Una piccola testimonianza dalla Grande Guerra
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- Agostino Baldini
- 8 anni fa
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1 Un trisavolo racconta Una piccola testimonianza dalla Grande Guerra Ritrovato una breve racconto sulla Grande Guerra appartenuto a Ferdinando Neckermann
2 Breve riassunto della mia vita di soldato questo il titolo del Diario di Ferdinando Neckermann, soldato nella Grande Guerra per l esercito italiano, scoperto da una studentessa della classe 3 D della Scuola G.Marconi di Mestre-Cipressina (Ve). Nell anno centenario dell ingresso dell Italia nella Prima Guerra Mondiale, le classi terze della Scuola Secondaria dell Istituto Comprensivo G.Parolari hanno attuato un Unità Formativa di Apprendimento per competenze sulla Prima Guerra Mondiale. Anche a noi alunni di 3 D è stato proposto, dall insegnante di lettere, lo sviluppo dell Unità Formativa di Apprendimento per competenze, che ci avrebbe permesso di approfondire lo studio della Prima Guerra Mondiale. Abbiamo iniziato a cercare documenti, notizie, ricordi, reperti. Parlando con i nonni alla ricerca di testimonianze, Sofia, alunna di 3 D ha portato a scuola un documento di notevole interesse. Un diario appartenente ad un suo trisavolo, conservato gelosamente dalla nonna ormai novantenne. Il diario è diventato spunto ed ispirazione per approfondire vari fatti, momenti, esperienze di vita dei soldati della Grande Guerra. Attraverso i ricordi di Ferdinando Neckermann abbiamo ripercorso momenti salienti di quell atroce conflitto, ma anche conosciuto momenti piccoli, personali, marginali, ma certamente interessanti e sicuramente non raccontati nei libri scolastici.
3 Tutto il lavoro di approfondimento e ricerca è diventato oggetto di una mostra che si terrà nell Atrio della scuola a giugno, al termine delle lezioni. La mostra è realizzata dai ragazzi della 3 D che con l aiuto dei docenti di lettere e tecnologia hanno organizzato il tutto. Scopo della mostra è quello di raccontare vari aspetti e momenti della Grande Guerra traendo ispirazione proprio dal Diario di Ferdinando Neckermann e dalla sua storia di guerra. Nella mostra si possono scoprire non solo le pagine del Diario, ma anche osservare immagini,leggere testimonianze, testi poetici e letterari ed inoltre guardare reperti risalenti alla Grande Guerra, ritrovati molti anni fa sull Altopiano di Asiago e portati a scuola da Alessandro. Le informazioni tratte dal Diario, riportate su cartelloni, con immagini e piccoli testi informativi, contribuiscono a spiegare meglio le difficili condizioni di vita che i soldati subivano durante il drammatico periodo del primo conflitto mondiale. Cosa racconta Ferdinando Neckermann?
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5 L'anno ottobre mi presentai al distretto militare alle Zattere Venezia. Il 10 novembre di mattina partii per Pordenone incorporato nel reggimento Cavalleria Lancieri di Milano. La vita militare non posso dire di averla trovata lieta, anzi per me era una vita di grande sacrificio. Alla fine dell'anno 1911 scoppiò la guerra libica,fui sorteggiato per la partenza ma questa volta la sorte fu benigna,e mi risparmiò il disagio della guerra. In questo tempo mi trovavo a Spilimbergo. L'anno 1912 feci le grandi manovre e cambiamenti di guarigione con sede in Pordenone. In questo ultimo anno feci il trombettiere di Stato maggiore e rimasi sotto le armi come richiamato fino il 25 gennaio L'anno 1914, 8 agosto fui nuovamente richiamato alle armi,e consegnato alla fine di novembre in Bologna. Il 16 aprile del 1916 fui per la quarta volta richiamato alle armi e inviato a Pordenone al 4 Genova Cavalleria. Il soldato Neckermann faceva parte di un reggimento di Cavalleria, i Lancieri di Milano,ma come successe a molti altri reggimenti di cavalleria durante la Prima Guerra mondiale furono costretti ad appiedarsi, dato che la guerra di trincea e sulle montagne non era adatta a reggimenti a cavallo, con tecniche di combattimento ottocentesche.
