LA TEOLOGIA DEL CORPO

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1 Nazaret Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia Diocesi di Vigevano Aggiornamento per animatori di pastorale familiare 2002 Pier Luigi Gusmitta LA TEOLOGIA DEL CORPO prospettive di antropologia Ritornare al principio 1 - Gesù, durante il colloquio con i farisei, si riferisce due volte al principio (Mt 19,3-9). Il principio è il mistero della creazione esposto in Gen 1-3. Esso descrive la vita dell uomo originario dalla creazione al peccato originale che rappresenta il fattore discriminante le due situazioni originarie (innocenza originaria e peccaminosità originaria; status naturae integrae e status naturae lapsae). Nel richiamo di Cristo al principio sono presenti: Un invito a riconoscere che esiste una continuità essenziale tra lo stato storico di peccato e quello preistorico di innocenza. Un implicazione della redenzione. L uomo - nel momento della caduta nel peccato - è collocato nella prospettiva delle redenzione: Porrò inimicizia (Gen 3,15). L uomo geme, aspettando l adozione a figlio, la redenzione del corpo (Rm 8,23). 2 - La ricerca del principio si precisa come ricerca del principio della teologia del corpo. Il mistero della creazione (il principio) viene quindi contemplato in una duplice prospettiva: Come, nel mistero della creazione, è stato plasmato l uomo, come maschio e femmina? Qual è l identità umana nel mistero della creazione e della redenzione? Dal principio viene dunque costruita un antropologia teologica (visione dell uomo dal punto di vista di Dio) e nel suo contesto viene delineata una teologia del corpo che permette una visione integrale dell uomo (la verità originaria sull uomo). Lo studio di Gen 1-2 dimostra il significato e la necessità della teologia del corpo. La verità importante per la visione integrale dell uomo riguarda il significato del corpo umano nella struttura della persona. Tale significato si estende a tutta la sfera dell intersoggettività umana, specie nel rapporto maschio-femmina. La riflessione su Gen 1-2 si rivela insostituibile. Costituisce realmente il principio della teologia del corpo. 3 Il fatto che la teologia comprenda anche il corpo non deve sorprendere nessuno che sia cosciente del mistero e della realtà dell incarnazione. Poiché il Verbo si è fatto carne, il corpo è entrato nella teologia, cioè nella scienza che ha per oggetto la divinità. L incarnazione - e la redenzione che ne scaturisce - è anche la sorgente definitiva della sacramentalità del matrimonio che rappresenta il mistero dell incarnazione del Cristo e il suo mistero di alleanza (FC 13). Gli sposi sono chiamati anzitutto a fare della teologia del corpo il contenuto della loro vita e del loro comportamento. Nel cammino nuziale sono necessarie: 1

2 la coscienza del significato del corpo (espressione della totalità della persona), nella sua mascolinità e femminilità; la coscienza del significato sponsale del corpo, del suo significato generatore (espressione del dono personale, unitivo e procreativo). Ritornare al principio significa quindi ritornare alla soglie della propria storia teologica e percorrere la via della redenzione del corpo, recuperando quella dignità in cui si compie il vero significato del corpo umano, il suo significato personale e di comunione. Per comprendere a fondo questa teologia del corpo è necessario fare riferimento anche a Mt 8,5 (discorso della montagna rispetto alla concupiscenza del corpo) e Mt 22,24-30, Mc 12,18-27, Lc 20,27-36 (richiamo alla risurrezione dei corpi). 4 Questo percorso permette di costruire un antropologia adeguata, ottenuta attraverso soprattutto la riflessione sulla corporeità e di ricercare la verità intera sull essere dell uomo alla luce del mistero della creazione e della redenzione. L antropologia adeguata cerca di comprendere e di interpretare l uomo in ciò che è essenzialmente umano. Il midollo della realtà antropologica è il corpo umano. Tale midollo non è soltanto antropologico, ma anche essenzialmente teologico. È teologia del corpo, del sesso, della mascolinità e della femminilità 1. La teologia del corpo si snoda attraverso tre punti fondamentali: a - Il principio b - La redenzione del corpo e del cuore. c - La risurrezione della carne. Il principio 1 Gen 1,1-2,4 è il primo racconto della creazione (racconto elohista). È più recente; proviene dalla tradizione sacerdotale, ha un impianto metafisico-teologico. La creazione dell uomo come maschio-femmina è inserita nel ritmo dei sette giorni della creazione del mondo. L uomo è creato insieme con il mondo visibile, ma deve soggiogare la terra (Gen 1,28) ed è somigliante a Dio. Nel ciclo dei sette giorni della creazione è evidente una gradualità. Quando crea l uomo, Dio sembra fermarsi e raccogliersi in se stesso (Gen 1,26) per chiamarlo all esistenza. L uomo è definito in base al suo rapporto con Dio. Viene quindi affermata l impossibilità di ridurre l uomo al mondo. Al mistero della creazione corrisponde la prospettiva della procreazione (Gen 1,31). È sottolineato l aspetto del valore: Dio vide: ecco era cosa molto buona (Gen 1,31). La verità rivelata sull uomo come immagine e somiglianza di Dio costituisce l immutabile base di tutta l antropologia cristiana (MD 6). Gen 1,27 contiene le verità antropologiche fondamentali. L uomo è l apice di tutto l ordine del creato nel mondo visibile l uomo e la donna sono, ambedue, esseri umani, ambedue creati ad immagine di Dio. Questa immagine e somiglianza con Dio, essenziale per l uomo, dall uomo e dalla donna, come sposi e genitori, viene trasmessa ai loro discendenti Il Creatore affida il dominio della terra al genere umano, a tutte le persone, a tutti gli uomini e a tutte le donne, che attingono la loro dignità e vocazione dal comune principio (MD 6). L uomo è una persona, in eguale misura l uomo e la donna: ambedue, infatti, sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale. Ciò che rende l uomo simile a Dio è il fatto che è un essere razionale e quindi capace di dominare sulle altre creature del mondo visibile (cfr MD 6). 1 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 60 2

