L economia casertana e il sistema urbano. Sintesi commentata

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1 a.r L economia casertana e il sistema urbano Almerico Realfonzo Sintesi commentata del Rapporto GE-Book Caserta L economia locale dal punto vista della Camera di Commercio. 12 a GIORNATA DELL ECONOMIA, e note dal POR Campania FESR La congiuntura appare delicata, soprattutto in considerazione delle difficoltà strutturali che interessano l Unione europea, e con particolare riguardo l Italia, dove gli effetti della crisi sono associati a politiche restrittive volte al rientro dagli squilibri finanziari accumulati [ ]. La provincia di Caserta ha risentito più delle altre provincie campane gli effetti del ciclo economico. La dinamica peggiore delle regioni meridionali derivante dalle numerose difficoltà strutturali che aggravano il funzionamento della loro economia ha trovato un grave riscontro nella provincia di Caserta, rimasta particolarmente indietro, in termini di tasso di crescita, negli anni dal 2002 al 2013, conseguendo la collocazione al quartultimo posto fra tutte le province italiane, per livello di valore aggiunto per abitante. 1

2 Per quanto concerne la Regione, il calo del valore aggiunto della Campania si è accompagnato con un lungo processo di deindustrializzazione, iniziato ben prima dell attuale crisi, che ha colpito la stessa capitale regionale anche come conseguenza di dissennate politiche, portando al 15,8% il peso del valore aggiunto industriale, a fronte del 17,5% meridionale e del 24,2% nazionale. Caserta, in particolare, soffre di una incidenza dell industria manifatturiera bassa, attorno all 11% del suo valore aggiunto, come conseguenza di un progressivo declino di poli industriali strategici, come quello di Marcianise, associato a processi di crisi settoriale molto seri dei comparti delle costruzioni (calo degli appalti pubblici e della domanda e dei prezzi nel mercato immobiliare privato) e dell agricoltura che non riesce a valorizzare prodotti di qualità anche notevole.( Rapporto, Le stime di contabilità territoriale). Tuttavia, nonostante ( ) l utilizzazione delle capacità produttive al minimo fra tutte le province campane, il manifatturiero provinciale risulta, però, reattivo, si legge nella Sintesi. Nel settore commerciale, i risultati mostrano un andamento decisamente meno positivo, col persistere di una crisi di domanda interna [ ] legata all andamento del reddito disponibile delle famiglie, che, con un calo di circa 8 punti in termini reali fra 2009 e 2012, colloca Caserta in ultima posizione fra le province italiane per spesa media familiare in consumi rivolti essenzialmente a beni e servizi primari. 2

3 Cionondimeno, nel corso del 2013, si è verificata una tendenza del saldo commerciale casertano verso un miglioramento ( ), nel contesto di un sistema produttivo relativamente internazionalizzato rispetto alle altre province campane. Tale risultato è in primo luogo frutto di un certo incremento dell export soprattutto su settori tradizionali (tessile abbigliamento, agroalimentare, metallurgico) e di un calo dell import, legato alla domanda interna declinante. Il turismo provinciale conta su attrattori di primissimo ordine, ma su un offerta ricettiva ancora limitata di qualità elevata per il segmento alberghiero mentre l extralberghiero sta crescendo rapidamente, soprattutto sul fronte della ricettività low cost. I flussi in entrata, però, riscontrano ancora un andamento mediocre, soprattutto sul fronte della permanenza media e della scarsa e decrescente attrattività di turismo internazionale. Per il settore turistico, il POR Campania FESR (Il patrimonio culturale e l attrazione dei flussi turistici) evidenzia che la Campania, malgrado le risorse culturali e paesaggistiche (sei siti della Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, tra i quali, nel casertano, il Palazzo Reale di Caserta, l Acquedotto vanvitelliano e il complesso di San Leucio) ha registrato nel 2012 circa 4,5 milioni di arrivi di turisti pari al 4,8 % del totale nazionale (-8,3% rispetto al 2011) e negli anni una diminuzione media annua delle presenze dell 1,4 %, contro un aumento dello 0,2 % in Italia. 3

