Chiese nel mondo giappone

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1 Chiese nel mondo giappone Risposte al questionario sulla famiglia Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone Non mancano di parresia evangelica le parole usate dall arcivescovo di Tokyo, mons. Peter Takao Okada, per presentare, il 15 gennaio scorso, la sintesi delle risposte date da vescovi e superiori maggiori del paese alle domande sulle tematiche del prossimo Sinodo dei vescovi. Dopo una premessa generale «gli sforzi per l evangelizzazione del paese hanno prodotto pochi frutti», la costatazione è che in Giappone occorra porsi in una prospettiva nuova: «La prassi pastorale della Chiesa deve partire dalla premessa che la convivenza e il matrimonio civile al di fuori della Chiesa sono diventati la norma». Essa quindi «deve essere un luogo nel quale queste coppie possono trovare un accoglienza che permetta loro di riflettere maggiormente su questi temi». L arcivescovo, inoltre, critica la «mentalità» con cui «le domande e le tematiche di questo questionario sono state elaborate», che non rispecchia la situazione locale. Per questo conclude in questa sorta di «anno della famiglia» convocato dal papa «dobbiamo interrogarci su che cosa significa l espressione famiglia cristiana». Stampa ( ) da sito web nostra traduzione dall inglese. Poiché il tempo concesso per l inoltro delle risposte al documento preparatorio della Segreteria generale era limitato, la Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone ha chiesto di rispondere al questionario solo ai vescovi e ai superiori maggiori maschili e femminili. Poi le loro risposte sono state inviate a vari esperti, sia laici sia chierici, perché le commentassero. Poiché i vescovi e i religiosi hanno a che fare con diverse situazioni familiari, conoscono bene i problemi delle famiglie, e noi crediamo che le loro risposte riflettano bene la situazione delle famiglie in Giappone. Premessa Prima di rispondere direttamente alle domande formulate dalla Segreteria del Sinodo, presentiamo, a mo di riferimento, un profilo della situazione della famiglia in Giappone e degli sforzi della Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone per rispondere a questa situazione. Benché i missionari giunti in Giappone siano stati pieni di entusiasmo e di dedizione, i loro sforzi per l evangelizzazione del paese hanno prodotto pochi frutti. Il numero dei battezzati resta basso. È doloroso constatare che oggi in Giappone i cattolici, compresi gli immigrati, sono solo circa 1 milione. Ciononostante crediamo che possano offrire un notevole contributo all evangelizzazione del Giappone. 1. La situazione attuale della Chiesa cattolica in Giappone In base alle ultime statistiche (2012) vi sono circa cattolici giapponesi, pari allo 0,35% della popolazione. I cattolici immigrati e i residenti temporanei provenienti da molti paesi accrescono questo numero. Nonostante i generosi sforzi dei missionari, i cattolici restano una minoranza nella società e anche in famiglia. Circa il 54% dei battezzati ogni anno è costituito da adulti; il 76% dei matrimoni dei cattolici avviene con un partner non cattolico. I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

2 Anche se i membri della Chiesa hanno offerto notevoli contributi ai settori dell istruzione, del welfare e della sanità, tutti molto apprezzati, è innegabile che le possibilità di influenzare la società con i valori e gli insegnamenti del Vangelo sono fortemente limitate. 2. La Chiesa cattolica e la situazione attuale della famiglia in Giappone In seguito alla sconfitta nella guerra d Asia-Pacifico (seconda guerra mondiale), il Giappone ha concentrato le sue energie sulla ripresa economica, con il governo e le imprese profondamente impegnati nella crescita economica. Di conseguenza, sono migliorati il tenore di vita e il livello d istruzione della nazione. Ma le persone hanno dovuto pagare a caro prezzo questa crescita economica. Alcuni di questi costi sono stati pagati dalla famiglia e per questo molte famiglie sono attualmente in crisi. Le famiglie dei cattolici non sono state risparmiate da questa situazione. I problemi possono essere sintetizzati sotto tre voci generali. a) Indebolimento dei legami familiari Fra il 1954 e il 1970, un periodo di alta crescita economica, molti si sono trasferiti dalle campagne nelle grandi città e nelle aree attorno a esse. Questo ha condotto a una prevalenza della «famiglia nucleare» formata da due generazioni (genitori e figli) e al declino della famiglia di tre generazioni (nonni, genitori e figli), al punto che è diventata una rarità. Il tempo e le energie dei mariti si esaurivano nel lavoro e le mogli, che in precedenza si occupavano a tempo pieno della famiglia, cominciarono a lavorare part-time fuori casa. I figli, al termine delle ore passate a scuola, erano assorbiti in attività extra curricolari o dalle cram school (scuole che offrono corsi accelerati con tutor in vista dei test d ammissione all università; ndt) fino a tarda sera. Di conseguenza, sono diminuiti notevolmente i pasti condivisi o le altre opportunità di ritrovarsi insieme come famiglia. È diventato difficile per le famiglie ritrovarsi per conversare o condividere la compagnia. Sia nelle aree urbane sia in quelle rurali, è aumentato il numero delle persone che vivono sole, con un conseguente aumento della solitudine e dell ansia. Cresce il numero delle persone che muoiono sole o senza alcun legame con altre. La società giapponese può essere definita una società «scollegata». Perciò la società giapponese postbellica è diventata una società nella quale i legami familiari si sono generalmente indeboliti e il sostegno reciproco fra i membri della famiglia è diventato difficile. b) Poche nascite, società che invecchia La speranza di vita in Giappone è notevolmente aumentata: l anno scorso, a livello mondiale, le donne erano al primo posto e gli uomini al quinto. Questo, sommato al calo delle nascite, fa sì che la società giap- ponese invecchi. Di conseguenza, aumenta sulla generazione più giovane il peso della cura delle persone anziane. Non è insolito, ad esempio, che una coppia debba prendersi cura di tutti e quattro i genitori. Si nota questa tendenza anche nella Chiesa, dove alla celebrazione eucaristica vi