3 2 Gen 2,4-25 è il secondo racconto della creazione (racconto jahvista). È più antico. Ha un impianto soggettivo-psicologico. In esso è registrata l autocomprensione dell uomo che viene presentato nella sua soggettività. Il primo essere umano è chiamato uomo=adam (Gen 2,5-7). Quando viene creata la donna, comincia ad essere chiamato maschio=ish in relazione alla femmina=ishsha (Gen 2,23). La donna è creata da Dio dalla costola dell uomo ed è posta come un altro io, come un interlocutore accanto all uomo. È riconosciuta da lui come carne della sua carne e osso delle sue ossa (Gen 2,23), uguale a lui dal punto di vista dell umanità. Uomo e donna, sin dall inizio, appaiono come unità dei due. Ciò significa superamento dell originaria solitudine. La descrizione biblica, dunque, parla dell istituzione, da parte di Dio, del matrimonio contestualmente con la creazione dell uomo e della donna, come condizione indispensabile della trasmissione della vita (MD 6). L insieme della descrizione di Gen 2,18-25 permette di comprendere più pienamente in che cosa consista il carattere personale dell essere umano, grazie al quale ambedue uomo e donna sono simili a Dio. L uomo è ad immagine di Dio in quanto creatura razionale e libera, capace di conoscerlo e amarlo. Può esistere solo come unità dei due, in relazione ad un altra persona umana. Si tratta di una relazione reciproca: dell uomo verso la donna e della donna verso l uomo. Essere persona ad immagine e somiglianza di Dio comporta, quindi, anche un esistere in relazione, in rapporto all altro io (MD 7). Nell unità dei due l uomo e la donna sono chiamati sin dall inizio non solo ad esistere uno accanto all altra, oppure insieme, ma sono anche chiamati ad esistere reciprocamente l uno per l altra Umanità significa chiamata alla comunione interpersonale, (in cui) si sviluppa l integrazione nell umanità stessa, voluta da Dio, di ciò che è maschile e di ciò che è femminile (MD 7). 3 Cristo (Mt 19,3-9) non solo collega il principio con il mistero della creazione, ma ci conduce anche al confine della innocenza originaria (Gen 2,25) e del peccato originale (Gen 3,6-7). In Gen 3,1-24 è riportato il racconto del primo peccato dell uomo e della donna, collegato con l albero della conoscenza del bene e del male (Gen 2,17). Questa è la facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e ciò che è male; è una rivendicazione di autonomia morale con la quale l uomo rinnega il suo stato di creatura (Is 5,20). L albero della conoscenza del bene e del male è una linea di demarcazione tra le due situazioni originarie (innocenza originaria e stato di peccaminosità). Gesù non approva la durezza del cuore e propone il ritorno al principio, cioè al progetto divino legato all innocenza originaria. Tale progetto non ha perduto vigore, benché l uomo abbia perso l innocenza originaria. Cristo chiede ai suoi interlocutori di superare il confine che passa tra lo stato di innocenza originaria e quello di peccaminosità. Quindi Esiste nell uomo una continuità essenziale e un legame tra lo stato di innocenza originaria e quello del peccato originale. Lo stato di peccato fa parte dell uomo storico. L uomo storico è però radicato nella sua preistoria teologica rivelata (innocenza originaria). Gesù, richiamando al principio, non indica solo lo stato di innocenza originaria quale orizzonte perduto dell esistenza umana nella storia, ma allude anche al mistero della redenzione (cfr Gen 3,15). Paolo coglie l anelito dell uomo alla redenzione del corpo (Rm 8,23-25). L interpretazione rivelata della nostra esperienza umana si configura come teologia e precisamente come teologia del corpo. La ricerca del principio si precisa come ricerca del principio della teologia del corpo mediante nuovi livelli di interpretazione della Genesi. 3

4 I nuovi livelli di interpretazione dei testi di Genesi, ossia la teologia del corpo 1 La SOLITUDINE ORIGINARIA dell uomo ha due significati: uno deriva dalla natura stessa dell uomo, cioè dalla sua umanità; l altro deriva dal rapporto maschio-femmina. Essa si riferisce alla sua stessa umanità prima che al rapporto maschio-femmina. Per sua natura l uomo è solo prima ancora di esserlo come maschio privo della donna. Si tratta di un problema antropologico, anteriore a quello posto dal fatto che l uomo sia maschio e femmina. Questo problema è anteriore non tanto nel senso cronologico, quanto nel senso esistenziale: esso è anteriore per sua natura 2. Il fatto di lavorare il suolo (Gen 2,5), di dominare la terra (Gen 1,28), di dare il nome agli animali (Gen 2,19-20) sono circostanze che spiegano il significato della solitudine dell uomo come ricerca della propria soggettività. L uomo sta di fronte a Dio ed è teso al riconoscimento della propria identità. Il primitivo significato della solitudine originaria dell uomo viene definito in base ad un test, o ad un esame che l uomo sostiene di fronte a Dio. Mediante tale test, l uomo prende coscienza della propria superiorità, e cioè che non può essere messo alla pari con nessun altra specie di esseri viventi sulla terra 3. L uomo è solo perché è differente dal mondo visibile, dal mondo degli esseri viventi. È questa la prima autoconoscenza a cui l uomo giunge attraverso la conoscenza del mondo. L uomo è definito come persona umana con la propria soggettività che la caratterizza. Quando a questo primo uomo, così formato, Dio dà il comando che riguarda tutti gli alberi che crescono nel giardino dell Eden, soprattutto quello della conoscenza del bene e del male, ai lineamenti dell uomo si aggiunge il momento della scelta e dell autodeterminazione, cioè della libera volontà. L uomo si manifesta come soggetto dell Alleanza, partner dell Assoluto. Attraverso l autoconoscenza e l autodeterminazione l uomo si scopre come persona (definizione antropologica di Gen 2). La solitudine originaria svela all uomo che la propria umanità lo pone in relazione unica, esclusiva ed irrepetibile con Dio stesso (definizione teologica di Gen 1). L uomo, così formato, appartiene al mondo visibile, è corpo tra i corpi. Il corpo lo rende consapevole di essere solo. Mediante il corpo l uomo si percepisce come parte del creato visibile, ma scopre, nel contempo, di non essere identico agli altri esseri viventi. L uomo prende coscienza della propria solitudine originaria e del significato iscritto in essa attraverso il corpo. La solitudine originaria, con il suo importantissimo contenuto, è collegata al significato originario del corpo. Il corpo implica in primo luogo una capacità di lavoro, di attività permanente; in secondo luogo è segnato dall alternativa tra la morte e l immortalità, segno inconfondibile della contingenza dell uomo, della sua dipendenza da Dio. Si tratta del problema centrale dell antropologia. La coscienza del corpo sembra identificarsi con la scoperta della complessità della struttura della persona umana (rapporto anima e corpo. Gen 2,7) e con la consapevolezza dell impegno di coltivare la terra e di dominarla (Gen 2,5; 1,28). L uomo è un soggetto non soltanto per la sua autocoscienza e autodeterminazione, ma anche in base al proprio corpo. La struttura di questo corpo è tale da permettergli di essere l autore di un attività umana. In questa attività il corpo esprime la persona. 2 L UNITÀ ORIGINARIA dell uomo, attraverso la mascolinità e la femminilità, esprime il superamento del confine della solitudine ed afferma tutto ciò che nella solitudine è costitutivo dell uomo (Gen 2,18.24). 2 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 45 4