4 Queste negatività correlate alla crisi economica internazionale, comporterebbero necessità di miglioramento strutturale delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale, attraverso la valorizzazione integrata di risorse e competenze territoriali ( ) e di interventi per la tutela ( ) e la messa in rete del patrimonio culturale, materiale e immateriale nelle aree di attrazione di rilevanza strategica tali da consolidare e promuovere processi di sviluppo. Nell offerta extralberghiera (costituita, a livello provinciale, da 207 esercizi, col 43% nel bed and breakfast a fronte del 20,4% nazionale) gli esercizi agroturistici eccedenti il dato nazionale, denotano spazio per il turismo anche di tipo rurale solo che si provvedesse a tutelare maggiormente l ambiente ed il territorio spesso soggetti a fenomeni di degrado che hanno una rilevanza nazionale, in termini di immagini. Tornando al Rapporto, la possibilità di mirare, con una politica di sviluppo locale in grado di concentrare le risorse sulle priorità e su filiere produttive emergenti, può generare effetti di rivitalizzazione, iniziando dall industria culturale e creativa, che reca notevoli potenzialità di occupazione, specie giovanile. Il settore ha, oggi, un incidenza molto bassa sul valore aggiunto, ma può ritenersi che, anche per le rilevanti risorse del territorio e del capitale umano locale, Caserta abbia notevoli margini di sviluppo ancora non sfruttati. 4

5 Infine, la green economy (economia verde o ecologica, modello di sviluppo economico che oltre ai benefici analizza l'impatto ambientale prodotto dal ciclo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti): le imprese casertane che hanno effettivamente investito o che hanno previsto di investire, nel periodo , su metodi green, sono il 20,9% del totale, un dato allineato alla media campana, ma leggermente inferiore a quella meridionale e nazionale, che indica quindi come vi siano margini per una ulteriore diffusione. 1 1 Dati del GE-Book Caserta L economia locale dal punto divista della Camera di Commercio: pp

6 POR Campania FESR : Strategie territoriali Asserisce il documento Strategie Territoriali Trasversali che la Regione Campania intende adottare un approccio fortemente orientato al territorio (place based), definendo linee strategiche da adattare ai luoghi e disegnate rispetto alla relativa funzionalità nell ambito del contesto regionale. Viene proposto un Asse di Sviluppo Urbano Sostenibile che identifica le aree urbane come territori chiave per cogliere le sfide di crescita proprie della Strategia Europa 2020 ed intende 1)contrastare la mancanza di lavoro e la carenza di cittadinanza attiva (Obiettivo Tematico 3, OT 3); 2) migliorare i servizi e la qualità urbana, promuovendo l uso delle nuove tecnologie (smart cities OT 2); 3) favorire l inclusione sociale (OT 9); 4) valorizzare le diversità naturali e culturali (OT 6). Viene, nel documento, asserito che la Campania ha il vantaggio di essere stata tra le poche regioni ad aver dato vita, nel periodo , ad un ampio programma di rigenerazione urbana attuato attraverso l Obiettivo Operativo Città medie, previsto nell Asse VI sviluppo urbano e qualità della vita, con i Programmi Integrati Urbani PIU Europa, strumenti di attuazione definiti per 19 Città Medie campane con oltre abitanti, tra le quali Caserta, affiancati alla Città metropolitana di Napoli, riconosciuti a livello europeo e nazionale come buona pratica. 6

7 La nuova strategia regionale delle politiche urbane, si attuerà attraverso la conferma e l evoluzione dei Programmi Integrati Urbani PIU Europa valorizzandone e migliorandone le caratteristiche specifiche, il modello di governance, la definizione del programma integrato in coerenza con un Documento di Orientamento strategico nel quale si disegnino le strategie di sviluppo complessive delle Città e l istituzione di una Cabina di Regia (Conferenza di Servizi). I Programmi Integrati Urbani potranno attuarsi attraverso l implementazione degli ITI (Investimenti Territoriali Integrati) ( ) per migliorare le relazioni delle Città Medie con le aree peri-urbane che le circondano, rendendosi prioritario favorire la definizione di un più omogeneo orizzonte urbano da realizzare attraverso l individuazione di ulteriori nuovi poli urbani che, affiancati alla Città Metropolitana di Napoli e alle Città Medie, consentano di accelerare il processo di equilibrio territoriale già avviato. La Regione ha, per questi fini, individuato tre direttrici di sviluppo urbano: 1) il rafforzamento dell Area metropolitana di Napoli quale centro nevralgico di offerta di servizi, anche attraverso il completamento dei Grandi Progetti rivolti alla Città di Napoli; 2) il potenziamento delle funzioni delle Città Medie, come nodi fondamentali della rete policentrica regionale; 3) il trasferimento del modello dei PIU Europa anche a centri inferiori a abitanti (Centri Minori). 7

