04-02: Biomasse erbacee. Proprietà e processi

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "04-02: Biomasse erbacee. Proprietà e processi"

Transcript

1 : Biomasse erbacee. Proprietà e processi L'utilizzo delle biomasse erbacee per la produzione di energia rispetto a quello delle biomasse legnose, è stato finora piuttosto limitato. Stranamente, questo non significa che le biomasse come i residui agricoli non vengono bruciati, in realtà, una grande quantità di essi viene bruciata in campo dopo la raccolta. Questa consuetudine rappresenta una fonte di emissioni incontrollate, senza che vi sia alcun tipo di sfruttamento energetico, tale pratica può costituire anche un potenziale rischio d incendi. Inoltre, in diversi paesi del terzo mondo, dove l'accesso ad altre fonti di combustibile è scarsa, le biomasse erbacee vengono utilizzate come combustibile per applicazioni di riscaldamento, per la cottura e simili anche se l efficienza energetica complessiva è scarsa. Il motivo per cui l'utilizzo della biomassa erbacea in Europa, così come nel resto nel mondo, sia in genere inferiore a quello di altre fonti di biomassa può essere dovuto alle seguenti tre ragioni: Alcuni residui erbacei, come la paglia, fanno già parte di comuni pratiche agricole, come ad esempio l uso per l'alimentazione degli animali. Tale argomento è discusso nel Capitolo sulle biomassa erbacee. In generale, la catena di approvvigionamento di biomassa erbacea deve affrontare diverse problematiche: bassa densità energetica, variazioni stagionali, possibilità di biodegradamento e, ecc. Questi temi sono affrontati principalmente nel Capitolo riguardante l approvvigionamento di biomasse erbacee. Infine, le biomasse erbacee sono state considerate come un carburante più problematico rispetto alle biomasse legnose a causa di alcuni composti che condizionano la loro combustione. La natura di questi composti e la loro particolare influenza sulla diversa utilizzazione dell'energia è l'oggetto del presente capitolo. Nonostante le difficoltà elencate sopra, ci sono alcuni esempi positivi di utilizzazione di biomasse erbacee per la produzione di energia. Uno dei casi più noti, per esempio, è l'utilizzo di paglia per la produzione di energia elettrica o di calore per reti di teleriscaldamento in Danimarca. Inoltre, l'aumento della quantità di bioenergia prodotta da biomasse erbacee, quali residui agricoli e alcune tipologie di colture energetiche, come è stato descritto nel Capitolo 02-02, è un obiettivo importante per l'ue RES (renewable energy sources, fonti di energia rinnovabile) Come discusso nel Capitolo 04-00, i principali processi che possono essere utilizzati per la produzione di energia utile, da ogni tipologia di biomassa, compresa la biomassa erbacea, sono i seguenti: Tre diversi processi termici: Combustione per la generazione diretta di calore ed elettricità in centrali di cogenerazione

2 2 (produzione di calore ed elettricità) o di co-combustione in processi industriali, Gassificazione termica con successiva combustione del gas ("gas prodotto") in centrali di cogenerazione, in processi industriali, oppure per ulteriori trasformazioni chimiche del gas prodotto, Pirolisi con successiva combustione dei carburanti solidi, liquidi e / o gassosi prodotti, in centrali di cogenerazione, in processi industriali o per ulteriori trasformazioni chimiche dei prodotti della pirolisi. La pirolisi può essere effettuata ad alta temperatura (circa 700 C) o a bassa temperatura (circa 300 C, "torrefazione"), ottenendo differenti rapporti tra il residuo solido ("carbone"),il residuo liquido ("olio di pirolisi") e il residuo gassoso ("gas di pirolisi"). Due processi biochimici fermentazione per la successiva utilizzo principalmente dell etanolo come combustibile liquido nei motori a combustione interna o come combustibile aggiuntivo nelle centrali di cogenerazione, nei processi industriali o come materia prima per la sintesi chimica di nuovi prodotti digestione anaerobica con successivo utilizzo del gas ("biogas") nei motori a combustione interna, come combustibile aggiuntivo in centrali di cogenerazione, in processi industriali o come materia prima per la successiva sintesi di un nuovi prodotti chimici. E importante per i progettisti di impianti di bioenergia saper scegliere la tecnologia appropriata in base alla materia prima, conoscere bene le caratteristiche che differenzano le diverse tipologie di biomasse erbacee rispetto alle altre biomasse, nonché le problematiche principali da considerare quando la biomassa erbacea viene utilizzata nelle diverse tecnologie per la conversione energetica : Panoramica sul combustibile da biomassa erbacea e sulle caratteristiche di processo delle ceneri Essendo un prodotto della fotosintesi, come discusso nel Capitolo 01-00, la sostanza secca delle biomasse erbacee è tipicamente composta da polisaccaridi (cellulosa ed emicellulosa), polimeri fenolici (lignina) e, in minor quantità, da altre sostanze, come resine, grassi e acidi grassi, comunemente noti come estrattivi. Una differenza fondamentale tra le biomasse erbacee e quelle legnose è la minore percentuale in peso della lignina e la maggiore presenza di cellulosa ed emicellulosa. I valori tipici di tali componenti nelle biomasse sono riportati nella Tabella Come mostrato in tabella, il contenuto di lignina nelle erbacee varia tipicamente da 15% a poco più del 20%. Dal momento che la lignina è in una forma meno ossidata rispetto alle emicellulose, essa possiede un potere calorifico superiore e questo si traduce in generale in un minor potere calorifico delle biomasse erbacee rispetto a biomasse legnose e ad altri residui agro-industriali, come ad esempio la sansa. L inferiore contenuto di lignina influisce in qualche modo anche sulla

3 3 velocità di combustione e, nei processi biochimici, sulla quantità di materia organica che può essere trasformata nel prodotto finale (la lignina tipicamente non viene digerita / fermentata ma rimane nel residuo solido, mentre la cellulosa e soprattutto l emicellulosa sono più facilmente convertite in zuccheri). Biomassa Composizione (% wt daf) Emicellulosa Cellulosa Lignina Foglie di tabacco Paglia di mais Miscanto Panico verga Paglia Latifoglie Conifere Gusci di nocciole Sansa Table : Contenuto percentuale di cellulosa, emicellulosa e lignina nelle diverse tipologie di biomassa. La composizione è data rispetto al peso del secco senza le ceneri e gli estrattivi (daf : dry ash free) Nei processi termici, l analisi prossimale e l analisi elementare sono i metodi più utili per avere indicazioni sull effetto del tipo di biomassa sulla combustione. Per ulteriori informazioni su queste analisi e sull impatto della composizione sulle condizioni di combustione, si veda l'appendice Analisi dei carburanti. Di seguito sono presentate alcune considerazioni più specifiche sui combustibili da biomasse erbacee. Come discusso nel capitolo 03-02, il contenuto di umidità della maggior parte dei residui agricoli è piuttosto bassa - per combustibili tipo la paglia i valori tipici riportati in letteratura sono inferiori al 15% in peso. Altri residui tuttavia, come la bagassa hanno un contenuto di umidità molto più elevato, fino a 40-60% in peso e ciò può essere un problema per la combustione. Il contenuto di umidità è ovviamente influenzato dalle condizioni atmosferiche (per i residui raccolti o stoccati in campo) o dalle condizioni di processo (per i residui agroindustriali). Sulla base di quanto detto in precedenza, le biomasse erbacee più comuni sono adatte per la combustione, almeno dal punto di vista dell umidità. Combustibili con umidità elevata, come ad esempio residui di barbabietola da zucchero, richiedono essiccazioni notevoli prima della combustione e di conseguenza sono meglio sfruttati nei processi di conversione biochimica come per esempio nella fermentazione. Come per la maggior parte delle biomasse, anche le biomasse erbacee hanno un alto contenuto di frazioni volatili rispetto al carbone. La biomassa erbacea tende inoltre ad avere un contenuto di frazione volatile leggermente superiore rispetto alla biomassa legnosa e ad

4 4 alcuni tipi di residui agro-industriali; come tendenza generale a una biomassa con un più basso contenuto di lignina corrisponde un maggiore contenuto di frazione volatile. Il basso contenuto di umidità della maggior parte dei residui erbacei fa in modo che la gassificazione inizi quasi nel momento in cui il combustibile viene portato ad alta temperatura. Inoltre l'elevato contenuto di volatili nella biomassa erbacea, porta a un rapido rilascio della maggior parte del combustibile in fase gassosa. Pertanto è necessaria, una corretta progettazione della camera di combustione per fornire un tempo di permanenza sufficiente alla completa combustione dei gas volatili. E inoltre da considerare che l immediato rilascio di sostanze volatili dalle biomasse erbacee può comportare alcuni problemi di sicurezza durante la sua movimentazione. Infatti, il rilascio delle sostanze volatili, se la biomassa viene portata a contatto con superfici calde o se la sua temperatura aumenta considerevolmente al di fuori della camera di combustione, può aumentare la probabilità di ignizione. Tuttavia, nonostante le condizioni favorevoli dovute alla bassa umidità e all alto contenuto di volatili, l elevato contenuto di cloro e la presenza di ceneri pongono problemi significativi per i processi termici a base di biomassa erbacea. Le difficoltà non sono dovute alla quantità di ceneri (anche se la biomassa erbacea tende ad avere un contenuto di ceneri superiore a quello della biomassa legnosa) ma alla qualità di esse. I problemi qualitativi riguardano soprattutto le elevate concentrazioni di elementi come alcali e silice nella cenere delle biomasse erbacee, insieme al contenuto di cloro nel combustibile di partenza. Questi elementi tendono a formare composti molto volatili e/o a basso fondenti che comportano sia emissioni, come ad esempio aerosol, che problemi operativi, comunemente noti come fusione delle ceneri / incrostazione e corrosione. Questi problemi sono discussi in dettaglio nell Appendice Ceneri. La formazione di agglomerati un problema specifico per gli impianti a letto fluido ed è anche dovuto alla bassa temperatura di fusione delle ceneri di alcune biomasse, come discusso nella sezione A. Per quanto riguarda l'analisi elementare della biomassa erbacea (per ulteriori dettagli si veda l'appendice Analisi del combustibile), possono essere evidenziati i seguenti punti: Il contenuto di carbonio (C) tende ad essere inferiore rispetto alla biomassa legnosa a causa del contenuto inferiore di lignina. Questo porta ad abbassare il valore del potere calorifico della sostanza secca libera da ceneri. l azoto (N) tende ad essere presente nelle biomasse erbacea in concentrazioni superiori ripetto alla biomassa legnosa a causa del maggior tasso d accrescimento e all utilizzo di fertilizzanti azotati nella coltivazione. Come risultato, le emissioni di NOx provenienti dalla combustione di biomassa erbacea possono essere superiori a quelle della biomassa legnosa a parità di condizioni di combustione. Allo stesso modo, lo zolfo (S) è presente in quantità più elevate nella biomassa erbacea che nella biomassa legnosa e può portare all aumento di emissioni di SOx e ad alcuni problemi

