D. Lgs. 195/2003 Modulo B B RISCHI FISICI I VIDEOTERMINALI

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1 B RISCHI FISICI I VIDEOTERMINALI

2 IL LAVORO AL VIDEOTERMINALE Valutazione del rischio in relazione alla normativa Attività rischiosa Tutela normativa

3 NORMATIVA D.Lgs. n. 626/94 ( integrato dal D. Lgs. n. 242/96) Titolo VI Uso di attrezzature munite di videoterminali (Direttiva n. 270/90/CEE) (art 50-59) Art Campo di applicazione; 1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative che comportano l uso di videoterminali La definizione esclude esplicitamente i posti di guida di veicoli e macchine, i sistemi montati sui mezzi di trasporto, i sistemi destinati al pubblico, le calcolatrici, i registratori di cassa, le attrezzature munite di un piccolo display, le macchine da scrivere elettroniche senza schermo separato i sistemi portatili ove non siano oggetto di utilizzazione prolungata in un posto di lavoro.

4 NORMATIVA Art. 51. Definizioni (videoterminale, posto di lavoro e lavoratore) Videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato Posto di lavoro: l insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera o altro sistema di immissione dati, ovvero software per l interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali,.., la sedia, il piano di lavoro, nonché l ambiente di lavoro immediatamente circostante. Lavoratore: il lavoratore che utilizza un attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni

5 D. Lgs. 195/2003 Modulo A RIFERIMENTI NORMATIVI Art. 52 (Obblighi del datore di lavoro); - analisi delle postazioni di lavoro con particolare riguardo: ai rischi per la vista e per gli occhi; ai problemi legati alla postura ed all'affaticamento fisico o mentale; alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. -adozione delle misure appropriate. Art. 53 (Organizzazione del lavoro). Distribuzione del lavoro al fine evitare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni. Art. 54 (Svolgimento quotidiano del lavoro). Interruzioni del lavoro. Art. 55 (Sorveglianza sanitaria). Visita medica per stabilire se il lavoratore è idoneo (con o senza prescrizioni) o non idoneo; Periodicità delle visite di controllo. Art. 56 (Formazione e informazione). Modalità di svolgimento dell attività; misure di protezione.

6 NORMATIVA D.Lgs. n. 626/94 ( integrato dal D. Lgs.. n. 242/96) Allegato VII Prescrizioni minime per l uso l dei VDT 1. Attrezzature Schermo; Tastiera; Piano di lavoro; Sedile di lavoro. 2. Ambiente Spazio; Illuminazione, riflessi e abbagliamenti; Rumore, calore e radiazioni; Umidità. 3. Interfaccia elaboratore/uomo

7 D.Lgs. 626/94 NORMATIVA Art. 56 comma 3 - Il Ministero del Lavoro.. stabilisce con decreto una guida d uso dei videoterminali Decreto Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 2 ottobre 2000 Linee guida d uso dei videoterminali

8 NORMATIVA DECRETO 2/10/2000-Linee guida d'uso dei videoterminali 1. Indicazioni sulle caratteristiche dell'arredo della postazione del d video terminale Piano di lavoro; Sedile di lavoro. 2. Indicazioni sugli ambienti. rumore; Microclima; illuminazione; Umidità. 3. Indicazioni atte ad evitare l'insorgenza di disturbi muscolo- scheletrici; 4. Indicazioni atte ad evitare l'insorgenza di problemi visivi; 5. Indicazioni atte ad evitare disturbi da affaticamento mentale.

9 NORMATIVA Legge 422 del 29 dicembre 2000 (recepimento di normative comunitarie legge 2000) Nuove disposizioni relative alla definizione di addetto a VDT Nuove disposizioni relative alla sorveglianza sanitaria

10 Legge dicembe 2000 ADDETTO AL VIDEOTERMINALE NORMATIVA D.Lgs.626/94 20 ORE SETTIMANALI ANCHE SE NON 4 ORE CONSECUTIVE GIORNALIERE 20 ORE SETTIMANALI 4 ORE CONSECUTIVE GIORNALIERE Il datore di lavoro deve aggiornare la valutazione dei rischi e riprogrammare gli interventi di formazione e la sorveglianza sanitaria