sono molte persone anziane e pochi bambini. Benché il governo giapponese abbia varato delle misure per ridurre il peso della cura sanitaria e della cura a lungo termine delle persone anziane, il peso economico sulle famiglie e sugli individui continua a crescere. La domanda su come trascorrere la propria età avanzata è una questione fondamentale per ciascuno. Il prendersi cura delle persone anziane non è solo un peso economico; è anche un peso psicologico. Allungare semplicemente la vita non è in sé una buona notizia. Occorre costruire una società che assicuri uno spazio adeguato al suo interno per le persone anziane in termini di sostegno e servizi. La Chiesa deve coinvolgersi offrendo il proprio contributo pratico per affrontare questa sfida. D altra parte, il calo del tasso di natalità è un problema serio. Sempre più spesso, molte coppie non desiderano avere più di un figlio. Questo per vari motivi, fra cui le dimensioni ridotte dell appartamento, la difficoltà di prendersi cura dei bambini piccoli, il lavoro delle madri fuori casa, l elevato costo dell istruzione dei figli. Dove la famiglia nucleare è diventata la norma, la famiglia allargata non ha a disposizione più alcuna assistenza e cura per i bambini. Benché da tempi immemorabili mettere al mondo e allevare figli sia stata la norma, ora registriamo una preoccupante tendenza problematica a evitarli il più possibile. c) Caratteristiche del matrimonio e crescita dei divorzi Il calo del tasso di natalità è legato al tema del matrimonio. Il numero delle persone che si sposano è in calo, mentre cresce il numero di coloro che si sposano e poi divorziano. Fra coloro che desiderano sposarsi, cresce il numero di quanti non possono farlo per ragioni economiche o perché non riescono a trovare la persona adatta. Le persone si sposano sempre più tardi e aumenta il numero di quelle che non vogliono sposarsi. Queste persone non vogliono fondare una famiglia. Non di rado le persone vivono insieme senza sposarsi. Coloro che si sposano spesso tendono a dividersi quando incontrano delle difficoltà. L aborto e la contraccezione sono una pratica comune e molti feti vengono eliminati prima di nascere. Al tempo stesso cresce il numero delle persone che si sottopongono a trattamenti per la cura dell infertilità. Questi fenomeni e queste tendenze nei matrimoni valgono anche per i cattolici. La maggior parte dei cattolici giapponesi ha un coniuge non cristiano e non è immune dall influenza della società che lo attornia quando pensa al matrimonio. I due esempi che seguono dimostrano gli sforzi fatti dalla Chiesa cattolica in Giappone per rispondere sul piano pastorale ed evangelico alla situazione della famiglia in Giappone. I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

3 Chiese nel mondo National Incentive Convention for Evangelization (NICE II), 1993: questo incontro nazionale ha scelto la situazione delle famiglie come suo punto di partenza e ha esaminato il modo migliore per promuovere la missione evangelizzatrice della Chiesa. Rappresentanti laici hanno partecipato con entusiasmo alle discussioni. Le conclusioni sono state trasmesse alla Conferenza dei vescovi, che ha risposto con la pubblicazione della dichiarazione The Family and Evangelization. Pubblicazione di Reverence for Life A Message for the Twenty-First Century from The Catholic Bishops of Japan (Rispetto della vita Un messaggio per il XXI secolo da parte dei vescovi cattolici del Giappone). I vescovi hanno pubblicato questo documento nel 2001 in risposta agli urgenti problemi relativi alla famiglia e alla vita. Il documento comprende tre capitoli: «Il messaggio della Scrittura»; «La famiglia in crisi»; «Vita e morte». Risposte 1. Sulla diffusione della sacra Scrittura e del magistero della Chiesa riguardante la famiglia a) Qual è la reale conoscenza degli insegnamenti della Bibbia, della Gaudium et spes, della Familiaris consortio e di altri documenti del magistero postconciliare sul valore della famiglia secondo la Chiesa cattolica? Come i nostri fedeli vengono formati alla vita familiare secondo l insegnamento della Chiesa? 1. Per lo più le persone non conoscono questi insegnamenti e documenti. Nella migliore delle ipotesi, ne hanno una conoscenza frammentaria, derivante da commenti fatti da sacerdoti (che possono essere essi stessi non ben informati) e da altri. 2. La maggior parte delle persone che si prepara al matrimonio impara solo le conclusioni e le sintesi di quei documenti. 3. È ampiamente noto che la Chiesa cattolica è contraria all aborto, ma i media parlano di questa posizione in modo critico. 4. L insegnamento sulla vita della famiglia non è stato affrontato con un reale impegno nella Chiesa. 5. Le esigenze della vita quotidiana, compresa la vita familiare, limitano il tempo che i parrocchiani possono dedicare a programmi di formazione nelle parrocchie o nelle diocesi. Inoltre, fare formazione è difficile in Giappone, dove molti cattolici, se non la maggior parte, vive in famiglie nelle quali uno o più membri non sono cristiani. 6. La presenza ampia e crescente di cattolici non giapponesi nella Chiesa in Giappone costituisce una nuova sfida. A causa delle differenze di lingua e di cultura, nonché degli orari di lavoro dei migranti, l offerta di opportunità educative resta una sfida che non è stata ancora soddisfatta. b) Dove l insegnamento della Chiesa è conosciuto, è integralmente accettato? Si verificano difficoltà nel metterlo in pratica? Quali? 1. In generale, le persone conoscono solo i divieti relativi all aborto, al controllo artificiale delle nascite, al divorzio e a un nuovo matrimonio. Esse sono influenzate dagli usi e costumi della società più che da questi insegnamenti, specialmente riguardo al controllo delle nascite. Riguardo al controllo delle nascite, le persone non prendono sul serio le richieste della Chiesa, ritenendole irrilevanti per la loro vita. 2. Anche fra i cattolici, molti criticano la posizione della Chiesa in materia di metodi contraccettivi come il profilattico. 3. Per i lavoratori migranti è molto difficile vivere in base agli insegnamenti della Chiesa. Non hanno ricevuto una formazione sufficientemente buona e in molti casi l insicurezza della loro vita non favorisce l osservanza degli insegnamenti morali della Chiesa. c) Come l insegnamento della Chiesa viene diffuso nel contesto dei programmi pastorali a livello nazionale, diocesano e parrocchiale? Quale catechesi si fa sulla famiglia? 