Redatte dal Servizio Sport del Comune di Bergamo.

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1 Indicazioni pedagogiche, metodologiche e didattiche per gli interventi delle società sportive nelle scuole primarie di Bergamo, come supporto all educazione fisica. Redatte dal Servizio Sport del Comune di Bergamo. 1. La collaborazione fra Società sportive e Scuola Nel sistema scolastico attuale si sta affermando, sempre più urgentemente, la necessità di offrire un servizio educativo che, attento alle esigenze e alle attitudini individuali dei bambini, tenga presente l intera realtà territoriale in cui opera, senza sovrapporsi o mettersi in concorrenza ma anzi collaborando con le altre agenzie che lo offrono, quali la famiglia, le società sportive, gli enti locali, i gruppi culturali, ricreativi, di volontariato, l oratorio, i centri giovanili, ecc. La scuola da sola non è in grado di realizzare le finalità educative enunciate sia nella Costituzione, sia nella odierna legislazione scolastica. Coloro che sono chiamati ad educare sono consapevoli che le occasioni formative non si esauriscono con la frequenza scolastica ma richiedono il contributo responsabile degli adulti per le giovani generazioni. A tale proposito le Associazioni e Società sportive, frequentate dai bambini, possono offrire importanti esperienze educative. E auspicabile che l offerta formativa/sportiva territoriale si integri, considerando che i giovani destinatari non sono clienti da accattivare per rinfoltire le file dei tesserati presso le Associazioni sportive, e neppure utenti esclusivi della scuola, bensì persone da educare, alle quali dare l opportunità di sviluppare talenti e curiosità, mettendosi in gioco. Per migliorare l efficacia e l efficienza del sistema educativo/sportivo, per offrire percorsi flessibili e diversificati, per ottimizzare le risorse e per garantire una proficua organizzazione degli interventi formativi, non si può prescindere da un dialogo di cooperazione fra scuola ed extrascuola. Pur seguendo percorsi istituzionali diversi, la scuola e le società sportive dovrebbero impegnarsi a condividere le finalità di base che sorreggono un' educazione sportiva vista, non solo come apprendimento tecnico, ma come importante occasione, offerta ai bambini, per consolidare la conoscenza di sé, la propria autostima e per acquisire comportamenti etici finalizzati al raggiungimento del benessere psicofisico e alla civile convivenza. Produrre una popolazione di atleti qualificati non rientra negli obiettivi dell educazione fisica promossa dalla scuola. Semmai, questa dovrà favorire quella formazione motoria generale e quella cultura sportiva che permetterà anche, ma non solo, di fornire alle società sportive un buon numero di praticanti con soddisfacenti capacità di base ed una sana concezione dello sport. Considerare lo sport come strumento al servizio della crescita delle abilità personali e non viceversa è la via da scegliere per garantire ai giovani motivazioni durature per l'acquisizione di stili di vita sani e delle competenze di cittadinanza. 2. Centralità della persona Dal punto di vista pedagogico, qualsiasi proposta sportiva scolastica (ma anche extrascolastica), rivolta agli alunni delle scuole del primo ciclo, deve mettere al centro la persona da educare, con tutte le sue caratteristiche, attitudini, inclinazioni, bisogni, aspirazioni. Il bambino è al centro dell azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, emotivo-affettivi, sociorelazionali, corporei, etici. 3. Le finalità dell educazione fisica e sportiva L educazione fisica e sportiva è uno strumento al servizio della crescita delle abilità personali degli alunni e non un fine. 1

2 Scopo dell educazione fisica-sportiva scolastica è quello di contribuire, insieme alle altre discipline, al raggiungimento delle competenze chiave per l apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo 1. Le proposte delle società sportive, sussidiare a quelle scolastiche, devono tenere conto delle Indicazioni Nazionali di Educazione Fisica per il curricolo del primo ciclo di Istruzione, che determinano gli obiettivi disciplinari e prevede i traguardi per lo sviluppo della competenza motoria; devono inoltre essere inquadrate all'interno degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze che gli allievi devono raggiungere, enunciati dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola del primo ciclo d istruzione, MIUR, L intervento delle società sportive contribuisce ad arricchire il patrimonio motorio e culturale delle bambine e dei bambini, offrendo percorsi che consentano ad ognuno di orientarsi e di scegliere più consapevolmente la futura attività sportiva, che sia la più consona possibile ai propri bisogni ed interessi, al fine di mantenere sempre viva la motivazione al movimento e allo sport. 