo; per mitigare questo impatto verranno limitati i tragitti di movimentazione del materiale ed effettuata un attenta manutenzione dei mezzi utilizzati. Emissioni puntuali causate dall utilizzo di impianti di trattamento: per il trattamento dei terreni derivanti dalla bonifica del sottosuolo, il progetto prevede l utilizzo di impianti di trattamento (desorbitore termico) le cui emissioni potrebbero apportare, se non gestite in maniera adeguata, Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 159

170 un impatto negativo sulla matrice considerata. Gli impianti utilizzati, configurandosi come impianti di trattamento rifiuti, verranno autorizzati preventivamente (autorizzazione ex Art. 208 D.lgs 152/2006), quindi in fase preliminare, saranno già definiti dei sistemi di abbattimento e filtraggio specifici per la riduzione delle emissioni di agenti inquinanti in atmosfera. Il piano di monitoraggio prevede le seguenti modalità: a. In corrispondenza delle n. 4 stazioni perimetrali (Tavola 22) oggetto del monitoraggio ante operam di cui al precedente Paragrafo Prelievo, a cadenza semestrale e per tutta la durata delle lavorazioni, di campioni di aria da sottoporre alla determinazione dei seguenti parametri: Tabella 41 Parametri ricercati per il monitoraggio delle emissioni PARAMETRI Benzo [a]antracene Dibenz[a,h]antracene Benzo[b]fluorantene Benzo[j]fluorantene Polveri Totali (PTS) PM10 COT CO IPA Benzo[k]fluorantene SO 2 Benzo[a]pirene NOx Dibenzo[a,e]pirene Dibenzo[a,h]pirene Dibenzo[a,i]pirene Dibenzo[a,l]pirene Indeno [1,2,3 cd]pirene. b. In corrispondenza del camino di uscita del desorbitore termico (punto emissione E1 ) Prelievo, a cadenza settimanale e per tutta la durata delle lavorazioni che implicano l utilizzo del desorbitore termico, di campioni di aria per la determinazione dei parametri precedentemente elencati in Tabella 41. I risultati verranno confrontati con i limiti imposti dal D.lgs 152/06, Parte Quinta, Parte II dell Allegato Rumore Come per la precedente fase di decommissioning, anche durante le attività di bonifica del sottosuolo e di messa in sicurezza permanente, bisognerà tener conto in maniera concreta dell impatto acustico derivante dalle lavorazioni. Anche tali fasi delle lavorazioni (FASE 02 e FASE 03) sono state oggetto dello studio previsionale di impatto acustico, precedentemente citato e riportato in Allegato 19 Relativamente alle FASI 02 e 03 delle lavorazioni, gli scenari simulati nello studio acustico hanno preso in considerazione i seguenti impatti, riepilogati brevemente. Rumore generato dagli impianti di trattamento che saranno presenti nella Piattaforma polifunzionale durante questa fase dei lavori (recupero inerti, soil washing, desorbitore termico e Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 160

171 trattamento chimico-fisico delle acque). Allo stesso tempo sono stati presi in considerazione gli impatti generati dai mezzi che opereranno all interno della piattaforma polifunzionale per lo spostamento dei materiali. Rumore generato dalle attività e dai mezzi d opera: per la valutazione di tali impatti sono stati presi in considerazione i mezzi e gli strumenti che verranno utilizzati durante le lavorazioni nelle diverse zone del Sito (operando per lotti), sia per l esecuzione delle attività di demolizione delle pavimentazioni, sia per gli scavi e le movimentazioni del terreno, sia infine per le attività di realizzazione degli interventi di messa in sicurezza permanente nell area vasca di prima pioggia. Il piano di monitoraggio prevede l esecuzione di n.1 rilievo fonometrico effettuato da parte di un tecnico abilitato, durante l esecuzione dei lavori di rimozione del terreno Matrice sottosuolo ed acque sotterranee Le fasi di scavo e trattamento del terreno, se non correttamente gestite, potrebbero provocare un impatto inquinante causato da percolamenti accidentali nel sottosuolo, con il potenziale rischio di contaminazione delle acque sotterranee; è previsto quindi un monitoraggio per le acque sotterranee al fine di controllare le eventuali interferenze che le operazioni di scavo potrebbero apportare. Acque sotterranee: il monitoraggio in questo caso ha lo scopo di assodare che le operazioni di scavo durante la fase di bonifica area stabilimento e sponda fiume nonché dagli interventi di MISP, non influiscano in alcuna maniera sulla matrice ambientale considerata. Come azione preventiva è prevista la copertura dei fronti di scavo durante i periodi di inattività, in modo da evitare percolamenti dovuti al contatto con acqua piovana, e l aspirazione e conferimento delle acque di aggottamento ed infiltrazione presso gli impianti individuati. Il piano di monitoraggio di questa matrice ambientale prevede il prelievo, a cadenza quadrimestrale per tutta la durata dei lavori specifici, di campioni di acqua sotterranea dalla rete piezometrica presente in sito durante le varie fasi di lavoro e la conseguente analisi chimica dei parametri specifici (IPA ed Idrocarburi Totali). I risultati di tali monitoraggi saranno confrontati con valori limite (CSC) previsti dal D.Lgs. 152/06 per la matrice acque sotterranee riferiti agli specifici parametri ricercati (IPA e Idrocarburi totali) MONITORAGGIO POST OPERAM Nei precedenti Paragrafi sono stati affrontati gli impatti, le misure di mitigazione ed i monitoraggi previsti sulle matrici ambientali durante l esecuzione di tutte le fasi di lavoro previste dal presente progetto. Nel presente paragrafo verranno invece riepilogate le modalità e le frequenze dei monitoraggi previsti al termine delle operazioni, al fine di verificare, per un congruo periodo temporale, il perdurare di uno scenario ambientale compatibile con i riferimenti normativi vigenti in ambito ambientale. In particolare, al termine delle attività previste dal presente progetto, il Sito risulterà bonificato nelle aree sottoposte agli interventi descritti nei precedenti paragrafi (Area Stabilimento ed aree Sponda Fiume), mentre nell area denominata Vasca di Prima Pioggia saranno operativi i presidi realizzati per assicurarne la Messa in Sicurezza Permanente. Allo stesso tempo, i cantieri di decommissioning, bonifica e Messa in Sicurezza Permanente, risulteranno non più attivi e tutti gli impianti ed i mezzi utilizzati in corso d opera per l esecuzione di tali attività saranno stati rimossi dal Sito. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 161

