PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ DEL PIANO LOCALE DELLA PREVENZIONE 2014

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1 PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ DEL PIANO LOCALE DELLA PREVENZIONE 2014 A cura del Coordinatore del Piano Locale di Prevenzione Dott. Paolo Ferrari con la collaborazione di tutti i Referenti dei gruppi di lavoro relativi agli obiettivi di salute per singole aree Dott.ssa Chiara Crosa Lenz Incidenti Stradali Dott. Francesco Lembo Prevenzione dei Rischi in Ambienti di lavoro Dott. Gianmartino Biollo Prevenzione Eventi Infortunistici in Ambito Domestico Dott. Edoardo Quaranta - Prevenzione della Malattie Trasmissibili Dott. Gianmartino Biollo Prevenzione Rischi in Ambienti di Vita Dott. Paolo Ferrari Sicurezza Alimentare Dott. Mauro Croce Malattie non trasmissibili e Stili di Vita Dott.ssa Anna Maria Foscolo Tumori e Screening Dott. Paolo Ferrari Organizzazione e governance del Piano Locale di Prevenzione

2 PREMESSA Il Piano di Prevenzione 2014, documento di programmazione redatto secondo le indicazioni della Direzione Sanità Regionale è rivolto alla Direzione Sanità Regionale stessa ed a tutti gli interlocutori interni ed esterni all Azienda Sanitaria Locale del Verbano Cusio Ossola. E un documento tecnico destinato a tecnici, ma anche un documento comunicativo utile per costruire alleanze con le Istituzioni e le Associazioni territoriali che cerca di coniugare la complessità progettuale ad una semplicità espositiva per facilitarne la consultazione. Nonostante il Piano 2014 sia interlocutorio in quanto non si ha avuto tempo materiale per applicare nel Piano Regionale e Locale di Prevenzione i dettami del nuovo Piano Nazionale di Prevenzione, fresco di approvazione, la sfida che si affronta è il tentativo di amalgamare da una parte un difficile, ma indispensabile, orientamento tra obiettivi di salute, obiettivi dei vari settori della prevenzione e obiettivi di innovazione, dall altra un importante ricchezza progettuale che deve essere adattata, però, alle tecniche di comunicazione e alle ristrettezze economiche attuali. I messaggi veicolati dal presente documento seguono le logiche del Piano Regionale di Prevenzione applicate alla complessa realtà specifica dell ASL VCO, nel tentativo di coordinare tutte le azioni di prevenzione che si sono sostenute e si è tentato di rendere omogenee nel Il percorso, già avviato a partire dal 2010, evidenzia aspetti di programmazione dei singoli progetti che vengono organizzati secondo logiche di continuità di programmazione, monitoraggio e rendicontazione. A tutti i Referenti dei Gruppi di Lavoro un ringraziamento sincero per la fattiva collaborazione e la grande professionalità dimostrate.

3 1. Organizzazione e governance del Piano Razionale e modello logico Il tipo di organizzazione sanitaria è un determinante della qualità e dell efficacia degli interventi del sistema sanitario. In Piemonte è stato adottato fin dal 2009 un coordinamento basato sul coinvolgimento dei responsabili della programmazione e attuazione degli interventi a livello locale (coordinatori PLP) e sulla ricerca dell armonizzazione del PRP con le attività storiche dei Servizi. Il governo della programmazione e della realizzazione degli interventi si articola su 2 livelli, regionale e locale, tra loro raccordati. Il coordinamento regionale della prevenzione ha 2 organismi: un assemblea consultiva, l Assemblea dei Servizi di prevenzione, che si riunisce annualmente, e un organismo operativo, il Coordinamento della Prevenzione (CORP) composto dai coordinatori PLP, dai responsabili dei settori regionali, da rappresentanti dei Servizi Regionali di riferimento (Servizi Sovrazonali di Epidemiologia, DORS, CPO, ARPA, IZS, CRA, ecc.). Il CORP rappresenta il luogo di confronto tra il livello regionale e locale, in cui progetti e programmi della prevenzione sono ordinati secondo un livello di priorità e di fattibilità, sono ricondotti ad un disegno unico e vengono valutate eventuali integrazioni interne ed esterne alla Sanità; il CORP ha il compito della redazione e dell aggiornamento del Piano regionale di prevenzione, dello sviluppo di azioni di accompagnamento e supporto alla sua realizzazione, del monitoraggio dello stato di attuazione e del grado di raggiungimento degli obiettivi. Il CORP lavora attraverso: una segreteria più ristretta che provvede all istruttoria delle questioni principali poste dal CORP e/o da adempimenti normativi; sottogruppi di lavoro temporanei o stabili dedicati a: o programmazione annuale regionale e locale; o valutazione e rendicontazione del Piano; o governance del Piano, supporto, formazione e aspetti organizzativi. I coordinatori PLP sono attualmente identificati nei direttori dei Dipartimenti di Prevenzione o loro delegati ed hanno la funzione di coordinare e armonizzare tra loro le numerose attività, favorire l incontro e l integrazione dei soggetti interessati, superare gradualmente le barriere tutt ora esistenti fra servizi, gruppi professionali e disciplinari diversi. Lavorano in collaborazione con tutte le strutture sanitarie e non sanitarie dell ASL di riferimento con il supporto delle funzioni trasversali (epidemiologia, promozione della salute, formazione, ecc.) per facilitare ogni integrazione e supportare metodologicamente l elaborazione dei progetti. Al coordinatore PLP è affidato il compito della redazione e dell aggiornamento del Piano Locale di Prevenzione, dello sviluppo di azioni di accompagnamento e supporto alla sua realizzazione, del monitoraggio dello stato di attuazione. Fattori di rischio, determinanti e strategie In Piemonte la funzione di stewardship articolata sui livelli regionale e locale, ha dimostrato interessanti potenzialità; a livello Regionale il CORP ha supportato il Settore Regionale nella redazione e nel monitoraggio del Piano Regionale di Prevenzione la programmazione e le attività locali attraverso documenti di indirizzo, diffusione di informazioni (atlanti, newsletters ) seminari e workshop tematici. Grazie alla composizione multisettoriale e multidisciplinare ha potuto condividere conoscenze e metodi, superando esigenze e criticità locali. Nel periodo 2010/2014 tutte le ASL hanno redatto i Piani Locali di Prevenzione (PLP), nei quali è stato possibile individuare una regia (il Coordinatore PLP), un lavoro di squadra e una buona capacità di alleanza interna e/o esterna. Il coordinatore PLP ha garantito il monitoraggio e sostegno alle attività previste dal Piano (attraverso specifici corsi di formazione, condividendo informazioni, bisogni, priorità e metodi). Tutte le ASL hanno prodotto la relazione annuale sui risultati ottenuti.

4 Determinanti Le funzioni di stewardship richiedono tempo dedicato e riconoscimento del ruolo: la mancata concettualizzazione del proprio ruolo di steward regionale e/o aziendale non consente di completare le azioni programmate. Indebolendo il governo del Piano si è avuto un decadimento della qualità dei risultati. I portatori di interesse consentono di mettere in campo risorse utili al raggiungimento degli obiettivi: è risultato difficoltoso il coinvolgimento dei MMG. Occorre però superare l articolazione per progetti e evidenziare il contesto in cui si collocano le azioni, garantendo integrazione e complementarietà fra attività consolidate ed innovative. La ricerca dell efficacia delle azioni e valutazione del risultato sono raramente praticate per oggettiva difficoltà. La valutazione dei Piani (finalizzata alla certificazione ministeriale) ha presentato alcune difficoltà e incoerenze, l attenzione è ancora concentrata sulla valutazione dei volumi di produzione o servizi prodotti, meno sulla valutazione dell effetto (outcome). Obiettivi È possibile identificare obiettivi centrali di sistema trasversali ai vari temi del PRP: a) sviluppo del ruolo di steward della prevenzione a livello regionale e di ASL nella relazione con i portatori di interesse interni ed esterni al sistema sanitario; b) programmazione che, con evidenze epidemiologiche, sappia collegare le programmazioni di settore in un percorso finalizzato ad un obiettivo comune; c) valutazione degli interventi in relazione all efficacia con eliminazione delle pratiche obsolete e promozione delle iniziative efficaci; d) implementazione di nuovi interventi più costo-efficaci; e) sistema informativo che sorvegli qualità e quantità delle azioni di promozione della salute che selezioni e valorizzi le buone pratiche, monitorizzi le attività quantificando il consumo di risorse; f) maggiore utilizzo a livello regionale e locale di indicatori epidemiologici anche attraverso un adeguarmento dell information technology e l integrazione dei sistemi (registri, sorveglianze, flussi informativi) a livello regionale; g) inserimento di indicatori di copertura dei principali interventi di popolazione negli indicatori di risultato dei Direttori generali e nella remunerazione di risultato dei professionisti. Quadro logico Obiettivo regionale Programma 1 Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Supporto alla pianificazione, gestione e monitoraggio del Piano regionale di prevenzione Supporto alla programmazione e attuazione del Piano regionale e del Piano locale di Prevenzione riunioni CORP (livello regionale); - attività della segreteria CORP (livello regionale); - attività del gruppo di lavoro per la programmazione 2014 (livello regionale); - attività del gruppo di lavoro per la rendicontazione 2013 e la valutazione qualitativa (livello regionale); - formazione a supporto della programmazione locale (livello regionale e locale); - funzione locale di governance del PLP (livello locale); Soggetti / Servizi attuatori: CORP, segreteria CORP e sottogruppi di lavoro; referenti funzione Direzione integrata prevenzione. Operatori impegnati nell elaborazione e attuazione del PRP e dei PLP. Realizzazione di almeno un corso di formazione a livello locale