4. I ruoli e le competenze del personale esperto che interviene nelle classi. Coordinamento con i docenti. Gli istruttori che entrano nelle classi affiancando i docenti, devono possedere: - attitudini all insegnamento per le fasce d età interessate e conoscere le caratteristiche fisiche, motorie, psicologiche e morali dei bambini. - comprovate capacità relazionali e metodologiche, oltre a quelle tecniche ed organizzative proprie degli sport di cui sono esperti. I ruoli che gli esperti ricoprono sono molteplici e carichi di responsabilità, fra cui si citano quelli di: istruttore, dimostratore, guida, modello, insegnante, animatore, motivatore. Alle scuole, è sempre richiesta la compresenza dell'insegnante di classe che potrà usufruire di formazione in servizio e potrà osservare le dinamiche del gruppo classe in contesto diverso da quello d'aula. Gli insegnanti o il consiglio di classe potranno concordare con i formatori/istruttori particolari progetti mirati alla attuazione di pratiche inclusive innovative riguardanti singoli alunni o piccoli gruppi con bisogni educativi analoghi. Requisiti: Gli esperti devono essere preferibilmente laureati in Scienze Motorie e dello Sport. Sono validi sia la Laurea Magistrale che la Laurea Triennale (anche studente al 3 anno di corso) o diplomati Isef. Inoltre, le Società sportive possono accreditare istruttori e allenatori in possesso di specifica formazione documentata, erogata dalle Federazioni sportive o dagli Enti di promozione sportiva. Per tutti gli istruttori e i formatori che entrino nelle scuole è obbligatorio frequentare gli incontri di formazione psicopedagogica e didattica gratuitamente predisposti nei mesi di settembre e ottobre dall'assessorato allo Sport, con la supervisione dell'ufficio Scolastico Territoriale. In qualsiasi momento del percorso formativo, il Comune di Bergamo, previa verifica, può richiedere l'allontanamento dal programma di istruttori che, su segnalazione delle Scuole o dell'ufficio Scolastico, adottino comportamenti non idonei dal punto di vista relazionale, pedagogico, didattico, tecnico. Le verifiche messe in atto dal Comune di Bergamo sulla corrispondenza tra il progetto presentato e la sua attuazione, anche attraverso sistemi di customer satisfaction, costituirà valutazione imprescindibile per l'eventuale prosecuzione del progetto negli anni successivi. 5. Il Gioco: metodo di lavoro e strumento di apprendimento attivo Nel proporre le attività, i tecnici devono privilegiare il gioco motorio come strumento formidabile di apprendimento che sviluppa le dimensioni della personalità, le capacità cognitive ed emotivoaffettive, educa alla convivenza civile, insegna a gestire i conflitti, sviluppa le capacità percettive, 1 Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell Unione europea Le competenze chiave sono: 1.comunicazione nella madrelingua; 2.comunicazione nelle lingue straniere; 3. competenza matematica, scienza e tecnologia; 4. competenza digitale; 5. imparare ad imparare; 6. competenze sociali e civiche; 7. spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. consapevolezza ed espressione culturale 2 (DPR n. 89/2009 e rev. 16 novembre 2012): 2

3 gli schemi motori e le capacità coordinative, allena le abilità tecnico-tattiche della prestazione sportiva. Attraverso differenti giochi i bambini imparano ad affrontare adeguatamente le molteplici situazioni dello sport e della vita: l io, l altro, le regole, il divertimento, la vittoria, la sconfitta, la lealtà, l errore, l egoismo, la solidarietà, la gioia, la rabbia, la sfida, il rischio, la paura, ecc. Ultimi due anni scuola dell'infanzia - Classi prime e seconde scuola primaria Se si vogliono rispettare le caratteristiche psicologiche, fisiologiche, motorie ed etiche dei bambini di tra i 4 e i 7 anni, nessuno sport specifico dovrebbe essere proposto. A questa età i bambini devono semplicemente muoversi giocando. Nel progetto devono essere precisate le tipologie di gioco e i loro obiettivi. Classi terze, quarte, quinte scuola primaria Dgli otto anni in poi si può presentare più di uno sport da sperimentare per almeno due mesi, proposti sempre in forma ludica, con l introduzione di qualche elemento tecnico ed alcune regole tipiche dello sport presentato. Dunque, indicativamente si potrebbero introdurre tre diversi sport in terza, altri tre in quarta e altri tre in quinta. Classi prima e seconda secondaria di primo grado Si possono proporre attività sportive in modo analogo a quello descritto al paragrafo precedente alzando il livello di specializzazione: la sperimentazione può durare al massimo un quadrimestre, mantenendo comunque un'offerta formativa durante l'anno scolastico che preveda almeno due discipline diverse. A livello metodologico, l istruttore dovrà astenersi dal suggerire le strategie di gioco, ma al contrario dovrà farle trovare agli allievi, con l ausilio di domande guida che facilitino la soluzioni dei problemi che i giochi stessi presentano, in forma sempre più autonoma. I criteri di riuscita dei giochi devono garantire la sperimentazione del successo a tutti. Il principio di inclusione deve guidare l azione educativa. L attività sportiva così impostata darebbe a tutti i bambini un bagaglio motorio di base che permetterebbe a posteriori un acquisizione più efficace delle tecniche sportive (di qualsiasi sport scelgano). Questo progetto, rispettoso delle tappe evolutive dei piccoli, permette un