172 Pertanto i potenziali impatti sulle diverse matrici ambientali prese in considerazione in precedenza, non essendo più presenti in sito sorgenti di tipo rumoroso od emissivo (impianti, mezzi d opera, attività di demolizione o scavo, etc.), si ridurranno ai soli impatti nei confronti delle acque sotterranee, potenzialmente derivanti dalla percolazione e dal contatto di acque di infiltrazione con il terreno in posto, seppur conforme agli obiettivi di bonifica previsti per ogni area del Sito. Di conseguenza, i monitoraggi post-operam, saranno finalizzati alla sola verifica temporale del perdurare della conformità delle acque sotterranee nel Sito rispetto alle CSC previste dal D.Lgs. 152/06. In particolare, dal momento che è possibile individuare due differenti zone del Sito, sottoposte a differenti interventi (Bonifica e Messa In Sicurezza Permanente), è possibile individuare e prevedere due diverse tipologie (per modalità e durata) di monitoraggio da attuare Monitoraggio post-operam delle aree sottoposte a bonifica Nel corso delle attività di bonifica del sottosuolo (e parzialmente durante la seconda fase del decommissioning) saranno di volta in volta asportati/danneggiati/distrutti quasi tutti gli attuali piezometri presenti nel Sito. Pertanto, al termine di ogni lavorazione sui singoli Lotti di intervento si procederà alla perforazione di nuovi piezometri, in una posizione compatibile con le future lavorazioni previste sull area. I piezometri saranno realizzati con tubazioni cieche e fessurate di diametro pari a 4, completati con idoneo dreno circostante e proteggendone la testa pozzo con chiusini carrabili apribili o funghetti metallici lucchettabili. Al termine delle lavorazioni, come illustrato in Tavola 22 e nella seguente Immagine 39 sarà presente una rete di controllo delle acque sotterranee costituita dai seguenti piezometri, suddivisi per Lotti di appartenenza, in modo tale da poterne individuare la fase temporale a partire dalla quale saranno operativi per il monitoraggio post-operam. Lotto 1: n. 6 piezometri (PZ01 PZ06); Lotto 2: n. 4 piezometri (PZ07 PZ10); Lotto 3: n. 2 piezometri (PZ11 PZ12); Lotto 6: n. 3 piezometri (PZ13 PZ15); Lotto 5: n. 4 piezometri (PZ1-E, PZ2-E, PZ3-E, PZ4-E, coincidenti con quelli che saranno realizzati per il monitoraggio post-operam dell area di MISP). Il monitoraggio post-operam delle aree sottoposte a bonifica avrà inizio a partire dal termine delle attività di collaudo dei Lotti bonificati e dal ripristino/realizzazione della nuova rete di controllo e secondo le seguenti modalità, cadenze e durata: Modalità: prelievo di campioni di acqua sotterranea dai piezometri di controllo, tramite campionamento in dinamico (o statico qualora le condizioni di ricarica dei piezometri non permettano lo spurgo preliminare), previo spurgo di 3-5 volumi delle acque presenti all interno del piezometro. Le acque di spurgo dovranno essere gestite secondo la normativa vigente in materia di rifiuti. I campioni così prelevati, confezionati in bottiglie di idonea capacità e materiale, una volta etichettati ed identificati in maniera univoca, verranno conservati ad idonee temperature ed inviati a laboratorio certificato per l esecuzione delle analisi entro i tempi previsti dagli holding time delle metodiche analitiche da utilizzare. I campioni saranno sottoposti alla ricerca dei parametri Idrocarburi Totali ed IPA, da confrontarsi con le CSC di riferimento. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 162

173 Cadenza: semestrale per i primi due anni ed annuale per i successivi due anni. Durata: n. 4 anni dal collaudo degli scavi del Lotto bonificato. Immagine 39 Ubicazione dei nuovi piezometri di monitoraggio delle acque sotterranee Monitoraggio post-operam dell area sottoposta a Messa in Sicurezza Permanente Come specificato in precedenza (rif. Paragrafo ), nell area sottoposta agli interventi di messa in sicurezza permanente, verranno realizzati alcuni piezometri di controllo (interni ed esterni al diaframma plastico di confinamento verticale) al fine di monitorare la tenuta dello stesso rispetto ad eventuali episodi di contaminazione delle acque sotterranee che dovessero manifestarsi nel corpo della discarica. Nello specifico, saranno realizzati n.2 piezometri di controllo interni al corpo della discarica (PZ1-I, PZ2-I) e n. 4 piezometri esterni al diaframma plastico verticale posto al piede della discarica (PZ1-E, PZ2-E, PZ3- E, PZ4-E). Questi ultimi piezometri avranno la duplice funzione di verifica della tenuta del diaframma, come sopra esplicitato, sia di verifica della qualità delle acque sotterranee nella zona di sponda fiume che è stata oggetto di interventi di bonifica tramite rimozione dei terreni contaminati (Lotto 5a); infatti i Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 163

