Competitività e sostenibilità. Gli strumenti (2) Lez. del 24 ottobre 2014 Docente: Aurora Magni

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1 Competitività e sostenibilità Gli strumenti (2) Lez. del 24 ottobre 2014 Docente: Aurora Magni

2 Fonte: Progetto Desire Net -ENEA

3 LCA: Life Cycle Assessment Nel 2013 a Commissione Europea ha sviluppato due nuovi metodi relativi: 1. all'impronta ambientale delle organizzazioni (Organisation Environmental Footprint - OEF) 2. all'impronta ambientale dei prodotti (Product Environmental Footprint - PEF). Entrambi i metodi si basano sulla LCA. Attualmente in fase di sperimentazione

4 L LCA è alla base delle etichette ambientali Ecolabel europeo Autodichiarazioni del produttore Dichiarazione Ambientale di Prodotto L etichetta per la CO 2 Carbon Footprint

5 Come definire e comunicare i caratteri di sostenibilità ambientale dei prodotti?

6 Alla base del sistema delle certificazioni ecologiche di prodotto 1978 : Der Blaue Angel, Germania, prima esperienza di etichettatura ecologica, Dagli anni 90: crescita delle modalità di comunicazione e certificazione delle caratteristiche ambientali dei prodotti. Ciò ha spinto ISO (International Standard Organisation) a definire linee guida di riferimento (norma ISO 14020)

7 La norma Iso stabilisce le linee guida per lo sviluppo di marchi di qualità ecologica e fornisce i principi per la loro redazione. Il contenuto dell etichetta deve essere accurato, verificabile, attinente, non ingannevole, Le informazioni (e le metodologie adottate) devono essere accessibili agli acquirenti, I marchi non devono inibire la ricerca e l innovazione o gli scambi commerciali internazionali, Le etichette devono basarsi su metodi scientifici.

8 Le Iso prevedono 3 tipi di marchi ecologici: I, II e III tipo Tipo I Sono etichette volontarie basate su un sistema multicriteria che considera l intero ciclo di vita del prodotto, sottoposte a certificazione esterna da parte di un ente indipendente (tra queste rientra, ad esempio, il marchio europeo di qualità ecologica ECOLABEL). (ISO 14024); Ecolabel: dopo un inizio tiepido oggi sono oltre 30 le categorie di prodotto previste e migliaia i prodotti certificati Punti di forza: ha dimensione Europea quindi extranazionale, Punti di debolezza: è una procedura complessa

9 Tipo I Ecolabel L Ecolabel europeo è il marchio di qualità ecologica rivolto ai prodotti e ai servizi di largo consumo dell Unione Europea, nato nel 1992 con l'adozione del Regolamento europeo n. 880/92, e aggiornato con il nuovo Regolamento n del 17 luglio Il marchio viene rilasciato dall Organismo Competente presente in ogni Stato Membro. In Italia è il Comitato Ecolabel- Ecoaudit. La richiesta del marchio Ecolabel è volontaria: i fabbricanti, gli importatori o i distributori dei gruppi di prodotti per cui sono stati definiti i criteri ecologici possono richiedere il marchio al Comitato Ecolabel che una volta verificato il rispetto dei criteri da parte dei prodotti, procederà a rilasciare l etichetta.

10 Fonte ISPRA

11 Qualche esempio Tipo I

12 Tipo II TIPO II: Etichette ecologiche che riportano autodichiarazioni ambientali da parte di produttori, importatori o distributori di prodotti, senza che vi sia l intervento di un organismo indipendente di certificazione (tra le quali: Riciclabile, Compostabile, ecc.). (ISO 14021); Devono essere veritiere e non ingannevoli.

13 Principali vantaggi e svantaggi delle etichette di tipo II: Sono flessibili: possono essere "tagliate su misura" sulla base di specifiche esigenze dell azienda o del prodotto; sono riferite ad un singolo aspetto, determinato seguendo un approccio di ciclo di vita non vi sono criteri pre definiti da rispettare; Sono più economiche rispetto ad altri tipi di etichette; Possono fornire una comunicazione efficace; Non è richiesta la verifica da parte terza indipendente; TROPPE: Attualmente vi è una forte proliferazione di etichette ambientali che non sono verificabili, inaccurate e fuorvianti (e che non rispettano i requisiti ISO); effetti pericolosi sul mercato: perdita di credibilità dei marchi ambientali.

14 Tipo III Etichette ecologiche che riportano dichiarazioni basate su parametri stabiliti e che contengono una quantificazione degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto calcolato attraverso un sistema LCA. Sono sottoposte a un controllo indipendente e presentate in forma chiara e confrontabile. Tra di esse rientrano, ad esempio, le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto. (ISO 14025).