1. In una situazione come quella dei cattolici in Giappone, in un ambito culturale non cristiano, è molto difficile offrire una catechesi di qualsiasi tipo. 2. Riguardo all educazione alla fede, dobbiamo riconoscere che, a livello nazionale, diocesano e parrocchiale, non esistono programmi pastorali. Vi sono ovviamente attività dedicate a questo da parte di diocesi, parrocchie, sacerdoti e parrocchiani, ma esse sono frutto di sforzi individuali. 3. Molto dipende dalla formazione o dalla professionalità del pastore. Il livello di preparazione religiosa varia a seconda del pastore. Bisogna organizzare un tirocinio per il clero in questo campo. 4. Emerge il dato che l educazione religiosa in famiglia è trascurata. 5. Nel caso dei migranti, con genitori che passano poco tempo in famiglia a causa del lavoro e figli che ricevono un educazione giapponese e sono culturalmente più giapponesi dei loro genitori, la reciproca comprensione fra genitori e figli è difficile, e le sfide dell educazione alla fede in famiglia aumentano. d) In quale misura e in particolare su quali aspetti tale insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extra ecclesiali? Quali sono i fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell insegnamento della Chiesa sulla famiglia? 1. In un epoca caratterizzata dall uguaglianza fra uomini e donne in famiglia, molti dall esterno criticano la Chiesa, accusandola di diffondere insegnamenti superati, specialmente in materia di concepimento e nascita dei figli. 2. Anche molti cattolici non si distinguono dall opinione comune in tema di divorzio e nuovo matrimonio consentiti dalla legge civile, diagnosi prenatale, aborto 300 I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

4 ecc. e criticano anch essi la Chiesa per il suo insegnamento sul concepimento e la nascita dei figli. 3. Molti cattolici giapponesi, specialmente donne, hanno coniugi non cattolici. Questo complica l osservanza dell insegnamento della Chiesa in famiglia. Anche il battesimo dei figli diventa occasione di discordia in molti casi, tranne quando il marito è indifferente alla religione. 4. Molti ritengono che gli insegnamenti sul divorzio e la separazione violino la saggezza tradizionale. Il dominio del maschio in famiglia, pur cominciando a far posto a una maggiore uguaglianza, è ancora forte, ostacolando la pratica della fede da parte delle donne. 2. Sul matrimonio secondo la legge naturale a) Quale posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia a livello istituzionale, educativo e accademico, sia a livello popolare? Quali visioni dell antropologia sono sottese a questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia? 1. In genere, l idea della legge naturale non è né compresa né accettata. 2. Spesso quando i leader della Chiesa non possono addurre ragioni convincenti per ciò che dicono invocano la «legge naturale» e chiedono di obbedire alle loro affermazioni. Questo ha finito per screditare completamente il concetto di legge naturale: «Se è naturale, perché occorre insegnarla alle persone?». 3. La cultura giapponese pone l accento più sulle aspettative della società che sui principi astratti come guida per l azione. Perciò, benché in Occidente la «legge naturale» possa sembrare «naturale», in Giappone viene percepita come astratta e vaga. b) Il concetto di legge naturale in relazione all unione tra l uomo e la donna è comunemente accettato in quanto tale da parte dei battezzati in generale? 1. Le relazioni omosessuali non sono ancora diventate un problema come in alcuni paesi occidentali, ma probabilmente lo diventeranno perché la società giapponese in generale sta diventando più tollerante nei riguardi dell omosessualità, sia come orientamento sia come stile di vita. La chirurgia transgender seguita dal matrimonio è già accettata sul piano legislativo. Questa tolleranza si diffonde sempre più anche fra i cattolici, come nella società in generale. c) Come viene contestata nella prassi e nella teoria la legge naturale sull unione tra l uomo e la donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali? 1. Non c è per ora nessun movimento importante verso il riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso nella società civile. Sembra esservi piuttosto una tendenza a rinunciare a ogni forma di matrimonio. 2. Fra gli uomini e le donne cresce il numero delle persone che rimane single. Altre si sposano tardi. Il tasso di natalità diminuisce. Sta gradualmente cambiando l intera concezione della famiglia. d) Se richiedono la celebrazione del matrimonio battezzati non praticanti o che si dichiarino non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne conseguono? 1. In Giappone, il matrimonio fra persone non battezzate e non credenti che ricorrono ai riti della Chiesa fa normalmente parte dell attività della Chiesa da molti anni con l approvazione della Santa Sede. La prassi abituale è la richiesta di almeno una qualche formazione prima del matrimonio basata sulla visione del matrimonio da parte della Chiesa. Inoltre, non devono esservi impedimenti canonici al matrimonio (come il divorzio), anche se singoli pastori tendono in genere a essere indulgenti. 2. In caso di cattolici non praticanti, si cerca di ricondurli alla vita della comunità, spesso coinvolgendo membri della parrocchia nella preparazione e nella celebrazione. 3. La pastorale della famiglia nel contesto dell evangelizzazione a) Quali sono le esperienze nate negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al matrimonio? Come si è cercato di stimolare il compito di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? Come promuovere la coscienza della famiglia come «Chiesa domestica»? 1. Sia fra i battezzati sia fra i non battezzati, attualmente il matrimonio è spesso una risposta a una gravidanza e al desiderio di legittimare il figlio. Spesso la coppia ha convissuto per molto tempo, una pratica che diventa sempre più comune in Giappone anche fra i giovani cattolici. 