174 piezometri (di nuova costruzione in quanto quelli attualmente presenti verranno distrutti o resi inutilizzabili durante le operazioni previste in sito) saranno ubicati nell area sottoposta agli interventi di scavo e ripristino per la bonifica del terreno. Pertanto il monitoraggio sarà articolato come di seguito riepilogato: Modalità: prelievo di campioni di acqua sotterranea dai piezometri di controllo, tramite campionamento in dinamico (o statico qualora le condizioni di ricarica dei piezometri non permettano lo spurgo preventivo di 3-5 volumi di acqua), previo spurgo di 3-5 volumi delle acque presenti all interno del piezometro. Le acque di spurgo dovranno essere gestite secondo la normativa vigente in materia di rifiuti. I campioni così prelevati, confezionati in bottiglie di idonea capacità e materiale, una volta etichettati ed identificati in maniera univoca, verranno conservati ad idonee temperature ed inviati a laboratorio certificato per l esecuzione delle analisi entro i tempi previsti dagli holding time delle metodiche analitiche da utilizzare. I campioni saranno sottoposti alla ricerca dei parametri Idrocarburi Totali ed IPA, da confrontarsi con le CSC di riferimento. Cadenza: annuale. Durata: n. 30 anni dal termine e collaudo della Messa in Sicurezza Permanente. Si specifica che in corrispondenza dei piezometri di controllo esterni (PZ1-E, PZ2-E, PZ3-E, PZ4-E) in comune con il monitoraggio post-operam della bonifica del Lotto 5, per i primi 4 anni saranno seguite le modalità (cadenza semestrale per i primi due anni ed annuale per i successivi due anni) di cui al paragrafo precedente; dopodichè verranno utilizzati per il solo monitoraggio post-operam della Messa in Sicurezza Permanente. I piezometri interni (PZ1-I e PZ2-I) verranno monitorati a cadenza annuale GESTIONE DI EVENTUALI CRITICITÀ DURANTE L ESECUZIONE DEL PIANO DI MONITORAGGIO Nel seguito si descrivono le misure di contenimento e mitigazione al momento prevedibili per affrontare eventuali criticità che potrebbero emergere per ogni singola matrice sottoposta ai monitoraggi precedentemente elencati e descritti nel presente Capitolo. In particolare vengono descritte delle misure adottabili suddividendole per matrice impattata; tali attività sono da ritenersi attuabili in corrispondenza di ogni fase lavoro prevista (decommissioning, bonifica e messa insicurezza permanente), adattandola alle attività in corso di effettiva esecuzione. Naturalmente, dal momento che non sono prevedibili tutti gli scenari che possono manifestarsi nel corso di eventuali emergenze o imprevisti, tali misure sono da ritenersi indicative e non esaustive e dovranno essere contestualizzate ed eventualmente integrate ed ottimizzate in corso d opera (a cura della direzione lavori) sulla base dell evento occorso. Per la valutazione delle eventuali criticità si farà riferimento anche ai valori di bianco registrati durante i monitoraggi ante-operam illustrati in precedenza, al fine di poter eseguire confronti e considerazioni sito-specifiche Matrice aria e atmosfera I monitoraggi di controllo per questa matrice riguarderanno fondamentalmente il rilascio di polveri in atmosfera e la qualità delle emissioni. Qualora dovessero sorgere problematiche legate alla presenza di polveri durante le fasi di lavoro, si Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 164

175 dovranno prevedere azioni di contenimento quali: interruzione temporanea delle lavorazioni individuate come origine degli impatti; comunicazione dell evento agli EE.PP. interessati dal procedimento; studio e messa in opera di opere di mitigazione temporanea degli impatti rilevati (es. intensificazione della bagnatura delle aree di lavoro e/o delle piste di transito con cannoni nebulizzatori, riduzione temporanea delle movimentazioni dei mezzi d opera interni al sito, installazione di coperture aggiuntive in corrispondenza di sezioni specifiche degli impianti, etc.). ripresa dei lavori e controllo dell efficacia delle misure di mitigazione adottate, tramite esecuzione di ulteriore campagna di rilievi delle polveri. Se durante i monitoraggi previsti (descritti nei precedenti paragrafi) dovessero sorgere problematiche legate alle concentrazioni delle emissioni durante le fasi di lavoro, si dovranno prevedere azioni di contenimento quali: interruzione temporanea delle lavorazioni individuate come origine degli impatti; comunicazione dell evento agli EE.PP. interessati dal procedimento; studio e messa in opera di opere di mitigazione temporanea degli impatti rilevati (es. riduzione temporanea delle movimentazioni dei mezzi d opera interni al sito per limitare le emissioni diffuse, installazione di sistemi di abbattimento integrativi in corrispondenza di sezioni specifiche degli impianti, etc.). ripresa dei lavori e controllo dell efficacia delle misure di mitigazione adottate, tramite esecuzione di ulteriore campagna di rilievi delle emissioni. Inoltre, durante la fase di decommissioning e nello specifico durante le attività di bonifica e gestione dei materiali contenenti amianto, saranno controllate anche le fibre aerodisperse. Le misure specifiche da adottare nel caso di rilevamenti di superamenti delle soglie di lavoro saranno individuate all interno degli specifici Piani di Lavoro da presentare a cura della ditta incaricata preliminarmente all avvio di tali attività. Nel seguito si riportano le procedure previste allo stato attuale in caso di rilievi di criticità riguardanti le fibre aerodisperse, che potranno essere integrate e/o modificate da parte dei redattori del PSC e/o dei Piani di Lavoro specifici: interruzione temporanea delle lavorazioni individuate come origine degli impatti; irrorazione preventiva con soluzione incapsulante dell area di lavoro in cui si siano registrati i superamenti; comunicazione dell evento agli EE.PP. interessati dal procedimento; studio e messa in opera di opere di contenimento e abbattimento degli impatti rilevati (es. irrorazione di materiale incapsulante, etc.). ripresa dei lavori e controllo dell efficacia delle misure di mitigazione/abbattimento adottate, tramite esecuzione di ulteriore campagna di rilievo Rumore Qualora nel corso dei monitoraggi di controllo previsti, dovessero verificarsi dei superamenti dei valori limite previsti dalla zonizzazione acustica relativa all area di intervento o ai limiti in deroga concessi al Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 165

