Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di prevenzione del fenomeno
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1 Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di Elisa Tricarico Insigna Security Srl
2 Le teorie criminologiche classiche Le teorie criminologiche hanno per lungo tempo posto l attenzione a determinati elementi del singolo autore di reato, quali i moventi e le intenzioni, stati d animo e sentimenti, condizioni economiche e sociali precarie, giudizi morali dell autore di reato. Tipicamente, quindi, la criminologia ha analizzato il comportamento individuale come il risultato di un interazione tra il soggetto e il contesto [Clarke, 1995], ma la maggior parte di esse si concentra solo sul primo aspetto (cioè sul soggetto), in quanto analizzano esclusivamente perché alcune persone siano più o meno predisposte a commettere reati. Questo significa che il contesto sociale è sottovalutato, tuttavia esso è un aspetto particolarmente importante, in quanto aiuta a tradurre l inclinazione personale alla devianza in azione vera e propria [Gottfredson e Hirschi, 1990]. 2
3 Le teorie criminologiche classiche Beccaria e la Scuola classica Il contributo degli esponenti della Scuola Classica (i più importanti, Beccaria e Bentham) rappresenta il primo tentativo di rispondere alla domanda perché certi individui commettono atti devianti o criminali. Tale Scuola nasce nel XVIII secolo sulla scorta del movimento dipensiero illuminista. Assunto di base di questa Scuola e che l individuo sia libero di scegliere l osservanza o la trasgressione delle leggi, seguendo i propri interessi. Nella scelta se commettere o meno un atto deviante/criminale, un individuo farà un calcolo costi/benefici e deciderà di deviare qualora tale atto gli consenta di massimizzare il proprio piacere. Questa posizione teorica ha tre implicazioni immediate: 1. il crimine è una normale opportunità di azione; 2. il criminale è un individuo normale ; 3. il reo è totalmente responsabile delle proprie azioni. 3
4 La prevenzione situazionale della criminalità L approccio delle teorie criminologiche classiche non permette di spiegare le ragioni per cui i reati accadono. Infatti, la commissione di un reato richiede non solo la presenza di un individuo che voglia commetterlo, ma anche l opportunità di commetterlo [Cohen e Felson, 1979]. La prevenzione orientata alla situazione si divide in tre tipologie: prevenzione situazionale primaria: comprende l insieme delle misure finalizzate a intervenire sul contesto, rendendo più difficile il compimento di reati e/o migliorando il senso di sicurezza. Esempi concreti sono le varie forme di protezione dei beni di tipo tecnologico e le misure architettoniche e urbanistiche; prevenzione situazionale secondaria: è rivolta ai contesti considerati a rischio di criminalità e consiste in misure architettoniche e di difesa passiva, quali i programmi di sorveglianza del vicinato; prevenzione situazionale terziaria: si rivolge ai c.d. hot spots delle città, cioè alle aree dove la criminalità, la devianza o le inciviltà sono fenomeni ormai consolidati. Gli interventi possibili sono, tra i tanti: il controllo della polizia, il controllo delle licenze sugli esercizi pubblici, la dislocazione intenzionale, cioè la concentrazione voluta di alcuni fenomeni o comportamenti in aree precise della città. 4
5 Assunti teorici La prevenzione situazionale della criminalità Secondo la prospettiva della prevenzione situazionale della criminalità, la prevenzione sociale è inefficace in quanto chiunque potrebbe commettere un reato qualora si presentasse un occasione favorevole, così come anche il delinquente più incallito non adotterebbe un comportamento criminale se non ci fossero le condizioni per farlo. Agire sulle circostanze del crimine riducendo o rimuovendo le condizioni che lo rendono possibile e aumentando, di conseguenza, i rischi collegati alla commissione dei reati (se un bene appetibile è ben protetto, un individuo razionale non rischierà di essere arrestato per procurarselo illegalmente). Dovendo agire sulle circostanze del crimine, la prevenzione situazionale è orientata verso forme specifiche dicriminalità. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 5
6 La prevenzione situazionale della criminalità Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 6
