I consumi degli italiani riguardanti i beni legati alla casa, secondo i dati ISTAT di Ariela Mortara

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1 I consumi degli italiani riguardanti i beni legati alla casa, secondo i dati ISTAT di Ariela Mortara 1. Piccola premessa metodologica. Obiettivo di questo breve excursus nel panorama dei consumi degli italiani è quello di comprendere quale sia lo scenario economico sul quale si inseriscono i beni di cittadinanza emersi dall indagine qualitativa. Si è cercato di utilizzare delle fonti certe e quindi, in particolare, pubblicazioni edite dall ISTAT, alla ricerca di una misurazione quantitativa di quanto rilevato empiricamente. Una delle maggiori difficoltà è stata l impossibilità di trovare dei dati disaggregati relativi ai singoli beni che sono risultati i beni d appartenenza di questo fine secolo, infatti, la voce che ricorre più di frequente nel materiale reperito è l aggregato mobili, articoli di arredamento, apparecchi utensileria e servizi per la casa 1. È evidente che una parte degli oggetti che compongono in questa voce non servono agli scopi prefissi, come, ad esempio, l utensileria, è però di conforto sapere che lo stesso ISTAT afferma che i beni più importanti e finanziariamente significativi sono proprio televisori, videoregistratori e mobili. Le considerazioni che seguono non sono quindi da ritenersi esaustive, ma un semplice tentativo di comprendere la situazione economica che costituisce la base di alcune evidenze empiriche. 2. Il passato. Nel volume, edito dall ISTAT, Sommario di statistiche storiche , sono presenti i dati relativi ai consumi privati interni delle famiglie anche relativamente all abitazione e all aggregato mobili e beni d arredamento. 1 Nella Nota rapida del 15 marzo 1999 si trova l elenco delle voci che compongono l aggregato mobili, articoli e servizi per la casa, che comprende: mobili ed altri articoli di arredamento, tappeti e rivestimenti, riparazioni di mobili, articoli tessili per la casa, elettrodomestici, apparecchi domestici non elettrici, riparazioni di elettrodomestici, cristalleria, vasellame ed utensili per la casa, strumenti ed attrezzi per la casa, strumenti ed attrezzi per il giardino, beni non durevoli per la pulizia e la manutenzione della casa, servizi per la pulizia e la manutenzione della casa.

2 Tab. 1 - Consumi privati per gruppi di beni dal 1926 al 1985 Valori a prezzi costanti Milioni di lire al 1938 Anni Abitazione Mobili beni Totale consumi d arredamenti, privati interni ecc. Abitaz./ totale Mobili, ecc. / Totale ,12 4, ,73 3, ,60 4, ,77 5, ,26 5, ,61 5,03 Miliardi di lire al ,97 5, ,45 5, ,27 5, ,26 6, ,17 6,29 Miliardi di lire al ,49 6, ,66 6, ,80 6, ,01 6,06 Fonte: elaborazione personale da ISTAT, Sommario di statistiche storiche , Tivoli, ISTAT, 1986, p Come si può vedere chiaramente dalla serie storica, la percentuale di spesa destinata all arredamento rispetto al totale si mantiene sempre crescente, anche se con alcune piccole flessioni, diversamente dalla spesa per l abitazione che mostra un andamento meno regolare. È possibile esaminare gli stessi dati utilizzando però i valori a prezzi correnti:

3 Tab. 2 - Consumi privati per gruppi di beni dal 1926 al 1985 Valori a prezzi correnti Anni Abitazione Mobili beni d arredame nti, ecc. Milioni di lire Totale consumi privati interni Abitaz./ totale Mobili, ecc. /Totale ,51 3, ,98 4, ,35 4, ,22 4, ,61 4, ,38 6,16 Miliardi di lire ,88 6, ,90 5, ,10 5, ,54 5, ,65 5,89 Miliardi di lire ,49 6, ,03 7, ,07 7, ,42 6,45 Fonte: elaborazione personale da ISTAT, Sommario di statistiche storiche , Tivoli, ISTAT, 1986, p Esaminando la tabella 2 appare evidente che, in termini di valore, nel decennio la spesa per i mobili e i beni d arredamento sia quasi quintuplicata, mentre la percentuale sul totale mantiene un andamento in costante, ma lieve crescita. Osservando i dati in maniera più analitica, si può riscontare un escalation costante a partire dal 1946 (la fine della guerra) fino al 1970, andamento peraltro rispettato anche dai consumi totali privati nazionali. Nel quinquennio 80-85, i valori aumentano notevolmente, mentre diminuisce la percentuale di spesa sul totale, segno questo di una pesante inflazione. Complessivamente, si può affermare che, per le famiglie italiane, l abitazione e, in particolare, l arredamento, abbiamo costituito dagli inizi del secolo una fonte di spesa importante. 3. Gli anni 90. L analisi dei dati disponibili relativi ai consumi delle famiglie italiane negli ultimi anni ha permesso di tracciare un quadro complessivo all interno del quale è forse