avviamento all'agonismo graduato, evitando specializzazioni tecniche precoci, situazioni queste che stanno contribuendo all'abbandono prematuro della pratica sportiva nel nostro Paese come ormai documentato da diversi studi, in particolare del CONI. 6. Dal gioco all'agonismo Insegnare ai bambini a rispettare i limiti e le regole, attraverso i giochi, è un ottima scelta pedagogica, non solo dal punto di vista educativo ed etico, ma anche dal punto di vista sportivo, poiché ciò favorisce l apprendimento dei gesti tecnici. Infatti, ogni volta che si permette ad un giocatore di commettere fallo per fermare l avversario, gli si sta togliendo l opportunità di imparare a superarlo usando la tecnica. Un bambino abituato a non commettere mai falli, da grande potrà avere una tecnica migliore, perché ha avuto molte possibilità di esercitarla. Il gioco e lo sport agonistico non sono per nulla contrapposti. Al contrario, sono il presupposto e la continuazione uno dell'altro. Per passare dal gioco all'agonismo, dobbiamo tener conto di un ingrediente fondamentale: la sfida, in primo luogo con se stessi, poi con l'avversario. Concettualmente, educare allo sport agonistico, consiste nel preparare i bambini alla sfida, cioè a misurarsi, accettando in ugual misura la vittoria e la sconfitta. 7. Educare con pazienza all agonismo Educare allo sport agonistico è un impresa educativa molto difficile, che va costruita a tappe, con assoluta attenzione e competenza da parte degli adulti. Nella dinamicità dell'età dello sviluppo, prima si gioca per divertirsi e imparare, poi si apprende uno sport e poi, chi lo desidera e lo sceglie consapevolmente e liberamente, gareggia. 3

4 Nel proporre le attività in forma agonistica l istruttore deve preferire il criterio del far vincere per competenza (vincono tutti quelli che riescono a. fare ciò che viene stabilito come parametro), piuttosto che quello che prevede la vittoria per il miglior risultato assoluto. Nel primo caso vincono tutti o molti e il criterio utilizzato è inclusivo, nel secondo vince uno solo, seguendo un principio esclusivo. La conoscenza di alcuni criteri metodologici di avviamento all agonismo dei bambini, facilita gli istruttori nella missione educativa. Eccone alcuni: a) La sfida con se stessi La vera sfida, quella che porta all agonismo, consiste nell impegnarsi sempre un poco di più di quello che uno crede di poter fare. Da questo punto di vista, la vittoria o la sconfitta non coincidono con il dato obiettivo dell esito di un confronto con l altro, ma si basano sul vissuto personale delle proprie prestazioni e sensazioni. E' possibile - e importante - sperimentare il successo in modo esplicito anche senza vincere: la soddisfazione deriva dall'essere stati capaci di una fatica in più e dal miglioramento dei primati personali, indipendentemente dal confronto con un altra persona. Ai bambini bisogna soprattutto trasmettere che la priorità sta nella sfida con se stessi e che il confronto con l avversario viene dopo. Si può superare un avversario debole, giocando male e senza divertirsi e si può perdere contro un avversario più forte, giocando benissimo. Si può arrivare ultimi in una gara, avendo migliorato il proprio record o vincere solo perché gli altri erano molto lenti o avevano sbagliato percorso. Se abituiamo le bambine e i bambini ad usare come criterio di successo quello dell impegno a superare il proprio limite, essi acquisiranno presto una capacità di auto-giudizio, rendendosi così autonomi nel valutarsi, senza necessità di riconoscimenti esterni illusori per aumentare la propria autostima. b) Accettare i propri limiti. È un passaggio fondamentale per arrivare a gareggiare. Chiaramente spetta agli educatori rendere accettabile e non traumatico il riconoscimento del limite. Quando il bambino inizia a superare la fase del pensiero egocentrico e si rende conto di non essere il migliore, lo sconforto, la mancanza di fiducia in sé, la vergogna, l invidia, il senso di impotenza possono prendere il sopravvento. Ciò determina molte volte l abbandono dell attività sportiva, altre volte l'adesione ad una aspirazione esterna (di solito, dei genitori) che per reggere deve essere continuamente rinforzata da interventi adulti che innescano, anche senza volerlo, un circolo vizioso attorno alla diminuzione di autostima ed autonomia del bambino. D altra parte, è fondamentale per un sano sviluppo, riconoscere e accettare anche i dati obiettivi che la realtà produce. E un passaggio doloroso ma indispensabile per transitare dal mondo magico a quello reale. Solo riconoscendo i propri limiti si può cercare di migliorarli, ponendosi in un atteggiamento attivo di lavoro, in cui l obiettivo sia ragionevolmente perseguibile e graduato al livello di dotazione individuale. Per accettare i propri limiti (o deficit) è determinante l atteggiamento di sostegno equilibrato da parte degli adulti di riferimento. Come educatori, cerchiamo sempre di valorizzare l impegno che ognuno pone nel migliorare il proprio record personale, favoriamo la costituzione di squadre in cui si premi il contributo anche di chi è meno capace, evitiamo di incoraggiare la protervia dei vincenti. Rendiamo cioè accettabile e meno dolorosa possibile la scoperta che un altro sia migliore di noi. Rendiamo inoltre evidente che i migliori possono essere differenti in attività differenti, perché ciascuno è unico. Se il nostro atteggiamento risulta sincero, affettuoso e fiducioso, ogni limite diventa tollerabile e superabile. c) Non aver bisogno di barare per disistima di sé Il mondo sportivo è pieno di piccole e di grandi truffe perpetrate allo scopo di vincere. Riflettendo sulla loro natura, e senza aprire qui la riflessione sulle forzature dell'agonismo professionistico tipiche di molte discipline, si arriva a concludere che derivino in gran parte della mancanza di fiducia nelle proprie capacità. 4