2. Nel caso di coloro che provengono da famiglie cattoliche, il loro desiderio di sposarsi in Chiesa è dovuto spesso più alla pressione della famiglia che a un impegno rispetto alla fede. 3. Questa situazione può essere indice di una difficoltà nel trasmettere la fede di generazione in generazione in una società fondamentalmente non religiosa come quella del Giappone contemporaneo. L idea della famiglia come «Chiesa domestica» è praticamente assente, in gran parte perché esistono pochi esempi di famiglie nelle quali tutti i membri sono cristiani. 4. Quando i bambini sono piccoli possono essere coinvolti attivamente nella parrocchia, ma crescendo sono assorbiti dall influenza della cultura generale. In molti casi, i genitori riescono a ottenere da loro la promessa di recarsi in chiesa a Natale e a Pasqua. 5. L invecchiamento della popolazione cattolica in generale e del clero in particolare scoraggia i giovani cattolici dal lasciarsi coinvolgere nelle comunità parrocchiali. Di conseguenza, essi non hanno l opportunità di riflettere sulle questioni relative al sesso e alla vita familiare in un contesto di fede. I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

5 Chiese nel mondo 6. La preparazione al matrimonio varia generalmente da contesto a contesto: esistono programmi regolari in alcuni luoghi, ma in molte situazioni essa dipende dall interesse e dall abilità del pastore. 7. In Giappone sono stati introdotti l Incontro matrimoniale e l Incontro per i fidanzati e per un certo tempo hanno ottenuto un buon interesse, ma ora sembrano quasi scomparsi. 8. Quando i giovani chiedono per una qualsiasi ragione di sposarsi in chiesa, potrebbe essere una buona opportunità per invitarli a tornare a partecipare alla vita della comunità, ma occorre elaborare programmi, strumenti e stili improntati all accoglienza. b) Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla complessità della vita e della cultura attuale? 1. Poiché le famiglie con tutti i membri cattolici sono rare, in genere si prega individualmente piuttosto che come famiglia. c) Nell attuale situazione di crisi tra le generazioni, come le famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede? 1. In genere, la trasmissione della fede alle giovani generazioni è difficile. La società giapponese non favorisce espressioni d impegno nella fede e alcuni giovani considerano sempre più la Chiesa un circolo per persone anziane. 2. Le attività scolastiche, le cram school, gli sport e altri eventi sociali hanno normalmente la precedenza sull impegno nelle attività ecclesiali, anche per le famiglie cattoliche. Di conseguenza, i bambini e i ragazzi cattolici crescono con la convinzione che l impegno nelle attività ecclesiali abbia un importanza secondaria. 3. La trasmissione della fede alle giovani generazioni è a un punto estremamente critico ed è una sfida fondamentale. d) In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare percorsi esemplari? 1. Vari gruppi e movimenti continuano compiere sforzi in tal senso. e) Qual è l apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare in ordine alla diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana credibile oggi? 1. Occorre una qualche forma d approccio radicalmente nuovo. 2. Per le coppie occorre una formazione permanente alla fede. Occorre una formazione sistematica e organica specialmente nel periodo che va dalla confermazione al matrimonio, seguita dalla preparazione immediata al matrimonio e, in seguito, un monitoraggio per un periodo che va dai tre ai cinque anni. Poi dovrebbe esservi una sorta di revisione nelle tappe basilari (10, 25, 50 anni). f) Quale attenzione pastorale la Chiesa ha mostrato per sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in crisi? 1. A parte incontri ad hoc fra i sacerdoti con uno o entrambi i coniugi bisognosi di sostegno, non esistono programmi specifici. Ma raramente i sacerdoti sono preparati per affrontare efficacemente queste situazioni. Occorre una formazione permanente del clero. 2. Occorre prestare una particolare attenzione ai matrimoni internazionali. Specialmente quando la donna è venuta in Giappone per sposare un uomo che proviene da una zona rurale, le differenze di religione, cultura e lingua creano molti problemi. Queste donne sono una presenza crescente nella Chiesa in Giappone. La formazione sacerdotale deve comprendere lo studio di una seconda lingua per offrire assistenza pastorale agli immigrati. 4. Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili a) La convivenza ad experimentum è una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? 1. Le coppie che si sposano dopo un periodo di convivenza non sono rare. In base alle statistiche del Ministero della sanità, del lavoro e del welfare (2011), il 17% delle coppie che si sposano avevano convissuto nell anno precedente al matrimonio. 2. In una risposta al questionario si legge: «Quasi tutte le coppie che ho unito in matrimonio negli ultimi anni hanno cominciato a vivere insieme per vari mesi prima del matrimonio. Nessuna pensava che questo contrastasse con gli insegnamenti della Chiesa». 3. A volte, nella situazione non infrequente di un partner cattolico e di uno non cattolico, il partner non cattolico si rifiuta di sposarsi secondo la legge della Chiesa. In altri casi, coppie che si erano allontanate dalla Chiesa ritornano dopo anni di convivenza o di matrimonio civile. 4. In questa, come in molte altre materie, un notevole numero di immigrati cattolici in Giappone hanno particolari necessità pastorali. 5. Vi sono molti casi di cattolici che sono venuti in Giappone da altri paesi e hanno contratto matrimoni civili con non cristiani. In rari casi, in seguito il coniuge giapponese diventa cattolico, ma in molte situazioni la coppia continua a vivere la propria vita coniugale senza passare attraverso nessuna procedura ecclesiastica. In alcune parrocchie rurali, dove la maggioranza dei cattolici proviene da altri paesi, questo è un altro problema che si aggiunge ai molti problemi pastorali che le comunità devono affrontare. Tuttavia, poiché questi cattolici vivono in ambienti culturalmente conservatori e partecipano attivamente alla vita delle loro parrocchie e all evangelizzazione, occorre evidentemente una risposta urgente alla loro situazione. 6. La prassi pastorale della Chiesa deve partire dalla premessa che la convivenza e il matrimonio civile al di 302 I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

