Previsione. Soccorso

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1 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile Il Servizio Nazionale ha il fine di tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente dai danni derivanti da calamità. Le specifiche attività attribuite al Servizio Nazionale della Protezione Civile sono: Previsione Prevenzione Emergenze climatiche e ambientali Soccorso Marco Leonardi Superamento dell emergenza Strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile Comitato Operativo della protezione civile Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Aeronautica Militare Esercito Italiano Marina Militare Carabinieri Polizia di Stato Guardia di Finanza Corpo Forestale dello Stato Capitaneria di Porto Gruppi nazionali di ricerca scientifica Croce Rossa Italiana Strutture del Servizio Sanitario Nazionale Organizzazioni di volontariato Corpo Nazionale Soccorso Alpino RID Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Capo Dipartimento Protezione Civile Forze Armate ENEL Corpo Forestale dello Stato Poste Italiane CNMCA Forze di Polizia ANAS Croce Rossa Italiana Ministero della Salute Telecom Autostrade APAT Corpo Nazionale del Soccorso Alpino Vodafone ENEA Ferrovie CNR Conferenza unificata Stato/Regioni/Città ed autonomie locali Wind Organizzazioni di volontariato INGV Tim RFI RAI ENAV ENAC 1

2 Emergenze connesse al clima Situazioni climatiche estreme Alluvioni Fenomeni idro-geologici (frane) Crisi idriche Incendi boschivi Diffusione di artropodi vettori Maggiori disastri del 2006 in base al numero di vittime Disastri naturali riportati periodo Stima del danno disastri naturali 2

3 Frequenza dei disastri per tipologia di evento Variazione della temperatura nell emisfero settentrionale( ) Crisi idrica Alluvioni attività veterinarie Smaltimento carogne e sottoprodotti di origine animale (Reg. CE 1774/02) Recupero e assistenza animali vivi Controllo vettori di malattie trasmissibili Sorveglianza epidemiologica (leptospirosi?) 3

4 ESTATE 2003 ESTATE 2004 Nell ambito del Progetto nazionale per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore : Sperimentazione in 4 città italiane (Roma, Milano, Torino e Bologna) di un modello di previsione per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute (Heat Health Watch/Warning System, HHWWS) Attivazione di Sistemi HHWWS già sperimentati nel 2003 Attivazione in via sperimentale di nuovi sistemi di allarme Attivazione in alcuni comuni italiani di un sistema di Sorveglianza e monitoraggio rapido della mortalità giornaliera durante il periodo estivo 1 giugno- 30 settembre. Progetti nazionali per la prevenzione degli effetti del caldo 1. Dipartimento Protezione Civile. Sistema Nazionale di sorveglianza, previsione e allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute della popolazione : Sistemi di allarme HHWWS città specifici; Sistema rapido di monitoraggio mortalità estiva 2. Ministero della Salute. Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CCM) Definizione del Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute: Metodi per la definizione della popolazione suscettibile; Definizione flusso informativo per la diffusione del bollettino a livello locale; Linee guida per la prevenzione Cosa sono e perchè sono importanti i sistemi di allarme HHWW? Sono Sistemi città specifici sviluppati per le aree urbane: che si basano sulle caratteristiche meteorologiche locali, di inquinamento atmosferico locali, sulla struttura urbana, sulla struttura demografica della popolazione che analizzano la relazione clima-effetti sulla salute, utilizzando come parametro la mortalità giornaliera; Sono importanti perchè: L esperienza delle città americane ha evidenziato che l impatto sulla salute di un ondata di calore può essere ridotto attraverso l attivazione di questi sistemi integrati con interventi di prevenzione mirati a gruppi di popolazione ad alto rischio 4