8 La dotazione finanziaria definita per gli assi prioritari presenta il seguente quadro che comprende gli Obiettivi Tematici (OT) e le rispettive percentuali sulla dotazione complessiva del Programma: Asse 1 Ricerca e Innovazione (OT 1): 13%; Asse 2 ICT e Agenda Digitale (OT 2): 5,60%; Asse 3 Competitività del sistema produttivo (OT 3): 11,05%; Asse 4 Energia Sostenibile (OT 4): 12%; Asse 5 Prevenzione rischi naturali ed antropici (OT 5): 8,50%; Asse 6 Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale (OT 6): 14,00%; Asse 7 Trasporti (OT 7): 8%; Asse 8 Inclusione sociale (OT 9): 2,75 %; Asse 9 Infrastrutture per il sistema dell istruzione regionale (OT 10): 5%; Asse 10 - Sviluppo urbano (OOTT 2, 3, 6, 9,): 17,10%; Asse AT - Assistenza Tecnica pari al 3% della dotazione complessiva del Programma. 8

9 a.r Rel.Realfonzo: Dal sistema urbano all area metropolitana. Rassegna di studi Sistema urbano ed area metropolitana Almerico Realfonzo La relazione comprende note sintetiche sull area casertana da studi e strumenti di pianificazione dell area vasta, relativi al sistema urbano dalla conurbazione all area metropolitana Gli studi più recenti (anni 2000) di pianificazione della Provincia di Caserta hanno accolto finalità di analisi dello sviluppo socioeconomico del contesto provinciale come necessità di fondare sopra una solida e affidabile base di studi e programmi nella sfera socio-economica, il processo di pianificazione del territorio : un istanza nella scia dell elaborazione culturale e politica dei paradigmi della pianificazione territoriale e della programmazione economica che ha occupato la storia contemporanea del pensiero urbanistico ed economico. 1

10 PTR: la Piana campana La gravitazione dell ambito territoriale di Caserta nell area vasta, suggerisce un inquadramento, in prima istanza, della Città e del suo hinterland nella piana campana, Ambiente Insediativo n1 nel PTR che ne delinea gli elementi descrittivi di problemi, potenzialità e risorse dei quali si riportano alcuni passi: Nonostante la massiccia urbanizzazione, la presenza di 26 SIC, 6 riserve naturali, 2 parchi regionali e 1 nazionale, strettamente interrelati grazie alla permanenza di territori ad uso agricolo di alto valore economico, paesaggistico ed ecologico, consente ancora la creazione di un sistema di aree naturali fortemente interrelato, armatura della Rete ecologica regionale ( ). Anche sulla costa, dove la situazione sembrerebbe disperata, la presenza di ampi tratti liberi da edificazione ( ) costituisce una grossa opportunità di riqualificazione e connessione con il sistema di aree protette più interno. Altro fattore di potenziale recupero di condizioni di vivibilità e riqualificazione nelle aree più compromesse è la presenza di numerosi manufatti industriali dismessi o in via di dismissione. 2

11 La pressione del sistema insediativo, però, è forte e i principali fattori di pressione sull ambiente sono dovuti: - alla grande vulnerabilità delle risorse idriche fluviali, sotterranee e costiere per inquinamento e cementificazione; - allo smaltimento illegale di rifiuti e alla presenza di numerose discariche abusive ( ); - alle attività estrattive, spesso abusive, di sabbia e ghiaia sul litorale e lungo i corsi d acqua che creano laghi artificiali costieri, recapiti di sversamenti abusivi; - all inquinamento dei terreni ad uso agricolo dovuto all uso incontrollato di fitofarmaci; - alla diffusione di un attività estrattiva, per la maggior parte in zone pedemontane e nella piana casertana, che per il decremento d uso risulta in gran parte interrotta ( ) che rischia sempre più di depauperare le qualità del paesaggio; - alla costante crescita della popolazione dovuta al trasferimento di popolazione da Napoli e all immigrazione di popolazione extracomunitaria che qui trova un ampio bacino d occupazione come mano d opera agricola stagionale, alimentando il mercato del lavoro sommerso. Si pone anche il problema, del consumo di suoli agricoli dovuto alla scelta di situare nella piana eventuali nuove grandi infrastrutture. 3