6 fuori della Chiesa sono diventati la norma. La Chiesa deve essere un luogo nel quale queste coppie possono trovare un accoglienza che permetta loro di riflettere maggiormente su questi temi. 7. Nell elaborazione di un orientamento pastorale forse è importante ricordare che l unica volta nei Vangeli in cui Gesù incontra chiaramente una persona in situazione di convivenza al di fuori del matrimonio (la samaritana al pozzo) non incentra l attenzione su questo aspetto. Tratta invece con grande rispetto la donna e la trasforma in una missionaria. b) Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Vi sono dati statistici affidabili? 1. Non conosciamo dati affidabili al riguardo. 2. Vi sono casi di migranti che hanno moglie e famiglia nel loro paese di origine e poi fondano una seconda famiglia in Giappone. Ma anche in questo caso non esistono statistiche affidabili. c) I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In quale percentuale si potrebbe stimare numericamente? Come si fa fronte a questa realtà attraverso programmi pastorali adatti? 1. Queste persone si incontrano sempre più spesso fra i cattolici, anche se forse non così spesso come in paesi a maggioranza cattolici. Ma non sembra che il tasso di divorzi fra i cattolici si discosti molto da quello fra i non cattolici. La sfida è l offerta di una cura pastorale attenta. 2. È importante notare che, vivendo in un paese prevalentemente non cristiano, la maggior parte dei cristiani in Giappone finisce per sposare non cristiani. Lo stesso vale per le lavoratrici immigrate provenienti da paesi cattolici (Brasile, Perù, Filippine ecc.). Molto spesso esse sposano non solo un non cristiano, ma un non cristiano divorziato, che molto probabilmente non sceglierà di farsi battezzare. Fra gli immigrati alcuni hanno lasciato una famiglia nel loro paese d origine e a causa del tempo, della distanza o della solitudine danno vita a una nuova famiglia in Giappone. Perciò raramente queste persone ricevono il sacramento del matrimonio. Noi le accogliamo nella Chiesa e invitiamo i loro figli a frequentare il catechismo domenicale, perché sono innocenti. Spesso la parrocchia è per loro un oasi che le accetta senza giudicare e cerca di aiutarle a vivere cristianamente nelle difficili situazioni della vita quotidiana. d) In tutti questi casi: come vivono i battezzati la loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l impossibilità di ricevere i sacramenti? 1. La maggior parte delle persone che vive in queste situazioni è apparentemente indifferente. Alcuni sono più disponibili a interrompere i loro legami con la Chiesa piuttosto che affrontare situazioni in cui si sentono giudicati. 2. Vi sono anche molte persone che in queste situazioni soffrono, perché non possono ricevere i sacramenti senza alcuna colpa da parte loro. e) Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell eucaristia e della penitenza? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti? 1. Pochi chiedono i sacramenti. Decidono o di ricevere i sacramenti o di non riceverli e si comportano in base alla propria decisione. Altri stanno semplicemente lontani dalla Chiesa. 2. Vi sono persone che non sanno di non poter ricevere la comunione se si sono risposate dopo il divorzio. Anche fra le persone che lo sanno, alcune ricevono la comunione e vi sono sacerdoti che non dicono nulla pur conoscendo la loro situazione. Praticamente tutte le persone che vanno in chiesa si aspettano di ricevere i sacramenti. f) Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? Se sì, in quali forme? 1. Una procedura semplificata per l annullamento del matrimonio è non solo necessaria, ma essenziale. Specialmente in paesi di missione come il Giappone, dove i cristiani sono pochi e dove la legge civile ammette il divorzio, può essere molto difficile ottenere la cooperazione della parte non cristiana nelle procedure proprie della Chiesa. A volte quest ultima può essere persino accusata di violare diritti umani fondamentali perché pone ulteriori ostacoli. Occorre certamente una semplificazione maggiormente in sintonia con le norme legislative, ma una risposta realistica alla situazione che le persone devono affrontare è essenziale. 2. A cominciare dai vescovi, molti chiedono una semplificazione delle procedure per la dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale in modo da rendere più pastorale la relazione con le persone divorziate e risposate. Molti dicono che una ragione per la celebrazione del prossimo Sinodo dei vescovi sia il desiderio del santo padre di raccogliere appelli per una tale semplificazione dalle Chiese sparse nel mondo. Una ragione per chiedere un cambiamento è che il 90% dei matrimoni che si celebrano nella Chiesa in Giappone ha luogo fra una persona battezzata e una persona non battezzata e questo coinvolge il diritto canonico e i tribunali. Anche se prima del matrimonio la parte cattolica promette di proteggere la propria fede e battezzare e allevare i figli nella fede, dopo il matrimonio può essere difficile per la parte cattolica mantenere quelle promesse. Persino il semplice andare a messa, per non parlare della richiesta di battezzare i figli, può essere impossibile. In queste situazioni, nelle quali le promesse non I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

7 Chiese nel mondo sono mantenute e nelle quali potrebbe intervenire anche il divorzio, il tipo di costituzione in giudizio della parte non cattolica richiesto da Roma per la dichiarazione di nullità è quasi sempre impossibile. Ovviamente Roma prende come suo punto di partenza il matrimonio fra due cattolici, per cui le sue procedure hanno senso. Ma queste procedure e principi non sono applicabili in caso di matrimonio fra un cattolico e un non cattolico. Naturalmente si dovrebbe cercare per quanto possibile la collaborazione della parte non cattolica. Ma in caso d infermità mentale o di violenze domestiche, ad esempio, l autorità di emettere una dichiarazione di nullità dovrebbe spettare al tribunale locale. 