7 Le principali teorie dell opportunità Milano, 13 e 14 ottobre La teoria della scelta razionale (1) la maggior parte delle teorie criminologiche cerca di fornire una spiegazione generale (della criminalità) riferendosi a concetti che indagano le motivazioni (a delinquere) come delinquenza, devianza o trasgressione. La teoria della scelta razionale vede la natura del crimine commesso come l elemento fondamentale della spiegazione, dal momento che le decisioni che conducono ad un tipo di crimine sono diverse da quelle che portano ad un altro (Clarke e Felson, 2004, 6). I teorici della scelta razionale (Cornish e Clarke) elaborarono un modello di spiegazione del processo decisionale che conduce un individuo a compiere un reato. I vantaggi che le persone possono ottenere dalla commissione di un reato non sono soltanto strumentali (ricavare denaro o acquisire un bene) ma consistono anche nel divertimento, nella ricerca del prestigio sociale, ecc. La capacità di un criminale di pianificare la commissione di un reato è condizionata dalla natura limitata della razionalità umana. Pertanto il modello di attore che hanno in mente questi teorici si differenzia in parte da quello utilizzato da Beccaria e dagli esponenti della scuola classica. 7
8 Le principali teorie dell opportunità 1. La teoria della scelta razionale (2) Il processo decisionale del criminale deve essere scomposto in due momenti distinti : le decisioni di coinvolgimento in un azione illecita (relative alle scelte di essere coinvolti, continuare o desistere nell attività criminale); le decisioni relative all evento (sono di carattere strategico, tattico, finalizzate a commettere uno specifico reato). Rilevanza particolare è assegnata, quindi, alla situazione in cui si prendono certe decisioni e si sceglie di agire in un determinato modo. Il focus è posto sulle variabili di contesto, peculiari della situazione nella quale l attore sceglie, e non già sulle motivazioni o inclinazioni ad agire degli individui astrattamente considerati. 8
9 2. La teoria degli stili di vita (1) Le principali teorie dell opportunità La teoria degli stili di vita (Hindelang, Gottfredson e Garofano) cerca di spiegare la diversa distribuzione dei rischi di vittimizzazione, con riferimento in particolare agli stili di vita eterogenei dei gruppi considerati. Centrale è il concetto di rischio collegato alla scelta di stili di vita che possono lasciare più o meno spazio alla vittimizzazione, o possono rendere la vittimizzazione una condizione più o meno probabile. Gli stili di vita sono influenzati da almeno tre elementi: 1. dal ruolo sociale che le persone ricoprono nella società; 2. dalla posizione ricoperta nella struttura della società; 3. dalla componente razionale del comportamento. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 9
10 2. La teoria degli stili di vita (2) Le principali teorie dell opportunità Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 10
11 Le principali teorie dell opportunità 3. La teoria delle attività abituali (1) La teoria delle attività abituali elaborata da Cohen e Felson cerca di spiegare la variazione nello spazio e nel tempo dei tassi di criminalità e di vittimizzazione, in particolare per quei reati per i quali è previsto un contatto diretto tra aggressore e vittima. Perché un reato si verifichi si devono presentare tre condizioni minime, contemporaneamente presenti in un certo luogo e momento: 1. una persona disposta a compiere un reato; 2. un bersaglio interessante, sia esso un bene da danneggiare o sottrarre o un individuo da aggredire; 3. l assenza di un guardiano (capable guardian) in grado di impedire la commissione del reato. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 11
12 Le principali teorie dell opportunità 3. La teoria delle attività abituali (2) Le attività abituali, cioè quelle attività che facciamo regolarmente per soddisfare i nostri bisogni (lavoro, attività svolte nel tempo libero, fare la spesa, ecc.), creano la convergenza spazio-temporale delle tre condizioni descritte nello schema a fianco, mettendo in contatto gli aggressori con le vittime. Secondo questa prospettiva teorica, il tasso di criminalità può aumentare anche se non aumenta il numero di potenziali autori di reato, qualora si verifichino dei mutamenti nelle attività abituali che rendano determinati bersagli appetibili meno protetti dalla presenza diun guardiano capace. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 12