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7 Stetti in prigione qualche mese e poi mandati a Oderzo fino all'ottobre del 1916 e da qui inviato sul fronte del Carso. Passai tre lunghi mesi terribili, le sofferenze non so descriverle. Perfino fui legato ad un palo per opera di un sergente calabrese sotto una pioggia che veniva a catinelle,tutto questo per aver commesso il grande delitto di mangiare due scatolette di carne oltre di averle pagate il doppio di quello che costavano (eravamo nel mese di dicembre) ci promettevano sempre che andavamo in riposo, ma questo non veniva mai Anche dai ricordi di Neckermann, come in altre più famose testimonianze (per esempio Lussu ), emerge la durezza della vita dei soldati, la fame, le punizioni a volte esagerate o ingiuste. Freddo, fame, sofferenza e morte ricorrono in più punti nel Diario: Ancora una volta invidiavo i miei compagni feriti ( era il mese di novembre), freddo e pioggia non mancavano. Corrono voci che dobbiamo stare all'erta, perché forse bisognerà scappare perché il nemico c'insegue. Infatti qualche notte dopo una bruttissima notte di vento e pioggia ci viene l'ordine di gettare tutte le munizioni nei burroni,distruggere tutto quello che avevamo nei portafogli di compromettente e scappare...
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9 La marcia era lunghissima e faticosa si cammina per quattro giorni e tre notti sempre per montagna con un tempo dei più orribili tutti inzuppati d'acqua e senza mangiare. Qualche rara cascina trovammo e qualcuno riesce ad ottenere qualche fetta di polenta da quei buoni montanari. Troviamo qualche pezzetto di terreno coltivato ed allora in un baleno viene devastato cibandosi di qualche patata e di cavoli. L'ultima montagna non ne potevamo più,la pioggia dirotta che di giorno e di notte non cessa e si tramuta in una fortissima tormenta di neve, il percorso è ancora lungo, siamo sfiniti dal freddo e dalla fame e i fiocchi di neve che cadono grandi come foglie. Seppellimmo diversi nostri poveri compagni che esausti di forza caddero a terra per mai più rialzarsi, nessuno può aiutarli, nemmeno voltarsi per dagli l'ultimo saluto Il racconto continua, si ricorda anche un episodio molto noto, lo scoppio di una polveriera a Gomarolo, quasi alla fine della guerra.
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11 Si riparte arrivando a destinazione alle otto di sera in un paesetto negli Altipiani che si chiama Gomarolo trovo posto per alloggiare il cavallo e pure io vicino di lui. Mi corico, ero stanco e prendo subito il sonno. Dopo poche ore sento uno schianto,una cosa pesantissima mi investe in pieno e siccome ero coricato su una branda fatta di pezzi d albero si sfascia e cado con violenza a terra. Ero delirante dalla febbre non concepivo più nulla, non conosco il posto dove sono, mi alzo e scappo, senza sapere dove vado. Sento dei colpi di cannone fucileria donne in camicia che scappano con i bambini in braccio,tetti di case che crollano, munizioni che scoppiano e un po alla volta mi rendo conto cosa è successo. Sempre di corsa ansante arrivo sopra una collina, mi nascondo dietro un albero e attendo che cessi il terribile bombardamento. Era il 24 ottobre 1918 e una granata austriaca colpì in pieno un deposito di munizioni sfracellando i soldati che dormivano, e buttando dallo spostamento d aria nei burroni camion e conducenti che dormivano dentro. Come se non bastasse la violenza della guerra, Neckermann, come moltissimi altri, sia soldati che civili, intorno al 1918 fu colpito dall influenza definita spagnola, che imperversò in tutta Europa provocando moltissimi morti.
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13 Viene nuovamente l ordine di partire, ma questa volta vicino a Vicenza per un po di riposo. Eravamo i primi giorni dell ottobre 1918, tempo che infieriva la terribile febbre spagnola e in questa città il morbo era molto diffuso. Continuamente arrivavano i camion di soldati morti che in questa città seppellivamo. All Ospitale non c era un posto libero e a chi capitava questa febbre era sicuro della morte. Io mi trovo in un piccolo magazzino per alloggiare il cavallo e passo così qualche giorno fino a che una mattina mi sveglio con la febbre. Dormire vicino al cavallo non posso, l odore mi fa assai male, trovo nella medesima casa un fienile all aperto e qui la notte mi corico. Una vecchietta mi assiste come può, mi dà l olio ma nulla mi giova, la febbre persiste altissima. Parlare a qualcuno non posso, altrimenti mi mandano difilato in Ospitale e entrato in questo la mia sorte sarebbe segnata. Certo che dormire all aperto esposto tutte le notti alla nebbia ed al freddo mi sentivo molto male insomma in un verso o nell altro dovevo morire. Fortunatamente Neckermann non muore, torna a casa, si congiunge alla sua famiglia e trascrive in un Breve riassunto della mia vita di soldato notizie che giungono fino a noi grazie ad una pronipote. Gli alunni Caterina Franchi, Alessandro Marchesin, Giulio Rienzi, 3 D
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