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1 DATA: 19 GENNAIO 2007 DOCENTE: Barbara Bruschi SINTESI: Il tutoring online profilo professionale, compiti e competenze. Definizione del ruolo La figura del tutor non è certo nuova. Essa appartiene infatti alla tradizione didattica anche se indicata con termini differenti (ad esempio, mentore). Nell ambito della didattica online il concetto di tutor assume però significati e declinazione differenti e, in particolare, questo ruolo viene reso più complesso dalle dinamiche di comunicazione mediata entro cui si trova ad operare. Fornire una definizione univoca del termine può non essere semplice in quanto a seconda del tipo di e-learning adottato, della metodologia didattica dominante, dell utenza e, non ultimo, del budget a disposizione, sarà possibile identificare forme diverse di e-tutoring o tutoring online. Vediamo dunque di costruire una possibile definizione attraverso un percorso che partendo dalle più assodate teorie psicologiche giunge alle recenti formulazioni di tale concetto. Alla fine degli anni 60, Carl Rogers comincia a parlare di facilitatore dell apprendimento in riferimento alle modalità secondo cui dovrebbe operare un insegnante. Secondo lo psicologo non è corretto insegnare, ma occorre predisporre un clima adatto tra i soggetti che appartengono ad una medesima classe, favorirne la collaborazione e non ultimo stimolare la loro curiosità e desiderio di approfondimento. Partendo da ciò e in connessione con i principi del costruttivismo 1 si delinea la caratteristica degli ambienti di apprendimento secondo cui: chi apprende ha necessità di essere aiutato da sostegni umani, tecnici, organizzativi 2 ovvero necessita di una qualche forma di scaffolding (impalcatura di sostegno). Ne risulta che il compito dell insegnante o del tutor (vedremo di seguito come si articola la distinzione tre questi due ruoli) è quello di predisporre degli ambienti attorno al discente, ricchi di stimoli e di opportunità di interazione che lo stimolino e lo supportino nel processo di apprendimento. Da quanto detto sin qui potremmo cominciare a dire che le funzione del tutor sono: 1. individuare le potenzialità dei soggetti e indurre i discenti a prenderne atto, nonché ad utilizzarle; 2. scaffolding affettivo, motivazionale e cognitivo; 3. orientamento ovvero partendo dall esplicitazione degli obiettivi aiutare il soggetto nell elaborazione di strategie; 4. comunicazione: stimolare le interazioni tra i soggetti. Tipologie di tutor online Come accennato in precedenza non è possibile pensare al tutor online come a una figura univoca. Il suo profilo dipende da una molteplicità di fattori ed è per questo che in letteratura sono state effettuate diverse categorizzazioni di tale figura. Tra queste noi punteremo la nostra attenzione su quella che ci pare meglio rappresentare lo scenario contemporaneo. Secondo questa distinzione è possibile individuare tre modalità di articolazione della tutorship online: 1 Per un approfondimento sul costruttivismo si veda A. Calvani, Costruttivismo, progettazione didattica e tecnologie 2 C. Calvani, M. Rotta, Fare formazione in Internet, trento, Erickson, 2000, p

2 1. tutor istruttore; 2. tutor facilitatore 3. tutor moderatore/animatore. Tab. 1 Ruolo del tutor in relazione agli obiettivi generali del processo di apprendimento 3 Obiettivi generali Sapere Saper fare Saper essere Cosa deve acquisire lo studente Contenuti, informazioni Abilità, competenze in ambiti specifici Capacità di sviluppare atteggiamenti e affrontare problemi condividendo con altri esperienze e opinioni Modello didattico Instructor Centered Learner Centered Learning Team Centered Focus Content oriented Process oriented Project oriented Ruolo prevalente del tutor Istruttore Facilitatore Moderatore/animatore Tecnologie prevalentemente utilizzate Pagine Web Audio/ videoconferenza Pagine Web Mailing-List o Forum Lavagne condivise PagineWeb Mailing-List o Forum Chatting Ambienti Groupware Peso dell'azione asincrona Peso dell'azione real-time 50% 70-80% % 50% 20-30% 0-10% Tutor istruttore La figura di quello che nella letteratura specialistica viene definito instructor è forse quella maggiormente nota: essa rappresenta infatti la tipologia di tutoring più diffusa nelle realtà formative attualmente presenti. Nella tabella 1 il ruolo del tutor è posto in relazione con gli obiettivi perseguiti nel corso. Il ruolo del tutor istruttore non differisce molto da quello del docente o comunque di chi fa lezione, infatti l interazione tra tutor istruttore e discenti avviene attraverso materiali opportunamente predisposti realizzati principalmente come pagine web. In sintesi, i contributi realizzati dall instructor possono comprendere: - informazioni comprendenti il corso in generale: obiettivi e metodologie impiegate; - contenuti disciplinari organizzati in forma di slide, schemi, documenti; - indicazioni per orientare il discente nella ricerca di materiali online (modalità di selezione, siti da privilegiare) - strumenti per l autovalutazione degli studenti. 3 Tratta da 2