11 Legge dicembe 2000 D. Lgs. 195/2003 Modulo B SORVEGLIANZA SANITARIA NORMATIVA D.Lgs.626/94 OGNI 4 ANNI VISITA PERIODICA OGNI 2 DOPO I 45 ANNI DI ETA OGNI 5 ANNI VISITA PERIODICA OGNI 2 DOPO I 50 ANNI DI ETA

12 Linee guida per l uso dei videoterminali: Allegato VII D. Min Norme tecniche internazionali NORMATIVA UNI EN ISO Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) -1Principi generali, -3 Requisiti dell unità video, -5 Requisiti posturali e per la configurazione del posto di lavoro

13 NORMATIVA ENV Principi ergonomici nella progettazione dei sistemi di lavoro UNI Ergonomia dei sistemi di lavoro - Terminologia di base e principi generali; ISO Valutazione delle posture lavorative statiche. UNI Principi di ergonomia della visione. Sistemi di lavoro e illuminazione UNI EN Mobili per ufficio - Sedia da lavoro per ufficio UNI EN ISO Principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale UNI EN ISO Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT)

14 Postazione di lavoro Composta da: Piano di lavoro Sedile Schermo Tastiera e mouse Altre periferiche POSTAZIONE DI LAVORO Per ogni elemento della postazione di lavoro vengono definiti dei requisiti di sicurezza

15 POSTURA CORRETTA I requisiti di sicurezza esposti nelle linee guida e nelle norme tecniche, definiscono gli specifici parametri funzionali di ogni elemento del posto di lavoro, allo scopo di ottenere una postura il più possibile corretta per l utilizzatore. Questo ha lo scopo di limitare il disagio derivante dal mantenimento di una postura scorretta durante il lavoro, ridurre il rischio di incidenti, evitare l insorgere di stati patologici a carico del sistema muscoloscheletrico o visivo e ridurre al minimo lo stress lavorativo.

16 PIANO DI LAVORO Il piano di lavoro deve avere superficie sufficiente per le attrezzature e i materiali necessari all attività da svolgere, nonché per l appoggio dell operatore. Deve avere una profondità tale da permettere di mantenere la corretta distanza tra gli occhi e lo schermo. L altezza deve essere fissa o regolabile, tra 70 e 80 cm. La superficie deve essere chiara (non bianca) e non riflettente. Deve avere uno spazio inferiore che permetta un facile accesso, sufficiente per alloggiare il sedile e le gambe dell operatore, garantendo la possibilità di cambiamenti di postura.

17 PIANO DI LAVORO Il piano deve essere stabile per sostenere tutti gli oggetti e le apparecchiature previste, nonché i materiali appoggiati lateralmente. Deve anche permettere un appoggio sicuro a una persona che si sieda o si appoggi sul bordo Il piano di lavoro non deve avere spigoli o angoli vivi. Per motivi di sicurezza e di confort per l operatore, non deve trasmettere vibrazioni, e non deve facilmente trasmettere o disperdere calore. Se il piano ha altezza regolabile, la regolazione deve essere agevole, stabile e sicura.

18 SEDILE DI LAVORO La seduta deve essere stabile, adattabile, sicura e confortevole per l utilizzatore. Stabile: base girevole a 5 razze, antiribaltamento, antislittamento Adattabile: la seduta deve essere regolabile in altezza e leggermente anche in inclinazione, la posizione dello schienale deve essere regolabile in altezza,inclinazione e profondità, i braccioli regolabili in altezza e in larghezza Sicura: non deve presentare spigoli, la seduta non deve permettere lo scivolamento Confortevole: deve essere in materiale imbottito e traspirante, di disegno anatomico

19 SEDILE DI LAVORO Tutti gli elementi del sedile devono essere regolabili, e i comandi per farlo devono essere comodamente raggiungibili anche dalla posizione seduta. L altezza del sedile deve essere tale che le ginocchia formino un angolo di 90, e che i piedi siano comodamente poggiati al suolo. Le braccia devono essere verticali, con gli avambracci paralleli al pavimento e appoggiati al piano. L altezza del sedile va regolata anche rispetto alla posizione delle braccia sul piano di lavoro, e se per questo i piedi non poggiano comodamente al suolo, devono essere utilizzati poggiapiedi regolabili.