13 La prevenzione situazionale della criminalità I programmi diprevenzione situazionale possono essere classificati in: programmi di design ambientale che hanno lo scopo di ristrutturare gli spazi rendendoli maggiormente difendibili e quindi riducendo la possibilità di vittimizzazione; programmi che proteggono i bersagli appetibili rendendoli più difficilmente raggiungibili dai potenziali autori di reato motivati; programmi che si basano sul coinvolgimento dei cittadini residenti nella sorveglianza del loro territorio; programmi che prevedono un maggior controllo da parte della polizia, anche attraverso un contatto diretto e quotidiano con i cittadini; programmi che informano i cittadini, attraverso il ricorso ai mass media, sugli accorgimenti che si possono adottare per evitare di essere vittimizzati nelle diverse situazioni. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 13
14 La prevenzione situazionale della criminalità L effetto spostamento (displacement) La prevenzione situazionale può aiutare le potenziali vittime di specifici reati a ridurre il rischio di vittimizzazione in determinate situazioni, ma non è detto che riduca anche il numero degli atti criminali che si verificano in una data collettività. Esiste un possibile effetto di spostamento che fa sì che il criminale, che non è in grado di portare a termine il proposito criminale, non rinunci a delinquere ma decida di orientare diversamente la propria strategia criminale. Tale effetto può prodursi secondo differenti modalità, può infatti trattarsi di: spostamento temporale; spostamento geografico; spostamento tattico; spostamento di obiettivo; spostamento nell attività delinquenziale. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 14
15 La prevenzione situazionale della criminalità L effetto diffusione dei benefici (diffusion of benefits) Molti studi hanno messo in evidenza che i benefici della prevenzione situazionale del crimine si diffondono in maniera tale per cui non c è soltanto una riduzione nei crimini presi di mira da tali misure, ma anche dei crimini supposti al di fuori della portata di queste (Clarke e Weisburd, 1994). Ad esempio, l installazione di TVCC in una data area comporta una riduzione dei reati anche nelle zone circostanti. Sia l effetto spostamento sia diffusione dei benefici sono utili al fine di valutare il successo o l insuccesso degli interventi messi in atto. Elisa Tricarico Analisi dell ultimo rapporto di ricerca sulle rapine in banca e misure di 15
16 La prevenzione situazionale della criminalità Esempio 16
17 Casi studio di prevenzione situazionale 1. Gli apprestamenti di sicurezza della banca: un caso studio di prevenzione situazionale a Victoria, Australia Uno studio condotto a Victoria, in Australia, da Clarke, Field, e McGrath [1991], tra il 1979 e il 1987, mostra come l introduzione di una serie di apprestamenti di sicurezza all interno delle filiali delle banche abbia portato alla diminuzione considerevole del numero di rapine. L installazione di telecamere, la presenza di guardie giurate, la protezione di clerks, costituivano un deterrente per l autore di reato. Infatti, esse sono tutte misure rivolte ad aumentare i controlli di accesso, gli sforzi percepiti (e quindi maggiori difficoltà di perpetrare il reato), ad aumentare i rischi percepiti e la sorveglianza formale. Gli studiosi hanno rilevato che un programma intenso di rinforzo dell obiettivo in queste banche australiane condusse anche ad una generale riduzione delle rapine di tutti gli obiettivi commerciali (includendo negozi, stazioni di servizio e sale scommesse - diffusione dei benefici). I rapinatori iniziarono a credere che questa forma di crimine non fosse più una attività remunerativa, per la diminuzione del contante alla mano presente all interno delle filiali delle banche. 17
18 Casi studio di prevenzione situazionale 2. Casi studio sulla visibilità/ sorveglianza naturale La visibilità rende il potenziale autore di reato maggiormente a rischio rispetto al contesto circostante in cui decide di agire, nonché rispetto alla presenza di guardiani capaci. Questo perché limita la sua capacità di azione, di controllo della situazione, del territorio. Essa costituisce, quindi, una forma di limitazione, di rischio non calcolato. Uno dei problemi di sicurezza che le banche devono affrontare è quello di implementare una serie di misure che riducano il numero di reati di rapina. Per raggiungere questo importante obiettivo, le banche operano, attraverso specifiche attività, una attenta valutazione del rischio rapina, nonché una analisi di quelle che sono le vulnerabilità del sistema bancario, gli apprestamenti di sicurezza anti-rapina più adeguati alle diverse filiali della banca, in base ad una serie di parametri che identificano i differenti livelli di rischio. 18