5 Quando uno gareggia con un rivale di minore capacità non sente la necessità di imbrogliare; farlo significherebbe riconoscere sia che l altro è più forte e fa paura, sia che si ha scarsa fiducia in se stessi. E' compito - dovere - degli adulti aiutare le bambine e i bambini a confidare nella propria possibilità di farcela, di superare non tanto il rivale, ma la propria paura di perdere. Gli educatori, prestando attenzione alla incapacità di alcuni alunni ad accettare la sconfitta, potrebbero cogliere un importante segnale di disagio da affrontare sul nascere soprattutto in ambiente scolastico, nel quale la competizione rimane molto presente. Gli agonisti che fanno di tutto pur di non perdere sono rimasti bambini, che non hanno superato il dolore e la vergogna che si prova a rilevare i propri limiti. Continuano da giovani e da adulti ad agire per evitare sistematicamente le sconfitte. Il loro dramma sta nel dover sempre fare finta per apparire vincenti, quando in realtà si confrontano quotidianamente con un senso di incapacità e inadeguatezza che travalica spesso la competenza sportiva. A ciò si aggiunge un altra condizione ancora più sfavorevole: quella di non poter mai verificare, con un confronto autentico, le proprie capacità per iniziare un percorso di miglioramento personale. 8. Scelte metodologiche e modalità relazionali degli istruttori Entrare nel contesto scolastico da esperto esterno e realizzare un buon intervento con bambini e bambine, e con gli adulti di riferimento, non è né facile né scontato. Perché l intervento sia adeguato ed efficace occorre mantenere una serie di attenzioni metodologiche e di azioni di cura che veramente fanno la differenza. Volendo sintetizzare in questa sede le principali variabili metodologiche-relazionali per un buon intervento in classe, si possono suddividere in tre grandi categorie che nei prossimi paragrafi verranno dettagliate: - stile metodologico della proposta - pianificazione e predisposizione dell intervento - rispetto delle fasi fondamentali di un percorso/incontro 8.1 Stile metodologico della proposta La prima considerazione importante e non banale è la necessaria consapevolezza, da parte dell istruttore, del tipo di contesto scolastico in questione: la scuola del primo ciclo è un contesto di apprendimento che si misura su tre fasce d'età: da 4 a 7 anni; da 8 a 10 anni; da 11 a 12 anni. Ciò significa fondamentalmente due cose: l esperto esterno è visto come un adulto che viene ad insegnarci qualcosa ; insegnare qualcosa in un contesto simile non corrisponde a fare una lezione frontale. Riteniamo infatti che la migliore metodologia per l ingresso a scuola da parte dell istruttore sportivo sia una metodologia interattiva ed animativa. Tale convinzione poggia anche su motivazioni molto concrete: il tempo di attenzione continuativa che un bambino della scuola primaria riesce a mantenere è davvero breve (e a maggior ragione per quanto riguarda la fascia d'età fino a 7 anni). Ma soprattutto questa scelta metodologica si fonda su motivazioni positive e propositive: attraverso una metodologia interattiva ed animativa è possibile un apprendimento profondo e duraturo perché la messa in gioco delle persone presenti (sia l esperto che gli allievi, che i docenti) e l ascolto attivo che si mettono in campo, consentono delle ristrutturazioni cognitive del sapere personale e del sapere condiviso. Tale approccio trova fondamento in una filosofia di intervento che non crede nella trasmissione del sapere (come se fosse un oggetto che una persona possiede e riversa su altri), bensì nella cocostruzione del sapere, nella convinzione che ciascuna persona ha un suo specifico contributo da portare e da valorizzare, nella diversità delle responsabilità e dei ruoli: chiaramente la figura adultaformativa ha la principale responsabilità e porta un contributo importante ed originale, ma deve essere rispettosa e attenta nel trovare il modo per stimolare l'apporto di ciascuno. 8.2 Pianificazione e predisposizione dell intervento 5