5 Programma 2 Realizzazione delle sorveglianze di popolazione Raccolta dati Okkio alla salute, HBSC, PASSI (livello locale) Coordinamento, analisi e comunicazione dei risultati: Okkio alla salute, PASSI, PASSI D Argento [livello regionale e locale (per PASSI D Argento il livello locale ASL TO2)]; HBSC (livello regionale) Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Soggetti / Servizi attuatori: Gruppo regionale sorveglianze Coordinatori, Vicecoordinatori e Referenti regionali delle sorveglianze SSEPI ASL NO Coordinatori aziendali, intervistatori e operatori aziendali che contribuiscono alla raccolta-analisi dei dati e comunicazione dei risultati Popolazione generale, direzioni regionali e aziendali, operatori regionali e locali delle sorveglianze, altri decisori e stakeholders regionali e locali degli argomenti trattati dalle sorveglianze Indicatori di processo relativi all attuazione delle sorveglianze: - realizzazione interviste PASSI - realizzazione nei tempi previsti (giugno 2014) raccolta dati OKkio alla salute - realizzazione nei tempi previsti (giugno 2014) raccolta dati HBSC realizzazione di almeno un azione di comunicazione dei risultati delle sorveglianze Programma 3 Elaborazione del Piano regionale di prevenzione Valutazione qualitativa: pubblicazione storie di successo, questionario operatori (livello regionale e locale); - valutazione quantitativa anche con utilizzo dei dati ricavabili dalle sorveglianze di popolazione nei capitoli pertinenti (livello regionale) - formazione a supporto della programmazione pluriennale (livello regionale e locale); - aggiornamento del profilo di salute della Regione Piemonte da richiedere ai servizi specialistici (livello regionale); - disciplinare i rapporti Regione-ASL e i rispettivi ruoli nell attuazione del Piano. Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Soggetti / Servizi attuatori: CORP, segreteria CORP e sottogruppi di lavoro; Direzione Sanità; Servizi specialistici; referenti funzione Direzione integrata prevenzione. Operatori impegnati nell elaborazione e attuazione del PRP e dei PLP. Realizzazione di almeno un evento/corso di formazione a livello regionale per i referenti della progettazione ASL VCO Per quanto riguarda le sorveglianze in oggetto, è programmata l effettuazione di: a. 275 interviste PASSI per il 2014 (100%); attivazione e costruzione di percorso per ampliare le conoscenze nel campo delle dipendenze da gioco d azzardo, da proporre al coordinamento regionale ed al gruppo tecnico nazionale. b. OKkio alla Salute 2014: collaborazione (come formatore regionale) alla formazione di tutto il personale coinvolto alla raccolta-analisi dei dati ed alla comunicazione dei risultati; esecuzione (a livello aziendale) della raccolta dati 2014 in 23 classi delle scuole primarie e di tutte le azioni previste dall Istituto Superiore di Sanità e dalla Regione Piemonte relativamente a OKkio alla Salute 2014 c. Elaborazione, pubblicazione e diffusione di almeno un report breve che confronti i risultati PASSI nei trienni e d. HBSC: raccolta dati e spedizione dei risultati delle 6 classi assegnate dal campione regionale, come da protocollo della sorveglianza.

6 2. Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili 2.1. Guadagnare salute Razionale e modello logico Le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) malattie cardiovascolari, tumori, patologie respiratorie croniche e diabete costituiscono, anche per il Piemonte, il principale problema di sanità pubblica: sono la prima causa di morbosità, invalidità e mortalità e il loro impatto provoca danni umani, sociali ed economici elevati (HEALTH 2020): almeno l 80% di malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2 e almeno 1/3 dei tumori è prevenibile. Le disuguaglianze nel carico di malattie non trasmissibili nei Paesi e fra i Paesi dimostrano che il miglioramento può essere enorme. Al rilevante peso epidemiologico, sociale ed economico delle malattie croniche, si deve aggiungere la previsione dell innalzamento dell età media della popolazione, con correlato aumento della disabilità per malattie croniche non trasmissibili, demenza e numero di soggetti con ridotta autonomia, scarsa inclusione sociale e minore partecipazione alla vita attiva. La promozione dell invecchiamento attivo è la strategia condivisa a livello internazionale per mitigare gli effetti negativi sul sistema sociale ed economico, oltre che sul piano individuale. Strategie Comportamenti e stili di vita non sono ascrivibili solo a scelte e responsabilità individuali, ma anche e soprattutto a determinanti ambientali e a condizioni e pratiche sociali. Gli interventi previsti considerano l agire in questi contesti condizione imprescindibile per meglio sostenere l adozione da parte della collettività di comportamenti e stili di vita protettivi per la salute e per ridurre le diseguaglianze di salute ; l approccio vuole diffondere e facilitare nella popolazione scelte di stili di vita corretti (Programma nazionale Guadagnare Salute ) o azioni specifiche (es. counseling motivazionale) per soggetti con fattori di rischio comportamentali, indirizzandoli verso programmi di comunità (es. gruppi di cammino, gruppi per smettere di fumare ) o terapeutici specifici (es. prescrizione attività fisica). Strategie di comunità Sono programmi per modificare i comportamenti individuali non salutari (alimentazione non corretta, sedentarietà, tabagismo, uso dannoso di alcol) e creare condizioni che favoriscano corretti stili di vita (ridefinire l assetto urbanistico per favorire gli spostamenti a piedi o in bicicletta, migliorare l offerta di alimenti sani, migliorare la qualità dell aria, garantire ambienti di lavoro sicuri e sani, ecc.), con un approccio di salute in tutte le politiche. L approccio è multi componente, per ciclo di vita (life course) e setting (scuole, ambienti di lavoro, comunità locali, servizio sanitario), e intersettoriale (politiche educative, sociali, di pianificazione urbana, dei trasporti, dell agricoltura, ecc.), con il coinvolgimento (empowerment di comunità) di tutti, dai responsabili politici alle comunità locali. Tali strategie sono state integrate nel programma Guadagnare Salute Piemonte, avviato nel Strategie basate sull individuo La prevenzione dei fattori di rischio comportamentali e intermedi si attua mediante la loro diagnosi precoce, la modificazione degli stili di vita e l attivazione di interventi per prevenire/ritardare l insorgenza di complicanze: l obiettivo è mantenere una buona qualità di vita attraverso un invecchiamento attivo. Quadro logico Macro obiettivo complesso che richiede un approccio articolato in strategie: 1. di promozione della salute e azioni su setting specifici come scuola, lavoro, ecc.; 2. di prevenzione primaria in gruppi a rischio; 3. di prevenzione secondaria, per l identificazione precoce della malattia. La promozione del benessere mentale, del fumo di tabacco, dell abuso di alcol e sostanze è integrata nei progetti formativo-educativi per le scuole e per il setting servizi sanitari. La promozione del benessere mentale è presente nel setting comunità nelle azioni previste dai gruppi Genitori più e Rete di psicologia dell adolescenza.

7 Obiettivo regionale Coordinare, promuovere ed integrare le azioni di promozione della salute nei diversi ambiti Programmi Guadagnare Salute Piemonte Livello locale (PLP) Partecipazione ai gruppi regionali Attivazione di un gruppo di lavoro locale Guadagnare salute. Obiettivo nazionale Sviluppo di programmi di promozione della salute integrati e condivisi tra servizi sanitari e istituzioni educative Obiettivo specifico regionale Programmi Favorire l equo accesso di tutte le scuole del territorio alle proposte integrate di promozione della salute e la diffusione delle buone pratiche. Guadagnare Salute Piemonte Setting Scuola Livello locale (PLP) Prosecuzione della collaborazione tra UST e ASL. Partecipazione alle Azioni a regia regionale. Offerta alle scuole di un Catalogo progetti formativi ed educativi Offerta attiva alle scuole di progetti di buona pratica sui temi del Guadagnare salute (stili di vita, benessere e sicurezza) Uso di metodologie ritenute efficaci dalle buone pratiche (Protocollo di intesa) Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Obiettivo centrale (nazionale) Obiettivo specifico regionale Programmi Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Soggetti coinvolti: livello regionale :USR, Assessorato Sanità, Assessorato Istruzione, DoRS, centro Steadycam livello locale: UST, dipartimento di prevenzione, Repes, Sert Studenti, docenti, dirigenti, personale scolastico delle scuole di ogni ordine e grado N. cataloghi presentati alle scuole/n ASL (80%) n. interventi a catalogo che rispettano le linee guida (80%) Registrazione delle attività sulla banca dati PROSA (100% di nuovi progetti inseriti; 100% di nuovi interventi/edizioni inseriti) Ambiente di lavoro - Sviluppo di programmi/interventi integrati per i quattro fattori di rischio e condivisi tra servizi sanitari e sociosanitari e datori di lavoro, volti a favorire l adozione di comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcol), attivando reti e Comunità Locali (EELL, Associazioni, Medici competenti, ecc.) Comunità - Sviluppo di programmi/interventi, volti a favorire l adozione di stili di vita attivi, nella popolazione giovane, adulta e anziana, attivando reti e Comunità Locali (EELL, Associazioni, ecc.) Promozione dell attività fisica: aumentare/sostenere l attività fisica quotidiana praticata dalla popolazione adulta e ultra64enne. Alimentazione sana: migliorare la disponibilità e riconoscibilità di alimenti salutari nelle mense, ristoranti, distributori automatici di alimenti. Guadagnare salute Piemonte setting Comunità e ambienti di vita e di lavoro Livello locale (PLP) Adesione e partecipazione attiva ai gruppi di lavoro Supporto delle iniziative locali rispetto ai programmi di promozione dell attività fisica e ai programmi di donazione sangue e midollo osseo. Soggetti coinvolti: livello regionale: Assessorato alla Sanità, DoRS, Federfarma, Associazione Panificatori livello locale: Dipartimenti di prevenzione, Servizi di Medicina dello Sport, Servizi Trasfusionali, Associazioni di volontariato, Associazioni sportive Comunità locali: amministrazioni pubbliche, associazioni, reti locali Registrazione delle attività sulla banca dati PROSA (100% di nuovi progetti inseriti; 100% di nuovi interventi/edizioni inseriti)

8 Obiettivo specifico regionale Programmi Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Aumentare la quota di fumatori accedono ad un percorso di disassuefazione Migliorare le condizioni nutrizionali nei soggetti che accedono a sportelli informativi ed ambulatori nutrizionali Promuovere l adozione di uno stile di vita attivo in persone con patologie esercizio-sensibili Guadagnare Salute Piemonte setting servizi sanitari Livello locale (PLP) Raccolta ed elaborazione dei dati derivati dall applicazione del modello di esercizio terapia Prosecuzione delle attività sul tabagismo per soggetti a rischio Soggetti coinvolti: livello regionale: Assessorato alla Sanità, DoRS, Rete Oncologica, Reti specialistiche, RAP livello locale: Pazienti Servizi specialistici: Medicina dello Sport, Servizi specialistici per patologie eserciziosensibili (Diabetologia, Cardiologia, Oncologia, Psichiatria, Centri Trapianto, Dietologia ecc.); Dipartimenti di prevenzione; Servizi specialistici per la disassuefazione tabagica (CTT, Pneumologia, SerT, ecc.) Associazioni di Malati Famiglie Associazioni sportive Soggetti a rischio/con patologia n. di progetti di counseling per soggetti a rischio/asl (almeno 1 per ASL) n. di percorsi per soggetti a rischio/asl (almeno 1 per ASL) Redazione di un report sui dati derivati dall applicazione del modello di esercizio terapia Registrazione delle attività sulla banca dati PROSA (100% di nuovi progetti inseriti; 100% di nuovi interventi/edizioni inseriti) ASL VCO Bisogno di salute (fonti: PASSI , OKkio alla Salute 2012) Nell ASL VCO le persone residenti di età compresa tra 18 e 69 anni sono circa ; circa il 18% di essi pratica un livello adeguato di attività fisica, ma il 29% (corrispondente ad una stima di circa persone) è inattivo. Il 37% presenta un eccesso di peso (circa persone stimate); solo una piccola percentuale (5%) riferisce adeguati consumi di frutta e verdura. Più di 1 persona su 4 tra 18 e 69 anni fuma sigarette (26% pari a persone). Quasi 1 persona su 4, infine, beve in modo pericoloso per la salute (23% pari a persone). Attività fisica Il 18% dei residenti tra 18 e 69 anni ha uno stile di vita attivo e pratica l attività moderata o intensa raccomandata (30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana o più di 20 minuti di attività intensa per almeno 3 giorni); il 53% pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato, mentre il 29% è completamente sedentario. La sedentarietà aumenta all aumentare dell età ed è più diffusa tra coloro con difficoltà economiche e con livello di istruzione basso (licenza elementare o di scuola media inferiore); le donne sono più sedentarie degli uomini. Meno di 1 persona su 5 (17%) riferisce che un medico o un operatore sanitario si è informato sull attività fisica praticata; il 16% riferisce di aver ricevuto il consiglio di praticarla regolarmente. Situazione nutrizionale e abitudini alimentari Nell ASL VCO l 1% delle persone tra 18 e 69 anni risulta sottopeso, il 62% normopeso, il 29% sovrappeso ed l 8% obeso. L eccesso ponderale (sovrappeso+obesità) aumenta in modo significativo con l età ed è più frequente

