Il disegno in rilievo

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1 Capitolo Un po di storia È ormai da molto tempo che si cerca di offrire ai ciechi strumenti particolari intesi ad accrescere la loro conoscenza della realtà. In più di due secoli si è fatta molta strada: oltre alla scrittura Braille e ai più moderni metodi di registrazione e di diffusione della parola, sono stati proposti con sempre maggiore convinzione modelli in scala ridotta delle cose più diverse: oggetti di uso comune, manufatti architettonici, animali e così via. Accanto alla descrizione verbale del mondo circostante non poteva infatti mancare un approccio più diretto e immediato che valorizzasse appieno le grandi possibilità del tatto. Con il passare degli anni ai modelli si sono poi aggiunte le carte geografiche in rilievo. Esse si prestano molto bene a rappresentare la rugosità della superficie terrestre. In questo caso però il rigonfiamento delle superfici non serve soltanto a rendere tangibile per chi non vede il volume di massicci montuosi e vallate; il rilievo consente anche di individuare e di riconoscere facilmente simboli ricchi di contenuto informativo: il tracciato di una strada o di una linea ferroviaria, il segno che indica la differenza fra un villaggio e un capoluogo di provincia e così via. Più di recente la tecnica dell altorilievo si è estesa con successo oltre i confini della geografia e della rappresentazione topografica. Descrizioni architettoniche, immagini 7

2 per bambini, forme varie ad uso didattico: tutto questo è ormai entrato stabilmente a far parte del patrimonio culturale dei ciechi. Ancor più di recente si è infine diffusa un altra tecnica ancora, quanto mai ricca di sviluppi e di possibilità: quella del disegno in rilievo. Si tratta di una modalità di rappresentazione nella quale il rilievo appunto ha perso la funzione di dare conto direttamente del volume degli oggetti; esso serve piuttosto a rendere percepibili al tatto i punti, le linee, le superfici e in genere i diversi elementi di cui si compone un immagine; rende cioè possibile comunicare al lettore la forma essenziale degli oggetti - compreso il volume - e le loro relazioni reciproche rimanendo rigorosamente nell ambito di una rappresentazione bidimensionale. Fig. 1 La figura 1 ci consente di osservare tre disegni di altrettanti prospetti di case: una villetta, una palazzina e un moderno condominio. Si tratta di immagini appositamente studiate per essere proposte - in rilievo - ad un cieco. Esse risultano ad un primo sguardo piuttosto semplici e sommarie. Ma per l appunto non è allo sguardo dei nostri interlocutori che esse si rivolgono, quanto alla capacità di percepire delle loro mani; e il tatto, come si sa, è un senso dotato indubbiamente di grandi potenzialità, ma assai meno preciso e raffinato della vista. D altra parte quelle stesse immagini, malgrado tutti i loro limiti, garantiscono una quantità di informazioni e una rapidità di approccio molto maggiori di quanto avverrebbe attraverso una semplice descrizione orale; esse implicano d altra parte un dispendio di mezzi assai minore che se si dovesse produrre al loro posto una serie di modellini a tre dimensioni o una sequenza di rappresentazioni in altorilievo. Non che la parola, i modelli o gli altorilievi siano diventati improvvisamente inutili. Assolutamente no. Più che altro si tratta ogni volta di usare gli strumenti giusti al momento giusto, valorizzando al massimo le possibilità offerte da ognuno di essi: nessuna preferenza a priori quindi, ma un attenta valutazione dei rispettivi limiti e vantaggi a seconda delle esigenze cui si vuole rispondere caso per caso. 8 Disegnare per le mani