3 Una delle questioni da prendere in considerazione quando si definiscono le modalità di intervento del tutor riguarda il rapporto rispetto al tempo. Si deve infatti distinguere tra attività sincrone (real time) e attività asincrone. Nel caso dell instructor esse possono comprendere entrambe le modalità anche se, tendenzialmente, per questioni economiche attualmente si tende, nella maggioranza dei casi, a privilegiare la modalità asincrona. La scelta del tutor instructor è indubbiamente, sul fronte economico quella meno costosa, non solo sul fronte economico, ma anche su quello strutturale e infrastrutturale. Infatti, le tecnologie richieste per la messa in atto delle attività di tutoring sono, in questo caso, molto semplici e riguardano essenzialmente le normali piattaforme per l e-learning o i più semplici ambienti web. Di conseguenza anche le conoscenze e le competenze del tutor sono meno complesse anche se, ovviamente, dovrà essere in grado di padroneggiare le tecnologie e gli ambienti didattici online. Più nello specifico il tutor instructor deve essere in grado di: - gestire le attività nell ambito delle piattaforme per l e-learning; - gestire e utilizzare gli ambienti della comunicazione online; - costruire e pubblicare pagine web. Inoltre, dovrà presentare le seguenti competenze: - capacità di sviluppare e presentare i contenuti del corso predisponendoli in modo adeguato; - capacità di realizzare dimostrazioni esemplificative e approfondimenti al fine di rispondere ad eventuali richieste emerse nel corso; - capacità di realizzare ipertesti e ipermedia; - competenze di tipo tecnico che lo rendano in grado di fornire assistenza ai discenti; - capacità di organizzare e gestire in materiali in modo che possano essere facilmente raggiunti dai discenti. A queste competenze occorre aggiungere che, come anticipato in precedenza, il tutor instructor deve comunque fornire un sostegno agli studenti, deve cioè essere in grado di anticipare le difficoltà, stimolare il lavoro collaborativi e le interazioni. Il tutor come istruttore: esemplificazioni In un corso in cui il focus è soprattutto sui contenuti o nella fase di un corso più orientata al confronto dei discenti con i contenuti il tutor/istruttore può procedere, a titolo esemplificativo, secondo una sequenza come quella qui sotto riportata. Prima che inizi l'attività in rete il tutor elabora le pagine Web su cui sono indicati i materiali che i discenti dovranno consultare. Le pagine vengono scaricate via FTP sul sito del corso. Le pagine Web: - introducono all'attività in generale (l'attività affronta le problematiche ); - illustrano gli obiettivi dell'attività (gli obiettivi dell'attività sono ); - indicano i materiali da utilizzare (si valutino i seguenti materiali ); - riportano i compiti da svolgere nella prima fase (si cerchi di produrre un elaborato sulla base dello schema o cercando di rispondere alle seguenti domande ). In questa stessa fase, il tutor può anche inviare ad ogni iscritto un messaggio per verificare se l'iscritto ha una casella di funzionante e controlla regolarmente la posta. Nel messaggio si chiederà semplicemente al corsista di rispondere entro un massimo di 2 giorni alla sollecitazione 3

4 del tutor, spiegando in poche righe il grado di familiarità con gli strumenti di base della comunicazione in rete. Il messaggio serve a completare la documentazione sui corsisti ed a verificare la prontezza e la disponibilità dei corsisti a operare in rete individuando eventuali situazioni problematiche (reazioni lente, problemi di "stabilità" con la posta, ma anche capacità di rispettare le prime regole ). Durante il corso o durante la fase di studio dei materiali da parte dei discenti il tutor: - Comunica via agli iscritti al gruppo l'indirizzo delle pagine Web dove è presentata l'attività e dove si danno le indicazioni sulla documentazione da analizzare o i percorsi Internet da seguire. Questa comunicazione può avvenire o durante