9 negli uomini e nelle persone con basso livello di istruzione. Oltre 4 persone in soprappeso su 10 (46%) percepisce il proprio peso come giusto. Il 27% delle persone in sovrappeso ed il 56% delle persone obese ha ricevuto da parte di un operatore sanitario il consiglio di perdere peso. Il 27% delle persone sovrappeso e il 56% delle persone obese segue una dieta per perdere o mantenere il proprio peso. Solo il 5% della popolazione consuma almeno 5 porzioni di frutta o verdura al giorno come raccomandato ( five a day ); oltre 1 persona su 3 (35%) consuma almeno 3 porzioni al giorno; questa sana abitudine è più diffusa nelle persone con 50 anni ed oltre (7%), nelle donne (7%) e nelle persone senza difficoltà economiche (7%). Situazione nutrizionale dei bambini Secondo i risultati della terza rilevazione del sistema di sorveglianza OKkio alla Salute, nell ASL VCO, il 5% dei bambini di 8-9 anni è obeso, il 23% sovrappeso, il 71% normopeso e l 1% sottopeso. Il 47% delle madri di bambini sovrappeso ritiene che il proprio figlio abbia il giusto peso. Sono molto diffuse abitudini alimentari predisponesti all aumento di peso: solo 2 bambini su 3 fanno una colazione qualitativamente adeguata meno di 1 bambino su 5 fa una merenda adeguata a metà mattina solo l 11% dei bambini mangia 5 o più porzioni di frutta e verdura ogni giorno oltre 1 bambino su 3 (36%) dei bambini consumano bevande zuccherate 1 o più volte al giorno e 8 bambini su 100 consumano bevande gassate 1 o più volte al dì oltre 7 madri di bambini sovrappeso su 10 e oltre 6 madri di bambini obesi su 10 ritengono che il proprio bambino mangi il giusto. I bambini dell ASL VCO non svolgono sufficiente attività fisica: solo 1 bambino su 5 (21%) svolge l attività fisica raccomandata (1 ora al giorno) oltre il 70% dei genitori ritiene che il proprio bambino sia attivo quando non svolge alcuna attività sportiva e non gioca all aperto. Oltre 1 bambino su 5 (22%) trascorre più di 2 ore al giorno davanti alla Tv o usa videogiochi; questo avviene maggiormente tra i maschi. Quasi 4 bambini su 10 (38%) hanno un televisore nella propria camera. La scuola riveste un ruolo chiave nella promozione della sana alimentazione e dell attività fisica degli alunni, e dei loro genitori: il 96% delle scuole indagate hanno una mensa scolastica funzionante, utilizzata mediamente dal 65% dei bambini. Nel 68% delle scuole tutte le classi svolgono normalmente le 2 ore di attività motoria raccomandate dal curriculum scolastico. L attività curriculare nutrizionale è prevista nel 64% delle scuole nell ASL VCO. Abitudine al fumo Nell ASL VCO il 26% delle persone fuma (Piemonte 26% nel 2012); l abitudine al fumo è più frequente negli uomini rispetto alle donne (33% rispetto a 18%). La media di sigarette fumate al giorno è 13. Consumo di Alcol Il 23% delle persone può essere considerato un consumatore a rischio (18% in Piemonte)(fonte PASSI 2012): - il 9% è un bevitore binge (ha bevuto in una sola occasione 5 o più unità, se uomo, o 4 o più, se donna, di bevande alcoliche almeno una volta nell ultimo mese questa modalità di consumo risulta più diffusa tra i giovani e tra gli uomini) - il 6% è un forte bevitore (3 o più unità/giorno se uomo, 2 o più unità/giorno se donna) - il 15% consuma alcol prevalentemente fuori pasto. Solo l 11% delle persone che bevono alcol riferisce che un operatore sanitario si è informato relativamente al suo comportamento nei confronti dell alcol.

10 PROMOZIONE DI STILI DI VITA SALUTARI NEL SETTING SCUOLA ASL VCO Riepilogo degli interventi di promozione della salute nel setting scuola attuati complessivamente nell ambito del PLP Titolo Peer education Educazione sessuale Life skills education in schools Unplugged Porgi una mano, qualcuno ha bisogno di te Casa Amica Area tematica prevalente Sessualità, affettività, infezioni e malattie sessualmente trasmissibili, contrasto alla guida in stato di ebbrezza alcolica Sessualità, affettività e conoscenza dei servizi sanitari Ordine di scuola Secondaria di 2 grado Classi 3 secondarie di 1 grado Stili di vita Classi 4 e 5 scuole secondarie di 2 grado Stili di vita in adolescenza Classi 2 e 3 scuole secondarie di 1 grado Stili di vita Classi 4-5 scuole secondarie di 2 grado Incidenti domestici Classi 5 scuole primarie Numero di classi coinvolte Offerta rivolta a tutte le scuole Offerta rivolta a tutte le scuole Offerta rivolta a tutte le scuole Offerta rivolta a tutte le scuole Offerta rivolta a tutte le scuole Offerta rivolta a tutte le scuole Riferimento al capitolo del PLP in cui il progetto è descritto Stili di vita, prevenzione delle malattie trasmissibili Stili di vita, prevenzione delle malattie trasmissibili Stili di vita Stili di vita Stili di vita Prevenzione degli infortunisti in ambito domestico PRP: Azioni Attività 2014 PRP: Azioni Attività 2014 Promozione della salute nel setting scuola (protocolli di intesa locali, formazione metodologica, coprogettazione nell ambito di Scuola che promuove salute ) Prosegue il progetto di coprogettazione intersettoriale a larga scala peer education e prevenzione infezioni sessualmente trasmissibili, nato nel 1996 nel tentativo di trovare una modalità di prevenzione che superasse il modello verticale per promuovere la partecipazione degli adolescenti intorno alle tematiche relative alla salute e specificamente rispetto la prevenzione delle infezione sessualmente trasmissibili. Nel corso degli anni sono stati formati oltre 1500 peer educator ed attraverso gli incontri nelle classi gestiti dai peer, incontrati oltre studenti, il progetto prevede inoltre la formazione e l intervento degli insegnanti. Tale esperienza è stata inserita quale buona pratica nelle Linee Guida di Educazione alla Salute della Regione Piemonte per l anno scolastico Nel corso del tempo il progetto si è sviluppato su diversi assi con una forte attenzione all evoluzione della tematica giovanile per cui si sta sperimentando l approccio attraverso il web ed i new media (peer education 2.0), che vede la produzione di materiale multimediale. Croce M, Gnemmi A., 2003, (a cura di) Peer Education. Adolescenti protagonisti nella prevenzione, Franco Angeli, Milano. Croce M., Lavanco G., Vassura M, (a cura di) Prevenzione tra pari. Modelli, pratiche e processi di valutazione Franco Angeli, Milano,2011: Dalle Carbonare E., Ghittoni E., Rosson S., 2004, (a cura di), Peer Educator: istruzioni per l uso, Edizioni Franco Angeli, Milano. Ottolini G., 2011, a cura di, Verso una peer education 2.0, Animazione Sociale/Supplementi, Torino Il materiale video è consultabile anche su youtube. Alimentazione e attività fisica "Guadagnare salute negli adolescenti Attuazione degli obiettivi della programmazione specifica in relazione a: prosecuzione valutazione dei menu, alla vigilanza nutrizionale e ai controlli di sicurezza alimentare nella ristorazione collettiva;

11 PRP: Azioni Attività 2014 PRP: Azioni prosecuzione interventi sulle modalità di porzionatura nella ristorazione scolastica; Sono attuati programmi di informazione e sensibilizzazione per i titolari pubblici e privati degli esercizi di mense scolastica per offrire scelte compatibili con una alimentazione sana, durante gli interventi di vigilanza nutrizionale. Miglioramento nutrizionale nella ristorazione collettiva e accessibilità a cibi salutari nella popolazione infantile e nei gruppi svantaggiati (porzionatura): nel 2014 continuano gli interventi per garantire corrette porzionature dei primi piatti e/o contorni nelle strutture scolastiche. Alcol, fumo e dipendenze patologiche L'ASL VCO aderisce ai seguenti interventi: 1. Safe night Fuoriposto (vedere il Capitolo Incidenti Stradali) Unplugged Il progetto unplugged è un programma di prevenzione scolastica dell uso di sostanze di comprovata efficacia nel ridurre il fumo di sigarette, il consumo di alcol e l uso di droghe, attraverso il potenziamento delle abilità personali. Le azioni previste sono la formazione di formatori (operatori socio-sanitari) e di insegnanti locali, l applicazione del programma da parte degli insegnanti in classe, il monitoraggio e la valutazione dell intervento. E rivolto a studenti del 3 anno della scuola secondaria di 1 grado. E stata formata una equipe multidisciplinare di operatori ASL che provvede alla successiva formazione degli insegnanti. Indicatore: 2 corsi di formazione per insegnanti nel territorio dell ASL VCO; attivazione di programmi con gli studenti in almeno 3 istituti delle Scuole secondarie di 1 grado. Dipendenze patologiche Programmazione e realizzazione di almeno un intervento di sensibilizzazione, rivolto alla popolazione giovanile con particolare attenzione alla popolazione immigrata-migrante, in accordo con associazioni e istituzioni territoriali, al fine di diminuire l incidenza delle disuguaglianze sia sulle dipendenze patologiche che la conoscenza e l utilizzo dei servizi sanitari secondo quanto previsto dai diritti istituzionali. Dipendenze patologiche Gioco d azzardo Programmazione e realizzazione di almeno un intervento di sensibilizzazione, rivolto alla popolazione generale, in accordo con associazioni e istituzioni territoriali. Altre linee di intervento regionali: salute mentale, cultura della donazione, educazione socioaffettiva Cultura della Donazione: Progetto Regionale Porgi una mano. Qualcuno ha bisogno di te. Il progetto è attivo da molti anni ed è stato condotto come attività di sistema fino al giugno 2012 ed è stato nell anno scolastico Obiettivo dell intervento è far conoscere il valore sociale della donazione di sangue e di midollo e anche di far fronte all aumentata richiesta di sangue e di midollo osseo. Attività 2014 Il progetto prevede un intervento che consiste in un incontro tenuto da personale Dirigente del Servizio Trasfusionale in collaborazione con le Associazioni di Volontariato AVIS e ADMO ed è rivolto agli studenti delle classi 4 e 5 delle scuole secondarie di 2 grado. Durante tale incontro verrà illustrata l importanza della donazione dal punto di vista scientifico anche tramite supporti multimediali; alla fine dell incontro, molto apprezzato dagli studenti, viene somministrato un questionario per la verifica dell apprendimento. Gli incontri hanno la durata di circa 2 ore e sono rivolti ad un massimo di 60 studenti. La diffusione del progetto è supportata dalla distribuzione di una brochure informativa che facilità il contatto dei futuri donatori con i servizi sanitari e le associazioni volontariato.