5 2.1 - Gen 1 non conosce il problema della solitudine originaria dell uomo: l uomo infatti sin dall inizio è maschio e femmina. Gen 2 presenta prima solamente l uomo che, mediante il corpo, appartiene al mondo visibile e lo oltrepassa; poi presenta lo stesso uomo attraverso la duplicità del sesso. La corporeità e la sessualità non si identificano completamente Il fatto che l uomo sia corpo appartiene alla struttura del soggetto personale più profondamente del fatto che egli sia, nella sua costituzione somatica, anche maschio o femmina. Perciò il significato della solitudine originaria, che può essere riferito semplicemente all uomo, è sostanzialmente anteriore al significato dell unità originaria; quest ultima infatti si basa sulla mascolinità e sulla femminilità (che sono) due modi di essere corpo dello stesso essere umano, creato ad immagine di Dio 4. Solo dopo il significato originario del corpo e, pertanto, della sua solitudine, l uomo ne coglie il significato bisessuato e comprende il valore del secondo livello di solitudine, relativo al rapporto maschio-femmina. Nella creazione dell uomo come maschio-femmina è aperta alla solitudine la strada per diventare via che porta all unità originaria. La communio personarum tra l uomo e la donna spiega la decisione di Dio di dare un aiuto simile che trova la sua pienezza nel fatto di esistere come persona per la persona. Gen 2,18-21: Il Signore Dio fece scendere un torpore sull uomo. L uomo cade nel torpore per risvegliarsi maschio e femmina. L analogia del sonno indica uno specifico ritorno al non-essere, ossia al momento antecedente alla creazione, affinché da esso, per iniziativa creatrice di Dio, l uomo solitario possa riemergere nella sua duplice unità di maschio e femmina. Gen 2,22: Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolto all uomo, una donna. Costola significa anche vita. Dio crea la donna dalla vita, dal cuore dell uomo. Viene così affermata l essenziale uguaglianza dell uomo e della donna dal punto vista dell umanità. La donna viene creata da Dio dalla costola dell uomo ed è posta come un altro io, come un interlocutore accanto all uomo è un altro io nella comune umanità (MD 6). Permette all uomo di superare la solitudine e di esistere nella unità dei due. L uomo non è immagine di Dio solo in forza della sua umanità, ma lo diventa anche in forza della communio personarum tra uomo e donna. Ma ciò che visibilmente rende l uomo e la donna persone simili è il loro corpo, in cui si manifesta la loro umanità. Il corpo rivela l uomo. Mascolinità e femminilità conducono l uomo alla coscienza piena del suo corpo come principio di arricchimento reciproco L unità in una sola carne possiede il carattere di una scelta. In essa è data una particolare consapevolezza del corpo nel reciproco donarsi di persone, che riporta i due, ogni volta, all originario mistero della creazione. La definitiva creazione dell uomo consiste nella creazione dell unità di due esseri, si esprime nel dare vita alla communio personarum dell uomo e della donna. La loro unità denota soprattutto l identità della natura umana; la dualità, invece, manifesta ciò che, in base a tale identità, costituisce la mascolinità e la femminilità dell uomo creato 5. La solitudine originaria dell uomo si configura anche come scoperta di un adeguata relazione alla persona e quindi come apertura e attesa di una comunione delle persone. Communio indica quell aiuto che deriva, in un certo senso, dal fatto stesso di esistere come persona accanto ad una persona. Nel racconto biblico questo 4 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 58 5