20 SEDILE DI LAVORO Lo schienale è importante, perché ha il compito di sostenere la regione lombare: una seduta che non offra un sostegno adatto aumenta il rischio di dolori alla schiena, causati da una posizione scorretta della colonna vertebrale. Per lo stesso motivo lo schienale deve essere adattabile: l altezza va regolata in modo che ci sia spazio per i glutei inferiormente, e superiormente non ci sia ostacolo al movimento degli arti superiori.

21 SEDILE DI LAVORO L inclinazione dello schienale deve essere regolabile, in modo da permettere una posizione confortevole. L angolo ottimale di inclinazione è tra 90 e 110. Inclinazioni troppo elevate in avanti o all indietro rendono instabile la posizione e si rischia il ribaltamento della sedia, o che scivoli via. Le rotelle, utili per piccoli spostamenti nello spazio di lavoro, non devono però permettere che la sedia si muova troppo facilmente; vanno scelte anche sulla base del tipo di pavimentazione.

22 SCHERMO Lo schermo deve essere inclinabile, ruotabile e regolabile in altezza. Deve essere possibile regolare il contrasto e la luminosità, sia per migliorare la leggibilità rispetto alla luminosità dell ambiente, sia per rendere più leggibile il testo e la grafica. I caratteri devono essere chiari e ben definiti. (alcuni font sono stati sviluppati appositamente) Lo schermo deve presentare un immagine stabile e non distorta.

23 SCHERMO L altezza e l inclinazione dello schermo sono fondamentali per facilitarne la leggibilità senza affaticare la vista e i muscoli di collo e spalle. Il bordo superiore dello schermo deve essere al di sotto della linea di visione, e la distanza ottimale dagli occhi è di circa 60 cm. In condizioni ottimali, la linea di visione dovrebbe essere normale alla superficie dello schermo. Questa configurazione è però sconsigliabile perché causerebbe facilmente la riflessione sullo schermo delle fonti di luce presenti.

24 SCHERMO Una postura centrata definisce un angolo di visione, che si estende per 60 verticalmente e circa 70 orizzontalmente intorno alla linea di visione che, in posizione di riposo, è inclinata di circa 35 verso il basso. L area attiva dello schermo dovrebbe sempre essere compresa in un angolo di visione inferiore ai 40. L angolo ottimale di lavoro è inferiore a 30.

25 TASTIERA La tastiera deve essere posizionata sul piano di lavoro, frontalmente all utente, ad una distanza dal bordo tale da permettere l appoggio degli avambracci. Eventualmente con l utilizzo di poggiapolsi. Deve essere antiscivolo. È importante mantenere una corretta posizione delle mani sulla tastiera: l avambraccio e la mano devono essere allineati. Attualmente sono state realizzate tastiere ergonomiche, che dovrebbero permettere di mantenere una posizione più naturale al polso e alla mano.

26 MOUSE E ALTRI DISPOSITIVI Il mouse deve essere posizionato sullo stesso piano della tastiera, vicino a questa, per evitare posizioni scorrette del braccio e del polso. Anche per il mouse sono stati sviluppati design ergonomici e ausili per evitare posture scorrette e dolorose. In generale, si cerca di assicurare una corretta posizione della mano e un appoggio sicuro del polso.

27 RIFLESSI ED ILLUMINAZIONE L illuminazione del posto di lavoro deve essere tale da garantire una sufficiente illuminazione del piano di lavoro. Attenzione alla disposizione delle fonti di luce rispetto allo schermo! Vanno evitate sia fonti di luce che colpiscano lo schermo, causando riflessioni negli occhi dell operatore, sia fonti di luce intensa dietro lo schermo, che colpiscono gli occhi dell operatore ponendo lo schermo in ombra per contrasto con la luminosità di fondo.