12 Altre attività di iniziativa locale Progetto: Life skills education in schools. Attività 2014 Le life skills sono l insieme di abilità personali e relazionali che servono per governare i rapporti con il resto del mondo e per affrontare positivamente la vita quotidiana, competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi, agli altri e alla comunità. L OMS e la Comunità Europea hanno indicato come uno degli obiettivi prioritari dell educazione delle nuove generazioni l educazione alle life skills; il progetto, rivolto agli studenti delle classi 4 e 5 delle scuole secondarie di 2 grado, ha come obiettivo lo sviluppo delle life skills, attraverso metodologie attive. Gli interventi consistono in 3 moduli di 2 ore didattiche ciascuno e sono svolti da un formatore esperto dell ASL VCO durante l anno scolastico ; è utilizzata metodologia specifica per la valutazione dei risultati. UP2P: Peer e media education Vs rischio alcol correlate per la prevenzione degli incidenti stradali Progetto interreg Italia Svizzera (vedi capitolo Stili di Vita Comunità) PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE E DELLE CONDIZIONI DETERMINATE DA COMPORTAMENTI E ABITUDINI NON SALUTARI PRP: Azioni Attività 2014 Coordinamento delle funzioni di programmazione, gestione e valutazione degli interventi (Attivazione da parte del Coordinamento del Piano Locale di Prevenzione di gruppi di progetto o di coordinamento per la gestione delle azioni intersettoriali e inserimento progetti in Banca dati ProSa) Azioni intersettoriali Alcol e fumo in gravidanza Nel 2012 è stato istituito un Gruppo di lavoro comprendente il RepES, la Responsabile della SS Alcologia ed i Direttori delle SOC Pediatria e Gestione Attività Supporto Direzionale che ha realizzato un percorso di sensibilizzazione e formazione rivolto ai Medici di Medicina Generale, Medici e Ostetriche dei Consultori sulle evidenze ed i rischi correlati all assunzione di alcol in gravidanza. In collaborazione con UCAD (Ufficio Coordinamento Attività Distrettuali dei Medici di Medicina Generale) sono programmati 3 interventi di formazione e aggiornamento rivolto ai MMG presso le sedi dei Distretti Sanitari di Domodossola, Omegna e Verbania. Inserimento progetti in Banca dati ProSa Realizzazione di corso di formazione ECM per l inserimento dei progetti nella Banca dati. (2.9.2.) Genitori più: l'asl VCO partecipa attivamente alle seguenti linee di progetto 1. Prender per tempo l acido folico 2. Allattarlo al seno 3. Metterlo a dormire a pancia in su 4. Fare tutte le vaccinazioni consigliate 5. Leggergli un libro Nati per leggere: formazione nel corso di preparazione al parto. Attività fisica Attività 2014 Continua la collaborazione del Coordinatore del PLP, in collaborazione con il RepES, la Referente per l'attività fisica ed il CRAL aziendale, per interventi sull'attività fisica dei dipendenti ASL ed i loro familiari nel 2014 attraverso la promozione di iniziative motorie; a tale scopo, le dietiste del SIAN hanno elaborato 3 brochure con indicazioni e suggerimenti per un corretto rapporto attività fisica-alimentazione, con l obiettivo generale di sviluppare una consapevolezza della importanza dell attività fisica e di una corretta alimentazione e l obiettivo specifico di migliorare quali/quantitativamente l alimentazione, individuando e modificando alcuni comportamenti a rischio, sostituendoli con stili di vita salutari.

13 Le 3 brochure hanno i seguenti titoli: - Attività motoria - Dieta e movimento - Aperitivo in movimento. e sono a disposizione presso SIAN e Servizio Relazioni con il Pubblico. Per favorire l integrazione della programmazione degli interventi sull attività fisica è stato costituito un gruppo di lavoro aziendale comprendente il Coordinatore PLP, il RepES, il Direttore del Distretto Sanitario di Domodossola, il referente per l attività fisica ed i Direttori delle SOC Diabetologia, Geriatria, Fisiatria, che ha avuto un primo incontro di conoscenza e confronto sulle iniziative in corso a livello aziendale o da sviluppare. INTERVENTI TEMATICI: RIDUZIONE (O CONTENIMENTO) DELLA PREVALENZA DI SOGGETTI CON STILI DI VITA NON SANI PRP: Azioni Alimentazione e attività fisica Attuazione degli obiettivi della programmazione specifica in relazione a: consolidamento delle azioni relative alla valutazione dei menu, alla vigilanza nutrizionale e ai controlli di sicurezza alimentare nella ristorazione collettiva; miglioramento delle modalità di porzionatura nella ristorazione scolastica; prosecuzione dell attività di sportelli nutrizionali/ ambulatori per interventi individuali e di gruppo; informazioni alla popolazione generale per l incremento dei consumi di frutta e verdura Attività 2014 nella popolazione generale. Informazione e sensibilizzazione per i titolari pubblici e privati degli esercizi di mense scolastica per offrire scelte compatibili con una alimentazione sana, durante gli interventi di vigilanza nutrizionale. Miglioramento nutrizionale nella ristorazione collettiva e accessibilità a cibi salutari nella popolazione infantile e nei gruppi svantaggiati (porzionatura). Nel 2014 continua il programma per garantire una corretta porzionatura dei primi piatti e/o contorni nelle strutture scolastiche. PRP: Azioni Attività 2014 PRP: Azioni Attività 2014 Alcol e dipendenze patologiche 1. Safe night Fuoriposto (vedere il Capitolo Incidenti Stradali) Alcol Progetto Alcol e fumo in gravidanza (azione intersettoriale) Altre linee di intervento regionali: salute mentale, cultura della donazione, educazione socio-affettiva Azione Prosecuzione dell esperienza gruppi di camminamento per pazienti psichiatrici da parte della SOC Igiene Mentale, anche in collaborazione con Associazioni esterne (CAI, ecc.) Progetto Vite sane e attive Da più parti viene sottolineata la centralità di un approccio "globale" alla salute fisica e mentale dei giovani con gravi disturbi psichiatrici, soprattutto nelle fasi iniziali di malattia: l'aipp ha recepito sia le indicazioni emanate a livello internazionale attraverso la dichiarazione HeAL sia il programma IphYs. Sulla scia di queste specifiche indicazioni, all'interno della ASL VCO del Piemonte, d'intesa tra il Nucleo Dipartimentale di Riabilitazione precoce recovery orientata del DSM ed il Dipartimento di Prevenzione, è nato un gruppo di lavoro interdipartimentale che ha promosso un progetto sperimentale ed innovativo, multimodale, multifasico ed integrato destinato ai giovani psicotici tra i 18 ed i 30 anni in carico al DSM dell ASL VCO ed avente l'obiettivo della promozione di stili di vita sana ed attiva: esso assume una connotazione sia abilitativa/riabilitativa che preventiva. Da sottolineare la stretta integrazione tra risorse istituzionali (Dipartimenti e Servizi della ASL VCO) ed extraistituzionali territoriali (cooperative sociali, società sportive

14 di basket, nuoto, vela, CAI, Associazioni di guide naturalistiche), oltre al parziale sostegno economico mediante fundraising, da parte della Fondazione Comunitaria del VCO e dalla Fondazione Comunità del Novarese. Altre attività di iniziativa locale Attività locali programmate per il 2014 Promozione dell attività fisica come terapia specifica nelle malattie croniche (diabete, cardiopatie) Educazione terapeutica: nel 2007 è stato istituito il Centro di Educazione Terapeutica Massimo Lepri che svolge attività non solo informativa, ma educativo-formativa rivolta a persone con malattie croniche nelle cui indicazioni terapeutiche sia presente l attività fisica e la corretta alimentazione con l obiettivo di raggiungere cambiamenti durevoli nel tempo per lo svolgimento di un attività fisica quotidiana, o almeno 3-4 volte la settimana, di almeno 40 di cammino a passo veloce con lieve sudorazione. Si tratta di un azione iniziata come progetto che è divenuta attività di sistema. Il percorso educativo-formativo prevede un primo incontro individuale e quindi 6 incontri di gruppo a cadenza mensile con l obiettivo di analizzare le diverse problematicità e specificità nell adozione di comportamenti idonei, adattando i contenuti al contesto individuale e sociale per la ricerca di soluzioni durature. UP2P:Peer e media education Vs rischio alcol correlate per la prevenzione degli incidenti stradali Progetto interreg Italia Svizzera Il progetto programma ed effettua azioni diversificate per il problemi alcool correlati nella popolazione giovanile del Verbano-Cusio-Ossola e del Cantone Ticino e in particolare di contrastare la guida in stato di ebbrezza. In questa prospettiva, si promuovono in primo luogo interventi di informazione e prevenzione negli istituti scolastici e nei luoghi del divertimento giovanile notturno, in secondo luogo ci si opera in ambito web, cogliendo le opportunità della tecnologia digitale, sia con un azione di sensibilizzazione peer to peer nei social network sia tramite lo sviluppo di un applicazione per smartphone e tablet per supportare gli utenti nella valutazione all attitudine alla guida in presenza di ebbrezza alcolica. Il progetto è strutturato a tre livelli che prevedono obiettivi diversificati: negli istituti scolastici coinvolti nel progetto: sviluppare nelle classi interventi di prevenzione sul rischio alcol correlato a cura di peer educator e insegnanti formati sulle tecniche di animazione e conduzione dei gruppi e sulle tematiche del rischio alcol correlato (Indicatore: interventi in almeno 2 scuole del territorio); a livello territoriale: condurre nel VCO campagne mirate nei luoghi del divertimento giovanile notturno con un equipe di lavoro costituita da operatori pubblici, del privato sociale e da peer educator che, in seguito ad un apposita fase formativa, avrà il compito di presidiare i luoghi con postazioni mobili dotate di attrezzature per la prova alcolimetrica, di un simulatore di guida e di assicurare un servizio di councellig per favorire negli utenti la percezione dell attitudine o meno alla guida dei veicoli, (Indicatore: almeno 12 interventi ). in ambito web: l obiettivo innovativo prevede di cogliere in ambito preventivo le opportunità offerte dallo sviluppo delle connessioni digitali e dall ampia diffusione dei dispositivi mobili. A questo proposito vale la pena di citare una recente ricerca Nielsen dalla quale l Italia risulta uno dei paesi con il più alto tasso di penetrazione degli smartphone che nella fascia anni hanno ormai soppiantato i cellulari tradizionali. La tecnologia attualmente disponibile consente di rendere l informazione accessibile a prescindere dal luogo fisico offrendo così l opportunità di mettere in atto le azioni previste dal progetto al di là dalle situazioni in presenza. Per operare in questa prospettiva è stata sviluppata una applicazione per smartphone e tablet dedicata alla valutazione dell attitudine alla guida in presenza di ebbrezza alcolica: calcolapp ; l applicazione, messa a punto nel corso di un apposito evento residenziale transfrontaliero e validata da un percorso di ricerca dedicato, verrà diffusa nel corso del 2014 sia in ambito web che nei contesti scolastici che del divertimento previsti dal progetto.