3. La semplificazione della procedure giuridiche sarebbe la salvezza di coloro che soffrono. g) Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si svolge tale attività pastorale? Esistono programmi al riguardo a livello nazionale e diocesano? Come viene annunciata a separati e divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede? 1. Non esiste un ministero specifico. I pastori rispondono nel modo più pastorale possibile, ma sembra che il popolo di Dio abbia oltrepassato la necessità di un tale ministero. Le persone prendono delle decisioni e si comportano in base a esse. 5. Sulle unioni di persone dello stesso sesso a) Esiste nel vostro paese una legge civile di riconoscimento delle unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio? 1. In Giappone non esiste un riconoscimento legislativo delle unioni di persone dello stesso sesso. b) Qual è l atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso, sia di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione? 1. Lo stato non promuove questi matrimoni e la Chiesa non ha elaborato una posizione particolare riguardo alla possibilità di un eventuale cambiamento. c) Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni? 1. Finora non esiste alcuna attenzione pastorale specifica. d) Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede? 1. Finora non vi sono stati casi del genere in Giappone. 6. Sull educazione dei figli in seno alle situazioni di matrimoni irregolari a) Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite? 1. In base alle statistiche del Ministero della sanità, del lavoro e del welfare (2013) il 2,2% delle nascite avviene al di fuori del matrimonio. b) Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Che cosa chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l insegnamento in generale della religione? 1. Se i genitori si rivolgono alla Chiesa, si aspettano di ricevere tutto ciò che si aspetta di ricevere qualsiasi altra persona che si rivolge a essa. Questo può offrire un opportunità di catechesi sulla visione della vita familiare da parte della Chiesa. 2. I genitori in situazioni irregolari (divorzio e nuovo matrimonio, bigamia) che portano i propri figli in chiesa sono per lo più immigrati da altri paesi. Possiedono una forte identità cattolica anche se la Chiesa può non approvare la loro situazione. c) Come le Chiese particolari vanno incontro alla necessità dei genitori di questi bambini di offrire un educazione cristiana ai propri figli? 1. Non esiste discriminazione basata sulla situazione familiare dei bambini. È evidente che i genitori che portano i loro figli in chiesa s impegnano per una loro educazione cristiana. d) Come si svolge la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l amministrazione del sacramento e l accompagnamento? 1. Tutti i bambini sono trattati allo stesso modo. Nel caso di bambini provenienti da situazioni familiari irregolari, la preparazione ai sacramenti (battesimo, prima comunione, confermazione) può offrire un opportunità per evangelizzare e catechizzare tutta la famiglia. 7. Sull apertura degli sposi alla vita a) Qual è la reale conoscenza che i cristiani hanno della dottrina della Humanae vitae sulla paternità responsabile? Quale coscienza si ha della valutazione morale dei differenti metodi di regolazione delle nascite? Quali approfondimenti potrebbero essere suggeriti in materia dal punto di vista pastorale? 1. Oggi i cattolici o sono indifferenti verso l insegnamento della Chiesa o non lo conoscono. 2. Molti cattolici in Giappone non hanno mai sentito parlare della Humanae vitae. E se ne hanno sentito 304 I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

8 parlare, probabilmente non la considerano importante per la loro vita. I valori sociali e culturali come pure le considerazioni economiche sono più importanti. 3. Pur potendovi essere qualche menzione dell insegnamento della Chiesa sul controllo artificiale delle nascite nei corsi prematrimoniali, la maggior parte dei sacerdoti non lo sottolinea in modo particolare. Un cattolico sposato a un non cattolico può trovare quell insegnamento impossibile da osservare. 4. Esiste un enorme divario fra il Vaticano e la realtà. Nei corsi di educazione sessuale a scuola si raccomanda l uso del profilattico. b) È accettata tale dottrina morale? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficoltosa l accettazione nella grande maggioranza delle coppie? 1. In genere non si conosce e non s insegna la dottrina morale della Humanae vitae, e quando la si conosce non la si segue. c) Quali metodi naturali vengono promossi da parte delle Chiese particolari per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina della Humanae vitae? 1. Vi sono alcuni tentativi d introdurre pratiche come il metodo Billings, ma poche persone lo conoscono. Per lo più, la Chiesa in Giappone non è ossessionata dalle questioni sessuali. d) Qual è l esperienza riguardo a questo tema nella prassi del sacramento della penitenza e nella partecipazione all eucaristia? 1. A parte l aborto, sembra che non vi siano molti sensi di colpa riguardo alla contraccezione. e) Quali contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l educazione civile al riguardo? 1. In genere, l educazione civile presenta favorevolmente pratiche come l aborto, l uso del profilattico (specialmente per evitare HIV-AIDS), il divorzio e il nuovo matrimonio e, soprattutto, insegna la separazione fra sessualità e procreazione. f) Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire la crescita delle nascite? 1. Molte donne lavorano fuori casa e questo incide sul numero dei figli. Gli alti costi dell allevamento dei figli fino all età adulta, specialmente il costo dell istruzione, scoraggiano le persone dal mettere al mondo più di un figlio. Poiché molte persone vivono in appartamenti invece che in case singole, la mancanza di spazio limita il numero dei figli che può avere una coppia. Una conseguenza dell alto tasso di urbanizzazione della società giapponese è la perdita di una rete di parenti facilmente accessibili per collaborare nell accudimento dei figli. Anche le incertezze riguardo alla situazione economica a lungo termine del Giappone scoraggiano le persone dall avere più di un figlio. I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 / A CURA DI PAOLO MARTINELLI - WIESŁAW BLOCK Arte e spiritualità Studi, riflessioni, testimonianze Icontributi del volume intendono illustrare il rapporto tra arte e spiritualità nel contesto della trasmissione della fede. Teologi, storici e artisti si confrontano sul