3 Proprio a questo è dedicato il presente manuale. Esso infatti si propone di illustrare le particolarità del disegno in rilievo in rapporto alle altre tecniche di rappresentazione. Più precisamente esso intende offrire un quadro chiaro e completo di come sia concretamente possibile realizzare disegni utili per chi non vede. Le immagini ideate e tracciate sul foglio per essere percepite attraverso il tatto devono infatti rispettare regole e convenzioni precise, non troppo diverse da quelle adottate nel disegno per vedenti ma pur sempre particolari. Così come il disegnatore che lavora per gli occhi dei suoi interlocutori deve saper padroneggiare le varie tecniche della rappresentazione grafica, anche chi disegna per le mani dei ciechi deve saper adattare il proprio modo di lavorare alle esigenze specifiche dei suoi lettori. Che si rivolga alla vista o al tatto il disegnatore non può mai dimenticare la sua funzione di "traduttore"; cioè di colui che media fra la realtà da rappresentare e il pubblico particolare cui si rivolge. Egli deve saper scegliere dell oggetto gli elementi che ritiene più interessanti e "tradurli" in un linguaggio quanto più possibile chiaro e comprensibile. Per far questo è costretto a rispettare un certo numero di codici che devono essere ad un tempo: facili da interpretare, già noti all interlocutore e sempre gli stessi, perché il messaggio informativo sia effettivamente accessibile e perché siano evitati effetti di disorientamento. Di qui la necessità di immedesimarsi nel punto di vista del proprio pubblico: nel nostro caso dei ciechi cui sono destinati i disegni in rilievo. Non è facilissimo, soprattutto all inizio, ma neppure troppo difficile; a condizione però che si sia disposti a criticare e non di rado a dismettere completamente le proprie abitudini di vedenti per potersi sintonizzare su una lunghezza d onda diversa. 9

4 1.2. A che cosa serve Fra i pregiudizi sulla cecità uno in particolare si è dimostrato nel tempo particolarmente difficile da contrastare: che cioè solo ai vedenti sarebbe consentito l accesso al mondo delle immagini. Ai ciechi no. Per loro resterebbe unicamente l universo della parola. Viceversa approfondite ricerche e innumerevoli verifiche empiriche hanno dimostrato esattamente il contrario. Anche chi è privo della vista dalla nascita può disporre di strutture percettive dotate di una specifica dimensione spaziale non troppo diverse dalle immagini dei vedenti. Semmai si tratta di immagini molto meno numerose, in ragione delle gravi difficoltà che il cieco incontra nel quotidiano lavoro di raccolta e di memorizzazione delle informazioni sul mondo esterno, o di immagini di gran lunga più povere perché meno ricche di riferimenti diretti alla realtà. Ecco allora che il ragionamento va capovolto. Se ai ciechi mancano le immagini si tratterà semmai di proporgliene in grande quantità, non certo di escluderli per definizione da un mondo ritenuto erroneamente impraticabile da parte loro. Sappiamo d altra parte che soltanto l educazione precoce e l esercizio continuo sviluppano appieno le capacità della nostra mente: una ragione in più dunque per accrescere gli sforzi intesi a compensare le carenze imposte dalla cecità. Certo, nessuno intende, attraverso un uso più sistematico del disegno in rilievo o di altri strumenti affini come l altorilievo o i modelli tridimensionali, ridare la vista a chi non ce l ha alimentando magari attese miracolistiche. Semmai si tratta più modestamente di aiutare giorno per giorno chi ha gravi difficoltà visive a fare qualche significativo passo avanti sulla strada assai lunga e irta di difficoltà che conduce ad una migliore integrazione con il mondo circostante. 10 Disegnare per le mani

5 Ma veniamo in concreto al disegno in rilievo e alle grandi opportunità che è in grado di offrire. In primo luogo esso rende accessibili singoli aspetti della realtà circostante altrimenti impossibili da raggiungere se non attraverso la mediazione troppo spesso vaga e ingannevole della descrizione verbale. Mi riferisco a tutto quanto superi per dimensione l apertura di braccia di un cieco: che si tratti di un monumento come la Statua della libertà (fig. 2) o di porzioni di territorio (fig. 3) o di altro ancora. Lo stesso dicasi per gli oggetti di piccole dimensioni che non possono in alcun modo essere percepiti con il tocco delle dita come una farfalla (fig. 4) o di realtà che non si possono toccare come le nuvole, il vapore prodotto da una locomotiva, il fuoco, un fiocco di neve. Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 11