5 5 operativi, come la corrosione di parti metalliche o alla difficoltà nella pulizia del syngas nei processi di gassificazione. il cloro (Cl) è la differenza più importante tra la biomassa erbacea e la biomassa legnosa. Le biomasse erbacee hanno un contenuto di cloro che varia da meno del 0,1% al 2% o più. Per questo, durante la combustione della biomassa erbacea si possono verificare aumenti delle emissioni di diossine e aerosol e inoltre problemi operativi. Nel complesso, in termini di contenuto energetico, minore è la lignina/carbonio contenuto nella biomassa erbacea minore è anche il Potere Calorifico Superiore (PCS) rispetto ai combustibili da biomasse legnose. Inoltre, l elevato tenore in ceneri contribuisce ad abbassare il potere calorifico per kg di combustibile. I combustibili da biomasse erbacee hanno un elevato range di PCS, tra i MJ / kg sul secco, mentre il potere calorifico inferiore (PCI) sul tal quale (con l umidità del combustibile alla consegna), è di solito tra i MJ / kg per i combustibili tipo paglia. Il basso contenuto di umidità implica che la differenza tra il PCI e il PCS non è così alta come nel caso della biomassa legnosa : Biomasse erbacee in impianti di media e larga scala a: Combustione in impianti destinati alle biomasse erbacee Impianti di combustione di biomasse erbacee in media e larga scala possono essere utilizzati per la produzione di calore (ad esempio calore di processo, calore per reti di teleriscaldamento), energia elettrica e/o entrambi. Le capacità termiche di tali sistemi alimentati a biomassa erbacea variano da un paio di mega-watt a 50 MW o (in rari casi) di più. In generale, la combustione di biomassa erbacea in tali applicazioni è soggetta alle problematiche discusse nell Appendice sulle Ceneri, riguardante le incrostazioni e la corrosione, nonché alcune questioni ambientali (discusse nell Appendice Comportamento del combustibile). Di conseguenza, una pratica comune è quella di alimentare una caldaia a combustibile secco con una miscela di biomassa legnosa secca (quantità maggiore) e una percentuale minore di biomassa erbacea. Tuttavia, esistono anche diversi esempi di caldaie dedicate a biomasse erbacee. In questi sistemi il combustibile più utilizzato è la paglia ed i leader in questo settore sono alcune società danesi. Per centrali elettriche a biomasse erbacee, gli effetti nocivi delle sostanze corrosive sono in genere limitati operando con vapore a temperature più basse rispetto a impianti a carbone o a biomasse legnose: così tali impianti presentano un rendimento inferiore, come spiegato nella Sezione F. Ci sono tre principali tipi di tecnologie che possono essere utilizzate in medie e larga scala per impianti di combustione (elencate in base alla dimensione delle particelle dalle più grandi alle più piccole): griglia fissa, griglia mobile e impianti a combustibile polverizzato.

6 6 I Sistemi a griglia fissa sono i più diffusi per impianti di combustioni dedicati alle biomasse. Sono adatti a tutti i tipi di combustibili "problematici", ad esempio quelli con elevato tasso di umidità, alto contenuto in ceneri e particelle di grandi dimensioni. La combustione in questo tipo di impianto avviene di solito su una griglia situata sul fondo della caldaia. La biomassa viene triturata prima di essere inserita in caldaia ma, in un tale sistema, non è completamente polverizzata. Nella camera di combustione, il combustibile è essenzialmente sottoposto a gassificazione, i gas caldi vengono bruciati nei livelli superiori della camera di combustione, mentre il carbone rimanente viene bruciato sulla griglia e la maggior parte della cenere residua viene raccolta sotto la griglia. Una parte della cenere è trasportata dai gas di scarico e deve essere abbattuta con sistemi di pulizia appropriati, come per esempio i precipitatori elettrostatici. In realtà, poiché la maggior parte della massa e dell'energia del carburante viene rilasciata dal gas volatile, è essenziale la corretta progettazione della camera di combustione superiore per garantire l opportuna miscelazione con l'aria e sufficienti tempi di permanenza. La movimentazione della biomassa sulla griglia può essere ottenuta sia per gravità (griglia fissa) o applicando una sorta di movimento della griglia con diversi tipi di tecnologie: griglie vibranti, in movimento, viaggianti o rotanti. La griglia fissa è l'opzione più semplice e meno costosa, ma anche quello che presenta il controllo minore sulle condizioni di combustione, inoltre, sono più vulnerabili ai problemi legati alla fusione delle particelle di cenere. I sistemi a griglie vibranti sono molto comuni con combustibili con ceneri basso fondenti, quali la paglia, poiché le vibrazioni costanti non consentono la formazione di grossi agglomerati di cenere fusi. Tuttavia, le vibrazioni comportano anche una maggiore quantità di particelle di cenere nei gas di scarico, per cui sono necessari accorgimenti specifici per l abbattimento delle polveri. Un esempio di impianto alimentato a paglia con griglia vibrante è mostrato in Figura Una variante dei sistemi a griglia è l'uso di un "bruciatore a sigaro". Questo tipo di bruciatore viene alimentato direttamente con una balla di paglia, senza alcuna preventiva triturazione. Parte della balla viene bruciata sopra la griglia, una volta entrata nella camera di combustione, mentre un'altra parte viene bruciata sulla griglia sottostante. Il vantaggio di questo sistema è che l alimentazione costante del carburante può essere ottenuto con un minimo pretrattamento. Gli svantaggi sono che tali impianti sono limitati al solo utilizzo delle balle, sono sensibili alla variazione delle dimensioni delle balle, hanno emissioni di CO relativamente elevate e minor efficienza. Per queste ragioni, nessuno dei nuovi impianti utilizza questa tecnologia e per motivi di praticità sono stati abbandonati. A causa della difficoltà nell ottenere condizioni di combustione omogenea, i sistemi a griglia di solito non sono l'opzione migliore per bruciare miscele di biomasse legnose ed erbacee. Tuttavia, alcune soluzioni tecnologiche, come le griglie rotanti, presentano buoni risultati

7 7 anche con miscele di combustibile, poiché il movimento della grata stessa porta a una miscelazione naturale dei carburanti. Mentre il controllo delle emissioni non è così ottimale quando l'impiano è in funzione con carico parziale. Infine, sebbene il costo di investimento è tipicamente piuttosto basso, questi impianti necessitano di un eccesso d'aria piuttosto alto per garantire la combustione dei gas volatili e pertanto lavorano con minor efficienza. Figure : L impianto alimentato a balle di paglia di ACCIONA a Sanguesa, Spagna (Fonte: ACCIONA) Sistemi a letto fluido sono stati inizialmente sviluppati negli anni 1970 per utilizzare carbone con alte concentrazioni di zolfo, la cui combustione tale e quale comporta livelli inaccettabili di emissioni di SOx nei sistemi di combustione standard. L'idea alla base di questa tecnologia consiste nel bruciare il combustibile in un letto riempito con un materiale "inerte", mentre l'aria viene alimentata dal basso della camera di combustione. A condizione che la velocità dell'aria sia sufficientemente elevata, il materiale inerte ed il combustibile vengono mescolati e vengono così "fluidizzati". Esistono due principali tipologie di letti fluidi: il letto fluido bollente (o BFB), in cui la velocità dell'aria è relativamente bassa e le particelle formano una ben definita zona nella camera di combustione assomogliante a un fluido bollente, e il letto fluido circolante (o CFB), in cui la velocità di fluidizzazione è maggiore e le particelle escono continuamente

8 8 dalla zona di combustione e vengono riportate al punto iniziale dopo essere passate attraverso un sistema ciclonico di separazione in base alle dimensioni. I sistemi a letto fluido hanno diversi vantaggi: Sono in grado di gestire una grande varietà di combustibili solidi, con ampio range di dimensioni delle particelle, contenuto di umidità e contenuto di cenere. Hanno una elevata capacità termica e possono essere operativi anche se l'alimentazione di carburante viene interrotta per alcuni minuti. Il tempo di permanenza delle particelle di combustibile nel letto è abbastanza lungo, quindi, è possibile ottenere un efficienza elevata anche a basse temperature di esercizio. Questo ha come vantaggio basse emissioni di NOx pur operando a basse temperature(vedi Appendice Comportamento combustibile). Utilizzando opportuni additivi nel letto fluido, le emissioni di SOx possono essere assorbite e minimizzate senza ricorrere a costosi sistemi di pulizia secondari. In questa tecnologia ci sono anche alcuni svantaggi, in particolare l alta quantità di particelle che richiede efficaci sistemi di abbattimento delle polveri e una maggiore abrasione delle superfici del letto. Il problema più importante tuttavia, e quello più rilevante nel caso di combustione di biomassa erbacea, è il fenomeno noto come formazione di agglomerati. Come precedentemente accennato, gli impianti a letto fluido operano attraverso un flusso d'aria con velocità sufficiente immesso da sotto il letto. La velocità dell'aria dipende dalle caratteristiche delle particelle, come per esempio dalla dimensione e dalla densità. Particelle troppo piccole (ad esempio particelle di combustibile bruciato) lasciano la zona di fluidizzazione con i fumi di scarico, mentre le particelle troppo grandi non possono essere fluidificate e cadono sul fondo. La biomassa erbacea è tipicamente caratterizzata da ceneri con basse temperature di fusione; quindi, le particelle di cenere nella zona di fluidizzazione sono spesso fuse o semi-fuse e si attacccano alle particelle sulla griglia formando agglomerati. Se la dimensione di questi agglomerati diventa sufficientemente grande, allora la velocità dell'aria non è più sufficiente per la loro fluidizzazione per cui esse cadono sul fondo della caldaia, provocando l arresto della caldaia. I metalli alcalini presenti nella biomassa erbacea possono inoltre reagire con il materiale di costruzione del letto e formare altri composti basso fondenti. Inoltre, i sistemi a letto fluido possono essere soggetti a problemi di incrostazione e corrosione quando alimentati con biomassa ad alto contenuto di cloro e di alcali. Infine, i sistemi a letto fluido hanno costi d'investimento più elevati rispetto alle caldaie a griglia o a combustibile polverizzato. In qualche modo, il problema della formazione di agglomerati può essere controllato con misure che limitano anche le incrostazioni e la corrosione. L'uso di additivi per il controllo della corrosione in questa tecnologia è fattibile, ma i costi rimangono abbastanza alti. Per questo motivo, l'aggiunta di biomasse erbacee in tali caldaie, viene limitato in quote termiche inferiori al 50%; la maggior parte degli operatori del settore privilegia però valori ancora più bassi, vicini al 20%.