valore dell arte, nelle sue diverse forme, come espressione dell esperienza spirituale. Nell arte la tradizione spirituale vede una via privilegiata dell itinerario verso quel Dio che Francesco d Assisi così semplicemente invoca: «Tu sei Bellezza» (Lodi di Dio Altissimo). «TEOLOGIA SPIRITUALE» pp ,50 A CURA DI ANGELO BORGHINO PAOLO MARTINELLI PIONIERI DELL ECUMENISMO SPIRITUALE pp ,50 R1f_Capitani:Layout 1 04/03/14 Edizioni Pagina Via Scipione 1 Dal Ferro, Bologna Tel Fax Dehoniane Bologna Il testo racconta le vicende, le avventure e le speranze delle persone senza fissa dimora in una media città di provincia. Storie di «amici della strada», come li definiscono i membri della Comunità di Sant Egidio, che ha tra i propri carismi l amore per i poveri. «Se si riesce a entrare nella povertà, si può riscoprire che l uomo vale sempre la pena. Sempre». Edizioni Dehoniane Bologna NELLA STESSA COLLANA MICHELE CAPITANI Romanzi non scritti Drammi e salvezza nelle storie dei senza fissa dimora «FORMAZIONE E VITA SOCIALE» pp ,50 NELLA STESSA COLLANA GIANCARLO RIGON - GIOVANNI MENGOLI Cercare un futuro lontano da casa Storie di minori stranieri non accompagnati pp ,00

9 Chiese nel mondo 2. Oltre ai fattori economici che conducono a un calo del tasso di natalità, vi sono anche fattori sociali. Le donne desiderano compiere anche altre scelte oltre alla sola maternità. Normalmente uno stile di vita materialmente confortevole è impossibile per una famiglia con più figli. 3. Affinché tutti i figli possano vivere con la dignità dei figli di Dio, la pianificazione familiare per assicurare loro l accesso al cibo, alle cure mediche e all istruzione è una responsabilità. 4. Alla luce delle succitate ragioni, per migliorare la situazione attuale la Chiesa dovrebbe collaborare in vari modi con il governo e con le organizzazioni della società civile. Inoltre, la preparazione al matrimonio deve comprendere sia la pianificazione familiare sia la comprensione che generare e allevare figli fa parte del matrimonio. 8. Sulla relazione tra la famiglia e la persona a) Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell uomo: la famiglia è un luogo privilegiato perché questo avvenga? 1. Anche in una famiglia nella quale un solo membro è cattolico, ogni membro è un dono unico di Dio. 2. La famiglia può essere un luogo nel quale gli individui riconoscono la reciproca dignità e si uniscono nella preghiera. Insieme, essi sommano le rispettive forze. Nelle difficoltà e nelle crisi che attraversa la famiglia, essi conservano la fiducia in un disegno d amore per loro e uniscono le loro difficoltà al sacrificio di Cristo sulla croce. Così la famiglia diventa una vera scuola d amore, una Chiesa domestica. Inoltre, attraverso la solidarietà con le persone, specialmente con quelle bisognose, essi condividono le benedizioni spirituali e materiali che hanno ricevuto e così offrono al mondo una testimonianza d amore. 3. Ogni bambino ha bisogno di sperimentare la cura amorosa, protettiva, dei genitori. In una famiglia pienamente in pace, l esistenza del bambino deve essere affermata e la solitudine bandita. Devono esservi canti e giochi e insegnamenti gioiosi. Quando si fanno errori, deve esservi l opportunità di correggerli, in modo che i figli possano avanzare con fiducia verso la realizzazione dei propri sogni. Dobbiamo costruire famiglie nelle quali si possa realmente sperimentare tutto questo. 4. I bambini devono sentire che Gesù è sempre con loro, per cui non sono mai soli. Egli è la vera speranza di tutti noi. b) Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo odierno possono diventare un ostacolo all incontro della persona con Cristo? 1. L eccesso di informazioni e la diffusione del consumismo, dell edonismo e dell individualismo. 2. I genitori che sono occupati dalla vita quotidiana e hanno pochi margini per le emozioni non riescono a trovare il tempo per incontrare Dio in tranquillità, silenzio e preghiera. 3. I bambini sono sommersi dalle informazioni. Sono occupati anche dopo le ore di scuola. Non hanno neppure il tempo per dormire a sufficienza o per giocare. Così mancano del silenzio interiore nel quale poter incontrare il proprio vero io. Perciò ovviamente non pregano. 4. Quando entrambi i genitori lavorano, molti bambini al ritorno da scuola trovano la casa vuota. I pasti consumati insieme sono rari. Di conseguenza, mancano le occasione per conversare. Ogni membro della famiglia incontra delle difficoltà, ma, mancando una comunione, ognuno è solo e sperimenta poco ciò che significa amare o essere amato. 5. A volte, mariti e mogli non rispettano la personalità unica dell uno e dell altra. A volte considerano i loro figli loro proprietà invece di rispettarli come doni di Dio. 6. Anche se la famiglia dovrebbe essere un rifugio nel quale le persone possono ristabilire la fiducia dopo essere state ripetutamente colpite dalla sfiducia, dallo stress e dall essere trattate come oggetti al di fuori della famiglia, le opportunità di guarigione sono diventare scarse. Molti bambini sono incapaci di sperimentare l amore disinteressato e permanente di Dio tramite quello dei propri genitori. 7. Può esservi una diminuzione della percezione della loro vocazione e responsabilità da parte dei genitori. Anche fattori esterni come le aspettative sociali, l individualismo e il relativismo incidono negativamente al riguardo. 8. La violenza domestica, le violenze sessuali sui minori, l abbandono delle relazioni sociali e il suicidio sono diventati problemi che interpellano la Chiesa. Questi problemi non vengono discussi apertamente né nella società né nella Chiesa. Laddove i cristiani sono pochi, sono molti i casi in cui vi è un solo credente in famiglia, per cui esistono poche opportunità per condividere le preoccupazioni domestiche. 9. Poiché molti giovani si trasferiscono nelle città, cresce rapidamente il numero delle persone anziane nelle campagne. Molti cattolici anziani sono tagliati fuori dagli impegni della vita parrocchiale e possono condurre una vita di solitudine. Vi sono poche strutture per anziani collegate alla Chiesa e i cattolici che entrano in altre istituzioni sono separati dalla Chiesa, anche al momento della morte. Poche istituzioni pubbliche o private accolgono favorevolmente le visite del personale religioso. Alcune vietano persino queste visite. Poiché il numero dei cattolici che vive in ospedali o istituzioni aumenta, occorre che la Chiesa sottolinei a livello sociale la necessità che la fede sia presente nel momento del termine della vita. c) In quale misura le crisi di fede che le persone possono attraversare incidono nella vita familiare? 1. In misura notevole. In passato, quando le personalità o i valori della coppia non combaciavano o esistevano altre situazioni che oggi causano il divorzio, i 306 I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