6 E ancora: le cose "banali" del nostro universo quotidiano la cui conoscenza è data per scontata, senza pensare a chi, per ragioni di forza maggiore, rimane privo anche dei riferimenti più ovvi (fig. 5). Per non dire di quanto è per sua natura difficilmente accessibile e che la vista può ricuperare attraverso rappresentazioni più o meno realistiche, come ad esempio uno stomaco o in genere le parti interne del nostro corpo (fig. 6). Fig. 5 C è poi tutto il grande mondo delle rappresentazioni immateriali: dai disegni geometrici, ai grafici, ai diagrammi, agli schemi, ecc. (fig. 7). Fig. 6 Fig. 7 E infine, per citare un ultimo gruppo di esempi, ricordiamo il campo dei simboli, così importanti per la loro intrinseca utilità, ma anche per come essi aiutino gli individui a entrare nel mondo del disegno e dei suoi codici (fig. 8). Fig. 8 Tutto questo è per lo più inaccessibile ai ciechi e viceversa potrebbe trasformarsi in esperienza direttamente tangibile attraverso il disegno in rilievo. 12 Disegnare per le mani

7 Ne deriverebbe un immenso arricchimento conoscitivo, grazie al quale il mondo potrebbe acquistare una inedita complicazione. Potrebbe anche assumere un significato più pieno l idea che di ogni realtà - ad esempio il volto di una donna (fig. 9) - è possibile avere esperienza da una pluralità di punti di vista; un idea non così evidente per chi deve ricorrere in prevalenza ad un approccio tattile, per il quale il concetto stesso di punto di vista perde gran parte del proprio significato. Ne risulterebbe anche un accresciuta elasticità dei processi cognitivi: ad esempio una maggiore capacità di muoversi dal tutto alle parti e dalle parti al tutto per chi, come il cieco, normalmente è costretto ad accontentarsi di approcci troppo ravvicinati e quindi molto parziali agli oggetti che lo circondano. La figura 10 mostra a tal proposito come è diverso poter considerare un candelabro nel suo insieme o invece prendere coscienza a una a una delle sue singole parti. Fig. 9 Fig

8 1.3. I caratteri particolari Chi realizza disegni in rilievo si rivolge alla mano del lettore. Deve quindi tenere conto delle specifiche qualità dalla percezione tattile. A questo riguardo valgono alcune indicazioni di massima. Primo: il tatto, rispetto alla vista, ha una capacità di discriminazione molto più ridotta. È quindi incapace di percepire particolari molto raffinati: linee o punti troppo vicini fra loro, segmenti troppo brevi e così via. Questa condizione impone di disegnare in modo più semplice ed essenziale. Non si può pensare di trasmettere attraverso un disegno in rilievo la stessa quantità di informazioni che normalmente vengono proposte tramite una rappresentazione visiva delle stesse dimensioni. Anzi, un disegno in rilievo troppo ricco di particolari finisce soltanto per confondere e disorientare il lettore. Secondo: il tatto ovviamente non è in grado di percepire direttamente le variazioni di luce e di colore. Quindi vanno eliminate dal disegno in rilievo le ombreggiature di qualunque genere, oltre ovviamente a qualsiasi riferimento cromatico. Questo non esclude che ombreggiature e colori possano eventualmente venire aggiunti al rilievo - e, come vedremo, alcune tecniche consentono una tale operazione -, laddove ad esempio si disegni per ipovedenti gravi dei quali si voglia valorizzare ad un tempo le capacità tattili e il residuo visivo. Terzo: ricerche recenti hanno dimostrato che, seppure con notevoli difficoltà, anche i ciechi dalla nascita possano rendersi conto di cosa sia la prospettiva, una tecnica di rappresentazione, come si sa, tipicamente visiva. Va affermato però con chiarezza che un tale modo di tradurre sul piano la terza dimensione, per la sua eccessiva distanza dall esperienza tattile, è sostanzialmente estraneo al disegno in rilievo: non può cioè essere usato correntemente per rendere conto dei volumi e delle profondità e deve anzi essere sostituito con altri mezzi - le proiezioni ortogonali - che, come vedremo, sono nel nostro caso assai più diretti ed efficaci. 14 Disegnare per le mani