28 RIFLESSI ED ILLUMINAZIONE La condizione di illuminazione migliore è quella con la fonte luminosa perpendicolare allo schermo. La luce esterna deve essere schermata. Le fonti luminose artificiali devono essere dotate di diffusori, e non devono trovarsi ad un altezza tale da porsi al di sotto dei 60 rispetto alla linea di visuale dell operatore, rimanendo in tal modo al di fuori del normale campo visivo. Disposizione delle postazioni di lavoro e delle fonti luminose Da il lavoro al videoterminale INAIL 2002

29 RIFLESSI ED ILLUMINAZIONE Si devono preferire fonti di luce con luce bianco-neutra o bianco a tonalità calda. Non devono verificarsi nel campo visivo disomogeneità di luminosità, perchè costringono gli occhi a un continuo riadattamento alle diverse condizioni di luce. Le pareti devono essere chiare. Vanno evitate le riflessioni, proveniente da altre superfici illuminate (pareti, mobili, pavimenti, fogli, ecc..) in quanto questi riflessi riducono la visibilità dei caratteri, causando un maggiore affaticamento visivo.

30 AMBIENTE DI LAVORO Rumore Il rumore deve essere al di sotto di una soglia che non disturbi l attenzione e la comprensione della comunicazione verbale Microclima Temperatura e umidità dell aria devono rimanere nei limiti di comfort. Non ci devono essere correnti d aria. Spazio operativo Attorno alla postazione di lavoro ci deve essere lo spazio sufficiente ad accedere comodamente, per permettere cambi di postura e per i movimenti operativi;

31 Per la sicurezza degli operatori tutti i cavi di collegamento e di alimentazione non devono attraversare né le superfici di lavoro né i pavimenti, raggiungendo il punto di contatto attraverso canalizzazioni apposite, orizzontali e verticali. AMBIENTE DI LAVORO La lunghezza dei cavi deve essere tale da rendere possibili i movimenti delle apparecchiature e le eventuali modifiche nella loro disposizione. Inoltre i cavi devono poter coprire le possibili variazioni di una stazione di lavoro con elementi regolabili.

32 EFFETTI SULLA SALUTE PATOLOGIE CORRELATE ALL USO DI VIDEOTERMINALI

33 I rischi principali riguardano: PATOLOGIE DA VDT disturbi visivi, dovuti all affaticamento degli occhi, per problemi legati all illuminazione, alla posizione dello schermo e degli altri supporti utilizzati, alla durata del lavoro, disturbi a carico del sistema muscoloscheletrico, dovuti alla scorretta posizione assunta durante il lavoro sia per quanto riguarda il corpo, sia per quanto riguarda le azioni di mani e braccia problemi legati all affaticamento mentale.

34 PATOLOGIE DA VDT - vista I disturbi visivi insorgono per eccessivo affaticamento degli occhi. Possono riguardare i muscoli che controllano la convergenza dei due occhi se la posizione della testa è troppo vicina allo schermo Possono riguardare il sistema di messa a fuoco, quindi la muscolatura del cristallino Possono riguardare la retina, se il problema è legato all illuminazione e alla discriminazione delle immagini.

35 PATOLOGIE DA VDT - vista Concentrare lo sguardo su un punto vicino comporta per gli occhi uno sforzo dei muscoli oculari. Maggiore la vicinanza, maggiore lo sforzo. Col tempo, i muscoli presentano sintomi di affaticamento, e non riescono più a mantenere la convergenza. punto lontano punto vicino

36 PATOLOGIE DA VDT - vista L affaticamento visivo si presenta con diversi sintomi specifici: bruciore agli occhi ammiccamento frequente lacrimazione secchezza oculare fastidio alla luce visione annebbiata o sdoppiata stanchezza alla lettura Fissare a lungo un punto con attenzione rallenta la frequenza di battito delle palpebre, che risulta in una minore umidificazione degli occhi e quindi secchezza oculare e la sensazione di avere polvere negli occhi. Per questo a chi sta molto al VDT viene consigliato l uso di colliri (lacrime artificiali).

37 PATOLOGIE DA VDT - vista Stress visivo Fatica oculare Disturbi visivi Emicranie L emicrania deriva anche dalla difficoltà di comprendere i caratteri a schermo, quando i muscoli sono troppo stanchi per aggiustare la visione binoculare Nel tempo, l affaticamento dei muscoli impegnati nella visione può portare a una diminuzione permanente della capacità di adattamento dell occhio.