6 fatto diventa, di per sé, esistenza della persona per la persona 6. Il concetto di aiuto esprime anche la reciprocità uomo-donna nell esistenza. Per tale reciprocità sono indispensabili la soggettività (solitudine come autoconoscenza e autodeterminazione) e la consapevolezza del significato del proprio corpo. L uomo è divenuto immagine e somiglianza di Dio non solo attraverso la propria umanità, ma anche attraverso la comunione delle persone. Sull unità dei due scende la benedizione divina della fecondità (Gen 1,28) In questo modo ci troviamo quasi nel midollo della realtà antropologica che ha nome corpo L espressione carne della mia carne acquista proprio questo significato: il corpo rivela l uomo Tale espressione racchiude anche un riferimento a ciò per cui quel corpo è autenticamente umano, e quindi a ciò che determina l uomo come persona, cioè come essere che anche in tutta la sua corporeità è simile a Dio 7. Siamo al centro della realtà antropologica il cui nome è corpo e corpo umano. Esso non è solo antropologico, ma anche essenzialmente teologico. La teologia del corpo, che sin dall inizio è legata alla creazione dell uomo ad immagine di Dio, diventa, in un certo modo, anche teologia del sesso, o piuttosto teologia della mascolinità e della femminilità (Gen 2,24). L unità attraverso il corpo ha una dimensione etica (fedeltà indissolubile: Mt 19,3-9) e sacramentale-teologica (Ef 5,29-32). Tale unità, infatti, che si realizza attraverso il corpo indica, sin dall inizio, non soltanto il corpo, ma anche la comunione incarnata delle persone. La mascolinità e la femminilità esprimono il duplice aspetto della costituzione somatica dell uomo (Gen 2,23) e la nuova coscienza del senso del proprio corpo: senso che consiste in un arricchimento reciproco. Il significato dell unità originaria dell uomo, che Dio ha creato maschio e femmina, si ottiene conoscendo l uomo nella totalità del suo essere (Gen 2,23), cioè in tutta la ricchezza del mistero della creazione che sta alla base dell antropologia teologica. La conoscenza dell uomo passa attraverso la mascolinità e la femminilità, che sono come due incarnazioni della stessa metafisica solitudine, di fronte a Dio e al mondo; due modi di essere corpo ed insieme uomo, che si completano reciprocamente; due dimensioni complementari dell autocoscienza e dell autodeterminazione; due coscienze complementari del significato del corpo 8. La femminilità ritrova se stessa di fronte alla mascolinità; la mascolinità si conferma attraverso la femminilità L unità in una sola carne (Gen 2,24) è quella che si esprime e si realizza nell atto coniugale. Il sesso, femminilità e mascolinità, è quella caratteristica dell uomo che permette all uomo e alla donna di diventare una sola carne e di aprirsi alla benedizione della fecondità. Il corpo, nella sua connotazione maschile e femminile, deve essere compreso alla luce della piena dimensione dell uomo e della comunione delle persone. L uomo e la donna, unendosi tra loro (atto coniugale) così strettamente da diventare una sola carne, riscoprono ogni volta e in modo speciale il mistero della creazione, ritornano a quell unione nell umanità che permette loro di riconoscersi reciprocamente e di chiamarsi per nome. Ciò significa rivivere l originario valore verginale dell uomo, che emerge dal mistero della sua solitudine di fronte a Dio e in mezzo al mondo (diventando una sola carne, uomo e donna) scoprono la propria umanità sia nella sua unità originaria, sia nella dualità di una misteriosa attrattiva reciproca 9. 6 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 62 6

7 Nella reciproca relazione delle persone, il sesso esprime un sempre nuovo superamento del limite della solitudine dell uomo insita nella costituzione del suo corpo. Questo superamento implica sempre una certa assunzione della solitudine del corpo del secondo io come propria. L unità in una sola carne ha, fin dall inizio, un carattere di unione che deriva da una scelta ( L uomo abbandonerà ). Il corpo, che attraverso la propria mascolinità o femminilità, aiuta l uomo e la donna a ritrovarsi in comunione di persone, diviene in modo particolare, l elemento costitutivo della loro unione, quando diventano marito e moglie, attraverso la reciproca scelta che costituisce il patto coniugale. La loro unione coniugale presuppone una matura coscienza del corpo e del suo significato nel reciproco donarsi delle persone (significato unitivo e procreativo). 3 - La NUDITÀ ORIGINARIA non genera vergogna (Gen 2,25). È l innocenza originaria (realizzata secondo la misura dell essere ad immagine di Dio), che non genera vergogna e apre al significato profondo della comune unione tra uomo e donna (communio personarum). Questo elemento dà alla teologia del corpo un contributo specifico. Gen 2,25 esige espressamente di collegare le riflessioni sulla teologia del corpo con la dimensione della soggettività personale dell uomo. Si sviluppa così la coscienza del significato del corpo. La frase i due erano nudi e non provavano vergogna descrive il loro stato di coscienza, anzi, la loro reciproca esperienza del corpo, cioè l esperienza da parte dell uomo della femminilità che si rivela nella nudità del corpo e, reciprocamente, l analoga esperienza della mascolinità da parte della donna. La nudità senza vergogna esprime la reciproca esperienza del corpo. Essa manifesta l uomo alla donna e la donna all uomo: esprime la pienezza della comunicazione interpersonale. La vergogna è un esperienza originaria e di confine (Gen 2,25 Gen 3,7): l avverbio allora indica una nuova situazione conseguente alla rottura della prima Alleanza e una nuova qualità dell esperienza del corpo. Non si tratta del passaggio dal non conoscere al conoscere, ma di un radicale cambiamento di significato della nudità originaria della donna di fronte all uomo e dell uomo di fronte alla donna Tale cambiamento riguarda direttamente la relazione uomo-donna, femminilità-mascolinità 10. Uomo e donna non provano vergogna : comunicano nella pienezza dell umanità che si manifesta in loro come reciproca complementarietà; comunicano in base a quella comunione delle persone nella quale, attraverso la femminilità e la mascolinità, essi diventano dono vicendevole l uno per l altra. Raggiungono così, nella reciprocità, una particolare comprensione del significato del proprio corpo (significato sponsale). 4 Il duplice racconto della creazione (Gen 1-2) ci permette di stabilire il significato originario della solitudine, dell unità e della nudità. Delinea quindi un adeguata antropologia, cioè un antropologia che cerca di comprendere e di interpretare l uomo in ciò che è essenzialmente umano. Gli elementi essenziali di tale antropologia si manifestano nel contesto teologico dell immagine di Dio. Dio creò l uomo maschio e femmina, a sua immagine e somiglianza. L uomo reca l immagine divina impressa nel corpo da principio. Uomo e donna costituiscono due diversi modi dell umano essere corpo nell unità di quell immagine. La creazione, come azione di Dio, significa non soltanto il chiamare dal nulla all esistenza e lo stabilire l esistenza del mondo e dell uomo, ma significa anche donazione fondamentale e radicale, in cui il dono sorge proprio dal nulla. 10 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 67 7