4 possibile rintracciare alcune informazioni che possono servire come sistema di riferimento per la ricerca in corso. Nel testo pubblicato nel 1994, I conti degli italiani. 1994, il capitolo relativo a consumi, risparmi e investimenti riporta una suddivisione delle spese familiari in beni non durevoli (quali ad es. alimenti, farmaci, prodotti per l igiene, combustibili), beni semidurevoli (quali vestiti, calzature, tessili per la casa, giocattoli), beni durevoli (quali mobili elettrodomestici, autoveicoli, gioielli) e servizi (affitto, servizi di trasporto, posta, telefono). Il comparto di maggiore interesse, quello dei beni durevoli, ha mostrato nel 1993 una flessione in valore di 5,9 2, flessione che peraltro si è riscontrata anche per gli altri settori. Più dettagliatamente, la spesa per l aggregato composto da: mobili, beni d arredamento, apparecchi e servizi per la casa è stata di miliardi di lire per il 1993 pari al 9,1 dei consumi interni complessivi, spesa che però è rimasta sostanzialmente invariata dagli anni In particolare, se si considerano i consumi complessivi delle famiglie negli ultimi anni si può notare come questi abbiano subito un incremento costante, specialmente per quanto riguarda i consumi non alimentari. La tabella rileva in particolare le cifre destinate all abitazione e all aggregato mobili-articoli da arredamento che interessa maggiormente: Tab. 3 - Consumi privati per gruppi di beni dal 1994 al 1997 Valori a prezzi correnti Consumi finali nazionali Consumi non alimentari Abitazione Abitazione/consumi non alimentari Mobili, articoli di arredamento, apparecchi utensileria e servizi per la casa Mobili/consumi non alimentari Fonte: elaborazione personale da, Relazione generale sulla situazione economica del paese, Roma, Ministero Bilancio e Programmazione economica, 1997, p. 46-II. Come si può notare dalle cifre, mentre aumenta in maniera costante l incremento delle spese per l abitazione in generale, rispetto al totale dei consumi non alimentari, la percentuale di spesa destinata ai mobili e agli articoli d arredamento diminuisce. Questo fenomeno si può spiegare con il fatto che sull abitazione influiscono anche costi come 2 ISTAT, I conti degli italiani. 1994, ISTAT, Roma, 1994, p ISTAT, op. cit., 1994, p. 35.

5 quelli per l affitto, le spese condominiali, le bollette che, essendo soggette a incrementi costanti, fanno crescere anche il valore complessivo della spesa, mentre l arredamento ha un suo ciclo di vita e quindi non è soggetto ogni anno ad essere cambiato. Un dato che conferma l importanza dell abitazione per gli italiani è l aumento delle persone che vivono in casa di proprietà che sono passate dal 66,9 nel 1995 al 68 nel Un altro dato interessante è quello relativo alla variazione delle vendite fra il 1996 e il 1997: fra i settori in maggiore espansione si trova, infatti, quello dell arredamento con un incremento del 2,8 relativo all aggregato mobili, articoli tessili e d arredamento per la casa 5. Tale tendenza è confermata da una generale ripresa dei consumi domestici che paiono concentrati soprattutto nell ambito degli elettrodomestici bruni (televisori e videoregistratori), del mobilio e dei tessuti per la casa a conferma parziale di quanto emerge dall analisi delle interviste. Altri dati relativi ai consumi delle famiglie sono reperibili nel volume Le regioni in cifre , nel capitolo 16, relativo ai bilanci delle famiglie, si afferma che il consumo nel 1992 è aumentato notevolmente, in larga misura per la quota non destinata all alimentazione, e questo è un chiaro segno del benessere crescente e diffuso. In particolare, crescono del 16.5 i consumi legato all abitazione. La tavola di seguito riporta il valore dei consumi delle famiglie riferite al 1992 suddivise per regioni., da cui si evince che, mediamente, nelle regioni italiane la spesa per i mobili rappresenta il 7 della spesa totale (alimentare e non). 4 ISTAT, Annuario Statistico Italiano, vol. 16, Commercio interno, ISTAT, op. cit., ISTAT, Le regioni in cifre. 1994, ISTAT, Roma, 1994