15 Guadagnare salute nel SETTING SANITARIO Fumo Attuazione del piano regionale antitabacco nei suoi programmi specifici: 1. assistenza e supporto alla disassuefazione e controllo del fumo passivo nei luoghi di lavoro e negli ambienti sanitari 2. prevenzione dell iniziazione al fumo negli adolescenti ( vedi Unplugged) E già stata adottata la cartella elettronica per la registrazione dei fumatori 3. vengono adottati protocolli terapeutici adeguati: i pazienti sono trattati secondo i criteri riportati sul PRAT (Piano Regionale Anti Tabacco) rispettando le linee guida nazionali 4. mantenimento della media regionale per quanto riguarda il numero dei fumatori trattati presso il CTT, articolato nei 3 ambulatori di Omegna, Domodossola e Verbania. Nutrizione E attivo uno sportello nutrizionale per interventi individuali e di gruppo, seguendo le indicazioni regionali e cercando di migliorare l integrazione tra Servizi associando agli interventi individuali/di gruppo politiche territoriali multilivello. Promozione dell attività fisica come terapia specifica nelle malattie croniche (diabete, cardiopatie) Educazione terapeutica: nel 2007 è stato istituito il Centro di Educazione Terapeutica Massimo Lepri che svolge attività non solo informativa, ma educativo-formativa rivolta a persone con malattie croniche nelle cui indicazioni terapeutiche sia presente l attività fisica e la corretta alimentazione con l obiettivo di raggiungere cambiamenti durevoli nel tempo per lo svolgimento di un attività fisica quotidiana, o almeno 3-4 volte la settimana, di almeno 40 di cammino a passo veloce con lieve sudorazione. Si tratta di un azione iniziata come progetto che è divenuta attività di sistema. Il percorso educativo-formativo prevede un primo incontro individuale e quindi 6 incontri di gruppo a cadenza mensile con l obiettivo di analizzare le diverse problematicità e specificità nell adozione di comportamenti idonei, adattando i contenuti al contesto individuale e sociale per la ricerca di soluzioni durature.

16 2.2. Screening oncologici Razionale e modello logico, strategie La prevenzione individuale è meno efficace e più costosa della prevenzione di popolazione. Gli screening per i carcinomi della mammella, della cervice uterina e del colon retto diminuiscono la mortalità specifica e fanno parte dei LEA. La Commissione Europea ha pubblicato linee guida per i 3 screening; la Regione Piemonte ha adottato tale programma con DGR 111/2006 e successive; tali interventi prevedono un invito attivo periodico della popolazione destinataria e un controllo di tutte le fasi del processo diagnostico e di cura che segue l esecuzione del test. I programmi di screening del cervicocarcinoma devono adottare come test primario l HPV-DNA al posto del pap-test con cambiamenti organizzativi (per es. centralizzazione dei laboratori di riferimento) e comunicativi. I programmi sopradescritti sono rivolti alla popolazione a rischio standard ; per pazienti ad alto rischio di sviluppo di cancro per motivi eredo familiari, si utilizza l approccio della Public Health Genomics: per esempio, va verificata la possibilità di sviluppare un percorso per la prevenzione del tumore della mammella su base genetica (mutazioni del BRCA1 e BRCA2) integrato a quello esistente. Quadro logico Obiettivo specifico regionale Programmi 1. Piena implementazione dei 3 screening. Effettuazione della diagnosi precoce all interno di programmi validati e controllati ( Programma Prevenzione Serena ). 2. Mantenimento dell'attenzione alla riduzione dell'uso inappropriato delle risorse diagnostiche 3. Introduzione graduale della ricerca del DNA del HPV come test primario per lo screening della cervice uterina per le donne di anni 4. Stabilire l opportunità e la fattibilità del perseguimento di tale obiettivo 1. Assicurazione di qualità nell intero processo screening approfondimenti diagnostici terapia. Miglioramento della qualità della terapia oncologica per questi tumori anche nei casi diagnosticati al di fuori dei programmi di screening; i risultati devono essere restituiti e condivisi con gli operatori. Il monitoraggio, la restituzione dei risultati agli attori del progetto e la definizione di azioni correttive saranno discussi nel comitato di coordinamento regionale screening. 2. Attuazione della riconversione attraverso la copertura della popolazione bersaglio tramite un solo binario di screening rappresentato dal programma regionale Prevenzione Serena. Gli indicatori di processo che misurano gli obiettivi di cui sopra sono pubblicati ogni anno dall Osservatorio Nazionale Screening ( i dati piemontesi sono raccolti e analizzati dal CPO. La frequenza di esami ambulatoriali sono invece forniti dal CSI. L attuazione della riconversione comprende incontri di formazione continua e di aggiornamento in ciascun Dipartimento con i medici di medicina generale e gli specialisti e incontri con i responsabili e gli operatori dei CUP. L attuazione della riconversione viene periodicamente monitorata attraverso la produzione degli indicatori di estensione e di qualità degli screening. Il monitoraggio, la restituzione dei risultati agli attori del progetto e la definizione delle azioni correttive da intraprendere sono effettuati in occasione delle riunioni mensili del comitato di coordinamento regionale degli screening, comprendente i coordinatori e i direttori dei DIDP e i rappresentanti della Regione Piemonte, e dei workshop annuali, uno per ciascun programma di screening, ai quali sono invitati tutti gli operatori. 3. Programmi di screening per il cancro della cervice uterina: il test HPV-DNA dal 2014 è introdotto gradualmente e nell'arco di 5 anni sostituirà completamente il Pap tast. 4. Ricognizione di quanto prodotto negli anni dalla commissione regionale sul rischio genetico Livello regionale (PRP) La popolazione bersaglio dei programmi di screening in Piemonte è la seguente: screening mammografico, donne anni. Invito attivo biennale tra 50 e 69 anni; invito attivo annuale tra 45 e 49 dopo la 1 adesione, adesione spontanea tra 45 e 49 e tra 70 e 75; screening per il carcinoma cervicovaginale, donne anni (invito attivo triennale) test HPV-DNA donne anni (invito attivo random del 40% del target, con progressiva estensione per giungere al 100% del target in 3 anni); screening sigmoidoscopico per il carcinoma colorettale, donne e uomini a compimento del 58 anno. Alle persone che non aderiscono all invito alla sigmoidoscopia viene offerta la possibilità di optare per lo screening con il FOBT (sangue occulto nelle feci);

17 Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso screening FOBT (sangue occulto nelle feci) per il carcinoma colorettale, donne e uomini di non invitati per la sigmoidoscopia fino ad esaurimento della coorte in ciascun dipartimento: questo gruppo si esaurirà in 10 anni. L esaurimento avrà tempi diversi in relazione alla data di attivazione del programma. I Centri di Riferimento Regionali attueranno controllo di qualità e formazione. Livello locale (PLP) Le attività precedentemente descritte a livello regionale vengono programmate con le medesime modalità nei 9 Dipartimenti Interaziendali di Prevenzione Secondaria dei tumori Soggetti / Servizi attuatori a livello regionale ed eventualmente locale Coordinamento regionale screening, CPO, CRR, CSI, Dipartimenti Interaziendali di Prevenzione Secondaria dei tumori e UVOS, Strutture Ospedaliere di Radiologia, Anatomia Patologica, Ginecologia, Gastroenterologia, Chirurgia, Unità di prelievo / Consultori. Gruppo di lavoro per la ricognizione dell identificazione precoce dei soggetti a rischio familiare per tumore della mammella. Screening mammografico: donne anni Screening carcinoma cervicovaginale: donne anni (citologico) Test HPV-DNA: donne anni Screening sigmoidoscopico carcinoma colo rettale: donne e uomini a compimento del 58 anno Screening FOBT (sangue occulto nelle feci) carcinoma colo rettale: donne e uomini di non invitati nel programma con sigmoidoscopia (fino ad esaurimento in ciascun dipartimento) Donne ad alto rischio di cancro alla mammella per mutazioni genetiche di BRCA1 e BRCA2 E necessario che le risorse rese disponibili dalle Aziende sanitarie per lo screening siano vincolate. La copertura da inviti rappresenta il grado con cui il programma è effettivamente esteso alla popolazione bersaglio. Si considerano come inviti anche le persone che hanno richiesto spontaneamente l inserimento nel programma, avendone i requisiti. L indicatore copertura da inviti è calcolato come rapporto tra numero di inviti ad effettuare il test di screening effettuati in un determinato anno + le persone che hanno richiesto spontaneamente l inserimento nel programma, avendone i requisiti e la popolazione bersaglio annuale. La copertura da esami rappresenta il grado con cui il programma è effettivamente esteso alla popolazione bersaglio ed il grado di adesione della popolazione al protocollo di screening proposto. Esso è calcolato come rapporto tra il numero di esami di screening effettuati in un determinato anno e la popolazione bersaglio annuale. Si tratta dell indicatore che più di ogni altro descrive il grado di realizzazione della riconversione. Per le fasce di popolazione alle quali è offerta l adesione spontanea allo screening mammografico (45-49 e 70-75), verrà inoltre utilizzato l indicatore rappresentato dalla proporzione di mammografie effettuate in Prevenzione Serena rispetto al totale di mammografie (Prevenzione Serena e ambulatoriali) eseguite in Piemonte. SCREENING MAMMOGRAFICO Copertura da inviti:età anni proporzione di inviti + adesioni spontanee / popolazione bersaglio annuale SCREENING MAMMOGRAFICO: Copertura da esami: Numero donne sottoposte a test di primo livello / popolazione bersaglio anni SCREENING CERVICO-VAGINALE: Copertura da inviti: Numero donne invitate ad effettuare il test di screening + adesioni spontanee / popolazione bersaglio anni SCREENING CERVICO-VAGINALE: Copertura da esami: età 25-64, esecuzione di un numero di esami di screening di primo livello / popolazione bersaglio annuale SCREENING COLO-RETTALE: Copertura da inviti: Numero persone invitate a sigmoidoscopia + adesioni spontanee / popolazione bersaglio 58 anni SCREENING COLO-RETTALE: Copertura da esami FOBT e sigmoidoscopia: età anni, numero persone sottoposte a sigmoidoscopia o FOBT / popolazione bersaglio Adozione di indirizzi regionali programmatori per lo screening per il cancro della cervice uterina introducendo il test HPV-DNA Avvio del programma di screening per il cancro della cervice uterina introducendo il test HPV-DNA Identificare i soggetti a rischio eredo-familiare per il tumore della mammella Valore atteso al 31/12/2014 Da definire 60% 97% Da definire 90% Da definire Adozione degli indirizzi Avvio in almeno i 2/3 dei Dipartimenti Effettuazione della ricognizione