9 9 I sistemi a combustibile polverizzato bruciano una sospensione di particelle di biomassa molto fini miscelati con aria comburente. E 'attualmente la tecnologia più comune nei sistemi alimentati a carbone. Dal momento che la macinatura di combustibili da biomassa, e soprattutto da biomassa erbacea (si veda la Sezione ) richiede un alto consumo di energia, questa opzione tecnologica per impianti dedicati a biomassa è comune solo con segatura e altre biomasse preferibilemente già disponibili in polveri sottili b: Co-combustione di carbone con biomasse erbacee La discussione nei paragrafi precedenti è stata mirata agli impianti che utilizzano sia esclusivamente erbacea che una miscela di biomassa erbacea con biomassa legnosa. Tuttavia, vi è un'altra opzione, quella di utilizzare biomassa erbacea per sostituire una certa quota termica di un combustibile fossile, tipicamente una tipologia di carbone in un impianto esistente. Questa opzione è nota come co-combustione e offre alcuni vantaggi molto significativi, come ad esempio la potenziale riduzione dei gas serra e le possibili emissioni di SOx e NOx da centrali elettriche a carbone. Inoltre, gli impianti convertiti alla cocombustione possono nella maggior parte dei casi, tornare alla normale modalità a carbone e sono quindi meglio attrezzati per affrontare attraverso l utilizzo di biomassa la carenza di combustibile. La co-combustione viene realizzata sia in caldaie a combustibile polverizzato che in caldaie a letto fluido; le caldaie a griglia fissa, non sono praticamente utilizzate attualmente per la combustione del carbone. Ci sono diverse opzioni per l implementazione della cocombustione in una centrale a carbone (si veda la Figura 4-2 2): La co-combustione diretta significa che la biomassa ed il carbone vengono bruciati nella stessa caldaia. Il modo più semplice e meno costoso per farlo è quello di alimentare la biomassa nei mulini e nei bruciatori già esistenti per il carbone (vedi percorso 1 in figura), ma è anche il meno efficiente. Un'opzione meno semplice è quella di ottenere la riduzione desiderata delle dimensioni della biomassa in un mulino separato, utilizzando i bruciatori di carbone esistenti (vedi itinerario 2). I costi aumentano a causa dell'installazione di nuovi mulini ed il controllo delle condizioni di combustione non è ottimale, ma non sono necessarie modifiche alla caldaia e alla camera di combustione. Infine, è possibile installare mulini e i bruciatori per la biomassa (sistema 3). Il costo è il più alto in questo caso, ma le problematiche tecniche sono molto più basse. Quando la biomassa subisce un processo di pirolisi a bassa temperatura chiamata torrefazione (v ), essa diventa facilmente triturabile e più simile al carbone in termini di proprietà di combustione. Di conseguenza può essere alimentata direttamente nei mulini e bruciatori del carbone (vedi percorso 5). la co-combustione indiretta consiste nell alimentare con la biomassa un gassificatore (vedere percorso 4), successivamente il gas prodotto viene utilizzato direttamente nella caldaia a carbone. In questo modo, le problematiche relative alla cenere delle biomasse vengono evitate nella caldaia a carbone; tuttavia, i costi opertivi e di installazione sono molto più alti e permangono le prolematiche relative alla gassificazione della biomassa (vedi

10 10 05). la co-combustione in parallelo consiste nel bruciare la biomassa in una caldaia separata, progettata per gestire tutte le peculiarità della materia prima. La caldaia può essere costretta ad operare a temperature inferiori per evitare i problemi di corrosione (vedi Appendice sulle Ceneri), ma l accoppiamento dei cicli di vapore del carbone e della biomassa aumenta l'efficienza complessiva. Tutte le considerazioni sulla co-combustione sopra descritte, escluso la torrefazione, sono state osservate nelle varie parti del mondo. La quota massima di biomassa nella miscela di carburante in un impianto di co-combustione dipende da diversi parametri, come il tipo di combustibile e le proprietà delle ceneri (carbone o biomassa), il tipo di caldaia, il sistema di co-combustione, il perocesso di recupero delle ceneri, così come la disponibilità e i costi della biomassa. Una regola generale di massima sarebbe che la biomassa legnosa può alimentare una caldaia a carbone fino al 20% senza modifiche sostanziali o problemi, mentre per la biomassa erbacea la quota sarebbe limitata al 10% a causa del suo contenuto in cloro e alcali. La co-combustione con carbone ad alto contenuto di zolfo può attenuare alcuni dei problemi di corrosione dovuti alla biomassa erbacea, come discusso in Appendice sulle Ceneri. Generalmente, però, la co-combustione è una scelta eccellente per l'utilizzo energetico della biomassa. Per esempio, uno degli impianti di cogenerazione più efficienti (42% efficienza elettrica, il 92% di efficienza totale) e più grandi nel mondo è Avedøre 2, gestito da DONG Energy. Avedøre 2 rifornisce la rete distrettuale di teleriscaldamento di Copenaghen e opera su un concetto di multi carburante. La caldaia principale di 800 MWth funziona con una miscela di gas naturale, olio combustibile pesante e pellet di legno, mentre una secondaria a griglia con capacità di 105 MWth è alimentata con balle di paglia. Il vapore prodotto dalla caldaia a paglia è infine utilizzato nella stessa turbina a vapore della caldaia principale, attuando così una coalimentazione in parallelo che aumenta l'efficienza complessiva.

11 11 Figure : Schema di un impianto di co-combustione di una centrale elettrica a carbone (Fonte: KEMA/IEA Task 32) Negli ultimi anni, ci sono state alcune iniziative di adeguamento di vecchie centrali a carbone a quote termiche di biomassa molto elevate per ragioni economiche e ambientali. Il Belgio è uno dei leader mondiali in questi progetti: l unità 4 della centrale Les Awirs e l unità 4 della centrale elettrica Rodenhuize sono già stati convertiti al 100% alla combustione di pellet di legno. Le grandi quantità di pellet necessari per il funzionamento di tali impianti sono tipicamente spedite dall'estero, ad esempio dal Canada. Progetti con combustibili da biomasse erbacee non sono stati ancora realizzati, in parte a causa delle sfide tecniche che richiede la materia prima e in parte a causa della mancanza di mercati mondiali consolidati di agropellet.

12 : Applicazioni di combustione di biomasse erbacee in piccola scala - riscaldamento residenziale Come accennato nell'introduzione di questo capitolo, l'utilizzo di biomasse erbacee per la produzione di calore ai fini residenziali è molto diffusa in molti paesi del terzo mondo, così come in alcune zone rurali d'europa. L'efficienza e le emissioni variano notevolmente a seconda della tecnologia e del carburante. La paglia è probabilmente la biomassa erbacea più utilizzata per riscaldamento su piccola scala in Europa. Un tipo comune di caldaia per riscaldamento a paglia è "l impianto a porzione" in cui viene riempita la camera di combustione periodicamente con balle di paglia. Sistemi più piccoli che lavorano con piccole balle possono essere alimentati a mano, mentre i sistemi di grandi dimensioni richiedono grandi balle rotonde o squadrate e un nastro trasportatore per l'alimentazione della caldaia. Esistono caldaie alimentate automaticamente a paglia, dove la paglia è preventivamente tagliata e immessa attraverso un sistema di trasporto nella camera di combustione. L'efficienza di tali sistemi è passata dal 30-40% della metà degli anni 1970 al 80% o superiore ad oggi. I sistemi ad alimentazione automatica tendono anche ad essere più efficienti di quelli manuali. Nonostante questi miglioramenti tecnologici significativi, i sistemi di combustione a biomassa erbacea per applicazioni su piccola scala sono scarsi rispetto ai loro omologhi a biomassa legnosa. Per le caldaie a biomassa, la norma europea di riferimento per la loro efficienza è la EN 303:05. Secondo questa norma, le caldaie a biomassa sono classificate da 1 a 5, dove ogni classe corrisponde a determinati requisiti in termini di efficienza ed emissioni in funzione del sistema di alimentazione (manuale o automatico) e della capacità della caldaia. In Grecia, ad esempio, le caldaie devono essere testate e approvate in Classe 3 o superiore prima di poter essere utilizzate in impianti di riscaldamento domestico. Questo è un requisito più facilmente raggiungibile dalle caldaie a biomassa legnosa che non da quelle a biomasse erbacee. Le emissioni di polveri, ad esempio, e soprattutto le più dannose emissioni di PM1, tendono ad essere più elevate per la biomassa erbacea a causa del maggior contenuto di componenti inorganiche volatili rispetto alla biomassa legnosa. L'elevato contenuto di ceneri delle biomasse erbacee, inoltre, pone alcune questioni operative e di "Comfort" per le caldaie a biomasse erbacee. La formazione di agglomerati e la corrosione sono un problema per questi tipi di caldaie, nonché per i loro omologhi superiori. In una caldaia a pellet alimentata a pellet di paglia, potrebbe accadere che il sistema di rimozione della cenere viene bloccato a causa della presenza di agglomerati di cenere fusa. Inoltre, rispetto ad intervalli di pulizia di un mese per le caldaie a pellet di legno, una caldaia a pellet di paglia per esempio, necessita della pulizia della cassetta della cenere da quattro a sei volte più spesso, senza la considerazione di eventuali problemi.

13 13 In generale,le caldaie per il riscaldamento delle singole case non sono attualmente la soluzione ottimale per l'utilizzo delle risorse di biomassa erbacea, soprattutto in aree urbane. Ci sono tuttavia alcuni esempi positivi di applicazione, che appartengono alla capacità organizzative migliori della categoria della "piccola scala". In diverse zone rurali in Danimarca sono stati installati sistemi di riscaldamento di case vicinali. In genere, tali sistemi sono gestiti da un contadino con accesso a notevoli quantità di paglia a basso costo. Il contadino installa e gestisce la caldaia nelle sue strutture, copre la propria domanda di riscaldamento e fornisce il calore in eccesso a un massimo di case vicine o altri edifici. La distanza tra gli edifici della rete non deve essere troppo grande per evitare eccessive perdite di calore nei tubi e per mantenere una ragionevole economia di progetto. I parametri fondamentali da tenere in considerazione sono, proprio come per i grandi sistemi di teleriscaldamento, il carico di linea e la densità di energia areale. Troverete la discussione su questi parametri nella sezione di testo j : Applicazioni delle biomasse erbacee nella gassificazione termica La gassificazione termica, come spiegato nella sezione , è un processo che mira a convertire completamente un combustibile solido in una miscela di gas combustibile. Il processo richiede generalmente temperature elevate e avviene normalmente in un reattore che è allo stesso tempo a letto fisso o a letto fluido. La differenza rispetto agli altri sistemi di combustione è che l'apporto di ossigeno durante l'intero processo è inferiore a quanto richiesto per la completa ossidazione del carburante, per cui i gas prodotti mantengono il loro potere calorifico. Generalmente, il gas prodotto durante il processo di gassificazione può essere utilizzato sia come combustibile, quando i problemi dovuti alla fusione delle ceneri non sono rilevanti, che come gas di sintesi per la produzione di sostanze chimiche - in questo caso vi sono requisiti più restrittivi in termine di purezza del carburante. Le materie prime erbacee da biomassa presentano due tipi di problemi nei reattori di gassificazione: Il primo, proprio come nel caso della combustione, è legato al contenuto di ceneri nel combustibile. Mentre il gas prodotto può essere considerato esente da ceneri pertanto può essere bruciato molto più facilmente, resta un problema la fusione delle ceneri per il reattore di gassificazione. Reattori di gassificazione a letto fluido per esempio, possono essere soggetti alla formazione di agglomerati, un fenomeno che è stato descritto nella sezione a. Per ridurre questi problemi, l'azienda danese DONG Energy ha sviluppato un gassificatore a letto fluido a a bassa temperatura (vedi Figura ).