6 È bene che l esperto esterno contatti per tempo il personale docente delle classi nelle quali entrerà e concordi con la scuola alcune variabili molto concrete ma fondamentali per la buona riuscita dell intervento, quali: logistica e tempistica degli incontri; luogo fisico di svolgimento degli stessi; conoscenza anticipata del docente di riferimento che possa informare sul gruppo classe e sulle sue peculiarità; eventuali attrezzature e strumentazione necessaria per l incontro. Infatti, non è infrequente che ottimi percorsi progettati sulla carta raggiungano poi un efficacia minore a causa di una mancata cura dei particolari. Proviamo a dettagliare alcuni esempi: - accordarsi con precisione sull orario e la durata degli incontri; - stabilire un luogo fisico che permetta di sviluppare gli incontri seguendo la metodologia interattiva: è preferibile perciò uno spazio dove potersi muovere liberamente, se necessario facendo rumore senza disturbare altre classi, dove poter utilizzare ad esempio la disposizione in cerchio, ecc - fare una serie di domande per capire la composizione della classe ed eventuali particolarità: quanti sono gli allievi? Com è la distribuzione per sesso? Ci sono situazioni particolari che è bene conoscere preventivamente? Quale rapporto hanno con la scuola ed i docenti? Quali esperienze posseggono in ambito motorio? È opportuna la presenza dell'assistente educatore di riferimento del gruppo classe? Ecc. - chiedere la disponibilità di attrezzature o predisporre le proprie (fare un sopralluogo). 8.3 Rispetto delle fasi fondamentali del percorso L intervento dell istruttore, indipendentemente dalla durata e dalla specifica attività, va svolto rispettando alcune fasi che si possono così sintetizzare: 1. presentazione/conoscenza 2. contratto formativo con la classe 3. riscaldamento 4. messa in gioco ed esercitazioni 5. condivisione dei vissuti 6. restituzione e contributo dell esperto 7. conclusione 8. saluti E facile dare per scontati alcuni di questi passaggi i quali invece, se ben curati, consentono grande rispetto degli interlocutori, tenuta dei tempi e maggiore efficacia dell intervento. 1- La fase di presentazione e conoscenza ad esempio: con un linguaggio semplice e non formale (calibrato in maniera diversa a seconda dell età degli allievi) è possibile far cogliere ai bambini/e qual è il ruolo che l esperto ricopre e la ragione per cui è presente oggi. Ma altrettanto importante è fare una conoscenza reciproca: pur senza dilungarsi troppo, dare parola a tutti gli allievi perché possano presentarsi e dire qualcosa di sé permette già di aprire un canale di comunicazione con loro. Se il tempo è poco lo si può fare anche con un piccolo gioco di presentazione che oltre alla conoscenza reciproca contribuisce anche a riscaldare il clima relazionale. 2- La fase di contratto formativo serve semplicemente a darsi poche e semplici regole, insieme agli allievi, così che l incontro o il percorso possa funzionare al meglio e ciascuno ne possa beneficiare al massimo. Qualche esempio: nessuno verrà giudicato o deriso per quello che dirà o farà; tutti possono prendere parola, uno alla volta, e la singola persona ha il diritto di essere ascoltata dagli altri; ecc Questa fase di accordi non deve appesantire il neonato rapporto con la classe: lo stile con cui viene proposta dev essere perciò chiaro ma delicato e l ideale è poter definire queste poche e chiare regole con il contributo stesso dei bambini/e, facendo loro domande e valorizzando le loro parole. 3- La fase di riscaldamento è cruciale per la buona riuscita di tutte le fasi successive. A seconda poi della situazione specifica della classe che si ha di fronte può essere più o meno lunga. L obiettivo è alzare la temperatura che caratterizza in questo momento il clima relazionale presente in classe, 6

7 così che il mettersi in gioco richiesto dalle fasi successive sia facilitato, in quanto alcune difese, timidezze e paure sono venute meno. Tutto questo lo si può fare con dei semplici giochi di riscaldamento adatti all età in questione. Spesso tali attività ludiche sono molto utili anche per la conoscenza reciproca: anche per questo motivo la successione delle prime 3 fasi può essere chiaramente modificata, in base alla situazione specifica Le tre fasi centrali dell intervento hanno la finalità di entrare nel vivo dei contenuti che si vogliono trattare con gli allievi. Come si diceva nel paragrafo sullo stile metodologico, si suggerisce l utilizzo dei giochi e di strumenti animativi ed interattivi (domande, discussioni, riflessioni in cerchio), che consentono di fare emergere vissuti, emozioni, opinioni, rappresentazioni mentali, sentimenti delle persone rispetto alle attività proposte. Naturalmente tutto questo richiede delicatezza nella realizzazione (ad esempio senza forzare nessuno allo svolgimento dell attività) e successivamente richiede che ci sia un tempo/spazio per la condivisione di quanto gli allievi hanno provato durante l esercitazione e, infine, una restituzione da parte dell esperto che valorizzi il contributo di ciascuno e rassicuri laddove necessario, dando legittimità a qualsiasi vissuto o sentimento, senza etichettarne o giudicarne alcuno Le ultime due fasi dell intervento sono quanto mai importanti. È responsabilità specifica dell esperto esterno che è entrato in classe condurre gli allievi verso una conclusione che permetta di chiudere il cerchio nel senso di significare positivamente quanto è accaduto durante l incontro/percorso, restituendo