38 PATOLOGIE DA VDT - vista Altri fattori dannosi per gli occhi: inquinanti aerodispersi Batteri Sostanze chimiche Miceti Polvere

39 PATOLOGIE DA VDT - vista Per evitare disturbi alla vista, sono previste per legge interruzioni del lavoro al VDT ogni 120 minuti. Come misura di prevenzione, è consigliato di distogliere di frequente gli occhi dallo schermo e guardare un punto lontano, rilassando così i muscoli perioculari. Anche chiudere gli occhi è una pratica che rilassa la muscolatura e favorisce il riequilibrio dei nutrienti nella retina. Fare altre attività, allontanandosi dalla postazione di lavoro, è il modo migliore per riposare la vista. Esistono anche vari tipi di esercizi di ginnastica appositamente studiati per rilassare gli occhi dopo il lavoro al videoterminale.

40 PATOLOGIE DA VDT - colonna Il mal di schiena è frequente tra le persone che trascorrono molto tempo sedute, in posture scorrette. La posizione seduta provoca una distorsione della colonna vertebrale, in cui le vertebre lombari perdono la loro curvatura fisiologica (lordosi lombare) per assumere la curvatura opposta. Questo provoca una alterazione del carico sui dischi intervertebrali, che possono danneggiarsi, o comprimere le radici dei nervi spinali.

41 PATOLOGIE DA VDT - colonna Il disco intervertebrale è composto da una guaina rigida che contiene un centro molle e elastico, che ha il compito di assorbire le compressioni. In condizioni di compressione e decompressione, il disco può recuperare la sua forma e riassorbire liquidi e nutrimenti. Se la compressione viene mantenuta troppo a lungo, il disco non riceve nutrimento e comincia a degenerare, perdendo elasticità e diventando più fragile. La rottura della guaina del disco causa un ernia del materiale interno, che arriva a comprimere i vicini nervi spinali.

42 PATOLOGIE DA VDT - colonna Mantenere una corretta postura seduta permette di conservare la curvatura fisiologica del tratto lombare, evitando pressioni disomogenee sui dischi intervertebrali.. Per questo motivo è necessario adottare sedili ergonomici con adeguato sostegno del tratto lombare. Anche cambiare frequentemente posizione aiuta a mobilizzare i dischi, favorendo l apporto delle sostanze nutritive.

43 Tra le patologie che possono essere correlate al lavoro al videoterminale, sono particolarmente rilevanti quelle che interessano le mani, come la sindrome del tunnel carpale e varie tipologie di tendiniti. Tunnel carpale PATOLOGIE DA VDT - mani La sindrome del tunnel carpale viene causata dall infiammazione dei nervi a livello del tunnel carpale, una guaina resistente situata alla base del polso, in cui scorrono sia i tendini flessori delle dita, sia alcuni nervi e vasi. L infiammazione dei tendini, causata da sollecitazioni dovute all attività o a compressioni localizzate sulla zona, può portare alla compressione delle altre strutture che decorrono all interno della guaina, causando infiammazione dei nervi e quindi dolore, nonché altri tipi di reazioni, come formazione di cisti.

44 PATOLOGIE DA VDT - mani Posizioni scorrette assunte durante il lavoro al videoterminale, attività molto veloci e precise con le dita, tensione e rigidità possono portare a sviluppare questa patologia. L uso scorretto del mouse o della tastiera è particolarmente critico Esistono molti fattori predisponenti indipendenti dal lavoro, tra cui ricordiamo: Sesso (statisticamente le donne sono più colpite da questa patologia) Condizioni di stress cronico Preesistenti patologie a carico del sistema nervoso Squilibri ormonali Uso di farmaci Stati infiammatori Patologie a carico del sistema immunitario

45 PATOLOGIE DA VDT muscoli/tendini Anche altre patologie possono interessare le mani e gli arti superiori, in particolare tendiniti del gomito o della spalla, infiammazioni a carico dei muscoli dell avambraccio, e dolori cervicali causati dalla posizione scorretta delle braccia. Per tutte queste condizioni, la prevenzione, tramite una postura di lavoro corretta e esercizi fisici adatti, è il modo migliore per evitare che patologie occasionali diventino croniche.