14 14 In questo processo, la paglia e altri tipi di biomasse problematiche sono alimentate inizialmente in un letto fluidizzato in cui avviene la pirolisi a bassa temperatura (~ 650 C). La temperatura di processo è sufficientemente bassa per evitare la fusione delle ceneri ed il significativo rilascio di ceneri volatili, mentre il carbone rimanente viene gassificato in un altro reattore, ad una temperatura superiore. Per la rimozione di particelle di polvere vengono utilizzati due cicloni, il gas prodotto è quindi adatto per la combustione. Un impianto dimostrativo a 6 MW è operativo in Danimarca; circa il 95% dell'energia del combustibile viene convertita in un prodotto gassoso che viene poi bruciato in una vicina centrale a carbone. Ulteriori informazioni sull impianto possono essere trovate qui: La seconda problematica per quanto riguarda la gassificazione della biomassa erbacea riguarda le impurità presenti nel gas prodotto. Poiché la biomassa erbacea ha concentrazioni relativamente elevate di zolfo, cloro e specie alcaline volatili, impurezze come H 2 S, HCl, ammoniaca e particelle di aerosol tendono ad essere presenti in concentrazioni più elevate rispetto alla gassificazione della biomassa legnosa. Come precedentemente accennato, le impurità del carburante pongono considerevoli sfide per alcuni utilizzi del gas prodotto: per esempio, nella combustione in turbine o celle a combustibile o nel suo utilizzo come gas di sintesi per la produzione di sostanze chimiche. Una porzione significativa circa un terzo in alcuni processi - dell'energia nel gas prodotto è in forma di calore sensibile a causa delle elevate temperature di processo utilizzati in gassificazione termica. Il raffreddamento del gas facilita la pulizia, ma il prezzo pagato è una perdita significativa di energia. La depurazione dei gas di scarico è d altra parte molto più difficile da realizzare e rimane un serio ostacolo per la gassificazione. Figure : Il gassificatore Pyroneer alimentato a paglia a Kalundborg (Fonte: DONG Energy)

15 : Pirolisi di biomasse erbacee La pirolisi è un processo che avviene sia a elevate che a basse temperature. A seconda della temperatura viene prodotta una miscela variabile di combustibili gassosi, liquidi e solidi. Per massimizzare la resa del prodotto liquido, devono essere utilizzate basse temperature (~ 500 C), elevate velocità di riscaldamento e tempi brevi di permanenza del gas. I prodotti liquidi della pirolisi della biomassa sono tipicamente una miscela di composti organici ossigenati, quali furani, acidi, chetoni, idrocarburi aromatici, ecc; la loro relativa presenza nel liquido di pirolisi dipende dalle materie prime e dalle condizioni di processo. Ad esempio, la pirolisi in presenza di zeoliti come catalizzatori può comportare rese inferiori di prodotti liquidi, con una percentuale inferiore di composti ossigenati, per cui la quantità di carburante è inferiore ma la qualità è maggiore. Per la biomassa erbacea è stato osservato che alcuni componenti della cenere, soprattutto potassio e calcio, catalizzano le reazioni di pirolisi e la formazione di carbone. Particelle di carbone con diametro inferiore al micron formatesi da questo tipo di reazioni finiscono nella frazione liquida in sospensione e costituiscono parte della cenere del carburante. Quindi il rilascio della cenere e degli alcali durante la sua combustione può presentare un problema a meno che il liquido di pirolisi non venga migliorato. Fino ad ora, il numero di impianti di pirolisi operativi commerciali è piuttosto bassa, per cui i costi di capitale di un tale investimento tendenzialmente sono molto elevati rispetto ad altri processi. Se il prodotto desiderato dal processo dalla pirolisi è la componente solida, sono necessarie basse temperature e basse velocità di riscaldamento. Questo processo è comunemente noto come "torrefazione". Negli ultimi anni, numerose ricerche e attività di sviluppo tecnologico si sono concentrate su questo processo, con l'intenzione di produrre biocombustibili solidi migliorati che dispongono densità energetica più elevata, migliore facilità di macinazione e maggiore idrofobicità. Fondamentalmente, la torrefazione è un processo di carbonizzazione, e il suo obiettivo è quello di produrre un combustibile che può facilmente integrare il carbone in grandi centrali elettriche. Finora, la maggior parte delle attività e progetti dimostrativi della tecnologia di torrefazione, di cui ci sono diverse teorie disponibili - si concentrano sulla biomassa legnosa. Per la biomassa erbacea, la questione principale è il contenuto nel carburante di cloro e alcali, come discusso nel I risultati sono in conflitto se queste specie volatili effettivamente escono dal biocombustibile solido durante la torrefazione o meno e, quindi, non è chiaro se questo processo può essere utilizzato per risolvere le questioni legate alla fusione delle ceneri, alle incrostazione, alla corrosione, etc dovute alle biomasse erbacee. Maggiori informazioni sul processo di torrefazione applicato alla biomassa legnosa può essere trovata nella sezione d.

16 : Fermentazione biochimica di biomasse erbacee La produzione di bioetanolo a partire da prodotti agricoli, comunemente denominati biocarburanti di prima generazione, è una tecnologia che ha dimostrato di essere pienamente commerciale ed è operativa con impianti su larga scala in paesi come il Brasile e gli Stati Uniti. Le tipiche materie prime dei biocarburanti di prima generazione sono ricche di zuccheri e / o amido: canna da zucchero e mais. Tuttavia, poiché si tratta di prodotti che sono in realtà commestibili per gli esseri umani, la produzione di bioetanolo da biocarburanti di prima generazione è un argomento controverso dal punto di vista etico. La produzione di bioetanolo per biocarburanti di seconda generazione, come per esempio da residui agricoli erbacei, come paglia o paglia del mais è considerato meno controverso da un punta di vista etico ma molto più difficile tecnicamente. Tali materie prime contengono cellulosa ed emicellulosa, che possono essere scomposte in zuccheri, utilizzando enzimi adatti. Tuttavia, la struttura della biomassa e la presenza di lignina, che non è digeribile, richiede alcuni tipi di pre-trattamento per fare in modo che la cellulosa divenga facilmente accessibile agli enzimi. Lo stato attuale delle tecnologie di pre-trattamento e la scarsa efficacia e/o gli elevati costi degli enzimi in grado di scindere la cellulosa e l'emicellulosa sono stati il principale collo di bottiglia della produzione di bioetanolo di seconda generazione da materie prime a base di biomassa erbacea. Tuttavia, diverse attività di RST hanno portato questa tecnologia molto più vicino ad una scala commerciale. Negli Stati Uniti, è stato posto l'accento sull'uso di paglia del mais (residui di mais) come materia prima, per l'abbondanza percepita della risorsa e dell attuale funzionamento di una serie di strutture che già producono etanolo dalla granella di mais. Invece la ricerca in Europa si è soprattutto focalizzata sul bioetanolo dalla paglia. Come nel caso della combustione della paglia, ci sono per lo più aziende danesi all'avanguardia di questa tecnologia. La prima idea (Figura , sinistra), sviluppata dalla Inbicon controllata dalla DONG Energy, è quella di partire da un pretrattamento della paglia ad una pressione di 15 bar e una temperatura di circa 185 C. Questo rompe effettivamente la struttura della biomassa in zuccheri (con il vantaggio ulteriore di rimuovere i sali clorurati). Dopo questo, il processo è simile alla produzione di bioetanolo di prima generazione (ad esempio fermentazione degli zuccheri in etanolo e distillazione del prodotto). La componente solida rimanente, essenzialmente la lignina, può essere utilizzata come combustibile in un impianto di cogenerazione integrato per fornire il vapore per procedimento di pretrattamento per la paglia o può essere usata per altri scopi. Inbicon ha in funzione un impianto a Kalundborg che gestisce tn di paglia all'anno e produce 5,4 milioni di litri di bioetanolo, insieme a quantitativi di pellet di lignina e melassa C5. Ulteriori informazioni possono essere trovate qui.

17 17 Una seconda idea, sviluppato dalla società BIOGASOL è presentata sul lato destro della Figura Il pre-trattamento della paglia in questa tecnologia avviene secondo una cottura a pressione", che è essenzialmente un trattamento idrotermico in una soluzione debolmente acida o basica. Dopo che la biomassa si è rotta", gli enzimi sono aggiunti in due step, nel primo il glucosio è convertito da cellulosa in etanolo, mentre nel il secondo accade la stessa cosa con lo xilosio dell emicellulosa. L'acqua del processo, compreso il residuo della biomassa viene quindi alimentato ad una reattore per produrre bio-metano. Questa tecnologia è stata applicata su scala pilota, mentre il lavoro sul progetto BornBioFuel, porterà la tecnologia a una scala semi-industriale. Figure : Produzione di bioetanolo da paglia in base alla tecnologia della Inbicom (sinistra) e della Biogasol (destra) (Fonte: INBIOM)

18 : Digestione anaerobica di biomasse erbacee Come citato nella sezione , la digestione biochimica (anaerobica) è il processo che produce un gas costituito principalmente da anidride carbonica e metano attraverso la digestione operata da funghi o batteri partendo di biomassa come materia prima con alta umidità. La digestione anaerobica funziona bene con materie prime che sono facilmente digeribili, fanghi, letame, fanghi di depurazione ecc. L alta percentuale di umidità, invece di essere un ostacolo, come avviene nelle applicazioni di combustione, in realtà favorisce i processi digestivi. Per i combustibili da biomassa erbacee, la facilità di digestione dipende dai legami tra le sue componenti strutturali: cellulosa, emicellulosa e lignina. La lignina in particolare, come nel caso della fermentazione, è generalmente non digeribile. Pertanto è spesso necessario per raggiungere rese di gas sufficientemente elevate da rendere l'intero processo economico un pre-trattamento della biomassa erbacea e la rottura della sua struttura in ciò che è noto come la fase di idrolisi della digestione anaerobica (si veda anche il capitolo 04-03) Ci sono diversi metodi di pretrattamento, che possono essere impiegati per la biomassa erbacea prima della digestione anaerobica: metodi fisici, chimici, fisico-chimici e biologici. Esempi tipici sono la steam explosion, l estrazione con acqua calda, il trattamento con acido solforico, idrossido di sodio o altre sostanze,l ossidazione ad umido, ecc Se la biomassa erbacea viene utilizzata come materia prima per la produzione di solo biogas, allora il restante prodotto non digeribili contenete vari nutrienti come carbonio non convertito, può essere restituito al campo come fertilizzante naturale. Se viene utilizzata una miscela di biomassa erbacea ed altri rifiuti, allora il suo riutilizzo è soggetto a limitazioni, a seconda della purezza del residuo. La produzione di biogas da colture energetiche e da alcuni residui agricoli come più comunemente insilati di mais, è molto diffusa in diversi paesi europei e, nonostante alcuni problemi operativi che possono verificarsi,questa tecnologia può essere considerata matura. Vedere il capitolo per maggiori dettagli su questo processo : Aspetti di pianificazione per le applicazioni della biomassa erbacee Questo capitolo dovrebbe mostrare al lettore che l'utilizzo di biomasse erbacee per la produzione di energia pone sfide più significative da un punto di vista tecnico rispetto alla biomassa legnosa. Questo è un motivo principale che spiega perché gli impianti che usano le biomasse erbacee come materia prima non sono così diffusi.