5 Sistema nazionale di allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore- Estate 2006 Sistema nazionale di previsione e prevenzione delle ondate di calore flussi informativi Dipartimento Protezione Civile/Centro di Competenza Emissione del Bollettino di allarme ore (pubblicazione sito web DPC) < < < < Sistema HHWW operativo Bari Bologna Brescia Catania Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Venezia Sistema attivato in fase sperimentale Bolzano Cagliari Campobasso Pescara Potenza Reggio Calabria Ministero della Salute Pubblicazione sito web Ministero della Salute Centro di Riferimento Locale (Es. Municipio, Asl, Protezione Civile Locale, etc) Attivazione rete informativa a livello locale Trieste Utenti: Solo sistema rapido di rilevazione della mortalità Ancona Aosta Perugia Verona Enti locali Ospedali e Case di Cura Case di Riposo per anziani Organizzazioni di volontariato Aziende Sanitarie Locali Medici di Medicina Generale Stampa Associazioni registrate Sistema rapido di Sorveglianza della Mortalità Estiva Dataset Nel corso dell estate 2006, il sistema di sorveglianza è stato attivato in tutte le città coinvolte nel progetto DPC. Durante il periodo 1 maggio - 30 settembre l Ufficio anagrafe dei Comuni coinvolti trasmette giornalmente al Centro di Competenza le denunce di decesso, relative agli eventi occorsi nelle ore dalla registrazione del decesso. I dati sono inviati tramite posta elettronica o fax e contengono le seguenti informazioni : 1) dati anagrafici - sesso (M/F) - data di nascita e data di decesso (gg/mm/aaaa) - comune di nascita, di residenza e di decesso 2) informazioni riguardanti il decesso - luogo del decesso (casa, istituto di cura pubblico o privato, altro) - morte avvenuta per cause naturali/causa violenta. - data di registrazione del decesso La mortalità giornaliera è ricostruita attraverso le denunce di decesso inviate nelle 72 ore successive. Giornalmente, il CC effettuerà controlli sulla qualità e sulla completezza dei dati di mortalità inviati ed invierà al Comune la richiesta per eventuali dati mancanti. Presso il CC viene creato un database dell andamento della mortalità osservata. Sanitario- Mortalità giornaliera (residenti) per età > 65 anni Meteorologico (6-hourly intervals):- temperatura dell aria ( C) punto din rugiada ( C) velocità del vento (m/s) direzione del vento ( ) pressione a livello del mare (hpa) copertura nuvolosa (oktas) 5

6 DP DM DT MP MM MT MT+ TR 8 masse d aria Dry Polar (cp) Dry Moderate (Pacific) Dry Tropical (ct) Moist Polar (mp) Moist Moderate (mm) Moist Tropical (mt) Moist Tropical Plus Transition between Bollettino di allarme giornaliero Legenda: Sono previste condizioni meteorologiche non associate a rischio per la salute della popolazione. Sono previste temperature elevate che non rappresentano un rischio rilevante per la salute della popolazione; si tratta di condizioni meteorologiche che possono precedere il verificarsi di condizioni di rischio. Sono previste temperature elevate e condizioni meteorologiche a rischio per la salute delle persone anziane e fragili. Bollettino per la Città di Sistema di previsione degli effetti delle ondate di calore sulla salute Previsione per il giorno: 10/08 11/08 12/08 LIVELLO 1 LIVELLO 2 LIVELLO 2 Temperatura ore 6: Temperatura ore 12: Temperatura massima percepita Livello 0 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Masse d aria Le condizioni meteorologiche a rischio persistono per tre o più giorni consecutivi: è in corso un ondata di calore ad elevato rischio per la salute della popolazione. DM=Moderato Secco, DP=Polare Secco, DT=Tropicale Secco, MM=Moderato Umido, MP=Polare Umido, MT=Tropicale Umido, MT+=Tropicale Umido+, TR=Transizione Importante: per consentire l attivazione di interventi di prevenzione, il primo giorno di livello 2 verrà sempre preceduto da un giorno di livello 1. Il primo giorno di livello 3 viene definito solo per le previsioni a 24 /48 ore. LE EMERGENZE AMBIENTALI - RIFIUTI E AREE INQUINATE Il DPC ha il compito di supportare i Commissari delegati, monitorare l attuazione delle ordinanze e proporre indicazioni operative, anche attraverso appositi comitati per il rientro nell ordinario. Altre aree dichiarate in emergenza: Ecolibarna (Serravalle Scrivia) ACNA (Cengio e Saliceto) Milano - acque reflue Laguna di Marano e Grado Tolmezzo - acque reflue Laguna di Venezia Tolentino - acque potabili Gran Sasso - acque di falda Laguna di Orbetello Sarno - acque reflue Colleferro Valle del Sacco LAZIO SICILIA CAMPANIA Regioni in stato di emergenza PUGLIA CALABRIA Valle del fiume Sacco, Lazio Nel marzo 2005, nell ambito delle attività connesse al piano nazionale residui, le analisi effettuate dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana su un campione di latte proveniente da un azienda zootecnica di Gavignano (Roma), hanno evidenziato concentrazioni non conformi ai limiti di legge di un pesticida, il β-esaclorocicloesano. I controlli eseguiti successivamente dalle AASSLL Roma G e Frosinone su campioni di latte di aziende site nella valle del fiume Sacco e, successivamente, sul bestiame e i foraggi utilizzati dalle stesse hanno evidenziato una diffusa contaminazione da pesticidi nelle aziende zootecniche situate in prossimità del Sacco, a valle di Colleferro, sino a Supino. 6