46 PATOLOGIE DA VDT muscoli/tendini Anche operazioni che richiedano continue rotazioni della testa, o del busto, possono portare a dolori cervicali sia dovuti alla fatica muscolare che a danni ai tendini o ai nervi. In questo caso, è necessaria una riorganizzazione della postazione di lavoro per evitare questi movimenti o fornire un aiuto al movimento. È questo il caso di operazioni di dataentry, di consulenza telefonica, di controllo dati, di videoscrittura. A seconda del tipo di attività che deve essere realizzata, la postazione di lavoro può essere riconfigurata in modo da offrire le migliori condizioni di lavoro all operatore.

47 PATOLOGIE DA VDT fatica mentale Già il D.Lgs 626/94, considerando l organizzazione del lavoro, chiedeva una distribuzione del lavoro finalizzata ad evitare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni. Si parla di monotonia per attività protratte nel tempo, uniformi e ripetitive, in cui interviene nel lavoratore uno stato di ridotta attivazione e vigilanza. Si possono rilevare a lungo termine effetti sfavorevoli, come incapacità di concentrazione su compiti nuovi, perdita di interesse, e difficoltà di apprendimento. Anche le capacità preesistenti vengono ridotte. Per limitare il lavoro monotono, il datore di lavoro può intervenire assegnando compiti diversificati e ruotando gli addetti tra le diverse attività.

48 PATOLOGIE DA VDT fatica mentale L affaticamento mentale si riscontra però anche quando il lavoratore è soggetto a richieste che comportano uno stato di sollecitazione mentale (strain) prolungata e pesante, che nel tempo può generare stati di ansia, e incapacità di adattarsi ai compiti richiesti. In alcuni casi questo può essere ricondotto alla difficoltà di seguire le istruzioni di software poco familiari, o di difficile interpretazione In questo caso è necessario che l addetto riceva una adeguata formazione sul suo uso, e che abbia la possibilità di contattare un referente nel caso ci fossero dei problemi. Inoltre, i software devono essere forniti di aiuto in linea.

49 PATOLOGIE DA VDT fatica mentale In altri casi, lo strain mentale, pur presentandosi con gli stessi sintomi, può avere origine dalla difficoltà di dialogare con l ambiente sociale che circonda il lavoratore, sia tra colleghi che lungo la scala gerarchica, o dalla difficoltà di comprendere i compiti richiesti. Per ridurre la fatica mentale occorre limitare l intensità del carico lavorativo, ma anche verificare che l organizzazione aziendale sia in grado di fornire ai lavoratori informazioni con sufficiente chiarezza, relativamente a finalità del compito (conoscenza del contesto) e alla presenza di un supporto sia orizzontale che verticale a cui rivolgersi in caso di necessità.

50 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Secondo il D.Lgs 626/94, art. 52, comma1, il datore di lavoro analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: ai rischi per la vista e per gli occhi; ai problemi legati alla postura e all affaticamento fisico e mentale; alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. E successivamente (comma2) adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati in base alle valutazioni di cui al comma 1 Il datore di lavoro quindi, redige il Documento di Valutazione di Rischi, come previsto dall art. 4 comma 2 All esito della valutazione di cui al comma 1, il datore di lavoro elabora un documento contenente: a) una relazione sulla valutazione dei rischi.. b) l individuazione delle misure di prevenzione e protezione

51 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Per la valutazione dei rischi possono essere utilizzati questionari che riportano domande relative ad ogni singola postazione, basate sulle caratteristiche richieste dalla legislazione (D.Lgs 626/94 e Linee Guida ministeriali) e basano la valutazione sul punteggio attribuito ad ogni risposta fornita dai lavoratori. Alternativamente sono disponibili molte check-list sviluppate per considerare vari aspetti delle postazioni di lavoro e delle condizioni lavorative. (V. check list OSHA)

52 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Nel caso emergano situazioni dubbie, si possono utilizzare metodi di verifica specifici. Relativamente ai parametri ambientali, esistono metodi per ogni fattore di rischio fisico (rumore, vibrazioni, ecc) Per quanto riguarda le posture e dei movimenti ripetuti, ad esempio, si può usare il metodo OCRA. Molti di questi metodi forniscono un indice di rischio basato su una scala di valori. Il metodo OCRA, per la valutazione del rischio per gli arti superiori, fornisce una scala di valori: irrilevante, possibile, presente, elevato; che indicano anche la priorità degli interventi correttivi da adottare.