il primo incontro in presenza o nei giorni immediatamente successivi, quando le iscrizioni alle varie aree di attività sono definite. - Risponde ad un massimo di 2-3 messaggi che rientrano nel quadro delle richieste che un corsista può avanzare. Queste richieste saranno condensate nelle settimane che intercorrono tra il primo e il secondo incontro in presenza. - Verifica che i compiti assegnati ai corsisti siano stati svolti e i risultati appesi nel Forum Web nei tempi stabiliti. - Richiama gli eventuali ritardatari rispetto alla prima scadenza o coloro che mostrano zelo eccessivo. Il richiamo può avvenire nell'ultima settimana della prima fase. Tratto da Tutor facilitatore Quando si parla di tutor come facilitatore il riferimento è sia alle dinamiche citate in precedenza che traggono le loro origini dal costruttivismo, sia alle dinamiche della comunicazione online e della didattica collaborativa. Infatti, è principalmente sul piano delle interazioni che opera il facilitatore. Per questo motivo occorre comprendere immediatamente che tipo di relazioni sarà in grado di stabilire. Esse possono variare all interno di una scala che ha ad un estremo il contatto diretto uno a uno e all estremo opposto un contatto più di massa. A seconda della posizione in cui si collocheranno gli interventi del tutor varierà non solo il tipo di impegno richiesto, ma anche le risorse disponibili e le competenze necessarie. Rispetto alla situazione individuata per il tutor istruttore, anche le competenze e le attività richieste al discente subiscono un mutamento in direzione di una maggiore complessità. Infatti egli dovrà essere in grado non solo di gestire sul fronte tecnologico le comunicazioni, ma anche di lavorare nell ambito delle comunità di apprendimento. Come indicato in precedenza, il numero degli studenti che possono essere seguiti dal facilitatore dipende dal tipo di interazione prevista. Tuttavia, in linea generale si definisce in 20 il numero massimo di partecipanti prevedibile per interazioni uno a uno (dove lo strumento di comunicazione è rappresentato essenzialmente dalla posta elettronica) e a circa 100 per le relazioni di tipo più ampio (ad esempio quelle che possono aver luogo all interno di un forum). Per ciò che attiene le competenze che devono essere in possesso dal facilitatore, una valida indicazione giunge da Shepherd 4, il quale ha formulato il seguente elenco: 4 Shepherd C., The asynchronous online tutor 4

5 saper porre agli studenti le domande giuste al momento giusto; saper osservare cosa fanno gli studenti e saper ascoltare le loro istanze; saper produrre un feedback veloce e appropriato rispetto alle richieste degli studenti; saper sostenere l attività degli studenti sul piano operativo; saper incoraggiare gli studenti sul piano motivazionale; saper monitorare la situazione per capire se, quando e come intervenire; Il tutor come facilitatore: esemplificazioni In un corso in cui il tutor assume prevalentemente un ruolo di facilitatore o in una fase di un corso orientata all'approfondimento dei contenuti e alla condivisione di opinioni ed esperienze tra i corsisti sulla documentazione analizzata - Garantisce il rispetto della netiquette se la comunicazione tra i corsisti avviene via . Se si definiscono delle sessioni di chatting garantisce il rispetto dell'ordine del giorno. Svolge di fatto un ruolo di moderatore. - Verifica con cadenza settimanale se sulla bacheca utilizzata sono presenti osservazioni e interventi o se nella ML sono circolati messaggi e decide, sulla base di quanto avviene, di intervenire con messaggi di sollecito o per animare la discussione. - Verifica se è il caso, anche sulla base di come si sta sviluppando la discussione, di integrare la documentazione con altri suggerimenti. In questo caso produce pagine Web che saranno aggiunte al nucleo iniziale e invia agli iscritti un messaggio in cui li invita ad analizzare la documentazione integrativa. Il tutor ha facoltà di produrre come documentazione integrativa, se lo ritiene opportuno, anche eventuali interventi audio o audio-video, per puntualizzare problematiche eventualmente emerse, ad esempio per chiarire meglio una griglia di valutazione che risultasse poco accessibile ai corsisti. Se produce ulteriori materiali lo comunicherà subito ai corsisti. - Analizza la situazione in prossimità della scadenza della fase in corso e valuta se è il caso di procedere con una fase più orientata alla cooperazione (attività del primo tipo). I parametri per valutare la situazione sono indicati nella scheda di automonitoraggio del tutor. In alternativa, se decide di non procedere con una fase cooperativa, produce delle linee/guida da inviare ai corsisti per l'elaborazione di una riflessione personale da allegare al dossier. Il tutor/facilitatore è tenuto a rispondere a richieste specifiche di chiarimento, almeno a quelle per le quali è già stata dichiarata una disponibilità. È importante tuttavia che i corsisti capiscano che nello sviluppo di un'attività in rete si devono rispettare dei tempi e dei modi. Tratto da 5