senso ed anche gratitudine per gli scambi reciproci e gli apprendimenti avvenuti. Si possono svolgere tali fasi finali in molti modi, quello che conta è che l esperto non rinunci a portare il suo contributo originale ma lo faccia recuperando e dialogando con tutto quello che è emerso nelle interazioni con gli allievi. È molto utile anche raccogliere feedback da parte dei partecipanti rispetto a come è andato il lavoro svolto insieme: anche in questo caso è bene utilizzare uno stile leggero ed autentico al tempo stesso, chiedendo un piccolo commento a ciascun partecipante, magari anche in questo caso utilizzando una modalità ludica e creativa. ALLEGATI Estratti dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo della Scuola dell'infanzia e del primo ciclo di Istruzione : Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione Lo studente al termine del primo ciclo, attraverso gli apprendimenti sviluppati a scuola, lo studio personale, le esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità, è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni. Ha consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse identità, le tradizioni culturali e religiose, in un ottica di dialogo e di rispetto reciproco. Interpreta i sistemi simbolici e culturali della società, orienta le proprie scelte in modo consapevole, rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità. Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme ad altri. Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. Nell incontro con persone di diverse nazionalità è in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana, in una seconda lingua europea. Utilizza la lingua inglese nell uso delle tecnologie dell informazione e della comunicazione. Le sue conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche gli consentono di analizzare dati e fatti della realtà e di verificare l attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri. Il possesso di un pensiero razionale gli consente di affrontare problemi e situazioni sulla base di elementi certi e di avere 7

8 consapevolezza dei limiti delle affermazioni che riguardano questioni complesse che non si prestano a spiegazioni univoche. Si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione a curiosità e ricerca di senso; osserva ed interpreta ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche. Ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per ricercare e analizzare dati ed informazioni, per distinguere informazioni attendibili da quelle che necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo. Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base ed è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi velocemente nuove informazioni ed impegnarsi in nuovi apprendimenti anche in modo autonomo. Ha cura e rispetto di sé, come presupposto di un sano e corretto stile di vita. Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza civile. Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, occasioni rituali nelle comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc. Dimostra originalità e spirito di iniziativa. Si assume le proprie responsabilità e chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo chiede. In relazione alle proprie potenzialità e al proprio talento si impegna in campi espressivi, motori ed artistici che gli sono congeniali. È disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi con le novità e gli imprevisti. LA SCUOLA DELL'INFANZIA IL CORPO E IL MOVIMENTO I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come strumento di conoscenza di sé nel mondo. Muoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico. L azione del corpo fa vivere emozioni e sensazioni piacevoli, di rilassamento e di tensione, ma anche la soddisfazione del controllo dei gesti, nel coordinamento con gli altri; consente di sperimentare potenzialità e limiti della propria fisicità, sviluppando nel contempo la consapevolezza dei rischi di movimenti incontrollati. I bambini giocano con il loro corpo, comunicano, si esprimono con la mimica, si travestono, si mettono alla prova, anche in questi modi percepiscono la completezza del proprio sé, consolidando autonomia e sicurezza emotiva. Il corpo ha potenzialità espressive e comunicative che si realizzano in un linguaggio caratterizzato da una propria struttura e da regole che il bambino impara a conoscere attraverso specifici percorsi di apprendimento: le esperienze motorie consentono di integrare i diversi linguaggi, di alternare la parola e i gesti, di produrre e fruire musica, di accompagnare narrazioni, di favorire la costruzione dell immagine di sé e l elaborazione dello schema corporeo. Le attività informali, di routine e di vita quotidiana, la vita e i giochi all aperto sono altrettanto importanti dell uso di piccoli attrezzi e strumenti, del movimento libero o guidato in spazi dedicati, dei giochi psicomotori e possono essere occasione per l educazione alla salute attraverso una sensibilizzazione alla corretta alimentazione e all igiene personale. La scuola dell infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere e interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, rispettandolo e avendone cura. La scuola dell infanzia mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il corpo per giungere ad affinarne le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo immaginazione e creatività. Traguardi per lo sviluppo della competenza Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola. Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione. Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all interno della scuola e all aperto. Controlla l esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva. Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento. 8