8 La creazione è un dono perché in essa appare l uomo che, come immagine di Dio, è capace di comprendere il senso stesso del dono nella chiamata dal nulla all esistenza. L uomo appare come creato, cioè come colui che ha ricevuto in dono il mondo e, nel mondo, ha ricevuto in dono l altro uomo. Il significato del corpo si chiarisce alla luce della creazione-dono. Il significato del corpo 1 Non è bene che l uomo sia solo; gli voglio fare un aiuto che gli sia simile (Gen 2,18). Queste espressioni sono la chiave per comprendere l essenza stessa del dono a livello di uomo, come contenuto esistenziale iscritto nella verità dell immagine di Dio. Il dono rivela una particolare caratteristica dell esistenza personale, anzi della stessa essenza della persona. Questa si realizza solo esistendo con qualcuno per qualcuno. Sono quindi fondamentali e costitutive per l uomo la relazione e la comunione delle persone. Comunione delle persone significa esistere in una relazione di reciproco dono. Esiste un forte legame tra il mistero della creazione, quale dono che scaturisce dall Amore, e quel principio beatificante dell esistenza dell uomo come maschio e femmina, in tutta la verità del loro corpo e del loro sesso, che è semplice e pura verità di comunione tra le persone. L esclamazione estasiata di Adamo (Gen 2,23) sembra significare: Ecco un corpo che esprime la persona!. Dalla profondità della solitudine originaria, l uomo emerge nella dimensione del dono reciproco, la cui espressione è il corpo umano in tutta la verità originaria della sua mascolinità e femminilità. Il corpo, che esprime la femminilità per la mascolinità e la mascolinità per la femminilità, manifesta la reciprocità e la comunione delle persone. La esprime attraverso il dono come caratteristica fondamentale dell esistenza personale. Il corpo è testimone della creazione come di un dono fondamentale, quindi testimone dell Amore come sorgente, da cui è nato questo stesso donare. Il sesso (mascolinità e femminilità) è il segno originario di una donazione creatrice e di un dono vissuto in modo originario. Tale è il significato con cui il sesso entra nella teologia del corpo. Quell inizio beatificante dell essere e dell esistere dell uomo, come maschio e femmina, è collegato con la rivelazione e con la scoperta del significato sponsale del corpo 11. L uomo e la donna si scoprono capaci di dono. Nel dono l uomo incontra il vero significato del corpo (esprimere la persona capace di amare). È il significato sponsale del corpo, fonte della felicità originaria che mantiene un suo valore anche nella realtà storica. 2 La rivelazione del significato sponsale del corpo consiste nel presentare l uomo, maschio e femmina, in tutta la realtà e verità del suo corpo e del sesso ( erano nudi ) e nella piena libertà da ogni costrizione del corpo e del sesso (cfr la nudità senza vergogna). L uomo e la donna, creati dall Amore, cioè dotati nel loro essere di mascolinità e femminilità, sono nudi perché sono liberi della stessa libertà del dono. Il corpo umano non è solo sorgente di fecondità e procreazione, ma racchiude fin dal principio l attributo sponsale, cioè la capacità di esprimere l amore, nel quale l uomopersona diventa dono e attua il senso stesso del suo essere ed esistere. La libertà, intesa come padronanza di se stessi (autodominio), rende possibile e qualifica il senso sponsale del corpo. Uomo e donna, liberi interiormente dalla costrizione del proprio corpo e del sesso, sono capaci di vivere la logica del dono e possono fruire di tutta la verità sull uomo (l uomo è l unica creatura che il Creatore abbia voluto per se stessa; l uomo può ritrovarsi solo attraverso il dono disinteressato di sé). 11 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 75 8

9 Il dono permette ad ambedue, uomo e donna, di ritrovarsi reciprocamente, in quanto Dio ha voluto ciascuno di loro per se stesso. L uomo, nel primo incontro beatificante (nudità originaria), ritrova la donna ed essa ritrova lui. Egli accoglie interiormente lei così come essa è voluta per se stessa dal Creatore, come è costituita nel mistero dell immagine di Dio attraverso la femminilità, e, reciprocamente, la donna accoglie lui. In questo consiste la rivelazione e la scoperta del significato sponsale del corpo. Gen 2,25 ci permette di dedurre che l uomo, come maschio e femmina, entra nel mondo con questa coscienza del significato del proprio corpo, della sua mascolinità e femminilità. 3 - Il corpo umano, orientato interiormente dal dono sincero della persona, rivela non solo la sua mascolinità o femminilità sul piano fisico, ma rivela anche un tale valore e una tale bellezza da oltrepassare la dimensione semplicemente fisica della sessualità 12. In questo modo si completa la coscienza del significato sponsale del corpo, collegato alla mascolinità-femminilità dell uomo. Questo significato indica una particolare capacità di esprimere l amore, in cui l uomo diventa dono. Rivela la disponibilità all affermazione della persona che è accoglienza del dono, la quale, mediante la reciprocità, crea la comunione delle persone. La rivelazione e la scoperta del significato sponsale del corpo spiegano la felicità originaria dell uomo: il significato sponsale del corpo è beatificante, manifesta la realtà del dono, costituisce la componente fondamentale dell esistenza umana nel mondo 13. Questo significato sponsale del corpo umano si può capire solo nel contesto della persona. Il corpo ha un significato sponsale, perché l uomo-persona è una creatura che Dio ha voluto per se stessa e che, simultaneamente, non può ritrovarsi pienamente se non mediante il dono di sé. Cristo, rivelando all uomo e alla donna anche la vocazione alla verginità, con essa ha messo in rilievo la medesima verità sulla persona umana. Se un uomo o una donna sono capaci di fare dono di sé per il regno dei cieli, questo prova a sua volta che c è la libertà del dono del corpo umano. Vuol dire che questo corpo possiede un pieno significato sponsale La felicità originaria, il principio beatificante dell uomo (innocenza e felicità originaria) che Dio ha creato maschio e femmina, il significato sponsale del corpo nella sua nudità originaria esprimono il radicamento nell Amore. La felicità è radicarsi nell Amore. L uomo è sorto dall Amore e ha dato inizio all amore. Il mistero dell innocenza originaria dell uomo (assenza di vergogna a motivo dell amore) è un mistero della sua esistenza, anteriore alla conoscenza del bene e del male. L innocenza originaria dipende dal mistero della grazia contenuta nella creazione, che consente all uomo e alla donna di esistere dal principio in una relazione reciproca definita dal dono disinteressato di sé. In essa si fa manifesto l autentico significato sponsale del corpo. L innocenza originaria è una caratteristica essenziale per la teologia del corpo. La coscienza beatificante del significato del corpo - cioè del significato sponsale della mascolinità e della femminilità umane - è condizionata dall originaria innocenza. Questa può essere intesa come purezza del cuore, che conserva un interiore fedeltà al dono secondo il significato sponsale del corpo. L innocenza interiore (la rettitudine di intenzione) nello scambio del dono consiste in una reciproca accettazione dell altro. La donazione vicendevole crea la comunione delle persone. In questa mutua relazione (Gen 2,23-25), l uomo e la donna diventano dono l uno per l altro, mediante tutta la verità e l evidenza del proprio corpo, nella sua mascolinità e 12 Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag. 80 9