6 Tab. 4 Consumi delle famiglie per regione anno 1992 Regioni Totale Consumi Mobili () non alimentari Media annuale per famiglia Lire Fonte: elaborazione personale tratta da: ISTAT, Le regioni in cifre. 1994, ISTAT, Roma, 1994, p Lo stesso testo viene riproposto l anno seguente (ISTAT, 1995), anche in questo caso il capitolo 16 affronta nello specifico i bilanci di famiglia. Il valore dei consumi nel 1993 ha registrato una flessione rispetto all anno precedente dell 1,6, tra i 26 milioni utilizzati per i consumi non alimentari spicca la quota riservata all abitazione (18,3). La tavola di seguito riporta il valore dei consumi delle famiglie riferite al 1993 suddivise per regioni, da cui si evince che, rispetto all anno precedente l incidenza per la spesa di mobili è inferiore aggirandosi mediamente, nelle regioni italiane, attorno al 6.

7 Tab. 5 Consumi delle famiglie per regione anno 1993 Regioni Totale Consumi Mobili () non alimentari media annuale per famiglia lire Fonte: elaborazione personale tratta da: ISTAT, Le regioni in cifre. 1995, ISTAT, Roma, 1995, p Di maggiore interesse ai fini della ricerca in questione si è dimostrato il testo, edito nel 1997, I consumi delle famiglie. Anno 1996; si tratta, infatti, dell unica pubblicazione che riporta anche dei dati disaggregati relativi ai beni che sono raggruppati nella categoria mobili, arredi e articoli per la casa. In particolare, sono presenti i dati relativi alla composizione percentuale della spesa familiare dal 1987 al 1996 (dati che completano la serie storica precedente) per l aggregato arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa: come si può notare dalla tabella 6 l incidenza percentuale si è mantenuta sostanzialmente costante mentre le spese per l abitazione hanno avuto un notevole incremento negli anni

8 Tab. 6 Composizione percentuale della spesa familiare negli ultimi dieci anni p. 9. Fonte: ISTAT, I consumi delle famiglie. Anni 1996, annuario n. 3, Roma, ISTAT, 1997 Nel dettaglio, dalla tabella 7 si evince che la voce mobili, arredi e articoli per la casa, registra una diminuzione pari al 4,6 nel 1996 rispetto all anno precedente a fronte di un delta positivo (7,1) relativo alle spese per l abitazione, che può essere spiegato tenendo conto del fatto che questa voce corrisponde alle spese per l affitto e che quindi l aumento che si è avuto è dovuto proprio all aumento dei canoni di locazione.

9 Tab. 7 Confronto della spesa media mensile famigliare degli anni 1995 e 1996 (lire). Fonte: ISTAT, I consumi delle famiglie. Anni 1996, annuario n. 3, Roma, ISTAT, 1997 p. 8. Un dato importante lo si rileva dalla tabella 8, che riporta la spesa mensile familiare secondo una ripartizione territoriale: appare chiaro infatti come al Nord il livello dei consumi sia generalmente più elevato, proprio nell ambito dei consumi non alimentari. Particolarmente significative ai fini della ricerca in corso appaiono le tabelle 9 e 10 che riportano la presenza di alcuni beni durevoli reperibili in ambito domestico suddivisi rispetto al territorio e alla condizione professionale della persona di riferimento (P.R.).