15 DICHIARAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTO- EPD (ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION) E un etichettatura di tipo III, è un documento con il quale si comunicano informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alla prestazione ambientale di prodotti e servizi. Tali informazioni hanno carattere esclusivamente informativo, non prevedendo modalità di valutazione, criteri di preferibilità o livelli minimi che la prestazione ambientale debba rispettare. EPD: utilizza la Valutazione del Ciclo di Vita (LCA - Life Cycle Assessment) come metodologia per l'identificazione e la quantificazione degli impatti ambientali. L'applicazione della LCA deve essere in accordo con quanto previsto dalle norme della serie ISO 14040, in modo da garantire l'oggettività delle informazioni contenute nella dichiarazione. è applicabile a tutti i prodotti o servizi, indipendentemente dal loro uso o posizionamento nella catena produttiva; inoltre, viene effettuata una classificazione in gruppi ben definiti in modo da poter effettuare confronti tra prodotti o servizi funzionalmente equivalenti. viene verificata e convalidata da un organismo indipendente che garantisce la credibilità e veridicità delle informazioni contenute nello studio LCA e nella dichiarazione.

16 EPD e PCR Perché possa essere applicato è necessario però definire le caratteristiche standard del prodotto (PCR: Product Category Rules). Le PCR permettono di predisporre gli studi LCA e le relative dichiarazioni ambientali in modo coerente e confrontabile. Se non esistono PCR disponibili l azienda deve procedere alla sua redazione e condividerla.

17 Le etichettature ambientali hanno in comune: Si riferiscono alle norme ISO Si basano sulla trasparenza e la verificabilità delle informazioni Devono essere veritiere per non trarre in inganno il consumatore finale o il cliente nella catena del btob. Con l EPD si afferma il principio della comparabilità.

18

19 Tipi I, II e III a confronto complessità caratteristiche espansione Tipo I intermedia Elevata credibilità e completezza di informazione Tipo II bassa Mancando una verifica di parte terza sono meno affidabili Tipo III alta Alta credibilità delle affermazioni contenute per le procedure adottate (LCA, confrontabilità) Non elevata Molto ampia In crescita

20 Ricapitolando

21 CARBON FOOTPRINT DI PRODOTTO: ISO/TS 14067:2013 La norma ISO/TS 14067:2013 supporta le Organizzazioni che vogliano quantificare tutte le emissioni di gas a effetto serra coinvolte nel ciclo di vita di un prodotto. L'approccio è quello fornito dal LCA (Life Cycle Assessment) che analizza gli effetti sull'ambiente "dalla culla alla tomba" del ciclo di vita di un prodotto. Con questo strumento un'organizzazione può rendicontare e comunicare l'impatto in termini di riscaldamento climatico dei propri prodotti, analizzando tutte le emissioni di gas a effetto serra coinvolte nella vita del prodotto (imputabili all'organizzazione in maniera diretta e indiretta), con la possibilità di stimare un valore di impatto sul clima per prodotti che si intende valorizzare sul mercato per le loro performance ambientali.

22 Water Footprint Il tema dei consumi idrici imputabili alle attività economiche è sempre più sentito dagli stakeholder e dai consumatori, data la scarsità del bene idrico. La possibilità di analizzare i consumi idrici lungo il ciclo di vita di un prodotto è offerta dallo standard ISO 14046, in fase di emanazione. Lo Standard supporta le Organizzazioni che vogliano rendicontare i consumi idrici imputabili direttamente e indirettamente ai propri prodotti o alla propria Organizzazione, considerando le fasi a monte e a valle dell'attività dell'organizzazione, secondo l'approccio LCA (Life Cycle Assessment).

23 certificazione Remade in Italy E applicabile a qualunque ambito produttivo, ad esempio: recupero di rifiuti: triturazione dei Pneumatici Fuori Uso per l ottenimento di polverino e granulato di gomma; produzione di semilavorati: pannelli in legno truciolare, a partire da legno di recupero realizzazione di prodotti finiti: poltrone imbottite a partire da stracci in cotone rigenerato VANTAGGI E riconosciuta da CONSIP ed utilizzabile per dimostrare la percentuale di materiale riciclato nei prodotti, quando richiesti nei bandi della pubblica amministrazione, emessi per il Green Public Procurement Sui prodotti è possibile anche apporre un etichetta che valorizza in maniera chiara, nella comunicazione al consumatore, l utilizzo di materiale riciclato e inoltre fornisce informazioni addizionali sugli impatti evitati legati alla emissione di CO2 e consumo di energia elettrica.