176 presente progetto, si dovranno prevedere azioni di contenimento quali: interruzione temporanea delle lavorazioni individuate come origine degli impatti; comunicazione dell evento agli EE.PP. interessati dal procedimento; studio e messa in opera di opere di mitigazione temporanea degli impatti rilevati (es. posa di barriere fonoassorbenti mobili in corrispondenza di aree di lavoro specifiche, riduzione temporanea delle movimentazioni dei mezzi d opera interni al sito, etc.). ripresa dei lavori e controllo dell efficacia delle misure di mitigazione adottate, tramite esecuzione di ulteriore campagna fonometrica Matrice sottosuolo ed acque sotterranee Qualora durante il monitoraggio periodico della rete piezometrica presente in Sito dovessero emergere dei superamenti delle CSC di riferimento per i parametri ricercati (IPA ed Idrocarburi Totali), dal momento che con un unico campionamento è difficile individuare e discriminare eventuali anomalie analitiche o possibili impatti temporanei, si considereranno come superamenti effettivi quelli confermati da almeno tre (3) superamenti consecutivi. Pertanto, specificando che durante i campionamenti di controllo di seguito descritti, le attività operative legate al presente progetto continueranno nel normale svolgimento (al fine di eliminare le potenziali fonti di contaminazione che potrebbero aver generato i superamenti in oggetto), si opererà secondo il seguente schema: all evidenza di superamenti delle CSC in uno o più piezometri campionati, verrà data comunicazione agli EE.PP. coinvolti nel procedimento ambientale, proponendo contestualmente una data (successiva di circa 30 gg rispetto al ricevimento dei risultati) in cui effettuare un secondo prelievo in corrispondenza del/i piezometro/i in cui si siano registrati i superamenti; qualora gli esiti del secondo monitoraggio evidenziassero il rispetto delle CSC, verrà data comunicazione agli EE.PP. coinvolti nel procedimento ambientale, evidenziando come i superamenti temporanei riscontrati nei precedenti monitoraggi fossero riconducibili a possibili lavorazioni specifiche che avrebbero potuto generare impatti localizzati; qualora anche il secondo monitoraggio evidenziasse il persistere di superamenti delle CSC, sarà data comunicazione agli EE.PP. coinvolti nel procedimento ambientale, organizzando un terzo campionamento da svolgersi a circa 30gg di distanza dal secondo in corrispondenza degli stessi punti di controllo; nel caso in cui il terzo monitoraggio confermasse la conformità delle CSC di riferimento, verrà data comunicazione agli EE.PP. coinvolti nel procedimento ambientale, evidenziando come i superamenti temporanei riscontrati nei precedenti monitoraggi fossero riconducibili a possibili lavorazioni specifiche che avrebbero potuto generare impatti localizzati; qualora anche il terzo monitoraggio evidenziasse il persistere di superamenti delle CSC, ne verrà data comunicazione agli EE.PP. e verrà temporaneamente interrotta la lavorazione che potrebbe aver dato origine a tali superamenti; studio e messa in opera delle misure di messa in sicurezza di emergenza da prevedersi in corrispondenza del/i piezometro/i in cui siano state rilevate le criticità (es. aspirazione delle acque sotterranee, installazione di impianti provvisori di Pump&Stock/Pump&treat, etc.), con le Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 166

177 comunicazioni e gli adempimenti del caso; all avvio delle misure di messa in sicurezza e contenimento individuate, potranno essere riprese le attività interrotte; continuazione dei controlli periodici in corrispondenza dei piezometri in cui siano state rilevate le criticità, con condivisione con gli enti di controllo delle tempistiche e delle modalità di monitoraggio da prevedersi; nel momento in cui le misure di messa in sicurezza di emergenza adottate siano in grado di ristabilire le condizioni di rispetto delle CSC, si procederà ad effettuare comunicazione agli EE.PP. coinvolti ed alla successiva disinstallazione/conclusione delle stesse. Tale procedura (controllo di n. 3 campionamenti successivi) sarà applicabile, con gli accorgimenti ed aggiornamenti del caso, anche al riscontro di eventuali superamenti riscontrabili durante il monitoraggio post-operam (paragrafo ). Si specifica che qualora si evidenziassero superamenti diffusi e persistenti nelle acque sotterranee, non in linea con l attuale modello concettuale alla base del presente progetto e dell analisi di rischio precedentemente elaborata, sarà necessario condividere le modalità di presentazione di una eventuale variante in corso d opera del progetto di bonifica. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 167