19 19 La maggior parte dei problemi tecnici associati all utilizzo di biomasse erbacee deriva da alcuni componenti, come l elevato contenuto di cloro e gli alcali nella cenere del carburante. Poiché questi parametri possono variare a seconda del tipo di pianta, della condizioni del suolo, della condizioni di conservazione, ecc, è generalmente una buona prassi eseguire un numero di analisi del combustibile e della cenere della materia prima da utilizzare per avere un idea precisa delle sue caratteristiche. La maggior parte, se non tutti, dei fornitori di impianti baseranno i loro progetti su tali valori. Dati di letteratura possono essere usati, ma i valori possono variare notevolmente a causa delle condizioni effettive di certe materie prime, come per molte colture energetiche, i dati possono essere scarsi o in conflitto. Per quanto riguarda la scala di applicazione,la combustione di biomassa erbacea è generalmente poco adatta per impianti su piccola scala, in quanto le emissioni e le problematiche operative che essi presentano non possono essere gestite facilmente in piccoli sistemi. Sistemi su larga scala sono generalmente preferibili da un punto di vista operativo e ambientale, anche se la dimensione effettiva può essere limitata da considerazioni di filiera e fabbisogno energetico (il consumo di calore per esempio è meno concentrata in zone rurali rispetto a quelle urbane). La combustione diretta è in genere la tecnologia più matura, con numerosi esempi di impianti operativi. La fermentazione biochimica e la digestione anaerobica sono i prossimi in termini di maturità commerciale, mentre altri processi sono in ritardo. In generale, il rischio tecnico con tale materia prima è maggiore e il progettista deve cercare di scegliere le opzioni di utilizzo e le variabili operative con provata efficacia per evitare errori futuri. E probabile inoltre una minore efficienza nei primi anni di attività e questo ha influenza sul rendimento economico dell impianto. Per evitare i problemi associati alla cenere della biomassa erbacea, il suo uso in miscele di carburante è possibile, la co-combustione con il carbone è un processo altamente efficiente, e a causa delle grandi dimensioni della maggior parte delle centrali a carbone, esse sono in grado di assorbire grandi quantità di carburante. La sostituzione di biomassa legnosa con biomassa erbacea è possibile anche nella maggior parte degli impianti, con la possibile eccezione del riscaldamento residenziale. Una regola generale sarebbe che la biomassa erbacea può contribuire circa per il 10-20% all'energia della miscela combustibile senza problemi - la raccomandazione finale però rimane dettata dal fornitore. Infine, deve essere considerato dal progettista del sistema il problema del trattamento dei residui prodotti. La Cenere e/o i residui dei processi che interessano soltanto biomassa erbacea pulita di solito possono essere restituiti al suolo come fertilizzanti. Se la biomassa erbacea viene miscelata con altri combustibili, il riciclaggio come fertilizzante non può essere possibile se ci sono inquinanti nel residuo. Inoltre, nei casi in cui la biomassa erbacea è coalimentata con carbone o biomassa legnosa, le restrizioni riguardanti il trattamento delle ceneri del combustibile principale possono comportare alcune limitazioni sulla quota termica massima utilizzabile di combustibile erbaceo. Leggere l'appendice sulle Ceneri per maggiori informazioni sulla questione dell utilizzo della cenere.

20 20 Riferimenti Per quanto riguarda il carburante da biomassa erbacea e le caratteristiche delle ceneri, il primo passo consiste nell esaminare le informazioni disponibili presso le banche dati esistenti. Il lettore faccia riferimento ai seguenti database: Phyllis database BIODAT NREAL biomass database Altre pubblicazioni o presentazioni potrebbero risultare utili, a condizione che il lettore si ricordi che la composizione delle ceneri nella biomassa erbacea può variare notevolmente tra le località, anche per la stessa specie. I seguenti riferimenti si sono rivelati utili agli autori: R.R. Bakker, H.W. Elbersen, Managing Ash Content and Quality in Herbaceous Biomass: An analysis from plant to product J. Werther, M. Saenger, E.U. Hartge, T. Ogada, Z. Siagi (2000) Combustion of agricultural residues, Progress in Energy and Combustion Science, 26(1):1-27 Per una discussione più tecnica sulle caratteristiche delle biomasse erbacee e sulle tecnologie di combustione e gassificazione, ma senza approfondire a livello di articoli di ricerca, si consiglia al lettore di provare le seguenti pubblicazioni: Van Loo S., Koppejan J. (2008), Handbook of biomass combustion & co-firing, Earthscan, London, United Kingdom. Grammelis P. (ed.) (2010), Solid Biofuels for Energy: A Lower Greenhouse Gas Alternative, Springer-Verlag, London, United Kingdom. IEA Bioenergy ha un certo numero di gruppi di lavoro che si occupano di diversi aspetti dell utilizzo della biomassa. Task 32: Biomass Combustion and Co-firing, Task 33: Thermal Gasification of Biomass, Task 34: Pyrolysis of Biomass, li trovate qui e sono una buona fonte per ulteriori informazioni sull'argomento. In Europa, l'esperienza danese sull utilizzo della paglia è senza pari. Ulteriori informazioni sulle tecnologie e le unità operative con la paglia sono disponibili nelle seguenti pubblicazioni: Straw to energy status, technologies and innovation in Denmark 2011 Bioenergy for electricity and heat experiences from biomass-fired CHP plants in Denmark

CONVERSIONE TERMOCHIMICA

CONVERSIONE TERMOCHIMICA CONVERSIONE TERMOCHIMICA PIROLISI La pirolisi si può svolgere secondo diverse modalità: Carbonizzazione a temperature tra 300 C e 500 C Pirolisi convenzionale a temperature inferiori a 600 C Fast pirolisi

Dettagli

Le principali tipologie di biomassa utilizzabili per la produzione di energia sono:

Le principali tipologie di biomassa utilizzabili per la produzione di energia sono: PascaleCave e Costruzioni S.r.l. Biomassa -Biogas Biomassa La Biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili

Dettagli

04-04: Frazioni varie di biomassa Proprietà e processi Introduzione

04-04: Frazioni varie di biomassa Proprietà e processi Introduzione Chapter 04-04 page 1 04-04: Frazioni varie di biomassa Proprietà e processi Introduzione Ci sono essenzialmente cinque diversi processi tra cui scegliere per la produzione di energia utile da qualsiasi

Dettagli

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi:

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi: LA COGENERAZIONE TERMICA ED ELETTRICA 1. Introduzione 2. Turbine a Gas 3. Turbine a vapore a ciclo combinato 4. Motori alternativi 5. Confronto tra le diverse soluzioni 6. Benefici ambientali 7. Vantaggi

Dettagli

Il ruolo delle bio-energie nell'uso sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili (FER)

Il ruolo delle bio-energie nell'uso sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili (FER) Il ruolo delle bio-energie nell'uso sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili (FER) Maurizio Gualtieri ENEA UTTS 0161-483370 Informazioni: eventienea_ispra@enea.it 14 maggio 2014 - ISPRA Sommario

Dettagli

BIOMASSE: L ORA DELLA RISCOSSA? MICRO-GENERAZIONE A BIOGAS

BIOMASSE: L ORA DELLA RISCOSSA? MICRO-GENERAZIONE A BIOGAS MICRO-GENERAZIONE A BIOGAS LA C.E.R.SRL E UNA SOCIETA PRESENTE A RAGUSA DAL 1997 CHE OPERA NEL CAMPO DELLE ENERGIE RINNOVABILI CENTRALE A GAS CON MOTORI JENBACHER PER UNA POTENZA ISTALLATA DI 7 MW IMPIANTO

Dettagli

PRODUZIONE DI ENERGIA DALLE BIOMASSE E DAI RIFIUTI

PRODUZIONE DI ENERGIA DALLE BIOMASSE E DAI RIFIUTI PRODUZIONE DI ENERGIA DALLE BIOMASSE E DAI RIFIUTI Il TEAM di Si-Web ha lavorato con impegno e professionalità utilizzando informazioni provenienti da autorevoli fonti sia nazionali che internazionali,

Dettagli

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione

Dettagli

Sistemi tecnologici efficienti per la filiera Bosco-Legno-Energia. Roberto Jodice CORTEA

Sistemi tecnologici efficienti per la filiera Bosco-Legno-Energia. Roberto Jodice CORTEA Roma Convegno -Amici della terra Coldiretti 30 maggio 2012 Custodi del bosco La filiera bosco-legno-energia risorsa del mondo rurale Sistemi tecnologici efficienti per la filiera Bosco-Legno-Energia Roberto

Dettagli

COMBUSTIBLE ECOLOGICO 100% - NOCCIOLINO NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE PRESENTAZIONE

COMBUSTIBLE ECOLOGICO 100% - NOCCIOLINO NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE PRESENTAZIONE NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE PRESENTAZIONE Il NOCCIOLINO DI OLIVA VERGINE è un prodotto naturale, ottenuto solo ed esclusivamente con procedimenti meccanici durante la lavorazione delle olive. Durante la

Dettagli

Impianto di termovalorizzazione I cipressi (FI) Fasi di funzionamento dell'impianto: Prima fase. Schema. Sezione

Impianto di termovalorizzazione I cipressi (FI) Fasi di funzionamento dell'impianto: Prima fase. Schema. Sezione Impianto di termovalorizzazione I cipressi (FI) Fasi di funzionamento dell'impianto: Prima fase Schema Sezione 1 La seconda fase, quella più "calda", dove i rifiuti vengono bruciati e, col calore ottenuto,

Dettagli

Impianti di COGENERAZIONE

Impianti di COGENERAZIONE Impianti di COGENERAZIONE Definizione: produrre energia insieme Produzione combinata di : 1. energia elettrica/meccanica 2. energia termica (calore) ottenute in appositi impianti utilizzanti la stessa

Dettagli

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio 2007. Allegato D10

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio 2007. Allegato D10 STABILIMENTO DI TARANTO Febbraio 2007 Analisi energetica dello Stabilimento Siderurgico ILVA di Taranto Lo stabilimento siderurgico di Taranto consuma, nel suo assetto attuale, c.a. 181.000 Tj/anno in

Dettagli

Per uso civile, industriale, agricolo per teleriscaldamento

Per uso civile, industriale, agricolo per teleriscaldamento CALDAIE CON BRUCIATORE A GASSIFICAZIONE Per uso civile, industriale, agricolo per teleriscaldamento Principio di funzionamento Le caldaie a gassificazione; sono particolarmente adatte per impianti di media

Dettagli

Come funziona una centrale a ciclo combinato? Aggiungere l immagine sotto e fare un mix dei due testi di spiegazione del funzionamento

Come funziona una centrale a ciclo combinato? Aggiungere l immagine sotto e fare un mix dei due testi di spiegazione del funzionamento LA TECNOLOGIA DEL CICLO COMBINATO A GAS NATURALE La maggiore quantità di energia elettrica generata da Edison è prodotta da 28 centrali termoelettriche. Edison sviluppa, progetta e costruisce interamente,

Dettagli

Cos è una. pompa di calore?