19 Casi studio di prevenzione situazionale Aumentare la sorveglianza naturale La sorveglianza naturale è un obiettivo primario della prevenzione situazionale. L incremento dell illuminazione delle strade [Tien et al., 1979; Ramsay, 1991], dello spazio difendibile [Mayhew, 1979; Coleman, 1985], l installazione di TVCC sono tutte misure dirette non solo a creare una maggiore visibilità dello spazio, ma anche del potenziale autore di reato. Esempio - Sorveglianza da parte degli impiegati In aggiunta alla loro funzione primaria, alcuni impiegati, in particolare quelli che hanno rapporti con il pubblico, eseguono anche un ruolo di sorveglianza in relazione alla loro posizione [Eck, 1995; Felson, 1995], come commessi, portieri di hotel, custodi di parchi, custodi di posteggi, controllori dei treni, cassieri degli sportelli bancari, ecc. Tutti questi impiegati si assumono una certa responsabilità per la gestione del controllo sul luogo di lavoro. Una ricerca canadese, ad esempio, ha dimostrato che i furti in appartamento in quegli immobili in cui c era un portiere erano meno frequenti rispetto a quelli in cui era assente [Waller e Okihiro, 1979]. 19
20 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Le rapine in banca (1) Nel periodo compreso tra gli anni 70 e gli anni 90 il fenomeno delle rapine in banca ha assunto una dimensione considerevole. L Italia, in particolar modo, ha visto crescere questo fenomeno, peraltro tradizionalmente molto più diffuso rispetto agli altri paesi europei. La rapina è un reato molto complesso, non solo per il danno economico arrecato, ma soprattutto per le implicazioni psicologiche (per l impatto traumatico del contatto diretto con l uso della forza e della minaccia del rapinatore) e sociali (la rapina è un reato che chiama in causa il tema della percezione della sicurezza, dell insicurezza, la paura di vivere in una società sempre più insicura). La rapina, infatti, prima di essere un reato predatorio, è ancor prima un reato contro la persona, a causa del contatto diretto con la vittima, la minaccia, la forza utilizzata dall autore di reato. 20
21 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Le rapine in banca (2) Le rapine in banca coinvolgono un numero elevato di persone nello stesso momento, in quanto, solitamente, all interno di una dipendenza bancaria ci sono più dipendenti e clienti. Il rapinatore/rapinatori sono sempre più dissuasi dal commettere una rapina in banca, perché le agenzie bancarie sono sempre più dotate di apprestamenti di sicurezza diretti ad: aumentare gli sforzi percepiti dagli autori di reato, attraverso una serie di barriere fisiche (come bussole, metal-detector); a ridurre i benefici di perpetrare un attacco, attraverso una serie di dispositivi di gestione del contante alla mano (come cash guardian, cassettiere temporizzate), o attraverso l aumento della sorveglianza formale di guardie giurate. Un potenziale autore di reato incontrerà, dunque, molti ostacoli che renderanno il raggiungimento del suo obiettivo una meta molto difficoltosa: le misure di sicurezza da superare, la capacità di controllo della situazione per la presenza di più persone. 21
22 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Strumenti di prevenzione (1) La sorveglianza naturale Da diversi anni si discute e si disquisisce in merito alle vetrate che sono presenti nelle agenzie bancarie. All interno di questo importantissimo argomento di sicurezza, nella fattispecie di prevenzione delle rapine, si inserisce anche l aspetto estetico, dove architetti, arredatori, esperti di marketing, che hanno cura dell immagine e dell impatto sui clienti della banca, hanno esigenze particolari, non sempre allineate con quelle della sicurezza. Infatti, la soluzione ideale elaborata dagli esperti di sicurezza è quella di tenere le vetrate completamente scoperte, libere. Si presuppone che durante i sopralluoghi effettuati da un rapinatore, per stabilire quale agenzia sia più idonea a compiere un attacco, un elemento importante sia rappresentato dalla presenza o meno di strutture che impediscano di vedere attraverso le vetrate. Il motivo di individuare un agenzia con le vetrate non trasparenti è che la copertura impedisce ai passanti, i potenziali guardiani capaci, e agli impiegati e clienti della filiale di rendersi conto di quanto accade all interno, di lanciare eventualmente l allarme, e quindi di impedire il compimento della rapina (innescando, così, un processo di sorveglianza informale). Si afferma sempre più l idea che la trasparenza delle vetrate delle filiali sia una componente fondamentale della diminuzione del rischio rapina, in accordo anche con le Forze dell ordine. 22