53 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Check-List OSHA per la valutazione del lavoro al Videoterminale Primo quadro della checklist OSHA Condizioni di lavoro Il posto di lavoro è organizzato relativamente al lavoro al Videoterminale in modo che le condizioni dell addetto sono: S N A. testa e collo sono quasi diritti (non piegati avanti o indietro). B. testa, collo e tronco sono rivolti in avanti (non girati). C. il tronco è perpendicolare al pavimento (non inclinato avanti o indietro). D. spalle e braccia sono verticali (non stese in avanti) e rilassate(non sollevate). E. spalle e braccia sono vicine al corpo (non allungate all esterno). F. avambracci, polsi e mani sono paralleli al pavimento (non puntano in su o giù). G. polsi e mani sono allineati (non piegati in alto/in basso o deviati verso l esterno). H. le cosce sono parallele al suolo e le gambe sono perpendicolari al pavimento I. i piedi sono completamente appoggiati al suolo o su un poggiapiedi stabile. J. il lavoro al videoterminale è organizzato in modo da permettere ai lavoratori di variare i loro compiti al VDT con alter attività, o fare piccolo pause o pause di recupero mentre sono al posto di lavoro.

54 PREVENZIONE La valutazione dei rischi, individuando quali sono i punti critici e i casi in cui è messa in pericolo la sicurezza dei lavoratori, costituisce la base per sviluppare una valida azione di prevenzione. Le indicazioni per le azioni di prevenzione da intraprendere, sono già contenute nelle indicazioni legislative, le Linee Guida ministeriali, e la normativa tecnica nazionale e internazionale. In primo luogo, le norme tecniche forniscono indicazioni molto precise su come deve essere strutturata la postazione di lavoro, relativamente alle attrezzature, ma anche alla tipologia di software, interfacce, individuazione dei compiti, e metodi per ridurre la fatica mentale e rendere l ambiente di lavoro sicuro e confortevole per gli operatori.

55 PREVENZIONE Una adeguata formazione e informazione dei lavoratori sui rischi presenti e sulle azioni corrette da seguire per utilizzare la propria postazione di lavoro, e un adeguato addestramento sui software e sui metodi da utilizzare, possono evitare l attuazione di azioni che pregiudicherebbero anche le altre scelte di prevenzione fatte.

56 PREVENZIONE L organizzazione del lavoro deve essere tale da mantenere il controllo sull attuazione delle scelte progettuali, intervenendo con azioni correttive nel caso si rilevi l insufficienza di alcune soluzioni adottate. Va tenuta presente la variabilità individuale, in quanto le soluzioni di sicurezza adottate per le postazioni di videoterminali, sono essenzialmente adattabili al singolo operatore.

57 PREVENZIONE Inoltre, possono essere forniti gli strumenti per una corretta manutenzione del posto di lavoro, e fornita anche una formazione adeguata sulla protezione dalla propria salute. Dato che molte patologie connesse con l utilizzo del videoterminale sono dovute alle posture assunte, o all affaticamento visivo, una formazione mirata sugli esercizi che si possono effettuare durante le interruzioni del lavoro, può portare a un miglioramento generale dello stato di benessere dei lavoratori.

58 Progettazione della postazione di lavoro PREVENZIONE Progettazione dell ambiente di lavoro Adeguata formazione e controllo Maggiore sicurezza Minore rischio di patologie professionali Maggiore soddisfazione

59 PERCORSO FORMATIVO DESTINATO A RESPONSABILI E ADDETTI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE in applicazione del D. Lgs 195/2003 MODULO B Macrosettore 8 Unità didattica B8.5.1

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