9 Sulla base dei principi appena indicati si può senz altro affermare a questo punto che, se si lavora per il tatto, le risorse grafiche a disposizione del disegnatore si riducono notevolmente. Data ad esempio la figura 11a - un immagine tipicamente concepita per chi vede -, le successive 11b e 11c danno un idea degli errori in cui può incorrere chi voglia eludere i condizionamenti imposti dalla cecità senza rinunciare in modo sufficiente al proprio punto di vista di vedente. Invece il disegno della figura 11d, proprio per la sua estrema semplicità, è effettivamente adeguato ad essere proposto, in rilievo, alle mani di un cieco. Fig. 11-a Fig. 11-b 15

10 Fig. 11-c Fig. 11-d Ecco allora che si impone un uso molto oculato degli strumenti residui secondo le indicazioni che per l appunto questo manuale si propone di dare. Ma la precisa codificazione delle risorse grafiche ancora disponibili e del modo corretto per utilizzarle servirà anche a facilitare quel po di apprendistato necessario ai ciechi - soprattutto ai bambini in età scolare e prescolare - per familiarizzarsi con il disegno in rilievo. Infatti, al contrario di quanto può accadere ad un vedente posto di fronte ad un immagine semplice ed essenziale, non c è da aspettarsi da un cieco chiamato a leggere un disegno in rilievo un approccio altrettanto rapido e immediato. L esplorazione dell immagine, la sua interpretazione ed ancor più un eventuale giudizio finale richiedono appunto una qualche forma di apprendistato preliminare, nonché, al momento della lettura, un certo tempo, un certo impegno e soprattutto - su questo non si insisterà mai abbastanza - l aiuto di un adeguato supporto verbale. 16 Disegnare per le mani

11 Tutto ciò non toglie nulla all efficacia del disegno in rilievo in quanto strumento di comunicazione dotato di una sua funzione insostituibile. L analisi attenta e la precisa consapevolezza dei suoi limiti e delle sue specificità deve servire più che altro a superare ogni volta gli ostacoli che potrebbero ridurne l efficacia Come avviene l esplorazione Per esplorare un disegno le due mani operano movimenti in rapida successione tali da far scorrere i polpastrelli delle dita sui rilievi della figura. Le percezioni acquisite man mano si integrano progressivamente l una con l altra dando luogo a immagini mentali d insieme via via più ricche e complesse. In tali condizioni è impensabile avere immediatamente, cioè sin dal primo istante, una idea complessiva anche solo sommaria dell immagine che si sta esaminando. Per acquisire un qualche risultato significativo è necessario un tempo più o meno lungo. Né d altra parte l esplorazione va intesa come una successione di atti lungo un percorso lineare o comunque sempre uguale in tutte le situazioni. Il lavoro delle mani è molto complesso e muta ogni volta: dipende dall immagine da analizzare, dalla sua forma, dalla sua complessità; dalle caratteristiche e dall esperienza dell individuo che sta esplorando; dal livello di profondità della sua analisi; dal tempo che pensa di avere a disposizione, dai risultati intermedi che via via ha raggiunto, dagli eventuali aiuti di cui dispone, ecc. Ogni situazione è dunque diversa dalle altre. Malgrado questo tuttavia è possibile segnalare alcune costanti di cui è utile tenere conto. La prima è che solo la mano in movimento può percepire il rilievo; se il movimento si arresta, la capacità percettiva tende rapidamente ad esaurirsi. Così accade che i polpastrelli esplorino più di una volta la stessa porzione di figura provenendo magari da direzioni diverse o procedendo a velocità differenti a seconda dei casi. Questo dato 17