12 Sinteticamente l assetto della piana campana è caratterizzato da: - una intensa infrastrutturazione del territorio dovuta alla realizzazione di grandi opere miranti all accrescimento di attrattività economica e al rilancio dell intera regione; - conseguente drastica riduzione della risorsa terra, con crisi occupazionale del settore agricolo, nonché crescente degrado ambientale; - grande emergenza ambientale dovuta alla vulnerabilità delle risorse idriche fluviali, sotterranee e costiere per inquinamento e cementificazione e all inquinamento dei residui terreni ad uso agricolo; - conurbazioni territoriali ad alta densità abitativa e degrado ( ). In esse si assiste alla scomparsa dei caratteri identitari dei sistemi insediativi che rimangono riconoscibili solo in aree a forte caratterizzazione morfologica. 4

13 Coerentemente con gli indirizzi strategici una possibile prospettiva deve, dunque incentrarsi sulle risposte ipotizzabili per far fronte a tali emergenze prioritarie. - In merito alla grande infrastrutturazione ( ) fondamentale è la qualità delle soluzioni previste per ogni ipotesi di nuova opera o di modifica di quelle esistenti. ( ) - La piana campana, a dispetto degli intensi processi di infrastrutturazione che la interessano, conserva ancora notevolissime rilevanze naturali ed è ancora possibile costruire un progetto di connessione tra i residui, e perciò preziosi, ambienti a naturalità diffusa (rete ecologica regionale, RER). - Consequenziale alla scelta strategica di un organizzazione policentrica del territorio regionale ( ) è l indirizzo della riqualificazione e messa a norma delle città inteso anche come attenuazione delle dipendenze funzionali dovute alle carenze di dotazioni di infrastrutture e attrezzature essenziali inserendovene in quantità e qualità opportune. ( ) Concludendo, è evidente, per la piana campana, come la maggior parte delle problematiche sia connessa alla dicotomia e incomunicabilità tra assetto territoriale ed economia. Le possibili scelte per il futuro [ ] in un ottica di pianificazione strategica, non possono prescindere dal farsi carico di una verifica di coerenza tra programmazione economica e assetto del territorio e dall attivazione di un processo concertativo con tutti gli attori locali. 5

14 Conurbazione casertana Piano di Sviluppo Socio Economico della Provincia di Ce (2001) Nel Piano di Sviluppo Socio-Economico (PSSE), approvato con deliberazione del Consiglio della Provincia n 84/2001, fu proposta un ampia descrizione geografica e storica della Conurbazione Casertana considerata costituita da ventidue centri, collocati nella porzione di territorio pianeggiante che da Capua si incunea sino all imbocco della valle Caudina, delimitato a Nord dalla catena del Tifata ed a Sud dai Regi Lagni, includente il Capoluogo ed i centri maggiori di Capua, S.Maria Capua Vetere, Marcianise e Maddaloni Piano Territoriale Regionale L aggregato del Sistema territoriale casertano è stato ìdentificato nel Piano Territoriale Regionale (PTR) di cui alla L.R. n.13 del 13 ottobre 2008, come STS D4, Sistema urbano Caserta e Antica Capua e delimitato come tutti gli altri Sistemi Territoriali di Sviluppo (in un primo tempo Sistemi Territoriali Locali), sulla base di una lettura delle forme di aggregazione che si erano andate costruendo intorno agli strumenti di programmazione negoziata, nonché dall analisi delle iniziative istituzionali di programmazione e coordinamento dello sviluppo produttivo e di riqualificazione del territorio e delle sue risorse. 6

15 Il Sistema Urbano Caserta e antica Capua, comprende i comuni di Arienzo, Capodrise, Capua, Casagiove, Casapulla, Caserta, Castel Morrone, Cervino, Curti, Macerata Campania, Maddaloni, Marcianise, Portico di Caserta, Recale, San Felice a Cancello, San Marco Evangelista, San Nicola La Strada, San Prisco, Santa Maria a Vico, Santa Maria Capua Vetere, San Tammaro, Valle di Maddaloni, Durazzano (che, appartendo alla pr. di Benevento, fu talora escluso dalla lista del STS). La conurbazione nel Piano Strategico L area della Conurbazione casertana nello scenario si estende dai margini della grande periferia napoletana fino alla Città Continua Casertana, un ambito urbanizzato adagiato sul vecchio tracciato della Statale Appia (da Capua a Maddaloni), e racchiusa dai monti Tifatini e dal Fiume Volturno. Nel Piano Strategico si legge che i Comuni della Conurbazione Casertana, inizialmente in numero di 18, con Comune Capofila la Città di Caserta, in occasione del P.R.U.S.S.T. sono aumentati a 22 ed, altresì, che all epoca sulla base delle indicazioni contenute nella proposta di Piano Territoriale Regionale (PTR), la Conurbazione Casertana venne delineata come un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS D4), allargato anche ai Comuni a ridosso con la Provincia di Benevento. 7