10 femminilità. Lo scambio del dono si realizza, conservando la caratteristica interiore della donazione di sé e dell accettazione dell altro. 5 - È necessario quindi comprendere lo stato di innocenza originaria nel suo legame con lo stato storico dell uomo dopo il peccato originale per riconoscere il significato originario del corpo e le radici dell ethos del corpo. L uomo entra nel mondo e nella trama della sua storia con la coscienza del significato sponsale del proprio corpo, della propria mascolinità e femminilità. L innocenza originaria indica all uomo storico l ethos del corpo come ethos del dono. Nel mistero della creazione, l uomo e la donna sono stati dati dal Creatore l uno all altro. La comprensione del significato sponsale del corpo nella sua mascolinità e femminilità manifesta e insieme determina l ethos perfetto del dono. Rivela l intimo della libertà umana, che è libertà di dono. L uomo e la donna, dopo il peccato originale, perderanno la grazia dell innocenza originaria. La scoperta del significato sponsale del corpo cesserà di essere per loro una semplice realtà della rivelazione e della grazia. Tuttavia, tale significato resterà come impegno dato all uomo dall ethos del dono, iscritto nel profondo del cuore umano, quasi lontana eco dell innocenza originaria. Uomo e donna, nel mistero della creazione, sono reciproco dono. Nel valore sponsale del corpo l ethos del dono consente di cogliere l altro come soggetto. Il corpo diventa così quasi sacramento primordiale, perché, attraverso la visibilità di mascolinità e femminilità, trasmette il mistero della verità e dell amore, il mistero della vita divina a cui l uomo partecipa. 6 - Nella consapevolezza di questo sacramento primordiale, l uomo può scoprire ed approfondire il significato di conoscenza (Gen 4,1-2), connesso alla convivenza matrimoniale. Il rapporto coniugale dell uomo e della donna (diventare,attraverso la dualità del sesso, due in una sola carne) è stato introdotto nella dimensione specifica della persona. tale conoscenza fa parte della coscienza del significato del proprio corpo. L uomo e la donna, diventando una sola carne, sperimentano in modo particolare il significato del proprio corpo; si rivelano l uno all altra, con quella specifica profondità del proprio io umano che appunto si rivela anche mediante il loro sesso, la loro mascolinità e femminilità. La conoscenza è un ulteriore scoperta del significato del proprio corpo, scoperta comune e reciproca. Dopo il peccato, nell unione tra l uomo e la donna, prende forma il senso della maternità e della paternità, come ulteriore scoperta del significato del corpo. Nella conoscenza di cui parla Gen 4,1, il mistero della femminilità si manifesta fino in fondo mediante la maternità. Così si rivela il mistero della mascolinità dell uomo, cioè il significato generatore e paterno del suo corpo. Mediante il corpo la persona è marito e moglie; raggiunge la mutua realizzazione di sé nel dono. La procreazione fa sì che l uomo e la donna si conoscano reciprocamente nel figlio da loro generato. In tutto ciò che viene determinato da entrambi attraverso il corpo, la conoscenza iscrive un contenuto vivo e reale. Essa comporta una particolare coscienza del significato del corpo, legata alla paternità e alla maternità. Conclusione La rivelazione del corpo (Gen 3) dimostra che il ciclo della conoscenza-generazione, così profondamente radicato nella potenzialità dl corpo umano, è stato sottoposto, dopo il peccato, 10

11 alla legge della sofferenza e della morte (Gen 3,16.19). In primo piano resta però il fatto che Adamo si unì (conobbe) a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì (Gen 4,1). Questa è la soglia della storia dell uomo. È il suo principio sulla terra. Su questa soglia l uomo, come maschio e femmina, sta con la conoscenza del significato generatore del proprio corpo: la mascolinità nasconde in sé il significato della paternità e la femminilità quello della maternità Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo creò, pag

12 LA TEOLOGIA DEL CORPO prospettive di antropologia La redenzione del corpo e del cuore Un testo fondamentale: Mt 5, Gesù propone all uomo una norma morale: evitare l adulterio nel corpo e spegnere lo sguardo concupiscente che ne è la sorgente. Tale norma ci introduce nella realtà più intima dell uomo. 2 - L uomo a cui si rivolge Gesù è l uomo concupiscente o decaduto, che, venendo dal principio, ha ereditato da esso un patrimonio di verità più profonda della peccaminosità ereditaria. Il peccato non ha distrutto completamente nell uomo l immagine di Dio. L uomo può quindi abbandonarsi alla concupiscenza (vita secondo la carne) o vivere fedele al principio (vita secondo lo Spirito). La corporeità umana, in quanto dimensione essenziale della persona, è compresa in tale prospettiva. 3 - La concupiscenza è deformazione del significato sponsale del corpo umano. L uomo concupiscente è un uomo disintegrato: il corpo non è espressione della persona e questa non è più capace di donare se stessa nel e attraverso il corpo. 4 - Cristo propone all uomo una norma così esigente (Mt 5,27-28) perché Egli redime l uomo (la persona umana che esiste nel corpo, quindi il corpo personale). La redenzione del corpo è dono fatto all uomo - di una rinnovata capacità di donarsi nel e attraverso il corpo. L uomo corrisponde a questo dono vivendo nella purezza del cuore e del corpo (dominio di sé, alleanza col valore del corpo e riscoperta del significato sponsale di esso). Questa costituisce l ethos della redenzione. Chi è l uomo decaduto (uomo storico, segnato dal peccato)? 1 - Mt 5,27-28 fa parte del discorso della montagna ed ha un importanza fondamentale per la teologia del corpo, come Mt 19,3-9 in cui Cristo fa riferimento al principio. Nel discorso della montagna Gesù rivede radicalmente il modo di comprendere e di compiere la legge morale dell Antica Alleanza. Siamo al cuore dell ethos che è: percezione del valore da cui scaturisce il dovere come espressione della coscienza; atto della persona (risposta dell io personale) conforme o difforme al valore. Mt 5,27-28 ha un contenuto antropologico ed etico. Quale? 2 - L uomo a cui si riferisce Gesù è l uomo storico. È l uomo di cui Genesi ha tracciato il principio, la preistoria teologica. Il suo volto è il volto di ciascuno di noi. È l uomo che dal suo principio ha acquisito un preciso senso del significato del corpo nel mistero stesso della creazione da cui emerse come uomo e donna. È l uomo che al principio della sua vicenda terrena si è trovato coinvolto nella consumazione del frutto dell albero della conoscenza del bene e del male, rompendo l Alleanza. Cristo si rivolge all uomo interiore. Le sue parole hanno un esplicito contenuto antropologico: toccano quei significati mediante i quali viene costruita la antropologia adeguata. L uomo che è carne e che, come maschio, è in rapporto, attraverso il corpo, con la donna, deve ritrovarsi nella sua interiorità, nel suo cuore. Il cuore è la dimensione dell umanità con cui è legato direttamente il significato del corpo (sponsale e generatore). L adulterio è infrazione della unità 12