18 2.3. Gestione integrata del diabete nell ambito del PDTA regionale diabete mellito Razionale e modello logico, strategie I dati più recenti dell Osservatorio SID-ARNO Diabete, che copre 11 milioni di abitanti in Italia, indica un progressivo incremento della prevalenza del diabete, che ha ora raggiunto il valore 6,2%, con stime pari al 8-10% nel I dati di linkage indicano che il 18% dei pazienti è in dieta. Il 17% delle persone con età >65 anni è affetto da diabete. La malattia è in aumento soprattutto nei maschi, forse per una minor attenzione ai fattori di rischio (obesità, sedentarietà). Le maggiori risorse economiche per il diabete sono concentrate sugli ultra65enni. L eccesso di costo rispetto ai non diabetici è evidente nelle età più giovani, sui quali è efficace la prevenzione primaria e la diagnosi precoce di malattia. La maggior parte delle risorse per il diabete è assorbita da ricoveri ospedalieri e complicanze. La politerapia complessa è il tratto saliente della cura del diabete e delle patologie associate. Il raggiungimento di ottimali valori di HbA1c dal momento della diagnosi ed il loro mantenimento riduce le complicanze, con una riduzione del 21% per ogni riduzione di 1% del valore di HbA1c ed una riduzione del 14% del rischio di morte. In ottica preventiva e di contenimento dei costi, è strategico ridurre dello 0,5% i valori di HbA1c in coloro con valori 5,5-7% e una riduzione nei diabetici non adeguatamente trattati. La collaborazione con i medici di medicina generale (MMG) è fondamentale per anticipare l età di diagnosi della malattia che, secondo stime internazionali, avviene con un ritardo medio di circa 7 anni rispetto all esordio. In questa fase il rischio cardiovascolare è già 2 volte superiore a quello della popolazione non diabetica. Il Piano Nazionale Diabete, recepito dalla Regione Piemonte nel Protocollo Operativo, identifica come linee prioritarie di intervento la diagnosi precoce e l adeguata gestione della patologia da parte del paziente, del Medico di Medicina Generale e del team diabetologico (Gestione Integrata). Quadro logico Obiettivo Identificazione precoce dei pazienti con diabete e inserimento in Gestione Integrata specifico Riduzione dei ricoveri per complicanze acute del diabete (cheto acidosi, ipoglicemia) regionale Riduzione delle complicanze micro e macroangiopatiche dei pazienti diabetici (infarto, ictus, retinopatia laser-trattata, amputazione arti inferiori, dialisi).

19 Programmi Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso 1. Implementazione della gestione integrata del diabete. 2. Integrazione di dati dei flussi informativi della Regione Piemonte. 3. Produzione reports su epidemiologia e costi del diabete in Piemonte 4. Attivazione rete diabetologica tramite la conoscenza dei bisogni della popolazione diabetica, indicatori di qualità della cura, costi diretti 1. Implementazione del modello assistenziale fondato sulla gestione integrata del diabete. Analisi preliminare dati registrati presso il portale per la Gestione Integrata nella fase pilota. Impostazione programma di miglioramento accuratezza dati registrati da parte dei MMG Monitoraggio indicatori di processo e di esito dei MMG aderenti alla gestione integrata. Monitoraggio dei casi di incidenza (nuova diagnosi di diabete) identificati dai MMG, indicatore proxi di diagnosi precoce della malattia (prevenzione secondaria, approccio individuale). Valutazione dell appropriatezza della gestione integrata, dell ospedalizzazione per complicanze acute tra gestione integrata e gestione standard. Programma sperimentale di integrazione ospedale territorio in due aree territoriali (Asti e Novara), al fine di identificare criticità e soluzioni operative. Estensione del programma PDTA-diabete alle rimanenti aree regionali al fine di definire in modo condiviso con gli operatori e le associazioni dei pazienti le modalità organizzative e operative idonee all erogazione delle prestazioni di cui al PDTA-DM da parte della rete regionale dei servizi di diabetologia. 2. Integrazione di dati dei flussi informativi della Regione Piemonte. Completamento informatizzazione dei MMG aderenti alla GID e utilizzo di una piattaforma comune con i servizi di diabetologia di ASL/ AO per favorire l audit degli indicatori di processo e di esito dell attività diabetologica erogata dalle singole strutture diabetologiche Analisi dati del Registro Regionale Diabete basato sul linkage dei flussi informativi regionali amministrativi (SDO, prescrizioni, integrative, esenzione per patologia ecc.), produzione dati di popolazione (incidenza, prevalenza, mortalità di diabete e delle sue complicanze, adeguatezza dei percorsi assistenziali, ospedalizzazione, costi diretti). 3. Facilitazione della programmazione sanitaria (livello regionale e locale) tramite la conoscenza dei dati epidemiologici del diabete in Piemonte disaggregati per ASL Condivisione in Commissione Diabetologica Regionale dati del Registro. Presentazione brochure in un convegno ad hoc. Coinvolgimento operatori sanitari, associazioni pazienti, decisori sanità, al fine di implementare i dati a livello di ASL. Diabetici residenti nella Regione Piemonte - Estensione piattaforma comune MMG/diabetologia alle AO (15%) - Redazione PDTA-Diabete con modello hub e spoke in 2 aree sperimentali (Asti, Novara) (50%) - Valutazione indicatori di processo IGEA gestione integrata (50%) - Incremento nuovi casi di diabete inseriti nel Registro Diabete Piemonte 2012 vs 2011 (10%) - Riduzione ricoveri complicanze acute del diabete 2012 vs 2011 (10%)

20 ASL VCO Linea di intervento: Attivazione di programmi di screening del diabete nelle persone a rischio, per aumentare la precocità della diagnosi di diabete mellito tipo 2 e gestazionale, per ridurre l incidenza di complicanze alla diagnosi e tardive - Formazione dei MMG per l'utilizzo delle occasioni opportune per l'individuazione precoce dei soggetti a rischio, anche in relazione alla frequente co-morbosità - Definizione di percorsi diagnostici costo/efficaci per la diagnosi precoce e protocolli per la gestione integrata della malattia Implementazione, monitoraggio e valutazione della appropriatezza dell assistenza diabetologica regionale (gestione integrata e rete diabetologica) I programmi suddetti sono attività di sistema della SOC Diabetologia dell ASL VCO. Anche altre aziende piemontesi sono allacciate al sistema web dell ASL VCO. L inserimento delle diagnosi di tutti i casi di diabete mellito tipo 2 e di diabete mellito gestazionale nel Registro Regionale Diabete è un attività di sistema dal Valori degli indicatori per l'asl VCO programmata per il : 1. frequenza MMG con almeno 1 paziente nella gestione integrata: 95% 2. frequenza di diabetici in gestione integrata: 70% 3. attivazione piattaforma comune MMG/diabetologia: 100%

21 3. Prevenzione incidenti stradali Razionale e modello logico In Piemonte, la mortalità da incidenti stradali si è ridotta nell ultimo decennio per miglioramento dei sistemi di sicurezza attivi e passivi, leggi e normative più rigorose, maggiore efficienza dei Servizi sanitari. Tuttavia, nel 2011, il tasso regionale di mortalità per incidenti stradali è stato di 7,6 per abitanti (Italia: 7,1), a sua volta già superiore alla media dei paesi europei occidentali (5,6). La prevenzione dei comportamenti a rischio rimane un obiettivo prioritario: i fattori comportamentali risultano tra i determinanti principali dell incidentalità. Fattori di rischio/determinanti Fattori che influenzano i comportamenti di guida, esponendo i soggetti ad un rischio maggiore di incorrere in un incidente stradale percezione del rischio: ad esempio, condizioni psicologiche come senso di invulnerabilità o immunità personale, inducono l adolescente a credere di essere immune da eventi negativi reali della vita. I soggetti che non si considerano a rischio non sono motivati al cambiamento; attitudine al rischio: comportamento che spinge la persona a ricercare sensazioni forti in continua sfida con i propri limiti. Il grado di attitudine al rischio è massimo nel periodo adolescenziale e tende a ridursi con l avanzare dell età. assunzione di alcol e/o sostanze psicoattive: il rischio di incidenti aumenta in modo esponenziale oltre la concentrazione di alcol nel sangue di 0,5gr/litro; a parità di alcol ingerito, il rischio aumenta al diminuire dell età del conducente e quanto minore è la frequenza di consumo abituale di sostanze alcoliche.. fattori ambientali: sono le politiche nazionali e regionali che si occupano di prevenire gli incidenti e di promuovere la sicurezza stradale; le leggi e normative che individuano limiti e regolano comportamenti di guida; le politiche di controllo (attuate dalle forze dell ordine); gli interventi informativi ed educativi. Il Piano Regionale della Sicurezza Stradale (Assessorato ai Trasporti) ed il Piano Regionale di Prevenzione e 2013 hanno promosso interventi multifattoriali e la multidimensionali. Le leggi e le normative producono gli effetti desiderati se accompagnate da una costante politica di controlli: il controllo e la punizione svolgono una funzione educativa segnalando come non accettabile socialmente un infrazione. Gli interventi informativi, comunicativi, educativi se ben progettati, possono modificare la cultura nel contesto in cui vengono attuati, e creare alleanze di lavoro e sinergie che facilitano la promozione di comportamenti salutari. fattori sociali: ad esempio, l influenza esercitata dagli amici, dalla famiglia o dai pari; la cultura del contesto (ad esempio legata all uso di alcol). Strategie L ambito degli interventi per la prevenzione degli incidenti stradali può essere legislativo, ingegneristico, ambientale/infrastrutturale, informativo/educativo (modifiche credenze e comportamenti, acquisizioni di consapevolezza critica o di abilità). La riduzione della mortalità può essere attribuita ad un insieme di interventi come norme in materia di sicurezza stradale (prima fra tutte la patente a punti) ad una maggiore efficienza dei servizi di primo soccorso ai molti interventi di educazione e prevenzione. Le prove di efficacia confermano la validità di alcune azioni di prevenzione, in particolare: gli interventi legislativi e di enforcement specificamente indirizzati ai guidatori in stato di ebbrezza (es. postazioni per il controllo dello stato di sobrietà, utilizzo di dispositivi quali ignition interlock) gli interventi legislativi per la riduzione e il controllo della velocità