10 Tab. 8 Spesa media mensile familiare secondo la ripartizione territoriale Anno 1996 (lire) Fonte: ISTAT, I consumi delle famiglie. Anni 1996, annuario n. 3, Roma, ISTAT, 1997 p. 10. Dalla tabella 9 si deduce che, per alcuni beni, si è ormai raggiunto il livello di saturazione e quindi il loro acquisto è dovuto prevalentemente alla sostituzione, o per rottura o per un miglioramento qualitativo, un esempio eclatante e quello del frigorifero che nel 1996 è posseduto dal 98 delle famiglie, ma anche il televisore e la lavatrice sono ormai universalmente diffusi. Tab. 9 Percentuale di famiglie rispetto al possesso di alcuni beni durevoli e loro ripartizione territoriale Fonte: ISTAT, I consumi delle famiglie. Anni 1996, annuario n. 3, Roma, ISTAT, 1997 p. 15. Un dato che risulta assolutamente obsoleto è quello relativo alla diffusione del cellulare che è attualmente (1998) presente nel 35 delle famiglie con un incremento pari al 68,1 in un anno 7, nonché quello del videoregistratore presente anch esso nella quasi totalità dei nucleo familiari. 7 ISTAT, I cellulari. Chi li usa, come e perché, Statistiche in breve del 20 luglio

11 La tabella 10 invece illustra la relazione tra il possesso di beni e la condizione professionale della persona di riferimento. Dalla tabella si evince, in maniera abbastanza intuitiva che il frigorifero, la lavastoviglie, televisore e macchina sono beni democratici presenti massicciamente in tutte le classi, ad esclusione dell autovettura nei casi in cui la persona di riferimento sia in condizione non professionale, mentre il cellulare è riservato (nel 1996) agli imprenditori e liberi professionisti (33.1) contro il 5,8 degli operai. Tab. 10 Percentuale di famiglie secondo il possesso di alcuni beni durevoli e la condizione professionale della persona di riferimento Anno Fonte: ISTAT, I consumi delle famiglie. Anni 1996, annuario n. 3, Roma, ISTAT, 1997 p. 15. I dati più aggiornati sul consumo delle famiglie sono però quelli che si ricavano dal numero del 18 giugno 1999 delle Note Rapide, che riporta i primi risultati della nuova indagine sui consumi delle famiglie 8. La spesa media mensile nel 1998 ha mostrato un incremento del 2,5 nei confronti all anno precedente, rispetto al totale la parte destinata alla spesa alimentare non arriva al 20 ed è in leggera flessione. Le spese per l abitazione sono quelle che influiscono maggiormente sul bilancio (affitto, manutenzione, utenze). Per quanto riguarda l aggregato arredamento, elettrodomestici e servizi per la casa dalla tabella 11 si può notare che, a livello nazionale, c è stata una lieve flessione, dovuta però solamente ad una diminuzione dell aggregato al Sud. 8 ISTAT, Nota rapida, anno 4, numero 7, 18 giugno 1999, ISTAT, Roma, 1999

12 Tab. 11 Spesa media mensile delle famiglie per capitolo e ripartizione geografica, anni (lire correnti e composizioni percentuali) Nord Centro Mezzogior -no Italia Nord Centro Mezzogior -no Italia SPESA MEDIA MENSILE Non alimentari ,5 22,8 19,2 21,7 22,7 22,4 19,0 21,6 Abitazione 6,4 6,6 8,7 7,1 6,6 6,7 7,5 6,9 Arredamenti, 6,4 6,6 8,7 7,1 6,6 6,7 7,5 6,9 elettrodomesti -ci e servizi per la casa Fonte: elaborazione personale tratta da: ISTAT, Nota rapida, 18 giugno 1999, ISTAT, Roma, 1999, p. 2 Di particolare interesse sono i dati relativi al possesso di alcuni beni durevoli: dalla tabella 12 si evince che, ad esempio, oltre il 60 delle famiglie possiede il videoregistratore, la lavastoviglie è particolarmente diffusa nel Centro Nord del Paese, si diffonde il possesso del personal computer e, parimenti, diminuisce la cifra necessaria per acquistarlo (tab. 13).