7 Valle del Sacco- 2 Dal 7 marzo al 10 maggio, esami del latte sono stati effettuati dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana in 276 aziende zootecniche bovine, 57 ovine, 10 bufaline, incluse tutte le aziende comprese in una fascia di 2 km dal fiume. In 39 aziende (29 bovini, 9 ovini e 1 bufalina) sono stati riscontrati campioni di latte non conformi (limiti di β-esaclorocicloesano superiori alla norma). Le indagini epidemiologiche condotte dall Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale hanno evidenziato una forte associazione tra la presenza nel latte della sostanza in quantità superiori alla norma e l utilizzo di foraggi irrigati con le acque del Sacco Rilevata da ARPA Lazio un associazione con le esondazioni periodiche del fiume Valle del Sacco-3 Al 5 maggio, nelle aziende sotto sequestro risultavano presenti bovini (732 in lattazione); ovini (810 in lattazione); 60 bufale (19 in lattazione). Al 4 maggio erano state distrutte circa 371 tonnellate di latte bovino, 19 di latte ovino, 6 di latte bufalino. Valle del Sacco Nomina del Commissario Delegato Misure per la bonifica Risarcimento ai produttori agro-zootecnici Valle del Sacco- 4 L'inquinamento del fiume Sacco, con ogni probabilità, è provocato dalla presenza, nell'area industriale di Colleferro, di due siti di stoccaggio di rifiuti pericolosi di varia natura (pesticidi, residui di lavorazioni chimiche, propellenti per armamenti), commercializzati negli anni '50 - '80 dalla CAFFARO Spa (società del gruppo SNIA Bombrini Parodi Delfino). Tali prodotti sarebbero stati accumulati negli attuali siti (denominati ARPA 1 e ARPA 2) a seguito del sopravvenuto divieto di commercializzazione di taluni prodotti e alla conseguente variazione delle produzioni. Le aree di discarica, aventi ciascuna una superficie di circa diecimila metri quadrati e un volume di rifiuti stimato complessivamente in settantamila metri cubi, sono interne al sito industriale e prive di opere di salvaguardia e presidio ambientale. 7

8 STUDIO SULL IMPATTO SANITARIO CONNESSO AL CICLO DEI RIFIUTI IN CAMPANIA STUDIO SULL IMPATTO SANITARIO CONNESSO AL CICLO DEI RIFIUTI IN CAMPANIA Promosso dal Dipartimento della Protezione Civile con: Centro Salute e Ambiente OMS- Roma Istituto Superiore di Sanità Dipartimento Ambiente e connessa prevenzone primaria Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Fisiologia Clinica Osservatorio Epidemiologico Regione Campania ARPA Campania Obiettivi Individuare le criticità sanitarie nelle aree maggiormente soggette ad abbandono illegale di rifiuti Delineare un modello integrato di sorveglianza sanitaria e ambientale per il supporto alle decisioni e l informazione alla popolazione Informazioni sui Siti di Smaltimento Rifiuti Campania 2002/2003 emergenza diossina capi bovini, bufalini e ovini abbattuti Registrazioni MUD dal 1997 in poi Discariche autorizzate Censimento ARPA Campania Discariche abusive e aree inquinate 8

9 Diossina il caso Acerra Casi di aborto (25% dei nati) e feti anormali (2.5% dei nati) riportati in due allevamenti ovini della provincia di Napoli dove è stato registrato un livello di diossine nel latte superiore alla norma (5.27 pg/g grasso, limite 3.0 pg/g grasso) Analisi su campioni di foraggio e del suolo non danno risultati Emergenze ambientali lezioni apprese? Interazione tra agenzie sanitarie e ambientali Epidemiologia come supporto alle decisioni Identificazione del modello concettuale Necessità di un adeguata comunicazione del rischio 9

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