Cos è una. pompa di calore? Cos è una pompa di calore? !? La pompa di calore aria/acqua La pompa di calore (PDC) aria-acqua è una macchina in grado di trasferire energia termica (calore) dall aria esterna all acqua dell impianto

Dettagli

G.B. Zorzoli ISES ITALIA L USO DI BIOMASSE A FINI ENERGETICI. Porretta Terme, 27.09.2008

G.B. Zorzoli ISES ITALIA L USO DI BIOMASSE A FINI ENERGETICI. Porretta Terme, 27.09.2008 G.B. Zorzoli ISES ITALIA L USO DI BIOMASSE A FINI ENERGETICI Porretta Terme, 27.09.2008 LE PIÙ IMPORTANTI TIPOLOGIE DI BIOMASSA RESIDUI FORESTALI SCARTI DELL INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE DEL LEGNO (TRUCIOLI,

Dettagli

PMI Day 2015 Quinta Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese 13 novembre 2015 - Centrale Turbo Gas di Gissi

PMI Day 2015 Quinta Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese 13 novembre 2015 - Centrale Turbo Gas di Gissi PMI Day 2015 Quinta Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese 13 novembre 2015 - Centrale Turbo Gas di Gissi Prospettive energetiche Oggi e Domani DA DOVE ARRIVA L ENERGIA? L energia si può ottenere

Dettagli

FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT

FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT ESPERIENZE INNOVATIVE IN ITALIA SUGLI ASPETTI DEPURATIVI: UN FOCUS SUI FANGHI Bologna, 22 ottobre 2014 FANGHI DI DEPURAZIONE: L ESPERIENZA SMAT Ing. Marco ACRI Direttore Generale SOCIETÀ METROPOLITANA

Dettagli

Trasformazioni materia

Trasformazioni materia REAZIONI CHIMICHE Trasformazioni materia Trasformazioni fisiche (reversibili) Trasformazioni chimiche (irreversibili) È una trasformazione che non produce nuove sostanze È una trasformazione che produce

Dettagli

Cogenerazione e teleriscaldamento urbano a Mirandola

Cogenerazione e teleriscaldamento urbano a Mirandola Cogenerazione e teleriscaldamento urbano a Mirandola IL TELERISCALDAMENTO Il teleriscaldamento è una soluzione del servizio di riscaldamento per edifici residenziali ed industriali basata su un fluido

Dettagli

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS

BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS BIO-DESOLF DESOLFORATORE BIOLOGICO PER BIOGAS RELAZIONE TECNICA BIO-DESOLF ECOCHIMICA 1 di 14 ECOCHIMICA SYSTEM s.r.l. - 36051 CREAZZO (VI) - Via Zambon 23

Dettagli

Dirigenze e staff tecnico della Puros hanno una quarantennale esperienza nei combustibili tradizionali (nafta, gasolio, gas). Puros nasce nel 2003

Dirigenze e staff tecnico della Puros hanno una quarantennale esperienza nei combustibili tradizionali (nafta, gasolio, gas). Puros nasce nel 2003 Dirigenze e staff tecnico della Puros hanno una quarantennale esperienza nei combustibili tradizionali (nafta, gasolio, gas). Puros nasce nel 2003 con la volontà di realizzare stufe a biomasse per ridurre

Dettagli

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI CAPITOLO NONO COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI Esempi applicativi Vengono di seguito esaminati alcuni componenti di macchine termiche che possono essere considerati come sistemi aperti A) Macchina termica

Dettagli

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento

Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 447 Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo

Dettagli

ENERGIE RINNOVABILI PRESENTAZIONE DI: BUSSETTI TAGLIABUE

ENERGIE RINNOVABILI PRESENTAZIONE DI: BUSSETTI TAGLIABUE ENERGIE RINNOVABILI PRESENTAZIONE DI: BUSSETTI & TAGLIABUE 1 LE ENERGIE RINNOVABILI La definizione di energia rinnovabile è spesso legata al termine ecologia. Infatti vengono spesso definite come energie

Dettagli

COGENERAZIONE. Tipologie di impianti di cogenerazione

COGENERAZIONE. Tipologie di impianti di cogenerazione COGENERAZIONE La cogenerazione, o produzione combinata di energia elettrica e calore, consente di ottenere da una singola unità produttiva energia elettrica e termica, o in alcuni casi, lavoro ed energia

Dettagli

LE BIOMASSE PER L ENERGIA

LE BIOMASSE PER L ENERGIA Aula Magna dell Istituto Tecnico Agrario Statale F.lli Navarra Martedì 12 Aprile 2011 LE SPERIMENTAZIONI SUL CAMPO DI AGRIUNIFE: RICERCHE APPLICATE ALL AGRICOLTURA ING. ANNA VACCARI DI COSA PARLEREMO Il

Dettagli

PRODUZIONE DI ENERGIA:BIOPOWER

PRODUZIONE DI ENERGIA:BIOPOWER LE BIOMASSE Le biomasse sono le materie prime rinnovabili capaci di produrre energia che si ottengono sia dagli scarti che dai residui delle attività agricole, zootecniche e forestali. PRODUZIONE DI ENERGIA:BIOPOWER

Dettagli

IPOTESI PROGETTUALI PER IL RISCALDAMENTO A BIOMASSE IN AREA MONTANA

IPOTESI PROGETTUALI PER IL RISCALDAMENTO A BIOMASSE IN AREA MONTANA Progetto CISA IPOTESI PROGETTUALI PER IL RISCALDAMENTO A BIOMASSE IN AREA MONTANA Intorduzione CISA Centro per lo Sviluppo dell Appennino Dott. Ing. Filippo Marini Introduzione Utilizzo della biomassa

Dettagli

Soluzioni per il risparmio idrico per i WC

Soluzioni per il risparmio idrico per i WC Soluzioni per il risparmio idrico per i WC Per un utenza standard di tipo residenziale che utilizza cassette di risciacquo di tipo convenzionale (da 9 a 12 litri per risciacquo), il 30% dei consumi di

Dettagli

Pensa verd. Pensa verde. Informativa per la centrale a biomasse Castiglione d Orcia

Pensa verd. Pensa verde. Informativa per la centrale a biomasse Castiglione d Orcia Pensa verd verde Pensa verde Informativa per la centrale a biomasse biomasse di di Castiglione d Orcia La provincia pensa verde Pensare verde. Sono queste le parole chiave che negli ultimi anni caratterizzano

Dettagli

LABORATORIO NORD - OVEST Offerta di energia. Il sistema Cogen-Barca

LABORATORIO NORD - OVEST Offerta di energia. Il sistema Cogen-Barca LABORATORIO NORD - OVEST Offerta di energia. Il sistema Cogen-Barca Bologna, 15 maggio 2006 Hera Bologna s.r.l. 1 COGEN OSPEDALE MAGGIORE RIVA CALZONI BARCA BECCACCINO 2 La rete 3 Le condotte Posa tubazioni

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Sistemi di essiccazione delle biomasse

Sistemi di essiccazione delle biomasse Sistemi di essiccazione delle biomasse n Essiccazione del digestato n Essiccazione di pollina n Purificazione dell aria di scarico n Essiccazione di fanghi di depurazione n Essiccazione di cippato n Separazione

Dettagli

Chi siamo GASSIFICAZIONE. prestazioni ed emissioni. Matteo Prussi (direttore RE-CORD) BioEnergy 2013 Cremona (IT) Ing. Matteo Prussi, PhD

Chi siamo GASSIFICAZIONE. prestazioni ed emissioni. Matteo Prussi (direttore RE-CORD) BioEnergy 2013 Cremona (IT) Ing. Matteo Prussi, PhD GASSIFICAZIONE prestazioni ed emissioni Matteo Prussi (direttore RE-CORD) Chi siamo 2 CREAR University Research Center Villa Montepaldi University Farm SEDI E RISORSE Pianvallico SpA Mugello Land Devel.

Dettagli

352&(662',&20%867,21(

352&(662',&20%867,21( 352&(662',&20%867,21( Il calore utilizzato come fonte energetica convertibile in lavoro nella maggior parte dei casi, è prodotto dalla combustione di sostanze (es. carbone, metano, gasolio) chiamate combustibili.

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

LE ENERGIE RINNOVABILI

LE ENERGIE RINNOVABILI LE ENERGIE RINNOVABILI La definizione di energia rinnovabile è spesso legata al termine ecologia. Infatti vengono spesso erroneamente definite come energie che rispettano l ambiente. Ci sono diversi tipi

Dettagli

L IMPORTANZA DELLA COGENERAZIONE NELL USO ENERGETICO DELLE BIOMASSE Ennio Macchi * Dipartimento di Energia - Politecnico di Milano

L IMPORTANZA DELLA COGENERAZIONE NELL USO ENERGETICO DELLE BIOMASSE Ennio Macchi * Dipartimento di Energia - Politecnico di Milano L IMPORTANZA DELLA COGENERAZIONE NELL USO ENERGETICO DELLE BIOMASSE Ennio Macchi * Dipartimento di Energia - Politecnico di Milano * relatore Paolo Silva (paolo.silva@polimi.it ) Temi trattati nell intervento

Dettagli

PROSPETTIVE E COMPATIBILITA NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA DA RESIDUI Asti, 5 marzo 2012 Prof. Ing GENON Giuseppe Ing PANEPINTO Deborah Forme di conversione energetica delle biomasse Conversione delle biomasse

Dettagli

MICRO-COGENERAZIONE tecnologie e vantaggi delle fuel cell

MICRO-COGENERAZIONE tecnologie e vantaggi delle fuel cell MICRO-COGENERAZIONE tecnologie e vantaggi delle fuel cell Paolo Baggio - UNITN P. Baggio - Borgo - nov. 2013 1 Perché la Cogenerazione Co-generazione = produzione combinata di calore ed energia elettrica

Dettagli

CENTRALI TERMOELETTRICHE

CENTRALI TERMOELETTRICHE CENTRALI TERMOELETTRICHE Le centrali termoelettriche sono impianti che utilizzano l energia chimica dei combustibili per trasformarla in energia elettrica. Nelle centrali termoelettriche la produzione

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 3063 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato NASTRI Norme concernenti la concessione di agevolazioni per la sostituzione di caldaie in

Dettagli

Torino, 23 Marzo 2010 FILIPPO RANDAZZO

Torino, 23 Marzo 2010 FILIPPO RANDAZZO LA PRODUZIONE ENERGETICA DEL LEGNO tecnologie disponibili Torino, 23 Marzo 2010 FILIPPO RANDAZZO Sommario Tecnologie tradizionali Ciclo Rankine a vapore Ciclo Rankine a fluido organico (ORC) Motore Stirling

Dettagli

Conversione a biomassa di centrali a olio combustibile: Risultati delle simulazioni 3D. Lucia Giovannini -Sandro Merlini

Conversione a biomassa di centrali a olio combustibile: Risultati delle simulazioni 3D. Lucia Giovannini -Sandro Merlini Conversione a biomassa di centrali a olio combustibile: Risultati delle simulazioni 3D Lucia Giovannini -Sandro Merlini Attività svolte Messa a punto di strumenti di calcolo per la simulazione di sistemi

Dettagli

Sono biocombustibili, per esempio, la legna da ardere o lo sterco di vacca essiccato.