13 in una sola carne ; il desiderio adultero è diretto da un uomo verso una donna che non è sua moglie. 3 - Mt 5,27-28 ci permette di comprendere la verità sull uomo storico; verità che è valida anche per la teologia del corpo. Le parole di Gesù si riferiscono direttamente al desiderio che nasce dal cuore umano; indirettamente orientano a comprendere una verità universale sull uomo storico che è espressa nella dottrina biblica della triplice concupiscenza (1 Gv 2,16-17). La triplice concupiscenza viene dal mondo non come frutto del mistero della creazione, ma come frutto dell albero della conoscenza del bene e del male. Nella triplice concupiscenza fruttifica la rottura della prima alleanza con Dio Creatore. Il mondo del libro della Genesi (creazione) diventa il mondo delle parole di Giovanni (1 Gv 2,16-17), cioè luogo e sorgente di concupiscenza. L uomo che guarda la donna per desiderarla e la donna che è oggetto di tale sguardo si trovano nella dimensione della triplice concupiscenza. Mt 5,27-28 delinea l uomo del desiderio ed ha un importanza fondamentale per la teologia del corpo. Gen 3,6 segna l inizio della concupiscenza nel cuore dell uomo. Gen 3,1-5 descrive il momento-chiave in cui nel cuore dell uomo è posto in dubbio il Dono e l amore da cui scaturisce la creazione come dono. La vergogna è la prima manifestazione nell uomo di ciò che viene dal mondo. 4 - La vergogna reciproca dell uomo e della donna è sintomo della caduta (status naturae lapsae). In essa nata come frutto immediato dell albero della conoscenza del bene e del male matura un senso di paura di fronte a Dio e quindi la necessità di nascondersi (Gen 3,9-10). Dio stesso conduce l uomo a riconoscere il motivo vero della vergogna: aver mangiato dell albero della conoscenza del bene e del male (Gen 3,11). La nudità non è origine di una vergogna riferita solo al corpo. In essa si manifesta l uomo privo della partecipazione al Dono, l uomo alienato dall Amore che era stato la sorgente del dono originario (pienezza dei doni soprannaturali e preternaturali). L uomo subì un danno in ciò che appartiene alla natura stessa, all umanità nella pienezza originaria della immagine di Dio. È cambiato radicalmente il significato della nudità originaria (Gen 3,10). Nello stato di innocenza originaria, essa non esprimeva carenza, ma rappresentava la piena accettazione del corpo in tutta la sua verità umana e quindi personale. Il corpo, come espressione della persona, rendeva l uomo capace di riconoscersi diverso dagli altri esseri viventi e capace, nella mascolinità e femminilità, di reciproca donazione nella comunione delle persone. Il corpo portava in sé un segno della immagine di Dio. Dopo aver mangiato il frutto dell albero della conoscenza del bene e del male, l uomo perde la certezza originaria della immagine di Dio espressa nel suo corpo. In lui crolla l originaria accettazione del corpo come segno della persona. 4 - L uomo della concupiscenza è caratterizzato dalla vergogna reciproca di cui Gen 3,7 sembra indicare esplicitamente il carattere sessuale. La vergogna rivela una specifica difficoltà di avvertire l essenzialità umana del corpo (espressione della persona) ed indica una frattura nella persona dell originaria unità spirituale e somatica dell uomo (cfr Rm 7,22-24). È una minaccia specifica alla struttura dell autopossesso e dell autodominio: l uomo della concupiscenza non domina più con semplicità e naturalezza il proprio corpo. Collegata con tale squilibrio interiore, la vergogna ha un carattere sessuale, perché la sfera della sessualità umana pone in particolare evidenza lo squilibrio che scaturisce dalla concupiscenza e specialmente dalla concupiscenza del 13