6 Tutor moderatore/animatore Talvolta può non essere facile giungere ad una distinzione precisa tra il ruolo del tutor facilitatore e quello del moderatore/animatore in quanto, sul piano pratico, sono molteplici le intersezioni tra le due modalità di intervento. Ciò che distingue in maniera netta le due tipologie di tutorship è essenzialmente la posizione che il tutor assume nella comunità di apprendimento. Mentre nel ruolo di facilitatore il tutor continua a rappresentare una figura emergente, di orientamento rispetto alla conduzione delle attività formative, nel caso del moderatore egli si trova ad essere quasi sullo stesso piano degli altri partecipanti al corso. La centralità del suo ruolo dipenderà dal tipo di didattica attivata nel corso: tanto più essa sarà di stampo collaborativi, tanto più ridotta sarà la funzione del moderatore. Viceversa nel caso in cui il modello formativo adottato sia centrato sulla personalizzazione dell intervento tanto maggiore sarà il contributo che il tutor sarà chiamato a fornire. Nel primo caso il tutor si occuperà di gestire il ritmo del corso, di mantenere alto il livello delle discussioni, ma non tenderà a modificare le strategie di interazione mirate alla produzione di sapere. Nel tentativo di meglio comprendere quali siano le funzioni svolte dal tutor moderatore è opportuno rifarsi ai compiti individuati da Berger 5 : definire gli obiettivi dell interazione e gli argomenti in discussione (moderatore=goal setter); discriminare tra contributi interessanti e contributi poco utili alla discussione e poco costruttivi (moderatore=discriminator); stimolare la partecipazione dei coinvolti e creare un clima di fiducia (moderatore=host); affrontare e rimuovere gli ostacoli della comunicazione e promuovere la cooperazione (moderatore=pace setter); arricchire il dibattito fornendo se necessario adeguati chiarimenti (moderatore=explainer); mantenere alta la motivazione dei partecipanti e il clima complessivo il più possibile sereno (moderatore=entertainer). In sintesi, il tutor moderatore si trova ad intervenire su quattro differenti piani: Tecnica. Si tratta di familiarizzare i partecipanti alle nuove tecnologie e di renderle trasparenti; Organizzativa. Definire il calendario delle attività che dovranno essere svolte, le finalità e gli obiettivi, le procedure da adottare nello svolgimento delle attività e le regole da seguire; Pedagogica. Definire in maniera adeguata lo svolgimento del processo formativo, cercando essenzialmente di stimolare i soggetti alla riflessione e all acquisizione di autonomia; Sociale. Il tutor dovrebbe essere in grado di dar vita ad una vera e propria comunità virtuale e di garantirne la continuità. Il tutor come moderatore/animatore: esemplificazioni Il ruolo del tutor, in una fase orientata al dialogo e alla collaborazione tra i corsisti o in modelli di corsi online basati su un approccio integrato, tenderà a diversificarsi a seconda della tipologia di attività. In generale, se in un corso online si praticano attività collaborative o si attivano discussioni tra i partecipanti, ciò significa che il gruppo è sufficientemente motivato ed è quindi in grado di interagire con una certa regolarità. In queste situazioni il tutor: - svolge un ruolo attivo, per quanto gli compete, a seconda del tipo di attività collaborativa che i corsisti praticano in rete (administrator nella simulazione di un corso online, master nel gioco, osservatore/critico nell'attività di scrittura collaborativa ); 5 Citato in A. Calvani, M. Rotta, Fare formazione in Internet, Trento, Erickson, 2000, p