9 LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO EDUCAZIONE FISICA Nel primo ciclo l educazione fisica promuove la conoscenza di sé e delle proprie potenzialità nella costante relazione con l ambiente, gli altri, gli oggetti. Contribuisce, inoltre, alla formazione della personalità dell alunno attraverso la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea, nonché del continuo bisogno di movimento come cura costante della propria persona e del proprio benessere. In particolare, lo stare bene con se stessi richiama l esigenza che il curricolo dell educazione al movimento preveda esperienze tese ad consolidare stili di vita corretti e salutari, come presupposto di una cultura personale che valorizzi le esperienze motorie e sportive, anche extrascolastiche, come prevenzione di ipocinesia, sovrappeso e cattive abitudini alimentari, involuzione delle capacità motorie, precoce abbandono della pratica sportiva e utilizzo di sostanze che inducono dipendenza. Le attività motorie e sportive forniscono agli alunni le occasioni per riflettere sui cambiamenti del proprio corpo, per accettarli e viverli serenamente come espressione della crescita e del processo di maturazione di ogni persona; offrono altresì occasioni per riflettere sulle valenze che l immagine di sé assume nel confronto col gruppo dei pari. L educazione motoria è quindi l occasione per promuovere esperienze cognitive, sociali, culturali e affettive. Attraverso il movimento, con il quale si realizza una vastissima gamma di gesti che vanno dalla mimica del volto, alla danza, alle più svariate prestazioni sportive, l alunno potrà conoscere il suo corpo ed esplorare lo spazio, comunicare e relazionarsi con gli altri in modo adeguato ed efficace. La conquista di abilità motorie e la possibilità di sperimentare il successo delle proprie azioni sono fonte di gratificazione che incentivano l autostima dell alunno e l ampliamento progressivo della sua esperienza, arricchendola di stimoli sempre nuovi. L attività motoria e sportiva, soprattutto nelle occasioni in cui fa sperimentare la vittoria o la sconfitta, contribuisce all apprendimento della capacità di modulare e controllare le proprie emozioni. Attraverso la dimensione motoria l alunno è facilitato nell espressione di istanze comunicative e disagi di varia natura che non sempre riesce a comunicare con il linguaggio verbale. L attività motoria praticata in ambiente naturale rappresenta un elemento determinante per un azione educativa integrata, per la formazione di futuri cittadini del mondo, rispettosi dei valori umani, civili e ambientali. Partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra. Il gioco e lo sport sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e incontri. L attività sportiva promuove il valore del rispetto di regole concordate e condivise e i valori etici che sono alla base della convivenza civile. I docenti sono impegnati a trasmettere e a far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva portatrice di rispetto per sé e per l avversario, di lealtà, di senso di appartenenza e di responsabilità, di controllo dell aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza. L esperienza motoria deve connotarsi come vissuto positivo, mettendo in risalto la capacità di fare dell alunno, rendendolo costantemente protagonista e progressivamente consapevole delle competenze motorie via via acquisite. Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria L alunno acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e la padronanza degli schemi motori e posturali nel continuo adattamento alle variabili spaziali e temporali contingenti. Utilizza il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d animo, anche attraverso la drammatizzazione e le esperienze ritmico-musicali e coreutiche. Sperimenta una pluralità di esperienze che permettono di maturare competenze di giocosport anche come orientamento alla futura pratica sportiva. Sperimenta, in forma semplificata e progressivamente sempre più complessa, diverse gestualità tecniche. Agisce rispettando i criteri base di sicurezza per sé e per gli altri, sia nel movimento che nell uso degli attrezzi e trasferisce tale competenza nell ambiente scolastico ed extrascolastico. Riconosce alcuni essenziali principi relativi al proprio benessere psico-fisico legati alla cura del proprio corpo, a un corretto regime alimentare e alla prevenzione dell uso di sostanze che inducono dipendenza. Comprende, all interno delle varie occasioni di gioco e di sport, il valore delle regole e l importanza di rispettarle. 9