178 14 SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI Tutte le attività previste nel presente documento dovranno essere svolte nel rispetto e in conformità a quanto previsto dal Titolo IV del D.Lgs. 81/2008; pertanto prima dell avvio delle lavorazioni sarà predisposto un PSC specifico in cui verranno recepite tutte le valutazioni e le azioni da attuare relativamente alla salvaguardia e la sicurezza dei lavoratori impiegati. In particolare, tali valutazioni e le eventuali opere di mitigazione da mettere in atto, riguarderanno almeno i seguenti temi, elencati a titolo esemplificativo e non esaustivo: Valutazione dei rischi derivanti dalle lavorazioni; Tipologia, e frequenza dei monitoraggi da attuare (es. rilievi polveri) in corrispondenza dell ambiente di lavoro e del personale impiegato; Utilizzo di DPI specifici da parte dei lavoratori. 15 PIANO TEMPORALE DELLE ATTIVITÀ Le attività complessive previste dal presente progetto e dai suoi allegati ed appendici, sono state suddivise in 3 (tre) macro-fasi di intervento, così identificabili: FASE 01: decommissioning delle strutture fuori terra fanno parte di questa fase le seguenti attività: o o o bonifica, rimozione e invio a smaltimento dei M.C.A.; bonifica industriale e asportazione degli impianti tecnologici; demolizione degli edifici e dei manufatti fuori terra. FASE 02: decommissioning degli elementi di separazione tra cielo e terra (intesi come solai, pavimentazioni e degli elementi eventualmente presenti nel sottosuolo, come tubazioni o manufatti interrati); FASE 03: bonifica ambientale del sottosuolo (Area Stabilimento e Sponda Fiume) e Messa in Sicurezza Permanente dell area Vasca di prima pioggia, che verrà svolta in maniera contestuale alla FASE 02. Nello svolgimento delle attività previste dal complesso del progetto degli interventi per affrontare e dare risoluzione alle passività ambientali rilevate nel Sito, è stata data priorità alle attività di: 1) bonifica dei Materiali Contenenti Amianto (M.C.A.) rilevati in corrispondenza di alcuni dei manufatti dell ex stabilimento industriale; 2) Messa in sicurezza Permanente della porzione di sito denominata Vasca di prima Pioggia, in cui sono state rilevati rifiuti antropici accumulati durante le attività produttive svolte in passato sul Sito mentre era attivo lo stabilimento industriale. L avvio di tali interventi è stato quindi previsto in corrispondenza della prima fase operativa utile in cui, a seguito dell approvazione complessiva di tutte le attività descritte nel presente progetto, sia tecnicamente realizzabile la serie di attività che costituiscono il rispettivo intervento. In particolare, per quanto concerne la bonifica dei M.C.A., essa potrà essere avviata, in corrispondenza delle aree accessibili, preliminarmente alle attività di demolizione degli edifici dell Area Stabilimento, dando priorità alle zone in cui i M.C.A. presentino uno stato di pericolo di attenzione. In corrispondenza Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 168

179 delle aree inizialmente inaccessibili o in corrispondenza di sezioni di impianti in cui non sia possibile operare senza intervenire con specifiche operazioni preliminari atte a rendere attuabile la bonifica degli M.C.A., tale intervento sarà avviato immediatamente dopo tali operazioni preliminari. L avvio delle attività che costituiscono l intervento di Messa in Sicurezza Permanente dell area denominata Vasca di Prima Pioggia è vincolato all esecuzione di attività preliminari atte sia a rendere raggiungibile e fruibile l area di lavoro ai mezzi d opera che dovranno realizzare l intervento, sia ad evitare fenomeni di contaminazione tra l area da bonificare in zona golenale e l area da sottoporre a Messa in Sicurezza Permanente. In particolare, dovrà essere resa accessibile e transitabile ai mezzi d opera (che hanno ingombri laterali medi di circa 5,5m) l attuale strada di collegamento tra la quota dell area Stabilimento (139m s.l.m.m.) e la zona delle operazioni (compresa tra i 109 ed i 121m s.l.m.m.), effettuandone l allargamento ed il consolidamento per permettere il passaggio in sicurezza dei mezzi d opera. Per effettuare tali operazioni sulla strada di accesso e per poter permettere il transito anche sull area Stabilimento dei mezzi d opera, è altresì necessario procedere alla demolizione preliminare degli edifici posti nell area Stabilimento, per rendere fruibile la zona di innesto con la strada di accesso. Una volta effettuate tali operazioni, preliminarmente alla realizzazione del diaframma plastico che costituisce parte integrante della Messa in Sicurezza Permanente si dovrà procedere con la bonifica delle aree golenali di Sponda Fiume ; questa sequenza operativa si rende necessaria al fine di evitare di scavare in prossimità del futuro diaframma, con il rischio di comprometterne la stabilità e tenuta. Pertanto le operazioni di Messa in sicurezza Permanente della Vasca di Prima Pioggia avranno inizio già con la sistemazione della strada di accesso all area di lavoro, il cui avvio è previsto già al termine delle attività di rimozione dei materiali contenenti amianto e delle demolizioni degli edifici presenti nell area stabilimento. Nel seguito si riporta la descrizione delle tempistiche previste per la realizzazione di tutti gli interventi oggetto del presente progetto CRONOPROGRAMMA LAVORI Nell Allegato 20 del progetto si riporta il diagramma di Gantt di dettaglio delle attività previste, suddivise nelle 3 fasi, mentre nel seguito si riporta un riepilogo dello sviluppo temporale dei principali step di intervento previsti nella varie fasi di lavoro; si specifica che nel cronoprogramma e nel piano temporale riepilogativo di cui alla Tabella 42, non sono comprese le tempistiche inerenti le seguenti attività: La redazione dei capitolati di appalto e della documentazione relativa agli adempimenti previsti dalla normativa vigente in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro; L affidamento dei lavori alle ditte per l esecuzione del lavori e la redazione di eventuale progettazione di dettaglio di alcuni interventi specifici. Nella seguente Tabella 42, è riportata la descrizione e lo sviluppo temporale di massima dei principali step di intervento individuati per la realizzazione di tutte le attività oggetto del presente progetto; tali step di intervento sono illustrati graficamente nell allegata Tavola 23. Per il dettaglio di tutte le attività e lo sviluppo temporale degli interventi, suddivisi per FASI, si rimanda al cronoprogramma di cui all Allegato 20. Si precisa che le tempistiche riportate nel seguito e negli allegati citati non tengono conto di eventuali modifiche o integrazioni a seguito di prescrizioni progettuali. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 169