10 coniugi confidavano in Dio e superavano le difficoltà. Attualmente, anche quando una coppia è credente, il sentire comune li persuade che non hanno bisogno della fede per far fronte a queste situazioni. La vita della famiglia cristiana è soverchiata dai valori della società. In altri termini, non riflette più il senso cristiano della fede e la concezione di umanità. Perciò, anche se i figli crescono in una famiglia cristiana, i valori che assorbono sono quelli della società. Indotti a danzare al suono di una società che accentua lo studio in vista del successo economico e animati dal desiderio di non essere emarginati dalla società, i giovani non hanno margini per coltivare una vocazione. Questa è la più grande crisi di fede che c è nelle famiglie. 2. C è il rischio che, a causa della crisi di fede, Dio scompaia dalla famiglia, la quale poi finisce per diventare un luogo chiuso in se stesso, senza amore. 3. La crisi di fede è anche una crisi d amore. Diventando impossibile accettare con amore la propria vita e quella degli altri, risulta intaccato il fondamento stesso della vita familiare pace della mente e atteggiamento di fiducia e di amore. 4. Quando mente e corpo sono concentrati sul breve periodo, la preoccupazione per lo spirito scompare. 5. C è una crisi di fede quando s indebolisce la relazione con Dio e scompare il timore di Dio, ponendo sé stessi al centro. Allora le relazioni umane diventano difficili e la vita della famiglia è minacciata. Questo vale, ad esempio, per quando la morte non viene accompagnata, quando si negano le cure agli anziani, quando si abbandono i bambini, quando vi sono violenze sessuali sui figli o sui genitori, quando i giovani s isolano a livello sociale. In questo modo, i problemi della società moderna oltrepassano le capacità della famiglia di farvi fronte, causando la disgregazione della famiglia, della comunità civile e della comunità cristiana. Occorre urgentemente risvegliare l interesse delle famiglie per la loro vita familiare e coinvolgerle in essa. 9. Altre sfide e proposte Ci sono altre sfide e proposte riguardo ai temi trattati in questo questionario, che avvertite come urgenti o utili da parte dei destinatari? 1. Occorre aggiungere la cura pastorale delle persone che incontrano delle difficoltà nella loro vita familiare con la visione degli insegnamenti della Chiesa su matrimonio e famiglia. Occorre, inoltre, non limitarsi a dire semplicemente agli uomini e alle donne che non seguono le norme stabilite dalla Chiesa che sono fuori dalla comunità, ma offrire loro opportunità per incontrare la comunità cristiana. Attualmente, è difficile affermare che nelle nostre parrocchie sono diffusi gli atteggiamenti più adatti o che la stessa concezione del matrimonio non sia diluita anche fra i cattolici. 2. Le domande e le tematiche di questo questionario sono state elaborate in base alla mentalità dei paesi cristiani nei quali la famiglia intera è cristiana. I matrimoni i cui contraenti sono di religione diversa, ad esempio, sembrano essere considerati un problema. Tuttavia, in Giappone la stragrande maggioranza dei matrimoni sono misti. In questo contesto, dobbiamo interrogarci su che cosa significhi l espressione «famiglia cristiana». Il crescente numero di persone che non si sposano, l aumento delle famiglie monogenitoriali, la situazione degli anziani e l invecchiamento della società, i problemi che incontrano i figli di persone anziane sono tutti problemi che oggi deve affrontare la vita familiare e che erano inimmaginabili in passato. 3. Questo «Anno della famiglia» lungo due anni offre alla Chiesa l opportunità di riesaminare e approfondire la concezione evangelica della famiglia. 4. Pur essendo importante continuare a sottolineare l importanza della famiglia e della vita, la Chiesa deve presentare anche un volto che guarisce, sostiene e incoraggia a coloro che non possono raggiungere l ideale, piuttosto che limitarsi a giudicare e criticare. 5. Per una Chiesa come quella esistente in Giappone, cerimonie come i matrimoni e i funerali devono costituire un opportunità per proclamare il Vangelo. Occorre impegnarsi maggiormente in questo. Naturalmente, questa è la premessa che sottende tutte le attività della Chiesa, come la liturgia quotidiana, ma la maggioranza di coloro che partecipano ai matrimoni, ai funerali, alle messe commemorative e alle messe degli anniversari non sono cristiani. Per molti di loro è il loro primo incontro con la Chiesa cattolica. Pur non essendo evangelizzazione diretta, questi incontri offrono ai partecipanti la possibilità di sentire il «profumo» della vita cristiana. Mentre si prendono in considerazione i vari problemi che incontra attualmente la vita della famiglia, è importante ricordare e sottolineare i punti forti della famiglia tradizionale giapponese. Senza alcun bisogno di essere incoraggiati, invitati o allettati, i giapponesi continuano a partecipare ai funerali o ai matrimoni, considerando la cosa assolutamente normale. Questa è la forza della tradizione che non può essere ignorata. La Chiesa deve usarla. Spesso la Chiesa lascia a desiderare al riguardo, presentando una soglia molto alta per l ingresso in essa e scarsa ospitalità e gentilezza in pratica. La Lettera agli Ebrei insegna: «Non dimenticate l ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli» (13,2). La Chiesa deve essere un rifugio per coloro che sono usurati dal cammino della vita e le occasioni offerte dalle cerimonie sono luoghi nei quali essi possono sperimentare questo rifugio. 15 gennaio Peter Takao Okada, arcivescovo di Tokyo, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone I l R e g n o - d o c u m e n t i 9 /

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