23 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Strumenti di prevenzione (2) La sorveglianza naturale Il focus dell analisi è che il potenziale autore di reato, nel suo processo decisionale (ammesso che egli sia un autore professionista), prenderà fortemente in considerazione il fatto di essere visto dall esterno dei locali delle banche. Ecco che si inizia a parlare di sorveglianza naturale (o informale o di vicinato) come strumento di deterrenza. Tale concetto deriva appunto dalla teoria della prevenzione situazionale. La sorveglianza naturale si inserisce nella teoria delle attività abituali e della scelta razionale, e costituisce uno degli elementi fondamentali che il potenziale autore di reato prende in considerazione nel processo decisionale che caratterizza la commissione di un reato. 23
24 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Misure precauzionali di sicurezza (1) Dichiarazione del questore di Torino del 28 gennaio 2005 Intervenendo sul tema della sicurezza degli sportelli bancari, il Questore di Torino riferisce di essere rimasto colpito da una serie di agenzie bancarie le cui vetrine sono coperte da una pellicola non trasparente (le bande satinate), che impedisce di vedere dall esterno ciò che avviene all interno dei locali. Ciò è risultato incomprensibile, quasi all interno si svolgessero attività molto riservate, anziché semplici attività consulenziali, commerciali e di sportello. Tale occultamento, secondo il Questore di Torino, non può che favorire il compimento di atti criminosi, in quanto i rapinatori preferiscono agire senza essere visti, mentre, al contrario, l interscambio visivo con l esterno può consentire a chiunque di scorgere una rapina in corso e dare l allarme. Il Questore di Torino non auspica una trasparenza completa, in quanto gli appare necessario mantenere qualche angolo di riservatezza, non al punto, però, da oscurare alla vista l intero salone del pubblico, il quale dovrebbe essere in gran parte liberamente osservabile dall esterno. 24
25 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Misure precauzionali di sicurezza (2) Il Protocollo di intesa del 30 novembre 2005 In data 30 novembre 2005 è stato sottoscritto il Protocollo di intesa in materia di sicurezza delle banche, con l intento di prevenire i fenomeni criminali in banca nella provincia di Verona, in collaborazione istituzionale in materia di sicurezza degli Istituti di Credito. In particolare, è stata affrontata la questione riguardante l affissione di manifestati sulle vetrate degli Istituti di Credito. E stato, a tale riguardo, osservato che i manifesti o altri avvisi di tipo pubblicitario, sovente affissi sui vetri di detti Uffici, non consentono un ottimale visione di quanto accade all interno degli stessi, rendendo così difficoltosa l attività di vigilanza e di contrasto ad opera degli Organi di Polizia, soprattutto in caso di intervento determinato da una rapina in atto. Al fine, pertanto, di facilitare il delicatissimo compito delle Forze dell ordine nell azione di controllo, a salvaguardia anche della sicurezza pubblica, è stata rappresentata la possibilità che tale documentazione venga posizionata, ove possibile, in altri siti. Questa esigenza nasce anche dalla necessità di avere una sorta di trasparenza nei rapporti con il cliente, di eliminare, quindi, tutte le barriere che si interpongono tra la banca e il cliente. Il cliente sembra volere sempre più un comportamento vicino, rassicurante, trasparente con la sua banca, quindi la scelta ricade su quelle che soddisfano maggiormente queste esigenze nascenti, invece di una banca fortezza. 25
26 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Ipotesi di studio La maggiore visibilità dall esterno dei locali delle dipendenze bancarie porta alla riduzione del numero di rapine perpetrate, in quanto il potenziale autore di reato sarà più esposto alla sorveglianza naturale. Le variabili (traduzione empirica di una teoria) Variabile dipendente Rischio rapina Variabile indipendente Visibilità Livello 1: visibilità assente; Livello 2: visibilità semi-assente; Livello 3: visibilità totale. Il campione L ambito territoriale dell indagine è stato circoscritto all area di Milano città, escludendo la provincia, in quanto avente caratteristiche geografiche e sociali per certi aspetti diverse da quelle della città. Il campione, quindi, avrebbe risentito di numerose variabili intervenienti, che avrebbero portato a non rispettare il criterio di equivalenza del processo di campionamento (segue). 26
27 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Livelli di visibilità 27