24 Dal prodotto all azienda: il sistema di gestione ambientale Il Sistema di gestione aziendale è la parte del sistema di gestione complessivo comprendente la struttura organizzativa, le responsabilità, la prassi, le procedure, i processi e le risorse per definire e attuare la politica ambientale (Iso 14001)

25 Le fasi L azienda adotta la politica ambientale. Analizza i suoi processi quindi: audit e riesame della Direzione che programma gli interventi. L azienda si attrezza con risorse, personale e strumenti. Lo strumento metodologico è l Eco-Management and Audit Scheme (EMAS) è al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni (aziende, enti pubblici, ecc.) per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali. Per ottenere (e mantenere) il riconoscimento Emas (registrazione), le organizzazioni devono sottoporre il proprio sistema di gestione ambientale ad una valutazione di conformità da parte di un Verificatore Accreditato, e far validare dal medesimo verificatore la Dichiarazione Ambientale (ed i suoi aggiornamenti, solitamente annuali).

26 Per ottenere la certificazione Emas le aziende, oltre ad avere conseguito la certificazione iso 14001, devono elaborare una Dichiarazione ambientale che deve essere convalidata da un verificatore accreditato Emas. La dichiarazione contiene la descrizione dei fattori impattanti sull ambiente e le attività svolte per attenuarne gli effetti.

27 Certificazione sociale Le organizzazioni che volontariamente intendono fornire garanzia di eticità della propria filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo possono riferirsi alla norma SA (Social Accountability) E uno standard internazionale elaborato nel 1997 dall'ente americano SAI che contiene una serie di requisiti sociali.

28 SA 8000 è basata sulle convenzioni dell ILO (International Labour Organization), sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino, sulla Convenzione delle Nazioni Unite per eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne. Garantisce che l azienda certificata promuove la salute e sicurezza dell ambiente di lavoro, in ottica di integrazione con la OHSAS concede la libertà di associazione e diritto alla contrattazione collettiva contrasta il lavoro minorile, il lavoro forzato, le discriminazioni fa rispettare i tempi e l'orario di lavoro e i criteri retributivi previste dalle Leggi. E supervisionata dal Social Accountability Accreditation Services (SAAS) ed è stata la prima norma sulla responsabilità sociale riconosciuta a livello mondiale come standard di riferimento certifi cabile. Al 30 giugno 2014 sono le imprese al mondo certificate con lo standard SA8000

29 Iso Pubblicata nel 2010 dopo 5 anni di lavoro. E una Linea Guida e non una norma: ciò significa che essa non sarà certificabile da una terza parte sul modello dei sistemi di gestione qualità, come nel caso della SA8000, ma è una guida a concetti, principi e pratiche connesse alla Responsabilità Sociale d Impresa. In pratica, un azienda o un organizzazione che volessero adottare queste nuove Linee Guida non possono affidarsi a una società esterna che ne certifichi l impegno nel campo della responsabilità sociale, ma devono confrontarsi con le proprie parti interessate, prima fra tutte il sindacato per quanto attiene i rapporti e le condizioni di lavoro, affinché siano loro a valutare se rispettano o meno i contenuti di Iso

30 CSR (Corporate Social Responsability), in italiano RSI Responsabilità Sociale d'impresa E entrata formalmente nell'agenda dell'unione Europea a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, dove è stata considerata come uno degli strumenti strategici per realizzare una società più competitiva e socialmente coesa. Nel Libro Verde della Commissione Europea, edito nel 2001, la responsabilità sociale è definita come: "L integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate". La CSR va oltre il rispetto delle prescrizioni di legge e individua pratiche e comportamenti che un impresa adotta su base volontaria, nella convinzione di ottenere dei risultati che possano arrecare benefici e vantaggi a se stessa e al contesto in cui opera. Particolare attenzione viene prestata ai rapporti con i propri portatori d interesse (stakeholder): collaboratori, fornitori, clienti, partner, comunità e istituzioni locali, realizzando nei loro confronti azioni concrete. Ciò si traduce nell'adozione di una politica aziendale che sappia conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento, in un ottica di sostenibilità futura.

31 Gestire la sostenibilità: altri strumenti Bilancio ambientale: è un rapporto elaborato ad uso interno. Contiene dati (fisici, tecnici, economici) utili a definire la strategie d impresa. Il report ambientale -o meglio, il report di sostenibilità, ha invece una funzione pubblica, divulgativa e promozionale. E un documento rivolto agli stakeholders.

32 Quanto costa la sostenibilità? La contabilità d impresa può valutare le voci che concorrono a dare una valutazione economica dei costi e degli investimenti sostenuti per far fronte a problematiche ed obiettivi ambientali e sociali.

33 Environmental Cost Accounting Costi convenzionali (impianti, tecnologie..) Costi nascosti (studi, RES ) Costi del non ambiente cioè a seguito di danni provocati da inefficienze e sottovalutazioni Costi potenziali (imprevisti, adeguamento impianti ad eventuali norme ambientali..) Costi di immagine (report ambientali, campagne..)

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