13 Tab. 12 Possesso di beni durevoli per ripartizione geografica, anni (lire correnti e composizioni percentuali) Nord Centro Mezzogiornno Italia Nord Centro Mezzogior- Italia Lavastovigli 32,7 31,5 17,4 27,4 33,0 31,4 18,4 27,9 e Condizionato 7,7 5,0 4,0 6,0 8,0 5,2 6,0 6,8 re d'aria Telefono 20,6 26,0 18,8 21,0 35,9 41,8 30,7 35,3 cellulare Segreteria 15,2 12,2 5,2 11,3 17,1 13,5 6,8 13,0 telefonica Fax 3,7 2,9 1,9 2,9 4,4 3,5 2,9 3,7 Videoregistr 62,1 67,0 56,9 61,4 62,6 67,3 59,0 62,3 atore Personal 19,8 19,4 14,2 17,9 21,4 21,8 17,3 20,1 computer Fonte: elaborazione personale tratta da: ISTAT, Note rapide, 18 giugno 1999, ISTAT, Roma, 1999, p. 7 Il telefono cellulare è, evidentemente, il bene che ha avuto la maggiore diffusione nell ultimo biennio, passando da una percentuale di possesso del 21 ad una del 35 a fronte di una notevole diminuzione del prezzo (tab. 13). Tab. 13 Spesa media delle famiglie per l acquisto di beni durevoli (lire correnti) Lavastoviglie Condizionatore d'aria Telefono cellulare Segreteria telefonica Fax Videoregistratore Personal computer Fonte: elaborazione personale tratta da: ISTAT, Note rapide, 18 giugno 1999, anno 4, numero 7, ISTAT, Roma, 1999, p Il Paniere. Nell ambito dello studio di come siano cambiati i beni di cittadinanza, quei beni che, come si è detto, fanno sentire chi li possiede up to date, al passo con i tempi, è sembrato importante dare una breve occhiata ai cambiamenti che si sono avuti all interno del

14 paniere ISTAT. Il paniere comprende vari prodotti che rappresentano referenze specifiche (tipo, modello, marca, confezione, ecc.) tra quelle maggiormente acquistate dai consumatori. Se un prodotto, o un modello, sparisce dal mercato o viene sostituito, queste referenze sono automaticamente rimpiazzate nel paniere, dal 1996 l aggiornamento avviene annualmente e non più ogni due o tre anni e i prodotti non sono più anonimi: quindi, ad esempio, non si dirà più bibita il lattina da 1/3, ma Coca Cola in lattina da 1/3. Il paniere può essere considerato un vero e proprio specchio dei consumi, infatti, seguendone l evoluzione dal dopoguerra, si può notare come - se nei primi anni 50 il 52,74 dei redditi delle famiglie era destinato ai consumi alimentari, il 12,67 all abbigliamento, il 9,88 alla casa e il rimanente era diviso fra energia, articoli per la casa, spese per la salute, trasporti e comunicazione, tempo libero, istruzione e cultura 9 - adesso tali percentuali sono notevolmente cambiate. Maggiormente significativa, in quanto testimone di un mutamento, è la diminuzione della parte di reddito destinata all alimentazione, con gli anni, infatti, gli italiani spendono sempre meno, in relazione agli altri tipi di spesa, per l acquisto di generi alimentari nonostante il reddito medio aumenti: dal 54,7 del 1961 si è passati al 19,4 del Parallelamente, l abbigliamento ha subito una crescita costante raggiungendo la percentuale dell 11 nel 1992 per assestarsi al 6,7 nel 1998, costanti si sono mantenute anche le spese per l abitazione e per gli articoli d arredamento. Se il paniere, come si è detto, è un importante strumento per comprendere i cambiamenti nel campo dei consumi, può risultare utile notare come nel 1989, a fronte dell uscita di oggetti come i dischi in vinile, troviamo l ingresso del videoregistratore e del compact disc (oltre ai viaggi in aereo e in nave e alle palle da tennis) - oggetti che sono significativi di una maggiore diffusione della tecnologia e quindi della modernità. La successiva modifica del paniere, nel 1992, vede tra i beni entranti: il radioregistratore portatile (il walkman), la carta di credito, gli assegni e le cassette di sicurezza, segno forse di un più diffuso benessere, nonché la pizzeria. Nel 1996 entrano, come si è detto, la Coca Cola in lattina, gli hard-discount e gli ipermercati (segnale di una modernizzazione nell arretratezza della distribuzione italiana) 10, le televendite e le vendite a distanza. Nel paniere in voga per l anno 1999 sono presenti 12 capitoli di spesa, 38 gruppi di prodotto, 107 categorie di prodotto e 209 voci di prodotto, scelte tra le tipologie di beni e 9 Pagnotta Elio, Il termometro dell inflazione Dal 96 saranno monitorati anche prodotti di marca, harddiscount e vendite a distanza. Il paniere rincorre i nuovi consumi. Alimentazione, abbigliamento, tempo libero: nei vari aggiornamenti decisi dall Istat lo specchio delle trasformazioni sociali, Il Sole 24 Ore, Si confronti a questo proposito Fabris, G., Consumatore & mercato. Le nuove regole, Milano, Sperling & Kupfer, 1995, pp