7 - reagisce alle sollecitazioni dei gruppo di attività valutando se e come apportare variazioni agli obiettivi stabiliti: ad esempio, se in una simulazione il gruppo dei corsisti volesse puntare sull'elaborazione di pagine Web, spetterà al tutor valutare la fattibilità dell'ipotesi. In ogni caso i corsisti dovranno sapere che il tutor avrà l'ultima parola sulle varianti allo schema iniziale. Se il tutor valuta positivamente proposte di variazione allo schema iniziale svolgerà un preciso ruolo di supporto/suggerimento nel reperimento o nell'elaborazione dei materiali necessari, assumendo almeno per un periodo anche un ruolo di facilitatore; - produce un "report" periodico sullo stato dell'attività in corso, da inviare a tutti i corsisti. La cadenza potrebbe essere settimanale, anche se questo dipenderà dalla durata complessiva dell'attività e dal ritmo che i corsisti sono in grado di seguire; - sollecita i corsisti a "chiudere" le attività collaborative producendo un risultato, in base agli obiettivi stabiliti o a quelli che si sono andati delineando. In questo caso il termine ultimo per la chiusura dell'attività può anche variare leggermente da gruppo a gruppo tra quelli moderati dal tutor, anche se l'oggetto o l'approccio fossero uguali. Il tutor non dovrebbe mai rivestire il ruolo di coordinatore di un gruppo collaborativo. Il coordinatore dovrebbe essere sempre scelto tra i corsisti più attivi, evitando comunque quelli che appaiono eccessivamente invadenti. Il tutor si occupa infine, almeno in parte, del monitoraggio e della documentazione, anche per poter avere un quadro più chiaro della situazione generale. Tipicamente: - Controlla i forum almeno 3 volte alla settimana. - Controlla quotidianamente la posta. - Compila e mantiene aggiornato un riepilogo dei "threads" delle discussioni via o via forum: il riepilogo conterrà almeno l'indice degli argomenti in discussione e un resoconto quantitativo dei messaggi pertinenti a ciascun argomento, con indicazioni sui reply e sul numero di studenti coinvolti nella discussione su ciascun argomento specifico. Il tutor dovrebbe produrre con regolarità anche dei report di autovalutazione dell'esperienza in corso, con alcune informazioni essenziali. - Brevi indicazioni sul "clima" dell'attività: ci sono stati problemi o lamentele tra i corsisti o tra corsisti e tutor? Di che tipo? Per quale ragione? - Indicazioni sulle difficoltà incontrate dal tutor: ci sono studenti che non si riesce a gestire? Quali sono i problemi che hanno creato maggiori difficoltà? Di fronte a quali richieste il tutor si è trovato più in difficoltà? - Riflessioni personali sulle carenze del sistema: che cosa manca? Che cosa non funziona? I report dovrebbero essere condivisi con altri tutor impegnati in attività analoghe, per ottenere eventuali suggerimenti utili sulla conduzione del gruppo. L'insieme dei report potrebbe confluire in un report finale riepilogativo, una sorta di "sintesi" dell'esperienza. I report sono utili anche per mettere a punto suggerimenti da inviare agli studenti in modo da indirizzarli verso un uso più proficuo degli spazi e degli strumenti a loro disposizione. In momenti orientati alla collaborazione attiva tra gli studenti il tutor dovrebbe produrre anche un report per gli stessi studenti, che potrebbe avere cadenza settimanale (o altra cadenza a seconda della durata dell'attività). Nel report: - si analizza lo stato dell'attività indicando brevemente i punti di forza riscontrati e i punti di debolezza riscontrati; 7

8 - si cerca di puntualizzare brevemente la "distanza" della situazione attuale rispetto all'obiettivo; - si danno alcuni brevi suggerimenti strategici e operativi per affrontare i problemi eventualmente riscontrati. In sintesi Come precedentemente affermato il tipo di tutorship dipende dal modello didattico adottato nel corso. Nello schema che segue è rappresentata la relazione tra obiettivi formativi che si perseguono e i modelli didattici scelti. Fig. 1 tutorship, obiettivi e modelli didattici 6 E-tivities Un concetto che oggi si trova spesso associato a quello di facilitatore e di moderatore online è quello di e-tivities (learning activities). Questo termine sta ad indicare, secondo la definizione data da chi lo ha coniato, sta ad indicare: attività online per l'apprendimento attivo ed interattivo, motivanti, impegnative e definite da uno scopo, basate sull'interazione tra studente, docente, partecipanti soprattutto mediante comunicazione testuale scritta