Sono biocombustibili, per esempio, la legna da ardere o lo sterco di vacca essiccato. I biocombustibili sono quei combustibili ricavati da materiale biologico recente. Si differenziano quindi da quelli fossili che derivano da materiali biologici antichi. Sono biocombustibili, per esempio,

Dettagli

LE ENERGIE RINNOVABILI

LE ENERGIE RINNOVABILI LE ENERGIE RINNOVABILI INTRODUZIONE ALLE ENERGIE RINNOVABILI Che cosa sono : L energie rinnovabili sono una fonte di energie inesauribili (o quasi). Lo sfruttamento di esse, non fa si, che diminuisca la

Dettagli

L energia che consumo. Fabio Peron. Combustione. Aria di combustione. Combustione

L energia che consumo. Fabio Peron. Combustione. Aria di combustione. Combustione Corso di Progettazione Ambientale prof. Fabio Peron Combustione L energia che consumo Fabio Peron Università IUAV - Venezia Combustione Aria di combustione Si dice combustione qualunque reazione chimica

Dettagli

1.2 QUALI BIOMASSE A) DEFINIZIONE GENERALE DI BIOMASSA :

1.2 QUALI BIOMASSE A) DEFINIZIONE GENERALE DI BIOMASSA : 1.2 QUALI BIOMASSE A) DEFINIZIONE GENERALE DI BIOMASSA : Le biomasse sono un insieme eterogeneo di materiali di origine organica e rinnovabili e costituiscono anche una fonte energetica atipica caratterizzata

Dettagli

ALTRE MODALITA DI PRODUZIONE DI ENERGIA

ALTRE MODALITA DI PRODUZIONE DI ENERGIA Scheda 6 «Agricoltura e Agroenergie» ALTRE MODALITA GREEN JOBS Formazione e Orientamento LA COMPONENTE TERMICA DELL ENERGIA Dopo avere esaminato con quali biomasse si può produrre energia rinnovabile è

Dettagli

Taglia i costi Dimezza le emissioni

Taglia i costi Dimezza le emissioni Taglia i costi Dimezza le emissioni Il micro-cogeneratore più efficiente a livello mondiale Cos è BlueGEN? Il più efficiente generatore di elettricità e calore di piccola taglia BlueGEN funziona a gas

Dettagli

MISURE DI POTERE CALORIFICO E COMPOSIZIONE

MISURE DI POTERE CALORIFICO E COMPOSIZIONE MISURE DI POTERE CALORIFICO E COMPOSIZIONE Potere calorifico dei combustibili: bomba calorimetrica e calorimetro di Junkers Composizione: gascromatografia Composizione dei gas combusti: o Sonda λ o Strumenti

Dettagli

ENERGIA E CENTRALI SOLARI

ENERGIA E CENTRALI SOLARI ENERGIA E CENTRALI SOLARI Si dice solare l energia raggiante sprigionata dal Sole per effetto di reazioni nucleari (fusione dell idrogeno) e trasmessa alla Terra sotto forma di radiazione elettromagnetica.

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

ALLEGATO II. Calcolo della produzione da cogenerazione

ALLEGATO II. Calcolo della produzione da cogenerazione ALLEGATO II Calcolo della produzione da cogenerazione I - Calcolo dell energia elettrica da cogenerazione 1. Per calcolare il risparmio di energia primaria di una unità di cogenerazione, occorre anzitutto

Dettagli

Convegno ENERGIA DA BIOMASSE IL FUTURO COMINCIA DALLE AZIENDE AGRICOLE Conclusioni e proposte

Convegno ENERGIA DA BIOMASSE IL FUTURO COMINCIA DALLE AZIENDE AGRICOLE Conclusioni e proposte Convegno ENERGIA DA BIOMASSE IL FUTURO COMINCIA DALLE AZIENDE AGRICOLE Conclusioni e proposte Giovanni Riva CTI Comitato Termotecnico Italiano www.cti2000.it Milano, 19 giugno 2006 1 FILIERE AGRO-ENERGETICHE:

Dettagli

La conversione biologica può essere ottenuta con la fermentazione alcolica e la digestione, mentre la conversione fisica con la spremitura.

La conversione biologica può essere ottenuta con la fermentazione alcolica e la digestione, mentre la conversione fisica con la spremitura. Biomassa La materia organica vegetale è prodotta per effetto del processo di fotosintesi clorofilliana, che grazie all apporto dell energia del sole consente di trasformare semplici elementi minerali in

Dettagli

la PRODUZIONE di ENERGIA ELETTRICA nel MONDO

la PRODUZIONE di ENERGIA ELETTRICA nel MONDO la PRODUZIONE di ENERGIA ELETTRICA nel MONDO & CONSUMI procapite 17.800 miliardi di kwh RESTO del MONDO La produzione e quindi il consumo degli Stati Uniti rappresenta, da solo, ¼ di quello mondiale. Il

Dettagli

Relazione Tecnica. Allegato n 1. Valutazione Impatto Ambientale CENTRALE DI COGENERAZIONE. IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE DEL CHP3 (Camino n 3)

Relazione Tecnica. Allegato n 1. Valutazione Impatto Ambientale CENTRALE DI COGENERAZIONE. IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE DEL CHP3 (Camino n 3) Relazione Tecnica Allegato n 1 Valutazione Impatto Ambientale Impianto IPPC SEDAMYL S.p.A. AIA n.1018 del 12/10/2007 in fase di rinnovo Comune SALUZZO CENTRALE DI COGENERAZIONE IMPIANTO DI POST COMBUSTIONE

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato NASTRI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 1590 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato NASTRI Norme concernenti la concessione di agevolazioni per la sostituzione di caldaie in

Dettagli

Celle a combustibile, la rivoluzione parla italiano con SOLIDpower

Celle a combustibile, la rivoluzione parla italiano con SOLIDpower Pagina 1 di 5 L'AZIENDA ITALIANA HA SVILUPPATO L'INNOVATIVO SISTEMA ENGEN-2500 Celle a combustibile, la rivoluzione parla italiano con SOLIDpower EnGen-2500 permette un rendimento elettrico del 50% e un

Dettagli

Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse

Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse Caldaie, stufe e termocamini alimentati a Biomasse Le caratteristiche tecniche richieste per ottenere il conto termico. Antonietta Serra, responsabile sezione Termotecnica presso Istituto Giordano Spa

Dettagli

Lavori intelligenti per il risparmio energetico

Lavori intelligenti per il risparmio energetico Città di San Donà di Piave Assessorato all Ambiente SPORTELLO ENERGIA Lavori intelligenti per il risparmio energetico SOLARE TERMICO Un impianto a collettori solari (anche detto a pannelli solari termici

Dettagli

Cagliari 12 Marzo 2009. Laboratorio Biomasse labbiomasse@sardegnaricerche.it

Cagliari 12 Marzo 2009. Laboratorio Biomasse labbiomasse@sardegnaricerche.it Dessì Alessandro Cagliari 12 Marzo 2009 Laboratorio Biomasse labbiomasse@sardegnaricerche.it IL LABORATORIO BIOMASSE E BIOCOMBUSTIBILI Il laboratorio è stato realizzato nell ambito del Cluster Tecnologico

Dettagli

NAOHG LIVING WATER www.naohg.com

NAOHG LIVING WATER www.naohg.com NAOHG LIVING WATER www.naohg.com LE GRANDI TRASFORMAZIONI ECONOMICHE DELLA STORIA AVVENGONO QUANDO UNA NUOVA TECNOLOGIA DI COMUNICAZIONE CONVERGE CON UN NUOVO SISTEMA ENERGETICO www.naohg.com COMPANY Registrata

Dettagli

Domande a scelta multipla 1

Domande a scelta multipla 1 Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco

Dettagli

Energethica Convegno RENERFOR 25 maggio 2012 Gli incentivi per lo sviluppo della produzione di energia da biomassa: gli aspetti energetici

Energethica Convegno RENERFOR 25 maggio 2012 Gli incentivi per lo sviluppo della produzione di energia da biomassa: gli aspetti energetici Energethica Convegno RENERFOR 25 maggio 2012 Gli incentivi per lo sviluppo della produzione di energia da biomassa: gli aspetti energetici Mauro Bertolino, Ph. D. Settore Politiche Energetiche Direzione

Dettagli

DALLA GESTIONE FORESTALE ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA A BIOMASSE UNA STRATEGIA DI FILIERA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE. Marino Berton Direttore Generale

DALLA GESTIONE FORESTALE ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA A BIOMASSE UNA STRATEGIA DI FILIERA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE. Marino Berton Direttore Generale DALLA GESTIONE FORESTALE ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA A BIOMASSE UNA STRATEGIA DI FILIERA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Marino Berton Direttore Generale Lo sviluppo del settore delle biomasse non può essere

Dettagli

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante Esperimenti sulla crescita delle piante unità didattica 1 La candela accesa Durata 60 minuti Materiali per ciascun gruppo - 1 candela - 1 vaso di vetro - 1 cronometro - 1 cannuccia - fiammiferi - 1 pezzo

Dettagli

OpenLab presenta: Biotecnologie e risorse rinnovabili: un approccio innovativo alla risoluzione di un problema globale

OpenLab presenta: Biotecnologie e risorse rinnovabili: un approccio innovativo alla risoluzione di un problema globale OpenLab presenta: Biotecnologie e risorse rinnovabili: un approccio innovativo alla risoluzione di un problema globale Le Biotecnologie Sono l'integrazione delle scienze naturali, di organismi e cellule

Dettagli

ristrutturazione centrali termiche comunali dei comuni di Trezzo d Adda (MI), Vaprio d Adda (MI), Pozzo d Adda (MI), Grezzago (MI) PROGETTO:

ristrutturazione centrali termiche comunali dei comuni di Trezzo d Adda (MI), Vaprio d Adda (MI), Pozzo d Adda (MI), Grezzago (MI) PROGETTO: Studio di consulenza, ingegneria, progettazione e certificazione ING s.r.l. Via G. D'Alzano, 10-24122 Bergamo Tel. 035.215736 - F ax 035.3831266 info@ingsrl.it - www.ingsrl.it P.IVA. 03124050166 PROGETTO:

Dettagli

pierluigi.villa@univaq.it a cura di Pierluigi Villa Antonella Nardini

pierluigi.villa@univaq.it a cura di Pierluigi Villa Antonella Nardini COMBUSTIONE CATALITICA COME COMPLEMENTO DEL PROCESSO DI GASSIFICAZIONE INNOVATIVO DICOTOM PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI DA BIOMASSA E NON, CON PRODUZIONE DI ENERGIA a cura di Pierluigi Villa Antonella Nardini

Dettagli

GENERAZIONE DISTRIBUITA COGENERAZIONE NEL SETTORE INDUSTRIALE

GENERAZIONE DISTRIBUITA COGENERAZIONE NEL SETTORE INDUSTRIALE GENERAZIONE DISTRIBUITA COGENERAZIONE NEL SETTORE INDUSTRIALE LA COGENERAZIONE FINO A 10 MW Microturbine Piccoli cogeneratori (< 100 kw) Applicazioni nel settore civile e terziario Motori endotermici 1500

Dettagli

Lavoro d anno Corso di Energetica Industriale Professore: Antonio Ficarella

Lavoro d anno Corso di Energetica Industriale Professore: Antonio Ficarella Lavoro d anno Corso di Energetica Industriale Professore: Antonio Ficarella Nuova tecnologia per migliorare un impianto di riscaldamento ad uso domestico Sasha Luciana Catalini matricola: 10041516 a.a.