15 servizi maggiormente venduti (558 posizioni rappresentative); ogni voce è rappresentata da una serie di prodotti, quelli effettivamente presenti nel paniere sono circa 930. Le modifiche più recenti hanno riguardato l introduzione di nuove voci di prodotto che hanno assunto particolare importanza nel tempo: frequenza di asili nido, modem, pasto fast food. L introduzione di nuove posizioni ad integrazione di quelle già presenti che erano ritenute poco rappresentative (mobili, riparazioni di auto, manifestazioni sportive, servizi ricreativi); l eliminazione di posizioni ridondanti o di scarso peso all interno di voci di prodotto che erano già adeguatamente rappresentate (in modo particolare per quanto riguarda gli alimenti). Sono state, inoltre, sostituite delle posizioni rappresentative che non erano più presenti come, nell ambito delle prestazioni mediche, la sostituzione delle iniezioni intramuscolari con il pedicure e la podologia. Più nel dettaglio, fra le voci più significative, sono stati inseriti nella categoria mobili, articoli e servizi per la casa, la pentola a pressione e il forno a microonde - simbolo della modernità alimentare -, il condizionatore che, come si è visto precedentemente, è un bene a cui gli italiani hanno destinato una parte crescente del loro reddito, il tavolo da pranzo, il divano, la colonna libreria, lo specchio da bagno e la lampada da terra, oggetti che testimoniano un interesse crescente per la casa come luogo in cui rifugiarsi, ma che è, al tempo stesso, anche aperto agli altri non solo quindi un maggior coinvolgimento nella casa ma, come vedremo, più tempo trascorso in casa, dove si fanno più cose, dove si coltivano i propri interessi: e alla casa si presta più attenzione, e per la casa si spende di più, per la sua cura, per preservarla meglio, per renderla più attraente e più confortevole 11. A questi beni, significativi ai fini della ricerca in corso, si aggiungono, nella categoria ricreazione, spettacoli e cultura : il modem, l abbonamento a Internet, il noleggio di videocassette, la videocamera, i giochi elettronici, che testimoniano, ancora una volta, come la società italiana si stia indirizzando, in tutte le sue parti, verso la modernità. 11 Fabris, Giampaolo, Abitazione e cambiamento sociale, in Piromallo Gambardella Agata, Savarese Rossella (a cura di), Oggetti, arredamento e comunicazione sociale, Napoli, Liguori, 1985, pp , p. 57.

16 Bibliografia utilizzata Fabris, Giampaolo, Abitazione e cambiamento sociale, in Piromallo Gambardella Agata, Savarese Rossella (a cura di), Oggetti, arredamento e comunicazione sociale, Napoli, Liguori, 1985, pp Fabris, Giampaolo, Consumatore & mercato. Le nuove regole, Milano, Sperling & Kupfer, ISTAT, Sommario di statistiche storiche , Tivoli, ISTAT, ISTAT, I conti degli italiani. 1994, ISTAT, Roma, ISTAT, Le regioni in cifre. 1994, ISTAT, Roma, ISTAT, Le regioni in cifre.1995, ISTAT, Roma, ISTAT, Rapporto sull Italia. Edizione 1996, Bologna, Il Mulino, ISTAT, I consumi delle famiglie. Anni 1996, annuario n. 3, Roma, ISTAT, ISTAT, Rapporto sull Italia. Edizione 1997, Bologna, Il Mulino, ISTAT, Annuario Statistico Italiano, vol. 16, Commercio interno, 1998 ISTAT, La vita quotidiana nel Indagine Multiscopo sulle famiglie. Aspetti della vita quotidiana-anno 1996, Informazioni n. 60, Roma, ISTAT, ISTAT, Rapporto sull Italia. Edizione 1998, Bologna, Il Mulino, ISTAT, Nota rapida, anno 4, numero 2, 15 marzo 1999, ISTAT, Roma, ISTAT, Nota rapida, anno 4, numero 7, 18 giugno 1999, ISTAT, Roma, Pagnotta Elio, Il termometro dell inflazione Dal 96 saranno monitorati anche prodotti di marca, hard-discount e vendite a distanza. Il paniere rincorre i nuovi consumi. Alimentazione, abbigliamento, tempo libero: nei vari aggiornamenti decisi dall Istat lo specchio delle trasformazioni sociali, Il Sole 24 Ore,

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