14 corpo. Con la concupiscenza nasce il pudore come minaccia e difesa interiore del valore della persona. La vergogna determina una radicale trasformazione nel reciproco rapporto uomodonna. Essa conferma che viene infranta la capacità originaria di comunicare reciprocamente se stessi nel dono (Gen 2,25) e che viene sconvolta la reciproca comunione nell umanità mediante il corpo e quindi mediante la mascolinità e la femminilità. La differenza sessuale è avvertita come elemento di reciproca contrapposizione di persone. È intaccato l originario significato dell unità corporea, cioè del corpo quale substrato peculiare della comunione delle persone. È la seconda scoperta del sesso che distingue l uomo storico (l uomo della concupiscenza) dall uomo dell innocenza originaria. Segna il crollo dell originario rapporto di comunione. 5 - La vergogna esprime la rottura del dialogo di Dio con l uomo e con la donna e segna l inizio di un monologo (Gen 3,16: Dio si rivolge solo alla donna). L unione coniugale delle persone è deformata nel cuore dell uomo della concupiscenza. Le parole di Gen 3,16 sono rivolte direttamente solo alla donna, ma si riferiscono a tutte e due insieme. Il dominio su l altro (dell uomo sulla donna) cambia essenzialmente la struttura di comunione nella relazione interpersonale. Fa dell essere umano un oggetto concupiscibile dagli occhi. 6 - La triplice concupiscenza (vergogna) deforma il significato sponsale del corpo. Il significato oggettivo del corpo è quello di essere espressione della persona e della sua capacità di relazione nell amore. Esso è pure il modo di vivere il corpo; è la misura interiore che il cuore a cui si richiama Gesù nel discorso della montagna applica al corpo umano riguardo la sua mascolinità e femminilità. Il corpo umano, nella sua originaria mascolinità e femminilità, non è soltanto fonte di fecondità, ma fin dal principio ha un carattere sponsale, cioè è capace di esprimere l amore con cui l uomo-persona diventa dono. Il corpo è l espressione dello spirito ed è chiamato, nel mistero della creazione, ad esistere nella comunione delle persone ad immagine di Dio. La concupiscenza trasforma la comunione delle persone in un rapporto di possesso dell altro, inteso come oggetto del proprio desiderio. La concupiscenza rende la femminilità e la mascolinità solo oggetto di attrazione. Il corpo umano, nella sua mascolinità e femminilità, perde quasi la capacità di esprimere l amore in cui l uomo-persona diventa dono. Il cuore diventa luogo di combattimento tra l amore e la concupiscenza. Questa sottrae all uomo la dignità del dono, che viene espressa dal suo corpo mediante la femminilità e la mascolinità. Depersonalizza l uomo, facendolo oggetto per l altro. Il rapporto uomo-donna non è più rapporto del dono, ma rapporto di appropriazione. Nell appropriazione scompare la struttura della comunione delle persone: uomo e donna diventano quasi incapaci di attingere la misura interiore del cuore, volta verso la libertà del dono e il significato sponsale del corpo. L analisi della vergogna (triplice concupiscenza) delinea quindi l uomo della concupiscenza nel momento iniziale della sua storia intrecciata con la teologia. Ha un carattere antropologico (delinea l uomo storico in rapporto con il principio ). 14

15 L adulterio nel cuore (Mt 5,27-28) 1 - Nel discorso della montagna Gesù fa appello al cuore 16. Proclama il nuovo ethos: l ethos del Vangelo che è profondamente connesso con la coscienza del principio, quindi con il mistero della creazione. Egli si rivolge all uomo storico, che è l uomo della concupiscenza, il cui mistero è noto a Cristo che sa quello che c è in ogni uomo (Gv 2,25). Nelle sue parole non prevale l accusa, ma il giudizio che ha un fondamento antropologico ed un carattere etico. Gesù si rivolge direttamente all uomo che appartiene ad una società ben definita. Si rivolge anche, in modo indiretto ma reale ad ogni uomo storico. Con la categoria del cuore ogni uomo è definito nella sua umanità dall interno. L immagine dell uomo della concupiscenza riguarda soprattutto la sua immagine interiore che è la componente essenziale dell uomo e decide del suo comportamento esteriore. Abramo Adamo ; 8.3; 8.4 albero della conoscenza del bene e del male9.3 Alleanza altro mondo ; 3.5; 5.4; 5.5; 6.8 anima ; 7.8; 9.5 antropologia ; 7.4; 8.4; 9.6; 9.7 antropologia teologica comunione dei santi ; 6.6 comunione delle persone ; 6.4 comunione escatologica concupiscenza ; 6.6; 9.4 conoscenza del bene e del male ; 9.4 corporeità1.1; 1.4; 2.2; 2.7; 3.3; 3.4; 3.5; 4.1; 4.2; 4.4; 5.2; 5.3; 5.4; 5.5; 5.6; 6.1; 6.2; 6.4; 6.5; 6.6; 7.8; 8.5; 8.6; 9.2; 9.4; 9.5; 9.7 cosmo ; Nel suo colloquio con i farisei (Mt 19,3-9), Gesù fa appello al principio e denuncia la durezza del cuore. Questa indica ciò che aveva fondato la situazione contraria all originario disegno di Dio (Gen 2,24). La sklerokardia indica la incirconcisione del cuore, cioè l ostinata opposizione a Dio. Come dice Stefano: O gente testarda e pagana nel cuore (non circoncisa nel cuore) voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo (At 7,51). 15

16 da principio ; 6.5 dimensione storica divinizzazione dualità della natura umana energie dello spirito esperienza ; 5.2; 6.2; 6.3; 6.5 esperienza escatologica esperienza storica essere composto femmina ; 6.3; 6.4 femminilità figli di Dio forze del corpo futuro escatologico dell uomo grazia immagine di Dio ; 6.4 immortalità incorruttibilità ; 9.2 indissolubilità levirato marito ; 5.2; 6.3 maschio ; 6.3; 6.4 mascolinità matrimonio ; 3.2; 4.4; 6.3; 6.4 mistero trinitario moglie ; 5.2;

17 mondo futuro ; 6.3; 6.5; 6.7 morte ; 3.5; 6.2; 8.1; 9.4 natura natura umana ordine trinitario Padre peccato ; 8.3 persona umana ; 5.4; 6.4; 8.5 personalità primato dello spirito procreazione ; 4.4; 6.3; 6.4 psicosomatica ; 5.3; 5.4; 8.1 psicosomatico redenzione ; 7.8; 8.2; 9.3 redenzione del corpo risurrezione1.1; 1.4; 2.2; 2.4; 3.1; 3.3; 3.5; 3.6; 6.1; 6.4; 7.1; 7.2; 7.3; 7.4; 7.8; 8.1; 8.4; 8.6; 9.3; 9.6 rivelazione del corpo S. Paolo1.1; 7.1; 7.2; 7.3; 7.5; 7.6; 7.7; 7.8; 8.2; 9.1; 9.3; 9.6 sadducei ; 2.1; 2.6; 2.7; 7.2 senso personale dell esistenza sessualità ; 6.5 sessualità - significato escatologico significato escatologico della sessualità soggettività escatologica soggettività personale ; 5.3; 8.1 soggettività psicosomatica

18 Spirito spiritualizzazione ; 4.3 sponsale ; 5.4; 6.4 storia terrena teologia del corpo ; 5.6; 9.7 umanità ; 8.3; 9.3 uomo escatologico verginale verità integrale sull uomo visione di Dio ; 5.3 vita...2.3; 3.3; 3.5; 4.2; 6.4; 8.1 vita terrena

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