180 Step intervento Tabella 42 - Piano temporale delle attività Descrizione attività previste FASE 01: decommissioning delle strutture fuori terra e bonifica M.C.A. STEP 1 STEP 2 STEP 3 STEP 4 STEP 5 Accantieramento e installazione della Piattaforma Polifunzionale nella sua fase di sviluppo n.1 bonifica MCA in corrispondenza degli edifici/impianti con passività; la bonifica inizierà dagli edifici perimetrali del Sito e da quelli che andranno demoliti nelle adiacenze della Piattaforma per il suo sviluppo (rif. Appendice A) demolizione edifici e manufatti nell'area in cui dovrà essere sviluppata la Piattaforma Polifunzionale e nell'area dove verrà realizzata la nuova vasca di prima pioggia afferente le acque dell'area Stabilimento implementazione Piattaforma Polifunzionale (nella sua fase di sviluppo n.2) e realizzazione della vasca di prima pioggia relativa all'area Stabilimento Bonifica del sottosuolo in corrispondenza del poligono identificato dal sondaggio "S12" (Lotto n.3), al fine di liberare le aree e permettere la successiva implementazione della Piattaforma Polifunzionale STEP 6 esecuzione e termine della FASE 01 di decommissioning edifici area Stabilimento, relativa alla demolizione delle strutture fuori terra, con eventuali interventi specifici di bonifica dei M.C.A. in corrispondenza delle zone precedentemente non accessibili FASE 02: decommissioning degli elementi di separazione tra cielo e terra FASE 03: bonifica ambientale del sottosuolo (Area Stabilimento e Sponda Fiume) e Messa in Sicurezza Permanente dell area Vasca di prima pioggia - Implementazione della Piattaforma Polifunzionale nella sua fase di sviluppo n. 3; - Allargamento e consolidamento della strada di accesso nell area da sottoporre a Messa in Sicurezza Permanente e all area di bonifica in Sponda Fiume; STEP 7 - Inizio delle attività di rimozione e sfalcio della vegetazione nelle aree di intervento nelle zone di sponda fiume; - Demolizione dell'edificio "presa d'acqua" in corrispondenza dell'area sponda fiume nord. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 170

181 Step intervento STEP 8 Descrizione attività previste - Avvio della bonifica del sottosuolo in corrispondenza dello stabilimento in corrispondenza del Lotto n.1, con esecuzione contestuale della FASE 02 (decommissioning degli elementi di separazione tra cielo e terra) in corrispondenza dello stesso Lotto; - Avvio della bonifica del sottosuolo in corrispondenza dell'area di sponda fiume nord (sub-lotto 5a), operando per settori successivi a partire dal poligono "S24 - presso tale poligono verrà valutata la possibilità di dovere eseguire il consolidamento tramite iniezioni (jet-grouting). - Continuazione della bonifica del sottosuolo in corrispondenza del Lotto n. 1; STEP 9 STEP 10 STEP 11 - Bonifica del sottosuolo in corrispondenza dell'area di sponda fiume nord (sub- Lotto 5a), operando per settori successivi e realizzazione arginatura di riva con massi e telo impermeabile in corrispondenza delle aree di scavo che si spingeranno ad una distanza <5 m dall argine. - Conclusione della bonifica del sottosuolo in corrispondenza del Lotto n.1, collaudi e ripristini degli scavi; - Ripristino/realizzazione dei piezometri di monitoraggio in corrispondenza del Lotto n.1; - Conclusione della bonifica del sottosuolo e ripristini (per settori successivi) degli scavi in corrispondenza del sub-lotto 5a, con rimozione parziale degli eventuali consolidamenti in corrispondenza dello scavo intorno al sondaggio "S24" e arretramento della arginatura provvisoria in posizione definitiva. - Avvio della bonifica del sottosuolo in corrispondenza dello stabilimento in corrispondenza del Lotto n.2 con esecuzione contestuale della FASE 02 (decommissioning degli elementi di separazione tra cielo e terra) in corrispondenza dello stesso Lotto; - Demolizione dei manufatti sovrastanti l'area della "Vasca di prima pioggia"; - Regolarizzazione dell'area da sottoporre a MISP e copertura temporanea con teli LDPE e/o TNT nelle zone rimaneggiate, con contestuale realizzazione del tracciato definitivo della strada di accesso alla zona fiume. - Conclusione della bonifica del sottosuolo in corrispondenza del Lotto n.2 e rispristini degli scavi; STEP 12 - Ripristino/realizzazione dei piezometri di monitoraggio in corrispondenza del Lotto n.2; - Realizzazione del diaframma plastico al piede dell'area da sottoporre a MISP. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 171