12 consiglia che la superficie del disegno sia nel suo insieme - ci riferiamo qui sia al rilievo, sia al suo supporto - quanto più possibile scorrevole e piacevole al tocco. Va altresì rilevato che in genere l esplorazione, per essere efficace, si orienta alternativamente sia verso una ricognizione d insieme dell immagine, sia verso un analisi più minuziosa dei particolari. Il soggetto cerca di muoversi in entrambe le direzioni perché sa che un passo avanti nell una può favorire un analogo passo avanti nell altra e viceversa. Ad esempio, nella figura 12, solo il particolare delle due dita aperte rende evidente che si tratta nel complesso di una mano; ma solo la posizione verticale del braccio e la chiusura di tre dita fa capire che l indice e il medio esprimono il segno di vittoria. In generale si può dire che l avvenuta individuazione di un particolare può costituire un buon indizio per scoprire il significato d insieme dell immagine, ma che nello stesso tempo una più precisa idea d insieme può offrire una buona chiave di lettura per questo o quell elemento singolo della figura. Fig. 12 Va però notato che delle due direzioni d indagine appena indicate - la ricognizione d insieme e l analisi dei particolari - è la prima a godere di una certa priorità. Infatti è solo un idea d insieme vieppiù chiara che può ridurre progressivamente il campo entro cui cercare il significato di questo o quel particolare. Nell esempio appena citato i due elementi a forma di V, senza una chiara individuazione del contesto braccio-mano, potrebbero rappresentare un infinità di cose. Ecco allora che, soprattutto all inizio dell esplorazione, i polpastrelli dell osservatore tendono per lo più a cercare la struttura d insieme del disegno, puntando in primo luogo a scoprirne i contorni generali, dai quali poter ricavare una prima impressione complessiva sul significato della figura. Ecco però anche la necessità di fornire, accanto al disegno, un testo esplicativo che ne descriva i tratti essenziali, per consentire al lettore di superare con facilità il disorientamento iniziale. La parola può infatti offrire utilmente una prima chiave interpretativa, dando così 18 Disegnare per le mani

13 al disegno l opportunità di comunicare poi il proprio specifico messaggio, di aggiungere cioè quello che la parola in nessun caso riuscirebbe a descrivere A chi si rivolge In questo manuale consideriamo il disegno in rilievo in un accezione limitata: come mezzo cioè inteso a comunicare ai ciechi informazioni sul mondo circostante. Ci rivolgiamo quindi in prima istanza ai vedenti che producono immagini per i ciechi. Non intendiamo invece indirizzarci direttamente ai ciechi trattando dei disegni da loro stessi realizzati; un tale argomento è indubbiamente di grande interesse ma si pone al di fuori dei confini che ci siamo imposti. Va inoltre precisato che quando parliamo di ciechi ci riferiamo in primo luogo ai ciechi assoluti: a coloro cioè che sin dalla nascita o per ragioni intervenute successivamente non dispongono di alcun residuo visivo. deve infatti poter essere accessibile - e quindi utile - in primo luogo a chi subisce le conseguenze peggiori della propria infermità visiva. Questo non toglie che una tale forma di rappresentazione della realtà possa proficuamente essere utilizzata anche da chi vede ancora qualcosa e si vale del tatto in forma più o meno accessoria. Infine non si può non ricordare quanto siano diverse le modalità di approccio al disegno in rilievo a seconda delle età e soprattutto della maggiore o minore esperienza acquisita dai ciechi nel campo dell immagine. Anche qui il manuale non intende entrare troppo nel merito rinviando ad ulteriori occasioni una trattazione specifica. Più che altro esso si propone di delineare i caratteri generali del disegno in rilievo, a partire dai quali sia poi possibile eventualmente impostare programmi di apprendistato adatti volta per volta ai soggetti più diversi, per cultura, per livello di istruzione, per grado di assuefazione alla condizione di cecità e così via. 19

14 Che una qualche forma di apprendistato sia assolutamente necessaria per chiunque lo abbiamo già sottolineato. E in questo i ciechi non sono certo diversi in linea di principio dai vedenti, abituati certo sin dalla nascita a "vedere" la realtà circostante ma non necessariamente a "guardare" e a "leggere" le varie forme di rappresentazione visiva di quella stessa realtà. Come poi quell apprendistato debba essere concretamente impostato è una questione ancora tutta da studiare. Andranno ad esempio definiti i modi migliori per sviluppare nel lettore - bambino o adulto - la capacità di immaginare gli oggetti reali a partire dalle figure che li rappresentano o la padronanza degli elementi grafici che caratterizzano il disegno in rilievo. Ma - lo ripetiamo - si tratta di un impegno di ricerca ulteriore per il quale questo manuale intende costituire soltanto una prima piattaforma di partenza. 20 Disegnare per le mani

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