22 le modifiche infrastrutturali e ambientali (es. istituzione delle zone 30 all interno dei centri abitati, interventi per il rallentamento del traffico) le campagne di promozione e comunicazione per l uso di dispositivi di sicurezza. Qualsiasi strategia efficace richiede un approccio multicomponente e multilivello, con il coinvolgimento di tutta la comunità e con interventi integrati sul conducente, sul veicolo e sull ambiente. La sanità pubblica nello specifico contribuisce alla prevenzione degli incidenti stradali attraverso: informazione e formazione sui fattori che alterano lo stato psicofisico alla guida quali uso di alcol e droghe o l assunzione di farmaci; informazione e formazione sui pericoli legati alla guida senza cinture e senza casco e senza sistemi di ritenuta per i bambini e aspetti assicurativi - legali; attività di advocacy presso le altre istituzioni coinvolte, in particolare per promuovere una mobilità sostenibile e sicura (potenziamento del trasporto pubblico locale, pianificazione urbanistica, messa in sicurezza dei percorsi casa-scuola) interventi educativi per lo sviluppo delle abilità psicosociali o life skills (gestione delle emozioni, capacità critica, ) e/o tesi a migliorare una corretta percezione del rischio. Indicazione di priorità Per ulteriormente allinearsi ai valori di mortalità dell Europa occidentale, vanno consolidate le attività avviate con i precedenti Piani Regionali della Prevenzione di sorveglianza del problema e promozione di comportamenti di guida responsabile, costruendo alleanze tra gli attori attivi sui territori di competenza. Le attività riguardano: 1. sviluppo di un sistema di sorveglianza integrato, e la stima del carico di disabilità (burden of disease); 2. promozione di comportamenti di guida responsabile nei setting scuola, comunità e centri della sanità con il ruolo attivo degli operatori sanitari e il coinvolgimento di stakeholder del territorio (es. insegnanti, insegnanti e istruttori scuole guida, volontari ); 3. interventi di prevenzione e contrasto dei comportamenti connessi all uso di sostanze psicoattive alla guida dei veicoli; 4. attività di documentazione e disseminazione finalizzate a favorire il trasferimento e lo scambio di evidenze, buone pratiche, strumenti e metodi. Quadro logico Obiettivo regionale Migliorare le conoscenze sui corretti comportamenti alla guida nei giovani e negli adulti attraverso interventi informativi, formativi e educativi realizzati da operatori sanitari e con il coinvolgimento di stakeholder del territorio nei contesti educativi (per le ASL che attivano interventi nelle scuole, autoscuole ecc.). Modificare l atteggiamento di guida in stato di ebbrezza a seguito degli interventi realizzati dagli operatori e con il coinvolgimento di stakeholder del territorio (sanità, volontariato, ) nei contesti del divertimento (per le ASL che attivano interventi nel contesto del divertimento). Programmi Popolazione target Indicatori di processo e relativo standard (valore atteso) Promozione di comportamenti di guida responsabile Attività: Realizzazione interventi informativi e educativi nei contesti scuola, autoscuola, comunità e centri della sanità. Risultati attesi: Mantenimento di progetti di promozione di comportamenti di guida responsabile attraverso la realizzazione di interventi formativi-informativi-educativi nei setting previsti. Intermedi: operatori ASL, insegnanti, volontari, scuole guida, Forze dell Ordine, Finali: adolescenti e popolazione adulta Numero di interventi informativo/formativi ed educativi realizzati nei setting previsti sul territorio regionale (Standard: almeno10 interventi avviati sul territorio regionale) Numero di incontri della rete degli operatori impegnati nei progetti (Standard: almeno 2 incontri nell anno)

23 ASL VCO Attività 2014 Attività Interventi nei contesti del divertimento (Sicura la Notte): Il progetto prevede interventi di prevenzione del consumo di sostanze nei luoghi del divertimento e dell intrattenimento tramite l utilizzo di unità mobili. E rivolto ad adolescenti e giovani con età superiore a 14 anni, con la collaborazione di associazioni di categorie di esercenti, associazioni di volontariato (Croce Verde, ANPAS, Contorno Viola). Indicatore: mantenimento del numero degli interventi nei contesti del divertimento, sul territorio provinciale (almeno 12). 2. Prevenzione degli incidenti stradali da guida in stato di ebbrezza alcolica attraverso la rete dei Moltiplicatori dell azione preventiva Progetto per la prevenzione degli incidenti stradali da guida in stato di ebbrezza alcolica che prevede attività sia in contesti formativi che in contesti ricreativi. Consolidamento dei progetti in atto e partecipazione ad eventuali incontri regionali di approfondimento relativi a metodologia di lavoro e di valutazione degli interventi stessi. Mantenimento collaborazioni con Prefettura del VCO, Provincia del VCO, Coordinamento Provinciale ANPAS, Protezione civile, Associazione Contorno Viola. Implementazione del processo formativo a cascata (attivo dal 2008) per l individuazione e la formazione dei moltiplicatori dell azione preventiva, cosi articolato: Coinvolgimento di operatori ASL di diversi dipartimenti e degli educatori del Consorzio dei Servizi Sociali del Verbano, attraverso specifico corso di formazione. Aumento del numero di associazioni Corpo Volontari del Soccorso coinvolte nei progetti territoriali attivi sul territorio. Attivazione corso di formazione specifico per i volontari Coinvolgimento Peer Educator, mediante la collaborazione con l Associazione Contorno Viola di Verbania, e loro formazione attraverso l attivazione di uno specifico corso. UP2P:Peer e media education Vs rischio alcol correlate per la prevenzione degli incidenti stradali Progetto interreg Italia Svizzera (vedi capitolo Stili di Vita Comunità) Coordinamento Regionale Safe Night Fuori Posto Attività 2014 Coordinamento regionale Safe Night - 6 ASL partecipanti. Coordinamento regionale dei progetti di prevenzione selettiva nei contesti del divertimento notturno per la riduzione dei consumi alcolici e dell uso di sostanze psicoattive. Al coordinamento afferiscono 6 ASL Piemontesi (TO2, TO3, TO4, BI, VC, VCO) che hanno aderito al progetto CCM - Guadagnare Salute In Adolescenza - Stili di vita, e 8 progetti, alcuni in collaborazione con il privato sociale. Obiettivi: condivisione di una metodologia di lavoro comune tra gli operatori, attraverso lo scambio di esperienze e l uso di strumenti comuni condivisione di un unico strumento di rilevazione dati, abbinato ad una GoCard, proposto dall USSL Belluno, coordinatore nazionale del progetto. Attività: organizzazione e gestione degli incontri mensili di coordinamento Partecipazione del coordinatore regionale (ASL VCO) alle attività del coordinamento nazionale del progetto e ad eventi e convegni regionali e nazionali sul tema.

24 4. Prevenzione incidenti domestici Razionale e modello logico In Piemonte più del 10% dei ricorsi al PS sono determinati da incidenti domestici e ogni anno il 4,5% dei residenti si rivolge ad un PS a causa di un incidente avvenuto in casa e il trend sembra in lieve aumento. In Piemonte nel 2012 per le prestazioni fornite in PS per incidenti domestici sono costate Fattori di rischio, determinanti e strategie Gli incidenti domestici, essendo spesso legati ai comportamenti, sono prevenibili solo se le persone sono consapevoli dei rischi presenti in ambiente domestico: circa il 95% degli intervistati non ha sentore dei pericoli presenti in casa (PASSI). Sempre PASSI segnala che solo il 25% delle persone ha ricevuto informazioni in merito nell ultimo anno. L arma più efficace è l informazione nelle occasioni di contatto tra operatori sanitari e popolazione soprattutto attraverso la scuola dell infanzia e primaria. Quadro logico Obiettivo regionale Programmi Azioni Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Mantenere il fenomeno sui livelli attuali in Regione Piemonte 1. Monitoraggio degli accessi al PS degli Ospedali della Regione 2. Formazione degli insegnanti della scuola dell infanzia e della scuola primaria sui temi della sicurezza in casa 3. Informazione alla popolazione nelle occasioni opportune 4. Valutazione dei rischi delle abitazioni mediante questionario auto compilato 1. Monitoraggio a. Accesso alla banca dati dei PS degli Ospedali della Regione b. Analisi dei dati regionali, di ASL e di singolo ospedale c. Confronto con i dati degli anni precedenti d. Stesura del Report 2. Formazione a. Contatti con le scuole b. Incontri con gli insegnanti c. Eventuale distribuzione di materiali didattici d. Distribuzione di un questionario di monitoraggio degli interventi nelle classi e. Analisi dei questionari 3. Informazione a. Rafforzamento della rete di operatori dei Servizi territoriali coinvolti b. Contatti con le scuole dell infanzia per poter raggiungere i genitori c. Distribuzione dei materiali informativi d. Monitoraggio attraverso lo studio PASSI 4. Questionario auto compilato a. Riunioni del gruppo regionale b. Distribuzione dei questionari ad un campione di popolazione c. Analisi dei dati raccolti Scuole dell Infanzia e Scuole Primarie Report dati di Pronto Soccorso Analisi dei dati di monitoraggio dell attività nelle scuole Metodologie individuate e analisi di fattibilità Analisi preliminare dei questionario auto compilati