182 Step intervento Descrizione attività previste - Esecuzione degli sfalci propedeutici e avvio della bonifica del sottosuolo in corrispondenza del sub-lotto 5b, in area sponda fiume ovest; STEP 13 - Successivo ripristino degli scavi del sub-lotto 5b; - Realizzazione del pacchetto di copertura della Messa in Sicurezza Permanente e ripristino dei piezometri interni/esterni di controllo già esistenti. - Bonifica del Lotto n.6 in corrispondenza dell'area di stabilimento con esecuzione contestuale della FASE 02 (decommissioning degli elementi di separazione tra cielo e terra) in corrispondenza dello stesso Lotto; - Conclusione della bonifica del sottosuolo in corrispondenza del Lotto n.6, collaudi e ripristini degli scavi; STEP 14 - Ripristino/realizzazione dei piezometri di monitoraggio in corrispondenza del Lotto n.6; - Realizzazione delle opere di regimazione delle acque superficiali dell area sottoposta a Messa in Sicurezza Permanente; - Piantumazione delle aree di sponda fiume (nord ed ovest) e inerbimento della superficie sottoposta a MISP. - completamento FASE 02 decommissioning in corrispondenza delle aree del Lotto 3; STEP 15 - Disinstallazione delle strutture e degli impianti costituenti la piattaforma polifunzionale, con dismissione delle relative utilities; - Disinstallazione e ripristino dell area ospitante la vasca di prima pioggia provvisoria relativa all area Stabilimento; - Ripristino/realizzazione dei piezometri di monitoraggio in corrispondenza del Lotto n.3 (in parte occupato dagli impianti della piattaforma polifunzionale). Nel complesso, dalla lettura del diagramma di Gantt riportato in allegato, si stima che tutte le attività saranno svolte in 59 mesi lavorativi. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 172

183 16 STIMA DEI COSTI DEGLI INTERVENTI COMPLESSIVI DEL PROGETTO Nel presente capitolo vengono riepilogati i costi stimati per le operazioni descritte nel presente progetto; per il dettaglio delle voci di costo considerate per la stima economica, si faccia riferimento ai computi metrici riportati in Allegato 21. Ai fini della definizione degli importi della garanzia fidejussoria legata all espletamento delle attività di bonifica e messa in sicurezza permanente (FASE 03), è stato prodotto un computo metrico svincolato dal resto degli interventi descritti nel progetto (FASE 01 e FASE 02 decommissioning); il computo degli interventi di bonifica del sottosuolo è stato inoltre suddiviso per Lotti di intervento, al fine di permettere il calcolo dell incidenza della bonifica di ogni singolo Lotto di intervento in considerazione delle modalità di svincolo consecutivo delle aree che si andrà ad attuare (Paragrafo 9.2.3). Si precisa che gli oneri derivanti dalle operazioni di demolizione delle strutture fuori terra, nonché quelli connessi agli oneri di sicurezza, di progettazione e direzione lavori, non rientrano tra gli importi dei costi associabili all esecuzione delle attività specifiche della bonifica ambientale e pertanto non sono da considerarsi per la definizione delle garanzie finanziarie previste dal D.Lgs. 152/06, poiché l art. 240 prevede che le attività di bonifica siano da riferirsi esclusivamente al suolo, sottosuolo ed acque sotterranee. Per la definizione degli oneri sono state utilizzate le voci di costo previste dal Prezziario Regionale della regione Marche (ed. 2014) integrandole, qualora non fossero presenti voci esaustive o applicabili al caso specifico, con voci di costo specifiche elaborate sugli attuali prezzi di mercato per le attività descritte COMPUTO METRICO DEGLI INTERVENTI DI DECOMMISSIONING (FASE 01 E FASE 02) Seppur non ricadenti all interno degli oneri previsti per il calcolo della fidejussione legata agli interventi di bonifica del sottosuolo e messa insicurezza permanente, nel presente paragrafo vengono riassunti gli oneri previsti per l esecuzione delle attività di decommissioning dell area e della bonifica industriale (tra cui quella per la gestione dei M.C.A.), che costituiscono comunque parte integrante degli interventi da sostenere per rendere possibile la bonifica del sottosuolo ed il riutilizzo delle aree. Gli attuali piani urbanistici prevedono la permanenza della ciminiera più alta dell ex stabilimento, pertanto nel computo sono riportati gli oneri relativi ad azioni di manutenzione straordinaria del manufatto e per approfondimenti legati alla sua messa in sicurezza. Per un maggiore dettaglio delle voci di costo utilizzate per tali attività, si rimanda al computo metrico riportato in Allegato 21; nella seguente Tabella 43 vengono sintetizzati i costi totali previsti per l esecuzione delle attività di decommissioning del Sito. Si precisa che nel computo sono riportati anche gli importi derivanti dalla valorizzazione dei rifiuti metallici derivanti dalla dismissione di strutture ed impianti (tali valutazioni sono state effettuate sugli attuali prezzi di mercato, pertanto andranno attualizzate al momento dell esecuzione effettiva dei lavori). Tabella 43 - Riepilogo importi attività di decommissioning (FASE 01 e FASE 02) ATTIVITÀ IMPORTO STIMATO Decommissioning degli impianti e degli edifici, con gestione dei relativi rifiuti ,50 TOTALE ,50 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 173