10 Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo Coordinare e utilizzare diversi schemi motori combinati tra loro inizialmente in forma successiva e poi in forma simultanea (correre / saltare, afferrare / lanciare, ecc). Riconoscere e valutare traiettorie, distanze, ritmi esecutivi e successioni temporali delle azioni motorie, sapendo organizzare il proprio movimento nello spazio in relazione a sé, agli oggetti, agli altri. Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva Utilizzare in forma originale e creativa modalità espressive e corporee anche attraverso forme di drammatizzazione e danza, sapendo trasmettere nel contempo contenuti emozionali. Elaborare ed eseguire semplici sequenze di movimento o semplici coreografie individuali e collettive. Il gioco, lo sport, le regole e il fair play Conoscere e applicare correttamente modalità esecutive di diverse proposte di giocosport. Saper utilizzare numerosi giochi derivanti dalla tradizione popolare applicandone indicazioni e regole. Partecipare attivamente alle varie forme di gioco, organizzate anche in forma di gara, collaborando con gli altri. Rispettare le regole nella competizione sportiva; saper accettare la sconfitta con equilibrio, e vivere la vittoria esprimendo rispetto nei confronti dei perdenti, accettando le diversità, manifestando senso di responsabilità. Salute e benessere, prevenzione e sicurezza Assumere comportamenti adeguati per la prevenzione degli infortuni e per la sicurezza nei vari ambienti di vita. Riconoscere il rapporto tra alimentazione, ed esercizio fisico in relazione a sani stili di vita. Acquisire consapevolezza delle funzioni fisiologiche (cardio-respiratorie e muscolari) e dei loro cambiamenti in relazione all esercizio fisico. Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado L alunno è consapevole delle proprie competenze motorie sia nei punti di forza che nei limiti. Utilizza le abilità motorie e sportive acquisite adattando il movimento in situazione. Utilizza gli aspetti comunicativo-relazionali del linguaggio motorio per entrare in relazione con gli altri, praticando, inoltre, attivamente i valori sportivi (fair play) come modalità di relazione quotidiana e di rispetto delle regole. Riconosce, ricerca e applica a se stesso comportamenti di promozione dello star bene in ordine a un sano stile di vita e alla prevenzione. Rispetta criteri base di sicurezza per sé e per gli altri. È capace di integrarsi nel gruppo, di assumersi responsabilità e di impegnarsi per il bene comune. Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo Saper utilizzare e trasferire le abilità per la realizzazione dei gesti tecnici dei vari sport. Saper utilizzare l esperienza motoria acquisita per risolvere situazioni nuove o inusuali. Utilizzare e correlare le variabili spazio-temporali funzionali alla realizzazione del gesto tecnico in ogni situazione sportiva. Sapersi orientare nell ambiente naturale e artificiale anche attraverso ausili specifici (mappe, bussole). Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva Conoscere e applicare semplici tecniche di espressione corporea per rappresentare idee, stati d animo e storie mediante gestualità e posture svolte in forma individuale, a coppie, in gruppo. 1

11 Saper decodificare i gesti di compagni e avversari in situazione di gioco e di sport. Saper decodificare i gesti arbitrali in relazione all applicazione del regolamento di gioco. Il gioco, lo sport, le regole e il fair play Padroneggiare le capacità coordinative adattandole alle situazioni richieste dal gioco in forma originale e creativa, proponendo anche varianti. Sa realizzare strategie di gioco, mette in atto comportamenti collaborativi e partecipa in forma propositiva alle scelte della squadra. Conoscere e applicare correttamente il regolamento tecnico degli sport praticati assumendo anche il ruolo di arbitro o di giudice. Saper gestire in modo consapevole le situazioni competitive, in gara e non, con autocontrollo e rispetto per l altro, sia in caso di vittoria sia in caso di sconfitta. Salute e benessere, prevenzione e sicurezza Essere in grado di conoscere i cambiamenti morfologici caratteristici dell età ed applicarsi a seguire un piano di lavoro consigliato in vista del miglioramento delle prestazioni. Essere in grado di distribuire lo sforzo in relazione al tipo di attività richiesta e di applicare tecniche di controllo respiratorio e di rilassamento muscolare a conclusione del lavoro. Saper disporre, utilizzare e riporre correttamente gli attrezzi salvaguardando la propria e l altrui sicurezza. Saper adottare comportamenti appropriati per la sicurezza propria e dei compagni anche rispetto a possibili situazioni di pericolo. Praticare attività di movimento per migliorare la propria efficienza fisica riconoscendone i benefici. Conoscere ed essere consapevoli degli effetti nocivi legati all assunzione di integratori, di sostanze illecite o che inducono dipendenza (doping, droghe, alcool). 1

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