25 ASL VCO PRP: Azioni PRP: Azioni Monitoraggio incidenti domestici attraverso dati dei Pronto soccorso piemontesi Si garantisce la disponibilità alle attività pianificate dal gruppo di lavoro regionale. Pacchetto didattico per la scuola dell infanzia Formazione degli insegnanti, distribuzione dei materiali e monitoraggio dell attività attraverso un questionario di valutazione (elaborato a livello regionale dal gruppo di coordinamento) distribuito agli insegnanti Nel 2012 è iniziato il Progetto tramite materiale didattico cartella di Affy Fiutapericoli. Il progetto è stato sviluppato nel 2013 e prosegue nel E garantito il supporto tecnico, a richiesta, alle scuole partecipanti al progetto. Altre attività di iniziativa locale Incidenti domestici 0-6 anni. Il progetto prosegue come attività di sistema mediante: - la somministrazione delle brochure, - interventi di approfondimento nelle occasioni opportune (preparto, postparto, visite pediatriche, sedute vaccinali), - somministrazione assistita alle famiglie del questionario regionale per verificare apprendimento e interventi eseguiti. Progetto Casa Amica E un progetto educativo per la prevenzione degli incidenti domestici rivolto agli alunni delle classi 5 delle scuole primarie dell ASL VCO; nato da qualche anno come progetto, prosegue come attività di sistema. I genitori vengono fatti partecipi durante le riunioni con gli insegnanti; in un secondo momento, operatrici SPreSAL e insegnanti, coinvolgono in aula gli alunni sul problema della sicurezza domestica, verificando la loro conoscenza specifica sull argomento e proponendo loro di diventare Addetti alla sicurezza della propria abitazione. La metodologia di intervento si basa sull analisi dei rischi presenti negli ambienti domestici utilizzando come filo conduttore l organizzazione di una festa nella casa di un personaggio dei cartoni animati. A conclusione dell analisi, viene somministrato un questionario per la valutazione dell apprendimento, corretto dagli alunni stessi con la guida delle operatrici SPreSAL e raccolto al termine dell incontro (valutazione dell efficacia dell intervento formativo). Viene poi distribuito agli alunni il questionario Sei pronto per la festa?, da compilare con i genitori, che pone semplici domande sugli apparecchi elettrici o a gas, sugli arredi, sulla gestione di farmaci, detersivi e giocattoli e sullo svolgimento di attività domestiche quali stirare, cucinare, asciugare i capelli. L insegnante di classe può sviluppare, a seconda degli interessi degli allievi o di avvenimenti che hanno coinvolto la classe o la comunità, uno o più argomenti sul tema della sicurezza. Poi gli operatori SPreSAL spiegano il punteggio attribuibile alle risposte e ogni alunno valuta autonomamente il livello di sicurezza della propria abitazione e dei propri comportamenti. Il questionario viene poi riconsegnato ai genitori. L intervento prosegue con un gioco a squadre sul tema della sicurezza; ai partecipanti viene consegnato un diploma. Visto il costante successo dell iniziativa, il Progetto casa Amica viene riproposto in versione aggiornata anche nell anno scolastico

26 5. Prevenire gli infortuni e le malattie professionali Razionale e modello logico Il numero totale degli occupati in Piemonte è in calo dal 2008 in termini assoluti, in particolare per i soli uomini, mentre più stabile è l occupazione femminile. Il calo è tutto a carico dell occupazione giovanile. Le ore di cassa integrazione erogate nel 2009 sono state in forte aumento nella forma ordinaria, negli anni successivi è prevalsa la forma straordinaria. Il tasso di irregolarità degli occupati in Piemonte segue il medesimo andamento dell area geografica Nord-Ovest, con un marcato aumento nell ultimo periodo; anche i valori del territorio italiano sono in aumento a partire dal Il tasso di irregolarità degli occupati nei settori dell agricoltura e delle costruzioni (secondo classificazione NACE), in Piemonte, mostra valori inferiori ad altri ambiti territoriali, pur seguendone il medesimo andamento. In tutte le province si rileva una netta diminuzione del numero di aziende agricole nel periodo in base ai dati del censimento ISTAT che dal % di Asti al -8.4 % di Verbania; nel VCO e nel vercellese è in aumento la superficie agricola utilizzata. Gli infortuni in Piemonte nel periodo (rapporto annuale INAIL 2012) sono diminuiti sia in termini assoluti che relativi. FIG.1 Esito degli infortuni avvenuti in Piemonte nel periodo per tipo di conseguenza DATI COMPLESSIVI Tipo di conseguenza Totale infortuni Totale infortuni INFORTUNI Totale infortuni INFORTUNI Inabilità Inabilità NON mortali NON MORTALI Morte indennizati DENUNCIATI temporanea permanebte indennizati (1) indennizati (1) DENUNCIATI (1) rientrano in questa categoria gli eventi privi dei presupposti di legge necessari per esser considerati infortuni sul lavoro, i casi in franchigia con prognosi superiore a 4 giorni e quelli ancora in istruttoria. Fonte - Rapporto annuale INAIL - Anno Fig. 2 Infortuni avvenuti nelle Province del Piemonte nel periodo ALESSANDRIA Totale di cui mortali ASTI Totale di cui mortali BIELLA Totale di cui mortali CUNEO Totale di cui mortali NOVARA Totale di cui mortali TORINO Totale di cui mortali VERBANIA Totale di cui mortali VERCELLI Totale di cui mortali Fonte - Rapporto annuale INAIL - Anno 2012 Nonostante il saldo negativo degli eventi infortunistici ed il periodo di grave crisi occupazionale la quota degli infortuni gravi si presenta in costante aumento nei diversi settori come di seguito evidenziato(fig.3).

27 Fig. 3 Percentuale di infortuni mortali o invalidanti o con prognosi superiore a 40 giorni sul totale in Piemonte, periodo Fonte INAIL, Flussi informativi edizione L andamento infortunistico in agricoltura, desunto dal sistema informativo INAIL (Fig.3), mostra un trend favorevole, con una riduzione del 20% degli infortuni totali nel quinquennio , pur in una stabilità del numero degli infortuni mortali, che evidenzia l importante diffusione degli infortuni mortali da trattore (Fig.5). Fig. 4 Infortuni sul lavoro in agricoltura e selvicoltura Territorio Piemonte ,94-20,44-25,96 Valle D'Aosta ,03-19,19-24,86 Lombardia ,39-10,63-11,87 Liguria ,17-20,31-22,84 Bolzano ,71-5,22-0,76 Trento ,29 1,40-7,01 Veneto ,52-16,57-24,52 Friuli Venezia Giulia ,33-20,96-22,80 Emilia Romagna ,19-16,53-19,19 Toscana ,91-13,33-17,58 Umbria ,10-20,78-24,03 Marche ,66-17,51-29,60 Lazio ,13-16,05-22,04 Abruzzo ,10-11,42-16,82 Molise ,78-16,31-23,66 Campania ,05-14,03-25,25 Puglia ,87-16,50-24,74 Basilicata ,75-17,95-33,33 Calabria ,52-1,84-9,22 Sicilia ,55-12,15-12,63 Sardegna ,01-17,74-19,40 TOTALE ,91-14,75-19,78 Fig. 5 Infortuni mortali da trattore in agricoltura e selvicoltura Infortuni mortali con trattore Modalità di evento Capovolgimento Investimento Caduta dal trattore Investimento da terra Schiacciamento Non definiti Totale

28 Nell ASL VCO, nell ultimo biennio, i settori agricoltura e edilizia hanno mostrato un aumento di infortuni gravi e nel corso del 2014 si sono già verificati 2 eventi mortali: 1 in edilizia (da caduta dall alto) ed 1 in agricoltura (schiacciamento da trattore). Per quanto riguarda le denunce di malattia professionale ed il loro riconoscimento in Piemonte si registra un aumento a partire dal 2007 sia delle denunce che dei riconoscimenti, sebbene la situazione sia eterogenea nelle diverse province. Nel 2011, al termine del periodo in osservazione, si registrano aumenti marcati di denunce nelle province di Cuneo e Novara; gli aumenti di riconoscimenti sono maggiori nelle province di Cuneo e Biella. Tali aumenti non devono essere ricondotti direttamente ad un peggioramento delle condizioni di lavoro: a differenza degli infortuni, le malattie professionali si manifestano spesso dopo esposizioni prolungate e la denuncia coincide la prima manifestazione. Alcune variazioni normative hanno modificato le pratiche di denuncia, aumentandone il numero. Il recupero delle malattie professionali perdute, diagnosticate ma non denunciate, è in aumento in molte ASL, consentendo il giusto risarcimento per i lavoratori ammalatisi a causa del lavoro. Tab.1 Numero di malattie professionali denunciate e riconosciute dall INAIL in Piemonte, periodo Fonte INAIL, Flussi informativi edizione 2012 MALATTIE PROFESSIONALI DENUNCIATE Torino Vercelli Novara Cuneo Asti Alessandria Biella Verbania Piemonte MALATTIE PROFESSIONALI RICONOSCIUTE Anno Torino Vercelli Novara Cuneo Asti Alessandria Biella Verbania Piemonte Tabella 2. Fonte INAIL 2012 Nel triennio le denunce/segnalazioni per malattie professionali registrate dallo SPreSAL ASL VCO sono significativamente diminuite, passando dagli 80 casi del 2010 ai 42 del I tumori professionali permangono le malattie professionale più segnalate nel triennio (37% raggiunto nel 2011, 31% nel 2013), seguono le patologie muscolo-scheletriche che con le neoplasie professionali hanno rappresentato

29 nel 2011 circa il 75% delle denunce. Le ipoacusie sono decisamente in calo e nel 2013 costituiscono appena il 7% delle segnalazioni. Le restanti patologie si attestano su valori nettamente più contenuti. Asbestosi 1% Dermopatie 1% Altre 1% Silicosi 1% Asma 1% Broncopneumopatie ed altre patologie respiratorie 3% Tumori 37% Movimentazione manuale dei carichi 17% UEWMSD 21% Ipoacusie 17% Obiettivo specifico regionale Programmi Popolazione target Indicatori di processo e valore atteso Utilizzo ed implementazione dei sistemi informativi attualmente attivi: - flussi informativi Inail Regioni; - INFORMO; - registro ex esposti amianto; - registri di patologia (mesoteliomi e tumori naso sinusali); - registro esposti ad agenti cancerogeni; - comunicazioni ex art. 40 D.Lgs.81/08; - SPRESALWeb. Integrazione dei sistemi informativi per il miglioramento della programmazione delle attività Utilizzo sistematico del sistema informativo spresalweb per pianificare e migliorare le azioni di prevenzione nei settori più a rischio, nonché per garantire una maggiore uniformità di intervento da parte degli operatori. Corso di formazione on the job per migliorare l approccio sistematico all applicativo SPRESALWEB da parte di tutti gli operatori: sono previste 6 edizioni presso le sedi dipartimentali di Domodossola, Verbania ed Omegna per limitare gli spostamenti sul territorio da parte degli operatori che potranno accedere al corso direttamente dalle proprie postazioni di lavoro. Avviare, con la collaborazione del CPO COR di Torino ed il supporto dell Istituto dei Tumori di Milano, le procedure per l aggiornamento del sistema OCCAM in uso da qualche anno che va aggiornato con le nuove SDO relative al periodo che va dal 2008 al 2013 Operatori Spresal Protocolli operativi definiti tra ASL e COR N. ASL che utilizzano l applicativo SPRESALWeb/totale ASL Obiettivo nazionale Coinvolgere l istituzione scolastica nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri lavoratori Obiettivo regionale Mantenimento ed implementazione dell Accordo Regione, Inail, Ufficio scolastico regionale del Luglio 2009

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