Dettagli

L Italia delle fonti rinnovabili

L Italia delle fonti rinnovabili L Italia delle fonti rinnovabili Le fonti rinnovabili in Italia Il GSE, Gestore dei Servizi Energetici, pubblica periodicamente dati e statistiche sulle fonti rinnovabili utilizzate in Italia. L uscita

Dettagli

Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto

Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto L'acqua inquinata Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto il suolo (falde acquifere). Va tenuto

Dettagli

Sistemi di controllo catalitico dell inquinamento atmosferico per la rimozione di sostanze organiche volatili (VOCs)

Sistemi di controllo catalitico dell inquinamento atmosferico per la rimozione di sostanze organiche volatili (VOCs) Sistemi di controllo catalitico dell inquinamento atmosferico per la rimozione di sostanze organiche volatili (VOCs) Bietigheim-, 02.08.2010 I metodi catalitici per trattare gli inquinanti atmosferici

Dettagli

COGENERAZIONE A BIOGAS

COGENERAZIONE A BIOGAS COGENERAZIONE A BIOGAS Aspetti ambientali L evoluzione del biogas per un agricoltura più sostenibile BOLOGNA, 6 Luglio 2011 INTERGEN Divisione energia di IML Impianti s.r.l. - via garcía lorca 25-23871

Dettagli

LABORATORIO DIDATTICO SULL INNOVAZIONE ECO-SOSTENIBILE NELLE FILIERE AGRO-ALIMENTARI IN REGIONE CALABRIA PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ

LABORATORIO DIDATTICO SULL INNOVAZIONE ECO-SOSTENIBILE NELLE FILIERE AGRO-ALIMENTARI IN REGIONE CALABRIA PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ LUNEDÌ 29 GIUGNO 2015 ORE 10:00 LABORATORIO DIDATTICO SULL INNOVAZIONE ECO-SOSTENIBILE NELLE FILIERE AGRO-ALIMENTARI IN REGIONE CALABRIA PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ www.algencal.it PROGETTO DI UN SISTEMA

Dettagli

Criticità e potenzialità nella creazione di un progetto di efficientamento per i CAS.

Criticità e potenzialità nella creazione di un progetto di efficientamento per i CAS. Criticità e potenzialità nella creazione di un progetto di efficientamento per i CAS. Pavia, 18 dicembre 2014 Tavola rotonda su Efficienza Energetica e certificati bianchi per interventi nell ambito del

Dettagli

Affinché un incendio si sviluppi, è necessario che si verifichino tre condizioni indicate nel "cerchio del fuoco".

Affinché un incendio si sviluppi, è necessario che si verifichino tre condizioni indicate nel cerchio del fuoco. Via Tatti, 5 20029 Turbigo (MI) Ing. Marco Cagelli Teoria della combustione Nozioni base Il cerchio del fuoco Affinché un incendio si sviluppi, è necessario che si verifichino tre condizioni indicate nel

Dettagli

Gassificazione di legna vergine per la produzione di syngas. Dott. Massimiliano Livi

Gassificazione di legna vergine per la produzione di syngas. Dott. Massimiliano Livi Gassificazione di legna vergine per la produzione di syngas Dott. Massimiliano Livi Bioenergie: Perché l uso delle biomasse legnose? Negli ultimi 50 anni la superficie boschiva è raddoppiata, raggiungendo

Dettagli

ENERGIA COMBUSTIBILI FOSSILI

ENERGIA COMBUSTIBILI FOSSILI ENERGIA COMBUSTIBILI FOSSILI COMBUSTIBILI FOSSILI CARBONE, PETROLIO, GAS METANO COMBUSTIBILI: bruciano in presenza di ossigeno e producono calore FOSSILI: si sono formati nel corso di milioni di anni nel

Dettagli

Problematiche dell utilizzo di biocarburanti nei motori

Problematiche dell utilizzo di biocarburanti nei motori Bioetanolo: dalla produzione all utilizz Centro Studi l Uomo e l Ambient Padova 200 Problematiche dell utilizzo di biocarburanti nei motori Rodolfo Taccani, Robert Radu taccani@units.it, rradu@units.it

Dettagli

Metano. Dalla combustione di un metro cubo standard di metano si ottengono circa 36 MJ (8940 Kcal)

Metano. Dalla combustione di un metro cubo standard di metano si ottengono circa 36 MJ (8940 Kcal) Metano Caratteristiche chimico fisiche e origini Il metano è un idrocarburo semplice (alcano) formato da un atomo di carbonio e 4 di idrogeno, la sua formula chimica è CH 4, si trova in natura sotto forma

Dettagli

ISOTHERM PWR. Flameless Oxy-combustion. Energia con emissioni prossime allo zero

ISOTHERM PWR. Flameless Oxy-combustion. Energia con emissioni prossime allo zero ISOTHERM PWR Flameless Oxy-combustion Energia con emissioni prossime allo zero FLAMELESS OXY-COMBUSTION Energia dagli scarti a zero emissioni Energia da combustibili poveri: Rifiuti industriali liquidi

Dettagli

Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici

Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIRO L Landesagentur für Umwelt PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Agenzia provinciale per l ambiente Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici Nel

Dettagli

Evoluzione tecnologica e mercato degli apparecchi ad uso privato

Evoluzione tecnologica e mercato degli apparecchi ad uso privato Evoluzione tecnologica e mercato degli apparecchi ad uso privato Sessione 1 Biogas, Biomassa: La filiera della legna per il riscaldamento domestico: dal bosco al caminetto Ing. Roberta ROBERTO - Ricercatrice

Dettagli

BIOMASSA: Conversione energetica della biomassa: opportunità e prospettive. Paolo Silva

BIOMASSA: Conversione energetica della biomassa: opportunità e prospettive. Paolo Silva BIOMASSA: OPPORTUNITA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE? VENERDI 5 GIUGNO 2015 TAIO (TN), SALA CONVEGNI C.O.CE.A. Conversione energetica della biomassa: opportunità e prospettive Paolo Silva Professore associato

Dettagli

MASAJA - MASAJA INOX DESCRIZIONE PER CAPITOLATO DIMENSIONI MASAJA / MASAJA INOX 29 43 55 68 88 112

MASAJA - MASAJA INOX DESCRIZIONE PER CAPITOLATO DIMENSIONI MASAJA / MASAJA INOX 29 43 55 68 88 112 MASAJA - MASAJA INOX Le caldaie a legna MASAJA e MASAJA INOX possono essere alimentate con tronchetti di lunghezza massima, a seconda dei modelli, da 500 a 1.060 mm. Corpo caldaia costituito da due elementidi

Dettagli

IDROGENO IN PRATICA. del gruppo degli allievi del Volta. Laboratorio di chimica I.T. I. Volta

IDROGENO IN PRATICA. del gruppo degli allievi del Volta. Laboratorio di chimica I.T. I. Volta IDROGENO IN PRATICA Pratiche di laboratorio su iniziative del gruppo degli allievi del Volta Laboratorio di chimica I.T. I. Volta da: L Isola Misteriosa Giulio Verne 1874 Senza il carbone non ci sarebbero

Dettagli

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi. Negli ultimi anni, il concetto di risparmio energetico sta diventando di fondamentale

Dettagli

Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria

Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Meccanica Corso di Tecnologie di Chimica Applicata LA CORROSIONE Nei terreni

Dettagli

UNA CALDAIA AD AGRI-PELLET PER PICCOLE E MEDIE AZIENDE LATTIERO-CASEARIE

UNA CALDAIA AD AGRI-PELLET PER PICCOLE E MEDIE AZIENDE LATTIERO-CASEARIE P.S.R. Sicilia 2007-2013 Misura 124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo, alimentare, ed in quello forestale ECODENS - ECOSTABILIZZAZIONE DELLE SANSE

Dettagli

GAS NATURALE O METANO

GAS NATURALE O METANO Composto prevalentemente da un idrocarburo: metano da da cui prende il nome. GAS NATURALE O METANO Alto potere calorifico. Mancanza di tossicità e impurità. È un'ottima risorsa energetica. È l'energia

Dettagli

Lo scenario energetico in Italia

Lo scenario energetico in Italia Lo scenario energetico in Italia Il Bilancio Energetico Nazionale Il Ministero dello Sviluppo Economico pubblica annualmente il Bilancio Energetico Nazionale (BEN) del nostro Paese. Questo ci dà l opportunità

Dettagli

Acidi e basi. HCl H + + Cl - (acido cloridrico) NaOH Na + + OH - (idrossido di sodio; soda caustica)

Acidi e basi. HCl H + + Cl - (acido cloridrico) NaOH Na + + OH - (idrossido di sodio; soda caustica) Acidi e basi Per capire che cosa sono un acido e una base dal punto di vista chimico, bisogna riferirsi ad alcune proprietà chimiche dell'acqua. L'acqua, sia solida (ghiaccio), liquida o gassosa (vapore

Dettagli

I trattamenti post-frantumazione

I trattamenti post-frantumazione I trattamenti post-frantumazione Forum ELV - Ecomondo, 8 Novembre 2007 Ing. Feralpi Siderurgica S.p.A. Il Tavolo Tecnico FIAT-AIRA AIRA Obiettivi Collaborazione di filiera - Selezione soluzioni tecnologiche

Dettagli

Le Energy Saving Companies (ESCO) e la produzione di energia da fonti rinnovabili

Le Energy Saving Companies (ESCO) e la produzione di energia da fonti rinnovabili LA MULTIFUNZIONALITÀ DELLE AZIENDE AGRICOLE: LE AZIENDE AGRIENERGETICHE NEI PICCOLI COMUNI Convegno nazionale Rocchetta Sant Antonio 28 maggio 2005 Le Energy Saving Companies (ESCO) e la produzione di

Dettagli