16 PTCP in vigore Nel PTCP in vigore, al quale si rinvia, si delimitano 6 Ambiti Insediativi nei quali si raggruppano i 104 comuni della Provincia di Caserta, e sono gli ambiti di Aversa, con 19 comuni, Caserta, con 36 comuni, Mignano Monte Lungo con 5 comuni, Piedimonte Matese con 24 comuni, Litorale domitio con 8 comuni, Teano con 12 comuni. Le aggregazioni proposte sono quelle dei Sistemi Locali del Lavoro (SLL) individuati dall ISTAT. 8

17 Studi sulle aree metropolitane Programma dei Sistemi Urbani del Mezzogiorno La Commissione di studio per un Programma dei Sistemi urbani nel Mezzogiorno Istituita con Decreto del Ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, individuò, nella Campania, l area metropolitana designata come Campania Felix costituita da territori delle province di Napoli e Caserta e dall Agro nocerino-sarnese. La perimetrazione trovò, negli anni successivi, numerose conferme e analogie a cominciare dagli studi per la Variante al PRG di Napoli che proposero una dimensione dell area metropolitana come sistema Napoli-Caserta (le due province ed, in ipotesi, l agro nocerino-sarnese). Il Preliminare della Variante fu presentato nel 1991 al Consiglio Comunale di Napoli per l approvazione che avvenne con un inedita presa d atto, restando però irrealizzata la perimetrazione proposta per l area metropolitana per l inattuazione della legge 142/1990 sulle autonomie locali, poi abrogata, concluso l incarico col Comitato Tecnico che aveva elaborata la proposta. 9

18 Piano Territoriale Regionale Nel PTR approvato con L.R.n.13/2008, la questione metropolitana fu trattata nell ambito del quinto Quadro Territoriale di riferimento di indirizzi per le intese istituzionali e buone pratiche di pianificazione. Ivi il paragrafo La difficile questione del governo metropolitano napoletano, richiamò il dibattito sull area metropolitana di Napoli seguito alla L. 142/90, ricordando come il Comitato tecnico scientifico della programmazione incaricato dalla Regione Campania di suggerire i criteri di delimitazione dell area metropolitana individuò, tra le ipotesi di perimetrazione, una prima area, composta da 129 Comuni delle Province di Napoli e Caserta, una seconda area coincidente con l estensione della Provincia napoletana ed una terza comprendente parte dei Comuni della Pr. di Napoli ed una zona consolidata, con elevati livelli di integrazione col capoluogo. Ma l empasse determinato dal dibattito sulla delimitazione dell area metropolitana orientò il Comitato tecnico scientifico a valutare come preferibile l ipotesi di un area metropolitana coincidente con la Provincia di Napoli anche per le difficoltà di una eventuale modifica degli ambiti amministrativi. Il Ptcp della Provincia di Caserta Il vigente Ptcp, al quale rinvio, ha ripreso (A1 Relazione, pp.184 ss.) il tema dell area metropolitana e della conurbazione Ce-Na- Sa, considerato nel Documento di indirizzi per il nuovo Ptc della provincia di Caserta, del maggio

19 Città metropolitana di Napoli ed Area metropolitana Sulla perimetrazione della città metropolitana di Napoli definita ai sensi della legge 56/2014 come circoscritta ai comuni della Provincia di Napoli non può concordarsi, indipendentemente dalle circostanze che negativamente connotano lo stato della procedura (che ancora non registra l approvazione dello statuto): sussiste, per la città metropolitana di Napoli, una grave divergenza dall area metropolitana i cui confini sono, com è stato scritto, più che mai interprovinciali, una discrepanza col bacino nella quale Napoli gravita e che comprende almeno parti della provincia casertana. Si tratta di una circostanza che menoma il criterio di coincidenza delle città metropolitane previste dalla legge 56/2014 con le province, che non rappresentano, sotto vari aspetti che connotano i sistemi insediativi, produttivi, della mobilità, dei grandi servizi, le conurbazioni generatrici delle aree metropolitane. Com è stato notato sono le reti territoriali a disegnare spazi di connessione e non di contiguità fisica, più difficili da trattare ma spesso più forti ( ) della stessa contiguità fisica. Risolutiva potrebbe essere l istituzione (ad esempio, in occasione della formazione o dell aggiornamento annuale del Piano strategico della Città metropolitana di Napoli), di intese e/o convenzioni con la Provincia di Caserta, orientate alle esigenze della grande area metropolitana che coinvolge i due enti territoriali. 11

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