9 Partendo da questa definizione non è difficile comprendere che le e-tivities rappresentano l elemento di base della didattica online basata sul lavoro collaborativo realizzato attraverso gli ormai comuni sistemi per la CMC. Le e-ativities sono realizzate secondo il modello definito delle cinque fasi, si tratta di un modello impostato su una tipologia di corso di tipo active ovvero improntato ad una forte interazione da parte dei soggetti coinvolti. Le e-attivites rappresentano elementi in una strategia di motivazione e sono pertanto basate su obiettivi didattici parziali. Pertanto non devono essere in alcun modo confuse con gli OAA. Per ciò che attiene la loro struttura e modalità di realizzazione, la Salmon sostiene che: è preferibile che siano relativamente semplici, se possibile asincrone e tipicamente basate su input e richieste di output testuali. Nella sostanza si possono considerare un modo per agevolare la corretta gestione di una discussione da parte di un animatore/moderatore e impostare le azioni da intraprendere in tal senso, compresa la struttura e il contenuto dei messaggi da postare in relazione alle reazioni da parte dei partecipanti alla discussione 7. Per avviare una e-tivities 8 può essere utile costruire una sorta di scheda in cui inserire una descrizione sintetica dell attività, gli obiettivi e il compito che dovrà essere svolto. Esempio 1 9 Descrizione sintetica Su un qualsiasi argomento oggetto di una discussione on line potrebbero essere utili alcune risorse integrative, per agevolare la documentazione dei partecipanti alla discussione e rendere così la discussione più ricca e meglio focalizzata. Chi e come si possono reperire risorse in rete su un determinato argomento? L e-tivity proposta presuppone la lettura di un documento preliminare che spiega come si può utilizzare al meglio un motore di ricerca e quali sono criteri di valutazione applicabili per la selezione di risorse e informazioni utili. Obiettivo Compilare una lista di risorse utili su un determinato argomento Compito Chiedere a ogni partecipante di individuare una risorsa in rete e condividerla con gli altri postando un messaggio nel web forum. Nel messaggio si dovrà riportare l indirizzo esatto della risorsa segnalata e spiegare le ragioni per cui la risorsa è stata ritenuta valida. Un partecipante non può segnalare risorse che siano già state segnalate da altri. Come rispondere Ogni volta che un partecipante posta nel web forum un nuovo contributo invitare gli altri partecipanti a commentare anche brevemente la risorsa segnalata. Spiegare preliminarmente che questi inviti a condividere opinioni e impressioni sono elementi essenziali per stimolare l interazione ( sparks ). 7 M. Rotta, M. Ranieri, E-tutor: identità e competenze, Erickson, 2005, p Per approfondimenti si veda anche M. Rotta, M. Ranieri, op. cit., p

10 I forum e loro gestione Come noto il forum rappresenta lo spazio privilegiato per le interazioni all interno di un corso online. Affinché un forum funzioni è fondamentale che esso sia inserito a pieno titolo tra le attività che i partecipanti devono effettuare per portare a termine il corso con successo. Tuttavia affinché il forum produca i risultati attesi è indispensabile che il tutor segua alcune indicazioni, quali: - cominciare sempre con un messaggio di benvenuto che dovrà avere un tono colloquiale e introdurre il tutor agli studenti; - far seguire il messaggio di benvenuto da un messaggio (messaggio di avvio) in cui sono indicati in modo dettagliato gli obiettivi del forum e le modalità secondo cui devono essere articolate le interazioni nonché le aspettative del tutor; - monitorare l andamento delle discussioni organizzando gli interventi e cancellando quelli che non sono pertinenti; - evitare che la discussione si spenga introducendo elementi di stimolo. Alcune linee guida indicano 7 tipologie di interazione che possono essere utilizzate dal tutor per animare e gestire il forum. Queste sono: 1. interventi per riparare la discussione; 2. spunti per riflettere; 3. stimoli per focalizzare la discussione; 4. interventi per espandere la discussione; 5. stimoli per approfondire la discussione; 6. interventi per riassumere la discussione; 7. interventi per accelerare la discussione. ESERCITAZIONI 1. Predisporre una e.tivites 2. Avviare un forum Approfondimenti A.Calvani, Comunicazione in presenza e a distanza mediata da computer 1 Produzione di materiali e-tivities Corso di Perfezionamento in 'Metodi e tecniche della formazione in rete' a.a , documento di lavoro finale del gruppo 5 dell'area 'Tutor e coordinatore di rete: 'Le qualità del Bravo Tutor delineate attraverso l analisi di buone pratiche. Studio delle interazioni tra Tutor esperti e membri di comunità di apprendimento on line' a cura di B. Andreocci, C. Ferronato, M. Antonietti, F. Mastrofini, S. Medico, F. Argenti. esempio aula virtuale

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