28 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca (segue) Il n. di filiali bancarie prese in considerazione è 18. Tutte le agenzie bancarie sono: filiali con sportelli aperti, ovverosia operativi; filiali con presenza valori, cioè adibiti a funzioni di sportello di tipo economico, quindi con presenza di denaro. Lasso temporale In questa ricerca è stato scelto un lasso temporale di dieci anni, dal 1996 al 2005 (la cosiddetta serie storica ). E stato ipotizzato che per verificare l incidenza della variabile indipendente, il livello di trasparenza, sulla variabile dipendente, il rischio rapina, bisogna tenere conto di un lasso temporale abbastanza lungo, che consenta di verificare, a seconda del cambiamento della tipologia di vetrate delle agenzie bancarie nel corso del tempo, l andamento del numero di rapine nelle filiali del campione. 28
29 Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca Risultati Se si analizza il rischio rapina di ogni livello di visibilità sul totale delle filiali del campione nel periodo , le agenzie del campione con livello 1 di visibilità risultano sempre essere quelle maggiormente colpite. Sembra pertanto esserci una correlazione inversamente proporzionale: all aumentare della visibilità dei locali delle banche diminuisce il rischio rapina, per effetto anche della sorveglianza naturale. Si può constatare che la maggior parte delle rapine avviene nella fascia oraria compresa tra le 9.00 alle In questa fascia oraria c è presumibilmente meno sorveglianza naturale, quindi il potenziale rapinatore è più indotto a compiere la rapina in questo lasso temporale. 29
30 Punti di forza Un caso studio di prevenzione delle rapine in banca I punti di forza sono sicuramente l avere portato avanti un caso studio sul rischio rapina delle banche e la sorveglianza naturale che risulta essere uno dei primi esperimenti in questo ambito, soprattutto per quanto riguarda le rapine in banca. Lo studio ha altresì avvalorato l ipotesi tale per cui la sorveglianza naturale costituisca un forte deterrente per la commissione di reati. Questo a significare che le forme di controllo sociale informale possono agire fortemente sulla situazione (prevenzione situazionale della criminalità). Punti di debolezza I punti deboli, invece, sono l aver circoscritto l ambito territoriale di ricerca alla sola zona centrale di Milano, che costituisce di per sé una zona meno a rischio criminalità rispetto alle aree più periferiche. I dati andrebbero valutati alla luce di una un maggior numero di rapine, ad una minore sorveglianza naturale e ad una maggiore eterogeneità delle variabili intervenienti. Inoltre, nella ricerca non vengono tenute in considerazione l impatto delle misure di sicurezza presenti all interno di ciascuna filiale. 30
31 Analisi dell ultimo rapporto di ricerca Ultimo Rapporto di Ricerca 2010 Fonte ABI (Ossif) Anno di riferimento 2009 Calo del numero di rapine: nel 2009 infatti si sono verificati eventi criminosi, con una diminuzione del 19,3% rispetto ai compiuti nel 2008, pari a circa 35 rapine in meno al mese. L indice di rischio (ovvero il n. di rapine ogni 100 sportelli) è passato da 6,4 a 5,1. Il bottino medio diminuisce, circa 21 mila euro. Si mantiene anzi su livelli tra i più bassi degli ultimi dieci anni. Diminuisce anche il bottino complessivo: l anno scorso le rapine hanno fruttato 36,8 milioni, il 15% in meno dell anno precedente (43,4 milioni). L orario preferito per agire è prima dell apertura della filiale oppure nel tardo pomeriggio, dopo la chiusura al pubblico (minor sorveglianza naturale). Gli autori di reato agiscono sempre in pochi minuti, armati per lo più di banali taglierini (48%), però sono in aumento i colpi messi a segno brandendo armi finte (4), oppure semplici minacce (24%). Quattordici (su 20) le regioni dove i colpi allo sportello sono diminuiti: in Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria, Valle d Aosta e Veneto. In aumento invece in Calabria, Lazio, Liguria, Molise, Sardegna e Toscana. 31
32 Effetto dei dispositivi anti-rapina Telecamere; Sistemi biometrici di controllo; Metal detector; Vetri blindati; Dispositivi ad apertura ritardata; Tracciabilità delle banconote; Erogatore automatico di banconote; Vigilanza armata; Tutela del trasporto valori. Effetto delle misure anti-rapina Coordinamento con le Forze dell ordine; Diminuzione del contante alla mano. Analisi dell ultimo rapporto di ricerca Aumento dei rapinatori occasionali (ovvero non professionisti) Aumento delle rapine nei supermercati e nelle farmacie (effetto displacement) 32
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