184 16.2 COMPUTO METRICO DEGLI INTERVENTI DI BONIFICA DEL SOTTOSUOLO E DI MESSA IN SICUREZZA PERMANENTE (FASE 03) Nel presente paragrafo vengono riassunti gli oneri previsti per l esecuzione delle attività di bonifica del sottosuolo delle aree Stabilimento e Sponda fiume e della messa in sicurezza permanente dell area Vasca di prima pioggia ai fini del calcolo dell importo della garanzia fidejussoria prevista dall art. 242 comma 7 del D.Lgs. 152/06. Per un maggiore dettaglio delle voci di costo utilizzate per tali attività, si rimanda al computo metrico riportato in Allegato 21; nella seguente Tabella 44 vengono sintetizzati i costi totali previsti per l esecuzione delle attività, suddividendoli per singoli Lotti di intervento (nei casi della bonifica del sottosuolo) o per macro attività. Tabella 44 - Riepilogo importi attività di bonifica del sottosuolo e messa in sicurezza permanente dell area vasca di prima pioggia (FASE 03) ATTIVITÀ IMPORTO STIMATO Messa in Sicurezza Permanente dell area Vasca di Prima Pioggia ,11 Oneri generali di accantieramento e realizzazione opere comuni , 20 Bonifica del sottosuolo Lotto ,55 Bonifica del sottosuolo Lotto ,64 Bonifica del sottosuolo Lotto ,75 Bonifica del sottosuolo Lotto ,17 Bonifica del sottosuolo sub-lotto 5a ,99 Bonifica del sottosuolo sub-lotto 5b ,66 Monitoraggi ambientali ,50 TOTALE , ALTRI COSTI GENERALI Nella successiva Tabella 45, vengono riportati gli ulteriori costi generali sostenuti finora e/o previsti per permettere l avvio e l esecuzione delle attività quotate nei precedenti paragrafi. Seppur non ricadenti all interno degli oneri previsti per il calcolo della fidejussione legata agli interventi di bonifica del sottosuolo e messa insicurezza permanente, tali importi costituiscono comunque parte integrante degli oneri sostenuti e/o da sostenere per rendere possibile gli interventi di demolizione e successiva bonifica del sottosuolo e messa in sicurezza permanente finalizzati alla restituzione delle aree ad un riutilizzo. Tabella 45 - Riepilogo degli importi legati ad attività generali per la realizzazione degli interventi ATTIVITÀ IMPORTO STIMATO Oneri della sicurezza (2% importo totale) ,16 Progettazione preliminare e caratterizzazione ,48 Progettazione esecutiva degli interventi ,12 Studio idraulico, relazione geologica, rilievi ,00 Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 174

185 ATTIVITÀ IMPORTO STIMATO Coordinamento della sicurezza progettazione e esecuzione (1% importo) ,08 Direzione Lavori e collaudi (2% importi) ,20 Altri costi (analisi integrative, incarichi consulenziali, pulizia preliminare del sito) ,00 TOTALE , RIEPILOGO COMPLESSIVO DEGLI IMPORTI DEGLI INTERVENTI Nella seguente Tabella 46 si riporta il riepilogo degli importi esplicitati nei precedenti paragrafi, per la stima complessiva degli oneri derivanti dall esecuzione di tutti gli interventi propedeutici all esecuzione di quanto previsto nel progetto. Tabella 46 - Costo totale dell'intervento ATTIVITÀ IMPORTO STIMATO Decommissioning (FASE 01 e FASE 02) ,50 Bonifica del sottosuolo e MISP Vasca di prima pioggia (FASE 03) ,57 Costi generali TOTALE ,11 17 CONCLUSIONI Nel presente documento sono stati illustrati gli interventi progettati e previsti per pervenire alla risoluzione delle passività ambientali riscontrate allo stato attuale presso il Sito ubicato in Via Piemonte n. 10, nel territorio comunale di Ascoli Piceno. Gli interventi descritti sono stati progettati nell ottica del raggiungimento degli obiettivi di bonifica individuati durante l iter ed il procedimento avviato, attraverso l utilizzo delle migliori tecniche disponibili a costi sostenibili, sulla base di quanto previsto dall art. 242 del D.Lgs. 152/06, per pervenire ad una sostenibilità ambientale ed economica dell intervento complessivo. In questa ottica, si è inoltre perseguito l obiettivo di minimizzare il conferimento di rifiuti verso l esterno del Sito, utilizzando tecniche di intervento (impianti di trattamento on-site) in grado di massimizzare il recupero dei materiali di risulta per il loro riutilizzo all interno dello stesso Sito una volta resi conformi tramite bonifica e trattamenti mirati. In considerazione della tipologia di interventi ed impianti previsti in Sito, il progetto viene inoltre sottoposto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale; al termine delle procedure ambientali in corso, con l approvazione del progetto, si richiede il rilascio di tutte le autorizzazioni/nulla osta/pareri necessari per lo svolgimento delle attività. Petroltecnica S.p.A. Sito: Ex stabilimento industriale SGL CARBON Via Piemonte, 10 ASCOLI PICENO (AP) 175

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